vandea per non dimenticare

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hhh.
00martedì 6 ottobre 2009 00:23
si puo' considerare la storia della vandea una inquisizione anti-cattolica dove furono massacrati dalla massoneria giacobina rivoluzionaria.


Dopo la Rivoluzione francese, in Vandea scoppiarono le guerre di Vandea, una serie di guerre civili iniziate nel 1793 con l'insurrezione degli abitanti della Vandea e di altri dipartimenti confinanti, che erano particolarmente cattolici e anti-rivoluzionari, e che si scontrarono contro la neonata repubblica fino alla Restaurazione avvenuta nel 1815.




« Quando il governo viola i diritti del popolo, per il popolo e per ogni parte del popolo, l’insurrezione è il più sacro di tutti i diritti e il più indispensabile di tutti i doveri. »
(Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino




it.wikipedia.org/wiki/Guerre_di_Vandea




hhh.
00martedì 6 ottobre 2009 17:51
genocidio vandeano dimenticato
repressione compiuta tra l'estate del 1793 e la primavera del 1794 - ad opera delle truppe repubblicane regolari e da reparti di volontari - fu particolarmente feroce e costituirebbe, a giudizio di alcuni storici, il primo genocidio della storia


i vandeani iniziarono la rivolta solo dopo che il governo attuò misure repressive per il clero e aumentò le tasse per poter sostenere militari causate dall'aggressiva politica estera attuata in quegli anni e ricostruire la Francia, ancora provata dalla rivoluzione e dalle guerre.

I primi testi che trattarono quest'argomento, furono le memorie di alcuni dei protagonisti o di persone vicine ad essi, per i vandeani: la signora La Rochejaquelein, Poirier de Beauvais, Joseph de Puisaye,[3] la signora Sapinaud de La Rairie;[4] e per i repubblicani: Grouchy, Kléber,[5] René-Pierre Choudieu,[6] Turreau,[7] Dumas[8] etc. Il più famoso tra questi, sono le memorie della signora La Rochejaquelein,[9] vedova di Louis Marie de Lescure e in seguito di Louis de La Rochejaquelein, che essendo vedova di due tra i più importanti generali dell'Esercito cattolico e reale, visse in prima persona tutte le guerre di Vandea, che descrive come una rivolta spontanea dei contadini per difendere il loro re e la loro Chiesa.

La Vandea è un dipartimento della Francia occidentale

il nord-ovest delle Deux-Sèvres. In essa la fede cattolica era particolarmente radicata, soprattutto grazie alla predicazione del sacerdote san Luigi Maria Grignion da Montfort (1673-1716) che promosse in modo particolare il culto mariano e la devozione per il Sacro Cuore di Gesù e Maria, che infatti verrà adottato come simbolo dell'armata vandeana, oltre che della stessa Vandea.[10]
Nel novembre 1789, l'Assemblea Nazionale Costituente confiscò i beni ecclesiastici, trasformandoli in beni nazionali, per garantire l'emissione di assegnati. Questa decisione privò il clero dei mezzi finanziari che gli avevano permesso di adempiere ai suoi tradizionali compiti d'assistenza alla popolazione povera. Prima della rivoluzione, infatti, questi beni erano gestiti dal clero che li metteva a disposizione delle comunità contadine o in generale dei cittadini meno abbienti, vendendoli questi passarono a privati che li utilizzarono per scopi personali.

