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La chiesa cattolica e nazismo

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    00 26/03/2008 13:28
    Cattolici, i tre «no» a Hitler

    di Elio Guerriero

    Chiesa & nazi/4. Nell’opposizione al Terzo Reich confluirono i principali filoni del cattolicesimo tedesco di inizio principali filoni del cattolicesimo tedesco di inizio ’900: l’associazionismo caritativo, la teologia ’sociale’ di Guardini e i difensori dello Stato di diritto come Von Galen.

    [Da «Avvenire», 16 ottobre 2007]

    L’ascesa prepotente del na­zismo e le vicende nefa­ste della Seconda guerra mondiale hanno a lungo cattura­to l’attenzione degli storici, la­sciando avvolti nel silenzio uomi­ni e orientamenti degni di mag­giore attenzione. La piccola serie dedicata a Bernhard Lichenberg, Maria Terwiel e Joseph Wirmer, cui si potevano aggiungere Alfons Ma­ria Wachsmann, Eva Maria Buch e i futuri cardinali Clemens August von Galen e Conrad von Preysing č nata appunto dal desiderio di rendere giustizia al cattolicesimo tedesco che negli anni preceden­ti l’ascesa del nazismo manifesta­va segni di inso­spettata vivacitŕ proprio nella ca­pitale Berlino, tradizionalmente ligia al pensiero e all’etica prote­stante. In realtŕ giŕ l’imperatore Guglielmo II cer­cava il sostegno dei cattolici, in particolare del partito del Cen­tro che, lasciando per strada la sua iniziale opposi­zione, si avvici­nava progressiva­mente al gover­no.
    Questa tendenza si consolidň negli anni Venti quan­do, con impo­nenti misure di ristrutturazione e di adeguamento edilizio, prese forma la grande Berlino cui lavo­rarono architetti famosi come Taut e Gropius attenti alle linee geo­metriche e alla dimensione socia­le dell’alloggio. Nella cittŕ che ri­sultava ora da un insieme di gros­si quartieri, come Lichtenberg, Charlottenburg, Spandau, Tegel, Tempelhof, la presenza cattolica non era piů marginale. Vi arriva­vano gli operai dalla Slesia, i rap­presentanti della cultura come Guardini, diplomatici come il nun­zio Pacelli che da Monaco si spo­stava a Berlino.

    L’orientamento prevalente nel cat­tolicesimo della Germania come della capitale era quello sociale che affondava salde radici nell’as­sociazionismo avviato dal vescovo Ketteler a Magonza. Č da ricorda­re che proprio in Germania na­sceva la Caritas, dalla considera­zione che nell’epoca industriale non era piů sufficiente la caritŕ del singolo ma bisognava aggregarsi per essere veramente efficaci. Il parroco Lichtenberg e l’assistente degli studenti Carl Sonnenschein condividevano pienamente que­sta linea di pensiero e di azione.

    Un secondo orientamento, in par­ziale distacco dal precedente, era ben rappresentato da Romano Guardini. Giunto a Berlino per vo­lontŕ del ministro del Culto Carl Becker, interessato al sostegno del partito del Centro, il teologo cat­tolico si trovň di fronte a un am­biente accademi­co freddo se non ostile. Fu Max Scheler a sugge­rirgli che se dove­va insegnare la visione cattolica del mondo non si doveva nascon­dere dietro la dogmatica, dove­va invece con­frontarsi con le grandi visioni del passato e della contempora­neitŕ. Il teologo di origini italiane seguě il suggeri­mento cercando tuttavia di evitare la strettoia di una ricerca mera­mente soggetti­va. La Weltan­schauung guardi­niana č l’incontro della fede cattoli­ca con il mondo a partire dall’adesione a Cristo e al­la Chiesa. In questa sua posizione Guardini era vicino alla rivista di Colonia, Hochland, che si sforza­va di indurre i pensatori e i lette­rati cattolici ad abbandonare la propria torre (una espressione che userŕ anche von Balthasar) per confrontarsi con il pensiero con­temporaneo. Al di lŕ degli esisti e­stetici, questa rivista ebbe un im­portante ruolo di stimolo nel cat­tolicesimo tedesco. Proibita nel 1941, venne ripresa nel 1946 fin­ché gli ultimi suoi epigoni con­fluirono agli inizi degli anni Set­tanta nella redazione tedesca di Communio.
    Il terzo orientamento del cattoli­cesimo tedesco, ugualmente ben rappresentato a Berlino, era quel­lo del lealismo verso lo Stato, con­cepito come garante del diritto e dell’interesse del cittadino. Di con­seguenza, di fronte all’aggressione nazista che violava la giustizia e discriminava tra i sudditi, furono proprio i vescovi provenienti dal­la nobiltŕ e i giuristi a protestare con maggiore vigore. Cosě il futu­ro cardinale von Galen, che era stato parroco a Berlino prima di diventare vescovo di Münster in Vestfalia, cosě il vescovo di Berlino von Preysing e gli avvocati Maria Terwiel e Joseph Wirmer.

    All’inizio del ’900 il cattolicesimo tedesco approfondě il suo radica­mento sociale e si aprě progressi­vamente alla cultura contempo­ranea e alla celebrazione viva e partecipata della liturgia. Furono le istanze forti da cui prese vigore la Chiesa tedesca dopo la guerra. Ritroveremo probabilmente eco di questa ereditŕ nell’annunciata en­ciclica sociale che papa Benedet­to, secondo la sua abitudine, sta preparando con cura e impronta personale.

    (4, fine. Le precedenti puntate sono state pubblicate il 20 e il 27 settembre e il 3 ottobre)

