Salute, i dubbi dei medici russi sul consumo di latte: “Grasso e allergenico”

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wheaton80
00giovedì 14 febbraio 2013 01:16

I camici bianchi partono da un fatto: la nota Harvard Medical School ha eliminato il latte dall'elenco dei prodotti salutari. Le mucche, per esempio, producono latte per 300 giorni all'anno, e per questo scopo vengono nutrite con mangimi speciali, mentre una mucca naturalmente darebbe latte per non più di 180 giorni all'anno

di Gian Luca Mazzella | 13 febbraio 2013

Mentre in Italia il latte è argomento di campagna elettorale, dato che le quote latte – secondo una recente relazione della Corte dei Conti - sono costate allo Stato 4,5 miliardi di euro, in Russia si raccomanda di evitare il consumo quotidiano di latte bovino. Accade in un programma del primo canale della tv russa: un gruppo di medici, dopo aver esitato per due anni, tratta il tema del consumo quotidiano di latte. Un tema contraddittorio e spinoso, argomento di ricerche e studi discordanti, o di patenti luoghi comuni. Certo è che il consumo quotidiano di latte bovino è un fenomeno degli ultimi ottant’anni, e fino al XX secolo nelle lingue europee non si trovava nemmeno la locuzione “bere latte”: prima di allora il latte si “mangiava”, specie sottoforma di latticini. Tutt’oggi ci sono popolazioni che non assumono latte dopo lo svezzamento.

I medici russi partono da un fatto: la nota Harvard Medical School ha eliminato il latte dall’elenco dei prodotti salutari. Difatti, pur se negli ultimi decenni il latte è stato stimato fondamentale per il benessere e la salute di adulti e bambini, la ricerca – in alcuni casi – ha mostrato evidenze scientifiche differenti. I medici russi ne hanno illustrate alcune:

1) Metà delle calorie nel latte provengono da grassi, fra questi il il 10% è colesterolo. Nonostante la mucca conduca una vita salutare mangiando erba, noi consumiamo grassi animali che portano allo sviluppo delle placche arteriosclerotiche. Cioè l’arteriosclerosi delle arterie del cuore, del cervello, degli arti inferiori. Ciò può portare all’infarto, all’ictus, alla perdita degli arti. E, come possibile conseguenza, alla morte. Tutto ciò è possibile se l’uomo consuma grandi quantità di latte. Meglio il latte con 0% di grassi.

2) La produzione moderna del latte avviene in luoghi simili a “fabbriche”, gli allevamenti intensivi che danno latte industriale. Le mucche producono latte per 300 giorni all’anno, e per questo scopo vengono nutrite con mangimi speciali, mentre una mucca naturalmente darebbe latte per non più di 180 giorni all’anno. Alcune ricerche hanno mostrato che il latte delle mucche da allevamento intensivo contiene un ormone, l’estrone solfato, in maniera 33 volte superiore a quello delle mucche che producono latte per non più di 180 giorni. L’estrone solfato pare la causa della maggior parte dei tumori alla prostata e ai testicoli. Il latte da allevamento intensivo sembra dunque legato a questo tipo di tumori.

3) Il latte è uno degli allergeni più importanti. Un quarto della popolazione mondiale non tollera il latte. Le proteine del latte possono provocare allergia.

4) Il latte si può sostituire con altri alimenti da cui trarre proteine, vitamine liposolubili e calcio. Per le proteine, e l’abitudine al gusto, si può assumere latte di cocco o di riso, dunque proteine vegetali. Per il calcio, si può mangiare ad esempio cavolo e fave, che garantiscono il fabbisogno quotidiano. Per la vitamina D, basta assumere grasso di pesce (2 grammi al giorno, in più si hanno anche omega 3, anche sottoforma di integratori.

Insomma i medici russi, sul primo canale tv, si sono dichiarati contro il consumo di latte industriale. Un fatto rilevante, che ha spinto alcuni a scervellarsi sui motivi più occulti di una tale azione. Eppure, anche in Italia, come riportato in questo breve video c’è chi da anni ai adopera per demolire i luoghi comuni e raccomandare una dieta anticancro.

