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LiviaGloria
00martedì 26 dicembre 2006 23:37
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Naasseni: Termine derivato dall’ebraico nahash, serpente, usato quale sinonimo di gnostici, noti soltanto attraverso una lunga notizia di Ippolito di Roma. Probabilmente appartenevano alla gnosi egizia, poiché due testi tramandati dai papiri di Nag-Hammadi (v.) sembrano coincidere con quelli sacri alla setta. Il culto del serpente che li caratterizza li fa rientrare tra gli gnostici Ofiti (dal greco ofiz, serpente), intesi nella loro accezione piu generale,

LiviaGloria
00martedì 26 dicembre 2006 23:41
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Nag Hammadi: Centro dell’Alto Egitto, nella provincia di Qina, sulla sponda sinistra del Nilo. Nei suoi pressi sono stati rinvenuti nel 1946 tredici codici papiracei (denominati papiri di N.) contenuti in una giara occultata forse all’inizio del V secolo, in una tomba pagana dell’antica Diospolis Parva, diventata poi il villaggio e quindi il monastero pacomiano di Khenoboskion. I codici si trovano oggi al Museo Copto del Cairo, tranne il codice Jung, posseduto dall’Istituto omonimo di Zurigo. I papiri di N. tramandano 56 testi (di cui ben 42 diversamente ignoti) prodotti da gruppi gnostici diversi, e copiati fra il III ed il IV secolo d.C., per lo piu in copto (saidico).
LiviaGloria
00martedì 26 dicembre 2006 23:45
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Nazirei: Termine derivato dall’ebraico nazir, separato, presso gli antichi Ebrei indicava individui consacrato temporaneamente a Yahweh mediante l’adempimento di determinati voti (astinenza da alcoolici e bevande inebrianti) e di oblighi rituali (libera crescita dei capelli ed astensione dai contatti con cadaveri). Furono N. Sansone (Giudici 13, 2-7; 16, 17), Samuele (I Samuele 1, 11) e lo stesso Paolo di Tarso (Atti degli Apostoli 18, 18; 21, 23-26). L’uso continun fino all’epoca talmudica (IV-V secolo d.C.).

LiviaGloria
00mercoledì 27 dicembre 2006 16:18
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Abracadabra: Termine derivato da un’espressione ebraica, che indica una formula magica capace di allontanare le febbri, usata in etr greco-romana nella terapeutica popolare i mali. Viene citata per la prima volta nel II-III secolo dal medico gnostico Quinto Sereno Damonico, seguace di Basilide, nel suo Liber medicinalis. La formula doveva essere trascritta su undici righe successive, eliminando ogni volta la sola lettera finale, fino a scomparire, come avrebbero fatto le febbri secondo il principio della magia imitativa. Invece secondo il Troisi (Dizionario massonico, Bastogi, 1993) la trascrizione va fatta soltanto su sei righe, eliminando ogni volta la lettera iniziale e quella finale. I caratteri della parola A. vanno scritti su una piastrella, da applicarsi al collo degli ammalati, onde risanarli dalle loro malattie. Il passo in questione recita: "Tu scriverai sopra una piastrella la parola A., e la ripeterai piu volte, scrivendo ogni parola sotto l’altra, in modo da formare una piramide rovesciata; ricordati poi di applicare questa piastrella al collo degli ammalati, perché essa guarisce la languidezza, e fuga le malattie mortali mediante una potenza ammirabile".
LiviaGloria
00mercoledì 27 dicembre 2006 16:20
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Abbreviazioni: Riduzione grafica di una parola o di una frase per mezzo di una sigla od in altra forma convenzionale. La Massoneria ha adottato, fin dalle sue origini, un ampio elenco di nomi, parole e frasi usati in forma abbreviata, specie per iscritto. Tra quelle tuttora piu usate troviamo: ¨ A.A.O.N.M.S. = Ancient Arabic Order of the Nobles of the Mystic Shrine - ¨ A.D. = Anno Domini (come l'E.V.): l'anno calendariale - ¨ A.G.D.G.A.D.U. = Alla Gloria del Grande Architetto dell'Universo - ¨ A.G.D.S.A.D.M. = Alla Gloria del Supremo Architetto dei Mondi - ¨ A.I. = Anno Inventionis: l'anno distintivo del Royal Arch, ottenuto aggiungendo 530 all'anno calendariale - ¨ A.L.A.M. = Antica Libera ed Accettata Massoneria - ¨ A.O. = Anno Ordinis (l'anno Templare, ottenuto sottraendo all'anno considerato 1118, anno di fondazione dell'Ordo Templi) - ¨ A.P.R.M.M.: Antico e primitivo Rito di Memphis e Misraim - ¨ A.Y.M. = Ancient York Masons - ¨ E.V. = Era Volgare (come l'A.D.): l'anno calendariale - ¨ FFrr\ = Fratelli - ¨ Fr\ = Fratello - ¨ G.A.D.U. = Grande Architetto dell’Universo - ¨ G.L.D.I. = Gran Loggia d’Italia - ¨ G.L.R.I. = Gran Loggia Regolare d’Italia - ¨ G.M. = Gran Maestro - ¨ G.O.I. = Grande Oriente d’Italia - ¨ L. = Loggia - ¨ M.V.- = Maestro Venerabile - ¨ L.U.F. = Libertr, Uguaglianza, Fraternitr - ¨ R.A.M. = Royal Arch Masons - ¨ R.C. (R+C) = Rosa Croce - ¨ R.L. = Rispettabile Loggia - ¨ R.S.A.A. - Rito Scozzese Antico ed Accettato - ¨ S.L. = Sacra Legge, il Libro Sacro, la Bibbia - ¨ R.S.I. = Rito Simbolico Italiano - ¨ T. = Tempio massonico - ¨ T.F.A. = Triplice Fraterno Abbraccio - ¨ V.L. = Vera Lux (anno massonico, ottenuto aggiungendo 4000 all'anno considerato). Da notare che assai spesso, in luogo dei punti tra le lettere, vengono usati i tre puntini (:.).

