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Brexit, Gran Bretagna fuori dalla UE: esulta Farage, Cameron si dimette

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    wheaton80
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    00 11/11/2019 19:52
    Farage non farà concorrenza a Johnson

    Nigel Farage fa una mezza marcia indietro sull'ultimatum lanciato al Partito Conservatore di Boris Johnson in vista delle elezioni britanniche del 12 dicembre. Il suo Brexit Party non farà infatti concorrenza al Premier in 317 collegi chiave per i Tory (su 650), concentrando invece i candidati nei territori pro Leave tradizionalmente laburisti. L'annuncio è arrivato durante un comizio a Hartpool e offre un aiuto potenzialmente determinante alle chance di Johnson di giocarsi la partita di una maggioranza assoluta.

    11 novembre 2019
    www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2019/11/11/farage-non-fara-concorrenza-a-johnson_f52015e1-f9f3-475d-9c14-95a6bef2f...
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    wheaton80
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    00 13/12/2019 18:38
    La nuova era britannica

    I Conservatori di Boris Johnson stravincono in Gran Bretagna. Secondo le ultime proiezioni ottengono 363 seggi, 47 in più rispetto alle elezioni precedenti, mentre i Laburisti di Jeremy Corbyn si fermano a 203, perdendone 59. Sale lo Scottish National Party a 48 seggi, 13 in più rispetto alle elezioni precedenti, mentre i LibDem si fermano a 11 (1 in meno). La vittoria di Johnson apre la strada all'attuazione della Brexit in tempi brevi, già nelle prossime settimane, dopo l'accordo raggiunto con l'Unione Europea. “Congratulazioni a Boris Johnson per la sua fantastica VITTORIA! La Gran Bretagna e gli Stati Uniti saranno ora liberi di concludere un nuovo enorme accordo commerciale dopo BREXIT”, commenta su Twitter il Presidente degli Stati Uniti. “Questa intesa ha un potenziale per essere molto più grande e redditizia di qualsiasi altra che si può fare con l'UE. Festeggia, Boris!”. “Go Boris Go! Sinistra sconfitta anche in Gran Bretagna!”, ha twittato nella notte il Segretario della Lega Matteo Salvini, mentre per il leader di Italia Viva Matteo Renzi “la sinistra radicale, quella estremista, quella dura e pura, è la migliore alleata della destra. Continuate pure a insultare Blair e tenervi Corbyn: alla fine così vince la destra più radicale. E alla fine la Brexit sarà colpa anche di questo Labour”. A Renzi sfugge, tuttavia, che gli elettori britannici avevano la possibilità di votare i lib-dem, che volevano indire un secondo referendum sulla Brexit, e invece neppure la leader di questo partito è stata eletta.

    13 dicembre 2019
    www.ilnord.it/i-9509_LA_NUOVA_ERA_BRITANNICA
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    wheaton80
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    00 23/12/2019 02:54
    Primo ok dal parlamento: è l'ora di Brexit

    Bojo ce l'ha fatta. L'accordo di divorzio proposto a Bruxelles è stato approvato anche a Westminster con 358 voti favorevoli e 234 voti contrari. Un'ampia maggioranza che finalmente si prefigge di mettere fine alla travagliata quanto agognata Brexit. Con buona pace di tutti quei cittadini britannici ed europei che non ne volevano proprio sapere. I Tories di Boris Johnson hanno accolto il risultato con esultanza, fissando la data dell'uscita dall'Unione:"L'obiettivo è il 31 gennaio 2020". L'uscita dall'impasse Brexit se non altro consentirà al parlamento britannico di tornare a "pensare a come risolvere le questioni di tutti i giorni, e affrontare quello che attende le nostre vite", sostengono i laburisti. Bruxelles, che per parte sua ha trovato un accordo percorribile con il Regno Unito, alla ricerca di un deal dal 2016, ha dichiarato:"Prendiamo nota del voto alla Camera dei Comuni. Seguiremo il processo di ratifica nel Regno Unito da vicino. Siamo pronti a fare i passi formali per chiudere l'accordo anche in UE". Così il governo del Primo Ministro Johnson, che ha stravinto alle elezioni politiche anticipate del 12 dicembre, può rendersi artefice di un processo strenuamente ricercato dal popolo britannico, che ha confermato la sua decisione ogni volta che è stato richiamato alla urne. Ora alla Camera dei Comuni di Londra non resta che votare il calendario che prevede il passaggio in parlamento della restante parte del disegno di legge: l'EU Withdrawal Agreement Bill. Il Premier britannico ha dichiarato soddisfatto:"Promessa mantenuta. La Brexit sarà l'alba di una nuova era per il Regno Unito e il primo voto in programma alla Camera dei Comuni sulla legge di ratifica dell'uscita dall'UE. È un regalo di Natale al popolo britannico". "Sarà l'inizio di un nuovo decennio in cui il Regno Unito sarà un campione del libero commercio, dell'innovazione e della scienza, in grado di affrontare le sfide con vecchi e nuovi amici nel mondo". Indubbia e costante la delusione del leader dei laburisti Jeremy Corbyn, che dopo la pesante sconfitta alle elezioni anticipate continua ad osteggiare il leader del partito Tory, ma ammette che la volontà popolare si è già espressa più volte. Dunque è davvero l'ora della Brexit.

