00 23/05/2006 11:55
PRAGA CITTA' ESOTERICA

"Praga magica" intitolava tanti anni fa il suo libro il grande boemista Angelo Maria Ripellino.

E Praga magica lo è davvero.

Lo è per la sua architettura, tra barocco italianeggiante e rococò asburgico, tra art nouveau e liberty, lo è per le sue viuzze, per gli incomparabili scorci, per i sontuosi edifici nobiliari. O forse, ancora, per il misterioso incontro tra est e ovest, o per l’influenza storica della forte presenza ebraica. O anche, può darsi, perché è effettivamente una delle capitali riconosciute di maghi e magie.


...E’ qui che nacque la leggenda del Golem, è qui che tra le stradine del quartiere ebraico ancora si respira l’aria del mistero e dell’occulto.
E’ qui che operavano numerosi alchimisti nel ‘600, impegnati nel sovrumano compito di creare l’oro attraverso uno strano miscuglio di chimica e magia.

Il quartiere Josefov

Tutto il fascino della Praga esoterica si respira nel cuore del quartiere ebraico. Anche questa volta l’ingresso è segnato da un orologio. Ruota in senso antiorario, da destra verso sinistra come la scrittura ebraica e i numeri sono indicati con le lettere dell’alfabeto. Come è nella tradizione giudaica.

Josefov un tempo era il ghetto ebraico di Praga. Fondato nel 1100, è stato incorporato nella città solo 600 anni più tardi.
Il nome ricorda l’Imperatore Giuseppe II che nel ’700 pose fine alle discriminazioni contro gli ebrei.

Il quartiere è oggi molto cambiato soprattutto in seguito alla distruzione delle vecchie case e alla loro sostituzione con edifici in stile art nouveau che avvenne verso la fine dell’Ottocento. Questo quartiere tuttavia mantiene ancora i segni, e spesso le ferite, di secoli di persecuzioni.

Il cuore di Josefov è sicuramente il cimitero ebraico di Praga,
il più antico in Europa. È una tappa obbligata nel percorso
di conoscenza di Praga.
Qui sono state sepolte, nel corso dei secoli, oltre 100mila persone, anche se le lapidi, oggi, non sono più di 12mila.

Le lapidi sono spesso decorate a forma di pigna, anfora o grappolo d’uva, simboli che raccontano una storia, un’appartenenza. Ancora oggi i visitatori ebrei osservano l’usanza di porre delle pietre sulle tombe come segno di rispetto. Sono gesti rituali che qui come altrove servono a mediare il difficile rapporto che le comunità intrattengono
con gli scomparsi.



...e non finisce qui...
Trojan