Una "gola profonda" inchioda la Fed:"Era succube di Goldman Sachs"

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
wheaton80
00sabato 27 settembre 2014 15:56

NEW YORK. Per la prima volta nella storia c'è una "gola profonda" che viene dalla Federal Reserve. E lancia alla banca centrale americana un'accusa grave:"Succube di Goldman Sachs". La storia è clamorosa, protagonista una funzionaria licenziata in tronco, Carmen Segarra. Lavorava alla Federal Reserve di New York, l'ufficio che all'interno della banca centrale ha i compiti di vigilanza sugli istituti di credito. La Segarra si rese "colpevole" di un'indagine troppo dura su Goldman Sachs. Proprio quella severità le è costata il posto di lavoro. Ma la vendetta della Segarra è implacabile: prima di andarsene ha registrato intere sedute degli ispettori della Federal Reserve. E ieri mattina quelle registrazioni sono andate in onda sulla National Public Radio (Npr). Creando un imbarazzo enorme: è la prima volta che la Fed si trova al centro di un simile scandalo. In particolare nelle riunioni interne, registrate segretamente dalla Segarra, si sentono i dirigenti della Fed che definiscono "shadowy", cioè torbidi, alcuni comportamenti di Goldman Sachs. Ma poi non hanno il coraggio di andare fino in fondo. La banca d'affari è troppo potente? Metterla sotto accusa può avere effetti destabilizzanti sull'intero sistema? O si tratta semplicemente di un atteggiamento di sudditanza, quello che gli esperti definiscono "regulatory capture": il regolatore viene catturato da colui che dovrebbe disciplinare.

La vicenda della Segarra è esemplare di questi conflitti d'interessi che hanno reso tutte le banche centrali cieche o impotenti alla vigilia del grande crac sistemico del 2008. Il fallimento dei controllori fu evidente a New York quando la bancarotta di Lehman portò alla luce frodi su una scala gigantesca. Uno dei colpevoli della mancata vigilanza, Timothy Geithner, sarebbe stato di lì a poco "promosso": da capo della Fed di New York a ministro del Tesoro della prima Amministrazione Obama... In un momento di autocritica, incalzato dal Congresso, il successore di Geithner alla testa della Fed di New York, William Dudley, decise di aprire un'indagine su quello che non aveva funzionato. Affidò l'incarico a un esperto esterno, David Beim, docente di finanza alla Columbia University. Dandogli ampio accesso a tutti i funzionari della Fed. La conclusione dell'indagine di Beim fu pesante: una requisitoria contro la "cultura della Fed". Troppo "deferente e rispettosa" verso quelle banche che avrebbe dovuto controllare e punire. Timorosa di mettersi in rotta di collisione coi padroni di Wall Street. Insomma una vigilanza pavida e imbelle aveva contribuito al disastro del 2008. La conclusione del rapporto di Beim: bisognava iniettare nella Fed forze nuove, elementi venuti dall'esterno, con un atteggiamento più indipendente e senza timori reverenziali verso Wall Street.

Nel 2011, anche in seguito al rafforzamento dei poteri di vigilanza (con la legge Dodd-Frank varata dal Congresso), la Fed di New York fa proprio quello che le era stato raccomandato. Assume nuovi ispettori per la vigilanza. Una è Carmen Segarra. Ha un curriculum prestigioso, ha studiato alla Sorbona di Parigi, alla Columbia e Cornell University, infine Harvard. Poliglotta, parla inglese francese spagnolo e italiano. Non è una burocrate, ha anche lavorato nel settore privato: 13 anni fra la Citigroup americana e la Société Générale francese. Conosce gli ingranaggi del sistema "da dentro". E non ha complessi d'inferiorità. Neppure nei confronti dei suoi capi alla Federal Reserve. I quali all'inizio le fanno fiducia, affidandole il dossier Goldman Sachs. La più potente delle banche d'affari, detta anche La Piovra. Un colosso che oltre alla finanza sa curare i rapporti con i potenti del mondo intero. Nel sistema delle "porte scorrevoli" di Goldman Sachs, dove si alternano incarichi pubblici e privati, la banca ha annoverato tra i suoi capi o alti consulenti un segretario al Tesoro Usa (Robert Rubin) e l'attuale presidente della Bce Mario Draghi. Dopo soli sette mesi di lavoro sul dossier Goldman Sachs, la Segarra viene cacciata. Ma ha portato con sé 46 ore di riunioni registrate in gran segreto, usando un gadget da film di spionaggio, un micro-registratore comprato da Spy Store. Sono le riunioni andate in onda su National Public Radio. Dove i suoi ex capi lamentano le pratiche dubbie e pericolose di Goldman Sachs. Poi insabbiano tutto.

