00 16/05/2009 11:15
ricerche effettuate con la parola "religione"



pag. 10 - l'apparenza



Il tuo paziente, grazie al Nostro Padre Laggiù, è uno sciocco. Se uno qualsiasi di questi vicini canta con voce stonata, se ha le scarpe che gli scricchiolano, o la pappagorgia, o se porta vestiti strani, il paziente crederà con la massima facilità che perciò la loro religione dev'essere qualcosa di ridicolo. Vedi, nella fase in cui si trova al presente,
egli ha in mente una certa idea dei "cristiani", che crede sia spirituale, ma che, di fatto, è per molta parte pittoresca.
Ha la mente piena di toghe, di sandali, di corazze e di gambe nude, e il solo fatto che l'altra gente in chiesa porta vestiti moderni è per lui una seria difficoltà, quantunque, naturalmente, inconscia. Non permettere mai che venga alla superficie; non permettere che si domandi
a che cosa s'aspettava che fossero uguali. Fa' in modo che ogni cosa rimanga ora nebulosa nella sua mente, e avrai a disposizione tutta l'eternità per divertirti a produrre in lui quella speciale chiarezza che l'Inferno offre.






pag 11,12


Quanto sono venuto esponendo finora vale nella ipotesi che la gente del banco vicino non offra alcun motivo ragionevole di disillusione. È chiaro che se invece lo offrono - se il paziente sa che quella donna con quel cappellino assurdo è una fanatica giocatrice di bridge, che quel signore con le scarpe scricchiolanti è un avaro e uno strozzino - allora il compito ti sarà molto più facile. Si ridurrà a tenergli lontano dalla mente questa domanda: « Se io, essendo ciò che sono, posso in qualche senso ritenermi cristiano, per quale motivo i vizi diversi di quella gente che sta lì in quel banco dovrebbero essere una prova che la loro religione non è che ipocrisia e convenzione? ». Forse mi chiederai se è possibile tener lontano perfino dalla mente" umana un pensiero
così evidente. Sì, Malacoda, sì, è possibile! Trattalo come deve essere trattato, e vedrai che non gli passerà neppure per l'anticamera del cervello. Non è ancora stato a sufficienza con il Nemico per possedere già una vera umiltà. Le parole che ripete, anche in ginocchio, sui suoi numerosi peccati, le ripete pappagallescamente.
In fondo crede ancora che lasciandosi convertire, ha fatto salire di molto un saldo attivo in suo favore nel libro mastro del Nemico, e crede di dimostrare grande
umiltà e degnazione solo andando in chiesa con codesti "compiaciuti" vicini, gente comune. Mantiengli la mente in questo stato il più a lungo possibile.






pag. 31,32 - snaturamento


Qualunque strada egli prenda, il tuo compito principale sarà sempre lo stesso. Incomincia con il fargli trattare il patriottismo o il pacifismo come parte della sua religione. Poi, sotto l'influsso dello spirito di partigianeria, fa' in modo che lo consideri come la parte principale. Poi, senza chiasso e per gradi, curalo in maniera da portarlo al livello nel quale la religione diviene soltanto una parte della "Causa", nel quale il cristianesimo è valutato principalmente per gli argomenti eccellenti che può produrre in favore dello sforzo bellico britannico o del pacifismo. L'atteggiamento dal quale è necessario che tu lo difenda è quello nel quale gli affari temporali vengono trattati soprattutto come materiale per l'obbedienza. Una volta che sarai riuscito a fare del Mondo il fine e della fede un mezzo, avrai quasi guadagnato il tuo uomo, e poco importa il genere dello scopo mondano al quale tenderà. Una volta che i comizi, gli opuscoli, le mosse politiche, i movimenti, le cause, e le crociate, saranno per lui più importanti delle preghiere e dei sacramenti e della carità, sarà tuo - e più sarà
"religioso" (in quel senso) e più sicuramente sarà tuo.
Te ne potrei far vedere una gabbia abbastanza piena laggiù.






pag. 39,40 - religione come "fase" - (interessantissimo...)


