Spiritualità-Opinioni a confronto

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Ghergon
00sabato 18 marzo 2006 16:11
Cos'è veramente la spiritualità

di Michael Lerner



Ci sono segni sempre più chiari di un rinascimento spirituale nelle società occidentali: sempre più persone cercano modi nuovi per comprendere il loro mondo e punti di riferimento che non sono forniti loro dai mezzi di comunicazione unidimensionali, dai politici tecnocrati o dalla religione della concorrenza e del consumo di beni materiali.




I primi decenni del ventunesimo secolo vedranno forse i negatori dello Spirito conservare la loro egemonia culturale – essi continueranno a ignorare e deridere i campioni dello Spirito, a vederli come nemici, perfino come portatori di una nuova epoca buia.

Le forze del cinismo continueranno a insistere che la spiritualità va bene ‘al suo posto’, ma non è rilevante per ‘il mondo reale’, non è un argomento da prendere in considerazione nei notiziari televisivi, nelle decisioni politiche, nei consigli d’amministrazione o nelle scelte che danno forma alla nostra cultura. Ma tutto questo può cambiare.

Di fatto, ha già cominciato a cambiare. Ci sono segni sempre più chiari di un rinascimento spirituale nelle società occidentali: sempre più persone cercano modi nuovi per comprendere il loro mondo e punti di riferimento che non sono forniti loro dai mezzi di comunicazione unidimensionali, dai politici tecnocrati o dalla religione della concorrenza e del consumo di beni materiali. Per quanto spesso ci sentiamo ripetere che la salvezza sta in un’auto più bella, in un nuovo computer, in un più rapido accesso a internet, in un cellulare capace di leggere la posta elettronica e di metterci in contatto televisivo con persone all’altro capo del mondo, il vuoto nel centro dell’essere e le assillanti domande sul senso di questa vita frenetica spingono un numero crescente di persone a cercare una qualche forma di vita spirituale.

Una delle ragioni per cui questa svolta spirituale avviene ora è la crescente consapevolezza della catastrofe ecologica che ci minaccia nel ventunesimo secolo. Considerando il pianeta come una risorsa da sfruttare, negando la nostra responsabilità collettiva verso la terra come sacro fondamento della vita, i campioni della crescita illimitata hanno creato una crisi ecologica mondiale. I fatti concernenti questa crisi sono noti da almeno cinquant’anni. Ciononostante, le forze economiche e politiche e i media che controllano i processi decisionali di base sono stati incapaci di capire come il loro stile di pensiero stesso contribuisca a creare questo grave pericolo per il pianeta.

Proprio coloro che si proclamano l’incarnazione della razionalità sono incapaci di fornirci le categorie intellettuali necessarie a riorganizzare l’utilizzo delle risorse del pianeta o ad arrestare la distruzione dell’aria e dell’acqua. La gretta logica dell’interesse privato milita contro la coscienza ecologica. Una volta accettata la logica del mercato, perché non massimizzare i propri piaceri, senza curarsi delle conseguenze per il futuro? Dopotutto, saremo morti prima che il peggio della crisi ecologica arrivi, e quando arriverà colpirà i poveri del Terzo Mondo molto più di quanto colpirà le classi privilegiate del mondo occidentale. In assenza di categorie che incoraggino un atteggiamento spirituale verso la terra, anziché un atteggiamento strettamente utilitaristico, senza un quadro intellettuale che giustifichi la responsabilità sociale, come riuscirai a convincere persone cresciute in una società che proclama “chi accumula più giocattoli vince” a cambiare le proprie abitudini di consumo?

Non ci riuscirai.

Questa è una delle ragioni per cui molte persone che hanno a cuore l’ecologia si stanno aprendo anche alla spiritualità.

Quello che i notiziari televisivi non dicono è che sempre più persone si volgono verso la spiritualità, almeno in parte perché attratte da un diverso orientamento verso la realtà, un orientamento basato su un senso di rispetto, riverenza e profondo apprezzamento per l’Unità di Tutto l’Essere, e perché convinte che queste categorie spirituali siano necessarie se vogliamo avere una società che si comporti in modi ecologicamente sostenibili.