    © Avvenire

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    [Modificato da LiviaGloria 26/03/2008 13:29]
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    E Hitler disse: fermate i cattolici (Da Avvenire 7.1.2003)
    Lo storico tedesco Low ha raccolto i documenti che provano l'odio nazista verso la Chiesa. Le Ss: «Aiuta gli ebrei»
    Di Antonio Gaspari
    Arriva dalla Germania la risposta ai recenti pamphlet contro la Chiesa cattolica - e soprattutto contro Pio XII - pubblicati ad esempio da John Cornwell e Daniel Goldhagen. Da poco infatti č uscito un libro - Die Schuld (La Colpa) - con un sottotitolo eloquente, «Cristiani ed ebrei nel giudizio dei nazisti e nei tempi presenti» (Resch Verlag, euro 24) in cui l'autore, lo storico e saggista Konrad Löw, giŕ docente all'universitŕ di Bayreuth, apporta una grande massa di documentazione sull'odio nazista contro la Chiesa cattolica e sulla protezione degli ebrei da parte dei cattolici. Nella copertina del libro edito dalla Resch Verlag č scritto: «Una risposta ad Amen ed al Vicario», le due opere cinematografica e teatrale in cui si accusa papa Pacelli di essere stato pavido e succube del nazismo. Si tratta di un volume documentatissimo, 356 pagine con 1.063 note ed una bibliografia di 331 libri.
    Pensato soprattutto come una risposta al libro di Daniel J. Goldhagen I volenterosi carnefici di Hitler in cui i tedeschi venivano accusati di essere stati complici del nazismo, Löw approfondisce con dovizia e competenza molti punti finora poco conosciuti della politica nazista, ed in particolare della persecuzione sistematica e continua dei cattolici. L'autore bavarese spiega con ampia documentazione che in Germania ancora al tempo dell'impero non č esistita una persecuzione degli ebrei, anzi la discriminazione č calata ed il processo di assimilazione e della integrazione č avanzato. Cosě, l'antigiudaismo di origine religiosa non trovň credito tra i sacerdoti della Chiesa cattolica, ed il Zentrum, il partito cattolico, trovň sostegno, seguaci e voti proprio tra gli ebrei. Un fenomeno che si spiega con il fatto che la Chiesa cattolica ha condannato il nascente razzismo ed il nazionalsocialismo con tutta la dovuta chiarezza, mentre gli evangelici furono in gran parte affascinati dalle teorie razziali. La nomina di Hitler a Cancelliere fu applaudita infatti dagli evangelici, mentre i vescovi cattolici condannarono le teorie naziste. Per questo motivo i nazisti perseguitarono in prima istanza comunisti e ebrei ma anche i cattolici. Secondo i nazisti, avendo il cristianesimo le radici nel Vecchio Testamento, chi č contro gli ebrei deve essere per forza contro la Chiesa cattolica. Dalla documentazione raccolta da Löw emerge inoltre la vasta opera di aiuto agli ebrei condotta dai cattolici, e questo suscitň ulteriormente l'ira dei nazisti.
    L'autore bavarese racconta come i nazisti invocavano «l'indispensabile arma dello spirito del sangue e della terra contro la peste ebraica ed il cristianesimo». Nella parte centrale del libro Löw riporta in maniera dettagliata quanto Hitler, Rosenberg, Goebbels, Himmler e Bormann ha nno detto e scritto su ebrei e cattolici. Hitler in particolare pensava di schiacciare la Chiesa cattolica «come si fa con un rospo». Nel libro vengono riportati gli articoli e le vignette pubblicate dai giornali Das Schwarze Korps (organo ufficiale delle SS) e Der Stürmer (giornale razzista). Löw fa notare come i nazisti indicavano ebrei e cattolici sempre insieme contro il regime. In una vignetta pubblicata nel 1938, un ebreo, un sacerdote cattolico ed un imprenditore capitalista cercano di fermare la svastica nazista che ruota come le lancette delląorologio della storia. In un altra vignetta pubblicata da Der Stürmer nel 1934, un ebreo di fronte all'immagine di Cristo in croce dice: «...lo abbiamo fatto uccidere, lo abbiamo deriso, ma siamo ancora oggi difesi dalla sua Chiesa...». In un altra vignetta pubblicata dallo stesso giornale nel 1939, un sacerdote cattolico v iene disegnato mentre stringe due grandi mani, una con la croce ebraica e l'altra con la falce e martello. Per avere un idea di cosa i nazisti pensassero dei cattolici, Löw riporta un rapporto delle SS in cui č scritto: «É indiscutibile che la Chiesa cattolica in Germania si oppone decisamente alla politica governativa di opposizione al potere ebraico. Di conseguenza svolge un lavoro di appoggio ai giudei, li aiuta a fuggire, adopera ogni mezzo per sostenerli nella vita quotidiana, e facilita il soggiorno illegittimo nelląimpero nel Reich. Le persone incaricate di questo compito godono il pieno sostegno dell'episcopato e non esitano a sottrarre ai tedeschi e addirittura ai bambini tedeschi lo scarso vitto per darlo agli ebrei». Löw conclude il libro raccontando di un dialogo con sua sorella, da cui emerse una storia confermata da diversi testimoni, secondo cui un amico di famiglia che suo padre portava sempre a casa, era in realtŕ un ebreo che fu nascosto e protetto dai suoi genitori. Questo a conferma di quanto fosse vasta e diffusa l'alleanza tra cattolici ed ebrei che cercarono di proteggersi dalla furia del nazismo.

    INTERVISTA (Da Avvenire 11.01.2003)
    Parla padre Dermine: «Certi fenomeni non sono mandati da Dio, ma da qualcun altro. E le tecniche di ascesi talvolta favoriscono questa deviazione»
    Il soprannaturale? Non sempre č divino
    Di Maurizio Blondet
    «Ammetto: ho scritto un libro un po' pesante», esordisce fra' François-Marie Dermine. Per un libro che si intitola Mistici, veggenti e medium. Esperienze dell'aldilŕ a confronto, č un elogio non da poco: opera di raro rigore critico su un campo aperto al sensazionale e a ogni genere di auto-illusioni facilone. Non a caso fra' François-Marie (č nato in Canada, ma insegna teologia a Bologna) č un domenicano. Ordine colto, un tempo esperto di «discriminazione degli spiriti»: e infatti fra' Dermine č stato chiamato a studiare il caso di Vassula Ryden, la veggente ortodossa che riceve "comunicazioni" a sfondo cristiano, ed č invece stata condannata dalla Chiesa. «Mi son reso conto che la donna č una medium. E, magari in buona fede, equivoca sulla natura dei fenomeni». Equivoca? «Come molti, anche benintenzionati, magari cristiani», avverte il domenicano. «Oggi la gente non sa, o non sa piů, che il "supernaturale" [fenomeni che sembrano superare le possibilitŕ della fisiologia] non č in sé e per sé soprannaturale. La comunicazione o il "dono" puň venire da un allarmante "altro", che non č Dio. Questo va tenuto presente per esempio nel caso di statue della Madonna che piangono». E come si distingue lo "spirito" che agisce? La risposta č complessa. Ma fra' François-Marie evoca l'attitudine delle persone fra cui il fenomeno avviene, e che potrebbero essere i medium che inconsciamente lo producono. Talora, dice, se la persona "rinuncia" al fenomeno, vediamo il fenomeno sparire. «Ho conosciuto un certo Michel Beret, che aveva reali capacitŕ di precognizione. Era convinto che si trattasse di una dote naturale e sua personale; ma a un certo punto cominciň a essere molestato da fenomeni di Poltergeist, a essere ossessionato da idee di suicidio, e "rinunciň" alla sua dote. E da allora l'ha persa». Dunque non era sua, ma veniva da Qualcuno con cui č meglio non aver a che fare? Perché se il supernaturale (e il preter-naturale) non č necessariamente soprannaturale, «bisogna anche mettere in guardia dall'errore contrario», dice il domenicano: «Pensare che certe possibilitŕ paranormali facciano parte della natura umana». E qui si apre un campo vasto quanto ambiguo. Da una parte, esiste sě «una fisiologia sottile dell'uomo, poco indagabile», che puň produrre fenomeni paranormali. E ciň puň portare alla magia, come "tecnica efficace" per sfruttare possibilitŕ mirabolanti. Dall'altra, alte e prestigiose dottrine orientali ("Oppure gnostiche", precisa fra' François-Marie) suppongono che l'uomo sia "naturalmente divino", una "scintilla" che puň, o deve, tornare a fondersi nel Fuoco divino originario, da cui č stata dispersa o emanata. «Queste dottrine suppongono spesso una teologia emanazionista: Dio non ha creato liberamente le cose e l'uomo, ma una divinitŕ (a-personale) ha emanato il mondo dalla sua stessa sostanza».
    Per questo, buddhismo e induismo divergono nel modo piů radicale dal Cristianesimo. E i metodi ascetici di quelle dottrine non possono essere usati senza rischio dal cristiano. «Anzitutto, l'asceta e il mistico cristiano sa», spiega il domenicano, «che le realtŕ soprannaturali non gli sono dovute; che non le puň meritare. Del resto il santo mistico cristiano non cerca mai i "fenomeni" del misticismo, e nemmeno l'estasi. L'asceta cristiano pratica l'ascesi per preparare il cuore a ricevere Dio, l'Amata persona, non per guadagnare "poteri". Il mistico indů cerca attivamente l'estasi, come "esperienza" della fusione nel divino». Č' proprio questo a sedurre, nelle dottrine orientali, osservo. Il padre annuisce: «Perché l'uomo d'oggi non si fida piů che di sé. E della tecnica. E queste dottrine offrono appunto delle tecniche per giungere al divino, considerato come accessibile. Al fondo, c'č la seduzione per la tecnica». Perň, non č deludente che la fede cristiana non abbia tecniche ascetiche? Non č una sua manchevolezza? «Il punto», č la risposta, «č che non c'č nessuna tecnica che consenta di entra re in rapporto con un'altra persona. E il Dio che a noi si č rivelato č una Persona; un libero, autonomo Altro. Non ci sono manuali - anche se ne scrivono, specie in America - per trovare la donna amata, o per farsi degli amici. Per incontrare l'altro (o l'Altro) non serve una tecnica, ma una disposizione: a darsi». Č questa la differenza. Nella fede di Cristo, c'č una discontinuitŕ radicale fra naturale e soprannaturale, fra uomo e Dio. «Ma questa discontinuitŕ non č opposizione. Come un pezzo di legno non č una statua e non puň divenirlo da sé, ma puň diventare una statua nelle mani dello scultore (nulla nel legno lo impedisce), cosě l'uomo non č "naturalmente divino", ma puň ottenere l'unione con l'Altro, il libero Altro che ci ama». Č una bella differenza. Ma basterŕ a convincere i cercatori - e non sono pochi - di spiritualitŕ orientali? Come li convincerebbe fra' François-Marie? «Proverei cosě: il cammino che quelle dottrine ti propongono č solitario. Chi parte dal presup posto "io sono Dio" non trova altro che sé stesso». Infatti, nello Yoga, lo stato di liberazione č onestamente detto "solitudine". «Ma io, tu, vogliamo davvero essere cosě soli? Noi siamo fatti per andare in compagnia: di un tu, o di un Tu».

