Damaso I (Guimarães o Idanha-a-Velha, 305 ca. – Roma, 11 dicembre 384) fu il 37° papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Regnò dal 1º ottobre 366 alla sua morte[1].
proclamo'il dogma della trinita'
Dio è uno e trino
Ha assunto la forma di dogma durante il concilio di Costantinopoli del 381. Dio è uno solo in tre persone: Dio-Padre, Dio-Figlio e Dio-Spirito Santo. Le persone divine sono distinte tra loro, ma la loro distinzione non divide l’Unità divina.
grande papa che condanno' l'eresie
In un periodo piuttosto burrascoso per il cristianesimo, Damaso difese con vigore l'ortodossia cattolica. In due sinodi romani (368 e 369) condannò fermamente l'apollinarismo e il macedonianismo; inviò i suoi legati al Concilio di Costantinopoli (381), convocato contro le suddette eresie. Nel sinodo romano del 369 (o del 370) scomunicò Aussenzio, il vescovo ariano di Milano che, comunque, mantenne la sede fino alla sua morte, nel 374, quando fu sostituito da Ambrogio.
Priscilliano, scomunicato come eretico dal Sinodo di Saragozza (380) si appellò invano a Damaso. Fu Damaso che invitò san Girolamo ad intraprendere la sua famosa revisione delle antiche versioni latine della Bibbia (Vulgata). San Girolamo fu anche suo segretario privato per qualche tempo (Epistola cxxiii, n. 10). Grazie al suo impegno, la Chiesa orientale, nella persona di Basilio di Cesarea, ne implorò l'aiuto e l'incoraggiamento contro il trionfante arianesimo; tuttavia, il papa nutrì sempre dei sospetti nei confronti del grande Dottore di Cappadocia. Sulla questione dello scisma meleziano ad Antiochia di Siria, Damaso, con Atanasio e Pietro (che ospitò a Roma durante il suo esilio) parteggiò per la fazione di Paolino, considerato più rappresentativo dell'ortodossia di Nicea; alla morte di Melezio, Damaso cercò di assicurare la successione a Paolino (Socrate Scolastico, Historia Ecclesistica, V, xv).
Il pontefice sostenne, inoltre, l'appello dei senatori cristiani all'Imperatore Graziano per la rimozione dell'altare della Vittoria dal Senato (Ambrogio, Epistola xvii, n. 10) e sotto il suo pontificato fu emanato il famoso Editto di Tessalonica di Teodosio I, (27 febbraio 380) che proclamava religione ufficiale dello Stato romano la dottrina di cui Damaso era il capo supremo
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