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Le oscenità di Blair

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2019 00:35
26/10/2015 14:43
 
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«Posso dire che mi scuso per il fatto che l'intelligence che abbiamo ricevuto era sbagliata, perché nonostante Saddam avesse usato le armi chimiche in maniera estensiva contro la sua stessa popolazione, il programma di riarmo non esisteva nella forma che noi avevamo pensato». «Mi scuso per gli errori commessi nella pianificazione, e certamente per il nostro errore nel capire cosa sarebbe accaduto una volta che avessimo rimosso il regime» - Tony Blair

Queste dichiarazioni di Tony Blair sono oscene. Povero mostro, talmente accecato da non rendersi nemmeno conto di quello che ha fatto. Che la guerra in Iraq abbia spianato la strada all' ISIS è vero, ma non è neanche lontanamente la conseguenza più grave delle azioni di Blair, Bush, Obama e di mezza Europa. Blair non nomina nemmeno il milione di morti causati da questa guerra. Un MILIONE. Non accenna ad un Paese distrutto completamente, alla disperazione, al terrore, alla rovina della vita per milioni e milioni di persone. No. Non si scusa con loro. Si scusa con gli occidentali perché si è accorto ora che le "informazioni" dei Servizi sulle armi di Saddam erano fasulle. Questa dichiarazione è aberrante, e lo trasforma da "mostro" in "mostro più odioso d'Europa". Perchè lo sapevano tutti che Saddam non c'entrava nulla con Bin Laden, L'ONU sapeva che non aveva le notorie "armi di distruzione di massa"; sappiamo perfino che le cosiddette "prove" che furono usate per convincere il Congresso americano a fare la guerra furono fabbricate in un qualche ufficio del SISMI. E moltissimi nel mondo si rendevano perfettamente conto in tempo reale che la guerra a Saddam era un pretesto, e che avrebbe provocato una catastrofe umanitaria. Invece il "leader" di una delle nazioni più potenti della Terra, con un servizio d'informazioni a dir poco leggendario, ci viene a raccontare che le informazioni che aveva lui erano sbagliate. E ce lo viene a raccontare dopo che è venuta alla luce una sua comunicazione in cui lui garantiva il supporto a Bush per la guerra UN ANNO PRIMA dell'invio delle truppe. Oops. Una cosa così, se fosse stata vera, dovrebbe aver causato purghe che neanche Stalin, l'immediata chiusura e rifondazione da zero di MI5 e MI6, e il ritiro perpetuo dei laburisti dalla scena politica. Ma come? Mandi in guerra una Nazione come la Gran Bretagna con informazioni false, causi un genocidio enorme, spiani la strada al fondamentalismo più bieco e poi ci vieni a dire:"Oh, scusate ragazzi, ci siamo sbagliati"?!

L'ulteriore presa in giro che ci propina questo manichino del potere (perché non è un servo, è un manichino: un servo ha un cervello, e non direbbe cose di questo genere) è dire:"Però abbiamo fatto bene perchè Saddam usava le armi chimiche contro la sua popolazione". Beh, solo facendo un calcolo freddo dei morti all'anno, per farne un milione, Saddam avrebbe dovuto governare come minimo un altro centinaio d'anni, e comunque non avrebbe raso al suolo Baghdad e le altre città dell'Iraq. E non avrebbe certamente lasciato che l'ISIS gli conquistasse tre quarti del Paese. L'occidente non aveva un reale motivo economico per invadere l'Iraq. Il petrolio? Da quando esistevano i pozzi, finiva tutto a BP, Shell, Exxon, ecc…, altrimenti l'Iraq sarebbe stato invaso ben prima. No. Lo scopo reale di quella guerra, e quello delle primavere arabe, è sempre stato quello di creare una ferita aperta che fomentasse odio e fondamentalismo. Serviva un nemico credibile per continuare a giustificare gli apparati imperiali e per aumentare il controllo sulle persone e sulle coscienze in crescita. Per questo le "primavere" arabe hanno stranamente colpito tutti i despoti laici del Medio Oriente, ma quelli altrettanto feroci, dei Paesi nei quali nascono e si propagano queste infezioni, quelli che ci mettono i soldi, Arabia Saudita, Qatar... lì, stranamente, la primavera tarda ad arrivare... In compenso Tony Blair è classificato da qualche anno tra i ricchi d'Inghilterra grazie a non meglio specificati affari immobiliari, e a consulenze milionarie...

