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Rapporto segreto ONU: 'Caschi blu legati giro prostituzione minori'

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2023 13:13
21/04/2017 14:58
 
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Un rapporto segreto delle Nazioni Unite rivela che 134 caschi blu dello Sri Lanka erano coinvolti in un giro di prostituzione minorile ad Haiti. Nessun arresto è stato fatto nonostante le "prove schiaccianti" del caso. E' quanto emerge da un'inchiesta dell'agenzia di stampa americana AP. Il rapporto interno dell'ONU, scrive l'agenzia di stampa, parla di abusi sessuali da parte dei caschi blu dello Sri Lanka ad Haiti su bimbi anche di 12 anni e cita l'intervista ad una ragazza - conosciuta come 'V01', ovvero 'Vittima n. 1' - che dai 12 ai 15 anni, quando il suo seno non era ancora sviluppato, ha detto di avere fatto sesso con circa 50 caschi blu, incluso un "comandante" che le ha dato 75 centesimi. Ma questa sembra essere solo la punta dell'iceberg. Dall'inchiesta dell'AP, che ha riguardato le missioni ONU negli ultimi 12 anni, sono emersi infatti circa 2.000 presunti casi di abusi sessuali da parte dei caschi blu ed altro personale ONU nel mondo. E oltre 300 di questi casi vedono come protagonisti i bambini.

12 aprile 2017
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2017/04/12/rapporto-segreto-onu-caschi-blu-legati-giro-prostituzione-minori_3a4e1015-ffb1-4570-b867-23693f672...
13/02/2018 00:17
 
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Scandalo sessuale travolge Oxfam: ad Haiti chi doveva soccorrere partecipava a orge

LONDRA - "Un fallimento morale". Così Penny Mordaunt, Ministra britannica per la Cooperazione Internazionale, definisce lo scandalo sessuale che ha investito la Oxfam, una delle maggiori organizzazioni umanitarie al mondo. Inviati ad Haiti per le operazioni di soccorso del devastante terremoto del 2010, che causò oltre 300mila morti sull'isola caraibica, alcuni dei suoi funzionari organizzavano incontri con prostitute, forse anche minorenni, e "orge stile Caligola", secondo quanto ha rivelato nei giorni scorsi un'inchiesta del Times. Oggi i giornali inglesi allargano le accuse anche ad altre associazioni di beneficenza. Il Sunday Times riferisce che nel 2017 la stessa Oxfam sarebbe stata coinvolta in 87 episodi di 'comportamento improprio' da parte del suo personale in missione all'estero, 53 dei quali denunciati alla polizia, con 20 addetti licenziati, rivelando che l'organizzazione 'Save the Children' risulta coinvolta in 31 casi del genere (10 denunciati alle autorità) e Christian Aid in 2. Il Guardian scrive che la Oxfam era già stata denunciata per rapporti del suo staff con giovani prostitute nel 2006 in Ciad, dove il capo missione era sempre Roland van Hauwermeiren, in seguito costretto a dimettersi per i festini ad Haiti. E perfino la Croce Rossa britannica ammette 5 casi di sospette molestie sessuali avvenute nel Regno Unito. Con una mano aiutavano, insomma, con l'altra abusavano. Anche il mondo delle ONG e delle campagne umanitarie, molte delle quali hanno a Londra il proprio quartier generale, finisce dunque nel ciclone delle accuse di abusi sessuali che, partito dal cinema di Hollywood, ha fatto emergere comportamenti simili in vari settori della società britannica, dalla politica alla City.

Uno scandalo aggravato da accuse di 'cover up' alla Oxfam, sospettata di avere tenute nascoste le dimissioni dei funzionari coinvolti, alcuni dei quali hanno così potuto trovare di nuovo lavoro presso altre agenzie umanitarie. Pur negando gli insabbiamenti, la Oxfam riconosce che i comportamenti di "una piccola parte" dei suoi dipendenti sono stati 'vergognosi' e "hanno tradito gli alti valori che guidano il lavoro di Oxfam e la fiducia dei sostenitori in Gran Bretagna e delle migliaia di persone che ogni giorno sono al nostro fianco per combattere l'ingiustizia della fame e della povertà". Molto netta la risposta pubblica di Save the Children: l'organizzazione precisa di aver essa stessa segnalato ai media, a partire dall'agenzia di stampa Reuters lo scorso novembre, le 31 accuse di molestie sessuali che alcuni membri dello staff avevano mosso nei confronti di altri membri e sulle quali erano state svolte accurate indagini". Ribadendo la "tolleranza zero" nei confronti di episodi di abusi e molestie. Ma l'ammissione non sembra abbastanza, come segnalano le parole della Ministra della Cooperazione Internazionale, dicastero da cui la Oxfam ha ricevuto lo scorso anno 32 milioni di sterline di finanziamenti pubblici. Per domani è in programma a Downing Street un incontro con i vertici dell'organizzazione umanitaria: il governo minaccia di tagliare i propri contributi. "Darò loro l'opportunità di dirmi di persona cosa hanno fatto dopo questi eventi e vedrò se dimostrano le qualità morali di cui credo abbiano bisogno", afferma la Ministra Mordaunt. "Se non forniranno tutte le informazioni che hanno sul caso, non lavoreremo più insieme".

Enrico Franceschini
11 febbraio 2018
www.repubblica.it/esteri/2018/02/11/news/scandalo_oxfam_ministro_gb_e_fallimento_morale_-18...
13/02/2018 00:23
 
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Scandalo Oxfam: si dimette la numero 2



Cade una testa eccellente nello scandalo sessuale che ha colpito la ONG Oxfam. Si è dimessa la numero due dell'organizzazione, Penny Lawrence, che si è assunta "piena responsabilità" per il comportamento dello staff nel corso delle crisi umanitarie in Ciad e ad Haiti. Ha inoltre ammesso che Oxfam non è riuscita ad agire in modo adeguato nelle due vicende venute alla luce dopo le rivelazioni della stampa britannica.

12 febbraio 2018
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2018/02/12/scandalo-oxfam-si-dimette-la-numero-2_58edf475-0a72-43ef-a7bc-c81d4a5ce...
[Modificato da wheaton80 13/02/2018 00:28]
19/02/2018 03:21
 
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Scandalo Oxfam, nuove accuse al numero uno:"Sapeva di molestie ma non intervenne"

LONDRA – Lo scandalo degli abusi sessuali alla Oxfam continua a crescere e ad aggravarsi. La soffiata di una ex-dipendente rivela al Times che Mark Goldring, Amministratore Delegato della grande organizzazione umanitaria, era a conoscenza della segnalazione del caso di una donna costretta a fare sesso per ricevere aiuti ma non fece niente per intervenire. L’accusa, se confermata, potrebbe portare ad altre dimissioni al vertice della Oxfam, dopo quelle annunciate ieri dalla sua vicepresidente Penny Lawrence, che ha lasciato l’incarico dicendo di “vergognarsi” e assumendosi la responsabilità per le “orge stile Caligola” ad Haiti, allestite dal capo della missione di soccorso dopo il terremoto del 2011. Le nuove rivelazioni provengono da Helen Evans, dal 2012 al 2015 capo della divisione sicurezza, cioè del dipartimento che si occupa di segnalare comportamenti scorretti o impropri dei dipendenti. L’ex dirigente sostiene che Goldring e i suoi collaboratori cancellarono una riunione da lei convocata per discutere gli episodi di molestie.

