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Tutela salute e sicurezza: la minaccia viene dal cielo

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    wheaton80
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    00 20/06/2016 05:12
    La principessa dell'Arabia Saudita è contro la geoingegneria



    Alla recente conferenza sulla sicurezza di Istanbul (dal 3 al 5 dicembre 2015), l'attivista e ricercatore americano Patrick Roddie ha raggiunto ed intervistato una reale saudita, la Principessa Basmah Bint Saud bin Abdul Aziz Al Saud, più comunemente conosciuta come la Principessa Basmah Bint Saud, figlia del re Saud e nipote del re Abdel Aziz, il fondatore del moderno Stato dell'Arabia Saudita. Il bello di questa donna è che, da una posizione di potere mondiale, parla contro le scie chimiche e la geoingegneria. Nel suo breve colloquio con Patrick Roddie descrive il programma di geoingegneria in corso come un'arma di distruzione di massa; un metodo di avvelenamento lento che minaccia tutta la vita sulla Terra. E' a conoscenza di ciò che sta accadendo ed è preoccupata per le conseguenze biologiche in relazione alle coperture "nuvolose" generate sopra le nostre teste e per il mondo che lasceremo ai nostri figli. Ha gli occhi, vede, ha un cervello e, riguardo alla geoingegneria, pensa: come si può rimanere in silenzio? La Principessa Basmah Bint Saud ha detto che il cielo saudita è completamente cambiato negli ultimi quattro anni, che ora sembra come quello di Londra (che è anche notevolmente cambiato) e che la geoingegneria minaccia acqua e cibo con cui il mondo si alimenta, e senza acqua non c'è vita, sottolineando che, quando ci si intromette con la Madre Terra, si causano solo disastri. Ha proseguito affermando che la geoingegneria è uno dei punti chiave del nuovo potere nel mondo. Coloro che sono dietro a questi programmi hanno avuto, e hanno, enormi risorse ma portano avanti un gioco pericoloso con l'equilibrio del pianeta attraverso la geoingegneria, il transumanesimo, le nanotecnologie e sconsiderate manipolazioni ed esperimenti di DNA.





    12 dicembre 2015
    muliduri.blogspot.it/2015/12/la-principessa-dellarabia-saudit...
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    wheaton80
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    00 07/09/2016 03:29
    Prof. Ulrike Lohmann:"Alluminio e bario nel combustibile"



    Studio a cui ha partecipato la Lohmann

    Caratterizzazione chimica della materia particellare appena emessa dai tubi di scarico aerei usando la spettrometria di massa di singole particelle

    Autori dello studio: Manuel Abegglen, B.T. Brem, M. Ellenrieder, L. Durdina, T. Rindlisbacher, J. Wang, U. Lohmann, B. Sierau

    Riassunto
    Le emissioni non volatili di un motore aereo sono un’importante fonte antropogenica di particelle di fuliggine nella troposfera superiore e nelle vicinanze degli aeroporti. Esse influenzano il clima e contribuiscono al riscaldamento globale. Oltre a ciò, esse impattano sulla qualità dell’aria e di conseguenza sulla salute umana e l’ambiente. La composizione chimica delle emissioni di materia particellare non volatile proveniente dai motori aerei è stata studiata usando la spettrometria di massa a tempo di volo di una singola particella. I gas di scarico provenienti da tre differenti motori aerei sono stati campionati ed analizzati. La materia particellare di fuliggine è stata campionata direttamente dietro le turbine, in una cella di prova all’aeroporto di Zurigo. Le analisi delle singole particelle si focalizzano sui composti metallici. Le particelle qui analizzate rappresentano una sottocategoria delle emissioni composte dalle particelle più larghe con un diametro di mobilità >100 nm (maggiore di 100 nanometri), dovuto alle restrizioni degli strumenti. La stragrande maggioranza delle particelle analizzate ha mostrato di contenere carbone elementare e, a seconda del motore e della spinta applicata, il carbone elementare variava dall’83% al 99% in rapporto al carbone totale. I composti metallici identificati erano tutti internamente mescolati con le particelle di fuliggine. I metalli più abbondanti nei gas di scarico erano Cr (cromio), Fe (ferro), Mo (molibdeno), Na (sodio), Ca (calcio) e Al (alluminio); sono stati anche trovati V (vanadio), Ba (bario), Co (cobalto), Cu (rame), Ni (nickel), Pb (piombo), Mg (magnesio), Mn (manganese), Si (silicone), Ti (titanio) e Zr (zirconio). Abbiamo poi ulteriormente studiato le potenziali fonti dei composti metallici individuati dall’ATOFMS (Aerosol Time-Of-Flight Mass Spectrometer) utilizzando la Spettrometria di Massa a Plasma Accoppiato Induttivamente (ICP-MS). Le potenziali fonti considerate erano il cherosene, l’olio lubrificante per motori e l’abrasione causata da componenti usuranti del motore. Un’inequivocabile assegnazione di una fonte non è stata possibile poiché sono stati individuati più composti metallici in molte delle fonti analizzate.

