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Scienza e Nuovo Ordine Mondiale: come farci accettare l'inaccettabile - di Andrew Gavin Marshall PDF Stampa E-mail
19/07/2010
Nel 1932, Aldous Huxley scrisse il suo romanzo di fantascienza “ Brave New World,” “Il Mondo Nuovo”, in cui osservava l’emergere delle dittature scientifiche del futuro. Nel suo saggio del 1958, “Brave New World Revisited,” (Rivisitazione del Mondo Nuovo) Huxley esaminava dove era ora arrivato il mondo, nel breve lasso di tempo da quando il libro era stato pubblicato e dove il mondo stava dirigendosi.
Huxley scriveva:
“Nella politica, l’equivalente del pieno sviluppo di una teoria o sistema filosofico è una dittatura totalitaria. Nella economia, l’equivalente di un’opera d’arte composta in modo meraviglioso è la fabbrica che funziona senza intoppi ed in cui i lavoratori sono perfettamente adattati alle macchine. La Volontà di Ordinare può rendere tiranni coloro che semplicemente aspirano a far pulizia del casino. La bellezza delle cose a posto viene usata come giustificazione per il dispotismo” .[1]
Huxley spiegava che, “i soggetti del futuro dittatore saranno regimentati in modo indolore da corpi di ingegneria (manipolazione) sociale altamente addestrati” e citava un “fautore di questa nuova scienza” dicendo che “la sfida della ingegneria sociale, nei nostri tempi, è come quella ingegneria tecnologica di 50 anni fa. Se la prima metà del ventesimo secolo fu l’era della ingegneria tecnologica, la seconda parte potrà ben essere di quella sociale”.
Cosi, proclamava Huxley: “il XXI° secolo, suppongo, sarà l’era dei Controllori del Mondo, del sistema della casta scientifica e del “ Brave New World.”[2]
Nel 1952, Bertrand Russell, un filosofo britannico, storico, matematico e critico sociale scrisse il libro “The Impact of Science on Society” (L’impatto della Scienza nella Società) in cui ammoniva ed esaminava come la scienza e la rivoluzione tecnologica, stavano cambiando e avrebbero cambiato la società. In tale libro Russell spiegava:
“Credo che l’argomento che sarà di massima importanza politicamente è la psicologia di massa, che, parlando scientificamente, non è uno studio molto avanzato … Tale studio è immensamente utile agli uomini pratici, sia che vogliano diventare ricchi o acquisire il governo. Come scienza è, ovviamente, fondato sulla psicologia individuale ma finora ha impiegato metodi ad indicazione generale, basati su una sorta di buon senso intuitivo. La sua importanza è enormemente cresciuta con l’aumento dei metodi moderni di propaganda. Tra questi, quello più influente, è quel che viene definito “educazione”.La religione vi gioca un ruolo, sebbene sia in diminuzione; la stampa il cinema e la radio giocano un ruolo in crescendo.
Ciò che è essenziale nella psicologia di massa è l’arte della persuasione. Se fate un paragone con un discorso di Hitler e diciamo con uno di Edmund Burke, vedrete che passi sono stati fatti nell’arte dal diciottesimo secolo. Ciò che precedentemente non aveva funzionato era che le persone avevano letto nei libri che l’uomo è un animale razionale ed avevano incorniciato le loro discussioni in questa ipotesi
Sappiamo che le fanfare e l’essere molto in vista fanno molto di più ai fini della persuasione di quanto non lo possa fare il più elegante treno di sillogismi. Si può anche sperare che nel tempo tutti saranno in grado di persuadere chiunque su ogni cosa, basta catturare il giovane paziente ed avere sovvenzioni di denaro e strumentazione da parte dello stato. Questo tema farà grandi passi, quando gli scienziati lo assumeranno sotto una dittatura scientifica”.[3]
Russell andò oltre nell’analizzare la questione se “una dittatura scientifica” fosse più stabile di una democrazia, postulando che:
“A parte il pericolo della guerra, non vedo ragioni per cui un tale regime dovrebbe essere instabile. Dopotutto, molti dei paesi civili e semi-civili, noti alla storia hanno avuto una grande classe di schiavi o servi, completamente subordinata ai loro proprietari. Non c’è nulla nella natura umana che renda impossibile la persistenza di un simile sistema. E tutto lo sviluppo della tecnica scientifica lo ha reso più facile di quanto era solito essere in passato al fine di mantenere un ruolo dispotico di una minoranza. Quando il governo controlla la distribuzione del cibo, il suo potere è assoluto per il tempo in cui può contare sulla polizia e le forze armate, la cui fedeltà può essere assicurata dando loro alcuni dei privilegi della classe che è al governo. Non vedo come alcun movimento interno di rivolta possa mai portare libertà agli oppressi in una dittatura scientifica moderna.[4]
Ricorrendo al concetto reso popolare da Aldous Huxley – quello che le persone amano il loro essere servi - Bertrand Russell spiegò che sotto una dittatura scientifica:
“Ci si deve aspettare che progressi nella fisiologia e psicologia, daranno ai governi più controllo sulla mentalità dell’individuo, più di quanta ne abbiano ora persino in paesi totalitari. Fichte disse che l’educazione (nel senso di istruzione ovviamente, ndt) dovrebbe avere per scopo quello di distruggere il libero arbitrio cosicchè, dopo che gli scolari hanno lasciato la scuola, saranno incapaci, per tutto il resto della loro vita, di pensare od agire se non come avrebbero desiderato i loro maestri e professori.
