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Maximulta Antitrust a Roche e Novartis: accordo per spartirsi mercato, con danno ai malati

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    wheaton80
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    00 19/02/2018 23:52
    Avastin - Lucentis. Corte Europea: illegittimo l’accordo Roche - Novartis

    La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha emesso la sentenza sul caso Avastin-Lucentis, confermando la multa di circa 180 milioni di euro inflitta dall'Antitrust a Roche e Novartis, con l'accusa di aver fatto 'cartello' per favorire le vendite del farmaco Lucentis, molto più costoso ma sostanzialmente identico all'Avastin, per uso oftalmologico. Con questa provvedimento, i giudici europei hanno riconosciuto che “l'intesa tra i gruppi farmaceutici Roche e Novartis volta a ridurre l'utilizzo in ambito oftalmico del medicinale Avastin e a incrementare quello del Lucentis, potrebbe costituire una restrizione della concorrenza per oggetto”. Inoltre, la Corte UE precisa che “le informazioni devono essere qualificate come ingannevoli, circostanza che spetta al giudice nazionale verificare, se mirano da un lato a indurre l'Agenzia Europea del Farmaco e la commissione in errore e ad enfatizzare, in un contesto di incertezza scientifica, la percezione da parte del pubblico dei rischi connessi all'uso off-label dell'Avastin”. L'Avastin e il Lucentis, spiegano i giudici europei, sono medicinali prodotti dalla società Genentech, appartenente al gruppo Roche. La Genentech ha affidato lo sfruttamento commerciale del Lucentis al gruppo Novartis mediante un accordo di licenza. La Roche commercializza l'Avastin. “Questi medicinali biotecnologici sono stati autorizzati dalla Commissione e dall'Agenzia Europea per i Medicinali”, ricorda la Corte. “Il Lucentis è autorizzato per il trattamento delle malattie oftalmiche. L'Avastin, benché autorizzato solamente per il trattamento delle patologie tumorali, grazie al suo prezzo inferiore rispetto a quello del Lucentis, è spesso utilizzato anche per il trattamento delle malattie oftalmiche”. Nel 2014, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto due ammende, ciascuna di un importo superiore a 90 milioni di euro, alle società Roche e Novartis, per avere le stesse concluso un'intesa diretta ad ottenere una differenziazione artificiosa tra l'Avastin e il Lucentis. Secondo l'AGCM, l'Avastin e il Lucentis sarebbero del tutto equivalenti per il trattamento di malattie oftalmiche. L'intesa avrebbe avuto lo scopo di diffondere notizie in grado di ingenerare preoccupazioni sulla sicurezza degli usi oftalmici dell'Avastin per causare uno spostamento della domanda a favore del Lucentis.

    L'AGCM ritiene che tale spostamento avrebbe generato, a carico del servizio sanitario italiano, costi supplementari stimati in circa 45 milioni di euro per il solo anno 2012. Dopo che il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha respinto i loro ricorsi presentati contro le ammende, Roche e Novartis hanno proposto appello dinanzi al Consiglio di Stato, il quale ha adito la Corte di Giustizia chiedendo l'interpretazione delle norme dell'Unione in materia di concorrenza. Con l'odierna sentenza, la Corte ricorda che, in linea di principio, i medicinali utilizzabili per le medesime indicazioni terapeutiche appartengono allo stesso mercato. Tuttavia, il fatto che taluni medicinali siano fabbricati o venduti in modo illecito impedisce di considerarli come sostituibili a prodotti fabbricati e venduti in modo lecito. Ciò detto, la normativa dell'Unione in materia di prodotti farmaceutici non vieta né la prescrizione di un medicinale al di fuori delle condizioni previste dalla sua autorizzazione all'immissione in commercio né il suo riconfezionamento ai fini di tale uso, salvo il rispetto di talune condizioni. La verifica del rispetto di dette condizioni non spetta all'AGCM, ma ai giudici nazionali o ad altre autorità competenti in materia. La Corte rileva, inoltre, che per il trattamento delle malattie oftalmiche vi è, di fatto, un rapporto di sostituibilità tra il Lucentis e l'Avastin utilizzato off-label. La Corte conclude affermando che, se l'eventuale illiceità delle condizioni di riconfezionamento e di prescrizione dell'Avastin destinato all'uso off-label non è stata esaminata dalle autorità o dai giudici competenti in materia, l'AGCM può ritenere i due prodotti come facenti parte del medesimo mercato e quindi come medicinali concorrenti. Nella misura in cui l'illiceità di dette condizioni sia stata esaminata dalle autorità o dai giudici competenti in materia, l'AGCM deve invece tener conto dell'esito di tale esame.

    25 Gennaio 2018
    www.socialfarma.it/informazione/socialfarma-news/9403-avastin-%E2%80%93-lucentis-corte-europea-illegittimo-l%E2%80%99accordo-roche-...
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    wheaton80
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    00 31/03/2018 18:54
    La caduta di GlaxoSmithKline in Cina

    SHANGHAI – Agosto 2013: Peter Humphrey era nel bagno del suo appartamento di Shanghai quando la polizia buttò giù la porta e lo sbatté a terra. Quasi due dozzine di poliziotti presero d’assalto la sua casa, confiscando file, laptop e hard disk relativi al suo lavoro di investigatore aziendale. Il signor Humphrey e sua moglie, Yu Yingzeng, furono portati all’edificio 803, un centro di investigazioni criminali notoriamente squallido, normalmente riservato a contrabbandieri di esseri umani, trafficanti di droga e attivisti politici. Privato del sonno e affamato, fu successivamente trasferito in un carcere, messo in una cella e legato a una sedia di ferro. Tre ufficiali si sedettero davanti a lui e chiesero risposte. Il signor Humphrey conosceva la ragione del duro interrogatorio.

    Lui e la signora Yu lavoravano per GlaxoSmithKline, il produttore farmaceutico britannico sotto inchiesta in Cina per frode e corruzione. Secondo le autorità cinesi, GSK aveva incanalato nella corruzione circa 3 miliardi di Yen (482 milioni di dollari) attraverso una rete di quasi settecento agenzie di viaggio per pagare medici, organizzazioni sanitarie e funzionari governativi. All’inizio GSK aveva negato qualsiasi coinvolgimento nelle bustarelle, ma ammettendo, solo successivamente ad un’indagine interna, che alcuni dirigenti avevano agito in modo indipendente. Furono in totale 5 i dirigenti GSK arrestati. Mark Reilly, l’Amministratore Delegato delle operazioni di GlaxoSmithKline in Cina, ricevette una sospensione della pena detentiva assieme ad altri 4 alti dirigenti. La filiale locale di GSK in Cina fu giudicata colpevole di corruzione e multata, la più grande ammenda ad una società mai erogata in Cina (secondo l’agenzia di stampa cinese ufficiale Xinhua) ma poco a confronto del flusso di cassa annuale di GSK, che era di circa 4 miliardi di sterline l’anno. I funzionari cinesi che emetterono il verdetto ci tennero a sottolineare come il costo delle tangenti fosse passato direttamente ai consumatori cinesi.