    Davide Bartoccini
    20/12/2019
    www.ilgiornale.it/news/mondo/parlamento-britannico-approva-lora-brexit-1802...
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    wheaton80
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    00 09/01/2020 22:51
    Brexit, la Camera dei Comuni approva l'addio all'UE

    La Brexit sta per diventare ufficiale. La Camera dei Comuni ha infatti approvato, in terza e definitiva lettura, la legge attuativa sull'addio all'UE con 330 sì e 231 no, spianando la strada al divorzio da Bruxelles il 31 gennaio 2020, come voluto dal Premier Boris Johnson. Ora il prossimo passaggio formale sarà quello alla Camera dei Lord, a cui è già arrivato l'ammonimento di Downing Street a non frapporre ostacoli dell'ultimo minuto. Infine toccherà all'Europarlamento il 29 gennaio, in un calendario serratissimo che sta dando qualche pensiero al capo negoziatore UE Michel Barnier. Durante un suo discorso a Stoccolma, Barnier ha infatti dichiarato che gli 11 mesi conteggiati dalla formalizzazione della Brexit al suo compimento a fine 2020 non sono sufficienti per negoziare un accordo completo tra l'UE e il Regno Unito. Parlando a Stoccolma giovedì, il capo negoziatore dell'UE ha affermato che ci vorrà più tempo del periodo di transizione di 11 mesi per negoziare un accordo globale, specificando che Bruxelles "darà la priorità" e cercherà di ottenere un "accordo di base" con il Regno Unito secondo le linee guida europee che riguardano il commercio di merci, l'allineamento normativo e la pesca. "Siamo pronti a fare del nostro meglio e il massimo possibile negli 11 mesi, per garantire un accordo di base con il Regno Unito, ma avremo bisogno di più tempo per concordare su ogni punto", ha dichiarato Barnier. Infine, l'accordo dovrebbe includere un quadro per la cooperazione su questioni come i cambiamenti climatici e il Medio Oriente, nonché una "stretta relazione sulla sicurezza".

    09 gennaio 2020
    www.teleborsa.it/News/2020/01/09/brexit-la-camera-dei-comuni-approva-l-addio-all-ue-145.html#.Xhe...
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    wheaton80
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    00 23/01/2020 02:56
    Brexit, sì del Parlamento britannico all'accordo: manca solo la firma della Regina

    Sì definitivo del Parlamento britannico alla Brexit. Il Parlamento ha chiuso oggi l'iter per la ratifica della legge attuativa dell'accordo sull'uscita dall'UE, aprendo definitivamente la via alla Brexit alla scadenza del 31 gennaio. La Camera dei Lord ha rinunciato infatti in serata a riproporre i suoi 5 emendamenti al testo, sgraditi al Governo Johnson, che la Camera elettiva dei Comuni aveva in precedenza cancellato. Ora perché la legge entri in vigore manca solo l'atto dovuto della firma della Regina (Royal Assent). Poi è attesa la scontata ratifica dell'Europarlamento. La firma della Regina è attesa per domani e segnerà la fine di un dibattito durato circa tre anni, fra accese divisioni sia all'interno del palazzo di Westminster sia in seno al Paese. Un dibattito attraversato da scontri aspri, dal cambiamento di governi nel Regno Unito, dal passaggio di consegne in casa Tory fra la premiership di Theresa May e quella di Boris Johnson e da due successive elezioni politiche anticipate, nel 2017 e nel dicembre scorso, dopo il risultato favorevole alla Brexit del referendum del giugno 2016. L'epilogo era ormai scontato sulla scia del successo conservatore alle urne del mese scorso, conquistato da Johnson all'insegna dello slogan «Get Brexit Done» («Portiamo a compimento la Brexit»), che ha garantito al Primo Ministro in carica il sostegno di una larga maggioranza ai Comuni. «Siamo al termine di un lungo cammino, un risultato che qualcuno di noi aveva pensato non sarebbe mai arrivato», ha commentato con sollievo dopo l'atto finale della Camera Alta lord Martin Callanan, viceministro per la Brexit. Il quale ha tuttavia cercato di rassicurare anche le opposizioni e le voci contrarie all'uscita dall'UE: garantendo che il Parlamento avrà ampio spazio per «scrutinare i temi discussi» nell'ambito della legge quadro appena approvata (EU Withdrawal Agreement Bill) nei prossimi passaggi normativi riguardanti i molteplici e complessi aspetti del divorzio dall'UE e del dopo Brexit nel Regno.

    22 gennaio 2020
    www.ilmessaggero.it/mondo/brexit_news_ultime_notizie_oggi_22_gennaio_2020_parlamento_regina-5000...
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    wheaton80
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    00 23/01/2020 18:16
    Brexit, l'accordo è legge. La Regina Elisabetta II ha firmato

    L'accordo raggiunto da Boris Johnson con Bruxelles è da oggi legge nel Regno Unito. Lo ha sancito la Regina Elisabetta II, apponendo la sua firma (Royal Assent) sotto il testo dello European Union Withdrawal Agreement Act, che ieri aveva concluso l'iter di ratifica parlamentare a Westminster a tre anni e 7 mesi dal referendum sull'uscita del Regno Unito dall'UE del 2016. L'annuncio del Royal Assent è stato formalizzato alla Camera dei Comuni, fra gli applausi di alcuni deputati Tory, incluso il vice speaker Nigen Evans. Il Parlamento britannico aveva definitivamente approvato ieri l'accordo, spianando la strada alla storica uscita del Regno Unito dall'Unione Europea il 31 gennaio. Ai primi di gennaio, la Camera dei Comuni, dove il Premier ha una stragrande maggioranza, aveva già dato il via libera all'accordo e poi aveva inviato il testo alla Camera dei Lord (composto da tutti membri a vita e non eletti). Nei giorni scorsi, la 'camera alta' aveva approvato cinque emendamenti, tutti contrari alla linea del governo, in particolare per quanto riguarda i diritti dei cittadini dell'UE residenti nel Regno Unito e i minori rifugiati non accompagnati. Quando il testo è però tornato ai Comuni questi emendamenti sono saltati.

    Adesso il via libera definitivo, che è un'indubbia vittoria personale per Bojo, che ha negoziato duramente l'accordo con Bruxelles e il Parlamento e, quando non è riuscito a farselo approvare da Westmnister, ha convocato le elezioni anticipate e ha stravinto. Sul fronte europeo, il voto del Parlamento è atteso a fine gennaio, probabilmente il 29. Il Regno Unito lascia più di tre anni e mezzo dopo il referendum del giugno 2016. A partire dal primo febbraio comincerà un periodo di transizione di undici mesi, fino al 31 dicembre, in cui continuerà ad essere legato alle strutture comunitarie e ad applicare le regole europee. Nel frattempo, la Commissione Europea presenterà un mandato negoziale ai 27 Paesi del blocco, che dovranno approvarlo in una riunione ministeriale del 25 febbraio. Il negoziato potrebbe cominciare a quel punto e il primo luglio sarà la prima data chiave: l'UE e il Regno Unito dovranno decidere se prolungare la transizione e quindi i negoziati per uno o due anni. BoJo è contrario ma nelle ultime settimane Bruxelles ha avvertito che undici mesi sono un periodo troppo breve per raggiungere un accordo commerciale completo. Il Regno Unito "è arrivato al traguardo" della Brexit: ora "dobbiamo procedere uniti" e "lasciarci alle spalle gli anni del rancore e della divisione". Così il Premier britannico Boris Johnson dopo il via libera del parlamento alla ratifica dell'accordo sulla Brexit. Formalmente, il Regno Unito lascerà l'Unione Europea alle 11 del 31 gennaio, oltre tre anni dopo il referendum sulla Brexit del giugno del 2016.

