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II. Chi sostiene lo sviluppo dell’ideologia del genere?


In sintesi, possiamo identificare le aree e i settori attivisti responsabili ad oggi della diffusione o della trasmissione dell’ideologia del genere.

# 2.1 Le scienze sociali
danno il loro contributo i dipartimenti di gender studies, dove esistono, all’interno delle aree di ricerca delle scienze sociali, o alcuni specifici gruppi di ricerca che hanno una grande visibilità mass-mediatica.
I gender studies sono un campo a sé nel mondo accademico americano e più generalmente nelle università più vicine a questo modello (paesi anglofoni, europa settentrionale, ecc.). Questi dipartimenti di gender studies hanno generalmente sostituito i women’s studies o feminist studies, rami importanti dei cosiddetti cultural studies, inaugurati negli anni settanta. La tradizione accademica francese e italiana non prevede sezioni specializzate di questo tipo, ma oggi stanno nascendo anche nelle nostre università gruppi di ricerca formati spesso da militanti e attivisti. Le prospettive femministe, per esempio, sono di solito integrate nei dipartimenti di Storia, di Filosofia, di Lettere o delle Scienze sociali e della formazione. Si tratta di settori della ricerca che nascono anche in funzione del grande finanziamento concesso dagli organismi europei a tutti gli studi accademici attinenti alla tematica del gender.

# 2.2 Le istituzioni internazionali
Il ricorso alla parola “genere” sta diventando sempre più di moda nell’ambito istituzionale. Per approfondire si suggerisce il testo di o’ Leary, in cui l’autrice, che partecipò attivamente ai lavori si preparazione della Conferenza di Pechino sulle donne (1995), sottolinea che nei 300 paragrafi di testi prodotti non vi era alcun riferimento positivo alla maternità o al matrimonio, mentre il vocabolo gender compariva citato più di trecento volte. I programmi orientati verso la gender equality contengono sia riferimenti all’emancipazione femminile, con l’aggiunta di nuove espressioni come “salute riproduttiva” (contraccezione e aborto), sia contributi circa la discriminazione delle persone con tendenze omosessuali e transessuali. A titolo di esempio si vedano Principi di Yogyakarta e la recente campagna dell’onu “Born free and equal”, che nega la differenza sessuale (maschile/femminile) geneticamente presente sin dalla nascita.

# 2.3 Gli organismi e i dipartimenti nazionali
Se in Francia le gender theories stanno diventando gli argomenti principali delle riforme scolastiche de L’education national, qualcosa di molto simile accade anche nel nostro Paese. Il 4 gennaio 2013 il ministro francese dell’educazione vincent Peillon inviò una lettera a tutti i presidi, che cominciava così: “Il governo si è impegnato a lavorare sui giovani per cambiare la loro mentalità”. non diversamente si è pronunciato il dipartimento per le Pari opportunità del nostro Paese, nel documento del 2013 intitolato “Strategia nazionale per la Prevenzione e il Contrasto delle discriminazioni”, in cui si afferma di voler “dare un forte impulso a quel processo di cambiamento culturale così fortemente auspicato” sfruttando “il ruolo della scuola e degli insegnanti nel cambiare e modificare attitudini e comportamenti specifici”.
Per cambiare la società occorre agire sulla cultura e quindi sulle strutture educative: la scuola è il nuovo campo di battaglia. Il governo d’oltralpe ha dato l’avvio ad un programma sperimentale per i bambini delle elementari chiamato “ABCd dell’uguaglianza”, in cui si incentivano i bambini a sperimentare e scegliere le diverse identità di genere.
In Italia l’UNAR (ufficio nazionale Anti-discriminazioni razziali) ha pubblicato gli opuscoli “educare alla diversità nella scuola” per la scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, ed in collaborazione con il MIur (Ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca) ha promosso un nuovo libretto contenente le strategie LGBT per la lotta all’omofobia.

# 2.4 Le reti d’intellettuali militanti
Molti militanti hanno raggiunto ruoli chiave all’interno di ambienti accademici, in particolar modo nelle scienze sociali, pedagogiche e psicologiche. Alcuni ricercatori legati al mondo LGBT organizzano seminari, promuovano campagne, intervengono in tv, sui mass media, nelle scuole o nelle aziende con conferenze o mostre.
A livello politico-giuridico si è costituita la rete Lenford, i cui avvocati hanno predisposto per l’Italia tre disegni di legge per l’affermazione delle istanzeLGBT : il primo, sul contrasto all’omofobia e transfobia, a firma dell’on. Scalfarotto, è già stato approvato alla Camera.

# 2.5 Le minoranze attive
Sul modello delle associazioni omosessuali e lesbiche, comparse soprattutto durante l’epidemia di AIDS, si sono costituite anche associazioni transessuali, come ad esempio Crisalide Pangender. essa in realtà persegue obiettivi leggermente diversi dalla più popolare Arcigay, che spesso monopolizza l’attenzione dei mass media sulle proprie battaglie, a detta degli attivisti trans* (con l’asterisco per non discriminare nessuna autodeterminazione che emerga dalle infinite combinazioni tra identità ed orientamento di genere, come ad esempio le translesbiche). La più importante a livello mondiale è l’ILGA (International Lesbian and gay Association), che dal 1993 riceve i finanziamenti onu, dopo aver espulso dal proprio collettivo la più grande rete pedofila americana, la NAMBLA (north American Man Boy Love Association).