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La Cia implicata nelle torture in Iraq

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2016 18:44
07/03/2013 14:26
 
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Il Pentagono aveva inviato in Iraq un veterano delle “guerre sporche” dell’America Centrale a supervisionare e addestrare alcune unità speciali della polizia irachena che avevano creato una rete di centri di detenzione e di tortura per ottenere informazioni dai ribelli.

Secondo i risultati di un’inchiesta del Guardian e della Bbc Arabic, il colonnello in pensione James Steele, 58 anni, statunitense, veterano delle guerre in Salvador e in Nicaragua, era stato nominato direttamente dal segretario della difesa degli Stati Uniti Donald Rumsfeld per aiutare a organizzare i paramilitari nel tentativo di sedare una rivolta sunnita nel 2003, ed è rimasto in Iraq fino al 2005.

Anche il colonnello James Coffman, un altro veterano dell’esercito statunitense, era stato inviato in Iraq per organizzare le forze di sicurezza e lavorare a fianco di Steele. Coffman riferiva direttamente al generale David Petraeus, ex capo della Cia, costretto a dimettersi a novembre del 2012 in seguito a uno scandalo riguardo a sua relazione extraconiugale.

Secondo gli autori dell’inchiesta le forze speciali irachene hanno commesso alcuni dei peggiori atti di tortura documentati durante l’occupazione degli Stati Uniti e hanno accelerato lo scoppio di una guerra civile. Le accuse, riportate nel documentario del Guardian, coinvolgono per la prima volta i consiglieri della Cia negli abusi commessi dalle forze speciali.

www.guardian.co.uk/world/video/2013/mar/06/james-steele-america-ir...

www.internazionale.it/news/stati-uniti/2013/03/07/la-cia-implicata-nelle-torture-...
06/04/2013 02:39
 
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L’appello dell’Onu agli Stati Uniti:“Chiudete Guantanamo, viola i diritti”

Imbarazzo a Washington dopo l’ultima bacchettata dell’Onu: l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay ha chiesto di nuovo oggi al governo americano di chiudere la base prigione di Guantanamo affermando che il carcere per sospetti terroristi nell’isola di Cuba è «in chiara violazione della legge internazionale».

La Pillay si è detta «profondamente delusa» che l’amministrazione Obama non sia stata capace di chiudere Guantanamo «nonostante i ripetuti impegni presi per farlo»: l’esistenza del carcere cubano, ha detto la commissario Onu «mette gravemente in dubbio la posizione degli Stati Uniti come difensore dei diritti umani e indebolisce il ruolo di Washington quando affronta temi di diritti umani in altre parti del mondo».

Innanzitutto si chiede un primo passo: rilasciare i detenuti che sono stati esonerati dall’aver avuto un ruolo nella guerra al terrorismo. Dei 166 rimasti a Guantanamo metà potrebbero esser già oggi trasferiti nel loro paese e in paesi terzi, ha notato la Pillay: `Altri sarebbero stati individuati per incarcerazione sine die.

Alcuni di loro si trovano li´ da oltre un decennio’’, ha detto l’alto commissario. Solo nove detenuti di Guantanamo sono stati incriminati o condannati da quando il carcere cubano ha aperto i battenti nel gennaio 2002 e di recente il Southern Command, a cui fa capo la base prigione, ha chiesto all’erario 49 milioni di dollari per costruire un nuovo edificio per «prigionieri speciali» in aggiunta alle altre spese di ristrutturazione necessarie dopo che il Congresso ha deciso di tenere aperto il carcere a tempo indeterminato.

Di recente 40 detenuti hanno cominciato lo sciopero della fame: alcuni di loro hanno perso tanto peso che le autorità de carcere hanno deciso di alimentarli forzatamente.

Lo sciopero della fame «è un atto disperato» ma «scarsamente sorprendente», ha detto la Pillay: «Dobbiamo esser chiari in questo: gli Stati Uniti sono in una chiara violazione non solo degli impegni presi, ma anche della legge internazionale e degli standard che sono obbligati di rispettare».

Il presidente Barack Obama si era impegnato a chiudere Guantanamo nel primo giorno della sua presidenza ormai oltre quattro anni fa e la Pillay ha dato il benvenuto a una dichiarazione del 27 marzo del suo portavoce che citava le obiezioni del Congresso come primo ostacolo alla chiusura del carcere: «Ciononostante sistematiche violazioni continuano anno dopo anno», ha detto al Pillay sottolineando che, fino a quando Guantanamo resterà aperto le autorità Usa devono fare il possibile perché i diritti umani vengano osservati.

www.lastampa.it/2013/04/05/esteri/l-appello-dell-onu-agli-stati-uniti-chiudete-guantanamo-viola-i-diritti-YLgfHQdhAOXvSu8w40sxYO/pag...
23/05/2013 15:23
 
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Petizione per la chiusura immediata di Guantanamo

Fra poche ore, il Presidente Obama potrebbe finalmente chiudere Guantanamo: la prigione più tristemente nota al mondo. Obama deve rispondere allo sciopero della fame dei detenuti che dura ormai da 100 giorni e alla denuncia di tortura da parte dell'ONU sui metodi di alimentazione forzata. Se saremo in tanti a fare pressione, potrebbe liberare i prigionieri per i quali è già stato approvato il rilascio e incaricare un funzionario della Casa Bianca di una missione: chiudere Guantanamo! E' un momento cruciale. Firma per chiedere a Obama di chiudere ora quell'orribile campo di prigionia e condividi le notizie qui sotto così che altri si uniscano a questa petizione urgente.

