Rosario perpetuo

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Ghergon
00domenica 30 settembre 2007 12:34
Rosario perpetuo
Stefano Maria Chiari
29/09/2007




«La condotta che le tre Persone della Santissima Trinità hanno tenuto nell'Incarnazione e nella prima venuta di Gesù Cristo, è da loro mantenuta ogni giorno, in maniera invisibile, nella santa Chiesa e sarà conservata fino alla consumazione dei secoli, nell'ultima venuta di Gesù Cristo.
Dio Padre ha radunato una massa di acque che ha chiamato mare; egli ha pure riunito un insieme di tutte le grazie che ha chiamato Maria. Questo grande Dio possiede un tesoro, o un deposito ricchissimo, dove ha racchiuso tutto ciò che ha di bello, di splendido, di raro e di prezioso, perfino il suo proprio Figlio; questo tesoro immenso non è altro che Maria, che i santi chiamano tesoro del Signore e della cui pienezza gli uomini sono arricchiti.
Dio Figlio ha comunicato alla sua Madre tutto ciò che ha acquisito con la sua vita e la sua morte, i suoi meriti infiniti e le sue mirabili virtù e l'ha costituita tesoriera di tutto ciò che il Padre gli aveva dato in eredità; è per mezzo di lei che egli applica i propri meriti ai suoi membri, che comunica le proprie virtù e distribuisce le sue grazie; è il suo canale misterioso, il suo acquedotto, attraverso il quale fa passare con dolcezza e abbondanza le sue misericordie.
Dio Spirito Santo ha comunicato a Maria, sua Sposa fedele, i propri doni ineffabili; l'ha scelta come dispensatrice di tutto ciò che possiede, di modo che ella distribuisce a chi vuole, nella misura che vuole, come e quando vuole, ogni dono e grazia; nessun dono celeste giunge agli uomini senza passare dalle sue mani verginali. Questa è la volontà di Dio: che noi riceviamo tutto per mezzo di Maria. E così sarà arricchita, innalzata e onorata dall'Altissimo colei che si era dichiarata povera, umile e nascosta fin nel profondo del nulla con la sua intima umiltà e per tutta la sua vita. Ecco il sentire della Chiesa e dei santi Padri» (1).
Il ruolo di Maria santissima, pura creatura, semplice, piccola - nulla di fronte alla maestà eccelsa dell'Altissimo, che solo è Colui che è l'Essere insondabile oltre ogni realtà esistente o possibile - è specialissimo capolavoro del Dio onnipotente, che nella sua misericordia infinita si cala sull'umiltà della Vergine.
Tutte le grazie, nessuna esclusa, appartengono alla Regina del creato, a colei che, resa grande per la sua povertà ed umiltà, divenne genitrice dello stesso Logos eterno increato, incarnato miracolosamente dentro di lei.
Non è possibile che vi sia grazia che non sia stata concessa alla Signora, poiché Dio stabilì che nel suo grembo purissimo dovesse dimorare Colui che possiede ogni pienezza e la pienezza della divinità, Colui che è la medesima fonte di tutte le grazie, essendo Lui stesso la grazia!
Colui che prese la carne ed il sangue dalla Vergine.
E' evidente!
Un cristiano autentico non può prescindere dalla venerazione profonda ed amorosa nei confronti della Santissima Vergine; se Dio non risparmia il Figlio, ma lo dona al cuore immacolato della Madonna, come si potrà dubitare che possa lesinare doni o favori o elargizioni divine per sua intercessione?

Maria Santissima è prototipo della Chiesa santa; possiede in sé la realtà unica della Chiesa, che è quella di essere Cristo perpetuato sempre e ovunque; Maria vive dentro il proprio spirito questa dimensione universale, cattolica, possedendola in una misura unica, irripetibile e non immaginabile da mente umana.
Maria è come la Chiesa, depositaria della verità infinita di Dio, che si effonde nell'amore infinito dello Spirito Santo: ne possiede doni e carismi; tanto da esserne non solo prototipo, ma, in certo senso, cogenitrice.
Se la Chiesa è null'altro se non Gesù vivo e vero, vivente in mezzo ai suoi, la Vergine è madre santissima di Cristo e della Chiesa stessa.
Maria dona Gesù all'uomo; quindi dona la vita eterna, che con Cristo si irradia nel cuore dell'uomo; questo già basta per essere considerata Madre del Verbo incarnato e della Chiesa.
Lo Spirito Santo misteriosamente, ma realmente, prepara nel grembo purissimo di Maria l'evento, apice degli accadimenti umani; l'Incarnazione.
Lo Spirito del Padre feconda tanto l'anima della Vergine immacolata che anche il suo corpo resta coinvolto in questo processo totale di redenzione.
E' chiarissimo.
Non era possibile che Maria avesse macchiato il proprio cuore anche del solo peccato d'origine, perché la santificazione dello Spirito divino è talmente radicata nel suo intimo, da essere (in virtù dei meriti di Gesù, da cui tutto viene) «retroattivamente» purificata, salvata, divinizzata.
Questo però accade soltanto perché la libertà della Vergine era tutta volta al fiat totale del proprio essere all'azione operante in sé della Santissima Trinità.
Non c'è redenzione senza consenso della Vergine.
Dio, eterno ed immortale, infinito ed onnipotente sottomette ad una giovane fanciulla di 13 anni il destino dell'umanità presente, passata e futura.

