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La Gabbia - Il superstato UE creato per dominarci

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    wheaton80
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    00 29/06/2016 18:23



    Questi uomini sono i quattro Presidenti: Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione europea. Donald Tusk, Presidente del Consiglio Europeo. Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo. Jeroen Dijsselbloem, Presidente dell’Eurogruppo. E Mario Draghi, il Presidente della Banca Centrale Europea. Questi sono gli uomini che hanno deciso il vostro futuro. Lo hanno già scritto, parola per parola. Ed è un futuro grigio, fatto di austerità e rigore. Questi cinque uomini hanno prodotto un documento chiamato "Five Presidents’ Report", dove si spiega che cosa accadrà in Europa da qui al 2025. E si parla della creazione del superstato europeo.

    12 marzo 2016
    [Modificato da wheaton80 29/06/2016 18:24]
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    wheaton80
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    00 16/10/2016 12:39
    Juncker:“Basta parlare di Stati Uniti d’Europa, la gente non li vuole”

    «Bisogna smetterla di parlare degli Stati Uniti d’Europa, la gente non li vuole». Anche se già in passato aveva affrontato il tema in termini simili, questa volta Jean-Claude Juncker è stato più netto del solito. L’Unione Europea va rilanciata, ma non è il momento per tirare fuori dal cassetto i sogni federalisti messi nero su bianco da Altiero Spinelli nel suo Manifesto di Ventotene. Juncker è consapevole che questa è una fase delicata: c’è il rischio che dagli Stati arrivino reazioni in senso opposto. Da Parigi il capo della Commissione UE ha dunque ridisegnato la sua idea di Europa dialogando con il Premier francese Manuel Valls che, sul punto, si è mostrato d’accordo con Juncker, difendendo – in modo ancora più accentuato – la sovranità degli Stati nazionali. Anche se poi lo stesso Juncker ha fatto capire che la lentezza di alcune decisioni di Bruxelles è dovuta al Consiglio, dunque ai governi, e non alla Commissione:«Dopo gli attentati di Parigi del novembre scorso, abbiamo studiato e predisposto una direttiva sulla vendita delle armi in 15 giorni. Che poi è rimasta bloccata per otto mesi in Consiglio…».

    Presenti anche Mogherini e Letta
    L’occasione per la riflessione è stata offerta dalle celebrazioni per il ventennale dell’istituto Jacques Delors, di cui La Stampa era partner, che hanno visto la partecipazione – tra gli altri – del Presidente francese François Hollande e dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera Federica Mogherini. Sua è la Global Strategy presentata nelle scorse settimane, una mappa da cui partire per studiare una Difesa Comune Europea. Si tratta di un tema su cui c’è una vasta convergenza tra i 27 Paesi dell’Unione, ora che la Gran Bretagna è con un piede fuori dalla porta. “Serve una strategia comune – ha detto Juncker - non possiamo lasciare la Francia da sola in questo compito”.

    Il rischio stallo
    La giornata è stata aperta dall’intervento dell’ex Premier italiano Enrico Letta, Direttore dell’Istituto Jacques Delors, che ha spronato l’UE ad agire e a farlo in fretta. Nel 2017 – anno in cui partiranno i negoziati per la Brexit – si vota in Olanda, Francia e Germania: il rischio di un anno di stallo è fortissimo. “Ma non possiamo attendere le elezioni tedesche per rilanciare l’UE”, ha detto senza mezzi termini l’ex Presidente del Consiglio Italiano. Juncker ha assicurato che non sarà così e ha annunciato che “nei prossimi 12 mesi” verranno prese “decisioni importanti”.