Federico Rampini
27 settembre 2014
www.repubblica.it/esteri/2014/09/27/news/una_gola_profonda_inchioda_la_fed_era_succube_di_goldman_sachs-96761...
wheaton80
00lunedì 5 novembre 2018 18:39
I nuovi problemi di Goldman Sachs

Due importanti dirigenti della banca d’investimento Goldman Sachs sono accusati di aver partecipato a una frode multimiliardaria legata al fondo di investimento malese 1Malaysia Development BHD (1MDB), a sua volta già coinvolto in un enorme scandalo. Il Wall Street Journal ne ha parlato come di una delle «più grandi frodi finanziarie di sempre», per la mole di soldi che ha fatto girare e per i suoi protagonisti: un controverso fondo malese, creato dall’ex Primo Ministro del Paese, il quale ora è accusato con 21 capi d’imputazione, e una banca, Goldman Sachs, che aveva passato l’ultimo decennio a provare a togliersi di dosso l’etichetta di banca losca e cattiva. Goldman Sachs esiste dal 1869 e fu creata da Marcus Goldman e dal suo genero Samuel Sachs. Negli anni è diventata una holding bancaria, cioè (per il diritto statunitense) una società che controlla una o più banche. In particolare negli anni dopo il Duemila e fino al 2010 circa, è stata spesso raccontata come una banca particolarmente spregiudicata. È nota, a questo proposito, la descrizione di Goldman Sachs fatta nel 2009 dal giornalista Matt Taibbi:«Un gigantesco calamaro vampiro attaccato alla faccia dell’umanità che protende i suoi tentacoli succhiasangue verso qualunque cosa che odori di denaro». Negli ultimi anni Goldman Sachs aveva provato a ripulirsi di quella cattiva fama, secondo alcuni osservatori riuscendoci in parte. Ora però potrebbe di nuovo cambiare tutto.

Il fondo 1MDB, invece, è un fondo d’investimento sovrano della Malesia, creato nel 2009 dall’allora Primo Ministro Najib Razak, il quale è rimasto in carica fino a maggio del 2018. Najib si è anche ricandidato alle successive elezioni, nonostante i processi per truffa, riciclaggio e corruzione legati al fondo, ma le ha perse. Del fondo 1MDB si parlò anche perché si scoprì che tra i suoi tanti affari finanziò illegalmente il film “The Wolf of Wall Street”, diretto da Martin Scorsese. Nel 2016 Loretta Lynch, Procuratore Generale degli Stati Uniti, disse che i fondi di 1MDB erano stati usati come “un conto bancario personale” di Najib e dei suoi collaboratori. Torniamo a Goldman Sachs e al suo legame con il fondo 1MDB. Importanti dirigenti sia della banca che del fondo malese sono sotto processo per reati piuttosto gravi. Timothy Leissner, fino al 2016 responsabile delle operazioni di Goldman Sachs nel sud-est asiatico, si è dichiarato colpevole in una causa statunitense per riciclaggio di denaro e per aver violato regole anti-corruzione, tutto nell’ambito di operazioni con il fondo 1MDB. Roger Ng, altro importante dirigente di Goldman Sachs, che lavorò come vice di Leissner e lasciò la banca nel 2014, è stato accusato di reati analoghi, anche lui negli Stati Uniti. Accuse simili sono state rivolte al finanziere malese Jho Low. Come ha scritto il New York Times, «è raro, specialmente nel decennio dopo la crisi finanziaria, che ci siano accuse di questo tipo contro importanti dipendenti di una grande banca americana».

