apparizioni e rivelazioni,bisogna fare sempre attenzione

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00martedì 1 marzo 2011 15:53
“Private” non perché il destinatario sia uno solo; del resto oggi rimangono “private” per poco tempo; ma “private” in contrapposto a quella “pubblica”, che è quella a cui fa capo la fede; essa è pubblica perché annunciata a tutti, non per via della capacità dei mezzi di comunicazione, ma perché è lo stesso annuncio cristiano. Oggi le ...apparizione hanno una risonanza enorme per via della rapidità della diffusione delle notizie (stampa, radio, Tv), della capacità di organizzazione dei pellegrinaggi, per cui il fenomeno si diffonde rapidissimamente, mentre il giudizio pubblico dell’autorità ecclesiastica è lento: una commissione d’indagine, che esamini per bene la cosa, il pronunciamento e quando arriva la cosa ha già delle proporzioni con le quali bisogna fare i conti, se si vuole essere ecumenici, ecc.”E’ un problema serio. Le rivelazioni private, essendo soggette ad errore umano da parte del soggetto o da parte del segretario del soggetto ricevente, può contenere errori. Benedetto XIV nella sua opera già citata dice che se una rivelazione in un qualche dettaglio non è corretta, non vuol dire che il resto non sia vero. Nelle rivelazioni false lo stato di errore è sistematico, il che non vuol dire che in mezzo agli errori non ci siano delle verità. Si trovano quindi nelle rivelazioni private gli errori correnti sulle scienze fisiche o storiche. S. Francesco Romana afferma d'aver visto un cielo di cristallo tra il cielo delle stelle e l'empireo, e attribuisce l'azzurro colore del firmamento al cielo delle stelle. Vi si riscontrano pure le idee e talora i pregiudizi o i sistemi dei direttori spirituali dei veggenti. Sulla fede de' suoi direttori, S. Coletta credette di vedere che S. Anna s'era maritata tre volte e veniva a visitarla colla numerosa sua famiglia. Qualche volta le sante domenicane e francescane parlano, nelle visioni, conforme al sistema particolare del loro Ordine (Benedetto XIV in De beat., l. III, c. LIII, n. 16 discute un'estasi di S. Caterina da Siena, in cui la SS. Vergine le avrebbe detto di non essere immacolata). Errori storici s'insinuano pure qualche volta nelle rivelazioni. Non suole Dio rivelare le esatte particolarità della vita di Nostro Signore o della SS. Vergine quando siano di scarso vantaggio alla pietà; ora parecchie veggenti, confondendo le pie loro meditazioni colle rivelazioni, danno particolarità, cifre, date, che contraddicono a documenti storici o ad altre rivelazioni. Così, nei vari racconti della Passione, molte minute particolarità narrate nelle visioni sono tra loro contradittorie (per esempio il numero dei colpi ricevuti da Gesù nella flagellazione), oppure opposte ai migliori storici. Santa Giovanna D’Arco avendo chiesto alle voci se sarebbe stata bruciata le venne risposto di rimettersi al Signore che da lui sarebbe stata liberata con grande vittoria. La locuzione non intendeva che non avrebbe subito il martirio, come lei comprese, ma la vittoria nella prova.Suor Maria d’Agreda (1602-1665) vide aprirsi i sette cieli tolemaici per l’evento dell’Incarnazione. Chi fosse partito da quella rivelazione sarebbe rimasto per sempre ancorato ad uno schema astronomico inesatto.Bisogna poi essere certi che non siano intervenute mani redazionali che hanno alterato il tenore originale. Così è avvenuto con Katarina Emmerick (1774-1824) i cui scritti risentono palesemente dell’influsso del redattore.I grandi mistici sono unanimi nell'insegnare che non si deve nè desiderare nè chiedere questi favori straordinari. Non sono infatti mezzi necessari per giungere all'unione divina; anzi, attese le nostre cattive inclinazioni, sono