Romano Amodeo: "Dissi a Monsignor Centemeri che in me c'era IL DIO ATTESO".

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amoram
00giovedì 23 luglio 2009 17:04
Il 20 ottobre prossimo saranno 7 anni... di incredulità.
Tra poco sono 7 anni che ho invano rivelato a Mons. Centemeri, Decano di Saronno, che nel mio personaggio si era finalmente presentata quella Verità Ultima che Gesù aveva preannunciato alla fine dei tempi, nella figura di suo Padre.

Ma ci sono celesti ragioni: questa nascita trascendente in me, messa avanti la sua mano, sarebbe rientrata nel grembo materno, e si sarebbe vista solo in un secondo momento, che non è ancora giunto!

La Genesi di Dio è scritta al meglio nella Bibbia e precisamente in GENESI 38, a precisare nella U=19, di UR (sia il primo nome di Dio e la città di provenienza di Abramo) il secolo 19 d.C. (corrispondente alla 19sima lettera, la U, dell’alfabeto a 21 lettere), e l’anno 38 uguale al numero del libro 38.

La storia del popolo ebraico si interseca con quella di Roma.
Nel momento della formazione del primo (il Popolo del Dio che costruisce tutto in 7 giorni), due gemelli (Perez e Zerach) nascono da Er e Tamar; e due sono anche (Romolo e Remo) i mitici gemelli da cui sorgerà la città dei 7 colli, che i romani chiamarono CAPUT MUNDI e che fu veramente all’origine del KAPUT, della morte del solo MONDO Gesù Cristo.

GESU', infatti è IL MONDO, è il BENE-BENE quando si fa la conta dei valori alfanumerici delle lettere e GESU vale 48, come BENE+BENE.


Ebbene sapete come Dio a Mosè si sia qualificato "SONO".

In italiano abbiamo due SONO: "io sono" ed "essi sono".

In "ROMANO" (per non dire in "LATINO"), sono SUM e SUNT.
SUM vale 47 in contenuto alfanumerico;
SUNT vale 66.

Dando numeri alle lettere, 47= "SUM=AMODEO";
66= "SUNT=ROMANO".
Così, nel mio essere IO SONO (io, ROMANO) sono AMODEO, e nel plurale di ESSI "SONO" ROMANO in ROMANO, essi sono proprio tutto quanto è compreso in ROMANO. 66 unità.

Queste 66 unità furono tutti i consanguinei di Giacobbe che si trasferirono in Egitto a divenire IL POPOLO DI DIO, sicché il nome mio ROMANO rappresenta il Popolo di Dio ossia ISRAELE (come IS, "è" R.A. Ele, Dio).

Gesù non sarebbe nato né dal singolo primogenito RUBEN, né dal secondo, né dal terzo, ma dal 4° figlio di LIA (a profetizzare la finale sua andata ROMANA, ITA, di LIA, in ItaLIA).
Non sarebbe venuto singolarmente neppure da uno solo dei figli dell'amata RACHELE (che pure avvalorava il R.A. che è ELE), i prediletti Beniamino e Giuseppe... ma in sostanza da tutti e 12 assieme, in un assoluto "trascendere i singoli figli" ad opera di un padre reale che, essendo il quarto, li rappresenta Tutti, per le 4 dimensioni rappresentative di tutta la realtà, a livello ideale ed effettivo.
Infatti RUBEN, in RU, trascende il dio UR e la venuta da UR, che avverrà in modo figurato attraverso il Padre di ER. Ma il R.A. e il RO Romano Amodeo, la iniziale R pronunciata ER, o ERRE, tutte venute dal nome UR, vedranno RU-BEN come i due fratelli: il Romano Uno e Ultimo R.U. e Benito, l'uno nato dall'altro graziato nella morte reale, il 4-6-1940, da Maria Santissima, e dunque essi pure come i due gemelli di una unica covata che, riproposta a livello di Israele, faceva di tutti e 12 i suoi figli un solo figlio, di nome e numero AM=12, e che avrebbe avuto in Gesù la sua quarta dimensione 48, una e trina nel Dio AM.

