Sono 7 anni che mi sono dichiarato alla Chiesa! (Romano Amodeo)

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amoram
00lunedì 20 luglio 2009 09:38
Il Dio-Verità si è presentato in me, Romano Amodeo.
Sono ormai 7 anni che ho invano rivelato alla Chiesa che nel mio personaggio si è finalmente presentata quella Verità definitiva che Gesù aveva preannunciato sarebbe venuta al mondo nella figura umana di suo Padre.

La Genesi di Dio è scritta al meglio nella Bibbia e precisamente in GENESI 38, a precisare nella U di UR (il primo nome di Dio e città di provenienza di Abramo) il secolo 19 d.C. (corrispondente alla 19sima lettera dell’alfabeto a 21 lettere), e l’anno 38.

La storia del popolo ebraico si interseca con quella di Roma.
Nel momento della formazione del primo, il Popolo del Dio che costruisce tutto in 7 giorni, nascono da Er e Tamar due gemelli, e due sono anche quelli da cui sorgerà la città dei 7 colli, che i romani chiamarono CAPUT MUNDI e che fu veramente all’origine del KAPUT, della morte del solo MONDO Gesù Cristo.

Gesù, infatti è IL MONDO, è il BENE-BENE quando si fa la conta dei valori alfanumerici delle lettere e GESU vale 48, come BENE+BENE.

Ebbene sapete come Dio a Mosè si sia dichiarato il Dio "SONO".

In italiano abbiamo due forme, relative al SONO, e sono identiche: "io sono" ed "essi sono".

In "ROMANO" (permettetimi di chiamare così il "LATINO"), abbiamo le due forme di SUM e SUNT.
Il primo, "io" SONO, vale 47 in contenuto alfanumerico, il secondo, "essi" SONO vale 66.

Ebbene, dando numeri alle lettere, "SUM=AMODEO" e "SUNT=ROMANO", per cui nel mio essere IO SONO, io, ROMANO, sono AMODEO, e nel plurale di ESSI "SONO", in ROMANO essi sono proprio tutto quanto è compreso in ROMANO. 66 unità.

Nel momento della istituzione del Popolo di Dio, queste 66 unità furono formate da tutti i consanguinei di Giacobbe che si trasferirono in Egitto.

Gesù non sarebbe nato né dal primogenito RUBEN, né dall’ultimo e prediletto figlio Giuseppe, bensì da 4° figlio: Giuda.
Ed ecco come è narrato in Genesi 38.

Giuda dà ad ER (suo primogenito),in sposa, TAMAR (=47, come AMODEO).

Ma ER muore e muore anche ANON (uno su, in inglese) che quando è su Tamar… poi eiacula fuori. E Dio lo fa morire.
Ci sarebbe il terzo figlio, da dare in sposo a Tamar affinché si dia un erede ad ER, ma il padre infine non vuole, pensando che Tamar… porti sfiga.
Lei corre ai ripari e, fingendosi prostituta, si fa amare da Giuda. Quando si presenta incinta è condannata al rogo. Non batte ciglio, mostra i pegni lasciati dal padre del nascituro e Giuda capisce che è colpa sua. Lei doveva dare un erede ad ER e Giuda le aveva negato l’ultimo figlio.

Il momento della nascita di questo figlio indica con esattezza la mia stessa nascita.

Leggiamo direttamente dal testo biblico:

“27. Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo due gemelli.
28. Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo».
29. Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: «Come ti sei aperta una breccia?» e lo si chiamò Perez.
30. Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo si chiamò Zerach.

Dunque: una MANO spunta da O (il sesso dilatato di Tamar), mano figlia “trascendente” di ER. L’ordine esatto è ER-O-MANO.
Con le 5 dita che rientrano (ed è la E=5) resta ROMANO.
Viene chiamato ZERACH, a trascendere Z è R.A.-CH (Christus).

Bisogna capire il senso occulto che sta in quella RO-MANO che rientra: è quello di un Dio che si nasconderà alla vista in ROMANO.