Peraltro nel nostro paese, la vitamina D si può trarre facilmente dai raggi del sole, bastano 15-20 minuti per 2-3 volte a settimana. E anzi come scrive l’oncologo Franco Berrino: “i tanto reclamizzati latticini sono certo ricchi di calcio, ma sono anche un concentrato di proteine animali. Non esiste un solo studio che abbia documentato che una dieta ricca di latticini in menopausa sia utile ad aumentare la densità ossea e a prevenire le fratture osteoporotiche.

Alcuni studi hanno addirittura riscontrato che la frequenza di fratture in menopausa è tanto maggiore quanto è maggiore il consumo di carne e di latticini. Naturalmente rimane logico garantire un sufficiente apporto alimentare di calcio, purché non provenga solo dai latticini. Ne sono ricchissimi vari semi, soprattutto il sesamo e le mandorle, i cavoli, soprattutto i broccoli, i prodotti del mare, soprattutto le alghe, ma anche il pesce (soprattutto i pesci piccoli e le zuppe di pesce dove si mangiano anche le lische), il pane integrale a lievitazione naturale, i legumi”.

www.youtube.com/watch?v=1dqeyuZuuRY&feature=player_...

Del resto, se pure alcuni latticini (quale il burro), conterrebbero una quantità rispettabile di omega-3 (essenziali per l’alimentazione umana), lo spostamento dell’alimentazione degli animali dalle piante a foglia verde ai cereali nei mangimi, ossia dal pascolo all’allevamento intensivo, ha ridotto il contenuto di omega-3 (ma anche di vitamine come la A e la D) nei latticini. Quindi nel nostro organismo. Gli allevamenti intensivi accentuerebbero lo squilibrio omega- 3/omega-6 a favore di questi ultimi.

Gli omega-6 stimolano la fabbricazione di cellule adipose fin dalla nascita e favoriscono l’accumulo di grassi, la coagulazione e la risposta infiammatoria delle cellule alle aggressione esterne. Inoltre agli animali d’allevamento intensivo non vengono risparmiati antibiotici, al fine di prevenire le malattie ma anche per farli crescere più velocemente. E ciò aumenta la resistenza batterica agli antibiotici negli animali stessi, e plausibilmente anche in chi se ne nutre.

Del resto l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi è enorme: sono nocivi per l’atmosfera più dell’anidride carbonica, contribuendo al riscaldamento globale più di tutti i trasporti nel loro insieme; sono nocivi per le risorse idriche del pianeta, e sono nocivi perché contribuiscono alla deforestazione occupando quasi un terzo delle terre emerse”.

www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/13/latte-in-russia-no-grazie...
wheaton80
00domenica 23 febbraio 2014 23:06
La verità sul latte di mucca: intervista alla dott.ssa Luciana Baroni

Dal punto di vista etico il latte vaccino (quello di mucca) è proprio da evitare: in natura viene prodotto dalla mucca per nutrire il suo vitellino e quindi perchè darlo all’uomo? Le condizioni di vita, poi, di una mucca da latte sono drammatiche e profondamente crudeli. Ma anche dal punto di vista della salute umana il latte deve essere eliminato? Lo chiediamo alla Dott.ssa Luciana Baroni, specialista in neurologia, geriatria e gerontologia, Master Universitario Internazionale in Nutrizione e Dietetica, esperta in alimentazione a base vegetale.

1- Il latte di mucca è una bevanda adatta all’uomo? Perché?
Che non sia adatta lo dice la biologia. L’essere umano perde la capacità di digerire il latte qualche anno dopo lo svezzamento, diventando secondo natura intollerante al lattosio. Solo grazie a una mutazione genetica alcuni individui mantengono la capacità di digerirlo e possono continuare ad assumerlo senza conseguenze a breve termine sulla salute, mentre rimangono a rischio di quelle a lungo termine a cui accenneremo poi.