    Traduzione: Wheaton80
    www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1352231016302424
    [Modificato da wheaton80 07/09/2016 03:30]
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    wheaton80
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    00 13/03/2018 00:13
    Intervista proibita - Aeroportuale denuncia le scie

    Intervista a Enrico Gianini, l'operatore aeroportuale di Malpensa che denuncia l'irrorazione di scie chimiche



    Seconda parte dell'intervista:

    www.youtube.com/watch?v=BWOjYl--bos&t=923s
    [Modificato da wheaton80 13/03/2018 00:18]
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    wheaton80
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    00 15/06/2020 23:12
    Se il tempo è quello di un tempo



    In generale tutti i servizi meteo di queste ultime due settimane sono stati caratterizzati dalla dimostrazione che i cicli atmosferici sono in grado di recuperare il loro ritmo naturale in brevissimo tempo. E' il fenomeno noto come omeostasi. I bollettini meteorologici hanno rispolverato le nubi da bel tempo (i cumuli) e le piogge, accantonando quasi completamente la previsione delle famigerate "velature". Qual è il motivo? Questo nettissimo e gradito cambiamento è dovuto al drastico calo dei voli nazionali ed internazionali, a dimostrazione del fatto che il tempo ed il clima sono duramente compromessi dall'inquinamento aereo, determinato dall'impiego di dispositivi ad hoc per la geoingegneria clandestina nonché dalla semplice combustione di carburanti additivati di metalli, polvere di carbone (si leggano gli studi del geofisico Marvin J. Herndon) e carbonato di calcio. La differenza, rispetto a prima della chiusura e delle conseguenti restrizioni, decise a seguito della presunta pandemia, è evidente: le giornate ora alternano la presenza di paffutelli cumuli, formazione di cumulonembi, cirri, gradevoli brezze, temporali di calore e sole. Le temperature medie sono rientrate nella norma stagionale e l'escursione termica tra giorno e notte ha recuperato i parametri storicamente registrati negli anni precedenti al funesto 1990. L'aria è tornata respirabile ed il primo segnale del positivo cambiamento è il ritorno di alcune specie di volatili, soprattutto passeriformi, nelle città e nei boschi.



    Questo "incidente", provocato dalla falsa epidemia e dalle conseguenti emanazioni di provvedimenti illegittimi un pò in tutto il mondo, ha dimostrato l'inesistenza del cosiddetto "riscaldamento climatico", provocato, secondo i menzogneri organi ufficiali ed i negazionisti, dal CO2. Piuttosto abbiamo potuto verificare con mano che l'innalzamento anomalo delle temperature medie, unito a lunghi periodi siccitosi, interrotti bruscamente da violenti nubifragi, sono la conseguenza diretta della guerra climatica combattuta in gran parte impiegando gli aerei commerciali. Purtroppo il giorno in cui sarà stato ripristinato il traffico aereo, queste magnifiche giornate di cieli azzurri cobalto e con la piacevole alternanza di sole tiepido e di rinfrescanti acquazzoni, saranno solo un ricordo… Per approfondire, si può leggere il nostro ultimo libro autoprodotto "Attacco dal cielo: geoingegneria clandestina ed altri crimini governativi".

    12 giugno 2020
    www.tankerenemy.com/2020/06/se-il-tempo-e-quello-di-un-tempo.html#.Xuf...
    [Modificato da wheaton80 15/06/2020 23:13]
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    wheaton80
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    00 04/08/2022 14:14
    Un tabù caduto

    “Le Monde” sul clima:“Alcune delle tecnologie prese in considerazione per mantenere la Terra abitabile sono un incubo”. “Il fatto che le tecniche di geoingegneria siano all’ordine del giorno della nuova Commissione Mondiale sulla Governance dei Rischi del Cambiamento Climatico dovrebbe essere motivo di profonda preoccupazione,” avverte Stéphane Foucart:

    www.lemonde.fr/idees/article/2022/05/29/climat-certaines-des-technologies-envisagees-pour-maintenir-habitable-la-terre-relevent-du-cauchemar_6128066_3...

