00 16/05/2009 11:04
umiltà
XIV

(...)

Il tuo paziente è diventato umile; glielo hai fatto notare? Tutte
le virtù sono per noi meno formidabili una volta che
l'uomo è consapevole di possederle, ma ciò è vero in
modo particolare dell'umiltà. Sorprendilo nel momento
che ha lo spirito veramente depresso, e contrabbanda
nella sua mente la riflessione consolante: « Per Giove!
ma io sono umile! » e quasi immediatamente l'orgoglio
- l'orgoglio della sua stessa umiltà - farà la sua apparizione.
Se s'accorge del pericolo e tenta di soffocare codesta
nuova forma d'orgoglio, fallo inorgoglire del sue
, tentativo — e così di seguito, per tutte le fasi che vorrai.
Ma non tentare ciò per troppo lungo tempo, perché c'è
I pericolo di svegliare in lui il senso dell'umorismo e del-
la proporzione. Nel qual caso ti riderà in faccia, e se
ne andrà a dormire.
Ma vi sono altre materie utili per fissargli l'attenzione
sulla virtù dell'Umiltà. Per mezzo di questa virtù il
nostro Nemico vuol stornare l'attenzione dell'uomo dal
proprio io per volgerla verso di Sé e verso il prossimo.
Tutta l'abiezione e l'odio di sé vengono diretti, in fin
dei conti, a questo scopo; e, fin quando non lo raggiungono,
ci possono recare poco danno. Possono perfino
esserci utili, se tengono l'uomo preoccupato, di sé, e,
soprattutto, se il disprezzo per la propria persona può
venir preso come punto di partenza per il disprezzo
della persona degli altri, e di conseguenza per la musoneria,
il cinismo, e la crudeltà.

Bisogna perciò che tu nasconda al paziente il vero
scopo dell'Umiltà. Non deve ritenerla dimenticanza di
sé, ma una certa opinione (cioè una bassa opinione) dei
suoi talenti e del suo carattere. Mi pare che alcuni talenti
li abbia davvero. Piantagli in mente l'idea che
l'umiltà consiste nello sforzarsi di credere che quei talenti
valgono meno di quanto egli crede che valgano.
Senza dubbio è vero che di fatto valgono meno di quanto
crede, ma ciò non ha importanza. Ha invece importanza
fargli valutare un'opinione per un aspetto diverso
dalla verità, introducendo in tal modo un elemento di
disonestà e di pretesa nel cuore di ciò che altrimenti minaccia
di diventare una virtù. Con questo metodo migliaia
di uomini sono stati indotti a pensare che l'umiltà
significa donne carine che si sforzano di credersi brutte
e uomini intelligenti che si sforzano di credersi sciocchi.
E poiché quanto si sforzano di credere può essere, in
qualche caso, una lampante assurdità, essi non possono
riuscire a crederlo e noi abbiamo l'occasione di far girar
la loro mente in un continuo giro su se stessa nello
sforzo di raggiungere l'impossibile. Al fine di prevenire
la strategia del Nemico dobbiamo considerare i suoi
scopi. Ciò che il Nemico vuole è di portare l'uomo a
uno stato mentale nel quale egli possa concepire la miglior
cattedrale del mondo, e sapere che si tratta della
migliore, e goderne, senza essere più (o meno) o altrimenti
contento di averla fatta lui, che se fosse stata fatta
da un altro. Il Nemico vuole che, alla fine, egli sia
libero da ogni pregiudizio in suo favore, talmente libero
da saper godere dei suoi propri talenti con la stessa
franchezza e la stessa gratitudine che dei talenti del suo
prossimo o della levata del sole, o di un elefante, o di
una cascata. Vuole che, in fin dei conti, ogni uomo sia
in grado di riconoscere tutte le creature (perfino se stesso)
come cose gloriose ed eccellenti. Vuole distruggere
al più presto il loro amor proprio naturale; ma la Sua
lungimirante politica consiste nel fatto, temo, di ridonare
loro un nuovo genere di amor proprio - una carità
e una gratitudine per tutte le persone, compresa la
propria. Quando avranno veramente imparato ad amare
il prossimo come se stessi, sarà loro permesso di amare
se stessi come il prossimo. Non dobbiamo mai dimenticare
ciò che è il tratto repellente e inesplicabile
del nostro Nemico: Egli ama veramente quei bipedi
spelati che ha creato e sempre restituisce con la destra
ciò che ha tolto con la sinistra.
Tutto il suo sforzo consisterà dunque nel tener la
mente dell'uomo del tutto lontana dall'argomento del
suo valore. Preferisce che l'uomo si creda un grande
architetto e un grande poeta, e poi se ne dimentichi,
anziché egli spenda molto tempo e molta fatica nello
sforzarsi di essere un architetto o un poeta da nulla.

Maura


(Clive Staples Lewis 1898-1963, Le Lettere di berlicche, 1942)
"è importante esserci, più importante condividere ma più di tutto lo è testimoniare"

"Ogni regime totalitario è iniziato con la soppressione della libertà religiosa."