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Dimissioni d' élite

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2024 19:45
13/11/2012 12:10
 
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Ultimamente, come saprete di certo, si sono succedute dimissioni pesanti, come quella del capo delle CIA David Petraeus, del Presidente della Lockheed Martin Christopher Kubasik, del Direttore della BBC George Entwistle.. Inoltre dimissioni annunciate da parte di Hillary Clinton dalla Segreteria di Stato e di Eric Holder da Ministro della Giustizia.. Ovviamente ciascuno con scuse diverse quanto improbabili... Che c'entri in qualche modo l'inaspettata rielezione di Obama? Ricordo che Romney aveva il favore di Wall Street in toto e di solito, quand'è così, si ha la vittoria in tasca...

www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/10/goldman-sachs-scarica-obama-dietrofront-delle-banche-usa...



16/11/2012 16:24
 
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L'addio di Hillary Clinton Non è più segretario di Stato

«Viviamo tempi difficili, ma sono più ottimista di 4 anni fa»
Per Newsweek è la donna più potente della storia americana

Hillary Clinton ha formalmente presentato le proprie dimissioni dalla carica di segretario di Stato Usa. «Viviamo in tempi complessi e pericolosi - ha detto - e ci saranno molti giorni difficili davanti a noi, ma sono più ottimista di quattro anni fa». La guida del Dipartimento di Stato adesso è nelle mani di John Kerry.

All'indomani del suo addio, la Clinton conquista però la copertina di Newsweek. Sotto una sua foto sorridente, con i capelli raccolti, la nota rivista pubblica il titolo: «La donna più potente della storia americana». A fine dell'anno scorso la Clinton è stata vittima di una caduta in casa, caduta che avrebbe provocato una commozione cerebrale e quindi un ricovero prolungato in ospedale. Pochi giorni fa, l'ex segretario di Stato ha partecipato a un'audizione al Congresso dove si è presentata con un paio di «strani» occhiali usati, secondo alcuni osservatori, per correggere problemi di visione doppia.

www.corriere.it/esteri/13_febbraio_01/hillary-clinton-dimissioni-_40a509a8-6ca4-11e2-9729-7dce41528d...
22/02/2013 00:31
 
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Cade il governo bulgaro, l'undicesimo Ue dall'inizio della crisi


Il dimissionario premier bulgaro, Boiko Borisov

Il primo a cadere, nel gennaio 2011, fu l'irlandese Brian Cowen, l'ultimo della lista - per ora - è il collega bulgaro Boiko Borisov. Il suo governo ha dato le dimissioni mercoledì mattina, sconfitto dalla protesta dell'intero Paese per l'aumento dei prezzi dell'elettricità portato dall'inverno. L'austerity portata dalla crisi del debito scoppiata in Europa a fine 2009 ha fatto un'altra vittima.

Il siluramento del ministro delle Finanze Simeon Djankov, sacrificato da Borisov il 18 febbraio per calmare le acque, non è bastato: la Bulgaria è il più povero tra i Paesi dell'Unione europea, e gli aumenti dei prezzi hanno fatto traboccare l'esasperazione generale di fronte all'abbassamento del tenore di vita, la corruzione al potere, i monopoli. A Sofia, al grido "Mafiosi, dimettetevi!", per tre notti la protesta è sfociata in scontri violenti con la polizia, con arresti e feriti. E alla fine l'invito è stato raccolto: "Ho fatto tutto quanto è in mio potere per accogliere le richieste - ha proclamato Borisov -. Non prenderò parte a un governo che fa picchiare la gente dalla polizia".

Gettata la spugna, potrebbe raccoglierla di nuovo subito. Borisov, ex guardia del corpo del dittatore comunista Todor Zhivkov ed ex sindaco di Sofia, può tentare di formare un nuovo esecutivo o proporre un successore appoggiandosi alla maggioranza che il suo partito di centro-destra, Gerb (sigla di Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria), mantiene in Parlamanento. Se fallirà - Borisov esclude di governare in una coalizione - la Bulgaria dovrebbe anticipare le elezioni in programma il 7 luglio, mettendo alla prova la reale popolarità di Gerb e dell'opposizione socialista di fronte alle misure di austerità - tasse in aumento, pensioni e salari bloccati - che fino allo scorso anno il premier aveva cercato di limitare.

Ma oggi la disoccupazione in Bulgaria resta all'11,9%, i salari medi sono congelati a 800 lev al mese, 410 euro, le piccole imprese falliscono e in luglio il costo dell'elettricità è stato aumentato del 13%. In più, la crisi interna rischia di traboccare oltre confine: tra le promesse fatte dal governo per placare le proteste c'è quella di revocare la licenza alla compagnia che distribuisce l'elettricità, la Cez, per il 70% di proprietà del governo ceco. Che ha subito chiesto spiegazioni, assicurando di essere pronto a passare alle vie legali.