Fra gli incidenti riportati da Evans c’erano una volontaria stuprata da un collega della Oxfam in Sudan e un tentativo di abuso nei confronti di un commesso in uno dei tanti negozi di beneficenza dell’organizzazione in Gran Bretagna. Dopo avere abbandonato la Oxfam, Evans ha riferito i casi alla Charity Commission, l’agenzia governativa che sovraintende al settore degli aiuti umanitari nel Regno Unito e al Ministero per lo Sviluppo Internazionale, ma afferma che soltanto lo scorso anno sono stati presi provvedimenti in merito. Un particolare che ipotizza mancanze, se non un deliberato “cover-up” anche nell’ambito delle autorità pubbliche. Ora una consigliera comunale per il Labour nell’Oxfordshire, l’ex-dirigente della Oxfam, racconta al Times di giornate in cui sul suo tavolo arrivavano tre denunce di abusi:“Una donna costretta a fare sesso in cambio di aiuti umanitari, una volontaria stuprata da un collega, un membro dello staff sottoposto a molestie”. Secondo un suo personale sondaggio, Evans afferma che in un singolo anno, il 2014, il 7 per cento dei dipendenti della Oxfam nel Sudan del sud avevano riportato di avere sofferto violenze sessuali o tentativi di violenze. E nei negozi della Oxfam in Inghilterra, dove lavorano come stagisti anche molti minorenni, non ci sarebbero secondo lei controlli sufficienti per evitare abusi.

“I genitori non manderebbero i loro figli a fare esperienza nei ‘charity shops’ della Oxfam, se sapessero quale è la situazione”, dichiara al quotidiano londinese. Insomma, una situazione devastante. Le autorità britanniche hanno risposto ordinando un’inchiesta alla Charity Commission. E il Ministero dello Sviluppo Internazionale ha dato tempo alla Oxfam sino al fine settimana per decidere se confermare o tagliare i 32 milioni di sterline di finanziamenti pubblici all’organizzazione umanitaria. Anche l’Unione Europea promette “tolleranza zero” in materia e si appresta a riesaminare circa 27 milioni di sterline di fondi alla Oxfam. Che non è l’unica associazione di beneficenza e di impegno sociale nel mirino. Ma il Guardian avverte in un editoriale:“Gli abusi sessuali delle ONG sono una cosa orribile.

E’ anche orribile che ci sia chi li strumentalizza per cercare di tagliare gli aiuti umanitari”. Allusione al deputato ultra conservatore Jacob Rees-Mogg, uno degli aspiranti al posto di Theresa May, che ha recapitato a Downing Street una petizione per diminuire l’assistenza pubblica ai Paesi emergenti. Non solo. Oggi è stato anche arrestato il Presidente di Oxfam International, il guatemalteco Juan Alberto Fuentes, per sospetta corruzione. Fuentes, ex Ministro delle Finanze del Paese centramericano, è stato fermato per un controverso caso di acquisti di autobus pubblici insieme all'ex Capo dello Stato Locale, Alvaro Colom, che ha governato il Guatemala dal 2008 al 2012 ed è l'ultimo di una serie di ex presidenti guatemaltechi ad affrontare vicende giudiziarie.

Enrico Franceschini
13 febbraio 2018
www.repubblica.it/esteri/2018/02/13/news/oxfam_scandalo_sesso_festini_dimissioni18...
[Modificato da wheaton80 19/02/2018 03:22]
19/02/2018 03:25
 
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Caso abusi ONG: lo scandalo si allarga, la denuncia di Andrew Macleod

L'intervista di Tesa Arcilla di Euronews ad Andrew Macleod, che in passato ha lavorato per un organizzazione umanitaria e come funzionario delle Nazioni Unite:

Lei ha fatto affermazioni molto forti e serie sul comportamento di chi lavora in aree di crisi o di guerra; ci puo dire di che cosa si tratta?
"Non sono solo io ad averle fatte. Per oltre trent'anni le persone erano al corrente del fatto che ci sono dei problemi con la questione delle molestie sessuali, dello sfruttamento e della violenza sui minori, non solo nel contesto delle zone di guerra, ma anche delle aree dove ci sono stati dei disastri naturali. Kofi Annan ha detto che non essere intervenuti sulla pedofilia è uno dei maggiori rimpianti; Ban Ki-moon ha detto la stessa cosa. Tra loro due ci sono vent'anni di leadership nell'ambito degli aiuti umanitari a livello internazionale durante i quali è stato riconosciuto il problema, ma non è stato fatto niente".

Quello che stupisce è che molte persone che conoscono bene il mondo delle organizzazioni umanitarie l'hanno definito un segreto noto a tutti. Ma come è possibile che sia rimasto tale per tanto tempo?
"La gente pensa: beh questo succede in guerra. E comunque è molto difficile parlare di pedofilia. Ma se permetti al tuo cervello di convincerti che succede solo in quel contesto, automaticamente è accettato. L'autorità nazionale inglese contro il crimine, ma già quelli prima di loro, hanno fatto sapere la metodologia scelta da questi pedofili per avere accesso ai bambini è per entrare all'interno di un'organizzazione umanitaria che si occupa di minori. Terribile ma logico. Ciascuno di questi dipendenti è pagato da noi, dalle nostre tasse e dalle nostre donazioni. Quindi chi sta al potere e le forze di polizia devono essere consapevoli del fatto che le organizzazioni umanitarie hanno all'interno dei turisti del sesso. Per questo dunque dobbiamo ritenere tutto il settore responsabile".

Che cosa si aspetta dall'Unione Europea in questo momento, vista l'entità del problema?
"Mi aspetto che l'Unione Europea faccia quello che dovrebbe fare il governo britannico. Dobbiamo iniziare a perseguire legalmente le mele marce, in modo da inviare un messaggio ai pedofili, facendo capire che il mondo delle organizzazioni umanitarie non è piu un bersaglio facile. Quello che propongo è che esista un nuovo protocollo delle organizzazioni a scopo benefico, preparato da ciascun governo, in modo che ogni volta che c'è un'accusa di abusi sessuali verso uno dei loro dipendenti, questa venga subito sottoposta alla giurisdizione di quel Paese".

15/02/2018
it.euronews.com/2018/02/15/caso-abusi-ong-lo-scandalo-si-allarga-la-denuncia-di-andrew...
23/02/2018 01:51
 
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Ex capo Save the Children lascia UNICEF



L'ex numero uno di Save the Children, Justin Forsyth, si è dimesso dall'attuale incarico di vicedirettore di UNICEF dopo essere stato stato accusato di aver mandato in passato messaggi inappropriati a collaboratrici donne a margine dello scandalo sessuale che ha coinvolto in Gran Bretagna l'Oxfam e altre ONG umanitarie. Lo riferisce da New York la BBC.

