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Crollo del ponte Morandi: demolizione controllata?

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    wheaton80
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    00 18/08/2018 18:17



    Dall'analisi dell'unico video disponibile, sembra di poter evidenziare tre esplosioni che non hanno alcuna attinenza con fulmini o fenomeni simili. Risulta che i flash precedono il collasso della struttura, crollo che si sviluppa dapprima con il cedimento della sezione degli stralli in cemento precompresso e, successivamente, del pilone portante. Pochi istanti dopo una nube di detriti polverizzati (nel sottocodice della vulcanologia è definita "nube piroclastica") è scagliata a centinaia di metri di distanza dal viadotto. Questo fenomeno si verifica solo in due casi:

    a) Eruzione vulcanica
    b) Demolizione controllata con nanotermite

    Le riprese sono state effettuate dagli uffici di Ansaldo Energia

    [...]

    Rosario Marcianò

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    wheaton80
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    00 21/08/2018 00:13
    Crollo ponte Morandi:“Colpa di privatizzazioni e austerity”

    “La tragedia del crollo del ponte autostradale di Genova è la dimostrazione del fallimento dei due assi prevalenti sui quali si sono articolate le scelte politiche italiane degli ultimi 20-30 anni: le privatizzazioni e l’Europa”. La pensa cosí Domenico Moro, ricercatore ISTAT che in un’intervista al sito AbruzzoWeb spiega:“Integrazione europea e privatizzazioni sono due fattori strettamente legati tra di loro dalla concezione indiscutibile della superiorità del mercato autoregolato e del privato (in altre parole del capitalismo). Inoltre, le massicce privatizzazioni degli anni ’90 erano motivate dalla necessità di fare cassa per ridurre il debito pubblico e così poter entrare in una Europa che vedeva e vede l’intervento statale come un aspetto negativo da ridurre il più possibile. Non si capisce, quindi, come si possano assolvere vent’anni di austerity e di neoliberismo europei ed esaltare una specie di placebo come il piano di investimenti Junker. È molto tempo, dagli anni ’90, che in Italia è prioritario perseguire la disciplina di bilancio e privatizzare. Ciò ha provocato prima il blocco e poi la drastica riduzione degli investimenti fissi, che non può che condurre a un deterioramento delle infrastrutture. Solo per fare un esempio percepibile da tutti, lo stato delle strade in molte regioni e città, a partire da Roma, è giunto a condizioni di degrado insostenibile”. Intanto, parte male la settimana per il titolo Atlantia, che venerdì aveva cercato di recuperare terreno (+5,7% alla chiusura) dopo i fortissimi cali seguiti al crollo del ponte Morandi di Genova, martedì scorso, gestito da Autostrade per l’Italia, controllata del gruppo che fa capo alla famiglia Benetton. Oggi Atlantia, dopo non essere riuscita a fare prezzo in apertura, ha iniziato gli scambi con un ribasso del 9,57% a 17,41 euro per azione, poi ha ridotto leggermente le perdite e cede ora il 7,9% a 17,82 euro (il FTSE MIB, il listino di riferimento, non risente del nuovo scivolone e sale al momento dello 0,3%). Torna a scendere anche la capitalizzazione di mercato di Atlantia, pari a circa 14,7 miliardi di euro, contro i 16 circa della chiusura di venerdì, e i 20,5 miliardi di lunedì, prima del crollo del viadotto.

    Mariangela Tessa
    20 agosto 2018
    www.wallstreetitalia.com/crollo-ponte-morandi-colpa-di-privatizzazioni-e-au...
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    wheaton80
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    00 21/08/2018 22:06
    Il Ponte Morandi è stato fatto brillare?

