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L’Ue condanna l’occupazione di Gerusalemme Est
Bruxelles sollecita sanzioni per boicottare nuove costruzioni nelle colonie ebraiche. Ira di Israele:«Così si incoraggia lo scontro»

27/02/2013

Le attività di insediamento israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme est rappresentano la minaccia maggiore per la costituzione di uno Stato palestinese indipendente al fianco di Israele. Questo l’avvertimento incluso in un rapporto inoltrato a Bruxelles dai consoli generali dei Paesi dell’Ue a Gerusalemme est e a Ramallah, che inasprisce i toni della critica verso il governo Netanyahu e suggerisce apertamente l’adozione di misure punitive a livello economico.

Nel Rapporto, relativo agli sviluppi del 2012, vengono denunciati in particolare i progetti di ulteriore estensione dei rioni ebraici a Gerusalemme est e sono avanzate una serie di raccomandazioni su possibili «sanzioni» da applicare affinché gli insediamenti ebraici non vengano a beneficiare - contro il preciso volere dell’Ue - dell’Accordo d’associazione Israele-Ue.

Nei mezzi di comunicazione israeliani (fatta eccezione per il “liberal” Haaretz) al Rapporto dei consoli è stata finora dedicata scarsa attenzione. A nome del ministero israeliano degli esteri, il portavoce Yigal Palmor ha replicato sostenendo che «compito di un diplomatico dovrebbe essere di gettare ponti, e non di incoraggiare un confronto». Soddisfazione comprensibile invece nell’Autorità nazionale palestinese (Anp), che auspica adesso un’applicazione concreta e puntuale del Rapporto.

Nella parte descrittiva, i firmatari del documento accusano Israele di condurre una «attività di insediamento deliberata, sistematica, provocatoria». Deprecano in particolare il progetto E-1 di collegamento del tessuto urbano ebraico fra Gerusalemme est e la città-colonia di Maale Adumin nonché i progetti di estensione dei rioni ebraici di insediamento di Givat ha-Matos, Ghilo e Har Homa. L’insieme di queste massicce opere edili rischia - ammoniscono i diplomatici europei - di separare fisicamente Gerusalemme da Betlemme, di approfondire le fratture territoriali d’un futuro Stato di Palestina e d’impedire che Gerusalemme est possa diventarne mai la capitale.

Il Rapporto denuncia anche le pratiche amministrative imposte da Israele sui palestinesi di Gerusalemme est (demolizioni di case, sgombero di abitanti, discriminazioni), interpretati come sforzi per indebolirne la presenza. Critiche sono mosse anche al moltiplicarsi di visite ebraiche sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme (per gli ebrei, Monte del Tempio) che potrebbero preludere al tentativo di alterarvi il delicatissimo status quo.

Fra le raccomandazioni avanzate dai consoli vi sono sanzioni economiche nei confronti dei prodotti realizzati nelle colonie e nelle zone d’insediamento ebraico a Gerusalemme est e anche un maggiore controllo dei progetti di cooperazione fra Ue e Israele (anche nel campo della ricerca scientifica) che coinvolgano queste aree. «La colonizzazione - conclude il rapporto - rappresenta una minaccia per la soluzione dei due Stati e dunque sta all’Ue moltiplicare gli sforzi per ostacolarla».

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