    LA CHIESA CHE SOFFRE (Da Avvenire 12.01.2003)
    Ankara mette sotto inchiesta frate reggiano da 45 missionario nel Paese del vicino Oriente
    Converte musulmano. Missionario nei guai
    Turchia, sacerdote indagato dopo il Battesimo a un islamico
    Da Reggio Emilia Quinto Cappelli
    Per aver battezzato un giovane di 26 anni in Turchia, un frate cappuccino di Reggio Emilia č stato messo sotto inchiesta dalle autoritŕ turche, che gli hanno ritirato anche il passaporto, impedendogli il rientro in Italia. E a giorni ci sarŕ la prima udienza davanti ai giudici turchi. A lasciare sperare in una soluzione positiva della vicenda c’č l’approvazione – avvenuta proprio ieri – di un pacchetto sui diritti e sulla libertŕ religiosa (nella scheda a lato). Protagonista della disavventura č padre Roberto Ferrari, 70 anni, da 45 missionario in Turchia, dove i cappuccini dirigono diverse case e missioni, fra cui quelle di Istambul. La storia č raccontata dal confratello, padre Mario Cappucci, 67 anni, cappellano dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia: «Conosco padre Roberto da una vita, perché siamo originari dello stesso paese, Quara, sull’Appennino di Reggio Emilia. Nella missione di Iskenderun, al confine con la Siria, padre Roberto ha battezzato un giovane di 26 a nni, che insistentemente aveva chiesto il sacramento, dopo un’appropriata preparazione. Perň il giovane ha poi denunciato il missionario alle autoritŕ turche, che gli hanno ritirato il passaporto e lo hanno posto sotto inchiesta». L’incredibile storia ha sorpreso anche padre Cappucci, conoscitore e amante della Turchia. «Sono stato in quel paese 30-40 volte, sia per dirigere pellegrinaggi sia per visitare le nostre case. Ho buoni rapporti con le guide e con varie autoritŕ. Ma non mi sarei mai aspettato una vicenda del genere. Certo, la situazione in Turchia č complessa, ma questo grave fatto č preoccupante». Infatti nonostante la legge costituzionale garantisca la libertŕ religiosa, vi sono forti pressioni sociali contro la conversione dall’Islam, che č la religione principale, al cristianesimo. Non a caso in alcune regioni le autoritŕ locali avallano le persecuzioni delle comunitŕ cristiane, specialmente quella caldea. «Mi chiedo – si domanda ancora il religioso emiliano –: perché la Turchia si dichiara uno stato laico e poi mette sotto inchiesta un frate che amministra il battesimo a un musulmano convertito? Perché i frati non possono vestire il loro abito? Uno stato laico non s’interessa di queste faccende. E questo accade in Paesi che vorrebbero far parte dell’Europa, dove i diritti umani sono il fondamento dello stato laico». Tanto piů che «padre Roberto non ha battezzato un bambino inconsapevole, ma un adulto consenziente».

    Germania: solidarietŕ con i cristiani oppressi (SIR 17.1.2003)
    Domenica 12 gennaio, la conferenza episcopale tedesca ha avviato l'iniziativa "Solidarietŕ con i cristiani perseguitati e oppressi". "Non si puň ignorare – ha spiegato il card. Karl Lehmann, presidente dei vescovi tedeschi, nella conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa - che in molti luoghi riconoscersi cristiani e vivere come tali č pericoloso e comporta pagare un alto prezzo". Il cardinale ha citato, come esempio, alcuni Paesi: "Cina, Corea del Nord, Vietnam", dove i fedeli "sono spesso discriminati socialmente, talvolta perseguitati apertamente"; "Afghanistan, Sudan, Iran", "Arabia Saudita" e "Nigeria", Paesi islamici in cui "negli ultimi anni č cresciuta la minaccia alle Chiese e ai cristiani"; "Colombia", dove i cristiani che si impegnino coraggiosamente per i diritti umani e lavorino seriamente per le "opzioni per i poveri" sono esposti a pericoli mortali". Ricordando il recente attentato in Pakistan contro le chiese cristiane, il cardinale ha denunciato la tendenza in molti Paesi verso una "privatizzazione della violenza" ad opera di "signori della guerra, banditi e gruppi con motivazioni ideologiche o religiose": a questa categoria appartiene anche il "terrorismo internazionale". Un ulteriore fenomeno č il compimento di "atti di violenza contro minoranze cristiane", come sfogo "dell'odio contro l'occidente", poiché "i cristiani vengono visti sempre piů come appartenenti ad un mondo occidentale aggressivo ed imperialista". A tale proposito Lehmann ha espresso "il timore che un'eventuale guerra in Iraq possa aumentare i pericoli per i cristiani che vivono negli Stati islamici".