LiviaGloria
00mercoledì 27 dicembre 2006 16:24
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Ade: Dio greco degli inferi, piu noto come Plutone, da cui prende il nome il regno dei morti. Questo era situato in una caverna sotterranea che, secondo la mitologia, comunicava con il mondo dei viventi attraverso un grande portale. Omero (v.), al canto X della sua Odissea, riferisce che c attraversato da vari fiumi tumultuosi, tra i quali l’Acheronte, il Piri-flegetonte ed il Cocito, una diramazione del piu famoso Stige.

LiviaGloria
00mercoledì 27 dicembre 2006 16:26
Ades: o Ade, nome greco del figlio di Kronos (Saturno) e di Rea, quindi fratello di Zeus (Giove) e di Poseidone (Nettuno). Era considerato signore dell'Inferno, o regno sotterraneo, insieme con la moglie Persefone (Proserpina) ch'egli aveva rapita in Sicilia mentre raccoglieva fiori nei pressi del monte Aretusa. Per diversi suoi attributi corrispondeva a Plutone (v.). Con questo nome anticamente si designava anche lo stesso regno sotterraneo dei morti, poi definito Averno.

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LiviaGloria
00mercoledì 27 dicembre 2006 16:48
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Apocrifi: Dal greco apocaucoz (nascosto, segreto, criptico), definisce gli scritti giudaici e cristiani che si presentano quali libri biblici e che, secondo criteri differenti, Ebrei e Cristiani escludono dal Canone (v.). Nel cristianesimo con il termine A. sono indicati libri che, occultandosi sotto il nome di profeti, patriarchi od apostoli, pretendevano di essere equiparati a quei libri della Bibbia cui la Chiesa riconosce carattere d'ispirazione divina. I libri A. risalgono ad un periodo compreso tra il II secolo a.C. ed il IV-VI secolo d.C. San Girolamo (Prologus galeatus) definisce A. anche un gruppo di libri controversi (antilegomena) oggi riconosciuti autentici e detti deuterocanonici, I protestanti usano la parola A. proprio per indicare i deuterocanonici, mentre definiscono pseudepigrafo gli A. dei cattolici. Gli A. dell'Antico Testamento sono pervenuti tutti in lingua greca, anche se taluni furono scritti in ebraico od in aramaico. Sono tutti ispirati al desiderio di far risaltare le glorie del popolo eletto, alleviando il dolore per la sorte presente con le speranze per il futuro. Generalmente si distinguono tre diverse categorie di A.: storici (Libro dei Giubilei, II di Esdra, III dei Maccabei, Vita di Adamo ed Eva, Ascensione di Isaia, Paralipomeni di Geremia, Preghiera di Aseneth, Testamento di Giobbe e Testamento di Salomone); morali o didattici (Testamento dei XII Patriarchi, Salmo idiografico di Davide, Salmi di Salomone, Preghiera di Manasse, IV dei Maccabei); profetici od Apocalissi. Nel Nuovo Testamento gli A. sono tutti di origine cristiana, ed hanno tutti l'intento di completare le scarse notizie sulla vita di Gesu e degli apostoli tramandata dagli scritti canonici. Secondo il loro contenuto sono suddivisi come gli scritti canonici, ovvero: Vangeli (vangelo degli Ebrei, degli Egiziani, degli Ebioniti, dei XII Apostoli, protovangelo di Giacomo, vangelo arabo dell'infanzia del Salvatore, storia di Giuseppe il falegname, vangelo di Nicodemo con gli atti di Pilato, transito di Maria, vangelo di Pietro, ed altri vangeli ancora praticamente intestati ad ogni apostolo); Atti (atti di Pietro, predicazione di Pietro, atti di Paolo, di Giovanni, di Andrea, di Tommaso, di Filippo, di Matteo e di Barnaba); Lettere (di Gesu e di Abgar re di Edessa, degli Apostoli, di Paolo ai Laodiceni, agli Alessandrini, ai Corinti III, di Paolo a Seneca e di Seneca a Paolo); Apocalissi. Lo studio degli A. illumina su taluni aspetti della pietr cristiana primitiva, e rivela l'influenza liturgica che essi ebbero talvolta sulla Chiesa: dal protovangelo di Giacomo c nata la festa della Presentazione di Maria al Tempio (21 novembre), come dal IV libro di Esdra deriva l'invocazione per i defunti Requiem aeternam. Anche nell'arte gli A. ebbero grande influenza. Solo alla loro luce appaiono comprensibili talune figurazioni ed opere letterarie. La Divina Commedia riecheggia spesso racconti degli A., ed ancor piu essi ispirano opere quali la Leggenda aurea di Jacopo da Varagine.