    www.youtube.com/watch?v=epQXaNsoHDs&feature=youtu.be

    Il 14 agosto 2018 a Genova è crollata una sezione di 250 metri del Ponte Morandi, autostrada a quattro corsie. Un ingegnere civile in pensione, specializzato nella costruzione di ponti, ha analizzato un video del crollo arrivando alla conclusione che il crollo del ponte potrebbe essere stato causato da un'esplosione. Ci sono altri fattori che parlano a favore di questa tesi?
    [Modificato da wheaton80 21/08/2018 22:07]
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    wheaton80
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    00 21/08/2018 22:19
    Roberto Quaglia - Tre misteri sul crollo del Ponte Morandi

    www.youtube.com/watch?v=-AcqKpo0oiY&feature=youtu.be

    Man mano che passano le ore diventa sempre più evidente che sul crollo del Ponte Morandi esistono delle zone oscure su cui è necessario fare chiarezza.
    [Modificato da wheaton80 21/08/2018 22:21]
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    wheaton80
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    00 31/08/2018 17:38
    Crollo Ponte Morandi - L'ipotesi attentato del consulente padovano

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    wheaton80
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    00 03/09/2018 14:38
    Crollo del Ponte Morandi - Esplosione visibile dalle riprese autostradali

    www.youtube.com/watch?v=LupgZOB8vuM&feature=share

    Ho scoperto un dettaglio fondamentale nel filmato di "Società per Autostrade Italiane". Quel filmato che la Procura genovese ritiene ininfluente. Un dettaglio che scagiona gli stralli (tiranti) ed avvalora fortemente la tesi della demolizione controllata del Ponte Morandi, ma scartata a priori dal Procuratore Capo Francesco Cozzi.

    Rosario Marcianò
    [Modificato da wheaton80 03/09/2018 14:40]
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    wheaton80
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    00 16/09/2018 15:35
    Ulteriori indizi per un‘esplosione del Ponte Morandi



    Nella trasmissione di Kla.TV del 18.08.18, l'ipotesi che il crollo del ponte potesse essere stato causato da un'esplosione risultò dalle indicazioni di un ingegnere civile specializzato nella costruzione di ponti. Successivamente Kla.TV ha ricevuto ulteriori segnalazioni che indicavano una possibile esplosione. Klagemauer.TV non vuole privarvi di ulteriori indizi e testimonianze, che intervengono a favore di un'esplosione. Fatevi voi una propria opinione.
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    wheaton80
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    00 18/09/2019 05:01
    Atlantia, Castellucci si è dimesso. Luciano Benetton: siamo sotto shock per inchiesta



    Giovanni Castellucci lascia il ruolo di Amministratore Delegato e Direttore Generale di Atlantia, la holding infrastrutturale della famiglia Benetton. La nota diffusa al termine del CDA fa sapere che la società ha accolto le sue dimissioni, definendo con lui un risoluzione consensuale (che prevede una buonuscita lorda di 13.095.675 euro, oltre alle competenze di fine rapporto). Fino alla nomina di un nuovo Amministratore Delegato di Atlantia, il CDA ha deliberato di trasferire in via temporanea le deleghe esecutive a un comitato composto da cinque consiglieri. Il board ha nominato Giancarlo Guenzi, già CFO, quale Direttore Generale della società. La convocazione del CDA è stata decisa dopo le misure cautelari a carico di alcuni dipendenti del gruppo accusati di aver manipolato dei rapporti sullo stato di salute di altri viadotti. Un nuovo, delicato filone dell’inchiesta della magistratura dopo quello sul crollo del Ponte Morandi il 14 agosto 2018, costato la vita a 43 persone. «È una settimana che siamo sotto choc per quello che appare dai comunicati della giustizia. Speriamo che si chiarisca. Sicuramente ci sarà qualche cambiamento. Questo lo aspettiamo dal CDA di oggi», aveva risposto Luciano Benetton alla domanda se sentisse la responsabilità morale per i 43 morti del ponte Morandi. Il comitato esecutivo consentirà alla società di prendere tempo, sotto la guida del Presidente Fabio Cerchiai, per cercare un nuovo Amministratore Delegato.

