x tutti i tradizionalisti

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hhh.
00mercoledì 22 luglio 2009 16:45
io in mia coscenza ho scelto da molti anni di seguire una vita cattolica con la messa tridentina,la messa tridentina e' uno strumento importantissimo per la salvezza di tutti i fedeli,uno strumento di dio ma come diceva s. agostino portare lo srumento nella mano e non nel cuore,nella mano per poi usarlo e posarlo e non nel cuore per non farci tiranneggiare.
io sono consapevole della crisi post conciliare della chiesa cattolica ma Chi pretende di sapere tutto di tutto e di avere la certezza e l’evidenza di come stiano realmente le cose, sbaglia specialmente in una situazione di oscurità e di incertezza come l’attuale, che non ha avuto eguali in tutta la storia della Chiesa, inoltre il fedele tradizionalista corre il pericolo(credendo di stare in un strada perfetta di non capire quando sbaglia e ravvedersi)
in una situazione dove vede nemici in ogni luogo.
su questa situazione mi sembra di vedere un passo del vangelo


la paraola del fariseo e del pubblicano







+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.

Parola del Signore

io in questa parabola vedo il tradizionalista come il fariseo,credendosi di stare su una strada perfetta ,non vedendo i suoi errori qundo torna a casa corre il rischio di non essere giustificato.mentre chi va al nom,noi per perfezione di logica pensiamo che tutti i modernisti sia peccatore ma non sappiamo in cuor loro come aggiscono e magari tornando a casa saranno giustificati.
quando nel nostro ambiente dovremmo tenere sempre in mente queste parole.


chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.


non dobbiamo scordarci che molti fedeli che vanno al nom e magari sbagliano forma di alcune procedimenti lo fanno non in piena avvertenza,invece noi pensiamo piu' a difenderci e trattare altri fedeli o minacciarli di peccato mortale, di dannazione, di aver cambiato irreversibilmente campo.
non confondiamo i fedeli in buona fede con sacerdoti e fedeli posconciliari che vorrebbero una chiesa ancora piu' aperta e in contrasto con le verita' rivelate da nostro signore.
noi certe volte parliamo ad altri fedeli come se parlassimo con noi stessi ,infuriandoci se altri non capiscono,io non mi stanchero' mai di postare queste parole

S. Ignazio da Loyola negli “Esercizi Spirituali” (n°318) ([3]) scrive che in tempi di confusione non si deve cambiare proposito di agire, ma restar fermi e fare come prima senza pretendere di vederci chiaro, poiché “nel torbido pesca il demonio”. Quindi nei casi di oscurità, aridità, desolazione, ‘notti dei sensi e dello spirito’, occorre andare avanti come prima, anche senza vedere, anzi ci si deve accontentare di non aver lumi, poiché Dio permette tale oscurità per purificare l’anima dei suoi fedeli, spingendoli ad una maggior fiducia in Lui che non in se stessi e a “sperare contro la speranza”, senza vedere nell’inevidenza (quod repugnat). Anche s. Teresa d’Avila e s. Giovanni della Croce insegnano la stessa dottrina, che è comune in teologia ascetica e mistica.





e invitare tutti i tradizionalisti a vivere in questo modo,senza spingersi a parlare di teologia,tesi,e concili vari con insistenza,quando un'altro fedele non ha la cultura nel capire e non tutti sono tenuti a vivere la messa tridentina e neanche giusto accusare loro di essere fedeli di serie b ,perche' solo cristo puo' leggere nei nostri cuori ,ricordandoci la Parabola del fariseo e del pubblicano e ricordandoci


chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato
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