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L’Europa non segue gli Stati Uniti sull’Iran

La reazione alle piccole proteste in Iran è un altro cuneo tra Stati Uniti ed Europa, esponendo la belluina lobby sionista e la sua influenza su media e politica statunitensi. Il problema dimostra la crescente divergenza tra gli interessi autentici di Stati Uniti e Israele. Alcune dimostrazioni antigovernative e attacchi ad istituzioni pubbliche continuano in Iran. Ma, come mostra il grafico, tali proteste e rivolte continuano a diminuire.



Le manifestazioni ieri si sono svolte in soli 15 luoghi, mentre dal 28 dicembre 75 città e cittadine hanno visto forme di protesta o incidenti. Oltre alle varie marce filogovernative svoltesi ieri, ognuna delle quali di gran lunga più grande di quelle antigovernative. Le violenze contro la proprietà pubblica di alcuni rivoltosi hanno alienato i legittimi manifestanti, che avevano ampie ragioni nel respingere la politica neo-liberista dell’attuale governo iraniano. L’istigazione alle violenze dall’estero, probabilmente a causa delle macchinazioni della CIA, gli ha usurpato la voce. Già mi chiedevo:“Perché gli Stati Uniti lo fanno? Il piano potrebbe non essere rovesciare immediatamente il governo iraniano, ma istigare una forte reazione del governo iraniano contro i terroristi nel suo Paese… Questa reazione può quindi essere utilizzata per attuare sanzioni peggiori contro l’Iran, in particolare dall’Europa. Sarebbe un altro tassello del grande piano per soffocare il Paese e un ulteriore passo nell’escalation” e “L’amministrazione ha appena chiesto una sessione di emergenza delle Nazioni Unite sulla situazione.

È una mossa risibile…”. Davvero ridicolo. Altri membri del Consiglio di Sicurezza e il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite hanno respinto i piani degli Stati Uniti. Non è compito delle Nazioni Unite inserirsi negli affari interni di un qualsiasi Paese. Ma anche per chi crede che l’ONU ne abbia diritto, le proteste in Iran, valutate in non più di 15.000 persone alla volta, e forse 45.000 in totale, sono insignificanti per giustificare qualsiasi reazione delle Nazioni Unite. L’Unione Europea, principale obiettivo dei piani statunitensi per reimporre le sanzioni all’Iran, ha ufficialmente rifiutato tali tentativi. Il Ministro degli Esteri svedese dichiarava che sono “inaccettabili” e che la situazione non lo giustifica.

Il Presidente francese Macron avvertiva che la rottura delle relazioni con l’Iran porterebbe alla guerra. Era piuttosto esplicito sugli autori di tali mosse:“La Francia ha relazioni solide con le autorità iraniane e vuole mantenere questo legame perché agire in altro modo significa ricostruire surrettiziamente un ‘asse del male’… Vediamo chiaramente il discorso ufficiale di Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita, nostri alleati in molti aspetti: è un discorso che ci porterebbe alla guerra con l’Iran”, aggiungeva, osservando senza ulteriori dettagli che si tratta di una “strategia deliberata di certuni”. Il Ministro degli Esteri russo avvertiva gli Stati Uniti contro ogni interferenza negli affari interni dell’Iran.

Nel frattempo la TV ammiraglia saudita, al-Arabiya, sfidava The Onion affermando che l’Iran aveva convocato Hezbollah, unità irachene e mercenari afghani per sedare le proteste. Il vicepresidente Pence sul Washington Post si lamentava della presunta mancanza di reazione dell’Amministrazione Obama alle proteste in Iran, ma non annunciava alcuna reazione dell’Amministrazione Trump. I redattori del Washington Post aggiungono numerosi editoriali di lobbisti pro-sionisti che attaccano l’Iran e accusano l’Europa di non seguire la linea di Trump. L’anti-iraniana Fondazione per la Difesa delle Democrazie, finanziata da uno speculatore estremista sionista, riceve ampio spazio nei giornali statunitensi:

Adam H. Johnson @adamjohnsonNYC – 4:04 AM – 3 Jan 2018
Nelle ultime 72 ore il gruppo pro-cambio di regime radicale FDD ha avuto presenze su NYTimes, Washington Post, NYPost, Politico e WSJ sull’Iran, ripetendo in ciascuno gli stessi punti di discussione triti e interventisti.

Adam H. Johnson @adamjohnsonNYC – 6:14 PM – 3 Jan 2018
Avendo esaurito i rispettivi spazi designati nei rispettabili WSJ, WaPo, Politico e NYTimes per questa settimana, il FDD è calato oggi sul Washington Times. Triste!”

Il blog apparentemente “centrista” Lawfare pubblicava un appello per inviare mine improvvisate con “Penetratori Forgiati Esplosivi” ai manifestanti iraniani (durante l’invasione dell’Iraq, la resistenza locale li usò contro gli occupanti statunitensi. Le forze armate statunitensi mentirono affermando che provenissero dall’Iran). Il redattore di Lawfare, il famigerato Benjamin Wittes, sembra essere d’accordo: scrive che non pubblica mai nulla di suo sul suo sito. L’unica lamentela riguarda il fatto che la richiesta di armare i rivoltosi in Iran manca di valido ragionamento giuridico. Ci si chiede come reagiranno gli scrittori di Lawfare se la Cina consegnasse armi anticarro alla prossima incarnazione di Occupy Wall Street). C’è una grande campagna negli Stati Uniti che segue le manifestazioni piuttosto ridotte in Iran. La campagna è volta a creare un’atmosfera da guerra. I media danno ampio spazio, ma gli Stati Uniti sono soli. L’Arabia Saudita è una tigre di carta che non conta niente ed Israele non può fare nulla contro l’Iran.

L’Asse della Resistenza è pronto alla guerra, dice il leader di Hezbollah Nasrallah, spiegando che sarà condotta in Israele. Stephen Kinzer sottolinea che l’ostilità statunitense per l’Iran e il suo governo non ha alcun senso strategico:“La storia decreta che qualsiasi governo iraniano dev’essere fortemente nazionalista e un vigile difensore degli sciiti ovunque, quindi l’idea che il “cambio di regime” produca un Iran filo-USA è fantasia. La sicurezza degli Stati Uniti non sarà seriamente compromessa dal corso della politica interna dell’Iran… Nel 1980 il Presidente Carter proclamò che qualsiasi sfida al dominio statunitense del Golfo Persico sarebbe stata considerata “assalto agli interessi vitali degli Stati Uniti d’America”.

Era guidato dagli imperativi globali della sua era. Gran parte del petrolio statunitense arrivava dal Golfo Persico e l’occidente non poteva rischiare di cederlo al potere sovietico. Oggi non esiste l’Unione Sovietica e non ci affidiamo più al petrolio del Medio Oriente. Tuttavia, sebbene le basi della nostra politica siano svanite, essa rimane invariata, una reliquia del passato”. Kinzer ha ragione sull’assenza di argomenti strategici. Ma trascura l’influenza della lobby sionista e il suo interesse nel trascinare gli Stati Uniti nella distruzione di qualsiasi potenziale avversario al suo colonialismo. L’autentico interesse del popolo degli Stati Uniti non è ciò che guida la politica statunitense, non lo è da tempo (se mai lo è stato).

Fonte: www.moonofalabama.org/2018/01/iran-europe-rejects-us-drive-to-...
4 gennaio 2018

Traduzione: Alessandro Lattanzio
aurorasito.wordpress.com/2018/01/05/leuropa-non-segue-gli-stati-uniti-s...