    17 settembre 2019
    www.ilsole24ore.com/art/atlantia-via-riunione-cda-ipotesi-comitato-esecutivo...
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    wheaton80
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    00 07/02/2020 20:50
    Benetton rescinde il contratto con Toscani dopo la frase choc sul crollo del Morandi:“È impossibile continuare il rapporto”



    Contratto rescisso per “impossibilità di continuare il rapporto di collaborazione”. Con una nota, il gruppo Benetton ha deciso di interrompere il rapporto di collaborazione con Oliviero Toscani dopo le frasi pronunciate da quest’ultimo nella puntata di lunedì di Un giorno da pecora, su RadioUno, dove il fotografo ha detto “ma a chi interessa che caschi un ponte”. Dopo le polemiche politiche, le prese di distanze e le scuse di Toscani, ora è arrivata la fine del rapporto di lavoro con il gruppo Benetton. Toscani, oltre ad essere il Direttore del centro culturale Fabrica, sponsorizzato dalla famiglia trevigiana, ha curato molte delle pubblicità più famose del gruppo.

    Il comunicato stampa del gruppo trevigiano e le parole di Benetton
    La notizia della rescissione del contratto è arrivata nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 6 febbraio, quando le agenzie hanno battuto il comunicato stampa che ha sancito la fine della collaborazione. “Benetton Group, con il suo Presidente Luciano Benetton, nel dissociarsi nel modo più assoluto dalle affermazioni di Oliviero Toscani a proposito del crollo del Ponte Morandi”, si legge nella nota, “prende atto dell’impossibilità di continuare il rapporto di collaborazione con il direttore creativo”. In conclusione, Luciano Benetton e tutta l’azienda hanno “rinnovato la loro sincera vicinanza alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa tremenda tragedia”.

    La foto da cui è nata la polemica e l’uscita choc di Toscani
    Al di là della frase choc di Toscani a Un giorno da Pecora (“ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola”, ha detto il fotografo quando gli è stato chiesto delle polemiche per la foto che lo ritrae con Luciano Benetton insieme ai fondatori delle Sardine al centro culturale Fabrica), frase a suo dire “estrapolata” e per la quale il creativo ha detto ieri di essere “distrutto umanamente“, il gruppo Benetton è tra gli azionisti della società Autostrade coinvolta nel crollo del Ponte Morandi di Genova che il 14 agosto 2018 provocò la morte di 43 persone.

    Il precedente del Duemila: il primo divorzio Benetton-Toscani

    Non è la prima volta, del resto, che il rapporto tra Benetton e Toscani si interrompe. Il primo maggio del 2000, dopo 18 anni di collaborazione, avvenne il primo allontanamento, coinciso con le enormi polemiche suscitate negli Stati Uniti dalla campagna pubblicitaria di Toscani contro la pena di morte. Una vicenda che ha molte analogie con quanto accaduto in queste ore. All’epoca, la provocazione di Toscani costò al gruppo trevigiano un’azione legale da parte dello Stato del Missouri e la clamorosa azione della catena di grandi magazzini Sears, che ruppe il contratto per la distribuzione in 400 negozi dei prodotti Benetton a causa della pubblicità del fotografo, definita “vergognosa”. Nella fattispecie, Toscani utilizzò alcuni condannati a morte statunitensi per la sua strategia pubblicitaria: tra questi c’erano vittime di errori giudiziari, ma anche assassini seriali, il che provocò le reazioni sdegnate dei parenti delle persone uccise. I vertici del gruppo trevigiano smentirono che la fine della collaborazione con Toscani fosse dipesa dal caso in questione, ma i tempi dello strappo hanno sempre suggerito il contrario. I fatti del Duemila e quelli di questi giorni, inoltre, non hanno in comune solo le proteste dei familiari delle vittime. Ieri come oggi, infatti, Luciano Benetton è stato costretto a scusarsi ufficialmente. E subito dopo ha strappato il contratto di collaborazione con il suo storico direttore creativo.