Giuda dà ad ER (suo primogenito), in sposa, TAMAR (=47, come AMODEO)... ed ER in sostanza rappresenta la RU di Ruben in tutta la rappresentanza primigenia dei suoi 11 fratelli, perché ER morrà nella sua persona, e sarà trasceso dal comune Padre di loro tutti (Israele).
Così il 4° figlio della realtà Una e Trina di Dio, nella persona reale di Giuda, sarà FORZATO a dare l'eredità primigenia a tutti i suoi 12 figli come IL PADRE non solo di tutti e 12, ma di tutti quelli del Genere Umano, con il patriarca Israele dilatato alla dimenione del mondo.

ER dunque muore e muore anche ANON ("uno su", in inglese) che quando era su Tamar… poi eiaculava fuori non volendo dare l'eredità al fratello morto. E Dio lo fece morire.
Ci sarebbe stato il terzo figlio, da dare in sposo a Tamar (affinché fosse dato un erede ad ER), ma il padre infine non avrebbe voluto, pensando che Tamar… portasse sfiga. Ma non era voluto per questo, dalla Provvidena. Infatti, anche in questo caso, tutti e tre sarebbero stati sostituiti dal Padre, che sarebbe stato nuovamente il quarto.
Infatti Tamar, persa la possibilità relativa ai tre figli, si finse prostituta e si fece amare incestuosamente dall'ignaro Giuda. Quando gli si presentò poi incinta è fu condannata al rogo, gli mostrò i pegni che si era fatti lasciare dal padre del nascituro e Giuda capì che tutta sua era la colpa. Lei era tenuta a dare un erede ad ER (da cui doveva nascere il Signore) e Giuda le aveva negato il terzo figlio.

L'avvento dell'erede tanto atteso allude a quello della venuta finale di Dio, accaduto nella mia persona.

Tutto ciò è narrato in Genesi 38, dal versetto 1 al 30.
Leggiamo direttamente dal testo biblico:

27. Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo due gemelli.
28. Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo».
29. Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: «Come ti sei aperta una breccia?» e lo si chiamò Perez.
30. Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo si chiamò Zerach.

Dunque: una MANO spunta da O (sesso di Tamar) “trascendente” opera di ER.
L’ordine esatto è ER-O-MANO.
Con le 5 dita che rientrano (ed è la E=5) resta ROMANO.
Ha nome ZERACH, perché è il segno che l'ultimo, Z, è R.A.-CH (Christus).

Quella MANO che rientra annuncia un Dio Z in ROMANO che nasconderà la sua mano.

Uscirà per secondo – il Padre – e apparirà dopo il Figlio (Gesù Cristo), pur essendo il Padre a generare il Figlio.
Gesù si sarebbe dovuto chiamare EMANUELE (=69) e sarebbe dovuto essere "1 tratto da Egitto" (secondo Osea 11,1), dunque anche egli sarebbe apparso dopo l'Israele che entra in quell' Egitto a divenire il padre di tutti gli uomini.

Pertanto l’ordine :
ISRAELE – EMANUELE - ROMANO, sarebbe stato da ribaltare in quello inverso:
ROMANO (=66)- EMANUELE (=69) – ISRAELE (=63).

Appare evidente che la media tra gli ultimi due è ancora il 66 del primo, uscito però per ultimo. Abbiamo nella media: 66 + 66 +66.

Ora si tratta di un Dio che cela la sua mano. Però possiamo scoprirlo anche se in Romano Amodeo, peccatore come tutti, si è nascosto per bene.

"ROMANO AMODEO" è "SUM SUNT", "47+66" = 113.
"MARCO ANTONIO" è come lui: "44+69" = 113.
TORQUATO, il suo nonno paterno, è 113.
Dopo ROMANO ci sono EMANUELE (=69) e ISRAELE, ma vanno nascosti!