Enrico Carotenuto
26 Ottobre 2015
www.coscienzeinrete.net/politica/item/2550-le-oscenita-...
08/12/2015 03:07
 
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Per favore, processate Tony Blair

Lo so che si fa la figura del fanatico, con 'ste storie, anche di sabato... Però, uno se ne sta tranquillo a casa sua aspettando la partita in TV quando gli cade l'occhio su un grande e stimabile quotidiano nazionale che annuncia in prima pagina la pubblicazione di un discorso tenuto alla Biblioteca del Congresso di Washington da Tony Blair. E fin qui... Ma sapete quale tema si era scelto Blair per l'occasione? Ecco il titolo del suo discorso: The Depth Of The Challenge: Why Force Alone Will Not Defeat Islamist Extremism (ovvero: La profondità della sfida: ecco perché la forza, da sola, non sconfiggerà l'estremismo islamista), liberamente tradotto dal giornale italiano in "Aiutiamo l'islam a sconfiggere la follia jihadista" (http://www.tonyblairoffice.org/news/entry/the-depth-of-the-challenge-why-force-alone-will-not-defeat-islamist-extremi/). E' un discorsetto banale, pare incredibile che a produrlo sia stato l'uomo che per dieci anni ha guidato il Regno Unito, ovvero una delle potenze europee, e che per otto anni è stato il rappresentante del Quartetto (ONU, UE, USA e Russia) per il Medio Oriente e per le trattative di pace tra Israele e Palestinesi. Si capisce perché, della sua opera di pacificatore, si ricordano ora soprattutto le note spese, e quell'intero piano del prestigioso hotel American Colony, a Gerusalemme, riservato per anni a lui e al suo staff. Ma questo è ancor il meno. In realtà, il titolo del giornale italiano è più corretto e azzeccato.

Perché il Tony, dette due robette sul fatto che bisogna sconfiggere il Daesh (alla lettera:"Il primo pilastro di una strategia a largo raggio è sconfiggere Daesh, non soltanto in Siria e in Iraq, ma ovunque". E questo è quanto, per l'aspetto militare), passa al resto: che è (vedi appunto il titolo) la necessità di appoggiare l'islam moderato contro quello jihadista. Ora, che per avere successo in politica occorra un pò di faccia tosta lo sappiamo. Ma così tanta? Tony Blair, nel caso la cosa fosse già passata nel dimenticatoio, è quel distinto signore che un paio di mesi fa (due mesi, non due secoli), dopo la pubblicazione di alcune mail fino a quel momento secretate, ha dovuto ammettere che la guerra in Iraq del 2003 era stata combinata e decisa tra lui e George Bush addirittura un anno prima, nel 2002, fregandosene altamente delle ispezioni dell'ONU, dell'esistenza o meno delle armi di distruzione di massa che in effetti non esistevano, delle proteste di larga parte dell'opinione pubblica mondiale che, a differenza dei giornali, aveva capito benissimo che cosa bolliva in pentola.

I due, pochi mesi dopo l'attacco all'Afghanistan dei talebani, volevano far la guerra all'Iraq, avevano deciso che l'avrebbero fatta e la fecero, punto e basta. Una guerra che, secondo gli studi più recenti, ha provocato mezzo milione di morti, arrivati dopo un altro mezzo milione di morti (su una popolazione totale di 32,5 milioni di abitanti) causati dall'embargo durato 13 anni (1990-2003), che non scalfì di una virgola il potere di Saddam Hussein ma inflisse agli iracheni sofferenze indicibili. Va anche ricordato che nel 2003, dopo l'invasione dell'Iraq, le Nazioni Unite (buone pure quelle) affidarono a due Paesi la ricostruzione dell'Iraq. Indovinate quali? USA e Regno Unito, perbacco! La parte di Tony Blair, in quella porcheria, fu particolarmente penosa. Perché dalle mail l'allora premier inglese fa la figura della dama di compagnia della Casa Bianca, tanto da offrirsi a Bush come propagandista delle ragioni americane presso gli altri Paesi europei. Infine, per completare l'opera, Blair seminò di spie il suo stesso partito, per capire chi andava convinto e come. Dopo la pubblicazione delle mail, Tony Blair ha chiesto scusa. Ma continua a rifilarci predicozzi come questo della Biblioteca del Congresso, in cui non si vergogna di dire cose come "in quel vuoto (il Medio Oriente, n.d.r) si faranno spazio individui i cui interessi e i cui valori potrebbero essere contrari ai nostri".