    Germany: solidarity with persecuted Christians (SIR 17.1.2003)
    On Sunday 12 January, the German Episcopal Conference launched its initiative: "Solidarity with persecuted and oppressed Christians". "It cannot be ignored – explained Cardinal Karl Lehmann, president of the German bishops, at the press conference to present the initiative – that it is dangerous in many places to declare oneself a Christian and to live as a Christian: it exacts a high price". The Cardinal cited some countries as examples: "China, North Korea, Vietnam", where the faithful "are often socially discriminated against, and sometimes openly persecuted"; "Afghanistan, Sudan, Iran", "Saudi Arabia" and "Nigeria", Islamic countries in which "the threat to the Churches and to Christians has grown in recent years"; "Colombia", where the Christians who devote themselves courageously to the defence of human rights and seriously work for the "options for the poor" are exposed to mortal dangers". Recalling the recent attacks against Christian churches in Pakistan, the Cardinal denounced the trend in many countries towards the "privatisation of violence" at the hands of "warlords, bandits and groups with ideological or religious motivations": a category to which "international terrorism" also belongs. A further phenomenon is the committing of "acts of violence against Christian minorities", as a vent for "hatred of the West", since "Christians are increasingly seen as belonging to an aggressive and imperialist Western world". In this regard Lehmann expressed "the fear that a possible war in Iraq might increase the dangers for the Christians living in Islamic states".

    Allemagne: la solidarité avec les chrétiens opprimés (SIR 17.1.2003)
    Dimanche 12 janvier, la conférence épiscopale allemande a lancé l'initiative "Solidarité avec les chrétiens persécutés et opprimés". "On ne peut ignorer – comme l'a expliqué le cardinal Karl Lehmann, président des évęques allemands, lors de la conférence de presse de présentation de l'initiative – qu'en de nombreux endroits, il est dangereux de s'identifier comme chrétiens et de vivre comme tels. Cela comporte un prix trčs lourd ŕ payer". Le cardinal a cité, comme exemple, certains pays: "la Chine, la Corée du Nord, le Vietnam", oů les fidčles "sont souvent discriminés socialement, parfois męme, persécutés ouvertement"; "l'Afghanistan, le Soudan, l'Iran", "l'Arabie Saoudite" et "le Nigeria", pays islamiques, dans lesquels, durant "ces derničres années, la menace envers les Églises et les chrétiens a augmenté"; "la Colombie", oů les chrétiens qui s'engagent courageusement, pour les droits de l'homme et qui travaillent sérieusement en faveur des "options pour les pauvres", sont exposés ŕ des dangers mortels". C'est en rappelant le récent attentat au Pakistan contre les Églises chrétiennes que le cardinal a dénoncé la tendance de nombreux pays qui se dirigent vers une "privatisation de la violence", conduite par des "seigneurs de la guerre, des bandits et des groupes qui ont des motivations idéologiques ou religieuses": c'est ŕ cette catégorie qu'appartient le "terrorisme international". Un phénomčne ultérieur consiste dans la mise ŕ exécution d'"actes de violence contre les minorités chrétiennes", comme une sorte de défoulement "de la haine contre l'occident", puisque "les chrétiens sont toujours davantage considérés comme appartenant ŕ un monde occidental agressif et impérialiste". Ŕ ce propos, Mgr Lehmann a exprimé "la crainte qu'une éventuelle guerre en Iraq puisse augmenter les dangers pour les chrétiens qui vivent dans les États islamiques".

    FRANCIA Clonazione umana, un “no” deciso (SIR 28.2.2003)
    Il presidente Chirac proporrŕ all'Onu una “Convenzione mondiale sulla bioetica”
    Una "Convenzione mondiale sulla bioetica" per affermare in modo chiaro nel diritto internazionale l'intangibilitŕ della vita umana e la sua dignitŕ. A lanciarla č stato il presidente della Repubblica francese, Jacques Chirac, intervenendo domenica 23 febbraio al ventesimo anniversario del Comitato nazionale di etica. Parlando al Collčge de France, Chirac ha fatto capire che la posizione del governo francese contro la clonazione umana (sia terapeutica che riproduttiva) č molto ferma, entrando cosě nel vivo di un acceso dibattito che si č aperto - non solo in Francia - subito dopo l'annuncio della nascita di una bambina clonata fatto negli Stati Uniti dalla setta raeliana. Sulla questione, erano intervenuti anche i vescovi francesi e la Federazione protestante che pur pronunciandosi con due dichiarazioni diverse hanno chiesto all'unisono il divieto "esplicito" della clonazione nel quadro legislativo francese.
    Le parole del presidente. Una forma di eugenismo, un metodo "inaccettabile", "un crimine contro l'umanitŕ". Sono solo alcune delle espressioni piů forti utilizzate dal presidente francese Jacques Chirac per definire la clonazione umana. "Nella misura in cui rompe con la procreazione sessuale a favore di una riproduzione geneticamente identica ad un altro essere vivente - ha detto Chirac - la clonazione riproduttiva rappresenta la forma piů estrema di eugenismo. Per questo la sua sperimentazione č inaccettabile". Chirac non ha esitato a definire la clonazione come "uno degli attentati peggiori alla libertŕ e dignitŕ della persona umana" ed ha aggiunto: "Approvo senza riserve il progetto attualmente in discussione che la vieta definendola un crimine contro la specie umana". Ma l'impegno della Francia di adattare la legislazione nazionale in difesa dell'embrione umano non basta. "Occorre - ha detto Chirac - mettere in atto delle regole internazionali comuni. Ecco perché auspico l'adozione di una Convezione mondiale sulla bioetica". La proposta verrŕ presentata dallo stesso Chirac alle Nazioni Unite, in autunno in occasione della Conferenza generale dell'Unesco.
    Di nuovo l'asse franco-tedesco. Anche sulle questioni di bioetica, Francia e Germania camminano in parallelo. In Francia, il ministro della salute Jean-Francois Mattei ha presentato al Senato una serie di proposte del governo per la revisione delle leggi bioetiche. Nel testo, si rafforza il divieto della clonazione riproduttiva, punendo a 20 anni di reclusione chi decide di compiere ugualmente un tale crimine. Discusse il 28, 29 e 30 gennaio, le proposte del governo sono state approvate dal Senato. In Germania, il divieto alla clonazione umana ha trovato un largo consenso: un gruppo trasversale di deputati ha presentato nei giorni scorsi una raccomandazione al governo perché promuova il divieto assoluto di clonazione "non facendo alcuna differenza tra clonazione riproduttiva e terapeutica". Anche la Germania si appella ad un impegno internazionale.
    Il parere delle Chiese. La Conferenza episcopale francese e la Federazione protestante hanno diffuso due documenti quasi in contemporanea proprio nei giorni in cui il Parlamento ha ripreso il dibattito sul "progetto di legge relativo alla bioetica" affermando quasi all'unisono il no delle Chiese alla clonazione e chiedendone il divieto esplicito nel quadro legislativo francese. Secondo i vescovi cattolici, la clonazione umana comporta pericolose "ingerenze sugli elementi essenziali dell'identitŕ del futuro essere umano" e rappresenta pertanto "un attentato grave contro la dignitŕ dell'uomo". Per i protestanti, invece, "la vita rimarrŕ sempre un mistero e per quanto complesse e sofisticate possano essere la scienza e la tecnologia, esse non avranno mai l'ultima parola".

