Re: Re: Re:
ecco un saggio sui testi sacri Indù:
IL SOSTEGNO DI CUI AVETE BISOGNO
Oggi tutte le sofferenze dell'uomo possono ricondursi al suo falso senso dei valori. Ci sono cose che cronologicamente devono venire per prime: prima si deve capire Se Stessi, e solo dopo si possono aiutare gli altri. Al giorno d' oggi la gente comincia ad aiutare gli altri a percorrere il sentiero spirituale senza averlo prima percorso essa stessa. Così capita che sia la guida che il discepolo cadano nel fosso. Prima 'fate servizio' a voi stessi, il che significa: capite chi siete, dove state andando, da dove provenite e qual è lo scopo del vostro viaggio. Solo dopo aver trovato le risposte a queste domande dalle Sacre Scritture, dai Saggi e dalla propria indiscutibile esperienza ci si può azzardare a guidare gli altri. La dualità è sempre alla base della tristezza e del dolore. La gente non è allenata a riconoscere il vero dal falso, il temporaneo dall' eterno, il giusto dallo sbagliato, ciò che è socialmente benefico da ciò che invece apporta danno alla società. Così vecchie abitudini e maniere vengono liquidate semplicemente perché sono vecchie, e si adottano nuove abitudini solo perché sono di moda. Il tempo è un buon collaudatore: le cose che hanno resistito per secoli alle critiche ed ai colpi inferti dalle molte culture straniere, o alle attrazioni di strani capricci, devono avere un nucleo essenziale di verità e validità. La mente ha un suo modo di venir attratta dalle cose passeggere. Ecco perché ogni capitolo della Gita viene chiamato 'Yoga', a cominciare dal Vishaadayoga per finire con il Mok-shasanyaasayoga. La parola 'yoga' viene usata per enfatizzare l'importanza del Chiththa-vriththi- nirodha (il sopraggiungere delle agitazioni della mente). Le acque della mente (maanasa-sarovara) non sono mai calme, solo raramente esse sono tranquille. Il minimo tremito nell'aria influisce sulla superficie e crea una serie di increspature che richiedono molto tempo a scomparire. Anche la mente viene mossa dagli oggetti del mondo esterno e dalle impressioni che essi imprimono ai sensi interiori. La mente viene o disgustata dagli oggetti o attratta da essi. Questo disturba l'equanimità; la dualità è sempre alla base della tristezza e del dolore. La tristezza è la momentanea assenza di gioia; la gioia è la temporanea sparizione della tristezza. Entrambe non sono durature, fatta eccezione per gioia quando essa viene conquistata tramite mezzi spirituali.
Le assicurazioni della Ghita all'umanità
Come si ottiene lo yoga? Arrendendosi a Dio, dedicandoGli ogni parola, ogni pensiero ed ogni azione, annullando la propria volontà nella Sua, dando avvio ad ogni e qualsiasi attività solo se Egli lo suggerisce, eseguendo ogni azione solo sotto la Sua direzione ed abbandonandone tutte le conseguenze al Suo Piano [Divino]. "Rinunciate ad ogni concetto di 'giusto' o 'sbagliato' ed arrendetevi a Me. Io vi salverò dalla caduta e vi difenderò dal dolore": questo è ciò che viene assicurato nella Bhagavad Gita, questo è il sostegno di cui avete bisogno. La resa 'accade' solo dopo aver conquistato la perfezione del distacco dai piaceri sensuali, accompagnata dalla discriminazione fra il reale e l'illusorio. Le corruzione dell' 'io' e del 'mio' devono venir rimosse da una pratica spirituale rigorosa (Sadhana), in testa alla quale è la ripetizione del Nome Supremo (Namasmarana), perché quando dimorate nel Nome del Signore la Sua Maestà, la Sua Grazia, la Sua Potenza e la Sua Onnipervadenza si fissano nella vostra coscienza e le capacità e le possibilità personali vengono eclissate nel Divino. Allora l'umiltà aumenta e la resa è possibile senza troppe difficoltà. Questo è il vero e proprio scopo dell'esistenza umana: vedere Dio e fondersi con la Sua Gloria. Tutte le altre vittorie sono inutili. I Veda dichiarano che questa è la meta finale dell'uomo. Le Upanishad definiscono il sentiero, e la Ghita lo illumina. I Santi ed i Saggi ne proclamano la grandezza. Gli Avatar discendono quando la gente devia dal sentiero e si perde nel deserto e negli sprechi.