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-20/bulgaria-crisi-governo-122824.shtml?uuid=...
25/02/2013 14:16
 
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Si dimette il cardinal O'Brien. Il Papa emana il Motu proprio



Ha rassegnato le dimissioni il cardinale scozzese Keith O'Brien, accusato di "comportamento inappropriato" nei confronti di tre sacerdoti e di un quarto che in seguito aveva lasciato l'abito talare. Il 74enne O'Brien ha lasciato l'incarico di arcivescovo di St'Andrews e Edimburgo. Le accuse nei suoi confronti, rilanciate dal Guardian, riguardavano fatti risalenti agli anni '80, in un periodo in cui O'Brien era stato direttore spirituale del St.Andrews College e in seguito rettore del St.Mary's College. Il cardinale aveva respinto le accuse che riguardano un "approccio inappropriato" denunciato da un seminarista e "attenzioni non volute" verso tre sacerdoti, facendo sapere di aver dato mandato ai suoi avvocati di occuparsi della questione. Domenica, però, aveva preferito non celebrare come di consueto la consueta messa nella cattedrale St.Mary a Edimburgo.

Benedetto XVI accetta la rinuncia Il Papa ha accettato oggi la rinuncia, per raggiunti limiti di età, del cardinale Keith O'Brien, alla guida dell'arcidiocesi Saint Andrews ed Edimburgo.

Il Papa emana il Motu proprio, facoltà di anticipare il conclave
Con il Motu Proprio sul conclave "viene concessa ai cardinali la facoltà di anticipare l'inizio del conclave se sono presenti tutti i cardinali come pure resta la facoltà di prolungare fino a venti giorni" questo lasso di tempo prima di aprire il conclave. E' stato spiegato nel briefing con la stampa.

Atti Vatileaks a futuro Pontefice
Papa ha deciso che il rapporto su Vatileaks dei cardinali Herranz, De Giorgi e Tomko, ricevuti stamane in udienza, "del cui contneuto solo Sua Santità è a conoscenza, rimangano a disposizione unicamente del nuovo Pontefice". Lo ha reso noto la sala stampa vaticana.
Non parteciperò al Conclave

Il cardinale Keith O'Brien ha annunciato che non parteciperà al Conclave. "Chiedo la benedizione di Dio sui miei fratelli cardinali" che presto saranno a Roma per eleggere il nuovo Papa, "io non mi aggiungerò a loro di persona per questo Conclave. Non voglio che l'attenzione dei media a Roma sia concentrata su di me", si legge nella dichiarazione diffusa da O'Brien dopo che il Papa ha accettato le sue dimissioni da arcivescovo di St. Andrews e Edimburgo.

Londra, 25-02-2013
www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=175233
26/02/2013 15:41
 
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Alitalia, dimissioni per Andrea Ragnetti



SASSARI - Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia ed Andrea Ragnetti hanno concordato la risoluzione consensuale dei rapporti fra loro intercorrenti. Andrea Ragnetti ha quindi rassegnato le dimissioni da Consigliere e Amministratore Delegato di Alitalia e di AirOne, nonché da Direttore Generale di Alitalia, dimissioni che il Consiglio di Amministrazione ha accettato. Fino alla nomina di un nuovo Amministratore Delegato, il Consiglio di Amministrazione ha attribuito ad interim le deleghe al Presidente Roberto Colaninno. Il Presidente, coadiuvato dai due Vice Presidenti Elio Catania e Salvatore Mancuso, curerà il processo di ricerca del nuovo Amministratore Delegato.

notizie.alguer.it/n?id=55907
28/02/2013 23:50
 
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Vaticano, operative dimissioni Papa
Chiuso il portone di Castel Gandolfo



20:39 - Sono operative le dimissioni di Benedetto XVI che fanno scattare la sede vacante. La Chiesa di Roma non sarà però senza governo. A supplire alla guida del Pontefice, saranno i cardinali del Collegio cardinalizio che gestiscono l'ordinaria amministrazione della Santa Sede, del Vaticano e di Castel Gandolfo, dove è stato chiuso il portone del Palazzo apostolico, segno della fine del pontificato di Benedetto XVI.