I fatti parlano da soli:

Detenuti presenti a Guantanamo ora: 166

Detenuti che devono rispondere ad accuse: 6

Detenuti il cui immediato rilascio è stato approvato, ma si trovano ancora nella prigione: 86

Prigionieri di Guantanamo in sciopero della fame: 103

Prigionieri in sciopero della fame, legati e costretti all'alimentazione forzata: 30

Prigionieri deceduti durante la detenzione: 9

Bambini che gli USA hanno trattenuto a Guantanamo: 21

Detenuti giudicati presso una corte civile: 1

Detenuti che non possono essere giudicati perché le prove sono state invalidate dalla tortura: 50

Prigionieri rilasciati dall'amministrazione Bush: 500+

Prigionieri rilasciati dall'amministrazione Obama: 72

Costo annuale per i contribuenti USA: 150 milioni di dollari

Numero di giorni da quando Obama ha promesso di chiudere Guantanamo: 1579

Periodo di tempo da quando i primi prigionieri sono arrivati a Guantanamo: 11 anni, 4 mesi, 11 giorni

Per la firma: www.avaaz.org/it/obama_shut_down_gitmo_4/?bQyuQbb&v=25108
24/05/2013 01:50
 
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Obama verso la chiusura di Guantanamo. “Freno” agli attacchi coi droni
Alla National Defense University il presidente ha delineato la linea sulla "war on terror". Sì ad attacchi specifici e mirati e stop alla "guerra al terrore globale". Il primo passo per lo smantellamento della prigione cubana sarà quello di sollevare la moratoria sul trasferimento dei detenuti nello Yemen

di Roberto Festa | 23 maggio 2013

“Questa guerra, come tutte le guerre, deve finire. E’ ciò che ci suggerisce la storia”. Lo ha detto Barack Obama nel passaggio forse più importante dell’attesissimo discorso alla National Defense University di Washington, in cui il presidente ha delineato le linee essenziali della politica antiterrorismo e della sicurezza Usa nei prossimi anni. Obama ha spiegato che intende “mettere un freno” agli attacchi con i droni e che tra qualche settimana inizierà un progressivo trasferimento di detenuti da Guantanamo nello Yemen. La parte più forte del suo discorso ha però forse riguardato il concetto di war on terror, di guerra al terrore, inaugurata da George W. Bush dopo l’11 settembre e proseguita sotto la presidenza Obama.

“I nostri valori sono stati spesso compromessi – ha riconosciuto il presidente -. Dobbiamo iniziare una nuova fase, ricreando un equilibrio tra sicurezza nazionale e libertà individuali”. Il discorso alla National Defense University verrà probabilmente ricordato come quello in cui un presidente americano ha riconosciuto l’impossibilità di vincere la guerra al terrorismo con mezzi puramente militari. “Né io, né nessun altro presidente, può promettere una totale sconfitta del terrorismo – ha spiegato Obama -. Non saremo mai capaci di cancellare il male che si nasconde nel cuore di alcuni esseri umani, né bloccare ogni minaccia alle nostre società aperte”. E’ l’intero paradigma che ha retto l’azione americana in questi anni che deve cambiare: “Oltre l’Afghanistan, dobbiamo definire il nostro sforzo non come una guerra al terrore globale e senza limiti, ma piuttosto come una serie di persistenti e ben definiti sforzi per smantellare reti terroristiche specifiche”. Nel delineare la nuova strategia, Obama ha anche per la prima volta riconosciuto, in modo piuttosto esplicito, che i modi in cui è stata condotta la guerra “ha provocato anche reazioni negative da parte del mondo islamico, mentre noi non siamo in guerra con l’Islam”.

La svolta nella politica antiterrorismo degli Stati Uniti si concretizzerà, nei prossimi mesi, soprattutto in tema di droni. Pur rivendicando il fatto che i droni “hanno salvato vite umane e smantellato complotti” e che gli Stati Uniti hanno sempre preferito “catturare i sospetti, e non ucciderli”, Obama ha riconosciuto la necessità di una stretta sull’uso di queste armi letali in zone “non di guerra”, come il Pakistan, lo Yemen e la Somalia. I bombardamenti saranno autorizzati solo ed esclusivamente contro obiettivi che rappresentano una “imminente minaccia per i cittadini americani” e contro persone che “è impossibile catturare”. Nel caso la minaccia venga rivolta a partner come il Pakistan o lo Yemen, ciò non sarà considerato ragione sufficiente per ricorrere agli aerei radiocomandati. Il comando delle operazioni, ha annunciato Obama, verrà progressivamente tolto alla Cia per passare al Pentagono (un mutamento in larga parte “di facciata”.

