06 luglio 2012
Roma - Confermata, dalla Cassazione, la responsabilità dei vertici della polizia alla catena di comando a Genova, il 22 luglio del 2001, la notte del pestaggio e dell’arresto illegale dei no-global alloggiati alla scuola Diaz durante il G8.
Diciassette i dirigenti che escono compromessi da questo esito processuale che comporta anche la sanzione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni che si ripercuoterà sulla carriera professionale dei poliziotti di rango perché si apriranno i procedimenti disciplinari finora congelati in attesa del verdetto.
È stata così sostanzialmente confermata, nella parte più rilevante, quella relativa alla catena di comando, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Genova il 18 maggio del 2010.
Tra i “big” condannati, per aver firmato i verbali falsi che giustificavano il blitz violento accusando le vittime di aver opposto resistenza accoltellando un agente e nascondendo molotov, ci sono il capo dell’anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), il capo del Servizio centrale operativo Gilberto Caldarozzi (3 anni e 8 mesi), e il capo del dipartimento analisi dell’Aisi Giovanni Luperi (4 anni).
Gli altri dirigenti con condanna irrevocabile a tre anni e otto mesi sono Filippo Ferri, Massimiliano Di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi, Salvatore Gava e Pietro Troiani.
Uno sconto di pena ci sarà per l’ex capo della mobile Vincenzo Canterini - ora in pensione - che aveva avuto la pena più alta, cinque anni, dalla quale si dovrà sottrarre la condanna per lesioni ma non per il falso. Per tutti loro si profila una sostituzione nell’incarico.
Dopo undici anni di attesa, le vittime - 63 i feriti, molti in maniera grave e permanente come il giornalista inglese Mark Covell, 93 gli arrestati in modo illegale rimasti in carcere tre giorni senza poter comunicare con nessuno - hanno ottenuto il via libero definitivo al diritto al risarcimento contro il quale si era battuta l’Avvocatura dello Stato.
La Suprema Corte, invece, ha dichiarato prescritte le condanne a tre anni di reclusione (comunque coperti dal condono) per otto cosiddetti “pesci piccoli”, i caposquadra del settimo reparto della celere di Roma, accusati di lesioni. La decisione ha come effetto il venir meno della sanzione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni, Fabrizio Ledoti, Pietro Stranieri, Vincenzo Compagnone.
Per Massimo Nucera e Maurizio Panzieri è stata rideterminata al ribasso - da tre anni e otto mesi a tre anni e cinque mesi - la condanna per la messinscena dell’accoltellamento.
Il ministro Cancellieri: «Una sentenza da rispettare»
«La sentenza della Corte di Cassazione di oggi va rispettata come tutte le decisioni della Magistratura. Il ministero dell’Interno ottempererà a quanto disposto dalla Suprema Corte». Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.
«La sentenza della Cassazione - ha aggiunto il ministro dell’Interno - mette la parola fine a una vicenda dolorosa che ha segnato tante vite umane in questi 11 anni». «Questo non significa che ora si debba dimenticare. Anzi - ha detto ancora il ministro Cancellieri - il caso della Diaz deve restare nella memoria. Ma proprio le definitive parole dei giudici ci devono spingere a guardare avanti sicuri che le Forze di Polizia sono per i cittadini italiani una garanzia per la sicurezza e per la democrazia». «Del resto - conclude - nessuno può dimenticare l’attività quotidiana di tante donne e uomini della Polizia che, con dedizione, professionalità e coraggio, lavorano al servizio dello Stato per il bene di tutti».
Manganelli: «Massimo impegno per migliorare»
La Polizia «accoglie la sentenza della magistratura con il massimo dovuto rispetto e ribadisce l’impegno a proseguire nel costante miglioramento del percorso formativo relativo al complesso campo dell’ordine e della sicurezza pubblica», queste le parole del capo della polizia, Antonio Manganelli dopo la sentenza sulla Diaz.
Manganelli, inoltre, esprime «apprezzamento e orgoglio per la maturità, l’onestà, la dedizione e l’entusiasmo con cui quotidianamente il paese viene servito dalle donne e dagli uomini delle forze di polizia».