28.2.2013
www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/articoli/1084002/vaticano-operative-dimissioni-pa...
26/03/2013 16:23
 
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Bank of Cyprus, presidente lascia



Il presidente di Bank of Cyprus, Andreas Artemis, si sarebbe dimesso a causa delle drastiche misure adottate per il piano di salvataggio concordato con l'Unione europea. Lo riferisce la tv pubblica cipriota Cybc. Critico intanto, il ministro del Lavoro, Harris Georgiades. "L'accordo - dice alla Bild - porterà il settore produttivo dell'economia in grandi difficoltà. Ci aspettiamo una profonda recessione e un aumento della disoccupazione".

www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/1087760/bank-of-cyprus-presidente-lasc...
[Modificato da wheaton80 26/03/2013 16:24]
26/03/2013 19:29
 
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Marò, il ministro Terzi si dimette:“Contrario al loro ritorno in India”. Gelo di Monti, il Colle: gesto irrituale

Il ministro riferisce alla Camera:«Voglio salvare l’onore del Paese, la Farnesina non ha agito in modo autonomo trattenendoli in Italia». Di Paola: «Valutazioni sue, non del governo, facile lasciare la nave»



26/03/2013

Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha annunciato le proprie dimissioni, un gesto che ha spiegato con la sua contrarietà alla decisione di far rientrare i marò in India e «a salvaguardia della onorabilità del nostro Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana». Domani, sul caso riferirà in aula alla Camera e al Senato anche il premier Mario Monti che ha preso atto «con stupore» della decisione del titolare della Farnesina, che proprio questa mattina aveva incontrato con il ministro della Difesa Di Paola per la messa a punto dell’informativa del governo.

IL DISCORSO
«Mi dimetto in disaccordo con la decisione di rimandare i marò in India - ha spiegato in aula Terzi - Le riserve da me espresse non hanno prodotto alcun effetto e la decisione è stata un’altra». E ancora ha insistito: «Da ministro ho espresso serie riserve alla repentina decisione di trasferire in India il 22 marzo i due militari, ma la mia voce è rimasta inascoltata. Mi dimetto perché solidale in modo completo con i nostri marò e con le loro famiglie», ha aggiunto nel corso della sua relazione alla Camera sul caso dei fucilieri in attesa di giudizio a New Delhi. «Ho atteso fino a oggi perché volevo venire qui in Parlamento come sede della sovranità popolare - ha insistito -. Ed è risibile e strumentale pensare che la Farnesina abbia agito autonomamente. Sulla vicenda Terzi ha affermato di aver dato «informazioni a tutte le autorità di governo sugli aspetti critici del negoziato con l’India, d’accordo sulla decisione di trattenere in Italia i marò. La linea del governo è stata approvata da tutti l’8 marzo». «Da uomo delle istituzioni per 40 anni, mai avrei agito in modo autoreferenziale», ha aggiunto il titolare della Farnesina. Secondo Terzi, l’accusa nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «non è mai davvero stata suffragata da prove e testimonianze attendibili» mentre i due fucilieri «negano ogni addebito».

DI PAOLA SFIDA IL COLLEGA
Subito dopo Terzi nell’aula della Camera è la volta del ministro Giampaolo Di Paola: «Non abbandonerò la nave in difficoltà. Sarebbe facile dimettermi ora, ma non lo farò » ha dichiarato il capo della Difesa precisando che sul caso «le valutazioni di Terzi non sono quelle del governo». Lo scontro con il collega è aperto e davanti ai deputati usa parole durissime. «Le istituzioni sono al di sopra di tutto, anche delle emozioni dei ministri - ha detto -. Ho agito nel rispetto di una decisione collegiale che mi ha lacerato emotivamente, ma le decisioni collegiali del governo si rispettano e si onorano. Sarebbe facile per me annunciare di dimettermi, sarebbe facile oggi lasciare la poltrona che comunque a breve lascerò al nuovo ministro che arriverà. Sarebbe facile, no cost, ma non sarebbe giusto e non lo farò».

LO SCONCERTO DI MONTI E NAPOLITANO
La decisione di Terzi ha creato non poco stupore, soprattutto nell’esecutivo Monti. Il Professore per primo sottolinea che «le valutazioni espresse alla Camera dal ministro non sono condivise dal governo, come ha dichiarato Di Paola». Il premier incontrerà a breve il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha definito «irrituali» le dimissioni del titolare della Farnesina, delle quali non era stato avvisato in precedenza. Questa mattina, prima del suo intervento in Parlamento sulla vicenda dei maro’, a quanto riferiscono alcune fonti, Terzi aveva concordato con Quirinale e Palazzo Chigi una versione del discorso differente da quella poi effettivamente pronunciato. In particolare, tra l’altro, nella versione concordata non ci sarebbe stato il passaggio in cui Terzi sostiene di essere stato «contrario a rimandare in India i maro’, ma la mia voce è rimasta inascoltata».