    Molte tecnologie applicate sono un incubo. Ciò che dovrebbe essere più preoccupante è che il cielo è ingegnerizzato da vent’anni e che da settant’anni sono manipolati gli eventi meterologici, per non parlare degli esperimenti nucleari ad alta quota a partire dagli anni ’50 e della distruzione dello strato di ozono da parte dei razzi e delle bombe, dei riscaldatori della ionosfera e dei loro effetti e così via. Tutto questo viene ignorato nelle discussioni e nelle conferenze sul clima. Questa crisi climatica è stata prodotta a molti livelli e sarebbe ora che gli scienziati onesti di tutti i settori si riunissero in una grande discussione, in un dibattito aperto e con gli occhi spalancati. Vale per coloro che lavorano nell’agroalimentare, nella meteorologia, nelle scienze atmosferiche e oceaniche, nell’ingegneria nucleare, tossicologia, ecc... Cosa sta succedendo nei cieli e perché tutti ignorano le conseguenze sul clima e credono nel dogma della CO2 come uno spauracchio da combattere? Il motivo principale è confermato dagli eventi degli ultimi due anni. La “molecola del male” spiana la strada verso la nuova era e verso la Global Governance.

    “Dobbiamo trasformare questa crisi drammatica in un’opportunità. […] Dobbiamo pensare seriamente alla riforma dei meccanismi di coordinamento internazionale. Dobbiamo dare loro un’effettiva capacità di governance, almeno in quelle aree che sono critiche, cioé quando abbiamo a che fare con il clima o le pandemie, il cyberspazio o lo spazio esterno”.
    - António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, durante la riunione del Forum della pace di Parigi, 24 maggio 2022

    “Sul fronte del clima, la notizia più eclatante degli ultimi giorni non è né la siccità che sta prendendo piede in Francia, né il susseguirsi di ondate di calore che hanno messo decine di milioni di indiani e pakistani sull’orlo dell’insopportabilità per diverse settimane. No: la notizia climatica più preoccupante delle ultime settimane è la creazione, all’interno del Forum di Pace di Parigi, della Commissione Globale sulla Governance dei Rischi del Cambiamento Climatico. Il lancio del lavoro del 17 maggio è passato inosservato in Francia, e solo Le Monde, con le parole di Audrey Garric, ne ha dato notizia. Il suo mandato, tuttavia, dovrebbe essere al centro della nostra attenzione. Una quindicina di membri di questa commissione, ex commissari europei, capi di Stato o ministri di Paesi del Nord e del Sud, diplomatici di alto livello, eccetera, esamineranno questioni che non sono mai state esaminate a questo livello. Questa volta si tratta ufficialmente di riflettere sulle condizioni per il dispiegamento di tecniche di geoingegneria (cioè di metodi di modifica del clima su larga scala) non solo sulla loro fattibilità, sui benefici e sui rischi, ma anche sulla loro governance. Il solo fatto che queste tecniche siano ora ufficialmente all’ordine del giorno dovrebbe essere motivo di profonda preoccupazione. In primo luogo, significa che si sta allontanando la speranza di salvare il clima della Terra da una deriva catastrofica. In secondo luogo, la natura radicale di alcune delle soluzioni previste per mantenere l’abitabilità di una Terra surriscaldata dà un’indicazione della gravità della situazione. Alcune di queste tecnologie sono oggetto di incubi distopici inimmaginabili solo pochi anni fa. Ora sono sul tavolo. Non ancora sul tavolo diplomatico della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ma almeno nella sua anticamera”.
    - www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sunradiation-management/togliere-il-velo-da...

    Nel 2019 il CFR pubblica un rapporto dal titolo “La governance anticipata della gestione della radiazione solare” (https://www.cfr.org/report/anticipatory-governance-solar-radiation-management). Il rapporto pubblicato dal Council on Foreign Relations sostiene innanzitutto che è necessario muoversi in fretta attraverso la geoingegneria per contrastare il riscaldamento globale. Propone quindi l’avvio di un programma di studio statunitense (oh: per ora solo lo studio!) ben finanziato e ben radicato in ambito internazionale, da affiancare all’adozione di una legislazione adeguata. Nel 2021 l’International Science Council suggerisce:“La geoingegneria solare (o modifica della radiazione solare), l’idea di riflettere nello spazio piccole quantità di luce solare in entrata per compensare parzialmente il cambiamento climatico, occupa una posizione insolita nel panorama della governance globale. Da un lato, la tecnologia fa scintille tra opposizione e indignazione, accende le chiamate a divieti globali o al controllo internazionale, ed è considerato da alcuni come una minaccia per l'esistenza dell’umanità. D’altra parte, chi l’ha appena studiato ha prospettive commerciali limitate e possibilità di applicazione militare ed è stato ignorato da quasi tutti gli Stati e le istituzioni internazionali. Come elaboro di seguito, la governance globale della geoingegneria solare è attualmente ferma. In effetti, che l’idea della geoingegneria solare persista di fronte a un’istituzione sorprendentemente indifferente, che ospita sacche di feroce ostilità è per molti versi notevole. Il motivo della sua durata, però, è semplice: le prove scientifiche disponibili suggeriscono che la geoingegneria solare, a fronte di decine di miliardi di dollari all’anno, potrebbe mettere il pianeta su una traiettoria notevolmente più sicura di quella su cui si trova attualmente”.
    - council.science/it/current/blog/solar-geoengineering-at-a-sta...