    6 febbraio 2020
    www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/06/benetton-rescinde-il-contratto-con-toscani-dopo-la-frase-choc-sul-crollo-del-morandi-impossibile-continuare/...
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    wheaton80
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    00 24/05/2023 16:12
    L’ex manager dei Benetton e il Ponte Morandi:«Ecco perché sapevamo del rischio dal 2010 e dovevamo chiedere scusa»

    Gianni Mion, per trent’anni “cervello” finanziario della famiglia Benetton, ha detto durante il processo per il Ponte Morandi che sapeva del rischio crollo del 2010. Ma anche che non ha detto nulla. «Ed è il mio più grande rammarico», ha sostenuto riferendosi alle 43 vittime del 14 agosto 2018. Oggi a processo ci sono 58 imputati tra manager e tecnici di Autostrade, SPEA e Ministero delle Infrastrutture. Mion parlava di una riunione svoltasi otto anni prima. C’erano l’AD di ASPI Giovanni Castellucci, il Direttore Generale Riccardo Mollo, Gilberto Benetton, il collegio sindacale di Atlantia e, secondo il ricordo del manager, tecnici e dirigenti di SPEA. Nella quale «chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose:“Ce la autocertifichiamo”. Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Non ho fatto nulla».

    La riunione
    Gli avvocati delle difese hanno bollato l’ex manager come «inattendibile». Lui oggi torna sulla questione in un’intervista rilasciata a Repubblica. Nel 2010 Mion era a capo di “Edizione Holding”, la cassaforte degli imprenditori trevigiani. «Ma guardi che l’avevo già detto durante le indagini, ho solo ripetuto il concetto. E in quella riunione mica ci spiegarono che il ponte stava per venire giù. Nessuno ci disse che era a rischio crollo», dice a Marco Lignana. Sul verbale Mion firmò così:“In una riunione mi parlarono di un difetto di progettazione. Creava delle perplessità sul fatto che il ponte potesse restare su”. «Ma tutti noi pensavamo che i controlli li facessero i nostri tecnici di SPEA, poi è venuto fuori dopo come facevano le indagini. Mica sapevamo allora tutto quello che è venuto fuori dopo», spiega oggi. Mentre i familiari che lo accusano «hanno ragione. Ma cosa avrei dovuto fare, una battaglia interna?».

    Le scuse
    Mion torna a criticare i suoi ex datori di lavoro:«Io dissi subito dopo il crollo che bisognava chiedere scusa, sarebbe stato molto importante farlo. E lì anche Castellucci ha sbagliato, penso che anche lui, che è una brava persona, se tornasse indietro non farebbe lo stesso. Ma in quei casi poi intervengono le strategie, gli avvocati… E non solo le vittime, penso sempre a tutte le cose di cui mi sarei dovuto preoccupare e di cui non mi sono occupato. Io purtroppo non posso rinascere, ho finito la mia corsa, speravo che finisse meglio. E sono l’ultimo rimasto, l’ultimo dei Mohicani, il signor Gilberto è morto». All’epoca criticò la loro avidità:«Era lo sconforto di fronte a tutto quello stava uscendo sui giornali». Mentre sui dividendi «non che ci sputassero sopra. Ma tutti i bilanci sono alla luce del sole, non c’è niente di segreto. E non è che non avevano fatto il nuovo ponte per i dividendi. Quello che sta facendo adesso Autostrade, tutti i controlli e le ispezioni, lo potevamo fare benissimo. Ma era un campo troppo difficile per noi. Eravamo autoreferenziali e impreparati a gestirlo. Autostrade adesso fa le ispezioni, ma spero che lo Stato e le pubbliche amministrazioni controllino».

    L’indagine
    Sulla possibilità di finire indagato, Mion non sembra preoccuparsi più di tanto. «Eccomi qua, decidano loro. Facciano come ritengono giusto. Poi non è detto che la giustizia trionfi sempre, ma io quello che potevo dire l’ho detto, su quello che non ho fatto vedano loro se ci sono gli estremi per indagare». Cosa fa adesso? «Cosa vuole che faccia, niente, il pensionato».

    24 maggio 2023
    www.open.online/2023/05/24/ponte-morandi-gianni-mion-rischio-crollo-201...