IL GRIDO DELLA MOGLIE DI GIRONE
«Riportate a casa mio marito». Nel corso del dibattito in aula alla Camera, Giovanna Ardito, moglie di Salvatore Girone, che seguiva la seduta dalle tribune di Montecitorio, ha urlato la sua rabbia verso l’emiciclo. Oltre a lei, in tribuna era presente anche Franca Latorre, sorella dell’altro fuciliere italiano Massimiliano.

www.lastampa.it/2013/03/26/italia/politica/maro-terzi-ricostruzioni-fantasiose-CMVDLjDvDIOO5rYCjazDUN/pag...
[Modificato da wheaton80 26/03/2013 19:31]
06/04/2013 02:58
 
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HP, lasciano Lane e due consiglieri



Raymond J. Lane ha lasciato la carica di presidente di Hewlett-Packard, a quanto pare a causa di alcuni dissapori con i suoi stessi azionisti. Il suo ruolo è stato preso in via temporanea dal consigliere Ralph Whitworth che ha dovuto far fronte anche ad altre due rinunce, quelle dei consiglieri John H. Hammergren e G. Kennedy Thompson. L’azienda sta pagando caro l’acquisizione nel 2011 (anno in cui aveva deciso di rendere WebOS Open Source) di Autonomy, software house editrice britannica che avrebbe, tra l’altro, manipolato il bilancio di HP per rendere più semplice l’acquisto per 10 miliardi di dollari.

Come sono andati i fatti
Sembra che gli azionisti avessero intenzione da tempo di spodestare Lane dalla sua carica di timoniere durante un voto al meeting degli azionisti a San Jose il mese scorso a causa delle precarie condizioni economiche della società, in difficoltà sin da quella che viene oramai considerata una delle acquisizioni più disastrose della storia dell’IT, nonostante il lancio di nuovi programmi per i partner HP Autonomy. Tuttavia il 59% degli azionisti, nel voto di San Jose, avevano votato per mantenere Lane presidente ma, come aveva riportato il Wall Street Journal, Lane era oramai a disagio nella sua funzione ed era oramai sulla strada delle dimissioni.

Un 2012 difficile, ora la risalita
HP ha sofferto molto la contrazione del mercato dell’hi-tech soprattutto del settore notebook, uno dei core business principali dell’azienda. Durante il quarto trimestre del 2012 HP aveva riportato una perdita di quasi 6,85 miliardi di euro a fronte di un utile molto favorevole solo un anno prima. Anche la Borsa non aveva preso bene il difficile momento: dal gennaio al novembre del 2012 il valore nominale in borsa era sceso del 124%. La conseguenza si è fatta sentire soprattutto sui lavoratori, circa 29 mila i licenziamenti anche se il CEO Meg Whitman aveva recentemente affermato di vedere il primo spiraglio di luce di mesi non certo favorevoli.

www.datamanager.it/news/hp-lasciano-lane-e-due-consiglieri-45...
14/04/2013 02:50
 
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Anp, si dimette il premier Fayyad
Gradito agli Usa, ora è "scontro"
14.4.2013



Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen, ha accettato le dimissioni del premier Salam Fayyad, offerte nei giorni scorsi e formalizzate oggi. Fayyad, un tecnocrate gradito all'Occidente, Stati Uniti in testa, era in carica dal 2007. I motivi della decisione riguardano la politica economica, ma soprattutto il braccio di ferro fra il premier e i vertici di al-Fatah sulla gestione dei fondi.

www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1090527/anp-si-dimette-il-premier-fayy...
[Modificato da wheaton80 14/04/2013 02:51]
28/05/2013 17:55
 
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Raiffeisen, il numero 1 lascia dopo le rivelazioni di Offshore Leaks



Raiffeisen Bank International, uno dei gruppi bancari più importanti dell’Europa centrale e orientale, ha annunciato le dimissioni del suo amministratore delegato. Herbert Stepic, 66 anni di cui 40 come dipendente dell’istituto di credito, era considerato una vera e propria istituzione. Sotto la sua guida il gruppo era sbarcato nei Paesi ex sovietici allargandosi fino a ricomprendere 60 mila dipendenti in 17 Paese e raggiungendo un valore, dopo l’esordio in borsa del 2005, di 5,2 miliardi di euro. A segnarne il destino le carte del progetto giornalistico “Offshore Leaks”, che hanno rivelato una serie di acquisti immobiliari a Singapore, tra il 2006 e il 2008, effettuati attraverso delle compagnie create ad-hoc con il supporto della banca svizzera UBS. Stepic ha sempre negato ogni accusa. “Tutti gli investimenti sono stati fatti con reddito già tassato in Austria”, ha dichiarato. Ma, dopo che nei giorni scorsi anche le autorità finanziarie hanno aperto un’inchiesta in seguito a quella interna della banca, ha deciso di fare un passo indietro per preservare l’immagine di Raiffeisen.

it.euronews.com/2013/05/24/raiffeisen-il-numero-1-lascia-dopo-le-rivelazioni-di-offshor...
02/06/2013 22:00
 
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Gb: stampa smaschera 3 Lord, "lobbisti in cambio di soldi"
02 GIU 2013