In realtà la Cia conserverà un ruolo fondamentale nella scelta dei target dei droni). Una corte con giudici indipendenti, ha auspicato Obama, dovrà in futuro sovrintendere su questo tipo di operazioni militari. La decisione di limitare il ricorso a questo tipo di interventi militari dovrebbe in qualche modo placare le preoccupazioni della comunità internazionale e di molti gruppi per i diritti umani, che ne hanno contestato la segretezza e il gran numero di vittime civili (almeno 3000, secondo alcune fonti). Circa 400 attacchi con aerei radiocomandati sono stati lanciati dalla Cia e dai militari americani in Pakistan, Yemen e Somalia durante la presidenza Obama.

Proprio alla vigilia del suo discorso, l’amministrazione Usa ha ammesso di aver eliminato con i droni ben quattro cittadini statunitensi: il militante di Al Qaeda, Anwar Al-Awlaki, il figlio 16enne e un giornalista vicino ai gruppi islamici, Samir Khan, uccisi durante un attacco nello Yemen nel 2011; e Jude Kennan Mohammad, nato in Florida, altro presunto militante islamico assassinato in Pakistan. In tutti e quattro i casi l’amministrazione Obama ha agito senza riconoscere ai propri cittadini il diritto costituzionale alla difesa. Un altro capitolo importante del discorso di Obama è stato dedicato all’Aumf, l’Authorization for Use of Military Force, la legge post-11 settembre più volte rivista e aggiornata che dà all’esecutivo il potere di condurre azioni di guerra contro i gruppi terroristici. Negli ultimi mesi più di una voce, al Congresso, si è levata per chiedere una revisione dell’Aumf, che sarebbe stato interpretato dai presidenti americani come una sorta di “assegno in bianco” in una guerra globale e incontrollata contro i terroristi.

Per dimostrare la sua volontà di sottoporre la war on terror a una sempre maggiore supervisione da parte di deputati e senatori, Obama ha chiesto al Congresso di “ridefinire” il complesso della legge. Tutta la sezione finale dell’intervento alla National Defense University è stato infine riservato alla questione di Guantanamo. E’ qui che, più volte, con una veemenza mai forse sperimentata in altre occasioni pubbliche, Obama è stato interrotto da una donna del pubblico – Medea Benjamin, famosa attivista del movimento pacifista americano, fondatrice di Code Pink – che gli ha ricordato che decine di detenuti si trovano ancora nella prigione cubana, nonostante siano stati sollevati da ogni accusa. “Tu sei il presidente degli Stati Uniti! Potresti chiudere Guantanamo in questo momento!”, ha più volte urlato la donna, che ha anche aggiunto che almeno 103 detenuti su 166 sono in questo momento in sciopero della fame. Obama ha pazientemente lasciato finire la donna, poi ha ricordato di avere più volte chiesto al Congresso di chiudere il carcere, sempre senza successo.

“Un detenuto di Guantanamo costa quasi un milione all’anno”, ha detto Obama, aggiungendo che “il Dipartimento alla Difesa ha calcolato che i costi per ogni detenuto sono destinati ad aumentare sino a quasi due milioni di dollari. E’ una situazione insostenibile, in un momento di crisi in cui tagliamo scuola e sanità”. Di fronte al rifiuto del Congresso di fornire i fondi necessari per la chiusura, Obama ha delineato la strategia possibile per i prossimi mesi: una riduzione progressiva dei detenuti, che renda alla fine del tutto anti-economico e inutile il mantenimento di una struttura come Guantanamo. Il primo passo sarà quello di sollevare la moratoria sul trasferimento dei detenuti nello Yemen.

Degli 86 di cui è stato approvato il trasferimento, 56 sono infatti yemeniti, ciò che dovrebbe alleggerire notevolmente le presenze nelle celle. Per chi dovrà essere perseguito per reati di terrorismo, il presidente USA ha ancora una volta ricordato la sua preferenza per processi nelle normali corti di giustizia, e non attraverso tribunali militari che concedono agli accusati molte meno garanzie costituzionali alla difesa. “Nessuno è mai scappato da uno dei supercarceri o prigioni militari negli Stati Uniti. E i nostri tribunali hanno incriminato centinaia di persone legate al terrorismo, inclusi alcuni tra i più pericolosi dei detenuti di Guantanamo”, ha concluso Obama, in quello che appare davvero come un tentativo tra i più energici della sua presidenza di definire una volta per tutte la politica antiterrorismo americana dei prossimi anni.

www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/23/obama-verso-chiusura-di-guantanamo-freno-agli-attacchi-coi-droni...
05/11/2013 01:36
 
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Guantanamo. Medici torturatori a servizio della Cia