    I flussi migratori
    Per l’Europa una delle sfide più grandi resta quella dell’immigrazione. Il Presidente della Commissione ha colto l’occasione per richiamare di nuovo all’ordine gli Stati che non fanno il loro dovere e che si rifiutano di accogliere le quote di rifugiati decise a livello comunitario. “L’Europa si basa sul diritto. Abbiamo delle regole, ma gli Stati non le rispettano. Se ogni volta che prendiamo una decisione, uno Stato membro organizza un referendum, è la fine”. Mercoledì prossimo lo dirà anche al suo commissario Tibor Navracsics, ungherese, che in un’intervista ha detto di aver votato al referendum sui rifugiati contro il piano della Commissione. Per lui non si escludono conseguenze. Juncker ha poi elogiato la Francia perché su questo fronte si è da subito dimostrata molto collaborativa. Lo stesso non si potrebbe dire sulle attività di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo: l’Italia denuncia di essere stata lasciata sola. Pungolato sul tema, il Premier francese ha respinto le accuse di scarso impegno e ha rigirato la questione mettendo l’accento sul fronte militare, dove l’impegno francese, per esempio in Mali o in Medio Oriente, è più forte di quello di altri Paesi. Tradotto suona più o meno così: noi facciamo poco per salvare i migranti in mare, ma facciamo molto con i nostri eserciti nelle zone di conflitto. Sul fronte Brexit, la linea della Commissione è sempre quella di non voler cedere nulla alla Gran Bretagna. Juncker annuncia che “non ci saranno sconti sulle regole del mercato unico” e che non saranno tollerati tentativi di negoziati bilaterali con i singoli Paesi prima della notifica dell’articolo 50. Massima intransigenza anche sul TTIP, sul quale c’è stato un nuovo round di negoziati questa settimana:“Non ci inginocchieremo davanti agli Stati Uniti”, ha detto Juncker. E Valls ha definito lo stato dell’accordo “inaccettabile”. Ma il vero problema, al di là delle divergenze con Washington, è che tutto resterà congelato fino alle elezioni in Francia e in Germania.

    Marco Bresolin
    07/10/2016
    www.lastampa.it/2016/10/07/esteri/juncker-basta-parlare-di-stati-uniti-deuropa-la-gente-non-li-vuole-h3HPFd2hUASRdBZhyKwcfO/pag...
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    wheaton80
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    00 16/10/2017 22:17
    La UE traballa sempre più: la Germania boccia ''l'FBI europea'' chiesta da Tajani e Macron; non serve, è solo burocrazia

    LONDRA - L'Unione Europea ha sempre usato le crisi come scusa per estendere i suoi poteri e quindi non deve sorprendere se la guerra al terrorismo viene usata dai parassiti di Bruxelles come scusa per creare un'agenzia di Intelligence europea. A tale proposito, a fine agosto il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani ha auspicato la creazione di una FBI europea al fine di combattere il terrorismo e tale iniziativa è stata appoggiata anche dal Presidente francese Emmanuel Macron, ma purtroppo per loro questo piano è destinato a non essere realizzato per via dell'opposizione tedesca. In una audizione tenuta davanti al parlamento tedesco il 5 ottobre i capi dei sue servizi segreti tedeschi hanno espresso la loro contrarietà a questo piano perché un'agenzia pan-europea abbasserebbe di parecchio l'efficienza dei servizi di Intelligence e ostacolerebbe la collaborazione tra le agenzie dei Paesi europei. Bruno Kahl, capo del BND, agenzia di Intelligence estera, ha detto che il lavoro di Intelligence può funzionare bene solo a livello nazionale e ogni organizzazione pan-europea sarebbe solo di intralcio. Questa opposizione è condivisa da Hans-Georg Maaben, capo del BVF, il servizio segreto interno, il quale ha dichiarato che un'agenzia europea sarebbe completamente inutile.

    I due capi sono perfettamente coscienti della minaccia terroristica, ma piuttosto che creare un servizio di Intelligence europea vogliono che le loro agenzie abbiano più poteri di sorveglianza, come accedere ai servizi di messaggi quali WhatsApp e Telegram e poter accedere su server esteri in caso di attacchi portati avanti da hacker stranieri. Questa notizia, riportata da Russia Today, è stata completamente censurata dalla stampa del Bel Paese, perché creerebbe parecchio imbarazzo al PD. Infatti la stampa di regime filo-UE non fa che ripetere in continuazione quanto sia necessario creare un superstato europeo, anche andando contro la volontà dei cittadini; ma poi la Germania si oppone a tutto ciò che va contro i suoi interessi. Prima il no tedesco all'unione bancaria e adesso l'opposizione a un servizio di Intelligence europea dimostra che il progetto europeo è oramai al capolinea ed è solo questione di tempo prima che si ritorni all'Europa degli Stati nazionali. Come per altro il risultato delle elezioni austriache dimostra.