LiviaGloria
00mercoledì 27 dicembre 2006 16:52
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Aquila: Genere di uccelli rapaci falconiformi della famiglia Accipitridi e sottofamiglia Accipitrini. Ne esistono varie specie, tra cui l’A. reale (emisfero settentrionale), la rapace (Africa ed Asia), l’imperiale (accidentale), l’anatraia (specie migratoria) e l’audace (Australia). La sua apertura alare raggiunge i 2,5 m., e vive nelle regioni montane, di norma in aree protette essendo in pericolo d’estinzione. Y (Simbologia) Presso i Romani l’A. era simbolo di Giove, e fu da Caio Mario in poi usta come insegna delle legioni, e dal I secolo a.C. divenne unico contrassegno militare. Nel corso dell’intero Medioevo, da Carlo Magno in poi fu simbolo degli imperatori, come anche di fedeltr all’impero: fu infatti adottata dai Ghibellini. Nel XIII secolo nell’araldica comincin ad apparire l’A. bicipite, che su due colli uscenti da un solo corpo ha due teste, che guardano una il fianco destro e l’altra quello sinistro. Una testa guarda il passato, l’altra l’avvenire, fondendo cose i due aspetti in quello dell’eternitr. Era l’insegna delle case imperiali d’Austria, e dallo zar Pietro I (1721) in poi anche di quelle di Russia. Napoleone Bonaparte sostitue il simbolo del Gallo con quello dell’A., adottato quale simbolo della Francia. Y (Massoneria) Il simbolo dell’A. compare negli Alti Gradi massonici a partire dal XXX grado del Rito Scozzese Antico e Accettato (v.), nonché dell’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim (v.), quello di Cavaliere Kadosh. Uno dei quattro appartamenti del Tempio del XXX grado denominato Sala del Consiglio, c parato in rosso, ed al suo Oriente c sistemato il trono sormontato dall’A. bicipite, sulla cui testa vi c una corona; ha le ali aperte ed un pugnale tra gli artigli, sul petto ha un Triangolo (v.) equilatero, al cui centro c impresso in ebraico il termine Adonai (v. Javhé o Yahweh). Nel XXXI grado, di Grande Ispettore Inquisitore Commendatore, il gioiello del grado c rappresentato da un’A. bicipite. Nel XXXII, di Sublime Principe del Real Segreto, l’A. bicipite figura in uno dei cinque stendardi che ornano il Tempio del grado: essa stringe una spada con la zampa destra ed un cuore insanguinato con la sinistra. Infine nel XXXIII grado, di Sovrano Grande Ispettore Generale, troviamo l’A. bicipite cinta una corona su cui vi c un Triangolo con al centro lo Jod ebraico; la corona simboleggia il potere effettivo quale emanazione dello Jod, simbolo del Potere Spirituale. Nel linguaggio ermetico l’A. indica il Mercurio (v.) dopo la fase di sublimazione; tale accostamento nasce dalla constatazione che esso c molto volatile, ma anche dalla considerazione che, come l’A. divora ogni altro uccello, cose il Mercurio dei Saggi divora e distrugge tutto, riportando la materia allo stadio primitivo.