    02 agosto 2022
    www.nogeoingegneria.com/timeline/progetti/un-tabu-caduto/
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    wheaton80
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    00 13/11/2022 02:48
    Le cosiddette “scie chimiche” stanno diventando sempre più ufficiali

    È il caso delle cosiddette “scie chimiche”, che stanno diventando sempre più ufficiali. Qualche settimana fa era stato il Corriere della Sera ad ammetterle e a chiedere: “Le Scie Chimiche per salvare il clima?”:

    www.corriere.it/tecnologia/22_settembre_27/scie-chimiche-salvare-clima-soluzione-scientifica-potrebbe-dare-forza-complottisti-2b0091cd-6d6d-4702-99c4-2e60e6a26x...

    C’è da chiedersi come mai si introduca ora un termine che fino all’altro ieri era usato da “deficienti e malpensanti”. Per anni, le scie di navi e aerei non sono state prese in considerazione nelle statistiche e nei vari database, e le varie COP e i vertici sul clima hanno ignorato questa realtà. Su Focus leggiamo un titolo sorprendente, che probabilmente intende rassicurare. La scelta delle parole è significativa, e anche il riferimento alla minore nocività di queste scie rilasciate. Quale strategia stanno perseguendo? Una consapevolezza troppo diffusa che deve essere disinnescata?

    L’inquinamento atmosferico causato dal trasporto marittimo è diminuito. Lo dicono le “scie chimiche” delle navi

    Negli ultimi due anni è diminuito l’inquinamento atmosferico legato al traffico marittimo nei nostri oceani. Lo ha notato la NASA, che osserva da anni le “scie chimiche” lasciate dalle navi. Anche gli oceani hanno le loro “scie chimiche”: sono quelle lasciate dalle navi da carico durante la loro navigazione. A guardarle ci pensano i satelliti, che possono così seguire le trafficate rotte marittime del nostro pianeta, dal Pacifico settentrionale al Mar Mediterraneo. Dal 2020, però, qualcosa è cambiato. I rilevamenti dallo spazio hanno mostrato una riduzione dell’inquinamento che quelle nubi trasportano con sé, al punto che in molti casi sono scomparse del tutto. “Merito” della frenata del commercio internazionale dovuta alla pandemia? Non solo. Nel 2020 infatti l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha introdotto un regolamento che limita dell’86 per cento il contenuto di zolfo che può essere emesso dalle navi. Gli effetti si sono visti appunto via satellite: la quantità di scie delle navi è dimezzata. I dettagli si leggono in uno studio pubblicato di recente su Science Advances:

    www.science.org/doi/10.1126/sciadv.abn7988%20  

    Un ventennio di osservazioni
    I ricercatori hanno spiegato come sia stata utilizzata l’intelligenza artificiale per mappare le tracce lasciate dalle navi, raccolte in circa 17 anni di immagini catturate dal Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) della NASA a bordo del satellite Aqua. «Senza questo tipo di strumento e di campionamento su larga scala delle scie delle navi, non si sarebbe potuta seguire la dimensione del problema e capire se davvero si è di fronte a un miglioramento». Le scie della navi furono osservate per la prima volta nelle immagini satellitari meteorologiche acquisite negli anni Sessanta e definite come “linee di nuvole anomale”. Si capì immediatamente che erano formate da vapore acqueo che si agglomerava attorno a piccole particelle di inquinamento (aerosol) prodotte dagli scarichi delle navi. Le goccioline altamente concentrate diffondono più luce e quindi appaiono più luminose delle nuvole marine non inquinate che si formano come conseguenza della loro concentrazione attorno a particelle più grandi come il sale marino (ndr formulato in modo quasi poetico).

