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In Brasile un evento davvero storico: al Senato la verità sugli UFO

Si è tanto parlato dell’audizione sugli UAP che si è tenuta lo scorso maggio davanti alla Sottocommissione dell’Intelligence per l’Antiterrorismo e il Controspionaggio del Congresso degli Stati Uniti: un incontro pubblico, seguito da uno strettamente riservato ai soli parlamentari, nel quale i vertici dei servizi segreti USA hanno fatto il punto sulle indagini riguardo i cosiddetti fenomeni aerei non identificati. Non è uscito molto di nuovo: in sostanza, è stato ribadito quanto già affermato dal report dello scorso anno, ovvero che sono centinaia gli avvistamenti effettuati dal personale militare per i quali al momento non c’è alcuna spiegazione. Ma la portata di questo incontro (definita da molti osservatori “storica”) quasi scompare di fronte alla sessione straordinaria convocata dal Senato Federale del Brasile per discutere di UFO davanti all’intera Nazione. L’occasione è stato il 75esimo anniversario del celebre caso Arnold, dal quale si fa partire la storia dell’ufologia moderna: il 24 giugno 1947, infatti, il pilota amatoriale Kenneth Arnold incrociò sulla sua rotta nove stranissimi velivoli, dalla forma simile a una mezza luna, che in formazione e con una velocità inusitata gli passarono davanti vicino al Monte Rainier, nello Stato di Washington. Dal modo in cui si muovevano, paragonabile a un oggetto piatto che rimbalza sull’acqua, li definì “flying saucers”, ovvero “piattini volanti”, un nome reso in italiano come “dischi volanti”. Da quel giorno, gli avvistamenti di velivoli dall’aspetto anomalo e dalle prestazioni ancora più insolite si sono moltiplicati, come ben sappiamo, senza però trovare credito a livelli istituzionali. Ma oltre settant’anni dopo, le cose sono drasticamente cambiate e così il Senato brasiliano ha scelto proprio questa data simbolica per organizzare un evento eccezionale: una diretta TV di oltre 5 ore nella quale studiosi del fenomeno, ricercatori indipendenti e funzionari governativi hanno ripercorso gli incidenti più clamorosi avvenuti in questa parte del Sud America. E non sono stati né pochi né irrilevanti, anzi: il Brasile vanta infatti svariati primati. Innanzitutto, come ha ricordato il senatore Eduardo Girão, promotore di questa sessione straordinaria, è stato il primo Paese al mondo a riconoscere pubblicamente l’esistenza degli UFO: era il 1954 e il Colonnello João Adil de Oliveira venne messo al corrente del fenomeno da parte dei colleghi statunitensi, che gli chiesero esplicitamente di tenerne all’oscuro la popolazione. Invece, l’ufficiale brasiliano, non appena rientrò a casa, fece l’esatto contrario, rendendo noto che gli UFO non solo erano reali, ma andavano anche studiati seriamente. Inoltre, l’Aeronautica di Brasilia ha già aperto parte dei suoi archivi, divulgando negli anni oltre 20mila pagine dei dossier sugli oggetti volanti non identificati. E poi proprio da queste parti ha avuto luogo un caso ufologico davvero unico, per qualità dei testimoni oculari, addetti ai radar e piloti, sia militari che civili, e tipologia degli oggetti avvistati. Tutto in una sola notte: la famosa Notte Ufficiale degli UFO del 19 maggio 1986. Un evento senza precedenti al quale Alberto Negri e io abbiamo dedicato un ampio capitolo del nostro libro “UFO-Parlano i piloti” (Mursia), con una dettagliata ricostruzione di quanto avvenuto, le dichiarazioni dei protagonisti e le conclusioni dell’indagine ufficiale.