LiviaGloria
00mercoledì 27 dicembre 2006 17:13
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Bibbia: Termine identificante la collezione delle Sacre Scritture (Antico e Nuovo Testamento), nelle quali i libri dell'Antico Testamento sono comuni agli Ebrei ed ai Cristiani. Y (Massoneria) Nel mondo cristiano la B. c considerata come il "Libro della Legge Sacra" (v.), parte indispensabile dell'attrezzatura di ogni Loggia massonica regolare. Viene usata solo nelle logge cristiane, sostituita dal Corano nelle logge islamiche, dai Veda in quelle braminiche, dal Pentateuco nelle logge ebraiche, ecc. In alcune Logge aventi membri di religioni diverse, viene impiegato un libro bianco, non scritto, od un volume con scritture confuse e senza senso alcuno, per cui ognuno vi possa leggere quanto intimamente considera per lui Sacro. Molti scrittori massonici sostengono che la B. non costituisce la base della Libera Muratoria, rappresentata invece dalla Cabala, dall'Alchimia o dall'Ermetismo, tutte dottrine medioevali queste di tipo mistico e magico. In particolare la Cabala c considerata da Albert Pike (1809-1901), grande esponente dell'Obbedienza statunitense, la fonte basilare dei credo massonici e l'unica vera guida per la ricerca della Luce. Egli scrisse un compendio del credo massonico, che collega l'Istituzione all'Induismo, al Buddismo, al Zoroastrismo, e ad altre religioni. In conclusione si pun dire che la Massoneria, non avendo mai sostenuto che si debba credere nella B., non vi adegua le proprie convinzioni, ma al contrario adatta la B. alle sue convinzioni. Essa richiede comunque ai suoi adepti di giurare od almeno di promettere solennemente sul Libro piu Santo che conosca, cosicché si sentano impegnati al massimo rispetto ed all'applicazione coerente di tutti i principi etici appresi attraverso l’iniziazione ed il successivo insegnamento muratorio. La figura riporta una pagina della Sacra Bibbia detta di Borso d’Este, del Crivelli, prodotta artigianalmente nel corso del XV secolo, arricchita con artistiche decorazioni e scritte dipinte a mano, attualmente conservata in Modena presso la famosa Biblioteca Estense.
LiviaGloria
00mercoledì 27 dicembre 2006 17:20
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Caldei: Termine derivato dall’assiro Kaldu, dall’ebraico Kasdim e dal greco Caldaioi, designante un’antica popolazione della Mesopotania. Tale nome in origine suonava forse Kashdu, forma attestata dall’ebraico Kasdim (Ezechiele 23, 23), e che farebbe identificare i C. con i Cassiti. Di probabile stirpe aramaica, i C. provenivano dall’Arabia orientale e, dopo il 1000 a.C., si stanziarono nel Sud della Mesopotania, nella regione compresa tra la Babilonia ed il golfo Persico, detta piu tardi Caldea. Vi fondarono una serie di piccoli Stati che, mirando a conquistare il predominio, vennero a conflitto con il popolo babilonese. Ukinzer fu il primo sovrano caldeo di Babilonia (732 a.C.) e gli successe Merodach-Baladan che, dopo aver resistito al potente Sargon dal 721 al 710 a.C., fu dapprima costretto a rifugiarsi presso gli Elamiti e, dopo un’effimera ripresa sotto Sennacherib (705-681 a.C.), scomparve definitivamente. Nel 682 a.C. sale al trono Mushezib-Marduk, che in seguito venne condotto prigioniero in Assiria. Soltanto nel 625 a.C., dopo una serie di tentativi infruttuosi da parte dei discendenti di Merodach-Baldan, i C. si affermarono definitivamente con l’avvento al trono di Nabopolassar, fondatore delle dinastia caldea. Con l’andar del tempo il termine Caldea, che nelle iscrizioni cuneiformi indicava la Babilonia centrale, passn ad indicare tutta la Babilonia e, per il grande impulso dato dai C. all’astronomia, il loro nome divenne nell’antichitr sinonimo di astronomo ed astrologo
LiviaGloria
00mercoledì 27 dicembre 2006 17:32
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Calendario: Nome derivato dal latino calendarium, da calendae, libro delle scadenze del primo giorno dei mesi, in pratica una tavola su cui sono riportati i giorni, le settimane ed i mesi dell’anno. Nella Roma antica era un registro nel quale chi prestava denaro segnava gli interessi maturati alla calenda. In epoca piu tarda indicn il sistema di dividere il tempo in periodi costanti, ovvero in giorno, mese ed anno. Il C. era basato sul moto apparente del sole o della luna, oppure su entrambi i moti. Nacque e si diffuse soprattutto per esigenze pratiche, come per fissare celebrazioni, festivitr, l’etr, i tempi delle operazioni agricole o per la pratica della caccia e della pesca. Il nostro C. c detto solare, perché c basato sull’anno civile che segue il corso del sole, mantenendo fissa la data d’inizio della primavera al 21 marzo. L’anno civile ha la durata dell’anno tropico, e si divide in 12 mesi, di cui sette di 31 giorni, quattro di 30, ed uno di 28 giorni negli anni comuni e di 29 negli anni bisestili (v. C. Gregoriano)..