    Riduzione reale

    Limitando il contenuto di zolfo nel carburante (si è passati dal 3,5 per cento all’attuale 0,5 per cento) si è modificata profondamente la composizione chimica e fisica degli scarichi delle navi. Meno emissioni di zolfo hanno significato meno particelle di aerosol rilasciate a formare le “nubi delle navi”. Nel 2020 e nella prima parte del 2021, la riduzione del traffico marino a causa della pandemia ha ridotto ulteriormente l’inquinamento dell’1,5 per cento. Ma anche con la ripresa del commercio l’inquinamento generale è rimasto al di sotto di quel che c’era prima degli anni Venti di questo secolo, dimostrando una volta per tutte che era proprio il contenuto di zolfo a creare i danni peggiori.

    Fonte: www.focus.it/scienza/scienze/inquinamento-atmosferico-navi-diminuito-scie-...

    07 novembre 2022
    www.nogeoingegneria.com/motivazioni/aria-acqua/le-cosiddette-scie-chimiche-stanno-diventando-sempre-piu-uf...
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    wheaton80
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    00 18/12/2022 17:44
    Uno studio dell’Unione Europea ha misurato più di dieci anni di voli aerei e scopre: le scie sono un problema ambientale

    L’UE ha misurato più di dieci anni di voli aerei. E cosa hanno scoperto? Hanno studiato le cosiddette “scie di condensa” rilasciate nel cielo e le “velature innocue”, le nebbie che si formano da esse? Una scienziata dell’atmosfera ha fatto delle analisi del carburante e ha trovato cose che non si aspettava:



    E allora cosa hanno scoperto gli esperti, che hanno tutte le possibilità di fare chiarezza? Come abbiamo sperimentato per anni, con le “scie aeree non pericolose (innocue)” e più recentemente con i “sieri Covid sicuri”, non abbiamo modo di sapere cosa viene effettivamente rilasciato nel nostro corpo o nell’atmosfera terrestre. La beffa continua. La domanda è anche: perché annunciano oggi questa conoscenza che è nota da tempo? Vogliono forse impedire alla maggior parte delle persone di volare con la motivazione che sia dannoso per il clima? Il grande Reset prevede molte cose:

    Le scie di condensazione rappresentano un problema ambientale

    Le scie di condensazione sono quelle sottili linee di colore bianco che notiamo nel cielo al passaggio degli aereoplani. Sono nubi artificiali dovute alla rapida condensazione in ghiaccio del vapore acqueo presente nei gas di scarico del velivolo durante la navigazione in alta quota, la cui persistenza e l’espansione dipendono dalla presenza di sufficiente umidità alla quota di volo. Esse si suddividono in scie di gas di scarico, di convezione e di origine aerodinamica.

    Un problema ambientale
    Le prime osservazioni risalgono alla Prima Guerra Mondiale, ma dalla seconda metà degli anni ’90 sono oggetto di complottismi, che le descrivono come scie chimiche, ossia rilasci di ipotetiche sostanze chimiche o biologiche su aree abitate. Si tratta naturalmente di teorie prive di riscontri scientifici, anche se le compagnie aeree e i ricercatori di tutto il mondo stanno giungendo alla conclusione che le scie di condensazione potrebbero avere un impatto importante sul riscaldamento globale. Secondo uno studio dell’Unione Europea, che ha misurato più di un decennio di voli aerei, potrebbero rappresentare un fattore più significativo del biossido di carbonio o di altre emissioni. Insomma, rappresenterebbero un vero e proprio problema ambientale.

    Le compagnie aeree ora ammettono il problema
    I viaggi aerei, secondo gli ultimi dati, contribuiscono al riscaldamento globale più del doppio di quanto precedentemente ipotizzato e le compagnie aeree, tra cui quella di Fort Worth e la Southwest di Dallas, stanno cercando di comprendere l’ordine di gravità tra le varie scie esistenti. Appurati i dati, United Airlines, Alaska Airlines e Virgin Atlantic stanno collaborando con il Rocky Mountain Institute, con i produttori di aerei Boeing e Airbus e con Google Research per cercare di risolvere il problema. Anche la Delta Airlines, con sede ad Atlanta, ha annunciato una partnership con il MIT. L’industria del trasporto aereo ha fissato obiettivi ambiziosi negli ultimi anni. American Airlines e Southwest Airlines hanno fissato al 2050 l’obiettivo di eliminare completamente le emissioni. Ad oggi, la maggior parte delle riduzioni delle emissioni sono state ottenute utilizzando motori più efficienti in termini di consumo di carburante, in attesa dell’emergere di un’industria del carburante per aviazione sostenibile che utilizzi oli riciclati, in attesa della ricerca sull’idrogeno e sui motori elettrici. La scelta di intervenire deriva da una visione più nitida in merito alla scienza delle scie, diventata più chiara solo negli ultimi anni. Circa il 65% dei jet che volano ad altitudini di crociera da 30.000 a 38.000 piedi creano scie di condensazione, ma la maggior parte di queste si dissolve in pochi minuti e ha un effetto di riscaldamento minimo, secondo Delta. Circa il 10% sono formazioni di scie di condensazione “persistenti” che non si dissolvono per ore.

