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Addio CFA, benvenuto ECO: anche l’Africa vuole liberarsi dall’oppressione della BCE

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2024 15:21
19/01/2022 16:19
 
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Mali vs ECOWAS: Bamako può contare sul sostegno internazionale

Nella situazione di stallo che attualmente oppone Mali e Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), è improbabile che le autorità maliane cedano, poiché possono contare su un certo sostegno africano e internazionale. Ma anche sul sostegno popolare interno e l’ampia simpatia della società civile panafricana. Molti osservatori hanno notato che le sanzioni imposte dall’ECOWAS alle autorità maliane sono solo la logica conseguenza delle pressioni e intimidazioni esercitate da Parigi su Bamako a seguito del riavvicinamento strategico del Mali alla Russia. Allo stesso tempo, continua l’effetto domino della fine dell’influenza del sistema neocoloniale franco-africano. Molti africani parlano addirittura di un semplice lavoro per procura della ECOWAS a favore degli interessi dell’Eliseo. Una cosa è certa: da mesi Parigi utilizza i suoi ascari nella regione per aumentare la pressione sul Mali per le sue scelte strategiche, anche se così i regimi interessati vanno contro il risentimento dei propri concittadini, come si osservava in particolare in Niger, dove si erano svolte manifestazioni contro la presenza militare francese, con vittime tra i manifestanti. Questa tesi è tanto più confermata poiché, quasi subito dopo l’annuncio dell’ECOWAS di imporre sanzioni al Mali, la diplomazia francese cercò di convincere l’ONU ad adottare un testo a sostegno di tali sanzioni. Invano, perché Russia e Cina, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, bloccavano il suddetto testo, confermando ancora una volta la reciproca solidarietà internazionale e non permettendo alle manovre elisiane all’ONU di raggiungere l’obiettivo. Nonostante tale netto fallimento, i media francesi e occidentali cercavano di mantenere, insieme alla dirigenza politica interessata, l’idea che il Mali sia isolato dalla comunità internazionale, sebbene ciò appaia chiaramente una cosa ridicola. Perché, oltre ad avere il sostegno aperto di Mosca e Pechino, e quindi di due delle tre maggiori potenze mondiali, Bamako può contare anche sul sostegno, più o meno aperto, di diversi attori africani, in particolare regionali.



Tra questi Paesi va citata l’Algeria, che mantiene rapporti cordiali con le autorità maliane. La Guinea, anch’essa vicina del Mali, mostrava solidarietà a Bamako e annunciava che “i confini terrestri, aerei e marittimi rimarranno aperti al Mali”, a seguito delle sanzioni annunciate dall’ECOWAS. Sarebbe certamente giusto citare la Mauritania, in buoni rapporti con Bamako. Senza dimenticare il Marocco, che pur mantenendo stretti rapporti con Parigi e Washington, ha una presenza economica capillare sul suolo maliano, essendo il Mali la terza destinazione del regno per investimenti in Africa, come ricorda Maroc Diplomatique. Più in generale, tutti i Paesi interessati, oltre ai rispettivi interessi, ci guadagnerebbero solo se la situazione della sicurezza nel Sahel andasse verso un reale miglioramento. Da qui l’importanza di sostenere gli sforzi delle autorità maliane. Ma al di là del sostegno regionale e internazionale, la cosa principale da ricordare è che le autorità maliane possono contare sul sostegno popolare di massa, sia dalla popolazione del Mali, sia di molti cittadini di altri Paesi africani. Compresi quelli i cui capi di Stato rimangono al servizio degli interessi di Parigi. E questo, anche le principali voci filo-occidentali sono costrette a riconoscerlo. Jeune Afrique, uno dei principali tedofori mediatici degli interessi franco-africani, parla addirittura di “sentimento antifrancese esacerbato” dopo le sanzioni dell’ECOWAS, a conferma di una realtà che abbiamo già e in più occasioni affrontato. In prospettiva, va detto che l’effetto domino dei fallimenti della dirigenza elisiana e occidentale continuerà sicuramente oltre il Mali. L’arroganza e la totale incapacità di adattarsi anche un pò intelligentemente alle regole internazionali dell’era multipolare, infatti, non faranno che esacerbare ulteriormente i sentimenti ostili di molte popolazioni, soprattutto africane, nei confronti della dirigenza occidentale. Una cosa è certa: il merito delle autorità e del popolo del Mali è innegabile. La determinazione patriottica e sovranista prende il sopravvento sull’arroganza neocoloniale, diventando un’ulteriore fonte di ispirazione per altre Nazioni. Quanto a Russia e Cina, dimostrano ancora una volta che, al di là della ferma solidarietà negli affari mondiali, la nozione di comunità internazionale è tutt’altro che quella promossa e ripetuta ogni giorno dalla dirigenza politico-mediatica dell’occidente.

Mikhail Gamandij-Egorov
Fonte: www.observateurcontinental.fr/?module=articles&action=view...

Traduzione: Alessandro Lattanzio
17 gennaio 2022
aurorasito.altervista.org/?p=22163
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