Vita segreta delle piante: annusano, comunicano, cantano e sono pure altruiste

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wheaton80
00lunedì 24 febbraio 2014 23:10

Potrà sembrare assurdo, ma piante ed esseri umani si somigliano più di quanto potessimo immaginare. Diversi studi eseguiti nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato che le piante possiedono una serie di caratteristiche sorprendenti e che, per certi aspetti alcuni loro “comportamenti! sono simili ai nostri. Le piante sono capaci di percepire il pericolo e di sapere esattamente cosa “fare” per evitare i predatori. Non molto tempo fa, un gruppo di scienziati ha scoperto che le piante sono in grado di ascoltare, di vedere, annusare e di possedere la capacità di apprendere, ricordare, e comunicare. Inoltre, non solo a loro non piace il frastuono prodotto dalle attività umane, ma fatto ancor più sorprendente, le piante sono anche in grado di fare musica e di cantare! Insomma, i ricercatori hanno scoperto che la biologia umana e quella vegetale sono molto più vicine di quanto non si sia mai compreso e l’analisi di queste somiglianze potrebbe avere ricadute benefiche nello studio delle basi biologiche di malattie come il cancro.

L’altruismo delle piante
In un esperimento condotto da alcuni ricercatori dell’Università del Colorado, si è dimostrato che le piante, tra le numerose caratteristiche, sono anche anche altruiste. Gli studiosi hanno esaminato dei semi di mais fecondato, ognuno dei quali conteneva due “fratelli” (un embrione e un pò di tessuto cellulare noto come “endosperma”, che alimenta l’embrione durante la sua crescita). Nello studio sono state messe a confronto la crescita e il comportamento di embrioni e di endosperma di semi che condividono gli stessi genitori, e il comportamento di embrioni e di endosperma che avevano la stessa madre, ma padri geneticamente differenti. “I risultati hanno indicato che il gruppo di embrioni con gli stessi genitori presentavano una maggiore quantità di endosperma, rispetto agli embrioni con la stessa madre, ma con un padre diverso”, spiega la professoressa Pamela Diggle del dipartimento di biologia evolutiva. “Abbiamo scoperto che l’endosperma del gruppo di embrioni che non condivide lo stesso sembra essere meno cooperativo, presentandosi in quantità minore rispetto all’altro gruppo”. A quanto pare, l’endosperma è più propenso a sacrificarsi per gli individui di una stessa famiglia. “Una delle leggi fondamentali della natura è che se per essere altruisti, bisogna rinunciare ai vostri parenti più stretti. L’altruismo si evolve solo se il benefattore è un parente stretto del beneficiario. Quando l’endosperma dà tutto il suo cibo per l’embrione e poi muore, esprime la più alta forma di altruismo”, conclude la Diggle. Un esperimento simile fu pubblicato già due anni fa sull’American Journal of Botany, riportato in un resoconto del blog Biosproject: Earth. Guillermo Murphy e Susan Dudley hanno scoperto che la pianta Impatiens pallida, conosciuta con il nome comune di gamba di vetro, vegetale erbaceo delle foreste orientali del Nord America, riconosce i suoi simili e modifica il suo comportamento in relazione al grado di parentela delle piante che gli crescono accanto. Dudley e Murphy hanno selezionato semi di Impatiens pallida e li hanno piantati in vasi diversi, ognuno dei quali poteva accogliere semi delle piante della stessa famiglia o di piante geneticamente lontane, in seguito hanno manipolato la radiazione luminosa e la sua intensità per vedere se la strategia per catturare più luce dipendesse dal grado di parentela degli individui vicini. I ricercatori hanno constatato differenti risposte da parte dell’Impatiens a seconda che la pianta era cresciuta con i parenti o con piante estranee. Per la precisione i due biologi hanno scoperto che le piante “consanguinee” che si venivano a trovare insieme nei vasi, modificavano la loro morfologia modellando la crescita dei rami in modo da non fare ombra alle piante vicine.

