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Dopo avere adorato se stessi dando alla carne, al sangue, ai sette appetiti della loro carne e del loro sangue tutte le soddisfazioni, calpestando la Leg­ge di Dio e la legge della moralità, ora si odiano perchè si vedono causa del loro tormento.

La parola "Odio" tappezza quel regno smisu­rato; rugge nelle fiamme; urla nei chachinni dei demoni; singhiozza e latra nei lamenti dai danna­ti; suona, suona, suona, suona come una eterna campana a martello; squilla come una eterna buc­cina di morte; empie di sé i recessi di quella carce­re; è, di suo, tormento, perchè rinnovella ad ogni suo suono il ricordo dell'Amore per sempre per­duto, il rimorso di averlo voluto perdere, il rovello di non poterlo mai più rivedere.

L'anima morta, fra quelle fiamme, come quei corpi gettati nei roghi o in un forno crematorio, si contorce e stride come animata di nuovo da un movimento vitale e si risveglia per comprendere il suo errore, e muore e rinasce ad ogni momento con sofferenze atroci, perchè il rimorso la uccide in una bestemmia e l'uccrrione la riporta al rivive­re per un nuovo tormento. Tutto il delitto di aver tradito Dio nel tempo sta di fronte all'anima nell'eternità; tutto l'errore di aver ricusato Dio nel tempo sta per suo tormento presente ad essa per l'eternità.

Nel fuoco le fiamme simulano le larve di ciò che adorarono in vita, le passioni si dipingono in ro­venti pennellate coi più appetitosi aspetti, e stri­dono, stridono il loro memento. "Hai voluto il fuoco delle passioni. Ora abbiti il fuoco acceso da Dio il cui santo Fuoco hai deriso". Fuoco risponde a fuoco. In Paradiso è fuoco di amore perfetto. In Purgatorio è fuoco di amore purificatore. In Inferno è fuoco di amore offeso. Poichè gli eletti amarono alla perfezione, l'Amore a loro si dona nella sua Perfezione. Poichè i pur­ganti amarono tiepidamente, l'Amore si fa fiam­ma per portarli alla Perfezione. Poichè i maledetti arsero di tutti i fuochi, men che del Fuoco di Dio, il Fuoco dell'ira di Dio li arde in eterno. E nel fuo­co è gelo.

Oh! che sia l'Inferno non potete immaginare. Prendete tutto quanto è tormento dell'uomo sulla terra: fuoco, fiamma, gelo, acque che sommergo­no, fame, sonno, sete, ferite, malattie, piaghe, morte, e fatene una unica somma e moltiplicatela milioni di volte. Non avrete che una larva di quel­la tremenda verità.

Nell'ardore insostenibile sarà commisto il gelo siderale. I dannati arsero di tutti i fuochi umani avendo unicamente gelo spirituale per il Signore Iddio loro. E gelo li attende per congelarli dopo che il fuoco li avrà salati come pesci messi ad arro­stire su una fiamma. Tormento nel tormento questo passare dall'ardore che scioglie al gelo che condensa.

Oh! non è un linguaggio metaforico, poichè Dio può fare che le anime, pesanti delle colpe commesse, abbiano sensibilità uguali a quelle di una carne, anche prima che quella carne rivesta­no. Voi non sapete e non credete. Ma in verità vi dico che vi converrebbe di più subire tutti i tor­menti dei miei martiri anzichè un'ora di quelle torture infernali.

L'oscurità sarà il terzo tormento. Oscurità mate­riale e oscurità spirituale. Esser per sempre nelle tenebre dopo aver visto la luce del paradiso ed esser nell'abbraccio della Tenebra dopo aver visto la Luce che è Dio! Dibattersi in quell'orrore tenebro­so in cui si illumina solo, al riverbero dello spirito arso, il nome del peccato per cui sono in esso orro­re confitti! Non trovare appiglio, in quel rimestìo di spiriti che si odiano e nuocciono a vicenda, altro che nella disperazione che li rende folli e sempre più maledetti. Nutrirsi di essa, appoggiarsi ad es­sa, uccidersi con essa. La morte nutrirà la morte, è detto. La disperazione è morte e nutrirà questi morti per l'eternità.

Io ve lo dico, Io che pur l'ho creato quel luogo: quando sono sceso in esso per trarre dal Limbo co­loro che attendevano la mia venuta, ho avuto or­rore, lo, Dio, di quell'orrore; e, se cosa fatta da Dio non fosse immutabile perchè perfetta, avrei voluto renderlo meno atroce, perchè sono l'Amo­re e di quell'orrore ho avuto dolore.

E voi ci volete andare.

Meditate, o figli, questa mia parola. Ai malati viene data amara medicina, agli affetti da cancri vie­ne cauterizzato e reciso il male. Questa è per voi, malati e cancerosi, medicina e cauterio di chirurgo. Non rifiutatela. Usatela per guarirvi. La vita non du­ra per questi pochi giorni della terra. La vita inco­mincia quando vi pare finisca, e non ha più termine.

Fate che per voi scorra là dove la luce e la gioia di Dio fanno bella l'eternità e non dove Satana è l'eterno Suppliziatore."


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