    Gualtieri:"Vogliamo un accordo completo, non perdere tempo"
    Sulla Brexit "vogliamo un accordo il più profondo e completo possibile, ma è importante non perdere tempo, anche perché Londra ha detto che non vuole ricorrere all'opzione di prolungare la transizione", ha sottolineato il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, intervenendo al Forum di Davos a un incontro sulla Brexit assieme al Commissario UE agli Affari Economici e Monetari Paolo Gentiloni. Gualtieri ha ricordato l'obiettivo di "minimizzare il più possibile" le ricadute "anche sui mercati finanziari" dell'uscita del Regno Unito. "Da una parte l'UE deve negoziare in buona fede un buon accordo, dall'altra deve anche prepararsi a cambiamenti che soprattutto nel medio termine saranno profondi".

    Gentiloni:"Credo in buon accordo UE-Londra"
    "Penso che possiamo raggiungere un buon accordo" con il Regno Unito sulla Brexit ma non c'è tempo da perdere", ha affermato il Commissario UE agli Affari Monetari Paolo Gentiloni, intervenuto al Forum di Davos a un panel sulla Brexit. "Il Regno lascerà l'Unione a fine mese" e successivamente ci sarà circa un anno, "veramente poco tempo", per negoziare un accordo". "L'UE è pronta a fare tutto quel che è nel suo potere per avere la migliore relazione possibile con il Regno Unito, ma molti dei risultati dipendono dalle loro decisioni.

    Mnuchin:"Accordo commerciale con GB"
    Gli Stati Uniti sperano di concludere un accordo commerciale con il Regno Unito "quest'anno", dopo la Brexit. Così il Segretario del Tesoro statunitense Steven Mnuchin. Questo accordo "è una priorità assoluta per il Presidente Trump e abbiamo intenzione di concluderlo con loro quest'anno, pensiamo sarà un bene per loro e un bene per noi", ha detto, riferendosi ai britannici, a margine del World Economic Forum. "Ci sono meno problemi tra il Regno Unito e gli Stati Uniti che tra il Regno Unito e l'Unione Europea. (...) Le nostre economie sono abbastanza simili. Entrambe sono molto orientate al servizio, con un'abbondanza di servizi finanziari, e c'è già un alto grado di integrazione e di coordinamento. Quindi dovrebbe essere più facile", ha aggiunto il Segretario al Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross, intervenendo alla stessa conferenza stampa.

    23 gennaio 2020
    www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Brexit-approvato-accordo-2097dae2-70c7-4a30-bfed-9793b2d8875b.html?re...
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    wheaton80
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    00 27/01/2020 19:47
    Brexit, Commissione e Consiglio UE firmano l'accordo

    I presidenti della Commissione Europea e del Consiglio Europeo, Ursula von der Leyen e Charles Michel, hanno firmato l'accordo di Brexit approvato dalla Gran Bretagna per consentire la ratifica da parte del Parlamento Europeo, ha annunciato von der Leyen. "Con Charles Michel abbiamo firmato l'accordo per l'uscita del Regno Unito, che apre la via per la ratifica da parte del Parlamento Europeo", ha annunciato su Twitter la Presidente della Commissione. “Oggi ho firmato l'accordo di uscita del Regno Unito insieme alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen”, ha scritto dal canto suo Michel su Twitter. “Le cose inevitabilmente cambieranno ma la nostra amicizia resterà. Iniziamo un nuovo capitolo come partner e alleati. Non vedo l'ora di scrivere insieme questo nuovo capitolo".

    24/01/2020
    www.italiaoggi.it/news/brexit-commissione-e-consiglio-ue-firmano-l-accordo-2020012408...
    [Modificato da wheaton80 27/01/2020 19:48]
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    wheaton80
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    00 30/01/2020 02:03
    Il Parlamento Europeo approva la Brexit. Tra due giorni Londra lascerà l'UE

    Il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza l'accordo di recesso del Regno Unito dall'Unione Europea. I voti favorevoli sono stati 621, i contrari 49, gli astenuti 13. L'addio di Londra all'UE il 31 gennaio prossimo, tra due giorni. Momenti di forte emozione al Parlamento Europeo, dopo l'approvazione dell'accordo sulla Brexit. Tutta la plenaria si è alzata in piedi per cantare il Valzer delle Candele ("Auld Lang Syne"), la tradizionale canzone scozzese che viene cantata nella notte di capodanno per dare addio al vecchio anno e in occasione dei congedi, delle separazioni e degli addii. "Auld Lang Syne" è considerata la canzone della fratellanza. Il testo è un invito a ricordare con gratitudine i vecchi amici e il tempo passato insieme. In Francia è conosciuta con il titolo "Ce n'est qu'un au revoir" (Non è che un arrivederci). "Dirsi addio è troppo impegnativo e definitivo. E' per questo che dico solo arrivederci". Lo ha detto il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, dopo che la plenaria ha approvato l'accordo Brexit. "Abbiamo molto di più in comune di quanto ci divide", ha aggiunto Sassoli:"Lasciate l'Unione Europea ma continuerete a far parte dell'Europa per i valori che ci tengono insieme e che ci uniscono profondamente". Sassoli ha ricordato che dopo il voto dell'Europarlamento tocca domani al Consiglio "concedere la sua approvazione formale" per terminare il processo di ratifica dell'accordo. "Siamo tutti rattristati profondamente dal pensare di essere arrivati a questo punto e che un membro e partner di lunga data dell'UE abbia deciso di lasciare la famiglia dell'unione", ma "abbiamo pienamente rispetto per la decisione del Regno Unito", ha detto Sassoli.