22 febbraio 2018
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2018/02/22/excaposavethechildrenlasciaunicef_dcb98d2f-06ff-401d-89ba-8c82a2ddb...
28/02/2018 01:47
 
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Siria, la cooperante alla BBC:“Cibo e aiuti umanitari in cambio di favori sessuali a operatori di diverse ONG e dell’ONU”

Cibo e aiuti umanitari in cambio di prestazioni sessuali. Una pratica così diffusa che molte donne ormai si rifiutano di andare nei centri di distribuzione nel timore di essere ricattate. Le ultime accuse che minacciano di far esplodere l’ennesimo scandalo nel mondo della cooperazione sono rivolte a diverse ONG e all’ONU. La denuncia parte da alcuni operatori umanitari, come Danielle Spencer, consulente umanitaria che lavora per un ente di beneficenza, che ha raccontato alla BBC come alcune agenzie umanitarie stiano chiudendo un occhio sugli abusi in quanto si stanno servendo di organizzazioni terze e funzionari locali per distribuire aiuti in zone pericolose della Siria dove lo staff internazionale non può avere accesso. “Non consegnavano gli aiuti fino a che le donne non si concedevano“, ha raccontato la cooperante all’emittente britannica, descrivendo il terribile 'modus operandi' di alcuni suoi colleghi. “Mi ricordo di una donna che piangeva in una stanza, stava molto male”, ha proseguito. “Una donna che si trova in un centro e aspetta di ricevere cose essenziali per poter vivere, come cibo o sapone, deve essere protetta. L’ultima cosa di cui ha bisogno è un uomo che la ricatti chiedendole di fare sesso con lei in cambio di quegli aiuti”, ha detto ancora. Il fenomeno dello sfruttamento sessuale in cambio di aiuti era stato denunciato la prima volta tre anni fa. La Spencer ha ascoltato le accuse di donne siriane in un campo profughi in Giordania nel marzo del 2015. “Erano sconvolte. Gli aiuti venivano distribuiti in cambio di sesso”, aveva denunciato Spencer. Qualche mese dopo, a giugno, l’International Rescue Committee aveva denunciato che su 190 donne e ragazze a Daraa e Quneitra, circa il 40% aveva subito violenza sessuale mentre cercava di avere assistenza, tra cui aiuti umanitari. “La violenza sessuale aveva una diffusione preoccupante, anche nella distribuzione di aiuti umanitari”, aveva denunciato l’organizzazione.

Le denunce furono presentate alle Agenzie ONU e alle organizzazioni caritatevoli internazionali in una riunione organizzata dall’UNFPA, lo United Nations Population Fund, ad Amman il 15 luglio del 2015. L’anno scorso l’UNFPA ha condotto una valutazione sulle violenze di genere nella regione e concluso che l’assistenza umanitaria è stata offerta in cambio di prestazioni sessuali in varie province della Siria. Il rapporto, intitolato “Voci dalla Siria 2018”, parla di “esempi di donne e ragazze sposate a funzionari per un breve periodo per sesso per poter ricevere dei pasti; gli addetti alla distribuzione di aiuti chiedono i numeri di telefono di donne e ragazze; danno loro aiuti ‘con qualcosa in cambio’ o distribuiscono aiuti “in cambio di una visita a casa loro” o “in cambio di una notte con loro”. Inoltre il rapporto spiega che “le donne e le ragazze ‘senza un protettore uomo’, come le vedove e le divorziate o le sfollate, sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento sessuale”. Un portavoce dell’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha parlato di informazioni insufficienti per adottare provvedimenti contro persone o organizzazioni accusate di sfruttamento sessuale delle donne in Siria. Tuttavia l’UNHCR ha commissionato una nuova inchiesta per avere maggiori informazioni e adottare misure di prevenzione e di segnalazione. Una portavoce di Oxfam ha raccontato che l’organizzazione non sta lavorando con i consigli locali per la distribuzione di aiuti nel sud della Siria. “Il nostro lavoro in Siria è stato in gran parte focalizzato sulla fornitura di hardware su larga scala per la distribuzione di acqua alle comunità siriane, piuttosto che sull'indirizzare gli aiuti a individui o famiglie specifiche”, ha detto. “Non abbiamo ricevuto denunce sullo sfruttamento sessuale intorno alla consegna degli aiuti nel 2015, ma abbiamo una politica di tolleranza zero in merito”.

27 febbraio 2018
www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/27/siria-la-cooperante-alla-bbc-cibo-e-aiuti-umanitari-in-cambio-di-favori-sessuali-a-operatori-di-diverse-ong-tra-cui-lonu/...
02/08/2018 04:25
 
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Rapporto GB, abusi sessuali ONG endemici

Gli abusi sessuali ai danni di donne e bambine indifese da parte di operatori delle ONG per gli aiuti internazionali sono "endemici" e durano da anni: é quanto emerge da un rapporto del Parlamento britannico pubblicato oggi, secondo cui i responsabili si muovono indisturbati nel settore con la "condiscendenza tendente alla complicità" delle stesse organizzazioni. Nel rapporto, la Commissione per lo Sviluppo nternazionale della Camera (IDC) sottolinea che il settore ha una storia di "completo fallimento" nella gestione di sospetti abusi da parte del proprio personale e sembra più preoccupato della sua reputazione che delle vittime, riporta il quotidiano britannico Guardian. I deputati chiedono la creazione di un ombudsman indipendente per il settore per aiutare le vittime degli abusi nonché l'istituzione di un registro globale degli operatori del settore per impedire che i responsabili degli abusi si muovano liberamente nel sistema.

31 luglio 2018
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2018/07/31/rapporto-gb-abusi-sessuali-ong-endemici_4ab088f1-e13947cf-8828-52bd46bec...
02/08/2018 04:28
 
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Rapporto GB, abusi sessuali ONG endemici

Gli abusi sessuali ai danni di donne e bambine indifese da parte di operatori delle ONG per gli aiuti internazionali sono "endemici" e durano da anni: é quanto emerge da un rapporto del Parlamento britannico pubblicato oggi, secondo cui i responsabili si muovono indisturbati nel settore con la "condiscendenza tendente alla complicità" delle stesse organizzazioni. Nel rapporto, la Commissione per lo Sviluppo nternazionale della Camera (IDC) sottolinea che il settore ha una storia di "completo fallimento" nella gestione di sospetti abusi da parte del proprio personale e sembra più preoccupato della sua reputazione che delle vittime, riporta il quotidiano britannico Guardian. I deputati chiedono la creazione di un ombudsman indipendente per il settore per aiutare le vittime degli abusi nonché l'istituzione di un registro globale degli operatori del settore per impedire che i responsabili degli abusi si muovano liberamente nel sistema.

31 luglio 2018
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2018/07/31/rapporto-gb-abusi-sessuali-ong-endemici_4ab088f1-e13947cf-8828-52bd46bec...
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Ma quale accoglienza. L’ONG simbolo di Lesbo trafficava esseri umani

Lesbo, l’isoletta greca di fronte alle coste della penisola anatolica, è da sempre in primo piano quando c’è da parlare di immigrazione. Attirando idealisti e operatori umanitari, fino all’accordo siglato nel marzo 2016 tra Unione Europea e Turchia, è stata il principale punto di accesso al Vecchio Continente. Le autorità greche hanno stimato che sono 114 le ONG e 7.356 i volontari che operano solamente nell’isola di Lesbo. Al punto che i funzionari locali sono arrivati a parlare di una vera e propria «fabbrica dell’immigrazione», con le ONG che agiscono come «fattore di attrazione». Ed evidentemente non si sbagliavano. Ve le ricorderete Sara e Yursa Mardini, le due sorelle siriane balzate agli onori della cronaca perché nel 2015 si tuffarono dal loro gommone che aveva imbarcato acqua e, proseguendo a nuoto, consentirono ai 18 immigrati di non affondare. Raggiunsero tutti l’isola di Lesbo, ma alle due sorelle toccò anche la gloria.

Eroine del nostro tempo, ispireranno il regista britannico Stephen Daldry a raccontare la loro storia su una pellicola; Yursa parteciperà alle Olimpiadi di Rio nella squadra dei rifugiati ed entrambe saranno delle star a Berlino. Ma soprattutto Yursa si darà subito al volontariato: ambasciatrice dell’UNHCR, collaborerà presto e a più riprese con l’Emergency Response Center International (ERCI), ONG di Lesbo. Ma oggi la ventitreenne è dietro le sbarre della prigione di Korydallos, una struttura di massima sicurezza nel capoluogo, insieme ad altri suoi colleghi dell’ERCI. È accusata di contrabbando, spionaggio e appartenenza a un’organizzazione criminale. Secondo la legge greca, la Mardini potrebbe restare dietro le sbarre per i prossimi diciotto mesi.

