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Tra Fede e Scienza

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    Heleneadmin
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    00 06/12/2010 18:12
    Ordine e razionalità del cosmo: una delle prove filosofiche di Dio.
    antiuaar.wordpress.com/2010/12/06/ordine-e-razionalita-del-cosmo-una-delle-prove-filosofiche...


    Le parole rivolte recentemente da Benedetto XVI alla Pontificia Accademia delle Scienze ricalcano perfettamente il punto di vista di molti scienziati. Infatti, lo scienziato investiga la natura «percependo una costante, una legge, un logos [cioè una razionalità nella natura] che egli non ha creato, ma che ha invece osservato». Questa constatazione -continua il filosofo Lodovici su Avvenire- può portare a svolgere un ragionamento (filosofico o prefilosofico) che arriva ad affermare l’esistenza di Dio. È un argomento su cui l’attuale Pontefice ha insistito varie volte, fin da quando era professore universitario, per esempio in quel capolavoro che è la sua Introduzione al cristianesimo (1968), e poi, da Papa, per esempio nel discorso di Ratisbona (2006).

    Una delle prove di Dio che la tradizione filosofica ha elaborato parte proprio dall’ordine e dal finalismo del mondo. In altri termini -continua il filosofo-, la natura manifesta delle leggi e queste reclamano un Legislatore come condizione di possibilità, perché, per vari motivi, il caso non le può spiegare. La natura manifesta una razionalità che rinvia a una Ragione creatrice, cioè ad un Logos che la crea comprensibile alla nostra ragione umana e perciò la ragione scientifica può cimentarsi a indagarla. Per questo, mentre non rientra nel campo scientifico affermare l’esistenza dell’Architetto, lo è il ricercare ed individuare il suo progetto. È anche per questo motivo -ricorda Lodovici- che la maggior parte degli scienziati di tutti i tempi è composta da credenti (assai spesso cristiani), tra cui molti ecclesiastici: Galileo, Newton, Galvani, Volta, Heisenberg, Einstein, Maxwell, Fermi, Eccles e Carrel, e gli ecclesiastici Mendel, Stenone, Spallanzani, Mercalli e Florenskij….

    E’ lo stesso ragionamento, fra i tanti, di Roger Trigg, epistemologo dell’Università di Warwick: «La ricerca scientifica assume che il mondo sia ordinato. Si dà per scontanto che esistano delle regolarità da osservare. Ma in un certo senso è eccezionale che il mondo fisico sia tanto ordinato. E’ solo questione di caso? L’ordine che la scienza scopre nella natura riflette in qualche modo la mente del creatore dietro le cose. In altre parole, l’ordine ha una base religiosa. In qualche modo Dio ha creato un mondo che ci mosta qualcosa della sua mente e dellla sua razionalità» (da Stannard, La scienza e i miracoli, TEA 2006, pag. 230-231). Il fisico Angelo Tartaglia, membro della Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione, ha affermato qualcosa di molto simile nel suo recentissimo libro, “La luna e il dito“ (Lindau 2009): «Considerando l’evoluzione delle specie viventi e dell’universo inanimato, è facile la sensazione che ciò che accade sia, bene o male, inquadrato in un disegno finalistico. Nasce il sospetto che alla base ci sia un progetto intelligente. E’ una sensazione percepita e menzionata sotto tutti i cieli e in tutte le culture»
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    Heleneadmin
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    00 15/01/2011 19:16
    L’astrofisico Sandage: «non è credibile un universo privo di architetto. Senza Dio, niente ha senso».
    antiuaar.wordpress.com/2011/01/10/lastrofisico-sandage-%C2%ABnon-e-credibile-ununiverso-privo-di-architetto-senza-dio-niente-ha-sens...