    La formazione delle scie di condensazione
    Le scie di condensazione si formano più facilmente ad altitudini elevate, dove l’aria è rarefatta. Ma la produzione dipende da una varietà di fattori, tra cui temperatura, altitudine e umidità. Le scie che producono un danno ambientale maggiore sono quelle prodotte di notte, quando la terra si raffredda in assenza della luce solare. Le nubi artificiali a quell’altitudine possono amplificare il fenomeno dell’effetto serra, intrappolando parte del calore. “I piloti e le compagnie aeree sanno in linea di massima come evitare di creare scie di condensazione, ma ci sono altri fattori che entrano in gioco nella pianificazione di un volo“, ha affermato Helen Giles, direttore della sostenibilità ambientale di Southwest Airlines. “Le stesse compagnie devono tenere conto del meteo, della potenziale turbolenza e della velocità“, ha aggiunto. “Quindi, il piano di volo basato sull’evitare la produzione di scie comporterebbe uno spreco di carburante“. Inoltre, le previsioni sulla loro formazione non sono sempre perfette a causa della quota e della velocità di crociera, divenendo più difficile di quanto si creda.

    Gli obiettivi
    Ora, il piano è quello di utilizzare l’imaging satellitare e i sensori degli aeroplani per capire quando gli aerei stanno creando scie di condensazione e dopo quanto tempo si dissolvono. Quindi capire quali condizioni creino il maggior numero di scie di condensazione e combinarle con i dati su tempo, turbolenza, velocità e altri fattori; perché è davvero difficile valutare l’impatto del forcing radiativo rispetto all’anidride carbonica dovuta alla combustione del carburante. Southwest sta formando una squadra che include piloti, spedizionieri e pianificatori di rete oltre a esperti ambientali. Alla fine, sperano di coinvolgere la Federal Aviation Administration e altri regolatori che svolgono un ruolo importante nel volo. La speranza è quella di evitare la formazione di scie di condensazione attraverso modeste modifiche all’altitudine di volo. Il processo di apprendimento è appena cominciato.

    Renato Sansone

    Fonte: www.geomagazine.it/2022/12/10/le-scie-di-condensazione-rappresentano-un-problema-amb...

    11 dicembre 2022
    www.nogeoingegneria.com/tecnologie/carbon-capture/uno-studio-dellunione-europea-ha-misurato-piu-di-dieci-anni-di-voli-aerei-e-scopre-le-scie-sono-un-problema-amb...
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    wheaton80
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    00 08/05/2023 14:25
    Vietato indagare su Bataclan e Mossad: Rosario Marcianò condannato

    www.tankerenemy.com/2023/04/valeria-solesin-rosario-marciano.html#.ZFj...

    E' più che mai necessario, in questo momento, un sostegno economico, indispensabile per far fronte alle spese per la richiesta delle "misure alternative" e per pagare le parcelle relative agli altri procedimenti penali attualmente in corso. Donazione con IBAN: IT91S36772223000EM001811077 - Swift (BIC): HYEEIT22XXX - Banca Hype. Maggiori dettagli qui:

    www.tanker-enemy.com/donazioni.htm
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    00 18/07/2023 16:49
    Massimiliano Marchi interroga ARPA, Comune ed ENAC sulla geoingegneria clandestina



    Il Dottor Massimiliano Marchi, dell'associazione "Lucca consapevole" dà conto delle "risposte" fornite dall'ENAC e dall'ARPAT circa la geoingegneria clandestina. Inoltre riporta i risultati di analisi di laboratorio, commissionate dall'associazione, da cui emerge che nei campioni d'acqua esaminati i valori di argento e di alluminio sono notevolmente oltre la soglia ammessa per legge. Una presentazione molto chiara, documentata ed efficace.
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    wheaton80
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    00 14/08/2023 16:34
    Bill Gates investe sulla geoingegneria: ora anche Repubblica parla di “scie chimiche”

    Improvvisamente e inaspettatamente alcune testate generaliste hanno sdoganato un tema da anni sotto, anzi sopra, ai nostri occhi. E lo hanno fatto utilizzando un termine che solo fino alla scorsa settimana era considerato un vero tabù, due parole da complottisti.

    www.repubblica.it/tecnologia/2023/08/09/news/google_scie_chimiche_geoingegneria_bill_gates_ia-41...