    Usa: "no" della Camera alla clonazione umana
    WASHINGTON, 1.
    La Camera dei Rappresentanti Usa ha deciso di proibire, senza alcuna eccezione, la clonazione umana, prevedendo multe fino a un milione di dollari in caso di violazione. I deputati hanno votato a larga maggioranza (241 voti contro 155) a favore del divieto, stabilendo che non ci saranno eccezioni, neppure per fini di ricerca medica, come chiedeva parte della comunitŕ scientifica del Paese. Ora il dibattito si sposta al Senato. Sulla questione č intervenuto a piů riprese anche il Presidente statunitense George W. Bush, dichiarando che "appoggia in modo determinato" la proibizione totale della clonazione umana, senza alcuna eccezione, e la posizione č condivisa anche da diversi esponenti democratici. In una dichiarazione diffusa alcuni giorni or sono, la Casa Bianca aveva spiegato che "L'Amministrazione si oppone in modo deciso a qualsiasi legge che proibisca la clonazione umana per obiettivi di riproduzione, ma che autorizzi la creazione di embrioni clonati o lo sviluppo di fabbriche di embrioni umani per la ricerca, un fatto che richiederebbe la distruzione di vita umane in corso di nascita".
    (L'Osservatore Romano 2 Marzo 2003)

    9 maggio 2003 A proposito di sfide
    Da diversi anni alcuni medici hanno fatto delle scoperte interessanti nello studio del cervello specie riguardo ai fenomeni di esperienze mistiche e vari tipi di visioni come i 2 neurologi Andrew Newberg e Eugene d'Aquili nel loro libro "Dio nel cervello". Se da un lato ci possono essere delle obiezioni sulle loro affermazioni, il fatto molto positivo č che si possono dimostrare come alcuni tipi di meditazioni e di preghiere ripetitive, possano effettivamente creare delle senzazioni biologiche di piacere che possono trarre facilmente in inganno specie dove c'č chi insiste ad affermare che sia Dio a provocarle. Da qui l'autosuggestione puň essere ancora maggiormente alimentata e provocare effetti positivi o negativi quando si scopre di essere caduti in errore.
    Per Michael Persinger, neurobiologo canadese, persino l’idea di Dio č insita nel cervello ed č stimolabile applicando elettrodi sul lobo parietale come č stato scritto tempo fa sul mensile Focus e piů recentemente sul mensile Quark N. 27 di aprile. Il fatto che alcune visioni possano essere create artificialmente con variazioni elettromagnetiche, potrebbe far pensare che esista una tecnologia neanche troppo sofisticata per interferire su gruppi di persone da parte di qualche ricercatore o semplicemente da cause naturali come i campi magnetici prodotti dall'attrito delle piattaforme tettoniche prima e dopo i terremoti ed intercettabili con ricevitori di frequenze molto basse od ancora altri semplici fenomeni che generano forti campi elettrici ed elettromagnetici. Alcuni possono credere che per questi motivi ci siano tanti fenomeni in tutte le religioni e anche tra i non credenti quando avvistano UFO perché tutto č giŕ impresso nella memoria e nel subconscio dato che si viene fortemente influenzati dalla cultura nella quale si vive.
    Si puň anche aggiungere che molti miracoli possono avere cause naturali non solo tramite l'autosuggetione ma anche semplicemente bevendo acque particolari come quella miracolosa di Lourdes dove in un recente documentario della RTSI (Falň), il ricercatore giapponese Masaru Emoto mostrava la bellezza dei cristalli che si formano durante il congelamento di gocce d'acqua a confronto di altre acque giudicate buone o non buone. Per la veritŕ piů che un ricercatore sembrava un leader di una setta ma questa č una impressione personale e non voglio offendere nessuno perň sarebbe utile che si facessero studi piů approfonditi dal momento che per vedere dei bei cristalli di ghiaccio, basta avere un po' di fortuna quando nevica e questo non č sufficiente per dire che sia una buona acqua per la salute. In un'analisi chimica dell'acqua di Lourdes da parte di una ricercatrice della quale non ricordo il nome, č risultata la presenza di batteri ma con la particolaritŕ che questi non si riproducono. A mio parere probabilmente esisteranno altre sorgenti simili ed un'eventuale scoperta potrebbe mettere in crisi molti fedeli ed č anche per questo che non parlo mai delle poche apparizioni mariane riconosciute e non si puň escludere che in futuro la Chiesa possa cambiare molta attitudine verso tali fenomeni per rafforzare il valore del Vangelo di Cristo e preteggere tante vittime cadute a loro insaputa in apparizioni simili o addirittura negative ed aggressive tanto da far star male persone che hanno sofferto in queste esperienze, alla sola vista del rosario. (Nelle apparizioni viene sempre chiesto di pregare incessantemente specie la bella preghiera del Rosario)
    Infatti in molti luoghi di false apparizioni della presunta Vergine, sovente si trovano fonti d'acqua con un'inmancabile serie di ringraziamenti per grazie ricevute dove chi crede che sia opera "divina", pur sapendo a volte di eventuali condanne da parte delle Autoritŕ Ecclesiastiche, preferisce bere quasi esclusivamente queste acque perchč la o il veggente garantisce benedizione della "Madonna" di proprietŕ miracolose e di conservazione eterna. Naturalmente chi ha analizzato queste acque e non ha trovato niente di particolare, attribuisce eventuali rare guarigioni ad autosuggestione ma se si eseguisse la semplice analisi di Emoto, forse si troverebbe qualcosa in comune tra questi liquidi ed in caso di conferma potremmo di nuovo concludere che difficilmente una semplice persona si possa sognare per caso di scavare in un determinato punto ed essere convinto che ci sia una fonte d'acqua senza suggerimento. Per suggerimento intendo dire che qualcuno giŕ conoscesse queste particolaritŕ e se non esiste inganno umano, la "rivelazione" puň avvenire da uno spirito che se la Chiesa non riconosce, questo spirito utilizza questi canali solo per ingannare, creare zizzania e farsi adorare come Dio. Forse qualche medico potrŕ dimostrare che esistano persone con particolari doti pur senza essere malate, come qualche fanatico di film tipo X-Man 2 ma sono convinto che anche grazie alla scienza si arriverŕ a comprendere l'esistenza di Dio e che non conviene cercare di ribaltare le Sue leggi dal momento che si č fatto uomo in Gesů per dimostrare l'amore immenso che ha per tutta l'umanitŕ rimanendo in umiltŕ in mezzo a noi.
    Certo che non si puň pretendere di facilitare le cose se cominciando dalle scuole si insegna ai ragazzi di non credere ai Preti perché basta aprire la Bibbia e leggere che Dio ha fatto la terra in 7 giorni quando la scienza dimostra che non č possibile. Non bisogna nemmeno fare il contrario e dire che tutto ciň che cosě č scritto cosě č avvenuto ed annullare le teorie dell'evoluzione ma semplicemente lasciar spazio a chi č autorizzato dalla Chiesa ad insegnare il valore simbolico delle antiche Scritture, il contesto storico e l'importanza della morale nella vita umana altrimenti a partire dai governanti, non bisogna meravigliarsi se poi si scopre che parte della nuova generazione si comporta come se appartenesse a delle tribů con tanto di identificazioni marcate sulla pelle e nella carne, riti che non si possono nemmeno menzionare, ricerche di paradisi artificiali con bibite e droghe, comportamenti perversi e violenti. Se si va avanti cosě, questi giovani diranno ai loro normali coetanei: Di che tribů siete? Dai fumate con noi che avrete delle belle visioni. Infatti recenti studi compiuti in Nord Europa, confermano che il fumo della canapa causa danni cerebrali irreversibili, oltre tutti i gravi danni conosciuti che comportano alla salute ed ancora oggi alcuni politici sono convinti che sia meno pericoloso di sigarette ed alcool. Inoltre sempre piů sono le offese verso i cattolici riguardo la difesa della castitŕ prematrimoniale tramite i cartelloni pubblicitari stop aids e la sottile apertura al lavoro Domenicale. Che siano anche loro alla ricerca di paradisi artificiali ?
    Solo se ci convertiamo veramente avremo e daremo maggior fiducia al prossimo e specie ai giovoni. (Michele Cafaro)