Difficile dire cosa vivesse la santissima Vergine nel momento dell'annuncio dell'angelo; ma certamente è ragionevole pensare che la Luce coabitante in lei, piena di Grazia, le abbia fatto penetrare la portata estrema e profondissima di quelle parole sconvolgenti: «la potenza dell'Altissimo scenderà su di te»; «lo chiamerai Gesù», Dio salva.
Sarà Lui infatti a salvare il suo popolo dai suoi peccati; l'unico vero ed eterno Salvatore.
Come non potrà essere sempre vergine, la Vergine?
Come avrà potuto «conoscere uomo», colei che era ricolma e satura del Divino dimorante in sé, cosa che rende superfluo ed inutile ogni affetto meramente umano e non divinizzato o spirituale?
Tutti i credenti, battezzati in Cristo, vivono in Maria, come nella Chiesa ed essi dalla Vergine ricevono la vita e la salvezza.
«'L'uno e l'altro è nato in esso', dice lo Spirito Santo.
Secondo la spiegazione di alcuni Padri, il primo uomo nato da Maria è l'Uomo-Dio, Gesù Cristo; il secondo è il semplice uomo, figlio di Dio e di Maria per adozione.
Se Gesù Cristo, il Capo degli uomini, è nato in lei, anche i veri credenti, che sono membri di questo Capo, devono per conseguenza necessaria nascere in lei.
Una stessa madre non mette al mondo la testa, o il capo, senza le membra, né le membra senza la testa: sarebbe un mostro della natura.
Così nell'ordine della grazia, il capo e le membra nascono da una stessa madre.
Se un membro del Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè un vero credente, nascesse da un'altra madre, diversa da Maria che ha generato il Capo, non sarebbe un autentico credente, né un membro di Gesù Cristo, ma una specie di mostro nell'ordine della grazia» (2).
Fondamentale, quindi, ricorrere alla dispensatrice di ogni grazia, vera corredentrice del genere umano, terrore dei demoni e distruzione dell'inferno, donna vittoriosa su ogni male, porta del Cielo, salute degli infermi, aurora della salvezza, maglio di tutte le eresie.

La tradizione della Chiesa ci ha tramandato una preghiera semplice e profonda che è mezzo utilissimo (anche se non esclusivo) per unire le anime alla Vergine.
Affidandosi a Maria, il credente si mette nelle mani di Dio stesso, che così volle nella sua provvidenza eterna.
La recita del rosario deve essere quindi un atto di profonda prostrazione alla volontà di Dio in Maria, per trovare rifugio nel suo cuore immacolato.
Quale grazia potrà esserci preclusa?
Che cosa non potrà ottenere colei che ci mostra la via, «fate quel che vi dirà»?, che è stata capace di dare alla luce l'Infinito?
Come può non essere affetto da rachitismo spirituale colui che pensi di poter prescindere dalla Theotokos?
La Chiesa lo sa e l'ha sempre saputo.
Per questo moltiplica ovunque feste e devozioni in onore della Madonna.
Quanti miracoli attestati nel corso della storia?
Solo questo dato dovrebbe far tremare di dubbio e di timore reverenziale coloro che non credono in Dio e che attaccano e combattono la Chiesa.
Si informino; investighino pure.
Vedranno conferme e conferme dell'unica, eterna e sola verità.
Quali doni possono risparmiarsi a chi preghi il rosario.
E perché non stringere la corona tra le dita, snocciolando «Ave» dopo «Ave», il mistero insondabile dell'amore di Dio per l'uomo
Per ogni «Ave», in cielo, si ringrazierà eternamente, vedendo con chiarezza quali potentissimi benefici ha procurato per sé e per gli altri.
Non spaventi la lunghezza dei Misteri né l'apparente noia della ripetizione.
Si cerchi di entrare nella preghiera, in intimità con la Vergine, lasciando scivolare la preghiera stessa dentro l'anima, riecheggiare nel cuore, scandire nella mente…; lo si reciti ovunque e comunque; con la certezza palese ed evidente di essere esauditi ed ascoltati.

Che pericolo può incombere su chi si ricorra al Rifugio?
Si impugni il rosario, come l'arma contro i nemici (come lo definiva San Padre Pio), lo si preghi con amore e costanza (più di tutto), perché è la perseveranza a salvare le anime.
Fiducia filiale nella Vergine, Madre santissima, regina del creato, splendore di grazia.
Provare per credere.
Il lettore che sa di queste cose, può attestarne la verità.

Stefano Maria Chiari
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