Cioè, proprio ciò che è successo in Iraq con il terrorismo bombarolo prima e con l'ISIS poi, grazie a quella guerra inventata da lui e Bush, che ha massacrato un popolo e ha trasformato il Paese in una fucina di instabilità. A me è capitato di andare diverse volte in Iraq, tra il 2003 e il 2008: e ricordo benissimo il clima di terrore, le esplosioni improvvise, gli ospedali che rigurgitavano di morti e feriti, il settarismo che andava inesorabilmente crescendo. Se vivessimo in un mondo civile, se le cosiddette "democrazie liberali" fossero davvero tali nell'intimo, personaggi come Bush e Blair sarebbero già finiti sotto processo, in una qualche Norimberga o Aja delle nostre, accusati di crimini di guerra come Milosevic e Karadzic. E a promuovere il processo sarebbero i loro stessi Paesi, perché i soldati inglesi e americani li hanno uccisi i miliziani di Al Qaeda ma a morire ce li hanno mandati loro, Bush e Blair. Invece noi li copriamo di denaro perché possano ancora spiegarci come funziona la democrazia, il diritto internazionale, i processi di pace. Per favore, processate Tony Blair. Se non per altro, per impedirgli di parlare e scrivere.

Fulvio Scaglione
05/12/2015
www.famigliacristiana.it/articolo/blair.aspx
08/07/2016 02:23
 
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“Ingiustificata la guerra a Saddam”. Il rapporto Chilcot inchioda Blair

Dopo sette anni di lavori e di rinvii, la commissione presieduta da John Chilcot, istituita nel 2009 dall’allora Premier laburista Gordon Brown per indagare le motivazioni della guerra in Iraq, ha reso noto il suo rapporto. Un testo sterminato, lungo quattro volte «Guerra e pace» di Tolstoj, lascia ora agli storici il più devastante atto accusa nei confronti di un ex Premier britannico, Tony Blair, che quella guerra la appoggiò e la favorì senza riserve. La commissione ha ascoltato 129 testimoni, che hanno pronunciato 2,5 milioni di parole registrate in 150mila documenti e in 911 paragrafi, incredibile assonanza con il 9-11 dal quale tutto è cominciato. Gli elementi di accusa sono pesantissimi: la guerra non era l’ultima risorsa disponibile, non tutte le opzioni sono state esaminate; Blair ha esagerato nelle comunicazioni al Parlamento il pericolo rappresentato dall’Iraq; la colpa è anche dei servizi segreti, che hanno fornito informazioni inesatte sulle armi di distruzione di massa irachene; non era vero che Saddam rappresentasse una minaccia incombente; è falso che non partecipare alla guerra avrebbe compromesso il rapporto con gli USA; è vero che Blair disse a George Bush, prima del voto in Parlamento:«Sarò con te comunque»; le conseguenze dell’invasione sono state ampiamente sottovalutate; l’esercito è stato mandato in Iraq impreparato e male equipaggiato; per rimediare, i soldati sono stati costretti all’umiliazione di stringere accordi con i militari iracheni; Stati Uniti e Gran Bretagna, per fare la guerra, hanno minato l’autorità del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e l’intera operazione è stata un fallimento. Il rapporto ha lasciato comunque a Blair una via di fuga.

Da scafato combattente dell’arena politica qual’è, l’ex Premier ha affrontato due ore di conferenza stampa per ribattere alle accuse, con voce incrinata al momento giusto, quando ha chiesto scusa per i 179 soldati britannici morti. Come fanno i leader più esperti, si è assunto ogni responsabilità dell’accaduto, lasciando però intendere tra le righe che le colpe sono di altri. «Ho agito in buona fede», ha detto, e ha aggiunto che «sulla base delle conoscenze disponibili, oggi prenderei le stesse decisioni». I servizi segreti, ha precisato, sono separati dal governo: è sottinteso che la colpa è loro. «Il rapporto prova - ha detto - che non ci sono state falsificazioni, né accordi segreti, né comunicazioni ingannevoli del governo». E cosa voleva dire «sarò con te comunque?», gli hanno chiesto. «Anche nel caso di complicazioni politiche», ha risposto. E le conseguenze della guerra? «Molti stanno meglio adesso, e il terrorismo attuale non ha rapporti con la caduta di Saddam». L’Associazione dei Famigliari delle Vittime, che tanto si è battuta per l’indagine, si è limitata a sperare che il rapporto serva a cambiare le procedure con le quali il Regno Unito va in guerra. Ma i parenti dei soldati morti sono stati più duri nelle interviste: «È Blair il vero terrorista», ha detto la sorella di un caduto. Jeremy Corbyn, attuale leader del partito di Blair, si è scusato a nome dei laburisti: nel 2003 lui aveva votato contro la guerra. Il Premier Cameron si è limitato ad auspicare che si tragga una lezione da tutto questo. Difficilmente Blair potrà essere incriminato per il rapporto Chilcot. Ma le sue speranze di essere nominato negoziatore della Brexit con l’Unione Europea sono diventate inconsistenti, e non c’è più alcun ruolo politico nel suo futuro.

