San Francesco convertiva i musulmani, non era un hippy pacifista

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Ghergon
00lunedì 19 maggio 2008 18:15
Dopo la conversione al cristianesimo del giornalista musulmano Magdi Allam, un nuovo libro su San Francesco getta luce sulla sua relazione con i musulmani del tempo. Un ritratto che demolisce le "icone progressiste" del Santo come quella di un hippy pacifista o di un animalista un pò effemminato precursore dei Verdi.



(http://kattolikamente.splinder.com) E' stato pubblicato in inglese, nel mese di dicembre 2007, dall'autore cattolico Frank M. Rega il libro Francis of Assisi and the Conversion of the Muslims; With Concise Biography of the Saint, che ha ricevuto molti elogi per il ritratto del Santo e per le sue pertinenti osservazioni dei suoi rapporti con i musulmani del tempo.

Nel corso della quinta crociata in Egitto, San Francesco d'Assisi è entrato in territorio musulmano per predicare il cristianesimo e convertire il sultano. Il libro di Rega racconta dell'incontro con il sultano e di altri fatti rilevanti.

LifeSiteNews il 3 aprile 2008 ha intervistato Frank Rega a proposito del suo libro e della lezione che la vicenda di San Francesco ci dà oggi circa le relazioni tra mondo cattolico e mondo musulmano. L'autore dopo aver delinato il quadro storico e il motivo della quinta crociata spiega perchè San Francesco d'Asissi ha appoggiato la quinta crociata.

"San Francesco ha capito che la quinta crociata era parte di una guerra giusta come risposta alla invasione musulmana delle terre cristiane, che includeva molti attacchi contro le città italiane lungo tutta la Penisola nel corso dei secoli. Per esempio, nell'anno 846 la stessa Roma è stata saccheggiata da 11.000 musulmani, che hanno profanato anche le tombe di San Pietro e San Paolo".

"Inoltre, la crociata era stata proclamata dal Santo Padre ed è ben conosciuto che San Francesco nutriva profonda lealtà verso la Chiesa Cattolica e mostrava devoto rispetto per i preti e per tutta la gerarchia. Infine, forse più importante, egli sentiva che la crociata era giustificata da motivazioni spirituali. Come è menzionato nel libro, San Francesco ha detto al Sultano: ".

Frank Rega dice che cosa ha detto e fatto San Francesco quando è entrato in territorio musulmano.

"E' importante qui riconoscere il coraggio di Francesco. Egli ha predicato a musulmani armati, che pochi giorni prima avevano vinto una battaglia importante a Damietta, uccidendo circa cinquemila cristiani. Il Sultano, al-Malik al-Kamil, era anche il generale dell'esercito musulmano e sovrano d'Egitto, Siria e Palestina. Francesco ottenne il permesso del Legato Pontificio per attraversare le linee nel corso di un periodo di tregua temporanea. Quando ha raggiunto il territorio musulmano, lui e Fratello Illuminato sono stati presi prigionieri, percossi e messi in catene da guardie".

"In questo caso abbiamo l'immagine di San Francesco che è del tutto contrario a le statue di un frate docile circondato da uccelli e altri animali. San Francesco picchiato e in catene! Egli era pienamente preparato per il martirio. Incontrando il Santo, al-Malik gli chiese se era un messaggero dal crociati. Francesco rispose che egli era in effetti un messaggero, ma un messaggero di Dio. Egli ha poi proceduto a dare testimonianza del suo amore per Gesù, e ha detto che egli voleva salvare le anime del Sultano e dei suoi uomini".

Rega dice come hanno reagito il Sultano e i suoi seguaci alle parole e alle azioni del Santo di Assisi.

"Inizialmente il Sultano è stato colpito dall'audacia di Francesco. Dopo tutto, i musulmani avevano appena sconfitto i cristiani in una grande battaglia, e ora uno di loro osava affermare che i musulmani si devono convertire al cristianesimo. Tuttavia, l'amore che fluiva da Francesco iniziava a commuovere il Sultano, e secondo uno scrittore contemporaneo, . Tuttavia, i consiglieri di al-Malik, gli imam, non erano così impressionati, e chiesero che Francesco e Fra' Illuminato dovevano essere decapitati in conformità con la legge islamica".

"Francesco e il suo compagno rimasero nel campo musulmano per molti giorni,e fecero patti eccellenti con il Sultano.C'è una storia nella letteratura dei primi francescani, descritta nel mio libro, che al-Malik si è convertito alla vera Fede sul letto di morte".

Rega, poi, spiega che lezione c'è da trarre sulla vicenda di San Francesco nella quinta crociata.

"Una tradizionale crociata, per definizione, non può essere condotta oggi perché è stata un movimento all'interno della cristianità per difendere e contro-attaccare le invasioni musulmane delle terre cristiane. Questo movimento è stato appoggiato dalla Chiesa e contava anche sull'appoggio dei governanti cristiani e dei re. Senza l'appoggio di una forte cristianità, che non esiste più, una crociata in quanto tale, sarebbe impossibile".

"Inoltre, oggi una guerra di religione non sarebbe proficua in quanto la vera battaglia è una "guerra fredda" per così dire. Si tratta di una guerra di persuasione, conversione, dialogo diplomatico, dal momento che i musulmani hanno già avviato la loro pacifica di ciò che era stato una volta l'Europa cristiana. Naturalmente qui sto solo affrontando gli aspetti religiosi, e non la guerra al terrorismo, che è propriamente secolare".

scritto da stranocristiano

unCRISTIANO2
00lunedì 19 maggio 2008 18:42
G

mi sono perso la visita del papa su telepace ad assisi, in cui ha detto le stesse cose che hai detto tu all'inizio.

ho letto la storia del sultano nei "fioretti di S. Francesco".


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