III DOMENICA DI PASQUA
Anno A
MISSALE ROMANUM VETUS ORDO
LETTURE: At 2,14a.22-33; Sal 15; 1 Pt 1,17-21; Lc 24,13-35
Gesù risorto si manifesta nell' Eucaristia
Il gesto dello «spezzare il pane» era così ricco e denso di significato per le prime generazioni cristiane che l’Eucaristia fu chiamata per molto tempo «frazione del pane». E’ il gesto che Gesù compie oggi per noi, invitandoci ad una riflessione sull’Eucaristia.
Banchetto della nuova alleanza
In tutte le religioni naturali, il pasto sacro è sempre considerato un rito per comunicare con il divino. Per gli Ebrei, il segno dell’alleanza con Dio era costituito dalla cena pasquale. Il pasto che commemorava l’esodo dall’Egitto aveva, come elemento essenziale, l’immolazione e la consumazione dell’agnello, il cui sangue era diventato segno di salvezza e di liberazione. Una liberazione non tanto dalla schiavitù, quanto soprattutto dal male e dal peccato: «da tutti i nuovi "Egitti" che possono sorgere in fondo al nostro cuore». Per questo chiunque partecipava alla cena pasquale sapeva e credeva che l’intervento di liberazione e di salvezza da parte di Dio si rinnovava per lui (cf Es 12,24-27).
Il Signore Gesù si è servito di elementi propri di un rito già familiare ai suoi discepoli, di un segno apparentemente banale: un pasto comune; e cenando con loro ha istituito il banchetto della nuova ed eterna alleanza. La grande novità è questa: non c'è più una vittima sostitutiva; il vero agnello è Gesù stesso che si dà in cibo ai suoi (cf Gv 6,51.55.58). Con gesti estremamente semplici benedice il pane, lo spezza, lo distribuisce: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo...»; poi offre il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza che Dio stabilisce per mezzo del mio sangue...» (cf 1 Cor 11,23-25). Quei gesti, nella loro essenzialità e intensità di significato, erano rimasti così impressi nella memoria e nel cuore dei presenti che i discepoli di Emmaus, incapaci di riconoscere il pellegrino affiancatosi a loro durante il cammino, hanno come una illuminazione nel momento in cui egli spezza il pane: i loro occhi si aprono e riconoscono Gesù, il Signore, il Risorto (cf vangelo). Per entrare nel mistero della celebrazione eucaristica, anche il cristiano deve partire dal segno dei pasto comune: lo «spezzare il pane» nella comunità dei fratelli diventa il luogo privilegiato della presenza del Signore risorto.
L’Eucaristia, banchetto dell’alleanza nuova, preannuncia il convito dell’alleanza eterna quando Cristo berrà con i suoi il «vino nuovo» del Regno giunto a compimento (cf Lc 22,18).
Pasqua totale
Le prime due letture orientano la riflessione sulla traccia della duplice testimonianza di Pietro: davanti ai giudei egli prende la parola per ricordare che proprio loro hanno ucciso Gesù di Nazaret...; ma Dio lo ha risuscitato (cf prima lettura); ai primi cristiani l’apostolo ricorda la loro condizione: liberati dal sangue dell’Agnello, devono vivere nella fede e nella speranza la «vita nuova» che hanno ricevuto per i meriti dei Salvatore (cf seconda lettura).
Siamo posti chiaramente di fronte alla dialettica morte-risurrezione, sangue dell’Agnello-dono della vita nuova: è questa la realtà vera, la pienezza del mistero pasquale celebrato nell’Eucaristia.
La «pasqua» del cristiano — come quella di Cristo — è inseparabilmente mistero di morte-vita, passione-risurrezione. Attraverso l’Eucaristia il mistero pasquale diventa il ritmo della esistenza cristiana, segnata concretamente da alterne vicende di sofferenza e di morte, di gioia e di vita. Ma la vittoria è già dalla parte della vita.
Condividere l’Eucaristia, condividere il pane
L’Eucaristia, ci dice il Concilio, è «vertice e fonte di tutta la vita cristiana». La comunità cristiana non è un gruppo riunito attorno a un interesse umanitario, a un ideale filantropico, a un codice morale. E’ riunito attorno a una persona: Cristo risorto, forza unificatrice e forza propulsiva della comunità.