    Giuseppe de Santis
    16 ottobre 2017
    www.ilnord.it/c5408_LA_UE_TRABALLA_SEMPRE_PIU_LA_GERMANIA_BOCCIA_LFBI_EUROPEA_CHIESTA_DA_TAJANI_E_MACRON_NON_SERVE_E_SOLO_BU...
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    wheaton80
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    00 01/04/2024 20:37
    Rapporti con il Quirinale per scavalcare il Governo italiano: la confessione di Juncker

    Rischia di passare pericolosamente sotto silenzio l’intervista al Sole 24 Ore di Jean-Claude Juncker, nella quale l’ex Presidente della Commissione Europea parla dei suoi rapporti con il Quirinale. Una corsia preferenziale tramite cui scavalcava e “richiamava all’ordine” il governo italiano.

    L’intervista di Juncker al Sole 24 Ore
    “In questi anni di dibattiti feroci, gli italiani hanno dimostrato finezza nello scegliere i loro presidenti che si sono sempre differenziati dalla maggioranza delle personalità politiche italiane per la loro serietà e per la loro capacità a riflettere oltre la loro persona”. Juncker descrive così la sua predilezione per i presidenti della Repubblica, sprezzando il resto della politica italiana e ignorando, in manifesta malafede, che i titolari del Quirinale non vengono votati direttamente dagli italiani. Il lussemburghese ricorda per primo Carlo Azeglio Ciampi, giudicato un “uomo saggio e ponderato”, ma essendo stato a capo della Commissione dal 2014 al 2019 i veri perni del discorso sono Napolitano e Mattarella. È con loro che ha intessuto un rapporto privilegiato, usato come leva contro i governi italiani che si sono succeduti: “Con Giorgio Napolitano e poi con Sergio Mattarella ho spesso negoziato, non dico in segreto, ma senza troppa pubblicità, quando avevo dei problemi con i primi ministri italiani. O meglio, quando i primi ministri italiani avevano dei problemi con il Presidente della Commissione Europea”. E confessa:“Amavo i miei scambi con Giorgio Napolitano. Ascoltando le sue descrizioni della vita dall’interno del governo italiano sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere…”. Non è difficile immaginare come queste informazioni potessero servire per forzare la mano all’esecutivo.

    “Dovevo farli richiamare all’ordine dal presidente in carica”
    Riguardo ai presidenti del Consiglio che si sono succeduti durante il suo mandato, Juncker sembra conservare un giudizio negativo in particolare di Conte e Renzi. Del primo racconta sarcastico i suoi vanti accademici:“Al Consiglio Europeo iniziava sempre i suoi interventi dicendo: ‘Io in quanto professore di diritto internazionale devo dirvi…’. Anche se l’uomo ci piaceva, finì per infastidire gli altri leader”. Mentre del secondo rivela:“In un incontro venimmo quasi alle mani, discutendo del bilancio italiano”. E chiosa:“Ho apprezzato Renzi perché, a dispetto dell’atteggiamento che ebbe verso l’esterno, era un uomo che sapeva ascoltare. Ma la sua facoltà di ascolto avrebbe potuto essere più spontanea”. L’unico che sembra ricordare con piacere è Letta:“Avrebbe potuto fare grandi cose in Italia se fosse rimasto al potere”. In generale, “quando ero Presidente della Commissione, praticamente tutti i Premier dicevano male dell’Europa, dando la sensazione agli italiani che l’Europa non li rispettava a sufficienza, che non capiva l’Italia e le sue vicissitudini. Matteo Renzi e Giuseppe Conte non mancavano occasione per attaccare la Commissione e talvolta dovevo farli richiamare all’ordine dal Presidente in carica”. Riguardo a questi screzi e ai sentimenti euroscettici degli italiani, Juncker ovviamente non si assume alcuna responsabilità, al contrario:“Attribuisco questo fenomeno al fatto che si nascondono le debolezze autobiografiche del Paese, e con questo termine intendo dire nazionali, con degli attacchi incessanti all’Unione”. Insomma, la colpa sarebbe sempre e solo dell’Italia.

    Michele Iozzino
    26 marzo 2024
    www.ilprimatonazionale.it/politica/rapporti-con-il-quirinale-per-scavalcare-il-governo-italiano-la-confessione-di-juncker...
    [Modificato da wheaton80 01/04/2024 20:38]