Un fenomeno straordinario: il Canto Delle Piante
Uno dei fenomeni più affascinanti delle piante, e forse il più sorprendente, è la loro capacità di cantare e comporre musica! E l’ascolto delle loro composizioni e davvero rilassante. Alcuni ricercatori della Federazione di Damanhur, una comunità etico-spirituale situata a Vidracco in Piemonte, sin dal 1975 stanno compiendo una serie di osservazioni sulle piante, al fine di comprendere le loro capacità uniche. Grazie all’ausilio di alcuni dispositivi che hanno creato per registrare la reattività delle piante nel loro ambiente naturale, i ricercatori hanno scoperto che le piante sono in grado di apprendere e di comunicare tra loro. Applicando un semplice principio della fisica, i ricercatori hanno utilizzato una variante del ponte di Wheatstone, un circuito elettrico utilizzato per misurare la resistenza elettrica tra i due poli di un circuito a ponte. Il dispositivo è stato utilizzato per misurare le differenze elettriche tra le foglie e le radici della pianta. Tali misure, poi, vengono tradotte in una serie di effetti, tra cui musica, accensione di luci, movimento e molti altri. Come tengono a precisare i ricercatori, le piante non corrono alcun pericolo, in quanto si utilizzano correnti di intensità molto bassa. Secondo i ricercatori di Damanhur, ogni creatura vivente, animale o vegetale, produce una variazione di potenziale elettrico, a seconda delle emozioni che sperimenta. Pare che le piante registrino le variazioni più significative quando avvertono l’avvicinarsi della persona che si prende cura di loro, quando vengono bagnate, quando gli si parla e durante la diffusione di musica. La reazione fisiologica della pianta viene poi espressa attraverso le apparecchiature elettroniche ideati dai ricercatori. L’applicazione più suggestiva è stata quella di tradurre tali variazioni in note musicali. Gli esperimenti hanno dimostrato che le piante sembrano apprezzare molto di imparare ad utilizzare scale musicali e anche di produrre musica per conto proprio, grazie all’utilizzo di un sintetizzatore. Anche se non esistono altre ricerche scientifiche condotte su questo argomento, non si può negare che l’ascolto di questa musica “vegetale” sia una gioia per l’anima.



24 febbraio 2014
www.ilnavigatorecurioso.it/2014/02/24/vita-segreta-delle-piante-annusano-comunicano-cantano-e-sono-pure-al...
wheaton80
00sabato 29 marzo 2014 00:27
Rivoluzione epocale, addio ai cimiteri: dopo la morte ognuno di noi potrà diventare un albero con l’urna Bios di Martin Azua



Mai più cimiteri, dopo la morte ognuno di noi potrà diventare un albero. Grazie a un’idea designer spagnolo Martin Azua, è nata infatti l’urna Bios, cioè un’urna completamente biodegradabile che contiene un seme di albero. Una volta piantato, il seme dell’albero si nutre e assorbe le sostanze nutrienti dalle ceneri. L’urna è realizzata in noce di cocco e contiene torba compattata e cellulosa. Le ceneri vengono mescolate con queste sostanze, e il seme collocato all’interno. È anche possibile scegliere quale tipo di albero si vuole far crescere, e quindi quale tipo di albero si può diventare nella “nuova vita”. Una sorta di rinascita post-morte: chi può preferire una pietra tombale a quest’idea così geniale? Anche perchè questi alberi potranno essere collocati ovunque, e non negli angusti e depressivi cimiteri. Nel giardino di famiglia, nella casa dei propri cari, o in una zona dal paesaggio incantevole per poterlo continuare ad ammirare e gustare per sempre, nei secoli dei secoli. Potremmo approfittarne per dare un senso ulteriore alla nostra vita all’insegna del rispetto ambientale. Ci auguriamo che quest’idea geniale diventi una rivoluzione epocale, riuscendo a dare una scossa alla nostra cultura troppo ferma su posizioni antiche e assolutamente superate dai tempi. Complimenti a Martin Azua!

Peppe Caridi
26 marzo 2014
www.meteoweb.eu/2014/03/rivoluzione-epocale-addio-ai-cimiteri-dopo-la-morte-ognuno-di-noi-potra-diventare-un-albero-con-lurna-bios-di-martin-azua...
wheaton80
00martedì 14 novembre 2017 17:51
Così si parlano le piante: gli alberi cantano e i semi prendono decisioni

Gli alberi cantano. Le piante si scambiano regali. I semi prendono decisioni. A sostenerlo non è qualche profeta del pensiero new age, ma una pattuglia di botanici che scrivono libri di successo e pubblicano studi su riviste prestigiose. La scienza dispone ormai di strumenti tecnologici avanzati per studiare la vita segreta delle piante. E noi cittadini urbani siamo abbastanza stanchi di smog e cemento da aver voglia di guardare le nostre amiche clorofilliane con occhi nuovi.