Vittorio Sabadin
07/07/2016
www.lastampa.it/2016/07/07/esteri/ingiustificata-la-guerra-a-saddam-il-rapporto-chilcot-inchioda-blair-MJFDEft758ezFQrDHTcekK/pag...
20/11/2019 00:35
 
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Regno Unito, crimini di guerra in Medio Oriente?

Secondo un rapporto pubblicato dal Sunday Times e della BBC, l’Esercito Britannico e l’apparato governativo avrebbero compiuto ripetute violazioni dei diritti umani e crimini di guerra durante le guerre in Iraq ed Afghanistan, celando le prove per oltre 15 anni. Tra gli innumerevoli capi d’accusa, fanno clamore l’uccisione di bambini inermi e le pesanti torture indirizzate ai prigionieri di guerra:

www.aljazeera.com/news/2019/11/uk-government-military-covered-war-crimes-report-191117170131...

I fatti in questione erano già noti alle autorità britanniche, le quali tuttavia hanno escluso ogni procedimento penale, non rilevando fondatezza alcuna nelle prove. Documenti che in ogni caso sono risultati falsificati già durante le prime indagini, sebbene ciò non abbia influito sugli esiti dell’investigazione: motivo principale che ha convinto le testate giornalistiche a scrivere riguardo ad un quasi certo tentativo di insabbiamento delle vicende.

Il triste episodio dei ragazzi afghani
Il 18 ottobre del 2012, un battaglione dell’Esercito Britannico entrò all’interno di una dimora afghana, nella quale ci si attendeva la presenza di un gruppo terroristico talebano. All’interno dell’abitazione invece si trovavano quattro ragazzi (dei quali tre minori) i quali, probabilmente spaventati dall’irruzione, hanno commesso l’errore di spaventarsi e cercare di scappare. L’Esercito Britannico li ha freddati sul colpo, sostenendo in seguito che si trattasse di una cellula terroristica giovanile: ipotesi che comunque non ha trovato alcuno straccio di conferma. I dubbi principali sono stati alzati riguardo al modo in cui ha agito l’Esercito Britannico: un vero e proprio squadrone della morte. I militari erano entrati già convinti nel luogo del raid sparando a qualsiasi cosa che si muovesse, in disaccordo con quelli che dovrebbero essere stati gli intenti dell’operazione. L’Esercito Britannico ha tuttavia respinto le accuse, probabilmente per nascondere errori valutativi compiuti prima e durante l’azione.

Perché insabbiare le prove?
Secondo le ultime indiscrezioni, l’insabbiamento del procedimento è avvenuto in quanto indirizzato non solo ai soldati incaricati di portare a termine le operazioni, ma soprattutto verso gli alti funzionari dell’esercito e del Ministero della Difesa inglese. Il processo interno all’Esercito Britannico si è chiuso nel 2017, concludendosi con un nulla di fatto, fino alla pubblicazione dei documenti da parte delle testate anglofone. Lo scalpore destato soprattutto dalle torture alle quali sono succedute le morti dei prigionieri ed alle uccisioni e maltrattamenti dei bambini non ha risparmiato però l’esercito dal processo dell’opinione pubblica, alla quale adesso dovrà fornire delle risposte.

Iraq ed Afghanistan: due guerre difficili
Il difficile clima di guerriglia, le resistenze della popolazione locale e anche le condizioni ambientali estreme non hanno aiutato i militari britannici nella lucidità delle loro azioni. Per giungere al conseguimento degli obiettivi e scovare i capi terroristi o carpire i movimenti nemici tuttavia l’arma della corona si è spinta troppo oltre, compiendo ripetute violazioni dei diritti umani e dei diritti dei prigionieri di guerra. La particolare gravità deriva inoltre dalla natura di membro della NATO e dell’Unione Europea, che a livello mondiale dovrebbe essere garanzia di salvaguardia dei diritti civili: così però non è stato. Ai tanti (e grossi) problemi che sta vivendo il Regno Unito in questi ultimi mesi, adesso si è aggiunto anche un’inchiesta dal fragore internazionale, che porterà la politica britannica ed il suo esercito a porsi delle domande ed a prendere dure decisioni interne, senza poter più sviare l’evidenza dei fatti.

Andrea Massardo
19 novembre 2019
it.insideover.com/guerra/regno-unito-crimini-di-guerra-in-medio-oriente.html?fbclid=IwAR2CbSPLLu7KEhp6J0GumjpV-Oyn4yeK2feRGtmXXphe5Qao8ay...
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