Le manette sono arrivate qualche settimana fa e con lei sono stati arrestati il direttore del campo di ERCI, Nassos Karakitsos, un ex ufficiale della forza navale greca, e Sean Binder, un volontario tedesco che vive in Irlanda. Le autorità greche hanno seguito il caso per sei mesi e così, in una lunga dichiarazione, la polizia di Mitilene ha affermato che mentre si atteggiava a organizzazione non-profit, ERCI aveva in realtà agito con l’unico scopo di trarre profitti, portando persone illegalmente in Grecia attraverso le isole dell’Egeo nord-orientale. Le indagini sono iniziate a febbraio, quando la polizia ha fermato proprio Mardini e Binder alla guida di un fuoristrada militare con targa falsa. In men che non si dica gli arresti si sono moltiplicati: in trenta, e tutti membri della ONG greca Emergency Response Center International, sono stati arrestati per il loro coinvolgimento in una rete di traffico di persone che opera sull’isola di Lesbo dal 2015.

Secondo la polizia greca, l’ERCI ha messo su letteralmente «una rete criminale organizzata che ha sistematicamente facilitato l’ingresso illegale di stranieri». Contraffazione, spionaggio e monitoraggio illegale sia della guardia costiera greca che dell’agenzia di frontiera dell’Unione Europea (Frontex), allo scopo di ottenere informazioni riservate sui flussi di rifugiati turchi, non sono accuse banali. Attualmente sono in carcere sei greci e ventiquattro cittadini stranieri. L’ERCI si è sempre definita come «un’organizzazione greca senza scopo di lucro che fornisce risposte di emergenza e aiuti umanitari in tempi di crisi.

La filosofia di ERCI è di identificare le lacune degli aiuti umanitari e intervenire per assistere nel modo più efficiente e di impatto». Eppure, nonostante la sua dichiarata missione e il profilo non profit, l’ONG ha guadagnato notevoli somme di denaro dal suo servizio di «canale» per attività illegali. Per ogni immigrato clandestino aiutato a entrare in Grecia illegalmente, l’organizzazione ha intascato circa duemila euro, allestendo, poi, un vero e proprio «business dell’integrazione». Infatti, dai vari programmi governativi (nutrizione, istruzione e alloggio) l’ERCI si aggiudicava circa 5mila euro a immigrato per introdurlo nella società. E operando indisturbati per anni hanno favorito l’ingresso illegale in Grecia di settantamila immigrati dal 2015. Il finanziamento delle ONG è un sistema basato sulla «fede», nel senso che tutto ciò che un gruppo deve fare per ottenere il sostegno della politica europea è affermare che la sua missione è quella di promuovere i diritti umani.

E poco male se il denaro non viene tracciato. Ma una simile notizia, per quanto scandalosa, risulta comunque incapace di coprire la portata reale delle attività illegali che gravitano intorno al business dell’immigrazione. Nel 2017, ancora le autorità greche hanno arrestato 1.399 contrabbandieri di esseri umani che si servivano del paravento delle «operazioni umanitarie», e durante i primi quattro mesi del 2018, sono stati fermati 25.594 immigrati clandestini. E probabilmente ancora più preoccupante è il prezzo che la società greca (e non solo) è costretta a pagare in un simile contesto. Sempre stando alle statistiche della polizia ellenica, nel solo 2017 sono stati contati 75.707 reati tra furti e rapine, di questi il 40 per cento per mano di immigrati clandestini. Con il governo della Grecia in grave crisi nel gestire l’emergenza migratoria e salvaguardare la sicurezza dei suoi cittadini, è particolarmente sconvolgente scoprire che la principale ONG del Paese, il cui mandato è quello di fornire aiuti umanitari agli immigrati, stia invece approfittando del «contrabbando di esseri umani». Non si tratta della prima ONG smascherata e non sarà l’ultima.

26 ottobre 2018
www.occhidellaguerra.it/qualeaccoglienzalongsimbololesbotrafficavaesseriumani/fbclid=IwAR261k00h5tasbhyYsxDSVWHi1u2esI0AsxKqn6nHqVf8tY73LB...
09/04/2019 14:31
 
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Arrestato il fondatore di MamAfrica per abusi sessuali su un minore

Il fondatore della Onlus umanitaria MamAfrica di Pollena Trocchia, nel napoletano, è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Napoli su disposizione della Procura di Nola. L’accusa a carico del 72enne, attualmente ai domiciliari, è di aver costretto un minore, ospitato in una casa famiglia in Togo a compiere atti sessuali. Gli abusi sarebbero iniziati nel 2007 e durati fino al 2014. Il minorenne veniva minacciato di essere allontanato dalla struttura se avesse confessato i rapporti. A quanto si è appreso, uno degli operatori della Onlus, anch’egli italiano, si è accorto di strani atteggiamenti tra L.V. (queste le iniziali del fondatore della Onlus - in realtà Enzo Liguoro - Nota Wheaton80) e un giovane ragazzo ospite del centro. Il volontario dell’associazione avrebbe segnalato il fatto alla polizia italiana che ha portato a termine le indagini con il fermo del fondatore della Onlus. A poche ore dalla notizia dell’arresto molti utenti di hanno notato la “strana” scomparsa dal social network facebook della popolarissima pagina social di MamAfrica, i cui gestori erano da mesi quotidianamente impegnati in una azione propagandistica contro il governo del cambiamento e le sue politiche in materia di immigrazione. Prima che la pagina venisse oscurata era stata pubblicata questa comunicazione da parte del direttivo dell’associazione Mama Africa Onlus:“Stiamo ricevendo molti messaggi e link sotto i nostri post, risponderemo a breve con un comunicato dei nostri legali”. Dal buon cuore esibito all’orrore “nascosto”, tra imbarazzi ed ipocrisie.

Ernesto Ferrante
9 Aprile 2019
www.opinione-pubblica.com/arrestato-il-fondatore-di-mamafricaperabusisessualisuu...
30/05/2019 16:29
 
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Crisi di coscienza? 5 dei 7 top manager di Amnesty International lasciano il loro posto

Una qualche crisi di coscienza per essere diventati gli alfieri delle guerre imperialiste dietro lo scandalo Amnesty International? O è solo una resa dei conti per meglio spartirsi i finanziamenti (ad esempio i 75 milioni di dollari del progetto "Supporting Local Governance and Civil Society in Syria") erogati alle ONG dal Dipartimento di Stato per intensificare la guerra alla Siria? L’ANSA non ce lo spiega, limitiamoci quindi a riportare alcuni brani del suo articolo:“Bufera sui vertici di Amnesty International. Cinque dei sette top manager hanno deciso di lasciare il loro posto dopo che un rapporto interno, pubblicato a febbraio, ha denunciato la presenza di un clima avvelenato all'interno dell'organizzazione per i diritti umani. (…) Abusi di potere, umiliazioni, bullismo, discriminazione. Era un quadro a tinte cupe quello emerso dall'indagine voluta dal Segretario Generale Kumi Naidoo dopo che l'anno scorso due dipendenti si erano suicidati nelle sedi di Parigi e Ginevra a distanza di poco più di un mese l'uno dall'altro. (…) (L’indagine) basata su colloqui con quasi 500 dipendenti di Amnesty ha fornito esempi dettagliati di episodi di bullismo subiti da parte dei dirigenti. Alcuni hanno rivelato di essere stati sminuiti e insultati durante le riunioni con frasi come:"Sei una merda! Dovresti andartene. Se resti, la tua vita diventerà un incubo (…)"
- www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2019/05/28/ansa-ambiente-di-lavoro-avvelenato-lasciano-manager-amnesty_08218b78-6136-4e40-a609-e6b0232989fd.html?fbclid=IwAR3Z-0wWrJSFoRATQH4zXFymu9famS-B9UIkjuzVnN6mfud8MAg...