Esseri sociali

Provate per un attimo a «sentirla» la vita vegetale, come il barone rampante di Calvino che viveva in mezzo agli alberi. Non possono spostarsi, ma cambiare lentamente forma sì. Non hanno neuroni e non sono capaci di astrazioni, ma sono esseri sociali. Altro che stato vegetativo, le piante non sono immobili, passive né isolate come siamo abituati a figurarcele. Un lavoro pubblicato recentemente su PNAS sostiene che nei semi esistono cellule che decidono se germogliare, in modo simile a un gruppo di amici che si accorda per andare al cinema. Mentre è noto che la cosiddetta Venere Acchiappamosche è capace di contare. La sua trappola non scatta al primo stimolo, ma aspetta altri contatti a intervalli ravvicinati, per ridurre il rischio di scattare a vuoto. Certo è solo un fenomeno elettrico, ma assomiglia a una computazione.

Nouvelle vague verde
Se si scomoda la categoria dell’intelligenza vegetale gli studiosi classici finiscono per litigare con i biologi della nouvelle vague verde, che in Italia ha come capofila Stefano Mancuso. Ma su un punto gli studiosi sembrano d’accordo: la botanica sta attraversando una fase di vitalità dinamica. «Con gli approcci figli della genomica è possibile studiare la biodiversità delle molecole. Il linguaggio delle piante è chimico, si esprime nel metabolismo secondario e stiamo imparando a decifrarlo», spiega Renato Bruni, botanico dell’Università di Parma e autore di diversi libri, tra cui “Le piante son brutte bestie” ed “Erba volant”. L’importante è stare attenti a non antropomorfizzare troppo. «La bellezza delle piante sta nell’essere diverse da noi, aliene», dice Bruni.

Tattiche efficaci

Sotto le foreste c’è una fitta trama di interazioni radicali che è stata soprannominata «wood wide web», come se fosse un’Internet del mondo vegetale. Questa rete consente il passaggio di molecole utili anche tra specie diverse come betulle e abeti; per accorgersene basta tracciarle radioattivamente. Se fossero persone, diremmo che si scambiano dei doni. Alcune tattiche di interazione sono risapute: le piante inviano messaggi seduttivi agli impollinatori, ripagando i loro servizi in nettare, mentre usano sostanze repellenti per tenere alla larga i predatori. Ma le sceneggiature si stanno facendo via via più complicate. Siccome i nemici dei nemici sono amici, quando si è sotto attacco può valere la pena di mostrarsi dolci per attirarli. In altri casi succede il contrario: lo zucchero può essere allontanato dalle foglie vicine a quelle morse da un bruco, per renderle meno appetibili. E se altre piante lì vicino captano nell’aria il segnale d’allarme, meglio per loro: sono avvisate e mezze salvate.

Suoni nella foresta

Fra le scoperte che colpiscono l’immaginazione c’è il fatto che le conifere, in condizioni di siccità, emettono dei suoni per un fenomeno fisico legato al movimento dei fluidi (cavitazione). La musica degli alberi è affascinante, anche se questi schiocchi sono segnali di difficoltà e attirano parassiti pronti a sfruttare l’occasione. Le letture belligeranti comunque sono riduttive, sostiene la rivista “Nature Plants”. Le piante a volte avviano negoziati con parassiti e patogeni, più che campagne militari. E in fondo è proprio questo che ci piace: che si stringano alleanze tra piante e microrganismi e anche tra piante compagne. «Dopo tanti documentari sulla lotta per la sopravvivenza, con la gazzella che deve correre più veloce del leone, abbiamo la possibilità di una narrazione alternativa. Più amichevole, incentrata sulla cooperazione», conclude Bruni.

Anna Meldolesi
12 novembre 2017
www.corriere.it/cronache/17_novembre_13/cosi-si-parlano-piante-alberi-cantano-semi-prendono-decisioni-botanica-d8c492fe-c7e3-11e7-a46a-2daf03b7af...
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