Così al posto di Emanuele compare l'ANTONIO che lo equivale in pieno: anche lui era Romano e, come l'Emanuele, fu 1 tratto morto dall'Egitto e veramente, perchè 1 sottratto a 70 dà il 69 di tutti e due ed il valore di EGITTO è veramente 70.

Più complicata l’identificazione di ISRAELE (ma il nome lo lascia intendere che “è R.A. ELE, DIO” (nell’Inglese che è la lingua del mondo d’oggi, del Gesù d’oggi).
E' una storia bizzarra, come lo è quella del Giacobbe per una notte intera tenta di rovesciare Dio, lottando alla pari con lui, e si azzoppa. E' soprannominato ISRAELE dal Signore proprio per aver lottato alla pari..
Dunque il valore di ISRAELE è quello di DIO, che vale 26, nel valore alfanumerico di questa parola.
Ma il termine DIO se si rovescia in OID non resta uguale!
Occorre un 26 che sia DIO e sia imparentato con Gesù. Ed ecco ANNA (=26) che è la nonna materna di Gesù e resta sempre ANNA, non rovesciabile!

Pertanto il Dio Uno e Trino nel valore medio 66+66+66 di ROMANO-ROMANO-ROMANO ,
differenziatosi in ROMANO-EMANUELE-ISRAELE, si cela e non muta valore, in un ROMANO-ANTONIO-ANNA.

Il cognome viene dalla TAMAR, girato in AM (sono) A.R.T. (Amodeo Romano in croce). A+T=U, per cui ART diventa UR, il luogo d’origine dell’AB-R.AMO che viene DA (in latino, AB) R.Amo.

A ROMANO, ANTONIO, ANNA ......…. AMODEO mancano solo i connotati reali e personali.
PAOLO era celebrato nella sua Conversione il 25 gennaio in cui nacqui...
Torquato, il mio nonno paterno (che mi rappresenta interamente, nel nome e cognome) pareggiò i conti con Anna, nonna materna di Gesù.

Lingua latina, lingua italiana, lingua inglese e lingua egiziana saranno in una perfetta armonia in relazione al mio nome.

In ROMANO, AM “O DEO”, questo “O DEO” che supera il SONO detto AM in inglese, è l’invocazione O, rivolta a DIO, dativo di DEUS=45.
che è DEUS e non è GEUS (alias GESU) per la D=4 in DEUS anziché il 7 della G in GEUS.
Pertanto, in latino, 3 DEUS = GESU’ (= 48).

L’altra forma latina di dire essi SONO è SUNT (=66=ROMANO), in cui SUN (il sole) è il 48 di GESU’.
Ebbene il genitivo di SOL (=40, sole in latino) è SOLIS (=66= ROMANO) e significa , “è il Sole”.

Il tuSEI (seconda persona del verbo essere), è in inglese IS e in italiano è il SI’ (contrazione di “sei”) che vale il 26 esatto che vale il termine DIO.
Il quale Dio diventa UNO (=44 = ABRAMO) se è “DIO-T” (Dio in croce).

Allo stesso modo “GESU-T” (Gesù in croce) è uguale all’inglese “SUN-T” e al latino SUNT, divenendo il 66 di ROMANO.

Se si considera che AM (io sono in Inglese) vale il 12 di N, si capisce come il termine egizio dia origine sia al Dio AMON, sia a quello chiamato ATON da RAMESS, o RAMSES (=66=Romano).

Sono entrambi ridotti a R.A. (Romano Amodeo) per le due differenti implicazioni latine di SUNT SUM = Romano Amodeo.

AMON vale 37 ed equivale ad un AMO AM (SONO).
ATON vale 44 è il Dio UNO (=44 =ABRAMO) che fu varato da RAMESS o RAMSES, sempre 66.
ABRAMO si differenzia da ROMANO=RAMSES (ed è dunque tratto dall’Egitto) perché RAMO è ROMA e 0N ("su" in inglese) diventa il Romano AB (che significa "da" in italiano). Il passaggio da "su" a "da" , ossia da ON ad AB, implica la rinuncia a 24 unità, e sono tutte le ore SOLIS, del Sole.