2- Che differenza c’è tra latte umano e latte vaccino?
E’ differente la composizione: il latte umano ha una quantità di proteine inferiore. La concentrazione delle proteine del latte di una data specie è in funzione della velocità di accrescimento del lattante. Chiaramente l’essere umano ha un ritmo di crescita inferiore rispetto a quello del vitellino.

3- E’ pensiero comune che il latte è fondamentale per la salute delle ossa. E’ vero?
Non è cosi, il latte è una delle fonti di calcio della dieta, ma non è l’unica. Se gli studi dimostrano che adeguate assunzioni di calcio sono importanti per la salute dell’osso, non ci sono per contro studi che dimostrino questo effetto per il consumo di latte.

4- La vitamina B12, così importante per lo sviluppo fisico e neurologico e presente solo negli alimenti di origine animale, perchè c’è nel latte di mucca?
La vitamina B12 è presente nel latte vaccino in basse quantità, e in questo senso il latte non è una fonte sufficiente di vitamina B12. In tutti i mammiferi la vitamina B12 passa nel latte, grazie all’assunzione di vitamina da parte della madre che allatta. Nelle mucche, la vitamina B12 proviene ormai dal mangime addizionato con questa e molti altri nutrienti. Una mucca da latte infatti non potrebbe sopravvivere se potesse ricavare cibo solo dal pascolo, è necessario nutrirla con mangime proteico che deve essere addizionato di tutti i nutrienti necessari alla sopravvivenza della mucca e alla produzione innaturale di enormi quantità di latte.

5 – Quando si beve il latte di mucca s’introduce solo il latte naturale o anche tutti i medicinali dati alle mucche da latte? Cosa assumono le mucche in allevamento in termini di medicinali?
Nel latte passano tutti i nutrienti, ma anche i tossici e gli inquinanti che circolano nel sangue dell’animale. Una mucca da latte assume da una parte gli inquinanti presenti nel mangime (utilizzati per la produzione intensiva di cereali e soia, quindi fertilizzanti, erbicidi e pesticidi), dall’altra le vengono somministrate altre sostanze soprattutto per evitare l’infezione della mammella causata dalla produzione di decine di litri di latte al giorno.

6- Quali sono le patologie a cui si va incontro assumendo latte vaccino?

Il latte veicola grassi animali, che sappiamo essere un fattore favorente tutte le patologie cardiovascolari. Inoltre il consumo di latte è stato messo in relazione con un rischio aumentato di tumore della prostata e dell’ovaio.

7- Anche i bambini possono crescere senza latte vaccino?

I bambini non hanno mai bisogno di latte vaccino, che anzi è raccomandato non venga mai somministrato prima dell’anno d’età. I bambini dovrebbero crescere con il latte materno finché per la madre sia possibile produrlo, e il più a lungo possibile. Anche durante lo svezzamento mantenere nella dieta il latte materno è un vantaggio per il bambino. Il ruolo del latte nella dieta è quello di apprortare calcio, ma fortunatamente la natura ci mette a disposizione altre fonti di calcio a partire dal regno vegetale e dall’acqua.

8- Quali sono i benefici di un’alimentazione priva di latte di mucca?
In età infantile il consumo di latte favorisce le allergie e le infezioni respiratorie, eventi che si riducono di frequenza nei bambini che non lo consumano. Successivamente, i vantaggi a lungo termine sono quelli di ridurre il rischio delle patologie precedentemente menzionate.

9- Tutto quello che mi ha detto vale anche per i formaggi?

No, i formaggi sono peggiori del latte, in quanto sono un concentrato di grassi e proteine, oltre che di inquinanti, e hanno in più l’effetto di aumentare le scorie acide che il rene deve eliminare, facilitando la perdita di calcio con l’urina.

10- E delle uova cosa mi dice?

Anche l’uovo è un prodotto dell’animale, quindi concentrerà gli inquinanti presenti nel sangue della gallina, ed è un alimento molto ricco di colesterolo e in più può presentare problemi igienici.