    In altre parole, i medici e il personale medico furono corrotti per vendere i loro prodotti e il costo di tali tangenti fu aggiunto al prezzo dei prodotti che i consumatori pagavano (BBC News). Secondo un funzionario del Ministero della Sicurezza cinese, gli operatori corrotti della GSK ostacolarono le indagini in maniera molto pesante. Nel 2013 le vendite di GSK sono calate del trenta percento dopo le accuse di corruzione. Ad oggi le vendite di farmaci e vaccini di GSK in Cina è sceso del 61% e quelle dei prodotti per la salute dei consumatori sono calate del 29%. Quando emersero le accuse di corruzione, la compagnia disattese i cambiamenti sistemici auspicabili e cercò invece di minimizzare i problemi e screditare i suoi accusatori, immaginando che i funzionari non avrebbero prestato attenzione, ma il materiale a carico della corruzione di GlaxoSmithKline in Cina era troppo abbondante. Lungo la strada c’erano bustarelle, un misterioso sex tape e l’investigatore aziendale Peter Humphrey assunto dalla casa farmaceutica per scavare nel background personale anche di dirigenti governativi.

    L’inizio
    Tutto è partito da una e-mail anonima che nel gennaio 2013 tracciava una mappa dettagliata della frode nelle operazioni cinesi diretta al Consiglio di Amministrazione di Glaxo ottenuta dal New York Times assieme ad altro materiale riservato. Scritta in perfetto inglese, l’e-mail era stata organizzata come nota aziendale e sotto l’intestazione “Conference Trip Vacations for Doctors”. L’informatore anonimo scrisse a chiare lettere che i professionisti del settore medico cinese avevano ricevuto viaggi e spese interamente pagati da GSK sotto forma di conferenze internazionali. La compagnia copriva i costi dei biglietti aerei e delle camere d’albergo e distribuiva contanti per i pasti e le escursioni turistiche. In una sezione intitolata “GSK Falsified Its Books and Records to Conceal Its Illegal Marketing Practices in China”, l’e-mail spiegava come Glaxo stava proponendo farmaci per usi non approvati. Ad esempio, l’informatore dichiarò che il farmaco Lamictal era stato aggressivamente promosso come trattamento per il disturbo bipolare anche se era stato approvato in Cina solo per l’epilessia.

    Glaxo “ha quasi ucciso un paziente commercializzando illegalmente il suo farmaco Lamictal”, continuava l’informatore nella e-mail arrivata al Times. “GSK China ha acquistato il silenzio del paziente per $ 9.000”. Dalla prima e-mail che aprì lo scandalo passarono altri 17 mesi e ne seguirono nel frattempo altre due dozzine, che l’informatore inviava regolarmente alle autorità di regolamentazione cinesi, ai dirigenti della Glaxo e al revisore della società (PricewaterhouseCoopers). Glaxo ha rifiutato più volte di commentare l’accaduto cinese se non con una nota inviata alla stampa in cui “accettava pienamente i fatti e le prove dell’indagine e il verdetto delle autorità giudiziarie cinesi”, si legge in una dichiarazione. “GSK P.L.C. si scusa sinceramente con i pazienti cinesi, i medici e gli ospedali, e con il governo cinese e il popolo cinese”. Il signor Humphrey e la signora Yu trascorsero due anni in prigione per aver ottenuto illegalmente documenti governativi. Il signor Humphrey passò la sua detenzione in una cella con una dozzina di altri detenuti. Non c’erano letti o altri mobili, solo un bagno aperto e una luce al neon sopra la testa. Humphrey e la moglie furono rilasciati nel luglio 2015.

    Cronistoria


    – Dicembre 2011

    Un informatore che lavorava dentro Glaxo invia una e-mail ai regolatori cinesi, specificando le frodi e la corruzione nelle operazioni cinesi del produttore farmaceutico. È la prima di circa due dozzine di e-mail inviate in un periodo di 17 mesi.

    – Aprile 2012

    I dirigenti della Glaxo in Cina iniziano a capire che un informatore sta inviando documenti ai regolatori cinesi sostenendo una diffusa corruzione all’interno dell’azienda.

    – Luglio 2012

    La società si dichiara colpevole negli Stati Uniti per le accuse penali di marketing di farmaci impropri e tangenti ai medici. L’Amministratore Delegato della compagnia, Sir Andrew Witty, promette che “non accadrà mai più”.

    – Dicembre 2012

    Vivian Shi, Capo del Governo per Glaxo in Cina, viene licenziata, presumibilmente per aver falsificato le spese di viaggio. Ma la vera ragione, secondo i documenti interni, è che la signora Shi è sospettata di essere l’informatore.

    – Gennaio 2013

    L’informatore invia un’e-mail di 5.200 parole al Presidente di Glaxo, ai dirigenti e al revisore esterno della società. L’e-mail, come le precedenti alle autorità, descrive uno schema sistematico di frode e corruzione. Le accuse vengono respinte dalla compagnia come una “campagna diffamatoria”.

    – Marzo 2013

    I migliori dirigenti Glaxo a Londra ricevono un’altra e-mail dall’informatore, questa volta citando Mark Reilly, il capo delle operazioni della compagnia in Cina, impegnato in un atto sessuale nel suo appartamento.

    – Aprile 2013

    Glaxo assume ChinaWhys, una società di consulenza privata gestita da Peter Humphrey e sua moglie, Yu Yingzeng, per indagare sul sospetto informatore e su un’irruzione nella casa del signor Reilly. L’indagine è in codice “Project Scorpion”.

    – Giugno 2013

    Mr. Humphrey presenta i risultati delle sue indagini a Glaxo. Sebbene il suo rapporto non offra prove che colleghino la signora Shi alle e-mail, egli nota che il sospetto informatore ha “un track record”.

    – Giugno 2013
    La polizia esegue una serie di incursioni coordinate negli uffici di Glaxo in tutta la Cina, trattenendo quattro dirigenti, incluso il capo legale del Paese. Diverse agenzie di viaggio che lavorano a stretto contatto con Glaxo sono oggetto di perquisizioni.

    – 10 luglio 2013

    Humphrey e la signora Yu, gli investigatori privati ingaggiati da Glaxo, vengono arrestati dalla polizia.

    – 15 luglio 2013
    In una conferenza stampa a Pechino, i pubblici ministeri accusano i dirigenti senior delle operazioni cinesi di Glaxo di gestire un piano elaborato per corrompere medici e operatori ospedalieri, descrivendolo come una “operazione di crimine organizzato“.

    – 16 luglio 2013

    Quattro dirigenti cinesi di Glaxo confessano alla televisione di Stato lo schema di corruzione e frode.

    – 18 luglio 2013

    Il capo della finanza di Glaxo non può lasciare la Cina.

    – Agosto 2013

    Mr. Humphrey e la signora Yu sono stati arrestati formalmente a Shanghai.

    – Agosto 2014
    Mr. Humphrey e la signora Yu sono condannati per aver ottenuto illegalmente documenti governativi durante le loro indagini societarie, un’accusa che hanno negato. Ciascuno ha scontato due anni di carcere.