Come i discepoli di Emmaus, scoraggiati e delusi, in preda allo scetticismo e alla sfiducia, il mondo d’oggi riconosce Cristo quando i cristiani veramente sanno «spezzare il pane». L’Eucaristia ha una portata profondamente sociale. Condividere il pane eucaristico è un richiamo preciso a condividere l’altro pane, in un impegno di giustizia, di solidarietà, di difesa di coloro a cui il pane viene rubato dalle ingiustizie degli uomini e dei sistemi sociali sbagliati. La divisione del pane eucaristico ci costringe, per coerenza, a una più equa distribuzione dei beni, lottando contro ogni sperequazione economica, perché non manchi a nessuno il «pane quotidiano». E questo a livello di classi, di nazioni, di continenti. Se non sapremo spezzare il nostro pane, la nostra credibilità cristiana sarà compromessa e il mondo del sottosviluppo cercherà altre vie per ottenere giustizia, sotto l’urto della «collera dei poveri».
La celebrazione dell'Eucaristia
Dalla «Prima Apologia e favore dei cristiani» di san Giustino, martire
(Cap. 66-67; PG 6, 427-431)
A nessun altro è lecito partecipare all'Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato.
Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l'intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo.
Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli, ci hanno tramandato che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie, egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo». E allo stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il mio sangue» e lo diede solamente a loro.
Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo il creatore dell'universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo.
E nel giorno, detto del Sole, si fa' l'adunanza. Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette.
Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle.
Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei diaconi.
Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, danno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi.
Ci raduniamo tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente quello di Saturno e l'indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo apparso ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso perché le prendiate in seria considerazione.
MESSALE
Antifona d'Ingresso Sal 65,1-2
Acclamate al Signore da tutta la terra,
cantate un inno al suo nome,
rendetegli gloria, elevate la lode. Alleluia.
Iubiláte Deo, omnis terra,
psalmum dícite nómini eius,
date glóriam laudi eius, allelúia.
Colletta
Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Per il nostro Signore...
Semper exsúltet pópulus tuus, Deus, renováta ánimæ iuventúte, ut, qui nunc lætátur in adoptiónis se glóriam restitútum, resurrectiónis diem spe certæ gratulatiónis exspéctet. Per Dóminum.
Oppure:
O Dio, che in questo giorno memoriale della Pasqua raccogli la tua Chiesa pellegrina nel mondo, donaci il tuo Spirito, perché nella celebrazione del mistero eucaristico riconosciamo il Cristo crocifisso e risorto che apre il nostro cuore all'intelligenza delle Scritture, e si rivela a noi nell'atto di spezzare il pane. Egli è Dio...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 2, 14a. 22-33
Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere.
Dagli Atti degli Apostoli
Nel giorno di Pentecoste, Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così:
«Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret — uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete —, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso.
Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: " Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai l'anima mia negli ìnferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza ".
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi. Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: "Questi non fu abbandonato negli ìnferi, né la sua carne vide corruzione".
Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.
Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 15
Mostraci, Signore, il sentiero della vita.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: « Sei tu il mio Signore ».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.
Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima.
Anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Seconda Lettura 1 Pt 1, 17-21
Siete stati liberati con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza macchia.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo
Carissimi, se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio.
Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia.
Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi. E voi per opera sua credete in Dio, che l'ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.
Canto al Vangelo Cf Lc 24,32
Alleluia, alleluia.
Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;
arde il nostro cuore mentre ci parli.
Alleluia.
Vangelo Lc 24, 13-35
Lo riconobbero nello spezzare il pane.
Dal vangelo secondo Luca
In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?».
Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.
Súscipe múnera, Dómine, quæsumus, exsultántis Ecclésiæ, et, cui causam tanti gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Christum.
Prefazio Pasquale III
Cristo sempre vive e intercede per noi.
E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
Egli continua a offrirsi per noi
e intercede come nostro avvocato:
sacrificato sulla croce più non muore,
e con i segni della passione vive immortale.
Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:
Santo, Santo, Santo ...
Vere dignum et iustum est,
æquum et salutáre:
Te quidem, Dómine,
omni témpore confitéri,
sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,
cum Pascha nostrum immolátus est Christus.
Qui se pro nobis offérre non désinit,
nosque apud te perénni advocatióne deféndit;
qui immolátus iam non móritur, sed semper vivit occísus.
Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,
totus in orbe terrárum mundus exsúltat.
Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ
potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,
sine fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Antifona alla Comunione Lc 24,35
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore
nello spezzare il pane. Alleluia.
Cognovérunt discípuli
Dóminum Iesum in fractióne panis,
allelúia.
Dopo la Comunione
Guarda con bontà, Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
Pópulum tuum, quæsumus, Dómine, intuére benígnus, et, quem ætérnis dignátus es renováre mystériis, ad incorruptíbilem glorificándæ carnis resurrectiónem perveníre concéde. Per Christum.
www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 13/04/2008 10:53]