Basterà qui ricordare che in quelle ore di pura follia furono venti gli oggetti che sorvolarono diverse aree del Brasile e cinque i jet militari che vennero inviati nel vano tentativo di intercettarli. Alcuni piloti riuscirono ad agganciare sui propri radar quei velivoli anomali, ma non furono in grado di vederli coi loro occhi, mentre altri ebbero un contatto visivo pur non avendone traccia sulle strumentazioni di bordo. La velocità degli intrusi fu stimata addirittura in 11.500 miglia orarie (vale a dire, 21mila km/h), circa 15 volte la velocità del suono. E che dire delle dimensioni? Per la maggior parte si aggiravano sui 30 metri di diametro, ma ce n’erano anche altri lunghi un centinaio di metri e persino, secondo i testimoni, uno addirittura di 1.500 metri (insomma, un chilometro e mezzo…). Ed erano oggetti reali, che riflettevano la luce, dotati di un movimento intelligente e di natura del tutto sconosciuta, sentenziò l’indagine condotta dall’Aeronautica Militare. La sessione straordinaria del Senato è stata l’occasione per ripercorrere questo e altri episodi sconcertanti. Come ad esempio i vari casi di abduction (o rapimento alieno) denunciati da uomini e donne, di cui il più famoso a livello mondiale è quello di Antonio Villas Boas, il contadino che nel 1957 raccontò di essere stato sequestrato da un disco volante e di essere stato costretto a fare sesso con una extraterrestre. Ma non sarebbe stato lui il primo brasiliano della storia: nel 1558 un indio sparì misteriosamente per 11 giorni e al suo ritorno spiegò di essere stato preso da strane creature che lo avevano sottoposto a “maltrattamenti“ (pare l’equivalente degli odierni dolorosi esami medici ai quali sono sottoposti i rapiti), ma all’epoca il sacerdote del posto archiviò tutto come opera del demonio. Ed erano per lo più indigeni anche gli abitanti delle regioni di Maranhão, Pará e Acri che secoli dopo (siamo tra il 1977 e il 1978) raccontarono di essere stati attaccati da sfere volanti che emettendo strani raggi luminosi ferirono centinaia di persone. Sulla vicenda indagarono anche l’Aeronautica Militare e la Polizia Federale, ma dopo quattro mesi i fenomeni sparirono e l’Operazione Piatto (Operação Prato in portoghese) venne chiusa senza dare spiegazioni.

Non si trattava però di suggestioni o fantasie: quelle sfere luminose erano state viste e fotografate, come confermò vent’anni dopo in un’intervista Uyrangê Hollanda, a capo di una squadra dei servizi segreti inviata sul posto per coordinare l’inchiesta. Il Comandante parlò di 500 scatti e sedici ore di filmati, immagini mai rese pubbliche. Tre mesi dopo le sue dichiarazioni, fu trovato impiccato: un suicidio, la versione ufficiale. Prima di presentare questa strana vicenda, Rony Vernet, ingegnere elettronico e informatico con specializzazione in automazione industriale e telecomunicazioni e con un Master in Fisica, ha proposto questa riflessione:«Quando noi ricercatori prendiamo un elicottero e scendiamo nella foresta amazzonica, addormentiamo un giaguaro, gli mettiamo un GPS ed eseguiamo procedure invasive per studiarlo e preservarne la specie, compiamo un’aggressione? E se quel giaguaro muore per una reazione naturale del suo organismo al narcotico, lo abbiamo ammazzato noi? Dal punto di vista dell’animale, probabilmente sì, ma dal suo punto di vista il ricercatore stava solo cercando di proteggere quella specie». Come dire, forse quelle sfere avevano altre intenzioni e non sapevano di poter essere dannose. Vernet, nel suo interessante intervento, ha anche riferito di un’altra ondata di avvistamenti anomali che hanno coinvolto sempre questa zona dell’Amazzonia a partire dal 2013: fenomeni luminosi o meglio oggetti luminosi visti muoversi in mezzo alla foresta, atterrare e decollare, ma anche entrare e uscire dall’acqua. L’ingegnere ha poi fatto un’importante dichiarazione, rivelando un episodio sconosciuto di cui è stato testimone in prima persona:«Giuro davanti al Congresso Nazionale e al popolo brasiliano, promettendo di riferire, in tutta verità, un evento da me osservato durante più di quattro anni di visita in questa regione, perché credo che come ingegnere, specializzato in Fisica, professore e funzionario federale, la credibilità della mia persona e la mia testimonianza contribuiranno a suscitare l’interesse dei nostri membri del Congresso e delle istituzioni di ricerca sull’argomento. Il 10 giugno 2021, alle 18:47, un enorme faro di circa 5 metri di diametro, con un colore e una luminosità simili alla ghisa, è apparso sulla sommità del colle noto come Cruzeiro. A questo punto parafraso il Comandante Hollanda per descrivere quello che stavo vedendo: c’era un sole davanti a me, un bagliore molto luminoso, ma si poteva fissarlo. Non faceva male agli occhi». Quando la luce si è attenuata, Vernet ha preso il binocolo, fornito di uno zoom ottico sufficiente per permettergli di osservare i dettagli del fenomeno a una distanza di circa 18 metri.