Un rapporto svela come i medici dell'esercito Usa e della Cia abbiano avuto un ruolo chiave nelle pratiche di torture eseguite a Guantanamo, ai danni dei presunti terroristi. Il giuramento d'Ippocrate? Carta straccia. E' quanto devono aver pensato i medici che hanno operato presso il carcere di Guantanamo, dove, anziché aiutare i detenuti e offrir loro cura e assistenza, si sono resi complici di torture e abusi. La denuncia arriva da un rapporto della "Taskforce per il mantenimento della professionalità medica nei centri di detenzione per la sicurezza nazionale", riportato dal Guardian, secondo cui numerosi medici, psicologi e infermieri dell'esercito Usa e della Cia hanno partecipato a torture contro i presunti terroristi e offrendo coperture per le vessazioni a cui i carcerati erano sottoposti. Come scrive il quotidiano britannico, a seguito degli attentati dell'11 settembre a New York, alcuni medici, in piena violazione della propria deontologia, "hanno progettato e partecipato a torture e trattamenti degradanti, crudeli e inumani". Per esempio, hanno offerto ai responsabili degli interrogatori -spesso condotti a forza di torture psicologiche e fisiche- dettagli sullo stato di salute dei detenuti, spiegando quali fossero i "punti deboli" su cui andare a pressar maggiormente. Hanno inoltre partecipato al nutrimento forzato di detenuti in sciopero della fame, un'azione esplicitamente vietata dalla World medical association e dalla American medical association. Oltre a non denunciare gli abusi, ancora, secondo il rapporto, il servizio medico della Cia ha garantito di fronte al Pentagono che i metodi utilizzati negli interrogatori, come la privazione del sonno e l'annegamento simulato, erano medicalmente accettabili. Tanto che avrebbero partecipato attivamente ad alcune di queste pratiche.

italian.irib.ir/notizie/mondo/item/134090-guantanamo-medici-torturatori-a-servizio-d...
01/04/2014 23:47
 
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CIA, Senato USA svela le bugie e le torture dell’agenzia

Per anni la CIA ha ingannato il governo e i cittadini degli Stati Uniti nascondendo le brutalità commesse sui prigionieri durante gli interrogatori. Non solo. Gli agenti segreti si sarebbero presi meriti di alcune informazioni che i detenuti avevano fornito già prima di essere interrogati. Inoltre, l’agenzia avrebbe esagerato la portata dei piani terroristici per mantenere alta la tensione dell’opinione pubblica. E’ questo il contenuto di un rapporto della commissione intelligence del Senato statunitense. Secondo il Washington Post - che ha raccolto le confidenze di alcuni funzionari Usa che hanno letto il documento – l’agenzia, attraverso il controverso programma di interrogatori adottato dopo l’11 settembre, avrebbe ottenuto scarsi risultati, dei quali avrebbe però amplificato l’importanza. “La CIA – si legge nel documento – ha ripetutamente descritto il programma (relativo agli interrogatori, ndr) al Dipartimento di Giustizia e al Congresso come una modalità per mettere le mani su informazioni di intelligence che altrimenti non sarebbero state ottenute e che hanno aiutato a sventare complotti terroristici e salvare migliaia di vite. Questo era vero? La riposta è no”, afferma il rapporto di 6.300 pagine. Dalle quali affiorano anche le divisioni interne all’agenzia di spionaggio: tra i vertici che ordinavano di continuare gli interrogatori e gli agenti sul posto, che ritenevano di non poter più ottenere informazioni da prigionieri ormai stremati. Il rapporto descrive inoltre tecniche di torture finora sconosciute. Oltre al famigerato waterboarding, che consiste nel mettere uno straccio in bocca al prigioniero e versarci dell’acqua così da provocare la sensazione di annegamento, gli agenti CIA, in un sito di detenzione in Afghanistan, sottoponevano i presunti terroristi allo schiacciamento della testa dentro una vasca piena di acqua ghiacciata. Una tortura mai apparsa nella lista di quelle approvate dal Dipartimento di Giustizia dopo l’attentato alle Torri Gemelle. La commissione di intelligence del Senato dovrebbe votare giovedì l’invio sommario del rapporto al presidente Barack Obama per la declassificazione. Il rapporto è stato redatto sulla base di “storie dettagliate” raccontate da decine di persone detenute tra il 2002 e il 2006, durante la “guerra al terrorismo” scatenata dal presidente George W. Bush, che prevedeva il ricorso a tecniche di tortura. Sistema bandito nel 2009 da Obama.

1 aprile 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/01/cia-senato-usasvelalebugieeletorturedellagenzia...
[Modificato da wheaton80 01/04/2014 23:47]
24/07/2014 20:21
 
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Deportazioni segrete e torture in aiuto alla CIA, la Polonia complice degli abusi degli Stati Uniti

BERLINO - La Polonia è stata complice degli abusi americani nel periodo peggiore della "Guerra al terrore" voluta da George W. Bush: ha collaborato a gestire una casa degli orrori nascosta al sistema giudiziario normale e ha aiutato gli agenti USA a torturare e deportare in segreto persone sospettate di terrorismo. E' la prima volta che la Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo condanna uno stato membro dell'Unione: è uno schiaffo sonoro, che Varsavia incassa quasi in silenzio, ammettendo che si tratta di "una macchia grave" per il paese, e lamentando solo di non aver avuto abbastanza tempo per l'esame dei dossier.