Uscirà per secondo – il Padre – e apparirà dopo il Figlio (Gesù Cristo), che si sarebbe dovuto chiamare EMANUELE (=69) e sarebbe dovuto essere "1 tratto da Egitto" (secondo Osea 11,1), dopo Israele che entra in Egitto.
Pertanto l’ordine :
ISRAELE – EMANUELE - ROMANO, sarebbe stato ribaltato in:
ROMANO (=66)- EMANUELE (=69) – ISRAELE (=63).

Appare evidente che la media tra gli ultimi due è ancora il 66 del primo, uscito però per ultimo. Abbiamo 66 + 66 +66.

Ora si tratta di un Dio che si nasconde e che rientra nella sua origine. Però possiamo svelarlo.

è nel duo dei SONO che equivalgono a DIO JAHVE, ed ha in sé EMANUELE e ISRAELE camuffati in un 69 di un Romano Amodeo (=113) perfettamente camuffato in (=113).
Anche Marco Antonio è un Romano ed è "1 tratto da Egitto" nel nome ANTONIO (=69=Emanuele), tratto nel senso di “tratto morto”.
Ed è veramente "1 tratto da 70", essendo 69, perché EGITTO=70.

Più complicata l’identificazione di ISRAELE (ma il nome lo lascia intendere che “è R.A. ELE, DIO” (nell’Inglese che è la lingua del mondo d’oggi, del Gesù d’oggi).
Giacobbe per una notte intera tentò di ribaltare Dio, lottando alla pari con lui, e si azzoppò. Fu chiamato ISRAELE e non era il suo nome, a causa di DIO, in quel tentativo inutile che aveva fatto di rovesciarlo a terra.
Dunque il valore di ISRAELE era quello di DIO (=26).
Ma il termine DIO se si rovescia in OID non resta uguale!
Occorre un 26 che sia DIO e sia imparentato con Gesù. Ed ecco ANNA (=26) che è la nonna materna di Gesù e resta sempre ANNA, non rovesciabile!

Pertanto ROMANO-ROMANO-ROMANO (nei numeri 66+66+66) differenziato in ROMANO-EMANUELE-ISRAELE si nasconde alla perfezione, senza mutare valore, in ROMANO-ANTONIO-ANNA, e sono i miei primi 3 nomi.
Il cognome viene dalla TAMAR, girato in AM (sono) A.R.T. (Amodeo Romano in croce). A+T=U, per cui ART diventa UR, il luogo d’origine dell’AB-R.AMO che viene DA (in latino, AB) R.Amo.

A ROMANO, ANTONIO, ANNA …. AMODEO mancano solo i connotati reali e personali.
E sono il PAOLO del giorno in cui nacqui, celebrato dalla Conversione di San Paolo, e infine, a pareggiare i conti con Anna (nonna materna di Gesù), ecco Torquato, il mio nonno paterno, che rappresenta interamente me Romano Amodeo e anche Marco Antonio, perché da solo vale lo stesso 113.

Ora lingua latina,lingua italiana, lingua inglese e lingua egiziana saranno in una perfetta armonia in relazione al mio nome.

In ROMANO, AM “O DEO”, questo “O DEO” che supera il SONO detto AM in inglese, è l’invocazione O, rivolta , dativo di DEUS=45.
che non è (alias GESU) per la D=4 anziché il 7 della G.
Pertanto, in latino, 3 DEUS = GESU’ (= 48).

L’altra forma latina di dire essi SONO è SUNT (=66=ROMANO), in cui SUN (il sole) è il 48 di GESU’.
Ebbene il genitivo di SOL (=40, sole in latino) è SOLIS (=66= ROMANO) e significa , “è il Sole”.