Non si aspettava certo di vedere questa scena:«Al posto di quella luce, c’erano esseri umanoidi stimati tra i 3 e i 5 metri di altezza, di colore nero opaco, i cui corpi erano fluidi come liquido e in grado di galleggiare. Luci più piccole, dello stesso colore della luce originale, accompagnavano questi esseri. Li vedevo guardare nella mia direzione, con l’aria di essere consapevoli della mia presenza. Sbalordito dall’ignoto, ho lasciato cadere a terra il binocolo, che era pronto per scattare delle fotografie con una camera agganciata. Così ho iniziato a filmare il fenomeno solo attraverso una fotocamera semi-professionale senza funzione di zoom. Registrazione storica, della durata di alcuni minuti, ma di scarsa qualità, a causa della distanza, stimata in 400 metri. Questo caso dimostra la difficoltà di fare una buona registrazione di questi fenomeni, a causa dell’errore umano. E impone la necessità di utilizzare stazioni di registrazione automatiche». Esattamente quello che ilgiovane fisico farà. In un terreno vicino a quest’ultimo inquietante avvistamento, è stata posizionata una stazione di monitoraggio composta da telecamere motorizzate all’avanguardia con zoom ottico automatico, antenne di comunicazione, pannelli solari, in grado di rilevare e registrare automaticamente i fenomeni che si verificano nella regione. Presto verranno installati anche diversi sensori per raccogliere i dati oltre che software di monitoraggio e intelligenza artificiale. Un progetto che, in piccolo, segue il modello su scala planetaria del Galileo Project promosso dal professore di Harvard Avi Loeb. Concludendo il suo intervento, Roni Vernet ha detto:«Il fatto che questo caso da me riportato, come altri, non descriva luci che vanno e vengono verso lo spazio, apre una serie di ipotesi per una spiegazione del fenomeno. Provengono dalla Terra stessa, da una realtà o dimensione alternativa ancora da esplorare dalla fisica moderna? Siamo noi stessi del futuro? Oppure sono forse fenomeni che operano nei nostri mari e fiumi, come si osserva nei casi dell’Amazzonia e anche nei casi rivelati dalla US Navy e dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti? Sono domande la cui risposta dipende dalla raccolta e dall’analisi dei dati da parte delle istituzioni scientifiche».

Tra i relatori è intervenuto poi Gary Heseltine, un detective della polizia britannica che dopo la pensione si è dedicato all’indagine sugli UFO. Ora è il vicepresidente dell’ICER, l’International Coalition for Extraterrestrial Research, che vede la partecipazione di studiosi di 30 diverse Nazioni. In apertura ha riservato una “chicca” che riguarda l’Italia, citando l’avvistamento di un Foo Fighter (come si chiamavano gli UFO una volta) rimasto a lungo classificato tra i report segreti e avvenuto nei cieli di Torino durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1942 l’intero equipaggio di un Lancaster inglese impegnato nel bombardamento della città fu seguito per alcuni minuti da un misterioso velivolo di forma oblunga, simile a un cilindro, lungo un centinaio di metri, con luci rosse su un lato, che procedeva a 500 miglia orarie (circa 900 km/h). «Quindi c’era questo gigantesco oggetto volante, cilindrico, strutturato, meccanico: nel 1942, avevamo questa tecnologia? La si può trovare in qualche giornale di aviazione? Non nel 1942… Quel documento è stato tenuto segreto per decenni e ora è qui. Allora, cosa avevamo nel 1942? La risposta è: niente di quelle dimensioni e che raggiungesse quella velocità. Ma ecco la cosa più folle: ora, 80 anni dopo, non abbiamo ancora un velivolo del genere che vada a 500 miglia orarie e che non abbia ali, né coda e né un sistema di propulsione», ha detto Heseltine. Senza mezzi termini, l’ex detective ha puntato il dito contro il Governo americano, colpevole di aver costruito un castello di menzogne per coprire le verità su questo fenomeno. Il modo geniale è stato usare la stampa per screditarlo. Una volta ridicolizzati gli avvistamenti e derisi i testimoni, il gioco è stato facile: tutti hanno seguito l’esempio dell’America e UFO è diventato sinonimo di bufala. E per essere ancora più sicuri, negli USA un regolamento militare ha imposto il silenzio tra gli appartenenti alla Marina e all’Aeronautica, pena la reclusione fino a due anni e una multa salatissima per chi avesse pubblicamente parlato di UFO. «Vivete in un mondo di falsità», ha detto il poliziotto in pensione.