    Anche noi di Byoblu, pur parlando da anni del fenomeno con documenti e fonti verificate alla mano, abbiamo sempre preferito termini scientificamente fondati come geoingegneria.

    Il mainstream sdogana le “scie chimiche”
    “Scie chimiche, Google e Bill Gates vogliono eliminarle con l’intelligenza artificiale” titola il Sole 24 ore. Prima del quotidiano economico è arrivata Repubblica:“Il progetto di Google (e Bill Gates) per cancellare le scie chimiche con l’intelligenza artificiale”. La notizia è stata ripresa dal New York Times, che nei giorni scorsi ha pubblicato un articolo relativo a un progetto per “frenare le scie di condensazione”. La prima considerazione da fare è che, a questo punto, anche i “giornaloni” hanno ammesso l’esistenza di quelle che loro stessi hanno chiamato “scie chimiche”, cioé quelle strisce bianche persistenti formate dagli scarichi degli aerei che vediamo sempre più spesso tracciate sui nostri cieli, fino a volte a formare interi reticoli.

    Le nuvole artificiali create dagli aerei
    La realtà dei fatti è ben visibile: alcuni velivoli lasciano scie che si dissolvono in poco tempo, altri formano linee bianche che si allargano e permangono nel cielo per diversi minuti, se non ore. Abbiamo già parlato in precedenza del Cirrus Homogenitus: una nuova tipologia di nuvola creata dall’uomo attraverso gli aerei che è stata inserita nel 2017 nell’atlante internazionale delle nubi dell’Organizzazione Metereologica Mondiale, che fa capo alle Nazioni Unite.

    cloudatlas.wmo.int/en/aircraft-condensation-trails.html

    Non è quindi un mistero che gli scarichi degli aerei formino cirri artificiali. Alcune settimane fa molti media generalisti avevano riferito, senza troppi giri di parole, di un “piano di Bill Gates per oscurare il sole” e contenere così il riscaldamento globale: un progetto allo studio da anni col nome di “Scopex”, che ha come obiettivo quello di creare nuvole per schermare i raggi solari e raffreddare il globo.

    Scie aeree: riscaldano o raffreddano?
    Ora apprendiamo da un rapporto indipendente, citato da Google, che invece queste scie aeree sarebbero responsabili per il 35% dell’impatto totale del mercato dell’aviazione sul riscaldamento globale. E il cosiddetto filantropo sta studiando un modo per cancellarle con l’intelligenza artificiale. La tecnica attraverso cui la tecnologia verrebbe impiegata non è ancora nota, quello che sappiamo è che è nata una collaborazione tra Google, la Breakthrough Energy, cioè un gruppo privato di investitori fondato da Bill Gates, e la compagnia aerea American Airlines, che mira a ridurre le scie di condensazione lasciate dagli aerei per contenere l’impatto che queste hanno sull’aumento del riscaldamento globale. Dalle poche informazioni rilasciate sul progetto, l’intelligenza artificiale potrebbe essere impiegata per modificare le rotte degli aerei in modo che transitino in zone meno predisposte alla formazione di queste scie. Sulla reale efficacia e sui veri scopi di questo esperimento vale la pena mettere un grosso punto interrogativo: il dato interessante è che il mainstream ora parla apertamente di scie chimiche; che queste, secondo un progetto di Bill Gates, sarebbero potute essere impiegate per contenere il riscaldamento globale, e che ora, secondo lo stesso Bill Gates, bisogna ridurle perché sono per buona parte responsabili dell’aumento delle temperature.

    I “corto circuiti ambientali” di Bill Gates
    Di fatto, una paradossale contraddizione, un corto circuito ambientale di cui il fondatore di Microsoft pare essere un habitué: pochi giorni fa Forbes ha riportato la notizia di un progetto proposto da una start up, Kodama Systems, che si occupa di abbattere alberi per rifornire le centrali a biomasse, che già di per sé sono un sistema di approvvigionamento energetico che desta numerose perplessità in termini di ecosostenibilità. Un progetto, quello di Kodama Systems, che ha ottenuto 6,6 milioni di dollari di finanziamenti dalla Breakthrough Energy di Bill Gates. L’idea è quella di tagliare alberi e poi seppellirli per frenare il cambiamento climatico. Le motivazioni starebbero nel fatto che gli scarti della vegetazione disboscata per alimentare le centrali a biomasse, se lasciate all’aria aperta, potrebbero incendiarsi o decomporsi, aumentando le emissioni di Co2. Insomma dopo la guerra al sole, con scie chimiche da generare e poi cancellare, Bill Gates spende le sue risorse per la guerra agli alberi, che basterebbe lasciare in vita per ottenere un positivo assorbimento di anidride carbonica. Il problema è che tutto questo viene spacciato per ambientalismo ed ecologia.