    29 gennaio 2020
    www.agi.it/estero/brexit_parlamento_europeo-6972210/news/202...
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    wheaton80
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    00 30/01/2020 16:56
    Anche il Consiglio Europeo approva l’accordo per la Brexit

    Dopo il Parlamento Europeo anche il Consiglio ha approvato oggi l’accordo di recesso che sancisce il divorzio tra UE e Regno Unito. Lo ha reso noto lo stesso Consiglio spiegando di aver «adottato tramite procedura scritta la decisione relativa alla conclusione dell’accordo di recesso a nome dell’UE. L’accordo di recesso entrerà in vigore all’uscita del Regno Unito dall’UE, cioè alla mezzanotte del 31 gennaio 2020. A partire da tale data il Regno Unito non sarà più uno Stato membro dell’UE e sarà considerato un Paese terzo». L’accordo di recesso, che garantisce un’uscita «ordinata» del Regno Unito dall’Unione, riguarda i diritti dei cittadini, la liquidazione finanziaria, il periodo di transizione, i protocolli su Irlanda-Irlanda del Nord, Cipro e Gibilterra, la governance e altre questioni relative alla separazione. L’entrata in vigore dell’accordo di recesso, ricorda il Consiglio, segnerà la fine del periodo previsto dall’articolo 50 del Trattato UE e l’inizio di un periodo transitorio che durerà fino al 31 dicembre 2020. Tale periodo transitorio ha lo scopo di garantire più tempo ai cittadini e alle imprese per adeguarsi alla nuova situazione. Parallelamente, UE e GB dovranno definire quali saranno le loro relazioni future. Durante il periodo transitorio il Regno Unito continuerà ad applicare il diritto dell’Unione ma non sarà più rappresentato nelle istituzioni dell’UE. Il periodo transitorio può essere prorogato una volta per un massimo di uno o due anni, se entrambe le parti raggiungono un accordo in merito entro il primo luglio 2020.

    30 gennaio 2020
    www.cdt.ch/mondo/anche-il-consiglio-europeo-approva-l-accordo-per-la-brexit-DJ2290306?refr...
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    wheaton80
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    00 01/02/2020 03:20
    Brexit, Londra è fuori dall'UE. Johnson:"Torna la sovranità su immigrazione e commercio"



    Goodbye Londra. Dalla mezzanotte di ieri, 31 gennaio, il Regno Unito non fa più parte dell'Unione Europea. Il Brexit Day è "l'alba di una nuova era", ha detto il Premier Boris Johnson. E in effetti si tratta di un evento storico, portato a compimento dopo tre anni e mezzo di rinvii e lunghe trattative. "Stanotte lasciamo l'UE: per molte persone è un momento di meravigliosa speranza", scandisce il Primo Ministro nell'atteso discorso alla Nazione, pronunciato poco prima della mezzanotte. Johnson ammette che altri possano avvertire "un senso di ansia e di smarrimento". E altri ancora ("un terzo gruppo, forse il più grande") siano soprattutto sollevati dalla fine della "lotta politica" sulla Brexit. In ogni caso, qualsiasi siano i sentimenti, tutti comprensibili, l'obiettivo è "riportare il Paese insieme per andare avanti" uniti. "L'Unione Europea, nonostante tutti i suoi punti di forza e le ammirevoli qualità, è evoluta negli ultimi 50 anni verso una direzione che non si addice più" al Regno Unito, ha proseguito Johnson. Dunque la scelta del divorzio, "confermata due volte alle urne", è "sana e democratica" e restituisce "sovranità" al Paese su temi quali "controllo dell'immigrazione", commerci, legislazione.

    A Londra e nelle piazze del Paese, molti pro-Brexit sono scesi a festeggiare, bardati di bandiere e con in mano cartelli anti-UE. La 'festa' dei brexiteers era iniziata a Bruxelles questa mattina quando gli eurodeputati britannici del Brexit Party hanno attraversato il piazzale antistante all'Eurocamera, suonando cornamuse e sventolando la bandiera della Union Jack, con in mano ombrelli con sopra la scritta "cambiare in meglio la politica". "Finalmente questa bandiera torna a Londra", ha detto l'eurodeputato Jonathan Bullock. Mercoledì sera il parlamento europeo ha dato il suo ok definitivo all'accordo di divorzio con Londra e ieri è stato il turno del Consiglio Europeo di approvare l'accordo di addio. Nel giorno della Brexit si è mobilitato anche il fronte contrario all'uscita dall'UE. A Londra il sindaco Sadiq Khan ha lanciato un'iniziativa per dichiarare la città come punto di accoglienza. Proteste hanno avuto luogo al London Eye. Manifestanti dotati di torce per illuminare il futuro oscuro post-divorzio dall'UE hanno animato gli eventi "Shine a Light Through the Darkness", nella City, a Brighton e Bournemouth.

    01 febbraio 2020
    www.quotidiano.net/esteri/brexit-31-gennaio-1.5007251
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    wheaton80
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    00 09/04/2020 21:58
    Cade l'ultimo tabù: Bank of England finanzierà direttamente il deficit del governo britannico

    Come riportato dal quotidiano britannico Financial Times, la Banca d’Inghilterra, (BoE) finanzierà, anche se su base temporanea, in modo diretto il deficit di bilancio del governo britannico. Praticamente monetizzerà la spesa pubblica senza finti passaggi sul mercato, limiti imposti, “condizionalità”, ecc... Tutto questo inoltre permetterà al Ministero del Tesoro di evitare completamente il mercato dei titoli, ma si finanzierà direttamente attraverso l'apertura di credito presso la Banca Centrale, denominato “Means and Ways Facility”, che normalmente è pari solo a 400 milioni. Invece questo credito viene portato a 20 miliardi di sterline, sufficiente a far fronte alle pronte necessità finanziarie del Tesoro. In questo modo la BoE viene a rendere meno pressanti le necessità finanziare del governo della Corona. Fonti interne affermano che si tratta di un’operazione temporanea e di breve periodo, ma sottolinea la capacità della banca centrale di cooperare con il Tesoro per far fronte alle emergenze. In quest’ottica si comprende l’insensatezza di tante rigide normative europee che hanno, di principio, vietato questo tipo di operazione obbligando lo Stato ad affidarsi ai mercati, anche se questi sono illiquidi o non perfettamente razionali. Un’operazione simile fu poi compiuta nel 2008 durante la grande crisi finanziaria. I funzionari della banca hanno sottolineato che non si tratta di un timore sulla capacità dello Stato di far fronte ai propri impegni, ma semplicemente una situazione in cui si facilita la possibilità di finanziarsi del governo. Peccato che, a causa di Maastricht e dell’euro, non si possa fare lo stesso anche in Italia. Un altro grazie a chi ha firmato quell’accordo…