11- Mi può citare studi riconosciuti a livello mondiale che sostengono tutto ciò che lei ha dichiarato?
Basta consultare il sito della Harvard School of Public Health di Boston, centro di ricerca internazionalmente riconosciuto, dove sono stati condotti i 3 più importanti studi di epidemiologia nutrizionale al mondo. La loro posizione, che deriva dai risultati di questi studi, è decisamente contraria al consumo di latte:

- www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/
- www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/calcium-and-milk/

12- Perchè abbiamo introdotto nell’alimentazione umana il latte vaccino?
Probabilmente per comodità; l’uomo nomade poteva spostarsi portandosi dietro l’animale che produceva questa bevanda calda che gli forniva nutrienti che all’epoca potevano essere di difficile reperimento. Ormai non è più così; fortunatamente, la storia dell’uomo è andata in un’altra direzione. Il pericolo maggiore per la nostra specie è l’eccesso di cibo.

13- Se il latte vaccino è così dannoso perchè la maggior parte della classe medica continua ad esaltare le sue proprietà nutritive?

La dinamica è questa: alcuni esperti vengono invitati a fornire sul latte informazioni che non si basano su dati scientifici ma rappresentano una loro personale opinione, ma che tuttavia quando trasmesse dai mass-media vengono considerate verità scientifiche indiscutibili. Queste stesse informazioni sono la fonte delle conoscenze della maggior parte dei medici sull’argomento, che in buona fede recepiscono informazioni scorrette senza saperlo.

14 – Come fare per poter falsare il pregiudizio che il latte e derivati fanno bene e sono essenziali per la nostra salute?
Si tratta di un pregiudizio che risponde esclusivamente a criteri commerciali; quindi, poiché c’è di mezzo il profitto, non credo sarà semplice. E’ dalla presa di coscienza di molte persone responsabili che può venire il cambiamento.

15- Lei è presidente dell’associazione scientifica di nutrizione vegetariana: perché promuovere uno stile di vita vegetariano se latte e derivati e uova sono dannosi? Perchè non cercare di diffondere un’alimentazione unicamente vegana?

Noi non promuoviamo il consumo di latticini e uova ma promuoviamo un’alimentazione vegetariana, che può o meno includere, come cibi opzionali, anche i latticini e le uova, ma il cui fondamento è rappresentato dai 5 gruppi di cibi vegetali: cereali, legumi, verdura, frutta e frutta secca.

16 – Ha un pensiero in merito a questo argomento che vuole esprimere?
Non credo che sia utile confondere le opinioni personali, che solitamente mi astengo dall’esprimere, con quelli che sono i dati oggettivi che la letteratura ci offre. Io solitamente utilizzo solo questi come fonte di informazione e confronto.

www.eticamente.net/11486/la-verita-sul-latte-di-mucca-intervista-alla-dott-ssa-luciana-bar...
wheaton80
00lunedì 19 gennaio 2015 22:07
Uno studio dell'Università di Harvard afferma: Il latte pastorizzato è legato al cancro

Uno studio dell’Università di Harvard afferma che il latte pastorizzato prodotto a livello industriale è associato nel provocare tumori ormoni-dipendenti a causa della mungitura della mucca per tutta la sua gravidanza. Molti non ci hanno mai pensato ma la mucca produce latte solo dopo aver partorito il vitello, ovvero quel latte serve a nutrire il piccolo animale nel periodo dello svezzamento dopo il quale la mucca smette di produrre latte perché non è più necessario. Non appena una mucca ha raggiunto la maturità sessuale, circa all’età di due anni, una mucca “da latte” viene inseminata artificialmente per la prima volta. Una mucca ha un periodo di gestazione di nove mesi. Poco dopo la nascita il vitello al solito viene separato dalla mamma ed allevato in un box. Sia la mamma che il vitello possono mostrare un comportamento turbato anche a distanza di giorni dalla separazione. A decorrere dalla nascita del primo vitello la mucca viene munta due o anche tre volte al giorno. Ma non è il vitello a ricevere il latte, bensì l’essere umano. Perché la mucca possa “produrre” latte deve partorire un vitello all’anno. Si punta ad avere un vitello l’anno, una lattazione di 305 giorni con una fase di “asciutta” di 60 giorni circa. Mucche “da latte” si trovano pertanto in uno stato di permanente gravidanza quasi tutta la vita. Più avanzata in gravidanza è una mucca, più ormoni appaiono nel suo latte. Il latte di una mucca in fase tardiva nella gravidanza contiene fino a 33 volte in più un composto di estrogeni (solfato di estrone) rispetto al latte di una mucca dopo la gravidanza, così come livelli molto più elevati di altri ormoni. Nella maggior parte delle aziende che producono latte troviamo oggi mucche “ad alta prestazione”. Alcune mucche “danno” più di 10.000 litri di latte all’anno, corrispondente a quasi 33 litri al giorno (Wikipedia riporta che alcune arrivano anche a 60-70 litri). Per alimentare un vitellino la mucca dovrebbe dare solo 8 litri. Il problema è che alle mucche ad “alta produzione” è assai difficile se non impossibile fornire tutta quell’energia (cibo) di cui necessitano per la produzione di quelle quantità di latte.