    Anticristo, attenti alle imitazioni (da Avvenire 17.5.03)
    anticipazione
    Il grande antropologo traccia un bilancio delle sue ricerche: «Adesso vorrei scrivere una storia "cristiana" delle religioni. Calasso ha idee profonde sul sacrificio, ma sbaglia la prospettiva E la tesi di Fukuyama sulla fine delle ideologie č di corto respiro»
    Di René Girard
    La differenza tra religione arcaica e cristianesimo č strutturale. All'interno della costruzione arcaica non ci si puň rendere conto che il capro espiatorio č solo una vittima. Tutti dicono che č veramente colpevole, quindi tutti lo credono tale. Anche nei Vangeli si trova un momento di unanimitŕ, quando i discepoli voltano le spalle a Gesů e si uniscono alla folla. Quando perň l'unanimitŕ viene disgregata, i discepoli, che sono direttamente o indirettamente responsabili dei Vangeli, denunciano la folla e il sistema del capro espiatorio. Il Dio della Bibbia č allo stesso tempo Dio della sacralitŕ e Dio della santitŕ. La presenza del Vecchio Testamento nella Bibbia cristiana č esattamente ciň che mostra la consapevolezza in crescita delle comunitŕ arcaiche. Gli elementi di violenza del Dio dell'Antico Testamento sono necessari nella logica che porta al rifiuto della violenza stessa professato nei Vangeli.
    Una storia "cristiana" delle religioni
    Mi piacerebbe scrivere un libro che fosse l'interpretazione totalmente cristiana della storia della religione. Quello sarebbe davvero la storia del sacrificio. Dimostrerebbe che le religioni arcaiche sono state le prime vere educatrici dell'umanitŕ, che l'hanno condotta lontano dalla violenza arcaica. Dopodiché Dio si fa vittima per liberare l'uomo dall'illusione del Dio violento, che deve essere sostituito in favore della conoscenza che Cristo ha di suo Padre. Si possono leggere le religioni arcaiche come uno dei primi passi della rivelazione progressiva che culmina con la venuta di Cristo. Cosě, a quelli che sostengono che l'Eucarestia ha le proprie radici nel cannibalismo arcaico dobbiamo dire "sě!" invece che "no". La vera storia dell'uomo č la storia religiosa che nuove i suoi passi dal cannibalismo primitivo. Il cannibalismo primitivo č religione, e l'Eucarestia riassume questa storia dalla A alla Z. Tutto questo č essenziale e una volta compreso si arriva necessariamente a riconoscere che la storia dell'uomo implica il proprio inizio omicida: Caino e Abele. In poche parole, non possiamo avere uno spazio perfettamente non sacrificale.
    L'errore di Calasso
    Calasso non percepisce l'ambivalenza implicita nel mio procedimento. Penso che la sua descrizione della societŕ moderna sia troppo cupa, ma allo stesso tempo č profonda e contiene grandi intuizioni. Per me il movimento razionalistico moderno č fondamentalmente un fatto positivo; il progresso scientifico č vero progresso. In questo senso Calasso ha ragione a chiamarmi "illuminista". Io faccio spesso uso della formula di Maritain: «La storia progredisce sia in direzione del bene che in direzione del male». A mio avviso Calasso č fortemente ma erroneamente a favore del sacrificio. Č anti-moderno all'estremo e non distingue tra la rivelazione cristiana e il modo in cui viene fraintesa oggi. Ha quest'idea esoterica alla Nietzsche che essere contro il sacrificio sia un qualche tipo di debolezza degli individui e delle comunitŕ. Č un'idea fondamentalmente sbagliata e comunque non cambia probabilmente niente dentro di lui, perché sotto sotto č un cristiano... Tutta la sua vita intellettuale č basata sulla sua sfida anti-cristiana. Come Nietzsche, vuole credere che essere a favore del sacrificio sia infinitamente piů intelligente e quindi la cosa giusta da fare. Una delle cose che meglio comprende č l'utilitŕ positiva del sacrificio e di conseguenza diventa ingiusto nei confronti del cristianesimo in un modo in ultima analisi nietzschiano. Nonostante questo Calasso capisce il sacrificio meglio di Nietzsche, ne comprende il ruolo positivo nelle societŕ arcaiche e lo estende al mondo moderno.
    Totalitarismo e fede
    Ci sono state varie forme di totalitarismo che hanno osteggiato apertamente i principi cristiani. C'č stato il totalitarismo di sinistra, che ha tentato di aggirare il cristianesimo. E c'č stato il totalitarismo di destra, come il nazismo, che riteneva i l cristianesimo troppo tenero con le vittime. Questo tipo di totalitarismo č ancora vivo e vegeto e sembra anche avere un brillante futuro davanti a sé. Probabilmente in futuro ci saranno pensatori che riformuleranno questo principio in maniera piů politically correct, in forme piů virulente che si riveleranno fortemente anticristiane, sebbene camuffate di estrema cristianitŕ. Quando parlo di "piů cristiano" e piů "anti-cristiano" mi riferisco ovviamente alla figura dell'Anticristo, che non č altro che l'ideologia che cerca di sconfiggere il cristianesimo sul suo stesso terreno, che tenta di essere piů cristiana del cristianesimo che lo imita in maniera competitiva, contraria allo spirito cristiano.
    Fukuyama e la fine del mondo
    Il libro di Fukuyama č certamente datato e adotta un modello di desiderio dell'uomo assolutamente inadeguato dal mio punto di vista. L'idea della fine della storia come dine delle ideologie č inoltre un problema semplicemente fuorviante. Le ideologie non sono violente di per sé, č l'uomo a essere violento. Le ideologie forniscono la facciata celebrativa dietro alla quale si nasconde la nostra tendenza vittimaria: sono "il lieto fine" mitico delle nostre storie di persecuzione. Se si guarda con attenzione, si nota che i miti si chiudono sempre in maniera positiva e ottimista e che ogni crisi rivolta attraverso il meccanismo del capro espiatorio č seguita da una nuova pacificazione sociale e ristabilimento culturale. Il capro espiatorio offre una chiusura sistemica che permette al gruppo sociale di rimettersi in funzione, di ricominciare ancora una volta il ciclo e di continuare a ignorare il vero significato di quella stessa chiusura sistemica, vale a dire di credere alla colpevolezza di un capro espiatorio, del nemico espulso, del male assoluto mondato. Tutto questo non puň piů esistere dopo la rivelazione cristiana. Il sistema non puň piů essere chiuso da alcun tipo di soluzione farmacologica e il virus della vi olenza mimetica ha la possibilitŕ di diffondersi liberamente. Ecco perché Gesů dice: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada» (Mt 10,34). La croce ha distrutto per sempre il potere catartico del meccanismo del capro espiatorio. Il Vangelo ci permette di imitare Cristo e abbandonare la nostra violenza mimetica o di imitare Satana e correre il rischio di autodistruggerci. Il sentimento apocalittico si fonda su questo rischio.
    [Modificato da LiviaGloria 14/01/2009 21:48]
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    Benedetto XVI sottolinea l'opposizione al nazismo di Pio XI

    Ritiene decisiva la sovranità che gli garantì lo Stato della Città del Vaticano


    CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 16 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha reso omaggio all'opera di opposizione al nazismo e ai totalitarismi svolta da Papa Pio XI negli anni Trenta del secolo scorso.