    9 aprile 2020
    scenarieconomici.it/cade-lultimo-tabu-bank-of-england-finanziera-direttamente-il-deficit-del-governo-britannico/https://scenarieconomici.it/cade-lultimo-tabu-bank-of-england-finanziera-direttamente-il-deficit-del-governo-bri...
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    00 13/06/2020 05:26
    Brexit, niente proroga transizione, decisione UK è definitiva

    Il governo britannico non chiederà alcuna proroga per il periodo di transizione (durante il quale resta nel Mercato Unico e nell’Unione Doganale dell’UE pur non partecipando più alle sue istituzioni), che si concluderà il prossimo 31 dicembre. La decisione è definitiva, dal momento che questa è stata la conclusione del “Joint Committee” (Comitato Misto) UE-Regno Unito, nella sua riunione di oggi in videoconferenza, che era l’ultima occasione per inoltrare la richiesta. Lo ha affermato il rappresentante dell’UE nel Comitato Misto, il vicepresidente della Commissione Europea responsabile delle relazioni interistituzionali, Maros Sefcovic, durante una conferenza stampa online nel pomeriggio a Bruxelles. Il Cancelliere del Ducato di Lancaster Michael Gove, che rappresenta il governo di Londra nel Comitato Misto, “mi ha confermato che il Regno Unito non chiederà una proroga del periodo di transizione”, ricordando che “questa è stata la promessa fatta ai cittadini britannici durante l’ultima campagna elettorale” e che anche “il Premier Boris Johnson è stato molto esplicito su questo”, ha riferito Sefcovic. E siccome è proprio il “Joint Committee” l’organismo a cui Londra avrebbe dovuto chiedere una possibile proroga entro la fine di giugno, e questa era l’ultima riunione in cui poteva farlo, “io assumo questa come la conclusione definitiva di questa discussione”; è “una decisione definitiva”, ha aggiunto il vicepresidente della Commissione. Questa circostanza, ha sottolineato Sefcovic, ora comporta una pressione ancora maggiore sui negoziatori, e in particolare sul Negoziatore Capo europeo Michel Barnier, per intensificare nelle prossime settimane le trattative, ancora in alto mare, sulle relazioni economiche e commerciali future fra UE e Regno Unito, in modo da avere “chiarimenti tecnici entro la fine del mese e riunioni dei comitati specializzati durante l’estate per pervenire a delle conclusioni preliminari all’inizio di settembre”. Inoltre resta il problema dell’impreparazione da parte britannica delle condizioni operative che permettano di far funzionare la soluzione prevista nel protocollo sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord dell’Accordo di recesso riguardo ai controlli doganali nell’Isola. Secondo il vicepresidente della Commissione, comunque, anche Gove ha convenuto sulla necessità di intensificare i negoziati.

    12 giugno 2020
    www.askanews.it/esteri/2020/06/12/brexit-niente-proroga-transizione-decisione-uk-%c3%a8-definitiva-pn_2020061...
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    00 10/10/2020 12:45
    No. Cambridge Analytica non influenzò la Brexit: nessuna collusione con la Russia

    Un’indagine condotta su 42 computer, 700 terabyte di dati, 31 server e oltre 300.000 documenti si è conclusa con una “assoluzione” per Cambridge Analytica, la controversa società britannica il cui nome è divenuto celebre a seguito di uno scandalo connesso alla gestione dei dati per influenzare le campagne elettorali. Lo riferisce il Guardian:

    www.theguardian.com/uk-news/2020/oct/07/cambridge-analytica-did-not-misuse-data-in-eu-referendum-says-...

    Ricordate? L’azienda fu accusata dell’uso scorretto di un’enorme quantità di dati prelevati da Facebook così da influenzare le campagne elettorali in Gran Bretagna e U.S.A. a favore delle forze pro Brexit, sovraniste e dei movimenti conservatori. Su Cambridge Analytica caddero addirittura i sospetti che avesse in qualche modo facilitato il lavoro della Russia per fare propaganda contro Hillary Clinton e a favore di Trump. Mentre è di queste ore la notizia che documenti desecretati provano che sia stata la Clinton a montare ad arte la bufala dei rapporti tra il Presidente U.S.A e la Russia, ora arriva anche la notizia che la Cambridge Analytica non ha usato i dati in maniera scorretta e tantomeno è collusa con i russi in improbabili operazioni. Infatti, l’Ufficio del Commissario per le Informazioni del Regno Unito ha pubblicato ieri i risultati dell’inchiesta. Elizabeth Denham, il commissario per le informazioni, ha detto che il suo team non ha trovato prove che Cambridge Analytica abbia aiutato l’intervento russo nel processo politico del Regno Unito.

    Denham ha detto di non aver trovato prove che Cambridge Analytica fosse attivamente coinvolta nella campagna referendaria dell’UE, a parte una prima proposta di lavorare con l’UKIP che non è stata messa in atto. Cambridge Analytica aveva ripetutamente affermato nel suo materiale di marketing di avere “oltre 5.000 punti dati per individuo su 230 milioni di americani adulti”, suggerendo che aveva un incredibile potere di micro-target di individui con messaggi politici suggestivi utilizzando un gigantesco database psicografico. Tuttavia, l’inchiesta ha concluso che “in base a quanto abbiamo riscontrato sembra che questa possa essere stata un’esagerazione” e molte delle attività dell’azienda hanno seguito “processi ben riconosciuti che utilizzano tecnologie comunemente disponibili”. L’Information Commissioner’s Office ha trascorso tre anni a indagare sulla società, che è crollata nel 2018. La caduta di Cambridge Analytica ha portato a un dibattito globale sull’uso del data targeting in politica, a una resa dei conti per le principali società tecnologiche, messe alla berlina dai governi di tutto il mondo, e all'introduzione di restrizioni alla pubblicità politica sulle principali piattaforme di social media.