alcune volte piuttosto ostacolo all'unione divina. Il che viene ben dimostrato specialmente da S. Giovanni della Croce, il quale afferma che il desiderio di rivelazioni lede la purità della fede, alimenta una pericolosa curiosità che è poi fonte di illusioni, ingombra la mente di vani fantasmi, indica spesso difetto d'umiltà e di sottomissione a Nostro Signore, che colle pubbliche rivelazioni ci provvide tutto ciò che è necessario a guidarci al cielo. "Alza quindi la voce contro quegli imprudenti direttori che fomentano nelle anime da loro dirette il desiderio delle visioni. "Danno loro mano -- egli dice -- perchè fissino in qualche modo gli occhi sopra di esse; il che è cagione che non camminino nel puro e perfetto spirito di fede. Non le edificano nè le fortificano più nella fede e si prestano a lunghe conversazioni su tali materie, facendo con ciò capire che ne traggono essi qualche profitto e ne fanno gran caso; e le anime quindi fanno altrettanto; rimanendosene in quelle apprensioni e non edificate sulla fede e vuote e nude e staccate da tali cose... Onde nascono per lo meno molte imperfezioni, perchè l'anima non resta più tanto umile, pensando che quelle visioni siano pur qualche cosa e che ella abbia pur qualche bene e che Dio faccia caso di lei, e se ne va contenta e anche un po' sodisfatta di sè; ciò che è contro l'umiltà... Questi confessori, vedendo che le dette anime ricevono tali cose da Dio, le pregano di chiedere a Dio che dica o riveli queste o quelle cose riguardanti loro od altri; e le povere anime lo fanno, pensando che sia lecito il volerlo sapere per quella via... E la verità è che Dio non gradisce nè vuole tal cosa"
La Salita al Carmelo, l. II, c. XVI, n. 2, 3, 5. (alias XVIII).
Una rivelazione può essere inconsapevolmente alterata dal veggente stesso nel momento in cui cerca di spiegarla, o, più spesso ancora, dai suoi segretari. S. Brigida confessa lei stessa che ritoccava qualche volta le sue rivelazioni per spiegarle meglio, spiegazioni che non sempre vanno esenti da errori. Si ammette oggi che i segretari che scrissero le rivelazioni di Maria d'Agreda, di Caterina Emmerich e di Maria Lataste, le ritoccarono e non si sa fino a qual segno. Ecco ciò che scrive S. Teresa: "Si tratti di persone inferme o di sane, vi è sempre da temere in queste cose, finchè non si sia bene conosciuto lo spirito. E dico che a principio è sempre meglio allontanarle; perchè se vengono da Dio, ciò serve maggiormente per andare avanti e crescono anzi quando sono provate. La cosa è così; ma si badi a non importunar troppo l'anima e inquietarla, perchè veramente lei non può far di più". S. Giovanni della Croce è ancora più energico; dopo aver indicato i sei principali inconvenienti che ne verrebbero dal far buona accoglienza a queste visioni, aggiunge: "Gode assai il demonio quando un'anima è facile ad ammettere rivelazioni e la vede ad esse inclinata; perchè ha allora molta occasione e modo di insinuare errori e derogare in ciò che gli è possibile alla fede; perchè, come dissi, grande indelicatezza rispetto alla fede entra nell'anima che le cerca e talora anche forti tentazioni e sconvenienze. Accade a certe persone (e so che è vero, avendomelo esse comunicato, e non tre o quattro ma molte) di aver la fantasia così debole o l'intelletto così efficace o non so che altro, che si fissano talmente nell'immaginazione da credere di veder veramente tutto ciò che pensano". Castello, Mansione sesta, c. IX, n. 9 (versione italiana, p. 305). Castello, Mansione sesta, c. III, n. 3 (versione italiana, p. 286). Salita del Monte Carmelo, l. II, c. X, n. 10 (alias c. XI)
Per tutte queste ragioni, non c'è prudenza che basti nell'esame delle rivelazioni private.


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