Calendario Ebraico: Nel corso dei millenni gli Ebrei si sono mantenuti fedeli ad un C. lunisolare. Esso si basa sul mese sinodico, ma per poter seguire il corso del sole comporta anni di 12 mesi di 29 o 30 giorni alternativamente, ed anni di 13 mesi di 30 giorni ciascuno. Il ciclo completo, detto ciclo metonico o ciclo lunare, ha una durata di 12 anni comuni di 12 mesi, e da 7 anni bisestili, cioc di 13 mesi. Poiché in 19 anni questo C. c piu corto rispetto al corso del sole di 3,6 giorni, occorre tenerne conto aggiungendo 36 giorni in 10 cicli.

Calendario Egizio: Il primo ministro del faraone Sethi I, uomo di grandi qualitr chiamato Aneni, diede una definizione egiziana del tempo: "L'Eternitr non ha fine, dunque noin ha inizio. L'Eternitr c un cerchio. Se viviamo dobbiamo continuare a farlo per sempre, e se viviamo per sempre, siamo nell'eternitr, come il cerchio". Difficile immaginare fino a che punto questa nozione ciclica del tempo condizioni i processi mentali. Il traduttore dei geroglifici deve fondare su di essa il suo lavoro; se traduce il pensiero egiziano in tempo lineare, presto si smarrisce, ed affonda nell'approssimazione, se non nei controsensi. É una nozione presente a tutti i livelli, dalla vita quotidiana al pensiero metafisico. Il tempo dei contadini (il 90 % della popolazione) c basato rigorosamente sul ciclo dell'inondazione annuale. Il 19 luglio di ogni anno a sud aveva inizio la piena del Nilo. A partire da tale giorno, definibile il capodanno faraonico, le attivitr agricole erano ripartite in tre stagioni di quattro mesi lunari ciascuna: l'Inondazione (Stagione di Scha), la Germinazione (Stagione di Prc) e lo Spuntare delle messi (Stagione di Schemon). Il C.E. prevedeva quindi un totale di dodici mesi, ovvero: 1) Thoth (19 luglio-18 agosto); 2) Paophi (19 agosto-18 settembre); 3) Athyr (19 settembre-17 ottobre); 4) Khaoiak (18 ottobre-16 novembre); 5) Tybi (17 novembre-16 dicembre); 6) Mekhein (17 dicembre-15 gennaio); 7) Phamenoth (16 gennaio-15 febbraio); 8) Pharmouthi (16 febbraio-15 marzo); 9) Pakhous (16 marzo-14 aprile); 10) Psyrie (15 aprile-14 maggio); 11) Epiphi (15 maggio-13 giugno); 12) Mesori (14 giugno-13 luglio). Il vuoto tra l'ultimo giorno del mese di Mesori (13 luglio) ed il capodanno (19 luglio) era colmato dai Cinque giorni Epagomeni, posti al di fuori del tempo cronologico umano per la loro natura primordiale, ed erano definiti: 14 luglio: nascita di Osiride; 15 luglio: nascita di Horus; 16 luglio: nascita di Seth; 17 luglio: nascita di Iside; 18 luglio: nascita di Nefti. Un neter, Osiride, era garante di questo ciclo. Gli Egiziani erano ossessionati dai ritmi, e tentavano disperatamente di codificarli in un triplo calendario: solare, lunare e sotiaco. Il tempo solare c quello del re, ed il tempo lunare c quello della natura. Il tempo sotiaco era basato sulla stella Sirio, e permetteva ogni 1460 anni di ricuperare quel quarto di giorno che manca ad ogni anno del calendario solare. Ogni 1460 anni inizia pertanto un nuovo ciclo cosmico: secondo la tradizione egizia, il tempo sotiaco non poteva che essere quello degli dei. Y (Massoneria) L'Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim ha adottato il calendario egizio, facendo partire il tempo dall'anno 1292 a.C., anno dell'avvento al trono faraonico di Ramses II il Grande (v. Dinastie Egizie, ove tale data c anticipata al 1279). L'anno viene calcolato aggiungendo a quello convenzionale cristiano il 1292; per cui l'anno 1998 (E.V.) diventa l'Anno 3290 della Luce d'Egitto. Per quanto riguarda la ripartizione di ciascun anno, viene impiegato l’antico C.E.