Lord Mackenzie of Framwellgate


Lord Jack Cunningham


Lord John Dunn Laird

(AGI) - Londra - Ennesimo scandalo si abbatte sul Parlamento britannico. Tre membri della Camera dei Lord, 2 laburisti ed un unionista, sono stati smascherati dal Sunday Times che li ha ripresi mentre accettavano offerte di denaro in cambio di conquistare il loro sostegno su alcuni progetti di legge. I tre lobbisti sono Lord Mackenzie of Framwellgate - tra l'altro ex dirigente di Scotland Yard - e l'ex ministro Lord Cunningham, entrambi membri del Partito laburista che li ha sospesi, e il rappresentante del partito unionista dell'Ulster, Lord Laird, che si e' dimesso. Dopo il caso noto come "cash for honours", in cui il governo di Tony Blair faceva ottenere titoli ai finanziatori piu' generosi, e quello dei rimborsi spese taroccati, l'immagine di Wesminster ne esce malconcia.

www.agi.it/estero/notizie/201306022103estrt10096gb_stampa_smaschera_3_lord_lobbisti_in_cambio_...
[Modificato da wheaton80 02/06/2013 22:29]
14/06/2013 02:15
 
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Usa, si è dimesso il vice direttore della Cia, Michael Morell



Washington (Usa) - Si è dimesso il vice direttore della Cia, Michael Morell. Ad annunciare le dimissioni di Morell è stato il capo della Cia, John Brennan, il quale ha comunicato che a prendere il suo posto come numero 2 dell'agenzia sarà Avril Haines, attuale vice assistente del presidente e consulente legale del Consiglio di sicurezza nazionale. Morell aveva gestito la bufera che ha investito la Cia dopo le dimissioni di David Petraeus da direttore a causa di una relazione extraconiugale; in quell'occasione Morell aveva infatti assunto l'incarico pro tempore alla guida dell'agenzia. Aveva inoltre difeso la condotta della Cia nella gestione dell'assalto al consolato Usa a Bengasi, in Libia, dell'11 settembre dello scorso anno. Fu lui ad acconsentire alla richiesta del dipartimento di Stato di rimuovere il riferimento ai militanti in un controverso memo con i 'talking points' relativi all'attacco di Bengasi.

LaPresse – 12 giugno 2013
it.notizie.yahoo.com/usa-si-%C3%A8-dimesso-il-vice-direttore-della-204133...
18/06/2013 00:58
 
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Lo scandalo corruzione travolge Praga. E il premier annuncia le dimissioni
Necas rinuncerà all’incarico: nei giorni scorsi l’arresto del suo braccio destro e presunta amante, oltre a quello di sette tra deputati ed ex ministri della sua maggioranza

17/06/2013



Il premier ceco, Petr Necas, ha annunciato per domani le sue dimissioni dall’incarico, dopo lo scandalo di presunta corruzione e intercettazioni illegali che nei giorni scorsi ha portato all’arresto del capo del suo staff, la influentissima Jana Nagyova, e 7 deputati o ex ministri della sua maggioranza. Necas ha inoltre annunciato stasera, in un intervento in tv, la volontà di avviare consultazioni per formare un nuovo governo guidato da una diversa personalità del suo partito: i Democratici-Civici (Ods, centro-destra). Necas, pur negando ogni suo coinvolgimento penale, si è assunto «la completa responsabilità politica» della situazione e ha detto di voler lasciare anche la guida del suo partito. Lo scandalo, sfociato giorni fa in una clamorosa retata nella sede del governo, riguarda fra l’altro il presunto abuso gestito dalla responsabile dello staff del premier uscente di intercettazioni eseguite - attraverso i servizi d’intelligence - a scopo politico, d’interesse economico, ma anche per ragioni private, a quanto sostiene l’accusa.

Al centro del terremoto che sta scuotendo la scena politica ceca si trova Jana Nagyova, 48 anni, indicata dai giornali come la presunta amante del premier, oltre che come la sua più stretta collaboratrice. Per gli inquirenti ha svolto il ruolo chiave nelle tre principali cause: appalti fraudolenti, corruzione politica e l’aver fatto spiare illecitamente delle persone. Secondo il dossier della polizia, Nagyova ha incaricato per «interessi puramente privati» due alti esponenti dei servizi d’informazione militari di spiare la moglie del premier Radka Necasova e altri due dipendenti dell’ufficio del governo, senza chiederne l’indispensabile consenso del ministro della Difesa. Eduard Bruna, difensore di Nagyova, ha precisato che la sua cliente avrebbe agito all’insaputa del premier.

