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La Siria sta vincendo nella battaglia della propaganda mediatica

Sia i media statunitensi che quelli europei hanno diffuso ultimamente decine di articoli e di inchieste sulla Siria, che trattano tematiche che essi stessi avevano passato sotto silenzio per più di un anno. Le immagini delle atrocità commesse dai ribelli sono state pubblicate e le foto sulle decapitazioni, sui fatti di cannibalismo ed altri atti barbari attuati dai pseudo rivoluzionari hanno fatto la loro comparsa sui media occidentali. Questo cambiamento di tono si vede, soprattutto spiegato con la severa critica contro Obama realizzata da Fox News per mezzo della celebre giudice Jeanine Pirro lo scorso 12 Settembre. Questo network televisivo, di tendenza conservatrice, ha infatti svolto una campagna politica contro la decisione dell’Amministrazione Obama di attaccare la Siria. La sua conclusione è stata che Obama voglia lanciarsi in una nuova avventura militare al servizio di Al Quaeda che combatte contro lo Stato della Siria.

www.westernjournalism.com/watch-judge-jeanine-pirro-destroy-obam...

I fatti gli hanno dato ragione. Al Quaeda ha lanciato più di una settimana fa un attacco su larga scala per prendere il controllo del nord della Siria dopo di aver esteso il proprio controllo su grandi porzioni della regione di Deir Ezzor, Hassakè e Raqqua. Nello stesso tempo, il primo vicedirettore del Servizio federale di Sicurezza Russo (FSB), Serguei Smirnov, ha dichiarato che circa 300/400 mercenari russi combattono in Siria nelle fila degli estremisti. Questi mercenari finiranno per ritornare e questo naturalmente rappresenta un gran pericolo, ha riferito Smirnov.

Il mercoledì scorso, il ministro francese degli Interni, Manuel Valls, ha affermato che circa 130 francesi combattono attualmente nelle fila degli estremisti siriani, sottolineando che il loro ritorno in Francia sarà una fonte di inquietudine in ragione del pericolo potenziale che possono rappresentare. Questo cambiamento di impostazione nei media occidentali risulta dovuto, in primo luogo, al fallimento della guerra portata avanti contro lo Stato siriano da circa due anni e mezzo da parte dei governi occidentali, dalle petro-monarchie del Golfo e dalla Turchia.

Inoltre tutti i sondaggi fatti in USA, Francia, Germania e Regno Unito hanno mostrato il rifiuto nelle opinioni pubbliche di una guerra contro la Siria. Nel Regno Unito il Parlamento ha riscontrato la volontà popolare proibendo al primo ministro, David Cameron, di partecipare all’aggressione contro Damasco. L’opposizione popolare ad una nuova guerra si spiega per le sconfitte subite dagli USA e dei suoi alleati in Irak, in Afghanistan e nella striscia di Gaza nonché nelle tre guerre israeliane contro il Libano nel ’93, nel ’96 e nel 2.000. Questi conflitti hanno avuto gravi ripercussioni per le economie occidentali ed hanno lasciato profonde tracce nella memoria collettiva dei popoli. La resistenza dell’Esercito e del popolo siriano di fronte alla guerra internazionale lanciata contro la Siria, la caduta dei Fratelli Musulmani in Egitto e l’indebolimento della posizione della Turchia hanno rafforzato nell’opinione pubblica la resistenza contro la guerra.

Una buona parte degli articoli e delle inchieste pubblicate nei media occidentali iniziano a dare adesso un’ immagine più vicina alla realtà di quello che sta succedendo in Siria: uno Stato disponibile a procedere a riforme serie che si trova in guerra contro bande di mercenari estremisti, in maggioranza membri di al Qaeda. Le “democrazie di facciata” insediate dall’Occidente e dalle sue marionette nel mondo Arabo sono sprofondate per mostrare poi il vero volto della ribellione: i gruppi takfiris, criminali, assassini di bambini, stupratori di donne, tagliagole e cannibali. Si è dimostrato che questi individui sono reclutati, addestrati, armati, finanziati ed alimentati dalle “illustri democrazie” saudita e del Quatar.

Nel corso delle sue recenti apparizioni davanti ai media occidentali, il presidente siriano ha ottenuto di rompere il muro di silenzio ed è riuscito a mostrare all’opinione pubblica la vera immagine che trasmette il suo paese. Con i suoi argomenti, il suo buon senso, la sua logica, basata su fatti, prove e cifre, è riuscito a convincere molte persone, sia cittadini normali che membri delle elites intellettuali e politici onesti. Di sicuro l’opinione pubblica occidentale non si è orientata a favore del regime di Assad, tuttavia si è captata la realtà di quello che sta succedendo in Siria. Una verità che la gigantesca macchina mediatica e corporativa, controllata dai governi degli USA, dell’Europa e dai paesi del Golfo ha cercato di occultare da circa due anni e mezzo.

Dopo aver ottenuto una vittoria politica e diplomatica, con l’aiuto dell’alleato russo e prendendo l’iniziativa sul terreno militare, con l’appoggio degli Hezbollah e dell’Iran, la Siria sta ora vincendo la battaglia della comunicazione. Un altro fattore dominante nel cambiamento di attitudine dell’opinione occidentale è stato rappresentato dall’atteggiamento del Vaticano. La Santa Sede è nettamente ostile ad una aggressione militare contro la Siria. La sua posizione deriva dalla preoccupazione di difendere la causa delle comunità cristiane d’Oriente la cui esistenza risulta oggi minacciata dai gruppi di takfiris che cercano di distruggere l’ultimo stato laico del Medio Oriente che garantisce la libertà religiosa a tutti i cittadini. La “giornata di preghiera” per la Siria, convocata dal Vaticano lo scorso 7 Settembre, è arrivata come messaggio a milioni di fedeli nelle Chiese del mondo intero, incluse quelle degli Stati Uniti.

di Ghaleb Kandil
Traduzione libera: Luciano Lago
23 settembre 2013
Fonte: www.almanar.com.lb/spanish/adetails.php?eid=41546&cid=23&fromval=1&frid=23&seccatid=67&...

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[Modificato da wheaton80 25/09/2013 19:00]