00 12/10/2007 23:37
V.

Mio caro Malacoda,
si rimane un pochino delusi quando ci s'attendeva un
rapporto dettagliato sul tuo lavoro e si riceve invece
una rapsodia vaga come la tua ultima lettera. Dici che
sei « delirante di gioia » perché gli uomini europei hanno
cominciato un'altra guerra delle loro. Vedo chiaramente
ciò che t'è capitato. Non sei delirante; sei soltanto
ubriaco. Leggendo fra le righe del tuo squilibratissimo
resoconto della notte insonne del tuo paziente,
sono in grado di ricostruire con sufficiente accuratezza
lo stato della tua mente. Per la prima volta nella tua
carriera hai assaggiato quel vino che è la ricompensa di
tutte le nostre fatiche - l'angoscia e lo smarrimento di
un'anima umana - e t'è andato alla testa. Mi riesce
difficile biasimarti. Non posso aspettarmi teste da vecchio
su giovani spalle. Il tuo paziente, dunque, reagì
ad alcune delle tue raffigurazioni terrificanti del futuro?
Sei riuscito a infiltrarvi qualche malinconico sguardo al
felice passato, suscitando un sentimento di autocompassione?
- c'è stato qualche ben riuscito tremito nel
profondo dello stomaco? Hai saputo suonare il tuo violino
delicatamente, vero? Bene! bene! è una cosa molto
naturale. Ma, ricordati bene, Malacoda, che il dovere
viene prima del piacere. Se una qualsiasi concessione
che ti permetti ora ti condurrà alla perdita finale della
preda, per tutta l'eternità sarai lasciato bruciare dalla
sete di quel sorso del quale adesso godi con tanta voluttà
il primo goccio. Se, invece, per mezzo di un'applicazione
continua e a mente fredda, nel luogo e nel momento
giusti, sarai alla fine in grado di assicurarti la
sua anima, egli sarà tuo per sempre - sarà un vivente
calice traboccante di disperazione e di terrore e di sorpresa,
che potrai sollevare alle labbra tutte le volte che
vorrai. Non permettere quindi che una qualsiasi eccitazione
temporanea ti distragga dall'affare vero e proprio,
quello, importante, di minare la fede e di impedire
la formazione delle virtù.
Non mancare di darmi nella
tua prossima lettera un resoconto completo delle reazioni
dell'ammalato alla guerra, così che si possa studiare
se sarà meglio farlo diventare un estremo patriota
oppure un ardente pacifista. Le possibilità sono molte e
varie. Intanto mi preme avvertirti di non sperare troppo
da una guerra.

(Clive Staples Lewis 1898-1963, Le Lettere di berlicche, 1942)
[Modificato da LettereDiBerlicche 12/10/2007 23:39]

Maura



(Clive Staples Lewis 1898-1963, Le Lettere di berlicche, 1942)
"è importante esserci, più importante condividere ma più di tutto lo è testimoniare"

"Ogni regime totalitario è iniziato con la soppressione della libertà religiosa."