Nagyova è stata inoltre accusata di aver corrotto tre deputati ribelli dell’Ods offrendo loro posti di lavoro in imprese di stato o a partecipazione statale, in cambio delle loro dimissioni dal mandato di deputato. Nagyova disponeva di un potere illimitato e godeva della fiducia assoluta del premier con il quale collabora dal 2006. E mentre i media da tempo speculano sulla storia d’amore tra lei e il premier, che sembra sia il motivo del divorzio di Necas, l’opposizione di sinistra aumenta la pressione sul premier chiedendo le sue dimissioni e minacciando di proporre martedì in Parlamento una mozione di sfiducia.

Necas, tuttavia, finora ha resistito trovando l’appoggio del suo partito Ods e del Top 09, il partner della coalizione governativa. Al maxi-blitz della polizia anticrimine negli uffici del governo nella notte tra mercoledi a giovedì scorsi, che ha portato all’arresto sette esponenti ed ex esponenti del governo di Petr Necas e del partito Ods, hanno partecipato 400 poliziotti. Furono eseguite 31 perquisizioni, sequestrati decine di chilogrammi d’oro, circa 6 milioni di euro, nonché documenti rilevanti per le indagini.

www.lastampa.it/2013/06/17/esteri/lo-scandalo-corruzione-travolge-praga-e-il-premier-annuncia-le-dimissioni-MdDslcTQIXLIc2iBgDusaO/pag...
23/06/2013 22:42
 
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Palestina, Abbas accetta le dimissioni del premier Rami Hamdallah



Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha accettato ufficialmente le dimissioni del primo ministro Rami Hamdallah. Hamdallah aveva rassegnato le proprie dimissioni a seguito di contrasti con il presidente palestinese. La sera prima nella citta' di Ramallah aveva avuto un faccia a faccia presso la residenza di Abbas di circa due ore, dopodiche' ha lasciato il palazzo con la propria scorta. I media locali in particolare sostengono che i mal di pancia del premier siano dovuti agli ampi poteri conferiti ai suoi due vice nominati dal presidente.

23.06.2013
italian.ruvr.ru/2013_06_23/Palestina-Abbas-accetta-le-dimissioni-del-premier-Rami-Ha...
[Modificato da wheaton80 23/06/2013 22:44]
24/06/2013 23:54
 
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Il ministro Idem si dimette: «Aggressioni e insulti, volevo lasciare da giorni»



La ministra per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili, Josefa Idem, ha presentato le sue dimissioni al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, che le ha accolte. «Ho tenuto duro come ministro, come "persona" mi sarei dimessa da tempo», ha spiegato Idem in una nota.

«Come ministro - ha commentato Idem - ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del "gioco". La "persona" Josefa Idem, già da giorni invece, si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente, nonché degli insulti espressi nei suoi confronti. Quando sono salita dal presidente Letta avevo già maturato la decisione di dimettermi, ma ho comunque voluto condividere con lui l'attenta valutazione del quadro venutosi a creare ed esporgli la scarsa rilevanza di quanto imputatomi. Confermo quindi le mie dimissioni, augurando buon lavoro al Presidente del Consiglio Enrico Letta al quale rinnovo la mia più profonda stima».

Un'ora a colloquio con il premier Letta. Il premier: emergerà rigore morale
È durato oltre un'ora, questa sera, il colloquio tra il ministro Idem e Letta. Un lungo incontro, tenutosi a Palzzo Chigi, durante il quale l'olimpionica ha presentato le sue dimissioni al presidente del Consiglio. «Ho preso atto della volontà irrevocabile del ministro Idem di rassegnare le dimissioni - ha dichiarato il premier -. Sono convinto che emergeranno rapidamente, e in tutta la loro limpidezza, la correttezza e il rigore morale che conosco essere fra i tratti distintivi di Idem e per i quali l'ho scelta e le ho chiesto di entrare far parte del governo». «Spero - prosegue il presidente del consiglio nella nota diffusa da Palazzo Chigi - che sia salvaguardata ora la vita privata sua e della sua famiglia. A Josefa esprimo il più sincero ringraziamento per questi 50 giorni di lavoro comune, nei quali ha avuto modo di dimostrare qualità politiche e amministrative che al governo del Paese sarebbero state utilissime. Ho informato il Presidente della Repubblica delle dimissioni del ministro Idem e della mia volontà di comunicare al prossimo Consiglio dei Ministri la redistribuzione delle sue deleghe all'interno dello stesso Consiglio».

M5S: «Un atto dovuto»
Il M5S, che nei giorni scorsi ha fatto pressing sul caso Idem, dichiara invece che «La canoa ministeriale di Josefa Idem si è ribaltata. Le dimissioni del ministro, sono un gesto dovuto verso i cittadini italiani che hanno regolarmente pagato l'Ici prima l' Imu poi». «Un caso quello che ha portato alle sue dimissioni - afferma Nicola Morra portavoce capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato -, sollevato politicamente in primis dal Movimento 5 Stelle con le interrogazioni in consiglio comunale a Ravenna firmate dal consigliere Pietro Vandini, proseguito con l'interrogazione in Senato lo scorso martedì ed in seguito la presentazione della mozione di sfiducia che ora non sarà più necessaria».