Più o meno, lo stesso trattamento che subirono gli attivisti statunitensi di Amnesty International quando osarono lamentarsi per la campagna “Keep the progress going” (imposta dalla loro dirigente, la famigerata Suzanne Nossel), che chiedeva agli USA di proseguire la guerra all’Afghanistan. Identiche motivazioni dietro le vessazioni contro gli attuali attivisti di Amnesty International? Quando ci saranno le testimonianze ve le riferiremo. E così pure su quanti milioni di dollari il Dipartimento di Stato avrà pagato ad Amnesty International per intensificare la guerra alla Siria. Se non altro, avrete qualche argomento in più per rispondere agli attivisti (a cottimo) di Amnesty International che, per strada, vi chiedono soldi per la “difesa dei diritti umani”.

Francesco Santoianni
29/05/2019
www.lantidiplomatico.it/dettnews-crisi_di_coscienza_5_dei_7_top_manager_di_amnesty_international_lasciano_il_loro_posto/6119_28638/?fbclid=IwAR0SebbyerWyacM2l8pxFOUfQ6sm07I0oCMrHDUiBVGathgqQQw...
30/06/2019 20:00
 
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Quelli del PD:“umanitari” che sfruttano i bambini italiani

Diciotto persone, tra cui il sindaco PD di Bibbiano Andrea Carletti, politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una ONLUS di Torino sono stati stati raggiunti da misure cautelari dai carabinieri di Reggio Emilia. Al centro dell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’, coordinata dal sostituto procuratore Valentina Salvi, la rete di servizi sociali della Val D’Enza, accusati di aver redatto false relazioni per allontanare bambini da famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti. Gli indagati sono decine e quello ricostruito dagli investigatori è un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Tra le contestazioni emergono ‘lavaggi del cervello’ ai minori in sedute di psicoterapia, anche con impulsi elettrici, per “alterare lo stato della memoria”. Tra i reati contestati frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.

www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2019/06/27/affidamenti-illecitidiminoriarresti_891e307a-31bf-475e-bd25-881af0593...

Lampedusa, spargono lacrime su “minorenni” e negri che soffrono il caldo. Nel Reggiano, una spietata associazione a delinquere contro bambini italiani che giunge a torturarli con impulsi elettrici. Questo è il PD.


(E nonostante la magistratira Palamara sia con loro…)

Arrestato il Direttore delle Poste del Senato; accuse di traffico di cocaina e peculato. L’uomo è ritenuto il braccio destro di un boss albanese che rifornirebbe la zona di Valmontone, nell’hinterland di Roma. Le indagini dei carabinieri hanno portato all’arresto anche di un autista COTRAL e di un vigile urbano. “Spacciavano anche con auto di servizio”. Lo sconcerto di Schifani, la polemica di Rutelli (simpatizzante dell’API, che è l’Ulivo...).

L'ira di Rutelli
Sulla sua militanza nell’API si è accesa immediatamente una polemica. Orlando Ranaldi, sul suo profilo Facebook, chiuso precipitosamente dopo la notizia dell’arresto, esibiva fotografie con tutti i dirigenti del movimento: Rutelli, Milana, Mei e Tabacci, oggi candidato alle primarie del PD. Lo stesso Ranaldi un anno fa si era fatto promotore di un’assemblea pubblica nel suo paese, Olevano Romano, per promuovere il partito. La pubblicazione di quelle foto su Repubblica.it ha scatenato le ire del senatore Francesco Rutelli, che in un Tweet ha parlato di “una cosa indegna” e definito “un killeraggio” il modo in cui “Repubblica sputtana la gente vergognosamente”. Più pacatamente, Tabacci dice:“Non so di che parliamo. Quella foto non l’ho vista e non voglio commentarla. Ora penso al consiglio comunale di Milano”. La sinistra tifa per la riccascafista e per i clandestini perché odia gli italiani.

Maurizio Blondet
27 giugno 2019
www.maurizioblondet.it/quelli-del-pd-umanitari-ma-non-con-i-bambini-i...
18/07/2019 03:23
 
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“Angeli e Demoni”, Carletti (PD) sospeso dalla carica di sindaco



Andrea Carletti, del PD, è stato sospeso dalla carica di sindaco di Bibbiano, da quella di consigliere provinciale e dalla delega alle politiche sociali che aveva all’interno dell’Unione dei Comuni della val d’Enza. A stabilirlo, con decreto, è stata la Prefettura di Reggio. Una decisione legata alla misura cautelare disposta per il primo cittadino. Carletti si trova al momento agli arresti domiciliari ed è accusato di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Secondo i magistrati il sindaco avrebbe affidato alcuni spazi comunali a un’associazione coinvolta nell’inchiesta in maniera non regolare. Il “dem” ha ricevuto anche un’altra brutta notizia. Il GIP Luca Ramponi ha rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari avanzata dall’avvocato difensore Giovanni Tarquini il giorno dell’interrogatorio di garanzia. Per il giudice, l’impianto accusatorio che ha portato il sindaco, ora sospeso, ai domiciliari rimane in piedi e continua a sussistere il rischio dell’inquinamento delle prove. Intanto il PD ha deciso di costituire un pool di legali per difendere la sua immagine. Una squadra di avvocati ha avviato infatti azioni legali a tutela del partito e della sua comunità, “infangati da numerosi attacchi perpetrati sui social allo scopo di creare un’equazione tra i casi di cronaca di Bibbiano e le polemiche sui migranti seguite al caso Sea Watch”. Una scelta, quella del partito di Zingaretti, che sta facendo discutere molto. L’inchiesta ‘Angeli e Demoni’ ha fatto emergere logiche e condotte orribili nel sistema di affidamento dei bambini ad altre famiglie. Se le accuse fossero confermate, ci troveremmo di fronte ad un grosso giro di mercificazione dell’infanzia. E’ questo il vero scandalo. Il PD e le associazioni che per vicinanza politica o ideologica agli accusati gridano allo sciacallaggio farebbero bene a pensare innanzitutto ai bambini e alle loro famiglie, uniche e vere vittime di un inferno spacciato per modello evoluto di tutela dell’infanzia.

Ernesto Ferrante
9 Luglio 2019
www.opinione-pubblica.com/angeli-e-demoni-carletti-pd-sospeso-dalla-carica-di-...
13/12/2019 01:54
 
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Bibbiano, sospeso dalla professione lo psicoterapeuta Foti:“Sedute suggestive”

Claudio Foti, l’ideologo della onlus Hansel e Gretel, al centro dell’indagine ‘Angeli e Demoni‘, è stato temporaneamente sospeso dalla professione di psicoterapeuta. Coinvolto nell’inchiesta sugli affidi di Bibbiano, adesso Foti “non potrà esercitare l’attività di psicologo o psicoterapeuta con pazienti minorenni”. E’ quanto si apprende dalla misura interdittiva emessa dal GIP di Reggio Emilia che questa mattina i carabinieri del nucleo investigativo reggiano, assieme ai colleghi di Pinerolo (Torino), hanno notificato a Foti: per sei mesi non potrà esercitare l’attività di psicologo-psicoterapeuta su minori.