Calendario Francese: Venne adottato nel corso della rivoluzione francese, e comportava un anno di 12 mesi di 30 giorni ciascuno, piu cinque supplementari (sei negli anno bisestili). Ogni giorno si divideva in 10 ore di cento minuti primi, ed ogni minuto in cento secondi. I nomi dei mesi erano decisamente pittoreschi: vendemmiaio, brumaio, frimaio, nevoso, piovoso, ventoso, germile, fiorile, pratile, messidoro, termidoro e fruttidoro. Il C. era di evidente ispirazione anticristiana, e restn in vigore dal 22 settembre 1793 al 31 dicembre 1805, quando si ritornn all’impiego del piu tradizionale calendario gregoriano.

Calendario Greco: Nell’antica Ellade non si ebbe mai un C. unificato, almeno per quanto si riferiva al suo inizio. Era invece comune l’articolazione in 12 mesi, alternativamente di 29 o 30 giorni, a partire dalla fine di giugno. I nomi dei mesi erano: ‘Ecatoubaiwn, Metageitniwn, Bohdromiwn, Pnaneyn, Maimacthriwn, Posidewn, Gamhliwn, ’Andesthriwn, ’Elajhboliwn, Mouniciwn, Qarghliwn e Scirojoriwn. La datazione era molto varia. In Atene era l’anno dell’arconte eponimo, a Sparta quello dell’eforo, altrove quello di vari magistrati o sacerdoti. L’inizio dell’anno era collegato al solstizio d’estate (Atene e Delfi) o d’inverno (Beozia e Delo), oppure agli equinozi. Il mese si suddivideva in tre decadi (mhn iotamenoz, mese iniziante; mhn meswn, a metr; mhn jdinwn, terminante). Premesso che il primo giorno era detto noumhnia (luna nuova) e l’ultimo enh cai nea (vecchio e nuovo), gli altri giorni venivano espressi in rapporto alle tre decadi.

Calendario Gregoriano: Poiché l’anno tropico o solare ha una durata di 365,2422 giorni, con il passare dei secoli il calendario giuliano (v. C. Romano) fine con l’introdurre alcuni giorni in sovrappiu rispetto al corso del Sole, con il risultato di far progressivamente anticipare l’equinozio di primavera. Nel 1582 il calendario giuliano venne riformato da papa Gregorio XIII, grazie alla soppressione immediata di 10 giorni, dal 5 ottobre al 14 ottobre compresi, e con la deliberazione di considerare non bisestili gli anni dei secoli non divisibili per 400. Cose il 1600 c stato bisestile, e non il 1700, il 1800 ed il 1900. L’anno 2000 sarr invece ancora bisestile. Con questo C. si commette pern ancora un piccolo errore, in quanto si immette un giorno in eccesso ogni 3333 anni, giorno che deve essere soppresso. Dopo la riforma gregoriana, non sono mancati tentativi di dare vita a nuovi metodi di computo del tempo. Basti rammentare il calendario rivoluzionario francese (v.) di ispirazione anticristiana, rimasto in vigore dal 22 settembre 1793 al 31 dicembre 1805.

Calendario Indiano: Tutti i sistemi di datazione del tempo elaborati in India presentano notevoli complessitr. Il metodo piu classico comporta la sovrapposizione di un calcolo su base solare con uno di impronta selenica. Nel Rig-Veda (3000 a.C.) si parla del Sole come della ruota dai dodici raggi, con evidente riferimento al corso annuale (Rasi) dell’astro diurno lungo la fascia zodiacale, e si menzionano altrese le 360 divisioni di un cerchio. In opere di poco posteriori pern ci si volge allo studio del percorso lunare, dividendolo in 27 parti, dette naksatra. I mesi venivano pertanto computati da un plenilunio (o novilunio) all’altro, e piu tardi suddiviso in due quindicine. La necessitr di far coincidere la ripartizione solare con le mensilitr lunari portn all’applicazione del concetto di yuga (o grande era) ad un periodo di cinque anni con 62 mesi lunari, grazie al quale era possibile il calcolo contemporaneo delle posizioni dei due maggiori luminari del cielo e dell’inizio , culmine e declino delle stagioni.