Deborah Dirani
24 giugno 2013
www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-24/ministro-idem-presenta-dimissioni-193338.shtml?uuid=...
04/07/2013 16:16
 
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IOR, si dimettono il Direttore Generale Cipriani e il Vice Tulli

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 1 LUG - Il direttore generale dello Ior Paolo Cipriani e il suo vice Massimo Tulli hanno rassegnato le dimissioni, accettate oggi dalla Commissione dei cardinali e dal board di sovrintendenza. Le funzioni di dg dell’Istituto sono state assunte `ad interim´ dal presidente Ernst von Freyberg. Lo rende noto la sala stampa vaticana.

01/07/2013
www.lastampa.it/2013/07/01/ior-si-dimettono-il-direttore-generale-cipriani-e-il-vice-tulli-0D13rBvOlFl8dqmNwv4hGO/pag...
[Modificato da wheaton80 04/07/2013 16:33]
06/07/2013 01:16
 
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Australia, Julia Gillard si dimette



A meno di tre mesi dalle legislative in Australia, Julia Gillard rassegnerà le dimissioni e cederà il posto al suo rivale Kevin Rudd, che si vendica così del "golpe" subito nel 2010. La premier si ritirerà inoltre dalla politica, se terrà fede alla promessa fatta prima di un voto di fiducia in seno al Partito laburista, che mercoledì l'ha vista soccombere proprio contro Rudd (45 voti a 57). La Gillard, 51 anni, è la prima donna ad aver guidato il Governo australiano. Stando ai sondaggi, si avviava a subire in settembre una netta sconfitta elettorale dai conservatori di Tony Abbott.

26 giugno 2013
www.rsi.ch/home/channels/comunicazione/info_on_line/2013/06/26Australia_Julia_Gillard_si...
[Modificato da wheaton80 06/07/2013 01:17]
16/07/2013 21:24
 
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Shalabayeva: si dimette il prefetto Procaccini. Bruxelles «Siamo in contatto con l'Italia»
L'addio del capo di gabinetto di Alfano. La mozione di sfiducia su sul ministro di M5S e Sel arriva in Senato venerdì



MILANO - Mentre sul caso Shalabayeva si muove anche l'Unione europea (Bruxelles ha smentito di aver chiesto informazioni all'Italia ma ha ammesso di essere, sulla vicenda, in continuo contatto con Roma), in Italia cadono le prime teste: si è dimesso il capo di gabinetto del Viminale, Giuseppe Procaccini. Il prefetto ha consegnato, già lunedì sera, una lettera al ministro dell'Interno in cui spiega le motivazioni della decisione. Secondo quanto ricostruito, il 28 maggio scorso il prefetto Procaccini riceve - su indicazione di Alfano - l'ambasciatore kazako Andrian Yelemessov e il suo primo consigliere. Al centro della riunione Ablyazov, dissidente kazako oppositore del regime, già capo di un'importante banca kazaka, è accusato di truffa e ricercato dal Kazakistan e anche da Mosca, come risulta dalla sua scheda inserita nel sito dell'Interpol.

Muktar sarebbe a Casal Palocco. Procaccini spiega ai kazaki che la competenza è della polizia e li invia al Dipartimento pubblica sicurezza. Il prefetto Procaccini è capo di gabinetto del ministro dell'Interno dal 2008, quando alla guida del Viminale c'era Roberto Maroni; il prefetto viene poi confermato al suo posto sia da Anna Maria Cancellieri che da Angelino Alfano. A maggio scorso, Giuseppe Procaccini era tra i più accreditati per la poltrona di capo della polizia, dopo la morte di Antonio Manganelli. Con quella di Procaccini restano in bilico altre posizioni nella linea di comando del Viminale, e non solo, sul caso Shalabayeva.

EPIFANI: «ALFANO? SE SAPEVA, SI DIMETTA»- Arrivano le prime reazioni alle dimissioni del prefetto Procaccini. Il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, commenta: «Non è un fatto usuale». E Epifani non risparmia una stoccata al responsabile del Viminale: «Se il ministro degli Interni e vice presidente del Consiglio Angelino Alfano sapeva dell'espulsione delle due donne kazake deve ora trarre le conseguenze; se invece non sapeva nulla la cosa è più grave ancora». Un commento rilanciato su Twitter: «Aspettiamo chiarezza, ma se Alfano sapeva dovrà prendersene responsabilità», ha scritto Epifani. La vicenda sta assumendo dirompenti aspetti politici, all'interno della stessa maggioranza che sostiene il governo Letta. Sull'ipotesi che le dimissioni di Alfano diano il via ad una crisi di governo, Epifani risponde: «Da un certo punto di vista sì. Da un altro punto di vista non necessariamente, nel senso che si potrebbe fare diversamente. Ma è chiaro che il Pdl trarrebbe le conseguenze».