Ebbene il Faraone già era immagine di Dio, tanto che quando la Bibbia descrive un Popolo sorto schiavo del Faraone allude ad una umanità che ora e fino al suo Esodo è sottoposta in modo assoluto al rispetto della volontà di Dio.
Beato chi qui oggi senta il morso di Dio, mostrato con spietatezza.

Per questo Popolo esiste la promessa di una Terra che sta oltre la vita… infatti nessuno dei fuoriusciti dall’Egitto vi giunse vivo, salvo Giosuè... perché allude a un Gesù è.
La Bibbia ne parla come per la colpa a Meriba, quando gli Ebrei, sfiduciati di questa Terra che sembrava irraggiungibile, decisero di rientrare in Egitto.
Preferivano la schiavitù perché il Faraone (tutto sommato, come il Dio in questo mondo nostro) non era stato terribile, nelle sue ferree imposizioni.

È l’uomo di oggi che giace in questa colpa, a tutti i livelli, perché non capisce che il destino dell’uomo è di liberarsi le mani da tutto quello che oggi serra ben stretto. Se invece Dio fosse oggi più spietato, l’uomo non avvertirebbe il peso della morte, anzi attenderebbe l’Esodo con impazienza.

Dio ci vuol dare tutto e nella forma ideale per ciascuno, ma per poterlo prendere, dobbiamo prima mollare tutto quello che oggi stringiamo, di reale, nelle mani.

Dobbiamo considerare l’altro mondo come un gran Progetto, un gran piano, una enorme pianura colma di vita, e li potremo cogliere tutte le possibilità che offre la vita, facendone grandi mazzi di fiori, ma solo se avremo le mani sgombre e se amiamo tutto il nostro prossimo.

Se, per difendere oggi il nostro possesso, ci opponiamo l’uno all’altro, anziché cedergli tutto, tutto, tutto il nostro creduto tesoro, quando saremo su quel piano non lo potremo avere. Cerchiamo di amare ed arricchire non noi ma il nostro prossimo, perché il nostro eterno destino – avuto oggi noi - non starà nell’aver noi per sempre, ma il nostro prossimo.

Non dobbiamo innamorarci di quel che oggi abbiamo, perché il nostro destino starà nell’avere tutto il resto. Perciò se conquistassimo anche il mondo, ed oggi riuscissimo ad essere in tutto felici, che avremmo fatto di buono? L’avremmo conquistato una sola volta, e perduto e poi rimpianto per sempre, come a Meriba!

E la Chiesa, che oggi lotta per la gioia in questo mondo, ed è capita da tutti coloro che perseguono l’ottica di questo mondo, si professa di Cristo e segue invece i valori dell’Anticristo.
Ve lo dico io, che oggi ho il compito di riaffermare quel SALE ORIGINALE, di una vita spesa tutta e finalizzata tutta al trascendente, e che è ormai un sale tutto perduto e che sarebbe da buttare.
Per questo l’imminente spauracchio dell'Apocalisse?
.
Ma non temete! Non sarà la fine. Il capitolo 21 del Vangelo di San Giovanni è molto chiaro: ci sarà la pesca miracolosa e io - RA - la sto già preparando, quando sono in provincia di PESCARA, in cui RA PESCHERA', per tutti voi i 153 grossi pesci che sono la VIA VERITA', VITA, ossia GESU'
Sono un GESU' perfettamente restaurato nel sapore del suo vero SALE.
E io ne so qualcosa.
Io sono R, il SALE di SALErno, e sto al centro di GeRuSALEmme (che anticamente si chiamava SALEM) e nel vivo cuore di Gesù con la mia R, nata da ER e da TAMAR, per T'AMAR, per AMARTI, io che sono AMO.R, io che sono ROMA...NO! ROMA NO! AMOR.
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