Calendario Islamico: Presso tutti i popoli islamici c in uso un C. lunare, che regola l’anno religioso e la vita intima delle famiglie. In Arabia Saudita c adottato anche per fini civili, mentre in Turchia c stato soppiantato del tutto dal C. Gregoriano (v.). Il C. musulmano segna prima di tutto l’inizio dell’era islamica a datare dal giorno dell’inizio del viaggio di Maometto dalla Mecca a Medina: il 16 luglio 622, secondo la datazione occidentale. Questo C. c basato sul mese sinodico, il quale ha una durata di 29,53059 giorni solari medi. L’anno risulta cose composto da 12 mesi di 29 o 30 giorni alternatamente, con una durata complessiva di 354 giorni, piu una frazione di giorno da recuperarsi in un ciclo trentennale. Tale ciclo c composto da 19 anni comuni e da 11 anni bisestili di 355 giorni.

Calendario Massonico: Al contrario dell’alfabeto, il calendario massonico é tuttora impiegato in modo diffuso, presso l’intera Massoneria Universale. Molti sigilli dei Grandi Orienti, compreso quello del Grande Oriente d’Italia, riportano una data di fondazione non corrispondente a quella corrente. Per distinguerle, i Liberi Muratori usano delle sigle, una sorta di codice abbreviato, per cui dopo la data storica comune, per intenderci l’anno dopo Cristo (d.C.), o "Post Cristum natum", viene identificata da "E.V.", ovvero Era Volgare, mentre l’anno massonico viene definito "V.L.", ovvero della Vera Luce, oppure (ma piu raramente) "E.M.", cioc Era Massonica. La data della V.L. c superiore a quella dell’E.V. esattamente di 4000 anni. Vediamone la ragione. Nel Bulletin des Ateliers superieurs del 1937 il Winter scrisse che "un sapiente prelato anglicano, James Usher, nato a Dublino nel 1580, sepolto a Westminster per ordine di Cromwell che ne aveva apprezzato la scienza, scrisse diverse opere, tra cui una "Annales veteris et novi Testamenti" del 1650-1654, che contiene una famosa cronologia biblica. Questa fa risalire al 4004 a.C. la creazione del mondo. A questa data percin, convenzionalmente, si fa riferimento per intendere l’epoca in cui ha inizio la storia del nostro mondo, ovvero l’avvio della Genesi". Sicuramente gli ideatori e fondatori della Massoneria speculativa inglese hanno adottato questa data come anno della creazione, e le obbedienze nate in seguito non hanno fatto altro che imitare la Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Voler datare simbolicamente l’anno riferendosi all’inizio del mondo, non pun che significare la volontr di affermare un’assoluta libertr religiosa, specialmente dalla Chiesa di Roma. Una determinazione comprensibilissima nell’anglicana Inghilterra, e la Libera Muratoria nata in Inghilterra non poteva certo essere da meno. Sarebbe forse piu logico ed opportuno il farlo, se oggi permanesse la validitr di quell’intenzione laica, adottando il periodo giuliano di Joseph Juste Scaliger, un sapiente filologo nato ad Agen nel 1540 e morto a Leyda nel 1609, che fissa questo periodo differenziale in 4713 anni, secondo calcoli precisi basati su regole e logiche ferree. Nel decorso dei secoli sono state molte le varianti apportate, e talvolta adottate, dal calendario popolare. Tentiamo qui di seguito di ricordare quelle piu massonicamente significative: · Sotto l’impero di Carlo Magno, il primo giorno dell’anno veniva considerato il 1° Marzo. · Nel XII secolo la Chiesa impose che l’anno iniziasse col Sabato Santo, vigilia della resurrezione di Cristo, ovvero della Santa Pasqua. · Nel 1564 pern Carlo IX, Re di Svezia, riportn l’inizio dell’anno al 1° Gennaio, e questa convenzione permane valida tuttora in tutto il mondo moderno. · Il calendario repubblicano, nato dalla rivoluzione francese, approvato dalla Convenzione Nazionale del 5 Ottobre 1793, stabiliva con decreto l’inizio dell’anno all’equinozio d’autunno, ovvero alla mezzanotte del 22 Settembre, probabilmente a ricordo della proclamazione della Repubblica francese, avvenuta il 22 Settembre 1792. Questo giorno venne chiamato 1° Vendemmiaio dell’anno 1 della Repubblica. Comunque questo calendario, definito dai piu come decisamente sciovinista, rimase in uso per soli tredici anni, cioc fino al 1° Gennaio 1806, allorché Napoleone lo sacrificn per compiacere la Corte di Roma. In veritr sappiamo ora che la creazione risale ad un periodo ben diverso, secondo teorie o conclusioni di studi peculiari, che anticipa anche di molto tale datazione. Questo anche senza voler considerare le datazioni puramente scientifiche. Ma all’epoca della Costituzione di Anderson (1723) queste erano ignote, e non potevano quindi essere prese in considerazione. Per datare secondo l’Era massonica, occorre considerare che Marzo é il primo mese dell’anno, e quindi Febbraio é l’ultimo, proprio in accordo con le cadenze dello Zodiaco. Infatti al mese di Marzo corrisponde il primo segno dell’Ariete, mentre a Febbraio cade l’ultimo, ovvero quello dei Pesci. A titolo di esempio semplificativo e chiarificatore, sarr sufficiente annotare che: a) il 15 Febbraio 1946 E.V. c, secondo l’Era massonica, il 15° giorno del 12° mese dell’anno 5945 V.L., mentre b) il 10 Luglio 1998 E.V. corrisponde esattamente al 10° giorno del 5° mese dell’anno 5998 V.L. In sintesi, per ottenere la data della Vera Luce muratoria, occorre tener valido il giorno, poi sottrarre il valore "2" al numero corrente del mese considerato (Dicembre = 12 - 2, cioc il 10° mese), considerare che Gennaio e Febbraio sono rispettivamente l’11° ed il 12° mese, ed infine aggiungere 4000 all’anno normale. Da notare che esiste un ulteriore C.M., adottato ed in uso nel Rito di Memphis e Misraim, che c derivato dal Calendario Egizio (v.).