DetenzioDeportazioni segrete e torture

Si parla di deportazioni segrete, detenzione nascosta, torture. Al centro della sentenza dei giudici c'è la vicenda del saudita Al Nashiri e del palestinese Abu Zubaydah, presunti terroristi. Il governo di Varsavia ha tollerato che i due detenuti fossero sottoposti a tortura e maltrattamenti mentre erano in Polonia, e sapeva che lo sarebbero stati ancora, una volta trasferiti nella base americana di Guantanamo, dove sono ancora rinchiusi. Il governo polacco dovrà versare ai due detenuti 230 mila euro.

Interrogatori brutali

In una sentenza distinta, il tribunale di Strasburgo ha condannato la Polonia per aver collaborato con i servizi segreti statunitensi anche nell'apertura a Stare Kiejkuty, 180 chilometri a nord di Varsavia, di una prigione segreta che ha operato fra il 2002 e il 2005. Qui i detenuti, privati di ogni diritto, venivano interrogati con metodi brutali: la Corte di Strasburgo ha condannato la Polonia per aver violato l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani, che impone agli Stati di non sottoporre nessuno a tortura o trattamenti inumani e degradanti.

Gli annegamenti simulati
Il saudita Abd Al Rahim Hussayn Muhammad Al Nashiri si era rivolto ai giudici di Strasburgo nel 2011, mentre il palestinese Zayn Al-Abidin Muhammad Husayn, (Abu Zubaydah) aveva fatto ricorso nel 2013. Gli USA accusano il primo di essere l'ideatore dell'attacco alla nave militare Uss Cole nel 2000, nel porto di Aden, in cui 17 marinai erano rimasti uccisi, e di aver partecipato nel 2002 all'attacco contro la petroliera francese MV Limburg. Contro di lui, il presidente Bush aveva autorizzato l'uso di tecniche di interrogatorio "avanzate", cioè di sevizie come il waterboarding, l'annegamento simulato. Il secondo è considerato dai servizi americani un alto personaggio di Al Qaeda, con un ruolo importante nella pianificazione degli attacchi dell'11 settembre. A dodici anni dal suo arresto, non è stato ancora formalmente accusato di crimini specifici.

L'assistenza alla CIA per il programma di rendition
La sentenza della corte di Strasburgo è la prima a condannare un paese membro dell'Unione Europea, ma non sarà l'ultima: secondo un rapporto della Open Society Justice Initiative, almeno 54 paesi - fra cui nazioni europee come Italia, Regno Unito, Svezia, ma anche Siria e Iran - hanno partecipato al famigerato programma di "rendition" fornendo assistenza nascosta alla CIA per arrestare, detenere, deportare, interrogare e torturare persone sospettate di terrorismo. Secondo Julia Hall, esperta di antiterrorismo e diritti umani per Amnesty International , è "una decisione storica che finalmente rivela la verità su un periodo oscuro della storia recente della Polonia e segna una pietra miliare contro l'impunità".

Giampaolo Cadalanu
24 luglio 2014
www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2014/07/24/news/berlino-9...
02/08/2014 14:49
 
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Obama ammette che gli Stati Uniti «hanno torturato della gente»

Venerdì primo agosto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha rivolto alcune critiche molto severe nei confronti del comportamento tenuto in passato dalla CIA (Central Intelligence Agency, l’agenzia di spionaggio per l’estero statunitense). In particolare, Obama ha ammesso in maniera molto netta che in passato gli Stati Uniti hanno fatto ricorso alla tortura, soprattutto nel periodo immediatamente successivo all’11 settembre. «Abbiamo torturato della gente [...]. Abbiamo fatto cose contrarie ai nostri valori. Capisco perché questo è successo. Penso che sia importante che quando guardiamo al passato ci ricordiamo di quanto la gente fosse spaventata quando le Torri crollarono». Il commento di Obama è arrivato alla vigilia della pubblicazione di un rapporto del Senato sugli abusi e le torture compiute dalla CIA sui suoi prigionieri. Il rapporto dovrebbe essere molto critico sui metodi utilizzati in passato. Le pratiche di tortura, ufficialmente chiamate “enhanced interrogation techniques“, in italiano “tecniche di interrogatorio rafforzato”, sono state vietate da Obama nel 2009.

2 agosto 2014
www.ilpost.it/2014/08/02/obama-ammette-torture-cia/
15/12/2014 21:21
 
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CIA, tutto il mondo condanna le torture documentate dal dossier del Senato

