00 30/08/2013 13:09
Siria, dietrofront degli inglesi. Obama:"Intervento sarà limitato"

Sono bastati 13 voti per ridefinire completamente lo scacchiere internazionale rispetto alla questione siriana: 13 voti con cui il parlamento britannico ha 'bocciato' la mozione governativa che tentava di ottenere un 'via libera' all'intervento armato nel paese di Bashar al-Assad. Prima della votazione il premier inglese David Cameron aveva provato a convincere i parlamentari con un'arringa basata sull'evidenza, a suo dire, delle responsabilità del regime siriano rispetto all'attacco con armi chimiche avvenuto il 21 agosto, aggiungendo che lo stesso non può avere ne un movente ne una giustificazione e concludendo con una sorta di sfida, lanciata alle due camere, che avrebbero dovuto scegliere tra l'agire e il non agire. Passati i momenti di dibattito e del voto, la decisione finale ha spiazzato il primo ministro, i cui piani di un attacco a Damasco spalla a spalla con gli Usa si sono infranti sull'inequivocabile risultato di 285 voti contrari rispetto ai 272 favorevoli. La conclusione lascia l'amaro in bocca non solo a Cameron, che afferma di rispettare la decisione del parlamento nonostante continui a ritenere necessaria una risposta armata all'uso di armi chimiche, ma anche agli alleati di sempre d'oltreoceano: è infatti la prima volta dal 1989, anno dell'invasione di Panama, che gli Stati Uniti non possono contare sull'appoggio della Gran Bretagna. Stando ad una ricostruzione del Daily Telegraph gli americani sarebbero 'lividi' rispetto al risultato della votazione del parlamento, mentre subito dopo la notizia della 'ritirata' britannica su un'eventuale attacco, arrivano le parole della portavoce del Consiglio di sicurezza Usa Caitlin Hayden:"Continueremo a consultarci con il governo inglese, uno dei nostri alleati più vicini. Le decisioni del presidente Obama saranno guidate da quelli che sono i migliori interessi degli Stati Uniti. Il presidente ritiene che ci siano in gioco interessi per gli Usa e che i paesi che violano le norme sul divieto di armi chimiche devono essere ritenuti responsabili". Ma nonostante Washington sia ancora alla ricerca di una 'coalizione internazionale' favorevole all'intervento, che permetterebbe di bypassare qualsiasi 'no' dell'Onu, i toni dell'amministrazione Usa si fanno meno 'pesanti', probabilmente anche in risposta al forte malumore che cresce tra il popolo americano che non vede di buon occhio un ulteriore impegno militare. Proprio per questo motivo un sempre più solo Barack Obama afferma:"Non abbiamo preso ancora alcuna decisione, ma quando e se la prenderemo, l'intervento in Siria sarà limitato, non vogliamo un lungo conflitto", nel tentativo di allontanare dalle menti dei cittadini Usa esempi come l'Iraq. "Qualora decidessimo di entrare in azione - ha concluso infatti il presidente Usa -, in Siria possiamo utilizzare un approccio che non ci faccia ripiombare in una lunga guerra o una ripetizione dell'intervento in Iraq. Gli Stati Uniti non hanno alcun interesse a partecipare alla guerra civile siriana".

Luca Lampugnani | 30.08.2013
it.ibtimes.com/articles/55040/20130830/siria-usa-uk-parlamento-cameron-obama-intervento-votazione.htm#ixzz2...