Low, il finanziere malese, è descritto come l’architetto di un piano per appropriazione indebita e si dice che, tra le altre cose, abbia usato i soldi rubati al fondo per regalarsi un quadro di Pablo Picasso e gioielli e diamanti da milioni di dollari, e per giocare nei casinò di Las Vegas. Quartz ha scritto che Low «in sintesi convinse il governo malese a vendere miliardi di dollari di bond per creare il fondo, e che poi usò un pò di soldi per corrompere alcuni funzionari, così da potersi tenere gli altri per sé». Gli investigatori pensano che Leissner e Ng nascosero il ruolo di Low nel fondo in cambio di mazzette e ingenti commissioni; pensano inoltre che, su indicazione di Low, Leissner corrompesse chi era necessario corrompere. «Durante ogni trattativa, Leissner seguiva le indicazioni di Low su chi corrompere per ottenere contratti e bond», ha scritto il New York Times. I soldi guadagnati dal fondo sarebbero dovuti servire per sviluppare progetti per la popolazione malese, ma spesso finivano invece in società create o controllate da Low. Goldman contribuì alla vendita di oltre 6 miliardi di bond, guadagnando circa 600 milioni di dollari in commissioni. Finora, Goldman Sachs aveva sostenuto di non sapere per cosa fossero usati i fondi di 1MDB. Ora la società ha detto, tramite il suo Presidente Lloyd Blankfein, di credere che si tratti solo di “misfatti” di alcuni suoi dipendenti, ad insaputa del resto della società.

4 novembre 2018
www.ilpost.it/2018/11/04/goldman-sachs-1mdb/
wheaton80
00lunedì 10 aprile 2023 12:54
Il capitale della Fed è diventato negativo

“Il nuovo rapporto della Federal Reserve nel suo bilancio mostra che nei circa sei mesi terminati il
29 marzo ha accumulato 44 miliardi di dollari di perdite operative totali. Ciò supera il suo capitale di 42 miliardi di dollari, quindi il capitale del Federal Reserve System è diventato negativo per l’ammontare di 2 miliardi di dollari, giusto in tempo per il primo aprile”. Questo fantastico pesce di aprile, purtroppo tragicamente vero, è evidenziato da Alex J. Pollock in un articolo scritto per il Mises Institute:

mises-org.translate.goog/wire/feds-capital-goes-negative?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_...

"Questa situazione", prosegue Pollock, "avrebbe certamente sorpreso generazioni di presidenti, governatori e, avremmo pensato, giornalisti che si occupano della Fed. Il capitale della Fed continuerà a diventare sempre più negativo ad aprile e per molto tempo a venire, almeno se i tassi di interesse rimarranno al livello attuale. La Fed nel primo trimestre del 2023 ha riportato perdite al ritmo di 8,7 miliardi di dollari al mese. Su base annua si tratterebbe di una perdita di oltre 100 miliardi di dollari”. “[…] Per vedere il capitale negativo dal rapporto settimanale della Fed ‘H.4.1’, bisogna fare altro dalla semplice aritmetica del primo paragrafo. Il bilancio della Fed afferma che il suo capitale è di 42 miliardi di dollari, ma in violazione del principio contabile più ovvio (dal quale opportunamente si esclude), la Fed non sottrae le sue perdite operative dal suo capitale come utili non distribuiti negativi”. “Invece, riporta le perdite come una passività negativa opaca, il cui saldo si trova nella Sezione 6 del rapporto dal titolo ‘Rimesse di utili dovute al Tesoro degli Stati Uniti’. Si tratta semplicemente di utili non distribuiti negativi: per avere la risposta giusta basta sottrarli al capitale dichiarato”.