Calendario Maya: In questa cultura il C. era articolato su di un anno (tun) diviso in 18 mesi (uinal) di 20 giorni ciascuno, piu un periodo di altri cinque giorni. Questa forma di C. fu in vigore almeno dal III secolo, e fu opera di astronomi che si servirono dell’osservazione simultanea della Luna e del pianeta Venere, In definitiva esso comporta risultati di datazione complessivamente di poco inferiori, in quanto ad esattezza astronomica, a quelli del calendario occidentale moderno.

Calendario Mesopotanico: In Babilonia ed in Assiria si conservn l’uso sumerico di far iniziare il giorno al calare del sole, ed il mese all’apparire della luna. L’inizio dell’anno coincideva pertanto con il primo plenilunio di primavera. Il numero dei mesi era diversificato presso le varie cittr-stato sumeriche, ma con l’avvento della prima dinastia babilonese, nella prima metr del II millennio a.C., si giunse ad un’unificazione sulla base di 12 mesi lunari di 29-30 giorni non regolarmente alternati. La necessitr di far coincidere l’anno lunare con la durata dell’anno tropico indusse l’introduzione di un mese supplementare, dapprima aggiunto all’ultimo della serie originale e piu tardi intercalato a metr circa dell’anno. I nomi dei mesi babilonesi vennero adottati con varie modifiche da altre culture semitiche, come l’ebraica, la siriaca e l’araba.

Calendario Romano: All’epoca di Numa Pompilio vigeva un C. articolato su un anno di 10 mesi lunari, disarmonico quindi rispetto al corso delle stagioni. Il sovrano provvide allora a trasformarlo il sequenza lunisolare, in cui i mesi, della durata alternata di 29 o 30 giorni, erano 12 negli anni comuni e 13 ogni due anni. Il 13° mese poteva peraltro avere 22 o 23 giorni, alternatamente. Questo C. si strutturava su un periodo di quattro anni, detto tetraeteride, di 365,25 giorni, e si armonizzava pienamente con i tempi solari. Una successiva delibera dei decemviri di aumentarne la durata di un giorno per motivi religiosi, venne pern a creare squilibri di calcolo, tanto che nel 46 d.C. si accumuln una differenza di 90 giorni rispetto al corso del sole. Da quell’anno Giulio Cesare fece istituire un calendario solare, chiamato in suo onore giuliano, in cui l’anno risultava composto di 365 giorni negli anni comuni e di 366 negli anni bisestili, destinati a prodursi ogni quattro anni. La durata media dell’anno rimase dunque fissata in 365,25 giorni, sulla base di quanto Cesare aveva appreso dagli Egizi sulla durata dell’anno tropico. Per quanto riguarda la datazione, i giorni erano stabiliti in rapporto a tre date fisse: Kalendae (1°), Nonae (5° o 7°), Idus (13° o 15°). Per gli anni invece, nel Medioevo si inizin a calcolare gli anni ab urbe condita (fondazione di Roma, 753 a.C.) oppure dal 28.8.284 d.C. (anno dioclezianeo o dei martiri). Nel 537 d.C. una legge giustinianea introdusse l’anno di principato (imperatore o sovrano), mentre l’anno di pontificato entrn nell’uso con Adriano I (781). Ma la piu importante e diffusa fu la datazione dell’era cristiana, denominata post Cristum natum (nascita di Gesu), sistema tuttora in vigore ed adottato in tutto il mondo.

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