AFP - Si moltiplicano gli appelli negli Stati Uniti e in tutto il mondo per reclamare un procedimento giudiziario sull'utilizzo della tortura da parte della CIA, un dossier che l'amministrazione Obama sembra considerare tuttavia chiuso. Proprio mentre gli americani scoprivano le atrocità descritte nel rapporto del Senato contro i prigionieri detenuti nelle carceri della CIA, il Ministero della Giustizia ha fatto subito sapere che il caso non sarà riaperto. L' ex vicepresidente Dick Cheney, in carica durante l'amministrazione di George W. Bush fra il 2001 e il 2009, proprio nel periodo incriminato, ha detto che il documento parlamentare è "pieno di sciocchezze. Un rapporto deplorevole dove non ci si è presa la pena di interpellare le persone chiave coinvolte in quel programma", ha insistito. Mentre un responsabile del Ministero, che ha parlato in condizioni di anonimato, ha detto che nel rapporto pubblicato martedì non c'era "alcuna informazione nuova", rispetto all'inchiesta approfondita effettuata nel 2009. Ma i dettagli sulle pratiche dei servizi americani, con detenuti tenuti al buio per giorni, gettati contro i muri, tenuti a bagno nel ghiaccio, privati del sonno o alimentati a forza per via rettale, hanno suscitato reazioni scandalizzate in tutto il mondo. "Crimini ingiustificabili", li ha descritti Edward Snowden, l' ex consulente della NSA (National Security Agency), che ha rivelato i segreti del sistema di sorveglianza americano. Contro Washington si è pronunciata anche l'Unione Europea, secondo la quale queste rivelazioni "sollevano questioni importanti sulla violazione dei diritti umani da parte delle autorità americane". Per il consulente dell' ONU per i diritti umani Ben Emmerson, "i responsabili di questa cospirazione criminale devono risponderne davanti alla giustizia". Il nuovo presidente afgano, Ashraf Ghani, si è detto "oltraggiato", denunciando questi "atti disumani" che alimentano "un circolo vizioso di violenza". Perfino l' Iran, spesso nel mirino delle Nazioni Unite per le sue violazioni in materia di diritti umani, ha denunciato su Twitter gli USA come "simbolo della tirannia contro l'umanità".

11/dic/2014
www.askanews.it/top-10/cia-tutto-il-mondo-condanna-le-torture-documentate-dal-dossier-del-senato_7117...
24/12/2014 02:48
 
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Torture della CIA, Nyt:“Obama metta in stato d’accusa ex vicepresidente Cheney”

Non si placa negli Stati Uniti la polemica sulle torture commesse dalla CIA nei confronti di detenuti accusati di terrorismo. Il New York Times ha chiesto oggi al presidente Barack Obama di mettere in stato d’accusa l’ex vicepresidente Dick Cheney per le torture commesse dalla Central Intelligence Agency. In un durissimo editoriale, il giornale auspica l’incriminazione, oltre che di Cheney, del suo allora capo di gabinetto David Addington, dell’ex direttore della CIA George Tenet, degli avvocati dell’Office of Legal Council John Yoo e Jay Bybee (gli autori dei cosiddetti “memorandum sulla tortura”), e poi a seguire, dell’agente della CIA Jose Rodriguez, che ordinò la distruzione dei video degli interrogatori, gli psicologi che misero a punto certe tecniche di pressione, i dipendenti dell’agenzia di intelligence che le posero in atto per far parlare sospetti terroristi. L’editoriale del Times coincide con un nuovo sforzo dell’American Civil Liberties Union e Human Rights Watch di indurre l’amministrazione Obama a lanciare un’inchiesta sulle torture: le due organizzazioni hanno scritto una lettera al ministro della Giustizia Eric Holder chiedendo la nomina di uno special prosecutor, un magistrato indipendente che indaghi sull’intera vicenda. Secondo il New York Times, un’inchiesta penale sulle torture “non è una vendetta, ma un modo di garantire che fatti del genere non si ripetano e di riacquistare credibilità morale quando si accusano di torture altri governi”. Gli Stati Uniti oggi vanno in Consiglio di Sicurezza per denunciare all’ONU, insieme ad altri Paesi, la Corea del Nord per sistematiche violazioni dei diritti umani nei suoi campi di prigionia.

F. Q.
22 dicembre 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/22/torture-cia-nyt-obama-metta-in-daccusa-ex-vicepresidente-cheney/...
24/12/2014 16:01
 
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La Germania presenta accuse di violazione dei diritti umani contro l’amministrazione Bush

Se il presidente Obama non lo farà, lo farà qualcun altro. Per fortuna, un gruppo per i diritti umani a Berlino, il Centro europeo per i diritti umani e costituzionali, ha iniziato il processo per incriminare i membri dell’amministrazione Bush, presentando denunce penali contro gli artefici del programma di tortura dell’amministrazione. La richiesta di un’indagine immediata da parte del gruppo per i diritti umani tedesco è stata avviata dopo l’indignazione seguita al caso di un cittadino tedesco, Khalid El-Masri, catturato da agenti della CIA nel 2004, a causa di un errore di persona, e torturato in una prigione segreta in Afghanistan. Wolfgang Kaleck, il segretario generale del Centro europeo per i diritti umani e la costituzione, ha detto:“Indagando i membri dell’amministrazione Bush, la Germania può aiutare a garantire che i responsabili di questi crimini di sequestro di persona, abuso e detenzione illegale non rimangano impuniti”.

