00 29/11/2012 23:51
Onu dice sì alla Palestina come stato osservatore. Italia appoggia la risoluzione, deluso Israele

Abu Mazen: «Chiedo il certificato di nascita della Palestina»
E Netanyahu replica: «Un discorso ostile e velenoso»

La Palestina è stato osservatore delle Nazioni Unite. L'Assemblea Generale dell'Onu ha votato sulla risoluzione per il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro. Favorevoli 138 Paesi su 193. Nove i Paesi contrari, 41 gli astenuti.

IL NO DEGLI USA - Per gli Usa che hanno votato contro si tratta di «una risoluzione controproducente» ai fini del raggiungimento dell'obiettivo di «due Stati per due popoli». Lo ha detto l'ambasciatrice Usa all'Onu, Susan Rice, motivando il no degli Stati Uniti. Per il segretario di Stato americano Hillary Clinton il voto: «pone nuovi ostacoli sul cammino della pace». La Santa Sede invece ha espresso la sua soddisfazione: «Accogliamo con favore la decisione dell'Assemblea Generale, con la quale la Palestina è diventata Stato Osservatore non membro delle Nazioni Unite».

L'ITALIA VOTA SI' - L'Italia, a qualche ora dal voto, ha sciolto le riserve e «ha deciso di dare il proprio sostegno alla Risoluzione» come comunica una nota di palazzo Chigi. L'ambasciatore di Israele in Italia ha espresso «una delusione molto grande» per la decisione del governo italiano. «Quando si è molto vicini a qualcuno, quando lo si considera un grande amico, la delusione è più forte», ha spiegato l'ambasciatore, Naor Gilon. Di sentimenti opposti il ministro degli Esteri dell'Anp, Riad Maliki: «Siamo molto contenti per la posizione dell'Italia, chiamerò il ministro Giulio Terzi per ringraziare il governo italiano», sottolinea Maliki. Il capo della diplomazia del governo dell'Anp ribadisce quindi come la recente riunione a Roma del Comitato ministeriale congiunto italo-palestinese «sia stata un'occasione per spiegare le ragioni che ci hanno spinto per andare all'Onu». Da quell'incontro, conclude Maliki, «siamo usciti con un'impressione molto positiva».

TELEFONATA A NETANYAHU- In precedenza il presidente del Consiglio aveva telefonato al premier Netanyahu, ribadendo che questa decisione non implica nessun allontanamento dalla forte e tradizionale amicizia nei confronti di Israele e ha garantito il fermo impegno italiano ad evitare qualsiasi strumentalizzazione che possa portare indebitamente Israele, che ha diritto a garantire la propria sicurezza, di fronte alla Corte Penale Internazionale. Il presidente dell'Anp Abu Mazen invece «esprime il proprio ringraziamento al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al premier Mario Monti».

ABU MAZEN GUIDA LA DELEGAZIONE- Sul fronte palestinese, il presidente Abu Mazen, parlando all'Assemblea prima del voto aveva chiesto il «certificato di nascita» dello Stato palestinese all'Assemblea generale dell'Onu. «Vogliamo raggiungere la pace e portare nuova vita al negoziato» con Israele, ha spiegato il presidente, ammonendo che «è arrivato il momento di dire basta all'occupazione e ai coloni perché a Gerusalemme Est l'occupazione ricorda il sistema dell'apartheid ed è contro la legge internazionale». E ha ribadito che i palestinesi «non accetteranno niente di meno dell'indipendenza sui territori occupati nel 1967 con Gerusalemme Est». La risoluzione ha avuto l'appoggio di una quindicina di Paesi dell'Ue, Francia e Spagna in testa, ma di fatto ha diviso i 27.

DIPLOMAZIA EUROPEA - La diplomazia europea ha infatti tentato fino all'ultimo ma senza successo di costruire una posizione comune (l'astensione in blocco), ma i singoli Paesi sono andati in ordine sparso. I «no» sono stati meno di dieci- inclusi Israele, Canada, Usa e «i suoi paesi satelliti» - tra tutti i 193 Stati dell'Assemblea. Tra i grandi attori internazionali, Russia e Cina si sono detti a favore del riconoscimento della Palestina come Stato osservatore a partire dalle frontiere del 1967 e con capitale a Gerusalemme Est.

NO ALLO STATO PALESTINESE - In ogni caso, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha messo in chiaro che il voto all'Onu «non cambierà alcunché sul terreno». In particolare «non avvicinerà la costituzione di uno Stato palestinese, ma anzi la allontanerà ». Comunque «la mano di Israele resta tesa verso la pace», ha assicurato. Inoltre Netanyahu ha definito le parole di Abu Mazen «ostile, non è il discorso di un uomo di pace». D'altro canto l'ambasciatore israeliano all'Onu, Rin Prosor, ha definito la risoluzione «Unilaterale» e «un passo indietro per la pace». «Parlo a nome dell'unico Stato degli ebrei nel mondo» - ha esordito Prosor - «l'unica via per raggiungere la pace è un accordo tra le parti e non attraverso questo voto dell'Onu. Con questa risoluzione l'Onu chiude gli occhi sugli accordi di pace e non conferirà alcuna dignità di Stato». Inoltre, ha sottolineato Prosor, Israele «non permetterà lo stabilirsi di una nova base iraniana del terrore».

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[Modificato da wheaton80 29/11/2012 23:52]