IL DOSSIER - Attesa da giorni è arrivata, nella tarda mattinata di martedì, la relazione del capo della polizia Pansa sull'espulsione di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Ablyazov: il dossier ora è al vaglio del ministro degli Interni Alfano. Nella relazione Pansa ricostruisce le fasi e i passaggi burocratici della vicenda che ha portato all'espulsione dall'Italia della moglie e della figlia del dissidente kazako. Se il dossier chiarirà i passaggi tecnici, resteranno probabilmente diversi punti di domanda sui nodi politici.

AISI: «ESTRANEI ALLA VICENDA» -Intanto, sempre martedì, il direttore del servizio segreto interno, generale Arturo Esposito, ha riferito al Copasir che l'Aisi non è stato coinvolto nella vicenda della cattura della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov. Spiega inoltre il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito: «Con questa audizione - ha spiegato Esposito - è stata confermata la completa estraneità del nostro servizio alla vicenda, che è stata soltanto un'operazione di polizia attuata su richiesta di Interpool e Criminalpol. I servizi - ha concluso il vicepresidente - non se ne sono mai occupati come ci ha anche comunicato con una lettera il direttore del Dis, Giampiero Mazzolo».

MOZIONE DI SFIDUCIA PER ALFANO
- Non tremano solo i vertici della Polizia, del dipartimento di Pubblica sicurezza e del Viminale, a essere in bilico è la posizione di Angelino Alfano e la poltrona di ministro dell'Interno. Lunedì il Movimento 5 Stelle e Sel hanno presentato due mozioni di sfudicia, alla Camera e al Senato, nei confronti del vicepremier chiedendo le sue dimissioni. La conferenza dei capigruppo di palazzo Madama per la calendarizzazione della mozione di sfiducia, convocata per alle 15.30 di martedì pomeriggio, ha deciso che la mozione di sfiducia ad Alfano, depositata da Sel e M5S, verrà discussa in Senato venerdì 19 luglio, a partire dalle 20.30. Intanto, alle 18 di martedì, il ministro dell'Interno riferisce in Senato sulla vicenda di Alma Shalabayeva; mentre, alle 20, il titolare del Viminale riferisce alla Camera.

LA DIFESA DEL PDL - La relazione arrivata sul tavolo del ministro Alfano non dovrebbe contenere i nomi dei «colpevoli» ma ricostruire i passaggi: al vicepremier toccherà poi proporre la sanzione per i responsabili della «mancata informativa». Alfano ha più volte ribadito di non aver saputo nulla né del blitz di fine maggio né dell'espulsione-lampo della moglie di Ablyazov. Di fronte alla richiesta di dimissioni dell'opposizione, il Pdl ha reagito facendo quadrato intorno al politico. Tanto che l'ex ministro Rotondi ha avvertito: «Il governo senza Alfano non ha dieci minuti di vita». Mentre il presidente della Commissioni affari esteri alla Camera Cicchitto ha sottolineato che «non ci sono i termini per chiedere le sue dimissioni». Ma il leader della Lega e presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, pur premettendo di «non voler fare valutazioni sull'opportunità di dimissioni di Alfano», afferma - a margine, martedì, di un incontro a Palazzo Lombardia - come fosse «difficile» che il governo e il ministro dell’Interno non sapessero dell'espulsione di Alma Shalabayeva: «Dico solo da ex ministro dell’Interno che casi del genere erano gestiti dalla struttura, con il coinvolgimento di tutti, anche ovviamente del ministro».

INTERROGAZIONE A COMMISSIONE UE
- La commissione Diritti umani del Senato ha reso noto che ascolterà nei prossimi giorni Pansa sul caso Shalabayeva, dopo che il governo avrà fatto le sue comunicazioni. Sabato 20 luglio, poi, la Commissione si recherà a visitare il Cie di Ponte Galeria, ultimo luogo dove è stata trattenuta Alma Shalabayeva prima di essere espulsa. In mattinata, intanto, il vicepresidente del parlamento europeo Gianni Pittella ha presentato un'interrogazione alla commissione Ue sul caso: «La vicenda dell'espulsione della dissidente kazaka, Shalabayeva Ablyazov, da parte delle autorità italiane è gravissima», ha dichiarato.

16 luglio 2013
www.corriere.it/politica/13_luglio_16/shalabayeva-governo-alfano_9928e29a-edf3-11e2-98d0-98ca66d426...
[Modificato da wheaton80 16/07/2013 21:29]
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