In una settimana o due gli metterai il dubbio che forse nei primi giorni della sua vita cristiana egli era un pochino eccessivo. Parlagli della "moderazione in tutto".
Se ti accadrà di condurlo al punto di pensare che "la religione, sì, va bene, ma fino a un certo punto", potrai sentirti felicissimo nei riguardi della sua anima. Per noi una religione moderata vale quanto una religione nulla - ed è più divertente, V'è anche la possibilità di un attacco diretto alla sua fede. Una volta che sarai riuscito a fargli ritenere che il periodo di depressione è permanente, perché non potrai convincerlo che la sua "fase religiosa" sta morendosene, proprio come tutte le sue altre fasi precedenti?
Naturalmente non si può concepire che sia ragionevole passare dalla proposizione: « Sto perdendo interesse in questa cosa » alla proposizione: « Questa cosa è falsa ».
Ma, come ho già detto, è sul gergo, non sulla ragione che ti devi appoggiare. La stessa parola Fase potrà molto probabilmente raggiungere lo scopo. Ritengo che quella creatura sia passata prima attraverso molte fasi - lo hanno fatto tutte - e che si senta sempre superiore e in una posizione di compassione protettrice verso quegli stati d'animo dai quali è uscita, non proprio perché ne abbia fatto una vera critica, ma semplicemente perché sono nel passato.






pag. 93,94 - riguardo al cap XXIII penso ci sia molto da dire... Gesù Cristo è inscalfibile. Molti detrattori del cristianesimo non sono mai riusciti a demolirlo totalmente. E' interessante notare come in questo caso in epoche diverse cambi l'idea riguardo a Lui. Sarebbe molto interessante chiedersi quale sia l'idea che viene offerta dai mezzi di comunicazione di massa, il cosidetto "gergo corrente" (riguardo al "gergo corrente vedi il cap. I")


sarebbe la linea di confine fra la teologia e la politica. Diversi, fra
codesti suoi nuovi amici, sono molto sensibili alle conclusioni nel campo sociale della loro religione. In sé ciò è una brutta cosa; ma se ne può cavare del bene.
T'accorgerai che molti scrittori cristiano-politici sono d'opinione che il cristianesimo cominciò molto presto a prendere una strada sbagliata e ad allontanarsi dalla dottrina del suo fondatore. Orbene, codesta idea deve essere sfruttata da noi per incoraggiare di nuovo la concezione di un "Gesù storico" che può saltar fuori togliendo "le aggiunte e le perversioni" più recenti, e che poi si deve porre in contrasto con l'intera tradizione
cristiana. Nell'ultima generazione abbiamo promosso la costruzione di un tale "Gesù storico" sopra una falsariga liberale e umanitaria; ed ora stiamo mettendo innanzi
un nuovo "Gesù storico" su una falsariga marxistica, catastrofica, e rivoluzionaria. I vantaggi di costruzioni come queste, che abbiamo intenzione di cambiare ogni trent'anni circa, sono molteplici. In primo luogo, tendono a dirigere la devozione degli uomini verso qualcosa che non esiste, poiché ogni "Gesù storico" non è storico. I documenti dicono ciò che dicono, e non si può aggiungere loro nulla. Quindi ogni "Gesù storico" è da cavarsi da loro sopprimendo un punto ed esagerandone un altro, e per mezzo di quella specie di gioco ad indovinare {brillante è l'aggettivo che insegnamo agli uomini ad applicargli) per il quale nessuno si sentirebbe di arrischiare dieci scellini nella vita ordinaria, ma che basta per produrre una messe di nuovi Napoleoni, di nuovi Shakespeare, di nuovi Swift, nella lista autunnale di ogni editore. In secondo luogo, tutte codeste costruzioni pongono l'importanza del loro "Gesù storico" in una qualche teoria particolare che si suppone che abbia promulgato. Deve essere .un "grande uomo" nel significato moderno della frase - uno che stia alla fine di una linea di pensiero centrifuga e non equilibrata - un pazzoide che vende una panacea. In tal modo noi riusciamo a distrarre le menti degli uomini da ciò che Egli è e da ciò che fece. Dapprima lo facciamo un puro maestro, e poi nascondiamo l'accordo sostanzialissimo fra i suoi insegnamenti e quelli degli altri maestri di moralità.







pag. 99,100 - l'identità religiosa costruita non da dentro ma a partire. L'idea di appartenere ad un circolo chiuso. Brutta tentazione! Brutta idea!