I difensori dei no-global
«Giustizia è fatta: ci sono voluti 11 anni per arrivare a questo verdetto e la Cassazione è stata coraggiosa. Mai, nelle democrazie occidentali, si è arrivati ad una condanna per funzionari della Polizia di così alto livello», così l’avvocato Emanuele Tambuscio, legale di alcuni no-global picchiati alla Diaz, ha commentato il verdetto della Suprema Corte.
E l’avvocato Francesco Romeo, un altro difensore di alcune vittime del pestaggio alla Diaz, ha commentato: «La catena di comando è stata condannata e questo è un grande risultato, rimane però il dato di fatto che quella notte alla scuola Diaz è stata una pagina nera per la democrazia italiana e il Parlamento non ha nemmeno fatto una Commissione di inchiesta per individuare le responsabilità politiche».
Gli avvocati di parte civile
«Quando gli odierni condannati furono rinviati a giudizio, nel 2004, dichiarai alla stampa che noi, avvocati di parte civile, avremmo fatto sì che gli indizi a loro carico si trasformassero in sentenze di condanna. Abbiamo completato il nostro lavoro»: questo il commento dell’avvocato Riccardo Passeggi, uno degli avvocati di parte civile.
Il legale di Canterini
Ironica la dichiarazione dell’avvocato genovese Silvio Romanelli, difensore di Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma, del vice questore aggiunto del primo reparto mobile di Roma, Michelangelo Fournier e dei capisquadra del settimo reparto mobile. Romanelli ha voluto commentare in questi termini: «Come disse il mugnaio tedesco, “ci sarà un giudice a Berlino?”, e non fu assolto, così io dico: “non c’è un giudice neanche a Roma”».
Heidi Giuliani: «Giustizia incompleta»
La sentenza della Cassazione, che ha confermato le condanne per falso dei vertici della polizia coinvolti nel pestaggio e negli arresti illegali dei no-global alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001, dimostra che «la giustizia c’è benchè incompleta». Lo ha detto Heidi Giuliani, madre di Carlo ucciso durante il G8. «In verità le responsabilità sono più ampie - ha aggiunto Giuliani - e penso all’assoluzione dell’allora capo della polizia e al mancato processo per la morte di mio figlio».
Vendola: «Dissolta la nube tossica»
«La nube tossica che per 11 anni ha coperto la mattanza alla Diaz si è dissolta», afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà.
«La Cassazione ci dice, con sentenza definitiva - prosegue il leader di Sel - che a Genova nel luglio 2001 i tutori della legge si trasformarono in carnefici di ragazzini. Per me, lo dico con viva emozione, è un raggio di verità e giustizia che illumina una pagina buia della storia italiana».
Della Seta e Ferrante (Pd): «Ora la commissione d’inchiesta»
«È una buona notizia la conferma delle condanne e l’interdizione dai pubblici uffici dei funzionari di polizia che nel 2001 ordinarono e consentirono il massacro alla scuola Diaz», lo dichiarano i senatori del Partito democratico, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante che ricordano di aver da tempo sollecitato a Palazzo Madama la costituzione di una Commissione di inchiesta sui fatti di Genova.
«Ora che la giustizia penale ha detto l’ultima parola sulle responsabilità esecutive di quei gravissimi eventi - proseguono gli esponenti pd - è auspicabile che il Parlamento, come proposto da più parti, promuova una commissione di inchiesta per fare luce sulle responsabilità politiche».
Festa in piazza a Roma
Decine di persone hanno celebrato con un concerto in piazza Trilussa, nel quartiere di Trastevere, a Roma, la sentenza della Cassazione che ha confermato definitivamente le condanne per falso ai vertici della polizia coinvolti nel pestaggio e negli arresti illegali dei No Global alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001.
La manifestazione, organizzata nell’ambito della campagna “10X100 anni di carcere”, si è svolta pacificamente. «Non vorremmo che la sentenza di oggi sia solo un modo per bilanciare quella della prossima settimana, quando si deciderà sull’accusa di devastazione e saccheggio per 10 manifestanti al G8 di Genova - hanno detto gli organizzatori -. Anche quel giorno organizzeremo un’iniziativa in attesa della sentenza».
www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/07/06/APHSPUsC-diaz_definitive_condan...
[Modificato da wheaton80 23/10/2012 15:57]