    Ezia Giovanino
    09 ottobre 2020
    www.lavocedelpatriota.it/no-cambridge-analytica-non-influenzo-la-brexit-nessuna-collusione-con-la...
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    wheaton80
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    00 28/12/2020 18:54
    Italiani sveglia! Fuori dall’UE c’è vita. Storico accordo degli inglesi con Bruxelles

    Toh, la Gran Bretagna ha chiuso gli accordi bilaterali con l’UE e non si è verificato per nulla quel cataclisma che avevano vaticinato i fanatici di Bruxelles. Segno che la Brexit più che un modello è una scelta politica, che non solo può essere replicata, dall’Italia per esempio, ma che non comporta la morte di chi questa scelta compie. L’accordo inoltre è storico perché sarà a zero dazi e zero quote. Nessuna guerra commerciale insomma, a dispetto di quanto lagnavano le prefiche di Bruxelles. Quelli che fuori dall’UE non c’è vita. Ma cosa dite? Si vive meglio fuori. La Gran Bretagna ce lo dimostra. E l’Italia ce lo dimostrava. Per fortuna la storia e i grafici economici non sono opinioni, ma fatti. Boris Johnson ha portato a casa un compromesso storico con l’Europa, tutto a suo vantaggio. Dimostrando che non c’è stato nessun No Deal. Anzi i vantaggi sono tutti dalla parte dell’uscente. A partire dalla pesca e dalla politica estera. Le flotte internazionali degli altri Paesi potranno entrare nel mare britannico ma dovranno rinunciare a un quarto di quello che pescano. Sulla politica estera gli inglesi invece non hanno voluto mettere firme. Ed hanno ragione.

    Cooperazione sulla difesa e sicurezza non saranno coperte dall’accordo bilaterale perché giustamente gli inglesi non vogliono acconsentire alle politiche di ricatto e usura imposte con le sanzioni ai Paesi che non rispettano i folli vincoli del Moloch Europa. Ciò non significa che tra Gran Bretagna e Unione Europea non ci sarà collaborazione. L’accordo prevede un programma dal 2021 al 2027 detto Horizon Europe, in cui il Regno Unito contribuirà in solido al bilancio dell’Europa. Ci sono programmi di collaborazione sull’energia e sui trasporti ma quelli che interessano l’Italia riguardano particolarmente l’export. Il Regno Unito è il quarto sbocco per l’Italia, che vale 25 miliardi. Uno solo per il comportato vini e prosecchi. Tre miliardi e mezzo per il genere alimentare. I prodotti italiani continueranno a entrare in Inghilterra senza dazi. E ora cosa diranno i soloni di Bruxelles? Se non possono più dire che fuori dall’Europa, anzi fuori dall’Unione, ci si condanna all’isolazionismo?

    La condizione che ha posto Boris Johnson per i dazi “zero” sulle merci in entrata è che le stesse rispettino gli standard di produzione e le certificazioni d’origine. Il protocollo va a tutto vantaggio del Regno Unito sull’immigrazione. Dal primo gennaio del nuovo anno infatti si potrà entrare in Inghilterra solamente con un lavoro da almeno 25.600 sterline, pari a 28mila Euro. Insomma dogane chiuse per i clandestini. Stop ai 150mila studenti Erasmus: dal nuovo anno, chi vuole andare a studiare in Inghilterra potrà farlo, ma con modalità differenti. Insomma, Boris Johnson è il Trump europeo. Ha sconfitto i poteri forti e ha dimostrato che fuori dall’Unione Europea non solo c’è vita, ma è dentro che non c’è.

    Riccardo Corsetto
    25 dicembre 2020
    www.lunico.eu/italiani-sveglia-fuori-dallue-ce-vita-storico-accordo-degli-inglesi-con-br...
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    wheaton80
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    00 02/01/2021 06:57
    Primo giorno senza la UE, Londra è nell’era post-Brexit

    Benvenuti nel 2021: così Boris Johnson ha augurato buon anno ai cittadini britannici. Il 1° gennaio è stato non solo l’inizio di un nuovo anno ma anche di una nuova era per la Gran Bretagna, come ha sottolineato il Premier nel suo messaggio alla Nazione. Il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea dopo 47 anni. "È un momento incredibile per il nostro Paese, il trampolino per il rilancio nazionale", ha declamato Johnson. "Abbiamo la libertà nelle nostre mani e sta a noi utilizzarla al meglio". A Downing Street il tono è di rivincita, soddisfazione, perfino trionfo. La Gran Bretagna è ora "libera di fare le cose diversamente dalla UE e, se necessario, meglio della UE", ha detto il Premier. A Bruxelles invece il sollievo per la fine di quattro anni di difficili negoziati è temperato da un senso di rammarico e perfino rimpianto. "Ci mancherete", ha detto la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Meno indulgente il Presidente francese Emmanuel Macron, che ha dichiarato che la scelta di lasciare la UE è stata "figlia di molte bugie e false promesse". Una critica non troppo implicita a Johnson, ex leader della campagna contro la UE in vista del referendum del 2016 e oggi Premier che ancora insiste che Brexit rappresenta il migliore di tutti i mondi possibili per la Gran Bretagna.