    – 19 settembre 2014

    In un processo durato un giorno, il signor Reilly, il capo delle operazioni cinesi di Glaxo, e altri dirigenti aziendali, si dichiarano colpevoli di frode e corruzione. Glaxo accetta di pagare una multa di 500 milioni di dollari. Il signor Reilly viene deportato dalla Cina.

    Fonti

    - www.theguardian.com/business/2014/apr/07/glaxosmithkline-inquiry-over-bribery-all...
    - www.bbc.com/news/business-29274822
    - www.morningstar.co.uk/uk/news/AN_1425883450095841100/AllianceNewsPr...
    - www.economist.com/blogs/analects/2014/07/corporate-corrupti...
    - www.telegraph.co.uk/finance/newsbysector/pharmaceuticalsandchemicals/11108376/China-fines-Glaxo-297m-for-bribery-Mark-Reilly-senten...
    - www.telegraph.co.uk/finance/newsbysector/pharmaceuticalsandchemicals/11108376/China--fines-Glaxo-297m-for-bribery-Mark-Reilly-senten...
    - www.reuters.com/article/us-gsk-china/gsk-in-china-escaping-the-shadow-of-a-scandal-idUSKBN0TF0A9...
    - www.nytimes.com/2016/11/02/business/international/timeline-glaxo-fallout-ch...

    Mattia Marchi
    22 gennaio 2018
    www.corvelva.it/blog/case-farmaceutiche/la-caduta-di-glaxosmithkline-in-c...
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    wheaton80
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    00 08/10/2018 15:41
    Soldi dalle case farmaceutiche: in manette luminare ematologia

    Se non passavano da loro, tramite ovviamente un lauto pagamento, certi farmaci, magari salvavita, non arrivavano proprio ai pazienti. “Più che le modalità a noi interessa il conquibus... Quando il conquibus arriva per noi va bene... Tanto per essere pragmatici”, diceva uno dei medici intercettatti nell'inchiesta che ha svelato un vera organizzazione dedita a sponsorizzazioni per congressi o simposi chiesti alle aziende farmaceutiche con la promessa di utilizzare questo o quel farmaco, concorsi pilotati per assumere candidati già preventivamente individuati e, infine, attività professionale non autorizzata. L'operazione "Conquibus" dei NAS di Parma ha portato all'arresto di due persone, tra cui un luminare dell'ematologia, a nove misure interdittive e complessivamente a 36 indagati. Duecento carabinieri impegnati in sette regioni italiane. Cuore dell'inchiesta, Parma e l'azienda ospedaliero-universitaria. Ai domiciliari sono finiti il professor Franco Aversa, Direttore della struttura complessa di ematologia e trapianto midollo osseo del Maggiore di Parma e Paola Gagliardini, Amministratrice Delegata della CSC srl, Centro Servizi Congressuali, di Perugia.

    Erano loro i vertici di una organizzazione che assicurava, secondo l'accusa, favori alle aziende farmaceutiche (report positivi o negativi per questo o quel medicinale) in cambio di sponsorizzazioni per convegni e simposi medici e anche contributi economici che finivano direttamente nelle tasche degli indagati. “Ci sono delle aziende che hanno contribuito in maniera sostanziale e altre che non hanno nemmeno risposto”, diceva ancora Aversa, il medico parmigiano. “Quindi è chiaro che devo fare la lista dei 'buoni' e dei 'cattivi'”. Poi anche la minaccia diretta:“C'era un atteggiamento di non apertura, per cui lo dico francamente... Questi nuovi prodotti che voi dovete lanciare, qui praticamente non entreranno mai!”. Fra gli indagati undici sono professori o dirigenti dell'Università di Parma. La struttura ospedaliera di Parma invece non avrebbe propri dipendenti coinvolti anche se il professor Aversa ovviamente era dirigente di una unità operativa interna al Maggiore. Il rettore dell'Università di Parma, Paolo Andrei, si dichiara “profondamente colpito e attonito” dalla vicenda; assicura collaborazione alla magistratura e ribadisce l'impegno dell'Ateneo “verso la cultura della legalità e il rispetto dell'integrità”.

    3 Ottobre 2018
    www.ilmessaggero.it/italia/tangenti_case_farmaceutiche_parma_aversa-4014...
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    wheaton80
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    00 27/10/2018 23:58
    Australia:“Big Pharma paga i partiti e influenza la politica”

    Big Pharma dona milioni di dollari a entrambe le parti politiche australiane, le aziende farmaceutiche impiegano un gran numero di lobbisti e la loro influenza contribuisce a determinare i prezzi elevati dei farmaci in Australia. È quanto riferisce il The Guardian in un articolo in cui si legge che circa 72 distinte aziende farmaceutiche impiegano lobbisti pagati per influenzare la politica e le decisioni del governo (https://www.theguardian.com/business/2018/sep/25/pharmaceutical-industry-donates-millions-to-both-australian-political-parties). Un'analisi dei dati sulle donazioni mostra che tra il 1998-99 e il 2016-17 le aziende farmaceutiche hanno donato 4,7 milioni di dollari ai partiti liberali, nazionali e laburisti. Ventidue delle 72 compagnie che hanno ingaggiato lobbisti hanno anche fatto donazioni politiche in Italia negli ultimi 19 anni. Le donazioni hanno raggiunto il picco nell'anno finanziario 2013-14, che ha coinciso con le Elezioni federali del 2013. Le grandi case farmaceutiche hanno un interesse finanziario significativo nel modo in cui il governo si comporta, in particolare per quanto riguarda le decisioni e le politiche che riguardano i prezzi dei medicinali o i processi di approvazione per i nuovi farmaci. Un ex Segretario del Dipartimento Federale della Sanità, Stephen Duckett, ora uno dei principali medici ricercatori al Grattan Institute, ha affermato che l'industria farmaceutica è “estremamente potente” e ha un'influenza significativa sul governo. L'anno scorso Duckett ha pubblicato un rapporto dal quale emerge che i prezzi dei farmaci in Australia sono significativamente più alti che all'estero e che gli australiani pagano circa 500 milioni di dollari ogni anno per i farmaci generici. Duckett ha affermato che l'influenza dell'industria farmaceutica ha chiaramente contribuito all'aumento dei prezzi dei farmaci. “Non posso dire come lo fanno, ma impiegano molte persone, si muovono in parlamento e così via. Tutto quello che posso vedere è il risultato, ossia che finiamo per pagare di più. Abbiamo politiche progettate per adattarsi a loro piuttosto che per soddisfare il consumatore o il contribuente”.

    28/09/2018
    www.informasalus.it/it/articoli/australia-big-pharma-poli...
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    wheaton80
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    00 31/03/2019 18:17
    Mentiva sugli effetti collaterali: il produttore di Oxycontin costretto a risarcire per gli oppiodi

    Negli USA è accusata di essere responsabile di una vera e propria epidemia di abuso di farmaci oppioidi; ora la casa farmaceutica Purdue Pharma, produttrice di OxyContin, ha raggiunto un accordo con lo stato dell’Oklahoma, a cui darà 270 milioni di dollari per risolvere una causa in corso. È solo il primo di una serie di ricorsi alla legge in varie parti degli Stati Uniti, a cui potrebbero seguire tanti altri: sono circa 2.000 infatti le cause intentate nei tribunali di tutto il Paese.