Sempre più persone rifiutano vecchi dogmi spiritualmente mortiferi: che non ce n’è a sufficienza per tutti, che ciascuno fa per sé, che per avanzare occorre lasciare altri indietro e che alcuni di noi sono meglio di altri. Milioni di persone cominciano invece a riconoscere che ce n’è abbastanza per tutti, che non siamo separati, che siamo tutti Uno.

Lo Spirito è importante e sempre più persone se ne accorgono.
Perciò, cos’è esattamente la spiritualità?

La spiritualità è un’esperienza vissuta, un insieme di pratiche e una coscienza che ci allineano con un senso di santità di Tutto l’Essere. In genere essa include:

- un’esperienza d’amore e di connessione con il mondo e con gli altri,

- il riconoscimento dell’Unità ultima di Tutto l’Essere, e, di conseguenza, della preziosità della terra e della santità di ogni essere umano sul pianeta,

- la convinzione che l’universo non sia negativo o neutro, bensì tenda verso la bontà e l’amore,

- un atteggiamento gioioso e compassionevole verso sé e gli altri,

- una profonda fiducia che ce ne sia abbastanza per tutti e che ogni essere umano meriti di condividere in ugual misura l’abbondanza del pianeta e la responsabilità di dar forma al nostro futuro,

- il sentimento che il mondo sia pieno di un’energia spirituale cosciente, che trascende le categorie e i concetti e che tende verso la libertà, la creatività, la bontà, la connessione, l’amore e la generosità,

- il sapere nel profondo di noi stessi che la nostra vita ha significato, tramite il nostro centro interiore, come manifestazione della bontà ultima dell’universo (ovvero, in termini teistici, tramite la nostra connessione con Dio e il servirlo).

Questa è la spiritualità.

Le religioni, d’altro canto, sono i vari tentativi storici di organizzare un insieme di dottrine, rituali e comportamenti specifici che si ritiene rappresentino ‘il giusto modo di vivere’.

Alcune religioni possono incorporare la spiritualità. Molte hanno contenuto in sé momenti spirituali o pratiche spirituali a un certo punto. Ma la maggior parte di esse oggi ha poco da offrire in fatto di spiritualità, eccetto in angoli isolati delle rispettive tradizioni.

La religione può esistere senza spiritualità, e la spiritualità può emergere al di fuori delle comunità religiose (o perfino in contrasto con esse). Molti fra coloro che sono stati perseguitati dalle istituzioni religiose incarnavano una visione del mondo spirituale. Spesso i leader religiosi parlano il linguaggio della spiritualità, ma si sentono minacciati da coloro che sono portatori di una genuina spiritualità. Immersi in sistemi di potere e di controllo, non sanno che farsene di persone che incarnano la generosità verso gli altri esseri umani in generale, non solo verso gli appartenenti al ‘nostro’ gruppo.

Alcuni rifiutano la religione in blocco per via di questa ipocrisia. Ma un’altra possibilità è pensare la spiritualità come stadio di sviluppo superiore, uno stadio in cui le paure e le ferite del passato sono trascese, ci apriamo alla bontà dell’universo e a essa rispondiamo con rispetto, meraviglia e amore.





Questo articolo è apparso in ‘New renaissance’, Vol. 10, No. 2, ed è stato tratto, con il permesso dell’autore, da Spirit Matters di Michael Lerner. Curatore della rivista Tikkun e autore del libro The Politics of Meaning, Michael Lerner è stato descritto da alcuni come il più eminente intellettuale ebreo americano e da altri come uno dei più significativi innovatori spirituali del nostro tempo.
Piertheoriginal
00mercoledì 22 marzo 2006 15:41
Complimenti!!
Piertheoriginal
00mercoledì 22 marzo 2006 15:42
Ghergon
Hai postato un bellissimo articolo!!
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