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Dimissioni d' élite

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2024 19:45
16/07/2013 21:24
 
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Shalabayeva: si dimette il prefetto Procaccini. Bruxelles «Siamo in contatto con l'Italia»
L'addio del capo di gabinetto di Alfano. La mozione di sfiducia su sul ministro di M5S e Sel arriva in Senato venerdì



MILANO - Mentre sul caso Shalabayeva si muove anche l'Unione europea (Bruxelles ha smentito di aver chiesto informazioni all'Italia ma ha ammesso di essere, sulla vicenda, in continuo contatto con Roma), in Italia cadono le prime teste: si è dimesso il capo di gabinetto del Viminale, Giuseppe Procaccini. Il prefetto ha consegnato, già lunedì sera, una lettera al ministro dell'Interno in cui spiega le motivazioni della decisione. Secondo quanto ricostruito, il 28 maggio scorso il prefetto Procaccini riceve - su indicazione di Alfano - l'ambasciatore kazako Andrian Yelemessov e il suo primo consigliere. Al centro della riunione Ablyazov, dissidente kazako oppositore del regime, già capo di un'importante banca kazaka, è accusato di truffa e ricercato dal Kazakistan e anche da Mosca, come risulta dalla sua scheda inserita nel sito dell'Interpol.

Muktar sarebbe a Casal Palocco. Procaccini spiega ai kazaki che la competenza è della polizia e li invia al Dipartimento pubblica sicurezza. Il prefetto Procaccini è capo di gabinetto del ministro dell'Interno dal 2008, quando alla guida del Viminale c'era Roberto Maroni; il prefetto viene poi confermato al suo posto sia da Anna Maria Cancellieri che da Angelino Alfano. A maggio scorso, Giuseppe Procaccini era tra i più accreditati per la poltrona di capo della polizia, dopo la morte di Antonio Manganelli. Con quella di Procaccini restano in bilico altre posizioni nella linea di comando del Viminale, e non solo, sul caso Shalabayeva.

EPIFANI: «ALFANO? SE SAPEVA, SI DIMETTA»- Arrivano le prime reazioni alle dimissioni del prefetto Procaccini. Il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, commenta: «Non è un fatto usuale». E Epifani non risparmia una stoccata al responsabile del Viminale: «Se il ministro degli Interni e vice presidente del Consiglio Angelino Alfano sapeva dell'espulsione delle due donne kazake deve ora trarre le conseguenze; se invece non sapeva nulla la cosa è più grave ancora». Un commento rilanciato su Twitter: «Aspettiamo chiarezza, ma se Alfano sapeva dovrà prendersene responsabilità», ha scritto Epifani. La vicenda sta assumendo dirompenti aspetti politici, all'interno della stessa maggioranza che sostiene il governo Letta. Sull'ipotesi che le dimissioni di Alfano diano il via ad una crisi di governo, Epifani risponde: «Da un certo punto di vista sì. Da un altro punto di vista non necessariamente, nel senso che si potrebbe fare diversamente. Ma è chiaro che il Pdl trarrebbe le conseguenze».

IL DOSSIER - Attesa da giorni è arrivata, nella tarda mattinata di martedì, la relazione del capo della polizia Pansa sull'espulsione di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Ablyazov: il dossier ora è al vaglio del ministro degli Interni Alfano. Nella relazione Pansa ricostruisce le fasi e i passaggi burocratici della vicenda che ha portato all'espulsione dall'Italia della moglie e della figlia del dissidente kazako. Se il dossier chiarirà i passaggi tecnici, resteranno probabilmente diversi punti di domanda sui nodi politici.

AISI: «ESTRANEI ALLA VICENDA» -Intanto, sempre martedì, il direttore del servizio segreto interno, generale Arturo Esposito, ha riferito al Copasir che l'Aisi non è stato coinvolto nella vicenda della cattura della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov. Spiega inoltre il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito: «Con questa audizione - ha spiegato Esposito - è stata confermata la completa estraneità del nostro servizio alla vicenda, che è stata soltanto un'operazione di polizia attuata su richiesta di Interpool e Criminalpol. I servizi - ha concluso il vicepresidente - non se ne sono mai occupati come ci ha anche comunicato con una lettera il direttore del Dis, Giampiero Mazzolo».

MOZIONE DI SFIDUCIA PER ALFANO
- Non tremano solo i vertici della Polizia, del dipartimento di Pubblica sicurezza e del Viminale, a essere in bilico è la posizione di Angelino Alfano e la poltrona di ministro dell'Interno. Lunedì il Movimento 5 Stelle e Sel hanno presentato due mozioni di sfudicia, alla Camera e al Senato, nei confronti del vicepremier chiedendo le sue dimissioni. La conferenza dei capigruppo di palazzo Madama per la calendarizzazione della mozione di sfiducia, convocata per alle 15.30 di martedì pomeriggio, ha deciso che la mozione di sfiducia ad Alfano, depositata da Sel e M5S, verrà discussa in Senato venerdì 19 luglio, a partire dalle 20.30. Intanto, alle 18 di martedì, il ministro dell'Interno riferisce in Senato sulla vicenda di Alma Shalabayeva; mentre, alle 20, il titolare del Viminale riferisce alla Camera.

LA DIFESA DEL PDL - La relazione arrivata sul tavolo del ministro Alfano non dovrebbe contenere i nomi dei «colpevoli» ma ricostruire i passaggi: al vicepremier toccherà poi proporre la sanzione per i responsabili della «mancata informativa». Alfano ha più volte ribadito di non aver saputo nulla né del blitz di fine maggio né dell'espulsione-lampo della moglie di Ablyazov. Di fronte alla richiesta di dimissioni dell'opposizione, il Pdl ha reagito facendo quadrato intorno al politico. Tanto che l'ex ministro Rotondi ha avvertito: «Il governo senza Alfano non ha dieci minuti di vita». Mentre il presidente della Commissioni affari esteri alla Camera Cicchitto ha sottolineato che «non ci sono i termini per chiedere le sue dimissioni». Ma il leader della Lega e presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, pur premettendo di «non voler fare valutazioni sull'opportunità di dimissioni di Alfano», afferma - a margine, martedì, di un incontro a Palazzo Lombardia - come fosse «difficile» che il governo e il ministro dell’Interno non sapessero dell'espulsione di Alma Shalabayeva: «Dico solo da ex ministro dell’Interno che casi del genere erano gestiti dalla struttura, con il coinvolgimento di tutti, anche ovviamente del ministro».

INTERROGAZIONE A COMMISSIONE UE
- La commissione Diritti umani del Senato ha reso noto che ascolterà nei prossimi giorni Pansa sul caso Shalabayeva, dopo che il governo avrà fatto le sue comunicazioni. Sabato 20 luglio, poi, la Commissione si recherà a visitare il Cie di Ponte Galeria, ultimo luogo dove è stata trattenuta Alma Shalabayeva prima di essere espulsa. In mattinata, intanto, il vicepresidente del parlamento europeo Gianni Pittella ha presentato un'interrogazione alla commissione Ue sul caso: «La vicenda dell'espulsione della dissidente kazaka, Shalabayeva Ablyazov, da parte delle autorità italiane è gravissima», ha dichiarato.

16 luglio 2013
www.corriere.it/politica/13_luglio_16/shalabayeva-governo-alfano_9928e29a-edf3-11e2-98d0-98ca66d426...
[Modificato da wheaton80 16/07/2013 21:29]
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