    Il Santo Padre ha ricordato il pontificato di Achille Ratti (1922-1939) questo sabato, sottolineando che Pio XI è stato “il primo e principale artefice e protagonista” dei Patti Lateranensi, che ottant'anni fa diedero vita allo Stato della Città del Vaticano.

    Ricevendo in udienza i partecipanti a un congresso che celebrava questo anniversario con il titolo “Un piccolo territorio per una grande missione”, Benedetto XVI ha riconosciuto implicitamente che, grazie all'indipendenza che la Santa Sede ha ottenuto godendo della sovranità su un piccolo spazio, Papa Ratti poté governare in seguito la Chiesa senza dipendere dalle imposizioni politiche dell'Italia, il cui Primo Ministro era allora Benito Mussolini.

    “Gli studi storici tuttora in corso sul suo pontificato ci fanno sempre più percepire la grandezza di Papa Ratti, il quale guidò la Chiesa nei difficili anni fra le due guerre mondiali”, ha ricordato.

    Durante il suo pontificato, il Papa “dovette misurarsi con le difficoltà e le persecuzioni che la Chiesa subiva in Paesi quali il Messico e la Spagna e con la lotta che ad essa portarono i totalitarismi – nazionalsocialismo e fascismo – sorti e consolidatisi in quegli anni”.

    “In Germania è indimenticata la sua grande Enciclica Mit brennender Sorge, come forte segnale contro il nazismo”, ha sottolineato Benedetto XVI, che ricorda Pio XI come “il Papa della mia infanzia”.

    L'impatto dell'Enciclica in Germania fu così evidente che Adolf Hitler ordinò a Reinhard Heydrich, capo della Gestapo, di raccogliere e distruggere tutte le copie. Gli storici hanno constatato di recente, grazie all'apertura dell'Archivio Segreto Vaticano, che prima di morire voleva anche redigere un documento per denunciare l'antisemitismo del regime nazista.

    “Si rimane davvero ammirati di fronte all'opera saggia e forte di questo Pontefice, che per la Chiesa volle solo quella libertà che le permettesse di svolgere integralmente la sua missione”, ha aggiunto Benedetto XVI rendendo omaggio al suo predecessore.

    [Modificato da LiviaGloria 17/02/2009 09:43]
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    Nuovi documenti testimoniano l'affetto di Pio XII per gli ebrei

    A scoprirli di recente è stata la Fondazione Pave the Way

    di Inma Álvarez

    NEW YORK, venerdì, 20 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Alcuni documenti scoperti di recente provano che Papa Pio XII ha avuto gesti di amicizia e protezione nei confronti del popolo ebraico prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo ha reso pubblico questo giovedì attraverso un comunicato la Fondazione Pave The Way (PWTF), che si dedica a promuovere il dialogo tra le religioni.

    Le scoperte sono state compiute dallo storico tedesco Michael Hesemann, autore dell'opera “The Pope Who Defied Hitler. The Truth About Pius XII” (“Il Papa che sfidò Hitler. La verità su Pio XII”). Hesemann rivela di aver trovato una serie di documenti nell'Archivio Segreto Vaticano che accreditano numerosi interventi di Papa Pacelli a favore degli ebrei.

    Uno di questi è quello dell'Arcivescovo Pacelli, allora Nunzio Apostolico in Baviera, datato 1917, attraverso il Governo tedesco, per chiedere che gli ebrei della Palestina fossero protetti davanti all'Impero Ottomano della Turchia.

    Il dottor Hesemann spiega anche che nel 1917 il futuro Pio XII sfruttò la sua influenza perché l'allora rappresentante dell'Organizzazione Sionista Mondiale Nachum Sokolov fosse ricevuto personalmente da Papa Benedetto XV per parlare di una patria ebraica in Palestina.

    Nel 1926, monsignor Pacelli esortò i cattolici tedeschi a sostenere il Comitato Pro Palestina, che appoggiava gli insediamenti ebraici in Terra Santa.

    Queste scoperte si uniscono alle prove apportate dallo stesso presidente della Fondazione, Gary Krupp, che al congresso su Pio XII celebrato a Roma nel settembre 2008 ha presentato oltre 300 pagine di documenti originali che contengono dettagli su come siano stati attuati gli ordini del Papa durante la guerra di nascondere gli ebrei a Roma.

    I documenti, che possono essere scaricati dalla pagina web della Fondazione, comprendono un manoscritto di una monaca, datato 1943, che spiega dettagliatamente le istruzioni ricevute dal Papa, così come una lista di ebrei protetti.

    Un altro documento è un rapporto dello US Foreign Service del console americano a Colonia, che informa sul “nuovo Papa” nel 1939. Il diplomatico si mostra sorpreso per l'“estrema avversione” di Pacelli nei confronti di Hitler e del regime nazista, e per il suo sostegno ai Vescovi tedeschi nella loro opposizione al nazionalsocialismo, anche a costo della soppressione delle Gioventù Cattoliche tedesche.

    Viene inoltre riportato un documento del 1938, firmato dall'allora Segretario di Stato Eugenio Pacelli, in cui si oppone al disegno di legge polacco di dichiarare illegale il sacrificio kosher, visto che questa legge “presupporrebbe una grave persecuzione contro il popolo ebraico”.

    Come Papa, durante la guerra, Pio XII scrisse un telegramma all'allora reggente dell'Ungheria, l'ammiraglio Miklós Horthy, perché evitasse la deportazione degli ebrei, e questi acconsentì, il che si stima abbia salvato circa 80.000 vite umane. Al Governo brasiliano chiese di accettare 3.000 “non ariani”.

    Un altro documento è un'intervista a monsignor Giovanni Ferrofino, segretario del Nunzio a Haiti, monsignor Maurilio Silvani. Il presule afferma che due volte l'anno riceveva telegrammi cifrati da parte di Pio XII che inoltrava al generale Trujillo, Presidente della Repubblica Dominicana, per chiedergli a nome del Papa 800 visti per gli ebrei, con cui si stima che si siano salvati almeno 11.000 persone.

    Si apportano anche prove che il Vaticano falsificò segretamente i certificati di Battesimo per permettere a molti ebrei di emigrare come cattolici.