Qui il successo dipende dal confonderlo. Se tenti di renderlo esplicitamente orgoglioso di essere cristiano, probabilmente farai fallimento. Gli ammonimenti del Nemico sono conosciuti troppo bene. Se, d'altra parte, lasci cadere del tutto l'idea del "noi cristiani" e gli suggerisci la compiacenza unicamente nel « suo gruppo », non produrrai in lui il vero orgoglio spirituale, ma soltanto una vanità sociale, che è, al paragone, un orpello, un peccatuccio da nulla. Tu devi fare in modo che un sottile felicitarsi si infiltri in tutti i suoi pensieri senza mai permettergli di sollevare questa domanda: « Di che cosa, precisamente, mi sto congratulando? ». L'idea di appartenere a un circolo chiuso, di far parte di un segreto, è molto dolce al suo palato. Pizzica quel nervo.
Insegnagli, usando dell'influenza di codesta ragazza quando è nei momenti di maggiore stupidità, ad assumere un'aria di divertimento per le cose che dicono gli infedeli. Alcune teorie con le quali può venire in contatto nei moderni ambienti cristiani possono dimostrarsi qui di grande aiuto; le teorie, intendo dire, che ripongono
la speranza della società in qualche circolo chiuso di "dotti", in qualche minoranza educata di teocrati. Non è affar tuo se quelle teorie sono vere o false. La cosa più importante è di fare del cristianesimo una religione misteriosa nella quale egli si senta uno degli iniziati.






pag. 101,102 - l'orrore per la "cosa vecchia" e le "mode"


Mio caro Malacoda,
la vera preoccupazione che dà il gruppo nel quale si trova il tuo paziente è di essere unicamente cristiano. Ciascuno di loro ha interessi individuali, naturalmente, ma il legame rimane il cristianesimo. Ciò che noi desideriamo, se gli uomini diventano in qualche modo cristiani, è di mantenerli in quello stato mentale che io chiamo: « Il cristianesimo e ». Sai: il cristianesimo e la crisi, il cristianesimo e la nuova psicologia, il cristianesimo e l'ordine nuovo, il cristianesimo e la ricerca psichica, il cristianesimo e il vegetarianesimo, il cristianesimo e la riforma dell'ortografia. Se devono essere cristiani siano almeno cristiani con una differenza. Sostituisci alla fede stessa qualche moda con una tinta cristiana (occhio al mio precedente post...). Lavora sul loro orrore per la cosa vecchia, sempre quella.
L'orrore per la cosa vecchia, sempre quella, è una delle passioni più importanti che abbiamo prodotto nel cuore umano - una fonte infinita d'eresie in religione, di sciocchezza nel consiglio, d'infedeltà nel matrimonio, e d'incostanza nell'amicizia. Gli esseri umani vivono nel tempo, ed esperimentano la realtà per gradi successivi.
Perciò, al fine di farne molta esperienza, devono sperimentare molte cose diverse; in altre parole devono sperimentare il cambiamento. E poiché hanno bisogno di mutamento, il Nemico (essendo in fondo al cuore un edonista) ha reso loro piacevole il cambiamento, precisamente come ha reso piacevole il mangiare. Ma poiché non desidera che essi facciano del mutamento uno scopo fine a se stesso, non più del mangiare, ha equilibrato in essi l'amore a ciò che muta con l'amore a ciò che permane. È riuscito ad accontentare entrambi i gusti insieme nel mondo stesso che ha fatto, per mezzo di quell'unione di mutazione e di permanenza che noi chiamiamo "ritmo".







pag. 116 - vecchiaia e gioventù e l'attaccamento alla terra


La verità è che il Nemico, avendo stranamente destinato questi semplici animali a vivere nel suo stesso mondo eterno, li ha tenuti lontano con un successo abbastanza ben riuscito dal pericolo di sentirsi a casa propria altrove. Questa è la ragione per la quale dobbiamo spesso desiderare che i nostri pazienti vivano a lungo; settant'anni non sono troppo per il difficile compito di districare le loro anime dal cielo e di stabilire un tenace attaccamento alla terra. Durante la giovinezza ci accorgiamo che sfuggono sempre a una tangente. Anche se riusciamo a mantenerli nell'ignoranza di una religione
esplicita, i venti della fantasia, della musica sui quali non si può far assegnamento - magari solo il volto di una fanciulla, il canto di un uccello, o uno sguardo all'orizzonte
- ci fanno saltare per aria tutta la nostra costruzione. Non si vogliono applicare con impegno a far carriera nel mondo, a stringere relazioni prudenti, e alla politica della "pelle innanzitutto". È talmente inveterato il loro appetito per il cielo che, in questa fase, il miglior metodo a nostra disposizione per attaccarli alla terra è di farli credere che la terra può venir mutata in cielo a una data futura, per mezzo della politica, o dell'eugenetica, o della "scienza", o della psicologia, o di che so io. La vera mondanità è opera del tempo assistito, naturalmente, dall'orgoglio, poiché noi insegnamo loro a chiamare buon senso o maturità o esperienza, la morte che s'avvicina strisciando. Un grande filosofo umano arrivò quasi vicino a scoprire il nostro segreto quando affermò che, dove è questione di Virtù « l'esperienza è la madre dell'illusione »; ma, grazie al mutamento di moda, e anche, naturalmente, al "punto di vista storico", abbiamo reso il suo libro in gran parte innocuo.