    Uno dei più importanti astrofisici del XX secolo è morto poche settimane fa. Si tratta di Allan Sandage, assistente di Edwin Hubble, di cui ne proseguì il lavoro. Da devoto cristiano, ha spesso accettato di parlare su rapporto tra scienza e fede (le citazioni sono prese da M. Bersanelli, M. Gargantini; Solo lo stupore conosce: l’avventura nella ricerca scientifica, BUR 2003, pag. 336-338 e da un articolo apparso in questi giorni su La Bussola Quotidiana): «E’ chiaro che ciascuna tratta un aspetto differente della realtà. La Bibbia non è certo un libro di scienza: uno non la studia per trovarci le intensità e le lunghezze d’onda delle linee di Balmer per l’idrogeno, né la scienza ha a che fare con le proprietà ultime spirituali del mondo, che sono anch’esse reali. La scienza può rispondere solo a un tipo fissato di domande, che concernono il “cosa”, il “dove” e il “come”. Con il suo metodo, potente quanto esso sia, non risponde (e in verità non può) al “perché”. Perché gli elettroni hanno tutti la stessa carica e massa? Perché c’è qualcosa invece che niente? Perché così tanti processi sono così profondamente interconnessi? Io credo che ci sia una chiara responsabilità per la Chiesa di capire e di credere nei risultati straordinari e nelle pretese della scienza: il suo successo è semplicemente troppo evidente e visibile per essere ignorato. E’ altresì incombente per gli scienziati di capire che la scienza è incapace, a causa delle limitazioni del suo metodo, di spiegare e capire ogni cosa della realtà»».

    Riferendosi probabilmente a qualche suo collega: «Gli scienziati che sono contenti di vivere come riduzionisti materialisti non ammetteranno mai un mistero nelle cose che vedono, sempre rinviando di volta in volta, aspettando una spiegazione riduzionista per ciò che è ancora ignoto. Ma portare questo credo riduzionista al livello più profondo (e indefinito sempre rimarrà), quando «la scienza conoscerà ogni cosa», è esso stesso un atto di fede, che nega che ci possa essere qualcosa di sconosciuto alla scienza, almeno per principio. Ma le cose dello spirito non sono cose della scienza. Se Dio non esistesse, la scienza dovrebbe inventare il concetto che spieghi ciò che sta scoprendo al suo nocciolo. Suona ancora vero il detto di Abelardo del XII secolo: “La verità non può essere contraria alla verità. Le scoperte della ragione devono accordarsi con le verità della Scrittura, altrimenti il Dio che ci ha date entrambe ci ha ingannati, con l’una o con l’altra”. Se non c’è Dio, niente ha senso. La casualità, promossa dagli atei, è basata su un inganno, che segue già dalle loro premesse iniziali, che esse vogliono fare su se stessi».

    Parlando delle recenti scoperte astronomiche: «La scoperta dell’espansione dell’universo con le sue conseguenze riguardanti la possibilità che astronomi abbiano identificato l’evento della creazione, mette veramente la cosmologia astronomica vicino al tipo di teologia naturale medievale che ha cercato di trovare Dio identificando la causa prima. Gli astronomi possono aver trovato il primo effetto, ma non quindi, necessariamente, la causa prima cercata da Anselmo e Tommaso. Nessuna scoperta astronomica ci dice perché l’evento è successo. Ma la natura di Dio non deve essere trovata dentro ciascuna parte di queste scoperte della scienza».

    E ancora: «Il mondo è troppo complesso in tutte le sue parti e interconnessioni per essere dovuto solamente al caso. Sono personalmente convinto che l’eistenza della vita con tutto il suo ordine in ognuno dei suoi organismi è semplicemente messa insieme troppo bene. Ciò diventa più stupefancete ogni anno, via via che i risultati scientifici diventano più dettagliati. Ogni parte di un corpo vivente dipende da tutte le altre parti (del corpo) per poter funzionare. Come fa ogni parte a saperlo? Come ogni parte si differenzia al concepimento? Più si studia la biochimica, più diventa incredibile senza che ci sia una qualche sorta di principio organizzatore -un architetto per chi crede. A causa di ciò, molti scienziati sono portati alla fede dal loro lavoro. Lo scienziato, detto con Anselmo, può «credere per capire» quello che vede, piuttosto che «capire per credere».

    Sandage ha determinato l’età degli ammassi globulari e ha contribuito alla calibrazione delle «candele standard» (per misurare distanza delle galassie più lontane). Si è dedicato particolarmente al calcolo dell’eta dell’universo ed è stato il primo a riconoscere l’esistenza di quasar privi di intensa emissione radio. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in ambito scientifico: tra gli altri, la Eddington Medal della Royal Astronomical Society nel 1963, la medaglia d’oro di Papa Pio IX nel 1966 e la medaglia Elliot Cresson del Franklin Institute nel 1973. Nel 1971 ha ricevuto la National Medal of Science, il maggiore riconoscimento scientifico negli Stati Uniti. Più recentemente ha vinto il Premio Crafoord dell’Accademia Reale svedese delle Scienze nel 1991 e il Cosmology Prize della Fondazione Peter Gruber nel 2000.
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    Heleneadmin
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    antiuaar.wordpress.com/2011/01/24/lastrofisico-bersanelli-plaude-al-discorso-di-benedetto-xvi-s...