Il pifferaio magico che ha portato il sistema sull’orlo del baratro

“Sebbene la Fed e i suoi difensori affermino che il suo capitale negativo e le sue perdite non hanno importanza per una banca centrale, ciò però significa che essa è diventata un freno fiscale per il Tesoro americano e un costo per i contribuenti invece di un organismo che contribuisce ai profitti degli stessi, come, tanto per la cronaca, è avvenuto per più di un secolo. La situazione è certamente sconveniente per quella che si suppone sia la più grande banca centrale del mondo”. La parabola discendente della Fed, che ora la vede sottozero, secondo Pollock, ha inizio “nell’era post-1971 del denaro fiat nixoniano, nel quale il dollaro ha uno status indefinito e non è collegato all’oro o all’argento”. Ma questa è storia, quella attuale è cronaca nera. Segue una spiegazione articolata e tecnica di come, secondo Pollock, si è giunti a questa situazione, che rende la Fed a rischio in modalità analoga a quella “della Silicon Valley Bank”, da poco collassata. Ovviamente si tratta di situazioni diverse, data la rilevanza e la tutela riservata alla Fed, ma la comparazione non tranquillizza. La Fed sapeva di correre rischi nell’intraprendere certe strade, ma “sembra che non si aspettava l’enorme entità delle perdite che ne sono derivate. Come mi disse molto tempo fa un vecchio banchiere, ‘Il rischio è il prezzo che non avresti mai pensato di dover pagare'”. Questa la conclusione dell’articolo: con le sue iniziative a rischio sui tassi di interesse, la Fed ha svolto il ruolo del “pifferaio magico che ha portato il sistema bancario nel suo insieme in una posizione di rischio simile”. “Un recente documento del National Bureau of Economic Research […] stima l’attuale perdita mark to market (1) del sistema bancario a 2 trilioni di dollari”. “Tutte le banche messe assieme [banche USA, ndr] hanno un capitale di circa 1,8 trilioni di dollari. Quindi, utilizzando le articolate stime NBER, sembra che su base mark-to-market, dovremmo avere un sistema bancario con un capitale vicino allo zero, oltre a una banca centrale con capitale negativo. Cosa ha combinato la Fed?”.

La lettera della JP Morgan Chase
Questa la situazione, non ottimale (eufemismo), dell’istituto finanziario chiamato a tutelare un sistema finanziario sul quale si addensano “nuvole oscure”, come evidenzia la consueta lettera annuale indirizzata agli azionisti della JP Morgan Chase redatta dal CEO della stessa, Jamie Dimon. Una lettera rilevante perché l’istituto è una delle “Big Four” USA, forse la più importante delle stesse:

reports.jpmorganchase.com/investor-relations/2022/ar-ceo-let...

"I fallimenti di SVB [Silicon Valley Bank ndr] e Credit Suisse", scrive Dimon, "hanno modificato in modo significativo le aspettative del mercato; i prezzi delle obbligazioni si sono ripresi drasticamente, il mercato azionario è in ribasso e le probabilità di una recessione del mercato sono aumentate. E anche se ciò non è come il 2008 [anno dell’ultima crisi], non è chiaro quando finirà la crisi attuale”. Non solo l’incertezza finanziaria. La guerra ucraina e i cambiamenti geopolitici in atto producono ulteriore incertezza e rischi connessi. Tanto che un paragrafo della missiva titola:“Questo potrebbe essere un cambiamento epocale irripetibile, con effetti materiali”. Così inizia il paragrafo:“Certo, c’è sempre incertezza. Sono spesso frustrato quando le persone parlano dell’incertezza di oggi come se fosse diversa da quella di ieri. Tuttavia, in questo caso, credo che sia davvero così”. “Una geopolitica meno prevedibile, in generale, e un complesso aggiustamento delle relazioni con la Cina stanno probabilmente portando a maggiori spese militari e a un riallineamento delle alleanze economiche e militari globali”. “L’aumento della spesa fiscale, l’aumento del debito rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL), l’aumento della spesa per gli investimenti in generale (compresa la spesa per il clima), l’aumento dei costi energetici e l’effetto inflazionistico degli aggiustamenti commerciali mi portano a credere che potremmo essere passati da un eccesso di risparmio a una scarsità di capitale e potremmo essere diretti verso un’inflazione più elevata e tassi di interesse più elevati rispetto all’immediato passato”. "In sostanza, potremmo passare, come ho letto da qualche parte, da un circolo virtuoso a un circolo vizioso".

(1) Dalla Treccani:“Espressione gergale inglese utilizzata per identificare la regola contabile che valuta attività e passività di un’impresa o di un intermediario finanziario al prezzo di mercato”.

07 aprile 2023
piccolenote.ilgiornale.it/mondo/il-capitale-della-fed-e-diventato-...
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:55.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com