00 12/06/2023 14:26
Zuckerberg svuota il sacco:“Sul Covid abbiamo censurato informazioni vere”

Mark Zuckerberg lo ha ammesso: Facebook si è sbagliato, la censura operata durante gli anni dell’emergenza sanitaria è stata tutt’altro che corretta. “Sul Covid 19 penso che l’establishment scientifico si sia confuso su un mucchio di fatti e abbia chiesto di censurare un sacco di cose che, in retrospettiva, sono finite per essere discutibili o vere”, ha dichiarato il presidente di Meta. Ed ecco che tutto il castello di carte sulla lotta alla disinformazione crolla in un colpo. Con le sue parole Zuckerberg mette in discussione il comportamento che ha avuto la scienza durante la crisi Covid e con essa il ruolo dei fact-checkers, sinora considerati detentori della verità nel mondo social. Non solo, ammette anche l’ingerenza esterna. Dopo i Twitter Files, le dichiarazioni di Zuckerberg confermano infatti come il governo statunitense e i suoi “esperti” abbiano fatto pressioni sui social per manipolare l’opinione pubblica. Insieme al bieco collaborazionismo dei media generalisti, i ban e le censure erano quindi strumento utile a limitare il dibattito sul Covid 19. Virus uscito da un laboratorio? Lockdown dannosi? Green Pass e vaccini inefficaci? Impossibile. Qualsiasi dubbio postato sui social veniva prontamente nascosto. E così tuttora accade. A distanza di tre anni, Mark Zuckerberg sembra finalmente voler confessare il vero ruolo avuto dai suoi social. È Lex Fridman, ricercatore russo-americano, fra i massimi esperti di intelligenza artificiale, ad aver strappato tali ammissioni al fondatore di Facebook. Nella sua intervista non si è limitato a porre le solite domande “comode”, ma ha chiesto anche come distinguere, per esempio, i fatti dalle opinioni.

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"È complicato", ha risposto Zuckerberg. “Noi siamo pratici: ci limitiamo a domandarci se quell’informazione causa danni alle persone oppure no". Ma davvero possiamo credere che un algoritmo sia in grado di operare correttamente e decidere se una affermazione causi danni ad altri? L’opera di censura attuata dai social ha generato danni gravissimi dividendo la società e soffocando il dibattito pubblico su temi medico-scientifici, facendoci rendere sempre più consapevoli che fin quando saranno le compagnie multinazionali private a decidere cosa sia giusto è possibile dire, un Paese non sarà mai davvero libero. Sono certamente molteplici i motivi per cui scusarsi, chissà se anche i governi avranno mai il coraggio di ammettere i propri errori, intervenendo su questa coltre di censura e ripristinando la libertà di parola e di opinione nel proprio Paese.

Arianna Graziato
10 giugno 2023
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