    Un numero impressionante di morti

    Il Procuratore Generale dell’Oklahoma, Mike Hunter, ha accusato Purdue, Johnson & Johnson e Teva Pharmaceutical Industries LTD di marketing ingannevole che, minimizzando i rischi di dipendenza associati ai farmaci antidolorifici a base di ossicodone, e esagerandone i benefici, ha contribuito a un’epidemia che ha portato a 47.600 morti per overdose solo nel 2017, secondo i Centri statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie.

    La strategia dell’azienda

    L’azienda si è difesa sostenendo che le etichette approvate dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti per i suoi oppioidi portavano avvertimenti sul rischio di abuso e uso improprio associato a loro, ma un numero così impressionante di morti le renderebbero molto difficile la strada processuale. Secondo quanto riporta il Guardian, la decisione di optare per l’accordo è stata presa da Hunter quando dagli ambienti della Purdue sono cominciate a circolare voci di una bancarotta imminente. Adesso bisognerà vedere cosa succederà negli altri tribunali a stelle e strisce. Anche nel nostro Paese è possibile acquistare OxyContin, tramite una prescrizione come farmaco per lenire il dolore. E anche da noi viene usato anche come stupefacente.

    Lorenzo Misuraca
    30 Marzo 2019
    ilsalvagente.it/2019/03/30/mentiva-sugli-effetti-collaterali-il-produttore-di-oxycontin-costretto-a-risarcire-per-gli-oppiodi/56138/?utm_content=buffer6b316&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR3XY4ZXzaEb8H9DXopeMNmGwwWoad2v2XvTp-U4g2pfKYBErbC...
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    00 29/08/2019 19:00
    Oppioidi - Un tribunale dell’Oklahoma ha condannato Johnson & Johnson a pagare 572 milioni di dollari di danni

    Un tribunale dell’Oklahoma, negli Stati Uniti, ha condannato la multinazionale farmaceutica Johnson & Johnson a pagare 572 milioni di dollari di danni (circa 515 milioni di euro) per aver contribuito alla recente diffusione dei farmaci oppioidi nel Paese. Thad Balkman, giudice del tribunale distrettuale della contea di Cleveland a Norman, in Oklahoma, ha detto che Johnson & Johnson avrebbe ripetutamente ignorato gli avvertimenti delle agenzie federali statunitensi riguardo la pericolosità dei farmaci oppioidi, continuando a mettere in atto pratiche di marketing ingannevoli volte a convincere i medici a prescrivere sempre più antidolorifici, pur non essendo necessari. Johnson & Johnson ha respinto le accuse e ha detto che presenterà ricorso. La sentenza contro Johnson & Johnson rientra in una causa avviata nel 2017 che coinvolgeva anche altri due produttori di farmaci oppiodi, Purdue Pharma e Teva Pharmaceutical. Questi ultimi avevano ottenuto il patteggiamento, pagando in tutto circa 355 milioni di dollari (319 milioni di euro) per evitare il processo. Secondo i Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie degli Stati Uniti (CDC), tra il 1997 e il 2017, nel Paese ci sono state oltre 400mila morti dovute a overdose di oppioidi, mentre nel solo Stato dell’Oklahoma, secondo l’accusa, le morti dal 2000 in poi sarebbero state circa 6mila.

    27 agosto 2019
    www.ilpost.it/2019/08/27/johnson-johnson-oppioidi/
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    00 11/03/2021 14:45
    Inventori di Malattie - Documentario RAI



    Il giornalista Silvestro Montanaro, conduttore del programma RAI "C'era una volta", racconta di come l'industria farmaceutica "crea" le malattie.





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    00 30/03/2021 20:09
    La casa farmaceutica Servier condannata per omicidio colposo

    “Inganno aggravato” e “omicidi e lesioni non intenzionali”. Sono queste, secondo quanto riportato dal quotidiano Le Monde, le due accuse che, in Francia, hanno travolto il gigante farmaceutico Servier, condannato da un tribunale francese per una pillola molto particolare. Stiamo parlando di una pillola per il diabete e la perdita di peso ritenuta responsabile di migliaia di morti nell’ambito di uno dei più grandi scandali sanitari recenti del Paese. Il farmaco in questione si chiama Mediator, è stato sul mercato per 33 anni e usato da quasi 5 milioni di persone prima di essere ritirato nel 2009, oltre un decennio dopo la sollevazione di tali preoccupazioni, per paura che potesse provocare gravi problemi cardiaci. L’Agenzia francese dei Medicinali (ANSM), per aver ritardato la sospensione della commercializzazione del Mediator, è stata multata di 303mila euro per il suo ruolo nello scandalo. L’ex numero due di Servier, Jean-Philippe Seta, è stato condannato a una pena detentiva sospesa di quattro anni mentre il tribunale ha multato l’azienda per 2.7 milioni di euro. I laboratori Servier, “nonostante la consapevolezza di aver corso per molti anni i rischi, (…) non hanno mai preso le misure necessarie” e “hanno indebolito la fiducia nel sistema sanitario”, ha dichiarato la Presidente del tribunale Sylvie Daunis.

    La vicenda
    L’indagine giudiziaria sulla vicenda è stata aperta oltre dieci anni fa, mentre l’intero processo è terminato dopo 18 mesi dal suo inizio. Nel corso dell’ultimo processo straordinario, durato più di 517 ore, sono state deferite al tribunale 14 persone fisiche e 11 persone giuridiche. Ma com’è stato possibile prescrivere il Mediator per 33 anni nonostante i ripetuti allarmi sulla sua pericolosità? Secondo l’accusa, i laboratori Servier avevano consapevolmente nascosto le proprietà anoressizzanti (come, ad esempio, la soppressione dell’appetito) e altri effetti collaterali del farmaco. Che, sottolineiamolo ancora una volta, è stato utilizzato da circa 5 milioni di persone fino al suo ritiro dal mercato nel 2009. Il farmaco era stato commercializzato in Francia nel 1976 come un prodotto coadiuvante per curare il diabete. Era tuttavia usato ovunque come un antifame. Lo scorso giugno, il procuratore Aude Le Guilcher aveva chiesto di “ristabilire la fiducia tradita” sanzionando la “scelta cinica” e la “scommessa sinistra” di un’azienda che ha preferito privilegiare “i propri interessi finanziari” rispetto alla salute dei consumatori nonostante “i rischi che non poteva ignorare”.