    L’astrofisico Bersanelli plaude al discorso di Benedetto XVI sui Magi
    InFamosi credenti, cristiani, cattolici, Scienza e Fede su 24 gennaio 2011 a 18:02

    «La figura dei Magi che da lontano giungono a Betlemme seguendo la luce di una stella è un’immagine magnifica dell’uomo che cerca la verità attraverso l’osservazione della natura». Così inizia un articolo di Marco Bersanelli, docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano e collaboratore presso IASF, Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Agenzia Spaziale Europea, su Il Sussidiario. Bersanelli si occupa di cosmologia osservativa, in particolare dell’osservazione dell’universo primordiale attraverso il Fondo Cosmico di Microonde. Attualmente è a capo della progettazione e sviluppo del Low Frequency Instrument utilizzato dal satellite Planck. Continua l’astrofisico: «Ancora una volta, in occasione della festa dell’Epifania, Benedetto XVI ci ha regalato un intervento con spunti di straordinaria bellezza che interrogano l’esperienza non solo dell’uomo di fede, ma di chiunque sia impegnato in una seria ricerca. Un ricercatore, in effetti, non inizia la sua indagine se non assumendo che la realtà fisica nasconda in sé un senso, sia costruita secondo una razionalità o un ordine che lui è in grado di decifrare attraverso segni accessibili alla sua esperienza. Può non chiamarlo “Dio” come fa Benedetto ma, più o meno consapevolmente, ogni ricercatore nella tenacia del suo agire esprime una fede incrollabile in questa “misteriosa” razionalità impressa nel reale». Tutto il contrario della «presunzione razionalistica moderna, della quale un po’ tutti siamo vittime, per cui l’uomo pretende di rinchiudere nella propria corta misura il criterio di ciò che esiste e di ciò che non esiste, e in cui la libertà è come bloccata e incapace di lasciarsi commuovere da qualunque cosa. Così, al di là dell’interessante dibattito sull’interpretazione astronomica della “stella” dei Magi (molto probabilmente la congiunzione dei tre pianeti Marte, Giove e Saturno, fenomeno rarissimo datato nell’anno 7 A.C. del nostro calendario), la questione che il papa pone è quale sia lo scopo ultimo del ricercare e del conoscere. «L’universo», commenta, «non è il risultato del caso, come alcuni vogliono farci credere». Conclude il ricercatore: «La conoscenza scientifica non è «in concorrenza con la fede»: essa mette in luce nuovi e straordinari aspetti del reale, ma non è in grado di rispondere alle questioni che all’uomo maggiormente stanno a cuore: il senso della suo vivere e soffrire, il significato delle cose, il valore della singola persona, il suo desiderio di felicità, la sua esperienza di tradimento e di perdono. Così la scienza, meraviglioso e potente metodo conoscitivo, diventa una «limitazione della mente» se pretende di assorbire tutta la capacità conoscitiva dell’uomo»
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    Heleneadmin
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    00 25/06/2011 20:53
    www.uccronline.it/2011/06/16/la-rivista-nature-e-la-nascita-della-scienza-dal-cristi...

    Sul sito web di Nature, una delle riviste scientifiche più importanti del mondo, è apparso un articolo che recensisce l’ultimo lavoro di James Hannam, dottore in Storia e Filosofia della Scienza presso l’Università di Cambridge, intitolato “La genesi della scienza: come il cristianesimo medioevale ha lanciato la rivoluzione scientifica“. Il libro è stato selezionato per l’assegnazione del Royal Society Science Book Prize.

    Pochi sono i temi rischiano di essere fraintesi come il rapporto tra fede e ragione, introduce il ricercatore. «Lo scontro in corso tra l’evoluzione e il creazionismo oscura il fatto che il cristianesimo ha effettivamente avuto un ruolo molto più positivo nella storia della scienza di quanto comunemente si creda. Infatti, molti degli esempi sul fatto che la religione ostacoli il progresso scientifico si sono rivelati falsi». Il docente di Cambridge spiega che, per esempio, «la Chiesa non ha mai insegnato che la Terra fosse piatta e, nel Medioevo, nessuno la pensava così, comunque. I Pontefici non hanno cercato di vietare nulla, né hanno scomunicato qualcuno per la cometa di Halley. Nessuno, sono lieto di dirlo, è stato mai bruciato sul rogo per le sue idee scientifiche. Eppure, tutte queste storie sono ancora regolarmente tirate fuori come esempio di intransigenza clericale nei confronti del progresso scientifico».