“Sedute serrate e suggestive”
Il terapista è adesso accusato di frode processuale: avrebbe infatti, con domande suggestive e suggerendo le risposte durante le sedute, convinto una minore di essere stata abusata dal padre. Si parla di “sedute serrate, attraverso modalità suggestive e suggerenti, con la voluta formulazione di domande sul tema dell’abuso sessuale”. Una pratica che avrebbe ingenerato nella minore “il convincimento di essere stata abusata sessualmente dal padre e da un suo socio”. Con tale metodo Foti avrebbe radicato nella minore il rifiuto di incontrare il genitore, poi dichiarato decaduto dalla potestà genitoriale dal Tribunale per i Minorenni. In pratica secondo l’accusa lo psicoterapeuta avrebbe alterato lo stato psicologico ed emotivo della minore al fine di ingannare i giudici.

Il boomerang della difesa
Non si tratta di un episodio sconosciuto, ma di un caso già al centro della vicenda. Il nuovo provvedimento nasce però da una valutazione di un video fornito dalla difesa di Foti a sua discolpa, che è stato ritenuto di chiara valenza accusatoria. Il documento, analizzato da un consulente tecnico della Procura di Reggio Emilia, è risultato “al contrario di quanto prospettato dalla predetta difesa, un chiaro ed inequivocabile sostrato probatorio a sostegno invece delle ipotesi accusatorie della Procura di Reggio Emilia”. Il caso Bibbiano, dunque, non è affatto archiviato come qualcuno negli ultimi giorni ha voluto far credere.

Alessandro Della Guglia
9 Dicembre 2019
www.ilprimatonazionale.it/cronaca/bibbiano-sospeso-professione-psicoterapeuta-foti-sedute-suggestive-139390/?fbclid=IwAR1nNtjFcZF4bAeokyQVuwZC6pwzwAjRwQkFDDraAcO2yuUegit...
[Modificato da wheaton80 13/12/2019 01:58]
10/06/2021 14:43
 
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Il grande caso di abusi scoperto in Nuova Zelanda

Il 16 dicembre in Nuova Zelanda è stato pubblicato il risultato di un’inchiesta pubblica condotta dalla Royal Commission of Inquiry in Abuse in Care, una commissione istituita dal governo dello Stato nel 2018 per indagare sugli abusi subiti negli anni dai bambini che sono stati ospiti di strutture di assistenza statale, come orfanotrofi, case per persone con disabilità e istituti di salute mentale. L’indagine inizialmente doveva prendere in esame il periodo compreso tra il 1950 e il 1999, ma alla fine è arrivata in molte sue ricerche fino al 2019 e si è estesa anche alle strutture assistenziali gestite dalla Chiesa o più in generale da istituzioni religiose. L’inchiesta ha scoperto che dal 1950 al 2019 in Nuova Zelanda almeno 250mila tra bambini, giovani e persone vulnerabili avevano subito abusi di vario genere in queste strutture, anche se nel documento finale redatto dalla commissione è specificato che questo numero potrebbe essere anche più grande e che non sarà mai possibile stabilirlo con certezza, vista la carenza di dati. In totale, le persone passate per questi luoghi negli anni indagati sono state 655mila, una percentuale molto alta rispetto alla popolazione neozelandese, che arriva oggi a quasi 5 milioni di abitanti. Gli abusi a cui si fa riferimento sono soprattutto fisici e sessuali, ma includono anche l’uso di farmaci e di terapie come l’elettroshock per punizione, l’isolamento ingiustificato, esami vaginali impropri, insulti razzisti e maltrattamenti in generale. Nel documento si legge anche che l’età delle oltre 250mila persone che hanno subito abusi va dai 9 mesi ai 20 anni, e che la maggior parte degli abusi sono avvenuti soprattutto nei confronti di bambini tra i 5 e i 10 anni.

Le persone che hanno subito abusi fanno parte soprattutto delle fasce più ai margini della società, come la popolazione delle isole del Pacifico, le persone con disabilità e soprattutto i maori, che sono la maggioranza dei bambini che entrano nelle strutture di assistenza, il 69 per cento, e l’81 per cento di quelli che subiscono abusi e maltrattamenti, nonostante siano solo il 16 per cento della popolazione. L’anno scorso, migliaia di maori hanno protestato in tutta la Nuova Zelanda per chiedere di mettere fine alla pratica di prendere i “bambini a rischio” dalle proprie famiglie per portarli nelle strutture di assistenza statali. Secondo le testimonianze raccolte dalla commissione, in queste strutture si cerca di cancellare le identità culturali più forti, come quella maori o di chi viene dal Pacifico, di cui i sopravvissuti dicono di non aver avuto conoscenza fino all’età adulta. Alcuni testimoni hanno raccontato che in certi casi si è cercato di “ripulire” l’identità maori attraverso abusi fisici, soprattutto all’interno di strutture religiose. Il report della Royal Commission, che si chiama Tāwharautia (riparo, rifugio, in lingua maori), ha sottolineato come queste indagini vadano lette anche per capire che questi abusi continuano ancora oggi nelle strutture di cura. Glenis Philip-Barbara, che lavora in una commissione istituita dal governo per la tutela dei bambini come commissaria assistente per i maori (una posizione creata qualche mese fa per combattere il razzismo contro i maori), ha detto che queste scoperte rafforzano l’impegno per la chiusura definitiva di questi centri, perché «sarebbe un errore credere che ciò che è successo in passato non stia ancora succedendo oggi».

16 dicembre 2020
www.ilpost.it/2020/12/16/nuova-zelanda-abusi/
26/11/2022 01:48
 
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Bimbi e orsetti di pelouche sadomaso: Balenciaga “ci prova” ma deve ritirare la campagna

Foto di bambini con orsetti di pelouche decorati con inquietanti accessori fetish, più adatti ai dungeon di un club sadomaso o al Gay Pride di turno: questa l’«ideona» di Balenciaga per la campagna Objects, la collezione di idee regalo per il Natale (sic) 2023. Loro «ci hanno provato», come si suol dire, sulla scia della normalizzazione di perversioni, devianze e fetish mostrate a bimbi di pochi anni, dalle sfilate LGBT piene di nudità agli spettacoli di drag queen per e con bambini. Ma stavolta il pubblico delle piattaforme non gliel’ha fatta passare liscia, sollevando una bufera social tale da convincere la casa di moda a fare marcia indietro e ritirare la campagna pubblicitaria.

Balenciaga e gli orsetti sadomaso
«Abbiamo rimosso la campagna da tutte le nostre piattaforme. Lo zainetto Plush Bear non avrebbe mai dovuto essere ritratto tra le mani di un bambino. Porgiamo le nostre scuse a chi si è sentito offeso», ha scritto Balenciaga su Instagram. Due in particolare le fotografie al centro delle polemiche. Nella prima la bimba è in piedi su di un letto rosa e tiene in braccio un orsacchiotto che indossa un top a rete, un collare con lucchetto e manette a caviglie e polsi. Nella versione a grandezza naturale dell’immagine, un secondo orsacchiotto è visibile nella camera da letto con collare e benda sugli occhi. Nella seconda fotografia, un altro bambino tiene in braccio un orsacchiotto con una pettorina borchiata e un collare di pelle.

Vogliono i vostri bambini

Inutile sottolineare che i bambini non possono sapere che si tratta di abbigliamento fetish, ma gli adulti spettatori di queste immagini sì. E’ come se attualmente l’establishment fosse ossessionato dai bambini e dalla necessità di esporli a contenuti perversi e ipersessualizzati per preparare uno speciale terreno di coltura a base di lavaggi del cervello gender-fluidi, spinte al cambio di sesso in età prepuberale e infiltrazioni pedofile. Ed è per questo che risulta estremamente difficile non inserire questa iniziativa tra le pratiche, più o meno striscianti, di sdoganamento della sessualità estrema o deviata. Sdoganamento di cui il mondo LGBT si è inizialmente fatto alfiere, per poi contagiare ogni ambito dell’establishment: editoria, moda, arte.