    Un farmaco tossico
    Il Mediator è stato ritenuto causa di almeno 1.500-2.100 decessi. I primissimi allarmi sulla tossicità del farmaco sono emersi alla fine degli anni ’90. Tra gli effetti collaterali più diffusi, l’ipertensione arteriosa polmonare, una patologia tanto rara quanto fatale, e gravi lesioni delle valvole cardiache dei pazienti. Anche se la giustizia ha adottato il pugno duro contro l’azienda, bisogna considerare che le multe inflitte al colosso, pur altissime, “sono ridicole visto il giro d’affari del gruppo Servier, che si aggira intorno ai 4.7 miliardi di euro annui”, ha spiegato l’avvocato delle parti civili in causa, Jean-Christophe Coubris. Dal canto loro, le stesse parti civili chiedono un miliardo di euro di risarcimento per le perdite subite. Nell’occhio del ciclone è finita anche l’ex senatrice Marie-Thérèse Hermange, accusata di aver modificato un rapporto parlamentare sul Mediator per minimizzare la responsabilità del gruppo farmaceutico. La decisione della giustizia francese arriva in un momento delicatissimo, a pochi giorni dalla vicenda AstraZeneca e nel bel mezzo della guerra dei vaccini anti Covid. La sensazione è che l’esito del Mediator possa adesso creare delle ripercussioni sulla fiducia del popolo francese nei confronti delle Big Pharma e dei loro prodotti.

    Federico Giuliani
    29 marzo 2021
    it.insideover.com/societa/la-casa-farmaceutica-servier-condannata-per-omicidio-colposo.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect&_ga=2.199539820.393161642.1617043160-1625130826.16...
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    00 15/06/2021 18:06
    Documentario RAI 3 del 2008 - "Cavie umane" di Stefano Liberti



    Denuncia delle sperimentazioni perpetrate da Pfizer in Nigeria
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    wheaton80
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    00 21/09/2021 04:08
    Pfizer sospende una pillola approvata nel 2006:“Contiene sostanze cancerogene”

    Si continua a parlare di Pfizer, e non solo per il vaccino anti-Covid, sempre più sotto la lente di magistrati ed esperti per le gravi reazioni avverse che sta provocando (morte compresa). L’azienda ha infatti dovuto ora sospendere la distribuzione in tutto il mondo della pillola antifumo Chantix e ha richiamato alcuni lotti dopo aver scoperto che contenevano livelli elevati di “un probabile cancerogeno”. Pfizer comunica che sta effettuando ulteriori test su richiesta della Food and Drug Administration per determinare se alcuni lotti contengano quantità elevate di nitrosammine, l’agente cancerogeno incriminato. Come riporta Il Messaggero, per precauzione, “Pfizer ha sospeso la distribuzione. Sul mercato l’azione perde lo 0,04%. L’autorità di regolamentazione dei farmaci degli Stati Uniti in passato aveva contattato le aziende i cui farmaci avevano N-nitrosodimetilammina (NDMA) oltre i livelli accettati. L’anno scorso la Food and Drug Administration (FDA) ha riscontrato alti livelli di NDMA in alcune versioni del popolare farmaco per il diabete metformina. La contaminazione da NDMA è stata responsabile del richiamo del farmaco Zantac per il bruciore di stomaco venduto da Sanofi SA (SASY.PA) nel 2019”:

    www.ilmessaggero.it/salute/medicina/pfizer_sospende_pillola_antifumo_chantix_cancerogeni_cosa_e_successo-6044...

    Chantix è stato approvato dalla FDA nel maggio 2006 come farmaco su prescrizione che aiuta gli adulti di età pari o superiore a 18 anni a smettere di fumare e viene utilizzato per 12-24 settimane. Le entrate globali del farmaco sono diminuite del 17% a $ 919 milioni nel 2020 poiché i limiti del Covid-19 hanno ostacolato la domanda e la società ha perso la protezione dei brevetti negli Stati Uniti a novembre. “Pfizer ha affermato che la pausa nella distribuzione è dovuta all’abbondanza di cautela e in attesa di ulteriori test. «I benefici di Chantix superano i rischi potenziali molto bassi, se presenti, posti dall’esposizione alla nitrosamina da vareniclina oltre ad altre fonti comuni nel corso della vita”, ha detto il portavoce di Pfizer Steven Danehy in una e-mail a Reuters”.

    17 settembre 2021
    www.ilparagone.it/attualita/pfizer-sospende-pillola-chantix/?tempesta&fbclid=IwAR0EXoUV-p3vl5lEQuGLj8lu4o4DuUPy7_7uVSm0OzmrbnQVV5t...
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    wheaton80
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    00 28/03/2022 15:41
    Pfizer ritira un farmaco:“Potenzialmente cancerogeno”. La multinazionale leader nei vaccini ci ricasca

    L’annuncio di Pfizer
    Pfizer lo ha ufficializzato con una nota lo scorso 21 marzo, predisponendo volontariamente il ritiro dal commercio mondiale di Accuretic, un farmaco utilizzato anche in Italia per il trattamento dell’ipertensione. Lo stop arriva a causa della possibile presenza all’interno del farmaco di nitrosammine, un composto chimico potenzialmente cancerogeno, che può causare tumori gastrici e all’esofago se assunto in dosi eccessive.

    Anche il generico viene ritirato
    Sono state ritirate dal commercio anche le due versioni generiche del medicinale distribuite da Greenstone. "Nitrosammine sono comuni nell’acqua e nei cibi", si legge nella nota diramata da Pfizer, "inclusi salumi, carne grigliata, vegetali e latticini. Tutti sono esposti alle nitrosammine, ma se le persone sono esposte sopra a dei livelli accettabili per un periodo troppo lungo di tempo, ci può essere un aumento dei rischi di cancro".

    L’AIFA prende provvedimenti
    Anche l’AIFA ha preso provvedimenti in tal senso, prendendo atto del ritiro del farmaco Accuretic:"Il ritiro è stato disposto volontariamente dalla ditta Pfizer SRL", si legge nella nota diffusa dall’AIFA, "a seguito della comunicazione concernente possibile presenza di nitrosammine in confezioni del medicinale”. In caso di assunzione, l’AIFA ha raccomandato di controllare immediatamente se il lotto corrisponde ad uno dei quattro che sono stati segnalati.

    – CM2641 con scadenza 30/04/2022
    – CJ7190 con scadenza 30/04/2022
    – FF8042 con scadenza 30/04/2024
    – FJ7219 con scadenza 30/04/2024

    Ritirato il farmaco anche in Italia

    L’AIFA ha poi predisposto il ritiro del farmaco Accuretic di Pfizer per tutto il canale distributivo. Come già successo per un altro farmaco (lo Chantix, vedi articolo sopra. Nota Wheaton80), sempre prodotto da Pfizer, dopo l’immissione in commercio ed un largo utilizzo nella popolazione, si scopre che il prodotto potrebbe portare a gravi conseguenze. Un motivo in più per ribadire l’importanza della raccolta dati sulla sperimentazione farmaceutica.