In un’intervista a “Democracy Now”, Michael Ratner, presidente emerito del Centro per i diritti costituzionali e presidente del Centro europeo per i diritti umani e costituzionali, ha detto che crede che Cheney, tra gli altri, non abbia nessuna scusante per le azioni di tortura e dovrebbe essere incriminato:“Dubito fortemente che Bush, Cheney, ecc… abbiano una scusante. Questa volta non si tratta di uno di quei resoconti emessi in maniera indipendente dal Dipartimento di Giustizia, facilitati da quelle stesse persone che riteniamo debbano essere incriminate. Ciò faceva parte di una cospirazione, in modo che essi potessero cavarsela riguardo le torture. Ma non è questo che conta ora”.

“In secondo luogo, qualsiasi cosa pensiamo di quei resoconti, essi sono inutili in Europa. L’Europa non accetta questo, per citare, ‘scudo d’oro’ come difesa legale. O è tortura o non lo è. O l’avete fatto o non l’avete fatto. E questo è uno dei motivi, tra gli altri, per cui ci siamo rivolti e ci stiamo rivolgendo all’Europa per portare avanti questi casi attraverso il Centro europeo”.

Ratner ha poi colpito nel segno riguardo il cammino futuro del pericoloso eccezionalismo dell’America:“Ma, naturalmente, tu capisci, Cheney ci ha appena mostrato il motivo esatto per cui bisogna andare avanti – nel perseguire la tortura. Perché se non portiamo avanti un procedimento penale nei suoi confronti, il prossimo torturerà di nuovo. Ed è quello che Cheney ha detto:“Vorrei farlo di nuovo”.

Khalid El-Masri era in vacanza a Skopje, in Macedonia, quando è stato tirato fuori da un autobus da agenti governativi, sodomizzato con un farmaco e portato nella base segreta che è stata identificata come Cobalto nel rapporto di tortura della CIA. Dopo quattro mesi, e dopo che gli Stati Uniti hanno saputo della scambio di identità, lo hanno lasciato lì e hanno continuato a torturarlo. Lo hanno tenuto ulteriormente nonostante gli Stati Uniti si fossero resi conto che avevano torturato l’uomo sbagliato. In seguito, lo hanno rilasciato e lo hanno gettato da qualche parte perché riprendesse la propria vita. Le parole di El-Masri, nella stessa intervista a "Democracy Now":
“Io ero l’unico in questa prigione a Kabul ad essere stato effettivamente trattato un pò meglio degli altri detenuti. Ma era noto tra i prigionieri come altri fossero stati costantemente attaccati e torturati e con raffiche di musica ad alto volume. Venivano inoltre lasciati appesi al soffitto, completamente nudi in condizioni di gelo fino a cinque giorni. L’uomo dalla Tanzania, di cui ho parlato prima, aveva il braccio rotto in tre punti. Aveva ferite, traumi alla testa e i suoi denti erano stati danneggiati. Lo hanno chiuso in una valigia per un lungo periodo di tempo, una valigia maleodorante che lo ha fatto vomitare tutto il tempo. Altre persone hanno sperimentato forme di tortura che prevedevano l’immersione della testa sott’acqua”.

Ratner ha poi terminato l’intervista con alcune parole di condanna che dovrebbero far venire i brividi a George Bush, Dick Cheney, Condoleezza Rice e Donald Rumsfeld:“E lasciatemi dire che - qualsiasi cosa sia successa precedentemente in Germania, tra lo spionaggio dell’NSA e il fatto che si sia scoperto che un loro cittadino sia stato detenuto in un luogo di tortura, nonostante si conoscesse la sua innocenza - io sono abbastanza sicuro che la Germania prenderà questa cosa molto sul serio”.

Fonte: www.addictinginfo.org/2014/12/21/germany-files-human-rights-charges-against-bus...

24 dicembre 2014
ununiverso.altervista.org/blog/la-germania-presenta-accuse-di-violazione-dei-diritti-umani-contro-lamministrazio...
07/01/2015 02:37
 
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Obama svuota Guantanamo in segreto, voli notturni di detenuti