Cristina Gauri
24 novembre 2022
www.ilprimatonazionale.it/esteri/bimbi-e-orsetti-di-pelouche-sadomaso-balenciaga...
23/12/2022 15:24
 
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Nel caso Balenciaga c’è anche la stylist Lotta Volkova: quando il sensazionalismo sfugge di mano

pbs.twimg.com/media/FixG-4nXkAENwce?format=jpg&na...

Le pagine della moda si scrivono da sempre, ma ultimamente sta diventando più pesante del solito. E il caso Balenciaga ne è la prova. È vero che stupire e lasciare a bocca aperta diventa di anno in anno sempre più complicato. In effetti, cerchiamo di essere sinceri: quanto abbiamo già visto ormai? Quindi per far parlare di sé dobbiamo ricorrere al sensazionale. Che va bene. Ormai lo vediamo fare ovunque. Nel marketing, nella musica, nel cinema. Ma fino a quanto dobbiamo spingerci per capire che siamo andati davvero oltre?

Caso Balenciaga, controversie, fetish e orrore: nel mirino anche la stylist Lotta Volkova
Questa forse è la premessa da fare prima di parlare dello scandalo Balenciaga. Se è la prima volta che sentite parlare della questione, cercherò di fare un recap per chi è rimasto indietro. Balenciaga appartiene al Gruppo Kering ed è una delle case di moda luxury più influente nel nostro panorama. Parliamo di circa 1,76 miliardi di dollari di ricavi nel 2021 e sicuramente con le sue idee sempre over the edge è considerata una delle avanguardie della moda. Ce la ricordiamo, vero, l’idea di vestire la sua testimonial Kim Kardashian con una calzamaglia completamente di nero oscurandone anche il volto al Met Gala? O della borsa Ikea trasformata in un bene di lusso? Tutte scelte particolari, discutibili, ma particolari. Ma andiamo oltre. Cos’è successo in questi giorni? Ci sono state due campagne che hanno scatenato il dramma Balenciaga, la prima è quella del 16 novembre, Gift Shop. Prendiamo quegli orsacchiotti presentati durante la sfilata della collezione a Parigi un pò inquietanti, che ci erano stati giustificati come punk, e li mettiamo in braccio a dei bambini. Questi orsetti avevano al collo collarini di pelle, cinture e maglie a rete. Per terra bicchieri di vino, strani oggetti che, agli occhi di un adulto medio generalmente esperto, rimandano subito all’immaginario del bondage. Che, per carità, lungi da me essere una bacchettona, ma perché usare dei bambini? Ancora con la scusa del sensazionalismo? Qui adesso si parla di qualcosa molto più che discutibile.

Ma continuiamo. Il 21 novembre arriva un’altra campagna (per assurdo) ancora più sconcertante perché subliminale. La campagna vede semplicemente una borsa di Balenciaga su una scrivania, con alcuni fogli. Questi fogli che, ingrandendoli, riportano la decisione della Corte Suprema statunitense del 2008, chiamata United States v. Williams, in cui il tribunale aveva deciso che la pedopornografia non era assolutamente garantita dal diritto di libertà di espressione.

staticc.sportskeeda.com/editor/2022/11/b6e3d-16697114431463-...

E in un’altra foto abbiamo un quadro del pittore belga Michaël Borremans, in cui ci sono, come riporta il Post, “bambini impegnati in atti giocosi ma misteriosi con sfumature sinistre e insinuazioni di violenza”.

www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/11/Michael-Borremans-un-dipinto-dal-ciclo-Fire-from-The-...

Immaginate che disastro di dimensioni catastrofiche si è scatenato. Nel bel mezzo c’è ovviamente il Direttore creativo Demna Gvasalia, che si è scusato più volte con la community se “qualcosa” avesse urtato la sensibilità del pubblico con vari post su Instagram. A detta sua, alcune di queste discutibilissime cose non erano state assolutamente approvate. Voi ve la immaginate una campagna pubblicitaria di un colosso come Balenciaga non approvata? Io no. L’azienda in sua difesa dice che sta “intraprendendo un’azione legale contro le parti responsabili della creazione del set e dell’inclusione di oggetti non approvati per il nostro servizio fotografico della campagna Primavera ’23”. Proseguendo poi che condannano qualsiasi forma di abuso sui bambini, vogliono solo il loro benessere e tante altre cose belle. Ci mancherebbe, direste voi, no? Il problema è che non finisce qui. Quando il WEB ci si mette in mezzo, si scatena il finimondo e si finisce per essere tremendamente caotici. Cos’è successo? I social hanno ripescato delle immagini del feed Instagram della stylist Lotta Volkova, che ha collaborato con Balenciaga in passato (ma è a stretto contatto con Demna e collabora con Vetements e Adidas), mettendo così la ciliegina sulla torta di questa storia inquietante. I social spulciano il suo account e ci trovano un bel pò di immagini estremamente inquietanti e disgustose. Giusto per rimanere in tema. Troviamo rituali satanici, bambini legati, neonati con teschi in mano, una persona con organi interni fuoriusciti, foto di omicidi, potrei continuare ma mi fermo perché non è mia intenzione urtare la sensibilità di nessuno.

twitter.com/LeilaniDowding/status/1597001195469492224... (e seguito)

Twitter è insorto, indicandola come sadica, e quasi istigatrice al satanismo. I suoi post e il suo nome sono diventati virali, e lei è stata costretta a chiudere il suo Instagram e renderlo privato. Andate pure a controllare. Premettiamo che la Volkova è una famosa stilista dallo stile estremamente particolare, tra il punk, un pò di fetish e BDSM, con tutta quell’allure street post-sovietico. E (la maggior parte) delle immagini che lei posta sono di artisti e fotografi famosi (vi cito Torbjorn Rodland, l’artista @jeantheresin, Maurizio Cattelan, Isabelle Albuquerque, ecc...). E questo non è un crimine. Però è innegabile che siamo arrivati ad un limite che lascia un sapore amaro in bocca. Aggiungerei anche sadico, viscido, fine a se stesso. La moda dovrebbe essere libera espressione, ma siamo sicuri che questa sia espressione? Ripensandoci, forse, sa più di orrore. O forse disperazione. Spero più la seconda.

30 novembre 2022
metropolitanmagazine.it/nel-caso-balenciaga-ci-e-finita-anche-la-stylist-lotta-volkova-quando-il-sensazionalismo-sfugge-...
24/12/2022 15:20
 
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Zelensky e la bufera su Balenciaga

Probabilmente tanti dei nostri lettori saranno al corrente della bufera che ha investito Balenciaga, una delle case di moda più importanti del mondo. Per chi non ne fosse informato, riportiamo quanto riferito da Sky, testo più sintetico di altri:

tg24.sky.it/spettacolo/2022/12/02/balenciaga-demna-gvasalia

Campagne pubblicitarie particolari
“Tutto è cominciato con una pubblicità natalizia in cui alcuni bambini tenevano in mano orsacchiotti con particolari fetish, circondati da altri oggetti dell’immaginario BDSM [bondage ndr]”. “Poi un’altra campagna, stavolta per la primavera 2023, in cui una borsa Hourglass per Adidas era appoggiata su documenti legali della Corte Suprema in cui veniva discusso se il bando della pornografia infantile violasse il Primo Emendamento. Si è poi scoperto che un libro sullo sfondo di una terza campagna celebrava un artista belga, Michael Borremans, autore nel 2017 di una serie di quadri che raffigurano bambini nudi”. “La maison il 29 novembre si è scusata per la campagna choc, mentre per quella sulla primavera ’23 con i documenti della Corte Suprema ha spiegato che tutti gli oggetti sono stati forniti da parti terze e che sono tutti di natura fittizia”. I suoi dirigenti hanno anche denunciato l’azienda che ha creato la pubblicità su loro commissione. Chi volesse approfondire lo scandalo, sul WEB si trovano foto e articoli più che scioccanti su quanto accaduto, alcuni forse troppo estremi, ma non tanto quanto le pubblicità con i bambini in questione.