    27 marzo 2022
    www.ilparagone.it/attualita/pfizer-ritira-un-farmaco-potenzialmente-cancerogeno-la-multinazionale-leader-nei-vaccini-ci-...
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    wheaton80
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    00 10/05/2022 19:21
    Dr Rath Foudation: Il British Medical Journal ammette che l’industria farmaceutica ha corrotto la medicina
    Non sono rivelazioni sorprendenti quelle che traduco nel seguito, ma giova rinfrescare sempre il concetto e poi ora giunge da una autorevole rivista “ufficiale” di medicina: il British Medical Journal

    Non è un segreto che le riviste mediche dipendano in larga misura dalle entrate derivanti dalle pubblicità che vengono inserite dalle aziende farmaceutiche. La loro dipendenza da tale pubblicità ha il prevedibile effetto di assicurare che le critiche all’industria farmaceutica siano minimizzate, o addirittura eliminate, per evitare che questa lucrativa fonte di finanziamento venga tolta. Una rara eccezione si è verificata di recente col British Medical Journal (BMJ), una delle riviste mediche più lette al mondo, quando ha pubblicato un articolo d’opinione che dichiarava che la medicina basata sull’evidenza è stata corrotta dagli interessi delle multinazionali, dal fallimento della regolamentazione e dalla commercializzazione del mondo accademico:

    www.bmj.com/content/376/bmj.o702

    Come gli autori del BMJ ammettono nell’articolo, la medicina oggi è diventata largamente dominata da un piccolo numero di compagnie farmaceutiche molto grandi che, mentre competono per quote di mercato individuali, sono effettivamente unite nei loro sforzi per espandere il mercato globale dei farmaci. Invece di beneficiare principalmente i pazienti, gli autori dicono che gli interessi finanziari ora prevalgono sul bene comune. Significativamente, queste osservazioni coincidono con gran parte di ciò che il Dr. Rath e la nostra organizzazione dicono da più di due decenni. Come l’articolo sottolinea anche correttamente, il progresso scientifico in medicina è ostacolato dalla proprietà dei dati e della conoscenza (i brevetti), perché l’industria farmaceutica sopprime i risultati negativi delle prove, non riesce a segnalare gli eventi avversi e non condivide i dati grezzi (info non processate) con la comunità di ricerca accademica. In molti casi, come abbiamo sottolineato in precedenza, questo significa che i risultati degli studi sui farmaci sono essenzialmente truccati. Gli autori del BMJ descrivono inoltre come i pazienti stiano morendo a causa dell’impatto negativo degli interessi commerciali sul programma di ricerca, sulle università e sui regolatori. Essi identificano anche correttamente che la responsabilità dell’industria farmaceutica verso i suoi azionisti significa che la fedeltà al prodotto e la propaganda delle pubbliche relazioni sono prioritarie rispetto all’integrità scientifica. La cattura del mondo accademico da parte delle aziende farmaceutiche viene criticata pesantemente e gli autori dell’articolo spiegano che le università ora cercano attivamente finanziamenti farmaceutici a condizioni commerciali. Come risultato di questo, dicono gli autori, i dipartimenti universitari sono diventati strumenti dell’industria farmaceutica, con sperimentazioni condotte da aziende farmaceutiche che sono per lo più riportate come svolte da nomi di accademici di alto livello. Con questo controllo delle compagnie farmaceutiche sul programma di ricerca e con il ghostwriting (stesure di testi per conto di terzi, ndt) per gli articoli delle riviste mediche, molti accademici funzionano essenzialmente come agenti per la promozione dei prodotti farmaceutici.

    Ma non si fa menzione del problema principale
    Mentre gli autori del BMJ delineano le loro soluzioni, proposte per la riforma dell’industria farmaceutica, le loro idee non riescono ad affrontare il problema centrale, in quanto commettono essenzialmente l’errore di assumere che la medicina farmaceutica sia in grado di sradicare le malattie. Ma in realtà, prevenire lo sviluppo di malattie croniche non è negli interessi finanziari dell’industria farmaceutica. Al contrario, infatti, mantenere ed espandere le malattie è una precondizione per la crescita finanziaria dell’industria. Questo spiega non solo perché la maggior parte dei farmaci da prescrizione commercializzati oggi non hanno un’efficacia provata e mirano solo ai sintomi, ma indica anche perché le terapie naturali basate sulla scienza rappresentino una minaccia esistenziale per l’industria farmaceutica, poiché affrontano la causa primaria delle malattie. Questo da un’idea anche del perché i numeri del BMJ non riescono a dare la stessa quantità di spazio agli approcci naturali. I lettori con buona memoria ricorderanno che il Dr. Rath ha precedentemente affrontato la questione direttamente con il BMJ e il suo editore di allora, Fiona Godlee. Dopo che il BMJ pubblicò false accuse sul Dr. Rath nel 2006 e fu costretto a ritrattarle ed anche a scusarsi pubblicamente pagando i danni che aveva causato, il Dr. Rath scrisse alla signora Godlee per suggerire un nuovo modo di procedere in cui il BMJ si sarebbe impegnato a dare una pari quantità di spazio ai rapporti scientifici e medici provenienti dal campo della ricerca sui micronutrienti. Da allora, tuttavia, il BMJ non è riuscito ad avvicinarsi minimamente a questo obiettivo. Dunque, mentre è senza dubbio un passo avanti per il BMJ il fatto di pubblicare un articolo ammettendo che l’industria farmaceutica ha corrotto la pratica della medicina, questo fatto in sé è scarsamente sufficiente. Finché il BMJ non darà il giusto riconoscimento al crescente campo della ricerca su base scientifica sui micronutrienti, la realtà è che gli interessi farmaceutici continueranno a prevalere sul bene comune. I pazienti, le loro famiglie e i medici meritano sicuramente di meglio.

    Fonte: www.dr-rath-foundation.org/2022/04/british-medical-journal-admits-drug-industry-has-corrupted-m...
    Traduzione: Cristina Bassi

    10/05/2022
    www.thelivingspirits.net/dr-rath-foudation-il-british-medical-journal-ammette-che-lindustria-farmaceutica-ha-corrotto-la-m...
    [Modificato da wheaton80 10/05/2022 19:21]
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    wheaton80
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    00 06/07/2022 16:56
    Big Pharma: guadagna miliardi creando dipendenza da oppioidi



    Purdue Pharma è una società farmaceutica americana fondata nel 1892 dai dottori John Purdue Gray e George Frederick e acquistata nel 1952 dai fratelli Raymond e Mortimer Sackler. La famiglia Sackler ha gestito l’azienda: tre dei sette figli di Mortimer, i due di Raymond e uno dei suoi nipoti hanno ricoperto ruoli nel consiglio direttivo. A maggio del 1987 la FDA approva MS Contin (solfato di morfina) ed è la prima formulazione di un antidolorifico oppioide che consentiva la somministrazione ogni 12 ore invece delle canoniche 4-6 ore. Nel dicembre 1995 viene approvato l’OxyContin della Purduecon, una etichetta unica nel suo genere. In pratica secondo l’FDA la formulazione a rilascio controllato avrebbe comportato un minor potenziale di abuso poiché il farmaco sarebbe stato assorbito lentamente e non ci sarebbe stato un "rush" immediato o uno sballo che avrebbe promosso l’abuso. Meno dell’1% di dipendenza: cosa ovviamente falsa! L’etichetta avallata fu però il grimaldello usato da uno spietato e criminoso marketing volto a convincere la classe medica, da sempre restia a prescrivere oppioidi. L’etichetta della FDA ha cancellato ogni remora...

    Come spacciare gli oppioidi?