Ragion per cui le mucche consumano le proprie riserve fisiche per continuare a produrre latte. Si scopre che nelle operazioni di alimentazione concentrata animale (CAFO) il modello di allevamento delle mucche negli allevamenti intensivi sforna latte con livelli pericolosamente elevati di estrone solfato, un composto di estrogeni legati al cancro del testicolo, della prostata e della mammella. Dr. Ganmaa Davaasambuu, Ph.D., e colleghi hanno identificato come colpevole specifico “il latte proveniente dalle moderne industrie casearie”, facendo riferimento alle operazioni di confinamento dove le mucche vengono munte 300 gg all’anno, includendo il periodo di gravidanza. Valutando i dati da tutto il mondo, Dr. Davaasambuu e i suoi colleghi identificarono un chiaro legame tra il consumo di latte con alta concentrazione dell’ormone e alto tasso di tumori ormone-dipendente. In altre parole, contrariamente a quanto i Centri statunitensi per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione (CDC), il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) e la lobby del latte convenzionale vorrebbero far credere, il latte trasformato da allevamenti industriali non è un prodotto di salute, ed è direttamente implicato nel causare il cancro. “Il latte che noi oggi beviamo è abbastanza diverso rispetto a quello che bevevano i nostri antenati”, senza apparenti danni per 2000 anni, così afferma il Dr. Davaasambuu nella Gazzetta dell’Università di Harvard. “Il latte che si beve oggi non è un cibo perfettamente naturale”. Nel frattempo il latte crudo, proveniente da mucche allevate con erba e munte a tempo debito, è legato al miglioramento della digestione, alla cura di malattie autoimmuni e all’aumento dell’immunità generale, aiutando nella prevenzione del cancro. Anche se tutto questo sarà ignorato da parte dei media principali, il latte non è tutto uguale; il modo in cui vengono allevate le mucche, i tempi di mungitura e il modo in cui il loro latte viene manipolato e trasformato fanno la differenza nel far sì che il prodotto finale favorisca la salute o la morte. Il governo americano cerca di perpetuare ulteriormente la menzogna secondo cui tutto il latte sarebbe lo stesso, con eclatanti proposte di legge per il 2012. Di particolare interesse sono le nuove disposizioni nel progetto di legge 2012, che creano ancora più incentivi per gli agricoltori industriali intensivi che producono tipi di latte con la più bassa qualità, e con molti componenti distruttivi per la salute. Invece di incentivare la crescita di mucche al pascolo, che permette loro di nutrirsi di erba, un cibo nativo che i loro sistemi possono elaborare, il governo preferisce incentivare ristretti metodi di confinamento che forzano le mucche a mangiare mais geneticamente modificati (OGM), e altri mangimi, che le rende malate.

Fonti
www.naturalnews.com
www.anh-usa.org
it.wikipedia.org/wiki/Mucca
de.animals-angels.eu/Mucche-%22da-latte%22,1158.html

Dott. Valeria Crea, Dioni
19 gennaio 2015
terrarealtime.blogspot.it/2015/01/uno-studio-delluniversita-di-harvard.h...
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