La dieta, le punture e le ingiunzioni si mischieranno dalla giovane età, per produrre una sorta di carattere e di credenze considerate desiderabili dalle autorità ed ogni seria critica dei poteri che ci potesse essere, diventerà psicologicamente impossibile. Anche se tutti saranno alla povertà, tutti si considereranno felici perché il governo dirà loro che lo sono.[5]
Russell spiegò anche che “la completezza del controllo sull’opinione, che ne derivava, dipende in vari modi dalla tecnica scientifica. Dove tutti i bambini vanno a scuola e tutte le scuole sono controllate dal governo, le autorità possono chiudere le menti dei giovani nei confronti di tutto ciò che sia contrario alla ortodossia ufficiale ”.[6]
Russell successivamente proclamò nel suo libro che, “una società di un mondo scientifico non può essere stabile a meno che non ci sia un governo mondiale.”[7]
Elaborò anche questi pensieri:
"Fintanto che non c’è un governo mondiale, che assicuri un controllo delle nascite universale, ci devono essere di tanto in tanto delle grandi guerre, in cui la penalità per la sconfitta sia una vasta morte per carestia. Questo è esattamente lo stato attuale del mondo ed alcuni possono sostenere che non ci sono ragioni per cui non dovrebbe continuare cosi per secoli. Io personalmente non credo sia possibile.
Le due grandi guerre di cui abbiamo fatto esperienza, hanno abbassato il livello di civiltà in molte parti del mondo, e la prossima è pressocchè certo che aumenterà ancora più il conto in tale direzione.
Fino a che, ad un certo punto, un potere - o gruppi di potere- emergerà vittorioso e procederà a stabilire un unico governo mondiale con il monopolio delle forze armate, è chiaro che il livello di civiltà dovrà continuamente diminuire fino al punto in cui la guerra scientifica diventi impossibile, ossia fino a che la scienza non sarà estinta.[8]"
Russell spiega che l’eugenetica gioca un ruolo centrale nella costruzione di qualsiasi dittatura scientifica mondialista,, affermando che : ”gradualmente, allevando selettivamente le persone, le differenze congenite tra governatori e governati aumenteranno fino a diventare quasi delle differenze nelle specie. Impossibile pensare ad una rivolta delle plebi tanto quanto ad una insurrezione organizzata di pecore contro la pratica del mangiare montoni.”[9]
Nel discorso del 1962 alla università UC Berkeley, Aldous Huxley parlò del mondo reale che stava diventando l’incubo del ‘Brave New World’ che aveva previsto. Huxley parlò primariamente della “Rivoluzione Finale” (the ‘Ultimate Revolution’) che si concentrava sul controllo comportamentale delle persone. Di questa “Rivoluzione finale” Huxley disse che:
“In passato, possiamo dire che tutte le rivoluzioni hanno essenzialmente avuto come scopo quello di cambiare l’ambiente per poter cambiare l’individuo. C’è stata una rivoluzione politica, una economica… una religiosa. Tutte avevano per scopo, come ho detto, non direttamente l’essere umano, ma il suo ambiente circostante, cosicché modificandolo si raggiungeva – rimuovendolo- un effetto sull’essere umano.