    Partenza “soft”
    La prima giornata di “piena indipendenza” è passata senza problemi. Non ci sono stati intoppi ai confini, grazie soprattutto al traffico lieve in un giorno di vacanza. A Dover le code di migliaia di camion di due settimane fa si sono volatilizzate, ma potrebbero formarsi di nuovo appena finita la pausa natalizia. L’accordo commerciale tra Londra e Bruxelles infatti ha eliminato tariffe e quote, ma ha introdotto un gran numero di barriere non tariffarie come dichiarazioni doganali, licenze speciali, formalità e certificazioni, test di conformità e controlli, che si prevede rallenteranno le procedure alle frontiere. La Gran Bretagna ha sospeso l’introduzione dei controlli sulle merci in arrivo dalla UE per sei mesi, con una mossa unilaterale che la UE non ha ricambiato. I controlli sui camion in arrivo dal Regno Unito sono iniziati ieri come previsto. La fine della libertà di circolazione, fortemente voluta da Londra, ha portato a limiti ai movimenti anche in Inghilterra. I camion non possono entrare nel Kent, la contea di Dover, senza un permesso speciale di accesso che dura solo 24 ore. Chi viene fermato senza deve pagare una multa di 300 sterline ed è costretto a tornare indietro.

    Intesa su Gibilterra
    Un’intesa in extremis, raggiunta poche ore prima della fine dell’anno, ha facilitato la soluzione di un altro confine problematico: quello tra Spagna e Gibilterra. Dopo secoli di tensioni tra Londra e Madrid sul “territorio britannico d’oltremare”, i due governi hanno concordato che Gibilterra farà parte dell’area Schengen per permettere al confine di restare aperto. Non ci saranno controlli alla frontiera tra Gibilterra e Spagna, ma solo al porto o all’aeroporto per chi arriva dall’estero. L’intesa facilita la vita dei cittadini del territorio, il 96% dei quali aveva votato a favore di restare nella UE nel referendum del 2016, ma che non risolve la questione della sovranità britannica su Gibilterra, che la Spagna disputa. Conclusa Brexit e disinnescata la mina Gibilterra, Johnson può essere soddisfatto. Il Premier però sa di dover affrontare molte sfide quest’anno. La più urgente e difficile è l’epidemia, che secondo lo stesso Ministro della Sanità è "fuori controllo". Il Paese è in lockdown, i morti aumentano a un ritmo di quasi mille al giorno mentre i nuovi contagi quotidiani superano i 55mila. L’obiettivo di effettuare vaccinazioni di massa potrebbe scontrarsi con i ritardi nei rifornimenti e i problemi logistici di distribuzione e somministrazione.

    La tentazione scozzese
    Un altro problema all’orizzonte è il desiderio della Scozia di tornare europea, anche scegliendo l’indipendenza da Londra. L’eloquente messaggio della Premier Nicola Sturgeon ieri è stato:"La Scozia tornerà presto, Europa. Lasciate accese le luci". La leader dell’SNP, il partito nazionalista, conta sul previsto trionfo alle elezioni per il rinnovo del Parlamento di Holyrood in maggio per chiedere un secondo referendum sull’indipendenza. Brexit, fortemente osteggiata da due terzi degli scozzesi, ha dato nuovo impeto al movimento separatista.

    Il confine irlandese
    L’altra parte dolente del Regno Unito è l’Irlanda del Nord, che resta parte del mercato unico e dell’unione doganale e quindi nell’orbita UE per evitare il ritorno a un confine interno sull’isola. Nonostante le promesse di Johnson di tutelare a ogni costo l’integrità del Regno Unito, da ieri c’è di fatto un confine nel mare d’Irlanda. L’obbligo di presentare una dichiarazione doganale e certificati sanitari per i prodotti che arrivano dalla Gran Bretagna è stato sospeso per tre mesi per evitare problemi, ma i controlli scatteranno il primo aprile. Il governo britannico ha minimizzato l’impatto del nuovo regime, ma il Ministro degli Esteri irlandese ha dichiarato che i cambiamenti saranno "profondi e fondamentali". Secondo Simon Coveney gli scambi tra le due isole, che valgono 80 miliardi di euro all’anno, "saranno soggetti a controlli e dichiarazioni, burocrazia e scartoffie, costi e ritardi".

    Nicol Degli Innocenti
    01 gennaio 2021
    www.ilsole24ore.com/art/primo-giorno-senza-ue-londra-e-nell-era-post-brexit-...
    [Modificato da wheaton80 02/01/2021 06:58]
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    00 29/04/2021 18:28
    Europeisti nel panico: con la brexit l'U.K. vola



    I dati economici della Gran Bretagna appaiono straordinari. Se fino a poco tempo fa le previsioni del FMI stimavano al + 5,3% la crescita del pil britannico ora uno studio della Goldman Sachs certifica che, vista l'ulteriore accelerazione della ripresa nel Regno Unito, Londra crescerà di uno sbalorditivo 7.8%. La crescita più alta dal dopoguerra, il dato migliore di tutte le economie occidentali. Le previsioni terrificanti, che la maggior parte degli esperti e dei commentatori ripetevano ossessivamente, e che ipotizzavano per la Gran Bretagna un disastro economico senza precedenti, in caso di divorzio dall'Unione Europea, si sono rivelate per quello che sono sempre state: vergognosa propaganda. E ora gli europeisti di casa nostra temono l'effetto sulle opinioni pubbliche.
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    00 14/06/2022 19:42
    Migranti dal Regno Unito al Ruanda: cosa c’è dietro la scelta di Johnson

    L’accordo sui migranti tra Regno Unito e Ruanda diventa uno dei temi bollenti dell’attualità britannica dopo il voto che ha sancito la sopravvivenza del governo di Boris Johnson. L’affaire è iniziato nell’aprile di quest’anno, quando i due Paesi hanno siglato un accordo che prevede il ricollocamento nello Stato africano dei migranti entrati illegalmente in territorio britannico fino a che non sia terminato lo studio della richiesta d’asilo. Accordo che in ogni caso, almeno per il momento, sembrerebbe escludere un futuro approdo nella terra di Sua Maestà anche in caso di accettazione dello status di rifugiato. Il patto si basa sulla svolta impressa dal Premier conservatore sul fronte dell’immigrazione e che è stata cristallizzata nel “Nationality and Borders Bill”. Un provvedimento che ha imposto una stretta sull’accoglienza al punto da prevedere appunto una base legale per il ricollocamento di persone in altri Stati. Svolta che ha provocato durissime reazioni da parte di ONG, agenzie internazionali, associazioni e anche parti della politica, ma che non si è fermata nonostante i molteplici ricorsi nei confronti dell’azione del governo. L’Alta Corte di Londra ha infatti respinto le prime richieste di fermare il provvedimento, ribadendo la correttezza legale dell’azione del governo. E così, nonostante le proteste, Regno Unito e Ruanda hanno confermato l’accordo rendendolo definitivamente operativo, anche se con numeri certamente inferiori rispetto alle aspettative (i ricorsi infatti continuano a bloccare molte partenze). Numeri che per il momento fanno tuttavia credere che il patto della discordia tra i due Paesi possa essere una mossa molto di immagine ma priva di una reale capacità di incidere sulla gestione del fenomeno migratorio in terra britannica. La scelta di Johnson di tirare dritto non è in ogni caso una mossa di secondaria importanza. Se è vero che infatti, almeno per il momento, non sembra esserci una deriva di “deportazione di massa” verso un Paese che non può offrire in alcun modo le garanzie di vita anche giuridiche di Londra, l’accordo con il Ruanda ha scatenato le reazioni molto dure in apparati estremamente rilevanti del Regno. Parole di sdegno non sono giunte solo dalle sole associazioni che lavorano sull’accoglienza, che potrebbe essere considerato scontato, ma anche da parte di segmenti molto rilevanti della società britannica.