12 luglio 1790, l'Assemblea approvò la Costituzione civile del clero. Le diocesi vennero ridotte da 130 a 83, facendole coincidere con i dipartimenti, parroci e vescovi divennero a tutti gli effetti funzionari pubblici stipendiati dallo stato e, in quanto tali, tenuti a prestare giuramento alla costituzione. Il decreto d'attuazione, approvato il 27 novembre e firmato dal Re il 26 dicembre 1790, diede agli ecclesiastici che esercitavano funzioni pubbliche due mesi di tempo per giurare fedeltà alla costituzione. La Costituzione civile del clero e il giuramento furono rifiutati da molti ecclesiastici, detti per questo "refrattari", che vi vedevano una deviazione dalla fede cattolica. Il 10 marzo 1791 papa Pio VI si pronunciò contro la costituzione civile con l'enciclica Quod aliquandum e il mese successivo, con l'enciclica Charitas quae, sospese a divinis tutti i sacerdoti e vescovi "costituzionali" (ossia coloro che avevano giurato fedeltà alla costituzione) e tutti quei vescovi consacrati dagli stessi.In questo contesto, l'Assemblea legislativa approvò, nel novembre 1791 e il 27 maggio 1792, due decreti repressivi nei confronti dei preti refrattari. Nel primo si proibì l'esercizio del proprio ministero, nel secondo venne prevista la deportazione dalla Francia di qualsiasi sacerdote refrattario, purché fosse supportata dalla domanda di almeno venti cittadini. Obbligati a nascondersi per evitare la deportazione nella Guyana francese, molti preti refrattari celebrarono Messe clandestine, protetti dalla popolazione. Nonostante questi provvedimenti, il clero costituzionale non riuscì ad imporsi nell'Ovest, complessivamente il 75% degli ecclesiastici della regione rifiutò il giuramento.[12]

Nella prima settimana di marzo, iniziarono le prime rivolte in Bretagna e in altri comuni della "Vandea Militare", dove ogni città insorgeva spontaneamente senza che vi fosse alcun tipo di organizzazione.

L'11 marzo il sindaco di Machecoul per fermare l'insurrezione ordinò l'esecuzione sommaria di 500 insorti. Dopo questo avvenimento, i vandeani decisero di eleggere un capo e di organizzarsi.
In quel momento l'esercito vandeano arrivò a contare più di 35.000 uomini.

Il 4 aprile tutti i capi vandeani si riunirono a Chemillé dove decisero di organizzare i loro eserciti, formando così l'Esercito cattolico e reale, aumentando notevolmente il numero di uomini al loro seguito.

L'esercito insorto è poco centralizzato, mal equipaggiato (tre uomini su quattro non avevano fucili prima dell'attacco di Chalonnes e la maggior parte delle armi e munizioni era sottratta ai soldati repubblicani morti) e in parte non permanente: alcuni contadini infatti tornavano nelle loro terre appena potevano dopo i combattimenti. La popolazione insorta era divisa in tre gruppi: i primi due erano costituiti dagli uomini abili al combattimento (dai 13 anni in su), il terzo invece era costituito dai "non combattenti" cioè vecchi, donne e bambini (sotto i 13 anni). Il primo gruppo si occupava della difesa del territorio e la protezione dei non combattenti, in caso di attacco repubblicano, infatti, faceva disperdere la popolazione nelle campagne e copriva la loro "ritirata", preparando per rallentare l'avanzata repubblicana trappole come carri rotti, alberi abbattuti e simili, e si muoveva sfruttando le protezioni naturali offerte dalla Loira e dai boschi vicini. Il secondo gruppo invece era l'esercito vero e proprio che si spostava negli altri comuni per conquistarli o per aiutare quelle città già insorte a sconfiggere la Guardia Nazionale o l'esercito repubblicano, qualora fosse intervenuto. Infine il terzo gruppo, cioè i non combattenti, badava al bestiame e coltivava la terra e, in caso di necessità, prendeva le armi per difendersi.

Nei giorni seguenti l'esercito arrivato a Fougères, perquisì tutte le case della città massacrando chiunque non era riuscito a fuggire il giorno della battaglia. Non venne risparmiato neanche l'ospedale della città e i malati che conteneva, molti dei quali non erano vandeani. Secondo quanto prevedeva un decreto della Convenzione: «Qualsiasi città della Repubblica che cadrà in mano ai briganti o che darà loro aiuto, sarà punita come città ribelle. Di conseguenza, sarà incendiata ed i beni degli abitanti saranno confiscati a profitto della Repubblica»,[21] Fougères doveva essere incendiata per essere caduta in mano vandeana il giorno precedente, ma i danni causati dall'esercito repubblicano erano tali che la città aveva già ottenuto la sua "punizione".I vandeani comandati da Fleuriot, Lyrot e Marigny, comandante di artiglieria, entrarono a Savenay il 22 dicembre, quasi senza combattere, quindi fecero evacuare la popolazione della città e si barricarono in attesa dello scontro con l'esercito repubblicano che li aveva quasi raggiunti. La battaglia scoppiò il giorno successivo: nonostante l'inferiorità numerica i vandeani furono i primi ad attaccare, cosa che prese di sorpresa i repubblicani e per questo subirono molte perdite, questi però ripresero rapidamente il controllo della situazione e con poca difficoltà costrinsero i vandeani alla ritirata. Nel rapporto che inviò al Comitato di salute pubblica il 23 dicembre a seguito della battaglia di Savenay, François Joseph Westermann scrisse:

«Cittadini repubblicani, non c'è più nessuna Vandea! È morta sotto la nostra sciabola libera, con le sue donne e i suoi bambini. L'abbiamo appena sepolta nelle paludi e nei boschi di Savenay. Secondo gli ordini che mi avete dato, ho schiacciato i bambini sotto gli zoccoli dei cavalli e massacrato le donne, così che, almeno quelle, non partoriranno più briganti. Non ho un solo prigioniero da rimproverarmi. Li ho sterminati tutti [...] le strade sono seminate di cadaveri. Le fucilazioni continuano incessantemente a Savenay, poiché arrivano sempre dei briganti che pretendono di liberare i prigionieri».[22]

Tra il novembre e il dicembre 1793, vennero ghigliottinate 144 persone con l'accusa di essere complici dei vandeani e vennero fucilati 2.600 vandeani (con una media di 200 fucilazioni al giorno); nonostante tutto le fucilazioni non bastavano e il pericolo di un'epidemia si faceva sempre più alto, Carrier pensò, allora, di trovare un metodo più rapido per giustiziare in massa i condannati, così creò le cosiddette "Noyades" (in italiano "annegamenti"): i condannati venivano legati per le mani e per i piedi e fatti salire su alcune barche, che si posizionavano al centro della Loira. A quel punto gli uomini della Compagnia Marat procuravano delle falle sotto la linea di galleggiamento e in tal modo la barca affondava, portando con sé i condannati. Quelli che riuscivano a galleggiare, o che riuscivano a liberarsi, venivano uccisi a colpi di lancia.

Un testimone del processo di Carrier, Guillaume-François Laennec (figlio di René Laennec) affermò:

«All'inizio gli annegamenti si facevano di notte, ma il Comitato Rivoluzionario non tardò a familiarizzarsi con il crimine; diventò più crudele e da questo momento gli annegamenti si fecero in pieno giorno [...] All'inizio gli individui venivano annegati con i loro abiti, ma in seguito il Comitato, spinto dall'avidità e dalla raffinatezza della crudeltà, spogliava dei vestiti quelli che voleva immolare alle diverse passioni che l'animavano. Bisogna anche che vi parli del "matrimonio repubblicano", che consisteva nel legare insieme, sotto le ascelle, un giovane e una giovane completamente nudi e precipitarli così nelle acque [...]».[25]

La prima "noyade" avvenne nella notte tra il 16 e il 17 novembre 1793, le vittime furono 90 sacerdoti che facevano parte di un gruppo di preti refrattari che per l'eccessiva anzianità o per problemi fisici non poterono essere mandati in Guyana e venivano spostati di continuo da un carcere all'altro di Nantes, Carrier ordinò quindi di ucciderli di nascosto utilizzando il nuovo metodo da lui inventato, morirono tutti annegati tranne quattro che riuscirono a liberarsi, di questi però tre vennero subito uccisi dagli uomini della Campagnia Marat mentre l'ultimo superstite riuscì a mettersi in salvo grazie ad una barca di pescatori che passava lì vicino. Di quel gruppo rimasero 58 preti refrattari che non ebbero sorte diversa da quella dei loro confratelli, Carrier infatti ordinò che: «Bisogna buttare in acqua questa gentaglia» così tra la notte del 9 e del 10 dicembre si compì la seconda noyade e nel rapporto che inviò alla Convenzione, concluse ironicamente: «Che torrente rivoluzionario è la Loira!».[26] Le "noyades" continuarono fino al febbraio 1794, non vennero risparmiate neanche le donne e bambini, che venivano legati insieme alle loro madri, questi erano infatti i familiari che seguivano i soldati vandeani dalla Virée de Galerne.

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