00 16/05/2009 10:58
Mio caro Malacoda,
spero che la mia ultima lettera t'abbia convinto che la
fase depressiva di ottusità o di "aridità" che il tuo paziente
sta ora attraversando non ti può dare, per se stessa,
la sua anima, ma deve essere sfruttata convenientemente.
Ora voglio considerare le forme che dovrebbe
prendere lo sfruttamento.
In primo luogo ho sempre visto che il periodo di
depressione dell'ondulazione umana offre un'occasione
eccellente per tutte le tentazioni sensuali in particolar
modo per quelle che hanno relazione col sesso. Ciò può
recarti sorpresa perché, naturalmente, l'energia fisica,
e perciò l'appetito potenziale sono maggiori nei periodi
dell'elevazione che non in quelli della depressione; ma
devi ricordare che allora anche le forze della resistenza
sono al massimo grado. La salute e la vivacità che tu
hai bisogno di usare nel produrre la libidine, possono
anche, ahimè! essere usati molto facilmente per il lavoro,
o per il giuoco, per il pensiero, per un divertimento
innocuo. L'attacco ha una ben più grande possibilità
di successo quando tutto il mondo interiore dell'uomo
è grigio, freddo, vuoto. E si deve inoltre notare
che la sessualità della depressione possiede una qualità
sottilmente diversa da quella della elevazione - che vi
sono minori probabilità di dirigerla a quel fenomeno
d'acqua e di latte che gli umani chiamano "essere innamorati",
che si può molto più facilmente trascinare alla
perversione, che è molto meno contaminata da quelle
qualità concomitanti, generose e colme d'immaginazione
e perfino di spiritualità, che spesso rendono la sessualità
umana fonte di tante disillusioni. Lo stesso avviene con
desideri della carne d'altro genere. È molto più probabile
che tu riesca a fare un ubriacone del tuo giovanotto
spingendolo al bere come a un qualcosa di anodino
quando è stanco e insensibile che non incoraggiandolo
a usarne come di un mezzo per stare allegro con i suoi
amici quando è felice ed espansivo. Non dimenticare
mai che quando stiamo trattando con il piacere, con
qualsiasi piacere, nella sua forma sana e normale e soddisfacente,
siamo, in un certo senso, sul terreno del Nemico.
So benissimo che abbiamo guadagnato un buon
numero di anime attraverso il piacere. Tuttavia il piacere
è un'invenzione Sua, non nostra. I piaceri li ha inventati
Lui. Finora tutte le nostre ricerche non ci hanno
reso capaci di produrne neppure uno. Tutto quanto ci
è dato di fare è di incoraggiare gli umani a servirsi dei
piaceri che il Nemico ha prodotto, nei tempi, o nei modi,
o nella misura che gli ha proibito. Per cui noi ci
sforziamo sempre di allontanare dalla condizione naturale
del piacere per far scivolare in quella che è meno
naturale, che ha meno l'odore del suo Fattore, e che è
meno piacevole. La formula è questa: una brama che
aumenta continuamente per un piacere che continuamente
diminuisce. È più sicuro; ed è stile migliore. Impossessarsi
dell'anima dell'uomo e non dargli nulla in
cambio - ecco ciò che riempie veramente di gioia il
cuore di Nostro Padre. E i momenti di depressione sono
i momenti nei quali cominciare il processo.
Ma v'è una maniera ancora maggiore per sfruttare la
depressione: fare in modo che l'ammalato ci pensi. Come
sempre, il primo passo consiste nel tener lontano
dalla sua mente la conoscenza. Non bisogna permettere
che abbia neppure un sospetto sulla legge dell'ondulazione.
Fagli credere che i primi ardori della sua conversione
si sarebbe potuto attendersi che continuassero, e
che avrebbero dovuto continuare, e che la sua attuale
aridità è anch'essa una condizione permanente. Una volta
che gli si sia ben fissata nella mente codesta concezione
errata, puoi continuare in vari modi. Tutto dipende
dalla classe alla quale appartiene il tuo uomo. Può
appartenere alla classe di coloro che facilmente si scoraggiano
e quindi essere preso da disperazione, oppure
alla classe di quelli che sono pieni di desideri, ai quali
si può infondere la sicurezza che tutto va bene. La prima
classe si fa sempre più smilza fra gli esseri umani. Se per
caso il tuo ammalato vi appartenesse, allora tutto è facile.
Le sole cose da farsi sono di non fargli incontrare
cristiani sperimentati (compito facile oggigiorno), di guidare
la sua attenzione ai brani adatti della scrittura, e
poi di metterlo al lavoro nell'impresa disperata di risentire
i suoi vecchi sentimenti unicamente con la forza della
volontà, e il gioco è vinto. Se invece è un tipo speranzoso
il tuo lavoro consisterà nel farlo star tranquillo
nella bassa temperatura del suo presente stato di spirito
e di assuefarlo a poco a poco, infondendo la persuasione
che dopo tutto la temperatura non è poi tanto bassa.
In una settimana o due gli metterai il dubbio che forse
nei primi giorni della sua vita cristiana egli era un pochino
eccessivo. Parlagli della "moderazione in tutto".
Se ti accadrà di condurlo al punto di pensare che "la
religione, sì, va bene, ma fino a un certo punto", potrai
sentirti felicissimo nei riguardi della sua anima.
(...)
[Modificato da LettereDiBerlicche 19/11/2007 23.18]

Maura


(Clive Staples Lewis 1898-1963, Le Lettere di berlicche, 1942)
"è importante esserci, più importante condividere ma più di tutto lo è testimoniare"