Ha poi sintetizzato alcuni dei casi più significativi che hanno coinvolto piloti militari e soldati, dall’avvistamento di Teheran del 1976 all’inseguimento in Perù ad opera del capitano Oscar Santa Maria Huerta, dal caso di Rendlesham Forest in Gran Bretagna, all’Ondata UFO del Belgio, per arrivare fino ai giorni nostri, alla svolta iniziata con la pubblicazione dei video del Pentagono a partire dal dicembre 2017. Il vaso di Pandora si è scoperchiato davanti ai nostri occhi e non si può più chiudere. Gli oggetti volanti osservati, inseguiti, ripresi dai caccia americani hanno caratteristiche di volo inusitate che gli analisti di Intelligence non sanno spiegare. Come ad esempio il famoso Tic-Tac:«Un’accelerazione istantanea e si ferma lì; sale molto velocemente in su e scende molto velocemente in basso. Cambio di angolo, 90 gradi, con grande velocità, accelera e si ferma, vola in retromarcia, avanti e indietro… Noi non possiamo farlo! Siamo ancora molto lontani da questo in termini di tecnologia. E questi oggetti possono anche essere visibili qua e là diventare invisibili. Possono farsi vedere quando vogliono. Sembra fantascienza, ma è stato visto e riportato in tutto il mondo. Appaiono e scompaiono. Noi no. Non siamo nemmeno vicini a realizzarlo. Non sappiamo come si possa fare. Le nostre caratteristiche di volo sono così diverse. Questo è il motivo della segretezza, perché li conoscono da molto tempo, ma le persone non lo devono sapere, perché altrimenti il pubblico andrà nel panico. Quindi, dicono, non possiamo farglielo sapere». Questo l’appello finale di Gary Heseltine:«Non permettiamo che gli Stati Uniti, da soli, si occupino di questo argomento per ricoprirlo ancora di segretezza». A chiudere la lunga sessione è stato un altro ospite internazionale: il capitano dell’USAF a riposo Robert Salas, protagonista di un evento a dir poco preoccupante. Il 16 marzo 1967, mentre con un superiore era nella sala controllo dei silos contenenti i missili intercontinentali a testate atomiche Minuteman nella base di Malmstrom, in Montana, fu avvisato dal soldato di guardia della presenza di uno strano oggetto che sorvolava la struttura. Pochi minuti dopo, 10 missili (da soli avrebbero potuto provocare la morte di milioni di persone), all’improvviso e nello stesso istante, vennero disattivati, finendo in posizione “no-go”. Insomma, era impossibile controllarli e così rimasero per parecchie ore.

L’inchiesta successiva non trovò alcuna spiegazione logica che potesse giustificare questo guasto simultaneo. Non solo: praticamente in contemporanea, si disattivarono anche alcuni Minuteman dell’Echo-Flight Launch Facilities di Great Falls, a una ventina di chilometri. Anche in quel caso, il testimone oculare, il Tenente Walter Figel, ammise in seguito che si era palesato sulla base uno strano velivolo. La settimana dopo, si fermarono altri missili in un’altro sito militare vicino, sempre nelle medesime circostanze. In totale, 20 bombe atomiche disattivate in 8 giorni. Anche se i comandanti delle basi e, a salire nella catena di comando, i vertici militari e governativi hanno taciuto o persino mentito, negando la presenza di UFO in questi luoghi strategici, gli episodi che legano questi misteriosi intrusi all’energia atomica sono numerosi e ben documentati. Qualunque cosa siano, gli oggetti volanti non identificati sembrano avere molto a cuore la questione nucleare. E hanno ragione ad essere preoccupati: nel mondo esistono ancora 20mila ordigni che potrebbero distruggere varie volte la Terra. E il rischio di una guerra atomica non è purtroppo remoto. «Penso che abbiamo ricevuto dei messaggi cosmici. Ora sappiamo che non siamo soli. Abbiamo avuto molti rapporti credibili sull’esistenza degli UFO. Altri esseri vivono nello stesso cosmo e non dobbiamo mai smettere di cercare di abolire le nostre armi nucleari o altri mezzi di autodistruzione. E siamo responsabili dell’aumento del nostro livello di comprensione e di preoccupazione gli uni per gli altri e per tutta la vita sul pianeta», ha concluso il suo discorso Bob Salas. Insomma, questa sì è stata un’audizione di portata storica. Per la grande levatura degli oratori, per la straordinarietà degli eventi illustrati, per gli ambiziosi obiettivi che sono stati posti. Al senatore Eduardo Girão i relatori hanno consegnato la “Carta de Brasilia”, una lettera sottoscritta da tutti i membri della Commissione Brasiliana degli Ufologi per chiedere la creazione di un organismo di ricerca misto, formato da scienziati, ufologi, militari e civili. Inoltre, è stata avanzata la richiesta di proseguire la discussione con nuove audizioni nelle sottocommissioni parlamentari, per promulgare leggi specifiche sulla questione e per far lavorare insieme le forze armate, le istituzioni federali, le accademie, le università. L’unico modo, è stato sottolineato, per fare chiarezza su un fenomeno innegabile, reale, concreto per troppo tempo taciuto e mistificato. Chissà, sarà proprio il Brasile, uno dei BRICS (la sigla che riunisce i Paesi con grandi risorse strategiche in antitesi allo strapotere del dollaro, ovvero Russia, India, Cina e Sud Africa oltre al gigante sudamericano) a far luce sugli UFO, svelando al mondo quello che gli Stati Uniti hanno finora gelosamente tenuto segreto?

Sabrina Pieragostini
29 giugno 2022
www.extremamente.it/2022/06/29/in-brasile-un-evento-davvero-storico-al-senato-la-verita-su...
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