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L’Arabia Saudita paga lo scotto della sottomissione a Obama

Trentotto miliardi e 600 milioni di dollari USA; questo il deficit proiettato sul bilancio 2015 delle casse reali saudite con l’attuale, disastrosamente basso, prezzo del petrolio. Ovviamente gli sclerotici regnanti di Casa Saoud devono solamente incolpare loro stessi e la loro miope e imbecille politica di sottomissione ai voleri americani visto che come già detto é su ordine dell’inquilino nero della Casa Bianca che la produzione di greggio del reame é salita a livelli tali da far precipitare il prezzo medio del barile. A Obama il barile ‘svenduto’ serve (a costo di sacrificare alla manovra la ridicola ‘bolla’ speculativa del fracking) per tentare di indebolire Russia, Venezuela, Iran e altri paesi del campo anti-imperialista che sono forti esportatori di greggio, anche se tale espediente tattico non è prolungabile indefinitamente ed è perciò destinato a fallire:

palaestinafelix.blogspot.it/2014/11/putin-si-attrezza-per-la-gue...

Ed é veramente ironico, di quell’ironia dantesca caratterizzata dal Contrappasso, che i primi a pagarne i costi siano proprio i servi sciocchi degli USA. Con quasi 40 miliardi di $ in meno sul bilancio, Riyadh sarà costretta a draconiane economie, certo non sulle riserve di Scotch e Gin o sul numero di Rolls-Royce e Ferrari dei membri della real casa, ma ‘ovviamente’, i tagli saranno concentrati sul welfare, sui benefit sociali, sui posti di lavoro pubblici e sui loro salari. I primi a risentirne saranno i giovani impoveriti e irrequieti delle città saudite, specie di quelle più distanti da Riyadh; azzerbinandosi bovinamente ai ‘diktat’ di Obama i reali sauditi potrebbero star direttamente contribuendo ad accendere la miccia della rivolta che li farà saltare. E questa sarebbe davvero l’ironia massima.

Suleiman Kahani
26 dicembre 2014
www.statopotenza.eu/17846/larabia-saudita-paga-lo-scotto-della-sottomissione...
[Modificato da wheaton80 29/12/2014 22:47]