Si moltiplicano i voli segreti notturni per rilasciare i detenuti in questi due ultimi mesi, e Guantanamo non è mai stata così vuota. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, punta a centrare un obiettivo finora impossibile, nonostante sia stata una delle sue promesse all’inizio del primo mandato: svuotare il carcere militare americano a Cuba negli ultimi due anni di presidenza. L’idea è di lasciare a Guantanamo solo tra i 60 e gli 80 detenuti in modo che tenere aperto il carcere di massima sicurezza non abbia più senso dal punto di vista economico. Così facendo l’inquilino della Casa Bianca metterebbe il Congresso di fronte alle proprie responsabilità: controllato da oggi dall’opposizione repubblicana, recisamente contraria a portare negli Stati Uniti pericolosi terroristi islamici (o presunti tali) Capitol Hill si batte da sempre contro qualsiasi tipo di spreco e i costi di Guantanamo lieviterebbero, se calcolati per singolo detenuto. Nel carcere situato a Cuba ci sono ora 127 detenuti, in drastico calo rispetto ai 680 del 2003 e in due mesi sono stati realizzati più progressi rispetto ai 5 anni precedenti. La Difesa è pronta a rilasciare altri due gruppi nelle prossime due settimane. Un’ondata che sarà seguita da un probabile rallentamento dei rilasci, anche se l’amministrazione non ha intenzione di allentare gli sforzi. Il Pentagono e il Dipartimento di Giustizia devono infatti trattare con i governi stranieri la restituzione dei prigionieri, 59 dei quali sono già stati dichiarati idonei al rilascio. La strada è ancora lunga ma Obama ritiene che Ashton Carter, neo-segretario alla Difesa, si muoverà in modo più aggressivo rispetto al suo predecessore Chuck Hagel. Hagel, un repubblicano, si è mosso troppo lentamente nella liberazione dei detenuti, suscitando la frustrazione della Casa Bianca. Secondo indiscrezioni, Carter è più vicino alle posizioni di Obama e alla sua volontà di chiudere il capitolo Guantanamo. Obama punta a smantellare il carcere di massima sicurezza da quando si è insediato alla Casa Bianca. E il non esserci finora riuscito gli ha attirato critiche, con molti che ritengono che non abbia perseguito l’obiettivo con forza sufficiente. Dopo aver incontrato la resistenza del Congresso nel 2009, Obama aveva infatti in parte accantonato l’ipotesi, tornando a cavalcare l’obiettivo solo nel 2013. “Il Dipartimento della Difesa continua a premere per i trasferimenti” dei prigionieri di ‘basso livello’ di pericolosità che sono stati dichiarati idonei, afferma Paul Lewis, l’inviato speciale del Pentagono per la chiusura di Guantanamo. Ma “abbiamo l’obbligo di valutare seriamente la potenziale minaccia dei detenuti prima dei trasferimenti”.

6 gennaio 2015
notizie.tiscali.it/articoli/esteri/15/01/06/obama-chiude-guantan...
16/06/2016 18:44
 
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«Così la CIA mi ha torturato nel carcere di Guantanamo»

«Avevo i ceppi ovunque, anche alla testa, non potevo muovermi. Poi mi hanno messo un panno in bocca e hanno cominciato a buttare acqua, acqua, acqua». Abu Zubaydah racconta così la pratica di tortura del «waterboarding» inflittagli nel 2007 nella prigione militare di massima sicurezza a Guantanamo Bay, base americana in terra cubana. Il New York Times ha pubblicato parte della testimonianza dell’uomo, che la CIA aveva identificato come un membro di al Qaeda: è la prima testimonianza in prima persona di una vittima di tortura a Guantanamo, resa pubblica dal governo assieme ad altri documenti «top secret» dell’agenzia di Intelligence americana, su richiesta dell’American Civil Liberties Union.

In piedi, nudo, per ore
Con un inglese approssimativo, Abu Zubaydah racconta le sofferenze subite. E’ stato costretto a restare in piedi per ore, legato e nudo, in una stanza fredda, con una gamba ferita. Ha dovuto fare i propri bisogni in un secchio davanti ad altra gente, «come un animale». Ed è stato sottoposto al «waterboarding» (83 volte in un mese) finché non smetteva di respirare e i medici lo riportavano in sé. «All’ultimo momento, prima che morissi, si fermavano». Io gli dicevo:«Se volete uccidermi, fatelo». Invece, aspettavano che riprendesse fiato e ricominciavano.

Il dossier del Senato
L’uso di torture a Guantanamo era già emerso in passato, in particolare in un dossier di 500 pagine pubblicato nel dicembre 2014 dal Comitato Intelligence del Senato USA. Ma è la prima volta che la descrizione del «waterboarding» e di altre forme di tortura fisica e psicologica provengono direttamente da un ex detenuto di Guantanamo.

I consigli «medici»
A questa testimonianza, si aggiungono le rivelazioni fornite da altri documenti «declassificati» in questi giorni, di cui dà notizia il britannico The Guardian: il personale medico della CIA dava istruzioni su come torturare i detenuti — dopo l’attacco alle Torri Gemelle di New York del 2001 — utilizzando la deprivazione del sonno, il digiuno parziale, il «waterboarding» e le «scatole di confinamento», sorta di bare in cui a malapena poteva entrare il corpo di una persona. I documenti, datati 2004 e resi pubblici soltanto martedì, provano il coinvolgimento diretto dei funzionari assegnati all’Office of Medical Staff (OMS) della CIA. Sono vere e proprie «linee guida per il sostegno medico e psicologico» alla tortura. Non solo. I medici dell’Intelligence davano indicazioni anche su come gestire un detenuto in sciopero della fame, alimentandolo forzatamente per via rettale.

Le bare di «confinamento»
Abu Zubaydah, un cittadino saudita catturato in Pakistan nel 2002, è stato «confinato» per 11 giorni in una «scatola» grande poco più del suo corpo e altre 29 ore in una scatola ancor più piccola, 76x76x53 cm. Si trova ancora agli arresti a Guantanamo.

Sara Gandolfi
16 giugno 2016
www.corriere.it/esteri/16_giugno_16/terrorista-cosi-cia-mi-ha-torturato-carcere-guantanamo-0256422e-338f-11e6-b8e9-6b78a4af30...
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