    Una scoperta personale

    L'impegno della Fondazione Pave the Way obbedisce alla determinazione del suo presidente, Gary Krupp, ebreo americano, che riconosce di essere cresciuto “disprezzando Pio XII” fino a quando ha letto il libro di Dan Kurzman “A Special Mission: Hitler's Secret Plot to Seize the Vatican and Kidnap Pope Pius the XII” (“Una missione speciale: il piano segreto di Hitler per impossessarsi del Vaticano e rapire Papa Pio XII”).

    Nel testo si raccoglie la testimonianza del generale Karl Wolff, che parla dettagliatamente del piano di Hitler di attaccare il Vaticano e sequestrare il Pontefice. Si sa che c'erano spie in Vaticano, e franchi tiratori tedeschi a 200 metri dalle finestre papali.

    La stessa limitazione delle dichiarazioni pubbliche del Papa, che ha suscitato molte critiche nei suoi confronti, si spiega per l'aumento delle pene nei campi di concentramento, testimoniata da ex prigionieri, ogni volta che alte cariche ecclesiastiche parlavano contro il regime nazista.

    Un'altra scoperta che ha fatto cambiare idea a Krupp, secondo quanto egli stesso ha dichiarato, è stata la prova che “Il Vicario”, la famosa opera del comunista tedesco Rolf Hochhuth, si è basata su documenti vaticani manipolati, come parte di un complotto segreto del KGB per screditare la Santa Sede. Queste informazioni sono state rivelate dal Tenente Generale Ion Mihai Pacepa, l'agente del KGB di più alto rango ad aver disertato.

    Gary Krupp afferma di essere rimasto “sorpreso cercando personalmente gli articoli del NY Times e del Palestine Post tra il 1939 e il 1958. Non sono riuscito a trovare neanche un solo articolo negativo su Pio XII”.

    La chiarificazione della figura del Pontefice è stata assunta come obiettivo dalla PWTF per “eliminare un ostacolo” alla comprensione tra ebrei e cattolici. “Nell'interesse della giustizia, noi ebrei dobbiamo essere consapevoli degli sforzi di quest'uomo in un periodo in cui il resto del mondo ci aveva abbandonato”.

    “E' il momento di riconoscere Pio XII per ciò che ha fatto, non per ciò che non ha detto”, ha aggiunto Krupp, per il quale il motivo della persistenza di questa “leggenda nera” è, da un lato, “il rifiuto da parte dei critici di Pio XII a consultare e rivedere i documenti recentemente tratti dall'Archivio Segreto Vaticano”, dall'altro “la mancanza di disponibilità della maggior parte dei mezzi di comunicazione a dare copertura alle informazioni positive su Pio XII”.

    [Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]
    [Modificato da LiviaGloria 21/02/2009 09:49]
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    n Rabbino americano chiede la canonizzazione di Pio XII

    Nella prefazione all’ultimo libro di suor Margherita Marchione

    di Antonio Gaspari


    ROMA, venerdì, 12 giugno 2009 (ZENIT.org).- E’ un Rabbino statunitense, fino al settembre del 2008 aveva sollevato dubbi sull’idoneità per la beatificazione di Pio XII, mentre adesso prega per il Pontefice e propone di riconoscere Papa Pacelli come santo

    Nella prefazione all’ultimo libro di suor Margherita Marchione, “Papa Pio XII. Un antologia di testi nel 70° anniversario dell’incoronazione”, edito in italiano e inglese dalla Libreria Editrice Vaticana, il Rabbino americano Erich A. Silver del Temple Beth David in Cheshire, responsabile per il miglioramento delle relazioni tra Giudaismo e Chiesa Cattolica, racconta il perchè del suo cambio di opinione.

    “Credevo – ha scritto Silver nella prefazione al libro della Marchione – che poteva fare di più. Volevo sapere se, infatti, fosse stato un collaboratore, un antisemita passivo, mentre milioni furono uccisi, alcuni in vista del Vaticano”.

    Poi – ha raccontato il Rabbino – nel mese di settembre del 2008 venne a Roma, invitato da Gary Krupp a partecipare ad un simposio organizzato dalla Pave The Way Foundation, in cui si voleva esplorare il ruolo di Pio XII durante l’Olocausto.

    In quell’occasione il Rabbino Silver conobbe suor Marchione e una cinquantina tra, Rabbini, sacerdoti, studiosi e giornalisti che avevano studiato e indagato a fondo sul tema.

    Per Silver, quel simposio è stata una folgorazione: “Le prove che ho visto – ha scritto – mi hanno convinto che la sua sola motivazione (di Pio XII ndr) è stata di salvare tutti gli ebrei che poteva”.

    E l’immagine negativa contro Pio XII? Secondo Silver, tutto è cominciato con la pubblicazione del libro “The Deputy” con la diffusione di bugie e l’abitudine a non indagare i fatti storici. Così molte persone sono diventate “strumento di coloro che detestano Pio XII perchè fu sempre anticomunista”.

    “E’ da notare – ha rilevato Silver – che, dopo la fine della guerra, e fino alla sua morte gli ebrei lo hanno lodato continuamente riconoscendolo come salvatore”.

    “Io spero – ha auspicato il Rabbino – che la canonizzazione di Papa Pio XII possa procedere speditamente, affinché non solo i cattolici, ma tutto il mondo possa conoscere il bene compiuto da quest’uomo di Dio”.

    Nella parte finale della sua introduzione al libro della Marchione, Silver ha ricordato che nel 50° anniversario della morte di Pio XII, nella predica di Yom Kippur, “ho parlato del bisogno che c’è di correggere gli sbagli fatti nel passato. Dopo tutto, Eugenio Pacelli è un amico speciale di Dio – un santo. Tocca a noi riconoscere questo fatto”.

    Intervistata da ZENIT suor Margherita Marchione, conosciuta come “Fighting Nun” (la suora che combatte), autrice di oltre 15 libri sulla figura di Pio XII, ha ricordato di aver conosciuto e incontrato Papa Pacelli nell’estate del 1957, quando venne in Italia per condurre una serie di ricerche sul poeta Clemente Rebora.

    Per suor Margherita, Pio XII è la più grande personalità dell’epoca della Seconda Guerra Mondiale. “Questo Papa – ha detto a ZENIT – nel silenzio e nella sofferenza, senza armi e senza eserciti, riuscì a salvare tante vite umane e ad alleviare tante pene. E’ la verità storica”.

    Suor Margherita ha dimostrato che Pio XII fu nemico acerrimo dei nazisti e dei comunisti.

    Come ha scritto monsignor Fulton J. Sheen, “il Vaticano è stato tacciato di comunismo dai nazisti, di nazismo dai nazisti, di antifascismo dai fascisti, ma in realtà si oppone a ogni ideologia antireligiosa”.

    In merito al rapporto con gli ebrei, suor Margherita può dimostrare che “Pio XII ha salvato più ebrei di qualsiasi altra persona inclusi Oskar Schindler e Raoul Wallemberg”.

    “Durante la guerra – ha aggiunto – Pio XII ha fatto di più di qualsiasi altro capo di stato come il presidente americano Franklin Roosevelt oppure Winston Churchill i quali potevano servirsi di mezzi militari. L’unico capo mondiale che ha salvato migliaia di ebrei è stato Pio XII, il quale non aveva mezzi militari”.

    “Per questo motivo – ha concluso la religiosa – Pio XII merita di essere riconosciuto come beato” .

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    [Modificato da LiviaGloria 14/06/2009 12:30]
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