    I farmaci oppioidi sono usati nella gestione del dolore. Sintetizzati agli inizi del Novecento, la loro diffusione risale come abbiamo detto agli anni Novanta. Gli spietati gestori della Pardue non volevano però convincere i medici a prescrivere la loro molecola solo per i dolori gravi, ma anche per dar sollievo al dolore leggero e cronico, e non avendo l’annoso problema della dipendenza lo si sarebbe potuto usare anche per un lungo periodo. Grasso che cola per gli assatanati dei Sackler. La strategia di marketing purtroppo funzionò e l’OxyContin si diffuse capillarmente, non solo tra i malati ma anche tra gli amici e i familiari, compresi i figli adolescenti dei pazienti che lo usavano. Aiutarono campagne televisive mirate ai pazienti sofferenti con messaggi altamente fuorvianti. Presto si sviluppò anche un mercato nero perché la gente diventava dipendente, e i medici, per tornaconti personali, iniziarono ad abusare delle prescrizioni... La realtà è tristissima: l’ossicodone, esattamente come tutti gli oppioidi, creava enormi problemi di dipendenza. Un paziente lo prendeva per alleviare i dolori e si ritrovava tossicodipendente. Le morti per overdose negli Stati Uniti sono diventate frequentissime negli ultimi vent’anni: si stima dal 1999 oltre 800.000!

    Scandalo Pardue Pharma

    Lo scandalo è venuto alla luce grazie ad un’inchiesta giornalistica del New York Times e a due cause legali nello Stato di New York e nel Massachusetts. L’accusa è pesantissima: la Purdue Pharma ha tratto profitto curando una dipendenza che lei stessa aveva contribuito in maniera determinante a creare. L’epidemia degli oppioidi, una delle più gravi piaghe sociali ad aver colpito gli Stati Uniti negli ultimi trent’anni. Da noi in Italia quasi non se n’è parlato, ma in America è stato centrale nel dibattito pubblico. Va detto che la Purdue non è certo l’unica casa farmaceutica colpevole di simili crimini: sono almeno 22 i produttori di oppioidi finiti nel mirino di azioni legali avviate in America da Stati, contee e città per la crisi degli oppioidi. Una delle più famose è stata sicuramente la Johnson & Johnson.

    Purdue Pharma e la famiglia Sackler

    Attualmente la casa farmaceutica Purdue sta affrontando circa 2.000 cause legali negli Stati Uniti, e molte di queste si sono concluse nel 2007 in un processo federale, dove la società ha dovuto dichiararsi colpevole di aver ingannato dottori, pazienti ed enti di controllo sui rischi di dipendenza e di abuso dell’ossicodone. Pagò 600 milioni di dollari di multe e risarcimenti. L’esempio arrivò alla Johnson&Johnson, che dovrà risarcire 572 milioni di dollari per una aggressiva promozione di antidolorifici da oppioidi (Nucynta e Duragesic). Dopo la condanna alla J&J, la Purdue Pharma ha negoziato un accordo da 12 miliardi negli USA. La condotta della casa farmaceutica, ha stabilito il tribunale dell’Oklahoma, è stata responsabile di un’epidemia di dipendenza da oppioidi. Il Paese è uno degli Stati più colpiti dalla crisi degli oppioidi e i numeri non lasciano spazio a dubbi: fra il 2015 e il 2018 sono state prescritte 18 milioni di ricette per oppioidi, una cifra elevata considerato che la popolazione è solo di 3,9 milioni di persone. Dal 2000, circa 6.000 residenti sono morti per overdose di oppioidi. Una strage silenziosa! Nel 2019 la Pardue Pharma ha però dichiarato bancarotta, per cui non pagheranno, nonostante la rivista Forbes stimi il patrimonio della famiglia Sackler a circa 13 miliardi di dollari. Infine, secondo la Procuratrice dello Stato di New York Letitia James, la Pardue ha usato conti in Svizzera per trasferire circa un miliardo di dollari…

    Il caso McKinsey

    Un altra importante società che ha giocato un ruolo cruciale nello scandalo degli oppioidi è la società statunitense di consulenza McKinsey, che ha patteggiato 573 milioni di dollari con 47 Stati per aver spinto la vendita dell’OxyContin. Tra i consigli dati alla casa farmaceutica, anche il modo di contrastare messaggi contro il farmaco di madri di ragazzi vittime di overdose. Lo ricordo nuovamente: stiamo parlando di un fenomeno inquietante: si calcola che ogni giorno solo negli USA 130 persone muoiano per overdose di questi farmaci, il cui fatturato annuo sfiora gli 80 miliardi di dollari! Secondo il New York Times, McKinsey lavorò con Purdue suggerendo di concentrarsi sulla vendita delle lucrative pillole ad alto dosaggio anche dopo che la casa farmaceutica si dichiarò colpevole nel 2007 nell’indagine federale. Per molti anni McKinsey ha suggerito diverse tecniche per aumentare le vendite di OxyContin e quindi i profitti. Nel 2009 consigliò ad esempio di enfatizzare che “gli oppioidi riducono lo stress e rendono i pazienti più ottimisti e meno isolati”. Nel 2013, il governo federale aveva raggiunto un accordo con Walgreens, la catena di farmacie, per contrastare le prescrizioni illegali di oppioidi. Le vendite di farmaci come l’OxyContin avevano iniziato a diminuire e a quel punto McKinsey raccomandò a Purdue di “fare pressioni sui vertici di Walgreens per allentare la stretta sulle prescrizioni”. Anche le tecniche di “marketing innovativo” sono uscite dal cilindro della McKinsey: rimborsi ai venditori per ogni overdose, concedendo ai distributori uno sconto per ogni overdose di OxyContin attribuibile alle pillole che vendevano. Per McKinsey, e più in generale per il mondo della consulenza, si tratta di un precedente molto pericoloso. La società USA per decenni è riuscita a schivare la responsabilità legale anche in caso di veri e propri disastri come Enron, di cui McKinsey era consulente. E’ bene ricordare di chi stiamo parlando: la McKinsey è la società di consulenza dietro la riforma sanitaria italiana, ha formato i quadri dell’epoca, ha istruito per bene la d.ssa Giulia Grillo e oggi consiglia il governo nel Recovery Plan…

    Conclusione
    Il caso degli oppioidi in America rappresenta solo la puntina esterna di un iceberg sotterraneo mostruoso e gigantesco. Un meccanismo diabolico e perverso che dimostra in maniera inequivocabile che all’industria chimica la salute delle persone interessa meno di zero! E’ la prova provata, la pistola fumante che Big Pharma guarda esclusivamente gli interessi economici, il business e le quote azionarie. Se per far diventare blockbuster (campione di incassi: superare la soglia del miliardo di dollari di fatturato in un anno) un farmaco serve creare una epidemia di dipendenze e/o assassinare centinaia di migliaia o milioni di persone, no problem: la meta viene prima di tutto! Il problema è che questi criminali, che sfornano anche i vaccini e sieri genici, sono visti come le società che salveranno l’umanità...