pag. 125,126 - uno degli spunti più interessanti. Quante volte abbiamo sentito l'espressione "guarda cosa è un realtà" riferendosi ai soli fatti fisici... Attenzione al termine "emotività"


Probabilmente le scene delle quali è ora spettatore (parla della guerra) non offriranno materiale per un attacco intellettuale contro la,sua fede - i tuoi insuccessi precedenti ti hanno reso incapace di ottenere questo. Ma c'è una specie di attacco contro le emozioni che si può ancora tentare. Consiste nel fargli sentire, quando vedrà per la prima volta brandelli d'uomo appiccicati al muro, che questo è « ciò che il mondo è in realtà » e che tutta la sua religione non è che fantasia. T'accorgerai che noi li abbiamo completamente annebbiati sul significato della parola "realtà". Si dicono fra di loro, di qualche grande esperienza: « Tutto ciò che in realtà avvenne fu che tu hai ascoltato una musica in un palazzo illuminato »; qui "realtà" significa i nudi fatti fisici, separati dagli altri elementi nell'esperienza che hanno provato di fatto. D'altra parte, diranno anche: «Va tutto bene discutere quel tuffo dall'alto mentre stai qui seduto in poltrona, ma vacci tu là, e vedrai che cosa è in realtà »: il termine "realtà" viene usato in questo caso nel significato opposto, e vuol dire non i fatti fisici (che essi già conoscono mentre stanno discutendo seduti sulla poltrona) ma l'effetto emozionale che quei fatti avranno sulla coscienza umana. Entrambe le applicazioni del termine potrebbero essere difese: ma è nostro compito fare in modo che i due vadano insieme, sicché il valore emotivo della parola "realtà" possa essere messo una volta su una parte del conto, e un'altra volta sull'altra parte, come capita che ci convenga. La regola generale che abbiamo abbastanza ben radicata fra loro è che in tutte le esperienze che possono renderli più felici o migliori, soltanto i fatti fisici sono "reali", mentre gli elementi spirituali sono "soggettivi"; in tutte le esperienze che possono dar loro un senso di depressione, o corromperli, gli elementi spirituali sono la principale realtà e ignorarli significa essere di coloro che vogliono evadere.
Così, nella nascita il sangue e il dolore sono "reali", mentre il godimento è un puro punto di vista soggettivo; nella morte il terrore e la bruttezza rivelano ciò che la morte "realmente significa". L'odiosità di una persona odiata e "reale" - nell'odio si vedono gli uomini come sono, senza pericoli d'illusioni; ma l'amabilità di una persona amata è soltanto una nebbia soggettiva che nasconde un "reale" intimo nucleo di appetito sessuale e di associazione economica. La guerra e la povertà sono "realmente" orribili; la pace e l'abbondanza puri fatti fisici sui quali avviene che gli uomini abbiano certi sentimenti. Le creature si accusano continuamente fra di loro di voler « mangiare la torta e di mantenerla intatta »: ma grazie alle nostre fatiche si trovano più spesso nella spiacevole situazione di pagare per la torta e di non mangiarla. II tuo paziente, trattato come si deve, non avrà difficoltà alcuna a considerare la sua emozione alla vista delle viscere umane come una rivelazione di "realtà", e la sua emozione alla vista di bambini felici o del bel tempo come puro sentimento.
























[Modificato da LettereDiBerlicche 12/04/2008 0.16]

Maura


(Clive Staples Lewis 1898-1963, Le Lettere di berlicche, 1942)
"è importante esserci, più importante condividere ma più di tutto lo è testimoniare"

"Ogni regime totalitario è iniziato con la soppressione della libertà religiosa."