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«Non è un effetto placebo, i risultati sono lì da vedere». Le parole del medico di Villongo

Ha cominciato a praticare l’omeopatia nel 1982 e da allora ha continuato senza tentennamenti, mentre attorno a lui cresceva lo scetticismo della medicina ufficiale ma anche il numero di pazienti che facevano la sua stessa scelta. Giorgio Gambarini, 61 anni, con studio a Villongo, è stato uno dei primi medici bergamaschi a fare la scelta omeopatica. «Io ho cominciato con la fitoterapia, ero sempre andato con un mio zio a raccogliere le erbe e me ne intendevo - racconta -. Durante l’università ho fatto tirocinio in ospedale e quell’ambiente non mi piaceva, per cui prima di laurearmi ho cominciato a lavorare con le erbe. Quando mi sono laureato e ho cominciato con la fitoterapia la cosa ha funzionato, sono arrivati molti pazienti e ho continuato. All’epoca non c’erano altri medici che facessero scelte alternative». Poi è arrivata l’omeopatia. «Un giorno ero reduce da quattro turni di guardia medica e dovevo cominciare la settimana, ero distrutto. Allora mi sono ricordato del campione di un prodotto per l’iperlavoro che mi aveva lasciato un informatore farmaceutico, l’ho provato e ho sentito che mi cambiava completamente lo stato d’animo e lo stato dello stomaco. Ho capito che funzionava e ho approfondito lo studio. All’epoca a praticare l’omeopatia eravamo solo io e un collega di Verdellino. Oggi la situazione è molto diversa, credo che in tutta la provincia i medici che fanno la mia scelta siano una cinquantina. Anche se, basandomi sulle presenze ai corsi di aggiornamento, ad aumentare sono soprattutto i farmacisti. In generale la situazione nel settore non è molto buona, ma più che altro per colpa della crisi: la gente risparmia sulle visite specialistiche e sugli esami, e risparmia anche sulle terapie omeopatiche». Lo sa, vero, cosa si dice di voi nell’ambiente scientifico? «Siamo sempre stati considerati dei mentecatti, dei fuori di testa, degli imbonitori. E anche adesso sento gente come Garattini che ci stronca, ma lo fa in modo poco scientifico. Perché non ha mai portato prove, ma ripete da anni la stessa litania». Dicono che le vostre medicine sono solo placebo. «Ma mi fanno solo ridere. Come fanno a dire che è un effetto placebo quando vedo che i farmaci omeopatici fanno effetto anche in campo veterinario o pediatrico? Cosa ne sanno le mucche o i bambini piccoli di quello che gli dai, non possono certo autosuggestionarsi. Ci sono effetti che sono lì da vedere, che sono dimostrati. Solo che la medicina tradizionale non sa essere aperta. Se mi viene in studio una persona che ha 190/110 di pressione non le do certo il farmaco omeopatico, sarei folle. Le do l’anti ipertensivo. Ma in un secondo tempo utilizzo l’omeopatico per cercare di farla stare meglio. Così come sono equilibrato io nel considerare i vari tipi di farmaci, anche loro dovrebbero fare lo stesso e riconoscere che noi non siamo truffatori e venditori di acqua. Ma siamo professionisti che hanno studiato le stesse cose che hanno studiato loro, e poi anche qualcosa in più».

Fabio Paravisi
18 marzo 2014
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