Il SEI (seconda persona del verbo essere), è in inglese IS e in italiano è il SI’ (contrazione di “sei”) che vale il 26 esatto che vale il termine .
Il quale Dio diventa UNO (=44 = ABRAMO) se è “DIO-T” (Dio in croce).
Allo stesso modo “GESU-T” (Gesù in croce) è uguale all’inglese “SUN-T” e al latino SUNT, divenendo il 66 di ROMANO.

Se si considera che AM (io sono in Inglese) vale il 12 di N, si capisce come il termine egizio dia origine sia al Dio AMON, sia a quello chiamato ATON da RAMESS (=66=Romano).

Sono entrambi ridotti a R.A. (Romano Amodeo) per le due differenti implicazioni latine di = Romano Amodeo.

AMON vale 37 ed equivale ad un AMO AM (SONO).
ATON vale 44 è il Dio UNO (=44 =ABRAMO) che fu varato da RAMESS o RAMSES, sempre 66.
ABRAMO si differenzia da ROMANO=RAMSES (ed è dunque tratto dall’Egitto) perché RAMO è ROMA e 0N ( in inglese) diventa il Romano AB (che significa in italiano). Il passaggio da a , ossia da ON ad AB, implica la rinuncia a 24 unità, e sono tutte le ore SOLIS, del Sole.

Ebbene il Faraone già era immagine di Dio, tanto che quando la Bibbia descrive un Popolo sorto schiavo del Faraone allude ad una umanità che ora e fino al suo Esodo è sottoposta in modo assoluto al rispetto della volontà di Dio.
Beato chi qui oggi senta il morso di Dio, mostrato con spietatezza.

Per questo Popolo esiste la promessa di una Terra che sta oltre la vita… infatti nessuno dei fuoriusciti dall’Egitto vi giunsero vivi.
La Bibbia ne parla come per la colpa a Meriba, quando gli Ebrei, sfiduciati di questa Terra che sembrava irraggiungibile, decisero di rientrare in Egitto. Preferivano la schiavitù perché il Faraone non era stato terribile, nelle sue ferree imposizioni.

È l’uomo di oggi che giace in questa colpa, a tutti i livelli, perché non capisce che il destino dell’uomo è di liberarsi le mani da tutto quello che oggi serra ben stretto. Se invece Dio fosse oggi più spietato, l’uomo non avvertirebbe il peso della morte, anzi attenderebbe l’Esodo con impazienza.

Dio ci vuol dare tutto e nella forma ideale per ciascuno, ma per poterlo prendere, dobbiamo prima mollare tutto quello che oggi stringiamo, di reale, nelle mani.

Dobbiamo considerare l’altro mondo come un gran Progetto, un gran piano, una enorme pianura colma di vita, e li potremo cogliere tutte le possibilità che offre la vita, facendone grandi mazzi di fiori, ma solo se avremo le mani sgombre e se amiamo tutto il nostro prossimo.

Se, per difendere oggi il nostro possesso, ci opponiamo l’uno all’altro, anziché cedergli tutto, tutto, tutto il nostro creduto tesoro, quando saremo su quel piano non lo potremo avere. Cerchiamo di amare ed arricchire non noi ma il nostro prossimo, perché il nostro eterno destino – avuto oggi noi - non starà nell’aver noi per sempre, ma il nostro prossimo.

Non dobbiamo innamorarci di quel che oggi abbiamo, perché il nostro destino starà nell’avere tutto il resto. Perciò se conquistassimo anche il mondo, ed oggi riuscissimo ad essere in tutto felici, che avremmo fatto di buono? L’avremmo conquistato una sola volta, e perduto e poi rimpianto per sempre, come a Meriba!

E la Chiesa, che oggi lotta per la gioia in questo mondo, ed è capita da tutti coloro che perseguono l’ottica di questo mondo, si professa di Cristo e segue invece i valori dell’Anticristo.
Ve lo dico io, che oggi ho il compito di riaffermare quel SALE ORIGINALE, di una vita spesa tutta e finalizzata tutta al trascendente, e che è ormai un sale tutto perduto e che sarebbe da buttare.
Per questo l’imminente Apocalisse?
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