Torna il latino nei seminari

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Ghergon
00mercoledì 18 giugno 2008 19:09
La Commissione Ecclesia Dei sta scrivendo ai seminari di tutto il mondo perché insegnino il vecchio rito ai loro allievi

Torna il latino in molteplici forme. Luigi Accattoli (www.luigiaccattoli.it) è andato ad assistere alla messa di cui avevamo annunciato la celebrazione alla Trinità dei Pellegrini, a Roma, e ne ha avuto un’impressione gradevole, come potrete leggere. Da metà maggio il sito web del Vaticano offre un’edizione nella lingua di Cicerone, accanto agli idiomi moderni (italiano, tedesco, spagnolo, francese, inglese e portoghese). La Radio Vaticana infine ha messo in commercio (15 €) quattro Cd in cui Benedetto XVI recita il rosario in latino. “Abbiamo ricevuto richieste non solo dall’Italia, ma anche dalla Germania eda altri paesi. Così abbiamo deciso di usare per il rosario questa lingua che tutti capiscono facilmente e perché è la lingua universale della Chiesa”. Ma c’è qualche cosa di più Tre giorni fa a Londra, il cardinale Dario castrillon Hoyos, ha partecipato a una conferenza stampa organizzata nella capitale britannica, dove si trovava su invito dalla Latin Mass Society, un’associazione per la promozione della liturgia in latino. Ha detto che è “assoluta ignoranza” sostenere che Benedetto XVI vuole rovesciare la riforma liturgica del Concilio: “Il Santo Padre, che è un teologo e che fu coinvolto nella preparazione del Concilio agisce esattamente come il Concilio voleva, offrendo libertà alle diverse forme di celebrazione”. Il Papa, desidererebbe, secondo il cardinale, che “Tutte le parrocchie, non molte, ma tutte le parrocchie fossero in grado di celebrare secondo il vecchio rito. Perché è un dono di Dio”. Il cardinale ha detto inoltre che la Commissione che presiede, la “Ecclesia Dei”, responsabile dell’applicazione del documento “Summorum Pontificum”, di papa Ratzinger, in cui si liberalizza ulteriormente l’uso del vecchio messale, sta scrivendo ai seminari di tutto il mondo per chiedere che i futuri preti vengano addestrati non solo a celebrare la messa in latino ma anche a comprendere la teologia, la filosofia e il linguaggio specifico di quel rito. “Questo tipo di celebrazione è così nobile, così bello. La preghiera, la musica, l’architettura, la pittura creano un insieme che è un tesoro. Il santo Padre è desideroso di offrire a tutti questa possibilità, non solo ai pochi gruppi che lo chiedono”. Il documento “Summorum Pontificum” stabilisce che se un “gruppo stabile” chiede la vecchia forma di messa, il parroco dovrebbe concedere volentieri il permesso. Secondo Castrillon Hoyos un gruppo stabile può essere costituito anche solo da tre o Quattro persone, e non necessariamente dalla stessa parrocchia. Il cardinale ha poi celebrato la prima messa in latino a Westminster in 39 anni, di fronte a oltre millecinquecento persone, fra cui giovani famiglie. Nessuno dei vescovi inglesi o gallesi era presente.

(Marco Tosatti)
da: Lastampa.it
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