    Il Public and Commercial Services Union (PCS), sindacato che rappresenta circa l’80% del personale della Border Force britannica dipendente dal Ministero dell’Interno, ha fatto ricorso contro l’accordo. La Chiesa d’Inghilterra, attraverso una pesante lettera d’accusa pubblicata sul Times, ha definito il piano per mandare i migranti illegali in Ruanda come “una vergogna”, una “politica immorale che disonora la Gran Bretagna” perché “la nostra eredità cristiana dovrebbe ispirarci a trattare i richiedenti asilo con compassione, equità e giustizia, come abbiamo fatto per secoli”. Nei giorni scorsi, era iniziata addirittura a circolare la voce che il Principe Carlo in persona si fosse espresso in modo altrettanto negativo su questa vicenda. Fonti anonime hanno detto che l’erede al trono avrebbe parlato di un accordo “sconcertante”. E nonostante la smentita del palazzo reale (un portavoce ha ribadito che il principe di Galles “rimane politicamente neutrale” e che “le questioni politiche sono decisioni che spettano al governo”), molti ritengono che l’accordo sia stato comunque accolto con molta freddezza. Le reazioni interne sono state dunque molto pesanti. Johnson però non cede e anzi, conferma la volontà di mantenere in vita questa struttura di accordi internazionali giustificandola con il volere bloccare “l’attività continua di bande criminali” che lucrano sul traffico di migranti. E in questo non è difficile scorgere due tipiche modalità di azione del governo conservatore di “Bojo”. La prima è quella di imprimere una netta chiusura sull’immigrazione, che è da sempre un pallino del Primo Ministro sin dalla sua elezione. Lo ha fatto con la Brexit, e lo ha ribadito con questi provvedimenti di forti restrizioni. Un secondo punto è quello riguardante la volontà di ribadire l’idea di una Global Britain che sfrutti le alleanze con il mondo post-coloniale per costruire l’immagine di un impero che ancora oggi ha una forza in grado di evitare che i problemi della globalizzazione ricadano esclusivamente sul territorio britannico. Infine, non va dimenticato anche il tempismo dell’attivazione di questo accordo nel momento in cui Johnson, in calo nei consensi e all’interno del suo partito, torna a puntare sul giro di vite sull’immigrazione e sull’accordo più duro per la Brexit con la questione nordirlandese.

    Lorenzo Vita
    14 giugno 2022
    it.insideover.com/migrazioni/migranti-dal-regno-unito-al-ruanda-cosa-ce-dietro-la-scelta-di-john...
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    00 25/04/2024 20:00
    Migranti, parlamento Regno Unito approva il piano Ruanda

    Il controverso piano del governo britannico di trasferire in Ruanda i richiedenti asilo giunti illegalmente nel Regno ha avuto il via libera parlamentare, dopo un rimpallo-maratona tra le camere dei Lord e dei Comuni durato fino a tarda notte. I membri non eletti della Camera alta, che esaminano le proposte legislative, hanno ripetutamente rimandato il piano emendato ai parlamentari della Camera bassa ma alla fine hanno accettato di non apportare ulteriori modifiche, garantendo che il DL ora diventi legge.

    23.04.2024
    www.giornaledibrescia.it/italia-e-estero/migranti-parlamento-regno-unito-approva-il-piano-ruanda-...
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    wheaton80
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    00 25/04/2024 20:05
    Mobilità dei giovani, il Regno Unito dice no alla proposta della UE: nessun accordo post-Brexit

    Nessun accordo post-Brexit con la UE. Il Regno Unito ha respinto la proposta della Commissione Europea per favorire la mobilità per i cittadini britannici tra i 18 e i 30 anni. “Non applicheremo il programma di mobilità giovanile per tutta l’Ue, la libertà di movimento è finita e non ci sono piani per reintrodurla”. Così, categorico, un portavoce del governo britannico.

    Mobilità giovanile, Londra boccia la proposta UE
    Questa settimana, infatti, la Commissione Europea ha invitato i 27 Paesi dell’UE ad avviare negoziati su un “programma di mobilità giovanile” per i cittadini britannici under 30. Il Regno Unito, che ha programmi di mobilità giovanile individuali con 13 Paesi, ha dichiarato di preferire accordi bilaterali con i singoli Paesi rispetto a un accordo a livello europeo. Londra preferisce negoziare Paese per Paese.

    La Brexit non si tocca, no ad accordi europei
    Anche il Partito Laburista ha chiarito che non prevede cambiamenti in caso andasse al governo. “Il mercato unico, l’unione doganale e la libera circolazione non torneranno”, ha dichiarato un portavoce del partito alla BBC. La proposta, delineata questa settimana da Bruxelles mirava ad allentare gli ostacoli che i giovani europei hanno incontrato da quando è stata completata la Brexit per viaggiare, studiare o risiedere nel territorio britannico, e viceversa.

    20 aprile 2024
    www.secoloditalia.it/2024/04/mobilita-dei-giovani-il-regno-unito-dice-no-alla-proposta-della-ue-nessun-accordo-post...
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