    Elisabetta Barbadoro
    11 agosto 2023
    www.byoblu.com/2023/08/11/bill-gates-investe-sulla-geoingegneria-ora-anche-repubblica-parla-di-scie-c...
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    wheaton80
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    00 25/12/2023 18:41
    1950 - Operazione Sea Spray: gli USA rilasciarono un'arma biologica a San Francisco

    A quelli che…“impossibile” che lo stato faccia tali cose contro i suoi cittadini, impossibile che ci sia una cospirazione contro l’umanità, impossibile che la scienza faccia questo… dedico la traduzione dell’articolo che segue, preso dallo Smithsonian Magazine. L’autrice, Helen Thompson, scrive di scienza e cultura per lo Smithsonian. Ha scritto anche per NPR, National Geographic News, Nature e altri. Dunque ha “credenziali mainstream”… La Smithsonian Institution è un’organizzazione di istruzione e ricerca con annesso un importante museo, amministrato e finanziato dal Governo degli Stati Uniti. Un mensile pubblica i report della Smithsonian Institution: lo Smithsonian
    - it.wikipedia.org/wiki/Smithsonian_Institution


    Il batterio Serratia marcescens vive nel suolo e nell’acqua ed è noto soprattutto per la sua capacità di produrre un pigmento rosso brillante. Questa caratteristica appariscente rende questo particolare microbo utile negli esperimenti: poiché è così luminoso, è facile vedere dove si trova. Nel 1950, l’Esercito Americano sfruttò questo potere del batterio facendo un test di bioguerra su larga scala, scrive Rebecca Kreston nel suo blog “Body Horrors” per Scientific American. A partire dal 26 settembre 1950, l’equipaggio di una nave dragamine della Marina statunitense trascorse sei giorni spruzzando Serratia marcescens nell’aria a circa due miglia dalla costa della California settentrionale. Il progetto, denominato “Operazione Sea Spray”, aveva lo scopo di determinare la suscettibilità di una grande città come San Francisco a un attacco con armi biologiche da parte di terroristi. Nei giorni successivi, i militari prelevarono campioni in 43 siti, per seguire la diffusione del batterio. Scoprirono che aveva rapidamente infestato non solo la città ma anche i sobborghi circostanti. Durante il test, i residenti di queste aree avrebbero inalato milioni di spore batteriche. È chiaro che San Francisco e le città con dimensioni e topografia simili potrebbero essere esposte a minacce di guerra batteriologica. “Da questo punto di vista, l’esperimento è stato un successo”, scrive Kreston. Ma ci fu un inghippo. All’epoca, l’Esercito Statunitense pensava che la Serratia non potesse nuocere agli esseri umani. L’insetto era noto soprattutto per le macchie rosse che produceva sugli alimenti infestati e non era stato ampiamente correlato a condizioni cliniche.

    Le cose cambiarono quando, una settimana dopo il test, 11 residenti della zona si presentarono all’ospedale universitario di Stanford lamentando infezioni del tratto urinario. Analizzando le loro urine, i medici notarono che l’agente patogeno aveva una tonalità rossa. “L’infezione da Serratia era così rara che l’epidemia è stata ampiamente studiata dall’Università per identificare le origini di questo insetto dalla lettera scarlatta”, scrive Kreston. Dopo che gli scienziati identificarono il microbo, i casi divennero complessivamente il primo focolaio mai registrato di Serratia marcescens. Un paziente, un uomo di nome Edward , che si stava riprendendo da un’operazione alla prostata, morì. Alcuni ipotizzarono che l’aver diffuso il batterio, avesse cambiato per sempre l’ecologia microbica della zona, come sottolineò Bernadette Tansey per il San Francisco Chronicle nel 2004. Nei due decenni successivi, l’esercito eseguì test simili in altre città del Paese, fino a quando Richard Nixon, nel 1969, interruppe tutte le ricerche sulla guerra batteriologica. L’esperimento di San Francisco divenne di dominio pubblico solo nel 1976.

    Fonte: www.smithsonianmag.com/smart-news/1950-us-released-bioweapon-san-francisco-18...

    Cristina Bassi
    15/12/2023
    www.thelivingspirits.net/1950-operazione-sea-spray-gli-usa-rilasciarono-unarma-biologica-a-san-fr...
    [Modificato da wheaton80 25/12/2023 18:42]
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