00 28/02/2016 18:15
I monarchi dell’Arabia Saudita si trovano sull’orlo di una “crisi di nervi”

Non c’è dubbio che lo sviluppo degli avvenimenti di queste ultime settimane non ha lasciato dormire sonni tranquilli ai membri della famiglia regnante dei Saud, nelle loro lussuose residenze di Rijad, in Arabia Saudita. In particolare l’esito dei conflitti che la Monarchia dei Saud sta conducendo su più fronti: da una parte la Siria e l’Iraq, dove i sauditi hanno finanziato, reclutato ed armato i gruppi jihadisti che combattono rispettivamente per rovesciare l’odiato regime di Bashar al-Assad e per stabilire un principato di ispirazione wahabita-sunnita in Iraq, dall’altra parte l’aggressione militare condotta direttamente dalle forze saudite assieme ai propri alleati, contro lo Yemen. Su entrambi i fronti i gruppi jihadisti filo sauditi stanno subendo rovesci su rovesci: in Siria, l‘intervento delle forze dell’aviazione russa è risultato decisivo, unitamente alla controffensiva sostenuta dall’Esercito Siriano, da Hezbollah, dai curdi siriani e dai reparti iraniani, che sta sbaragliando sul campo i gruppi terroristi, nonostante il supporto che questi ricevono da turchi e sauditi. Le forze siriane stanno recuperando buona parte dei territori, incluse tutte le città importanti (sta per cadere anche Aleppo), con il coprifuoco raggiunto per accordo fra USA e Russia, che ha come principale conseguenza la legittimazione internazionale del regime di Damasco, sostenuto da Russia, Iran ed altri Paesi (fra cui la Cina), proprio quello che i sauditi non volevano.

In Iraq l’ISIS (Daesh in arabo), di cui non sono un mistero i collegamenti avuti e costantemente mantenuti con Rijad, sta arretrando in conseguenza dell’attacco del riorganizzato Esercito Iracheno, appoggiato dai reparti delle Forze Popolari sciite addestrate e supportate dall’Iran. Sfuma quindi la prospettiva inseguita costantemente dalla Monarchia Saudita di costituire un nuovo Stato sunnita-wahabita sui territori tra parte della Siria e l’Iraq centrale, sotto protettorato USA-Saudita. La costituzione di questa nuova entità era prevista ed appoggiata nei piani di Washington e dell’amministrazione Obama ma l’intervento russo e la forte resistenza dei siriani ha mandato all’aria il progetto. I sauditi non si sono tuttavia rassegnati e stanno pianificando un possibile intervento di forze terrestri assieme alla Turchia di Erdogan, che nutre altrettante ambizioni nello smembramentio della Siria.

Per quanto riguarda lo Yemen, nonostante l’appoggio logistico e militare fornito alle forze saudite dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna (di cui l’Arabia Saudita è il miglior cliente), i sauditi stanno subendo duri rovesci militari da parte delle forze yemenite degli Houthi, che hanno colpito e distrutto diverse basi militari nel territorio saudita, con l’uccisione di almeno un centinaio di militari sauditi, oltre ad aver abbattuto anche alcuni aerei della loro aviazione. Una magra figura per i sauditi, che subiscono anche una forte perdita di prestigio nel mondo arabo, e non soltanto in quello, a causa delle stragi di civili causate dagli attacchi indiscriminati effettuati dalla loro aviazione. Come se questo non bastasse, arriva un rapporto segreto stilato dai generali dell’Esercito Saudita i quali, allarmati dalla possibilità di dover eseguire un’operazione militare di terra in Siria e dover affrontare russi, siriani, iraniani ed Hezbollah, hanno messo per iscritto le loro preoccupazioni e le hanno inviate alla Corte dei Saud, sfidando anche il rischio di uno scatto d’ira dei sovrani che potrebbe costare loro la testa.

In particolare i generali hanno riconosciuto nel rapporto la debolezza dell’Esercito Saudita (visti i rovesci subiti nello Yemen), hanno messo in guardia i sovrani dai rischi connessi ad un possibile intervento diretto delle forze saudite in Siria, rischi che potrebbero comportare l’instabilità in tutto il Paese e le possibili proteste e sollevazioni di una parte della popolazione saudita. In sostanza hanno sconsigliato Rijad di farsi coinvolgere direttamente nel conflitto. Nel documento tradotto e diretto a “Sua Altezza, al Vicepresidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dell’Interno del Regno”, si confermano questi concetti ed in particolare si informa che l’operazione denominata “Tormenta Decisiva” nello Yemen non ha ottenuto gli obiettivi desiderati a causa della debolezza delle forze arabe inviate e di conseguenza si mette in risalto l’impreparazione e la debolezza delle truppe. Si sconsiglia quindi un intervento diretto nel contesto siriano. Molte domande circondano l’apparizione di questo documento sul Web, poi apparso sulla stampa, e ci si chiede se sia stato fatto volutamente filtrare da una fonte all’interno dello stesso governo saudita o dell’esercito con la speranza che una fuga di notizie controllata possa essere più efficace nel dissuadere i monarchi sauditi dall’idea di lanciare una invasione dai possibili effetti disastrosi.

Documento originale: i1.wp.com/www.controinformazione.info/wp-content/uploads/2016/02/Carta-de-los-sa...

Questo documento sembra che abbia determinato un forte nervosismo nella corte saudita ed i portavoce del governo hanno rifiutato ogni commento, ma fonti ben informate hanno segnalato indizi di grande “irritazione” pervenuti anche all’esterno. In qualsiasi caso, molti osservatori affermano che sarà prudente che i monarchi sauditi prestino attenzione a questi avvisi prima di prendere “decisioni irrevocabili” che avrebbero nefaste conseguenze per il Paese e per la stessa monarchia saudita. Si ritiene tuttavia che non sarebbero comunque in tanti a piangere per un eventuale crollo di questa monarchia, assolutista, oppressiva, totalitaria ed oscurantista. Forse gli unici a piangere sarebbero i responsabili della lobby delle armi e del petrolio di Washington e di Londra, di cui i sauditi sono i migliori clienti in assoluto.

Luciano Lago
28 febbraio 2016
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