Di scuse e coincidenze
Due punti critici della vicenda. Il primo è che i dirigenti di Balenciaga hanno aspettato un pò troppo prima di scusarsi decisamente, cosa avvenuta solo dopo che le proteste si sono diffuse a livello globale, con le star di Hollywood adirate che bruciavano gli strapagati capi di Balenciaga e diffondevano i relativi video via WEB. Il secondo è che appare davvero strano che i dirigenti della casa di moda siano rimasti all’oscuro di tutto. Possibile che nessuno di loro abbia visionato le campagne pubblicitarie di Natale e primavera, le più importanti della stagione? E dire che la pubblicità, nella moda, ha un ruolo decisivo. Loro dicono di no, anzi hanno addirittura fatto causa ai pubblicitari. Resta un modo di lavorare alquanto anomalo, ma si fa a fidarsi…

Ma se riferiamo questo scandalo, che la scorsa settimana ha scosso il mondo, è per aggiungere a quanto già noto un tocco di colore, che forse potrà destare qualche curiosità. Quando Zelensky, all’inizio della guerra, ha creato United24, una piattaforma per raccogliere fondi a beneficio dell’Ucraina, ha nominato il Direttore Artistico di Balenciaga, Demna Gvasalia, ambasciatore di United24 per i rifugiati, essendo anch’egli un rifugiato, esule dalla Georgia. Una delle iniziative di Demna per United24 è stata la creazione, ad opera ovviamente di Balenciaga, di magliette a maniche lunghe con su lo stemma gialloblu della bandiera ucraina. Costano circa 250 dollari e il ricavato va a favore dei rifugiati. Chissà se lo scandalo ha avuto un riflesso sulle vendite.Detto questo, non si vuole accusare nulla e nessuno: Balenciaga ha denunciato i pubblicitari ed è da presumere che, nel corso dell’eventuale processo, emergeranno prove inconfutabili sul fatto che la casa di moda non era a conoscenza del contenuto della pubblicità.

Invece, per tornare su United24, di questa piattaforma ci siamo occupati in un’altra nota, nella quale dettagliavamo il ruolo avuto da FTX, il colosso delle criptovalute crollato di recente, cooptato dal governo di Kiev per creare un canale di aiuto all’Ucraina sotto forma di monete virtuali. FTX non c’entra nulla con Balenciaga, ovviamente; solo desta una certa curiosità come la sfortuna sembra accanirsi contro United24, che in tal modo risulta anch’essa vittima, come Balenciaga, di una cattiva pubblicità. Nota a margine. Riportiamo da Newsweek:

“Mentre gli utenti dei social media continuano a prestare attenzione al marchio di moda di lusso [Balenciaga] e alle sue offerte, recentemente hanno rivolto la loro attenzione anche a una serie di opere d’arte raffiguranti bambini che, tra le altre caratteristiche, hanno genitali al posto del naso e della bocca, opere pubblicate sul sito WEB di Christie’s, la più importante casa d’asta del mondo”. “Christie’s è di proprietà di Groupe Artémis, la holding di François-Henri Pinault. Il multimiliardario Pinault, marito della star del cinema Salma Hayek, è anche Presidente e Amministratore Delegato di Kering, la multinazionale che possiede Balenciaga, cosa che ha portato alcuni utenti online a tracciare collegamenti tra queste”. “Nonostante le critiche online, non ci sono prove che suggeriscano che Pinault abbia dato alcun input sulle opere in questione, o su qualsiasi altra opera d’arte pubblicata sul sito WEB di Christie’s”. “I manichini presenti sul sito WEB di Christie’s sono stati realizzati dagli artisti Jake e Dinos Chapman e mostrano raffigurazioni di bambini nudi, alcuni dei quali sono congiunti. Ci sono anche raffigurazioni di teste mozzate”.

Possibile che Christie’s pubblichi e venda roba del genere? Purtroppo sì. Ci sia perdonato il latinismo: mondo di merda.

08 dicembre 2022
www.lantidiplomatico.it/dettnews-zelensky_e_la_bufera_su_balenciaga/4528...
27/01/2023 13:21
 
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Traffico di esseri umani. Arrestato l’eritreo Kidane Zekarias Habtemariam



Kidane Zekarias Habtemariam, eritreo di 39 anni, ricercato per traffico di esseri umani su larga scala, è stato arrestato in Sudan il 1° gennaio, a riferirlo la Procura della Repubblica. I Paesi Bassi chiederanno la sua estradizione. L’uomo era finito nella “Nationale Opsporingslijst” (nella lista olandese dei ricercati) perché sospettato di traffico di esseri umani in un’indagine del Pubblico Ministero e del Royal Netherlands Marechaussee (KMar). E’ stato arrestato durante un’operazione internazionale della polizia degli Emirati Arabi Uniti, che lo ha rintracciato in Sudan nell’ambito di un’indagine per riciclaggio di denaro. Il Pubblico Ministero olandese ha sottolineato come l’uomo fosse al vertice di una “organizzazione criminale estremamente violenta” che contrabbanda principalmente migranti africani verso l’Europa. È descritto, nella lista nazionale dei ricercati, come “uno dei trafficanti di esseri umani più famosi e crudeli al mondo“. L’iter è ben conosciuto, portato alla luce da molti giornalisti e da inquirenti di molti Paesi europei. Kidane Zekarias Habtemariam gestiva un campo in Libia che ospitava migliaia di migranti. Le sue vittime hanno dovuto affrontare aggressioni, torture, rapimenti e stupri. Molti dei migranti non sono sopravvissuti al viaggio verso l’Europa. Alcune delle vittime hanno confermato come, una volta arrivate a destinazione, sarebbero state soggette ad ulteriori estorsioni, anche per altri membri della famiglia ancora in mano ai trafficanti. L’eritreo era stato già arrestato in Etiopia, ma era riuscito a fuggire durante un’udienza del suo processo. L’Interpol aveva quindi diramato il mandato di arresto internazionale. L’Etiopia ha reagito con una condanna all’ergastolo in contumacia, per tratta di esseri umani nel continente. I Paesi Bassi ne hanno chiesto l’estradizione; il Pubblico Ministero che ha indagato sul trafficante vorrebbe portare alla sbarra l’uomo e farlo processare per traffico di esseri umani ed estorsione. Ingenti infatti sono le somme di denaro che l’organizzazione è riuscita ad accumulare grazie alla tratta di uomini e donne dall’Africa. L’indagine è stata condotta dall’Interpol con la collaborazione dell’Italia, la ICC (la Corte Penale Internazionale) e l’Europol.

Matteo Palamidesse
09 gennaio 2023
www.focusonafrica.info/traffico-di-esseri-umani-arrestato-leritreo-kidane-zekarias-habt...
[Modificato da wheaton80 27/01/2023 13:23]
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