    Hannam cita ovviamente Galileo, che fu processato per essersi voluto intromettere in fatti religiosi senza avere alcuna prova, come la Chiesa cattolica chiedeva, ma solo con una semplice ipotesi. Tuttavia questo caso, «mette a malapena in ombra tutto il sostegno che la Chiesa ha dato alla ricerca scientifica nel corso dei secoli». La Chiesa ha sostenuto lo studio delle scienze anche dal punto di vista finanziario, ad esempio. Fino alla Rivoluzione francese, infatti, «la Chiesa cattolica è stata lo sponsor principale della ricerca scientifica. La chiesa anche insistito sul fatto che la scienza e la matematica avrebbero dovuto essere obbligatoria nei programmi universitari. Nel XVII secolo, l’ordine dei Gesuiti era diventata la principale organizzazione scientifica in Europa, con la pubblicazione di migliaia di documenti e la diffusione di nuove scoperte in tutto il mondo. Le cattedrali sono state progettate anche come osservatori astronomici per la determinazione sempre più precisa del calendario». Senza poi dimenticare che la sincera e devota fede di tutti i grandi scienziati della storia, i quali hanno fondato le discipline scientifiche come la geologia e la genetica.

    Il sostegno alla ricerca scientifica è stato giustificato dal fatto che «i cristiani hanno sempre creduto che Dio ha creato l’universo e ordinato le leggi della natura. Studiare il mondo naturale significava ammirare l’opera di Dio. Questo “dovere religioso” ha ispirato la scienza quando c’erano pochi altri motivi per preoccuparsi di essa. È stata la fede che ha portato Copernico a respingere l’universo tolemaico, a spingere Keplero a scoprire la costituzione del sistema solare, e che convinse Maxwell dell’elettromagnetismo». Il Medioevo, l’epoca più dominata dalla fede cristiana, è stato un periodo di innovazione e progresso. L’autore cita l’invenzione dell’orologio meccanico, dei bicchieri, della stampa e la contabilità. Nel campo della fisica, gli studiosi hanno trovato oggi le teorie medievali sul moto accelerato, la rotazione della terra e l’inerzia.

    Il ricercatore di Cambridge accusa il secolo illuminista e Voltaire della genesi della leggenda nera sull’opposizione del cristianesimo alla scienza. I filosofi francesi hanno attaccato la Chiesa per motivi politici, poi ci ha pensato l’ingelse TH Huxley, il “mastino di Darwin”, a prolungare questa falsità, per foraggiare la sua lotta di liberazione della scienza britannica da ogni sorta di influenza clericale. «Tuttavia, oggi, la scienza e la religione sono le due forze più potenti intellettuali del pianeta. Entrambi sono capaci di fare enormi bene, ma le loro possibilità di farlo sono molto maggiori se esse possono lavorare insieme», ha concluso lo storico della scienza.


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    Heleneadmin
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    00 25/06/2011 21:00
    www.uccronline.it/2011/06/15/ricerca-usa-il-22-degli-scienziati-atei-si-definisce-spi...
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    Heleneadmin
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    www.uccronline.it/2011/06/13/il-genetista-george-church-%C2%ABil-rapporto-tra-scienza-e-fede-e-vasto-e-fertil...

    Il genetista molecolare americano George Church, docente di Genetica presso la Harvard Medical School e uno dei migliori scienziati americani, noto anche per aver contribuito a progettare il primo “metodo” diretto di sequenziamento del DNA, è intervenuto dando la sua opinione sul tema “scienza e fede”.

    Ha risposto infatti ad una domanda diretta di un suo lettore, su www.reddit.com, circa l’evidenza dell’esistenza di Dio dal punto di vista scientifico.

    Non ha preso direttamente in considerazione l’assurda domanda, ma ha parlato del rapporto tra “scienza e fede”: «Alcune persone pensano che la scienza e la fede non abbiano nulla in comune. Ma una notevole quantità di fede guida la scienza tutti i giorni -e spesso la religione affronta anche tematiche scientifiche (ad esempio, la fisica / biologia dei miracoli, antiche divinità, Galileo). Se la fede non avesse incidenza sul nostro cervello fisico, allora attraverso quali meccanismi essa ha impatto sulle nostre conversazioni? Miliardi di esseri umani (in senso molto realmente scientifico), hanno fede. La sovrapposizione è vasta e fertile. Come impariamo molte informazioni circa la natura, per molti di noi, questo rafforza notevolmente, e non diminuisce, il nostro timore».
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