00 11/11/2006 19:04
La gentilezza
A questa età, quasi ogni giorno mi perdo in pensieri e riflessioni che in realtà avevo già sondato ma è come se li penetrassi e ne fuoriuscissi dal lato opposto, guardandoli in modo diretto anche dalle opposte posizioni di osservazione.
Per esempio, desideravo toccare due argomenti precisi che ieri ho trafitto: la magia della innocenza fanciullesca e la disillusione nell’età maggiore.
Ma le rilevazioni, in questo frangente, sono in alcuni particolari dettagli… non posso fare di più e con tutta l’innocenza che mi rimane e quanta sincerità mi è possibile, credo di essere ad una concettuale conclusione importante della mia vita.
Penso di aver realizzato l’importanza di vivere illusioni, favole, affetti, gioie nella tenera età.
Questo, non scamperà dalla disillusione, dall’amaro delle sofferenze dell’esistenza, questo servirà solo a sopportare gli urti e gli sbandamenti e sarà propriamente ciò che tramanderà quella stessa educazione positiva, l’unica cosa capace di opporsi al processo dissolutivo dell’uomo contemporaneo.
Tramandare tale educazione tradizionalmente e naturalmente farà dell’uomo una persona e della persona una persona gentile.
I gentili sono persone forti.

Le persone gentili sono preda delle aggressioni della vita come tutte le altre e a volte, quando si incontrano tali persone, non si da peso proprio a quella caratteristica ormai d’eccezione: il tratto gentile.
Queste persone separano le sofferenze inflittegli dall’esistenza dal comportamento assunto col prossimo, restano, malgrado tutto, convinte che quel tratto sia positivo. (con naturale sicurezza del proprio comportamento)
Queste, quindi, sono quelle che hanno vissuto la magia nella tenera età e hanno goduto del suo scudo nell’avanzare degli anni.
Risultato della loro gentilezza sarà la produzione di un altro fanciullo meraviglioso.
Di contro avviene tutto quanto è semplice da correlare ed effettuare esempi o paralleli è superfluo.
Addirittura credo di aver descritto quanto avviene in una minoranza di casi nel nostro tipo di società.

(E superfluo sarebbe controbattere a chi sortisse esempi di popolazioni povere… perché quella magia avviene molto più frequentemente in tali popoli.
Avviene con una inversione proporzionale al possesso di denaro. Anche nei popoli ricchi)

Tutto quanto sopra detto credo sia automaticamente attaccabile per mezzo dell’argomento principe in ogni dove: il denaro.
Sento chiaramente voci che mi indicano la faciloneria di esprimersi in questi riguardi potendo disporre delle capacità economiche.
Ma quella conclusione concettuale a cui oggi ho guardato da altre postazioni di osservazione, consiste proprio nella seguente esplorazione: nulla c’entra la possibilità economica con l’affetto che una persona “riesce” a donare ad un bimbo. (DA NON SCRIVERE, SOLO MEMORIA: LA CAPACITA EROICA DI AFFERMARE QUESTO E CREDERCI DA NON DISCUTERLO NEANCHE…)
Una conclusione molto semplice alla quale si troverebbero d’accordo tantissime persone ma altrettanto certamente tantissime persone contro… (lascio analizzare a chi legge il perché di questo pensiero sdoppiato nella collettività).
E voglio rivolgermi a quelle voci riportando classiche considerazioni dei nostri tempi (accompagnate da toni mitici), di viaggiatori catalogati e di esploratori inventariati:
“.. eppure hai visto che sorrisi? Le loro maniere gentili? Appaiono incuranti della povertà! Ma come fanno?” … e aggiungerei: per quale motivo?
Voglio appuntare queste considerazioni che si dicono col cuore al rientro dai viaggi esotici, perché quando il cuore si fredda e si riaddormenta nelle aridità del nostro mondo benestante, ne resta solo il luogo comune… ne restano le lettere ed il senso vola via.
Posso assicurare che nel mio Paese e nella mia ancor breve vita, ho conosciuto famiglie con abbastanza denaro ma che vivevano scelleratamente.
Senza più la minima parvenza di una direzione, ho visto genitori, che in barba alla disponibilità economica risolutrice, donavano ai propri figli sporcizia, malinconia, tanti giocattoli e molta avarizia nel sorriso e nel gioco, trasformando tutto in malvagità, violenza, annullamento e finendo per correlare semplicità e umiltà con becerume ed insolenza.
Ho anche conosciuto famiglie con soldi abbastanza ma che hanno enfatizzato valori come la dignità, la pulizia, la correttezza ed il rispetto fino a distorcerli in maniacalità, rendendo tutto altezzoso, spocchioso e finto.
Quel che capita nel mondo, e che dovrebbe essere combattuto, è semplicemente il graduale soffocamento dell’espressione naturale dei sentimenti, addirittura nell’immediato intorno della persona.
Quei tipi di sorriso, sopravvissuti nei popoli poveri, non hanno nulla a che fare con il portafoglio e per questo non potranno mai finire in qualche confezione nei super-market.
Quei tipi di sorriso nascono negli umani che hanno goduto di quella magia e sono diventati persone.
Persone gentili.


stef 22/01/2006
“Il modello” fa di ognuno il tiranno di se stesso...