    Dopesick - Dichiarazione di dipendenza
    Consiglio vivamente di guardare la serie televisiva Dopesick - Dichiarazione di dipendenza. Una serie arrivata in Italia il 12 novembre 2021: una unica stagione di 8 episodi. Grazie alla tenacia della giornalista Beth Macy e alla lungimiranza del regista e sceneggiatore Danny Strong, si è potuto raccontare in TV l'origine di una guerra invisibile che finora ha ucciso quasi 800.000 persone, bambini inclusi...

    Marcello Pamio
    30 maggio 2022
    disinformazione.it/2022/05/30/big-pharma-guadagna-miliardi-creando-dipendenza-da-o...
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    wheaton80
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    00 01/11/2022 22:38
    Levothyrox e Essure: lo scandalo infinito dei farmaci in Francia

    I guai non sono finiti per Merck: dopo aver risarcito i pazienti, la filiale francese della società farmaceutica tedesca dovrà rispondere in tribunale per “inganno aggravato”. Il caso è quello che ricordano tutti e che riguarda il farmaco per la anti-tiroide Levothyrox: in particolare l’atto d’accusa del giudice è legato “alle procedure informative relative al momento del passaggio dalla vecchia alla nuova formula nel 2017”. La filiale francese, infatti, non aveva indicato nel foglietto illustrativo il cambiamento di formula, ovvero la modifica di alcuni dei suoi eccipienti per dare maggiore stabilità al prodotto. A difesa della farmaceutica era scesa in campo anche l’ANSM, l’Agenzia Francese per la Sicurezza dei Farmaci.

    La vicenda
    Nel 2018 l’Associazione Francese dei Pazienti Tiroidei (AFMT) decise di effettuare un’analisi presso un laboratorio straniero sulla nuova formula di Levothyrox, dopo che molti pazienti avevano lamentato effetti collaterali. La ricerca rivelò che la nuova formula conteneva meno levotiroxina rispetto alle specifiche in vigore: circostanza che avrebbe reso il farmaco meno efficace nel trattamento della patologia. Inoltre, in laboratorio gli esperti avevano anche evidenziato la presenza di destrotossina, non indicata tra i componenti. La destrotossina è una sostanza sintetica, non commercializzata in Francia, ritirata dalla vendita negli Stati Uniti a causa di effetti collaterali simili a quelli descritti oggi dai pazienti tiroidei, che lamentano crampi, mal di testa, vertigini e perdita di capelli. Per effetto di queste modifiche, molti pazienti iniziarono ad accusare diversi effetti collaterali come mal di testa, insonnia o addirittura vertigini.

    Il caso Essure
    L’Agenzia Francese sulla Sicurezza dei Farmaci torna anche in un’altra vicenda, quella che riguarda il dispositivo intrauterino Essere: un’indagine condotta da un collettivo di giornalisti, Splann!, ha dimostrato che l’agenzia, nell’aprile 2017, ha ricevuto un report che metteva nero su bianco i danni irreversibili che questo dispositivo era capace di provocare alle donne. Allertata dalle segnalazioni di effetti avversi del dispositivo commercializzato da Bayer, l’ANSM aveva incaricato un esperto esterno di analizzare la stabilità dei materiali costitutivi di questi dispositivi medici. Quest’ultimo aveva concluso che la composizione delle saldature, la geometria dell’impianto e il suo ambiente nel corpo creavano tutte le condizioni affinché si verificasse la “corrosione galvanica”, inducendo un rischio per la salute dei pazienti. Effetti che l’agenzia aveva ignorato ma che poi si sono verificati su un elevato numero di pazienti, anche nel nostro Paese, tanto che alla fine la stessa agenzia è stata costretta a chiederne la rimozione.

    Valentina Corvino
    31 ottobre 2022
    ilsalvagente.it/2022/10/31/scandali-farmaci-francia/
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    wheaton80
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    00 27/12/2023 13:44
    La denuncia di Mario Giordano: “Ecco come si ammalano le persone sane a causa dei farmaci”

    Mario Giordano ha pubblicato un pezzo imperdibile su Panorama su questa nostra società drogata di medicinali. Qualche giorno fa avevamo ripreso un articolo altrettanto interessante apparso incredibilmente su LaStampa. Giordano, però, riesce anche ad andare oltre. E scrive:“A forza di prendere farmaci, le persone sane si ammalano pure. Ma chi può fermare la macchina di Big Pharma? Che cosa importa se i farmaci fanno bene o male? L’importante è venderli… E così le vendite dei farmaci procedono a gonfie vele: lo Stato è arrivato a spendere 23,5 miliardi di euro l’anno, contro i 16 miliardi di dieci anni fa. È troppo forte l’interesse economico che spinge i farmaci: il mercato della paura e delle malattie non conosce crisi. Anzi. Che consumiamo troppi farmaci, e spesso inutili, è sicuro”.

    Scrive ancora Mario Giordano:“Qualche tempo fa il British Medical Journal ha pubblicato una ricerca del King’s College di Londra e della London School of Economics. Hanno preso in esame 68 indicazioni di farmaci oncologici fra il 2009 e il 2013. Ebbene: dopo tre anni era risultato che solo 24 su 68, cioè il 35 per cento, aveva provocato un aumento della sopravvivenza (e, comunque, per meno di tre mesi) e solo il 7 per cento aveva provocato un aumento della qualità della vita. Ciò significa, in parole poverissime, che il 65 per cento dei farmaci oncologici non sono stati introdotti per portare beneficio a chi quei farmaci li assume. Ma solo per portare beneficio a chi li produce. Nel luglio 2019 sempre il British Medical Journal pubblicò un’analisi di Beate Wieseler, dell’istituto pubblico tedesco che studia la qualità e l’efficienza della salute. La Wieseler aveva messo sotto osservazione tra il 2011 e il 2017 la bellezza di 216 nuovi farmaci introdotti nel sistema con tutte le benedizioni e le autorizzazioni del caso. Ebbene: solo il 54 per cento, cioé il 25 per cento, uno su quattro, avevano portato beneficio. Ciò significa che tre farmaci su quattro introdotti nei sei anni studiati dalla ricercatrice erano risultati del tutto inutili. Potevamo evitare di assumerli. E soprattutto evitare di pagarli”.

    “Qualcuno ci guadagna, ma non è la nostra salute”, denuncia Mario Giordano. Ma quanti sono i farmaci che producono effetti tossici? “L’associazione francese indipendente Prescrire ha appena aggiornato la lista (per il 2024) dei farmaci che fanno più male che bene. Sono 105, di cui molti commercializzati anche in Italia. Si va dal diclofenac (Voltaren) al kétoprofène (Ketum), dall’oxomemazina (lbplexil) al caolino (Gastropax). Qualcuno accusa la rivista Prescrire di fare troppo allarmismo. […] Ma nessuno fa l’analisi comparativa tra le medicine. E sapete perché? Semplice: perché anche tutta la ricerca scientifica è finanziata dalle case farmaceutiche, le quali non hanno come primario obiettivo quello di curare i malati. Ma quello di curare i bilanci”.

    Gabriele Angelini
    27/12/2023
    www.ilparagone.it/attualita/la-denuncia-di-mario-giordano-ecco-come-si-ammalano-le-persone-sane-a-causa-dei-...
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