dal discorso di Swami Satya Narajana del 1967
a me pare molto simile in alcuni tratti alle stesse parole di Gesù quando disse ai Suoi: sarete miei amici se farete quello che vi dico.
ma anche alcune parabole circa il non affannarsi per le cose della vita che passano e ciò coinciderebbe con il significato del messaggio di mediugorjie del 25 gennaio 2007.
dove è in realtà l'inganno in questo saggio sulla Bagavad Ghita?
cioè, se queste parole sono un compendio di saggezza vedica antica, molto simile e perfino interpretativa degli stessi insegnament di Gesù, perchè allora declassarla o demonizzarla in nome della teologia cristiana, presumendo così superbamente che tutti i testi sacri prima della bibbia siano ingannevoli?
cioè praticamente il caro amico rpp potrebbe persino aver ragione a questo punto come se Dio avesse tenuto all'oscuro tutti fino all'srrivo di Gesù. Ma non può essere così negativa la visione del cristiano sulla storia prima di Cristo.
credo che bisogna rivedere la storia della filosofia antica e non correre subito alla conclusione che i cristiani di oggi conoscono tutta la verità mentre gli altri no, spero non sia così il loro pensiero, perchè un tale ragionamento è una vera e propria menzogna fatta passare per dogma indiscutibile.
non posso, cari amci, accettare un ragionamento cristiano che vede gli altri fuori dalla verità solo perchè non sottoscrivono la dottrina. Non posso e non chiedetemelo, cadrei nella presunzione e nella superbia.
Scritto da: BAGAVAN 15/02/2007 23.35
ritengo inoltre che a questo punto il Forum è divenuto molto interessante e se resto è perchè si è capito i messaggi forti che gli utenti a modo loro propongono.
ora credo che si possa pensare ad una svolta nel forum ma necessita una o più cbiavi interretative della Sacra Scrittura, se la si vuole capire meglio.
per esempio un analisi del contesto storico
una analisi del metodo di insegnamento
una visione profetica da vedersi nel conteso biblico generale e non a compartimenti stagni, come se i profeti si fossero divisi su tutto il significato dell'alleanza tra Dio e l'Uomo, per cui le conseguenze dell'interpretazione ambigua sulla venuta del messia sono state il rifiuto stesso dei farisei nei confronti di gesù.
ecco, propongo una visione biblica che veda Gesù come un rabbi che ha affermato di se stesso di essere un tutt'uno col Padre, come del resto lo era Mosè in senso prifetico, infatti in Numeri capit 11, Dio prese lo Spirito che era in Mosè e lo comunicò ai 70 anziani riuniti nella tenda del convegno e a Eldad e Medad fuori dall'accampamento.
l'idea era di Ietro, cioè quella di formare un consiglio di saggi e a piacque a Dio la proposta e disse a Mosè di costruire una tenda dove riunire i 70 saggi di Israele e di estrapolarne l'insegnamento autorevole anche attraverso Eldad e Medad, infatti mosè li autorizzò a profetare fuori dalla tenda, segno che non vi sono mura o ghetti o barriere nei confronti dello Spirito ed esso dai 4 venti ispira tutti coloro che ascoltano Dio e ne sono uniti intimamente in modo profetico.
Gesù disse che Lo Spirito, anche se noi non sapessimo cosa dire, in quel momento sapremmo certo come rispondere della nostra comunione con Dio senza neppure avere la laurea o il diploma o altro, questo è anche lo Spirito con cui Platone faceva dire a Socrate: so di non sapere, cioè non è la mente che parla e che gusta la conoscenza, ma l'anima che in cui Spirito profetizza, ovviamente non certo futili oroscopi. Questa comunione profetica con lo Spirito è ciò che io chiamo non dualità con Dio, perchè non siamo più noi a vivere in quel momento ma Dio vive in noi.
non per volere di carne né per volere di uomo ma per lo Spirito stesso dell'anima che vive la meravigliosa esperienza della conoscenza di se stessa come Dio la conosce e la meravigliosa visione di se stessa come Dio la vede; questa ritengo sia l'epifania della Comunione dell'Uomo-Dio operata da Gesù e da Lui promossa in tutti noi.
Egli infatti sulla croce distrusse l'inimicizia tra noi e Dio distruggendo altresì la dualità dell'Uomo, e ciò non lo si opponga in antitesi con la visione trascendentale dello Yoga e di altre tecniche in cui il superconscio è stato sviluppato in una bellissima auto-analisi davvero molto approfondita, onesta e sincera, oserei dire profetica, pari alla visione che si ha di se stessi come non dualistici con Dio.