Daniele Penna - Corona Virus: Il nuovo messia

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, 2, 3, 4, [5], 6
wheaton80
00giovedì 7 ottobre 2021 18:07
Come capire e riportare le cifre riguardo le 'morti per Covid'

Ogni giorno, ormai, assistiamo a cifre riguardo i 'morti per Covid'. Questi numeri sono spesso espressi su grafici che mostrano un aumento esponenziale. Ma bisogna fare attenzione quando si leggono (e si riportano) queste cifre. Data la straordinaria risposta all'emergere di questo virus, è fondamentale avere una visione chiara dei suoi progressi e del significato delle cifre. Il mondo delle segnalazioni delle malattie ha le sue dinamiche, che vale la pena capire. Quanto sono accurate o comparabili queste cifre che confrontano i decessi per Covid-19 nei vari Paesi? Spesso vediamo espresso un rapporto: decessi, come proporzione dei casi. La cifra è presa come un segno di quanto sia letale il Covid-19, ma i rapporti variano notevolmente. Negli Stati Uniti, 1,8 per cento (2.191 decessi in 124.686 casi confermati), Italia 10,8 per cento, Spagna 8,2 per cento, Germania 0,8 per cento, Francia 6,1 per cento, Regno Unito 6,0 per cento. Una differenza di quindici volte nel tasso di mortalità per la stessa malattia sembra strana tra Paesi simili: tutti sviluppati, tutti con buoni sistemi sanitari. Tutti contro la stessa malattia. Potresti pensare che sarebbe facile calcolare i tassi di mortalità. La morte è un punto finale rigido e facile da misurare. Nella mia vita lavorativa (sono un professore di patologia in pensione) di solito mi imbatto in studi che lo esprimono in modo comparabile e come rapporto: il numero di morti in un dato periodo di tempo in un'area, diviso per la popolazione di quella zona. Ad esempio, 10 morti ogni 1.000 abitanti all'anno. Quindi solo tre numeri:

1. La popolazione che ha contratto la malattia
2. Il numero di morti per malattia
3. Il periodo di tempo rilevante

Il guaio è che nella crisi del Covid-19 ognuno di questi numeri non è chiaro.

1. Perché le cifre relative ai contagi da Covid-19 sono ampiamente sottostimate
Supponiamo che ci sia una malattia che causa, dopo due giorni, sempre la comparsa di una grande macchia viola al centro della fronte: sarebbe facile da misurare. Qualsiasi medico potrebbe diagnosticarlo e le cifre nazionali sarebbero affidabili. Consideriamo ora una malattia che provoca un aumento variabile della temperatura e della tosse per un periodo da 5 a 14 giorni, nonché sintomi respiratori variabili che vanno da quasi nulla a grave compromissione respiratoria. Ci sarà una serie di sintomi e segni nei pazienti affetti da questa malattia ampiamente sovrapponibili con effetti simili causati da molte altre malattie infettive. È Covid-19, influenza stagionale, raffreddore o qualcos'altro? Sarà impossibile dirlo con l'esame clinico. L'unico modo per identificare le persone che hanno sicuramente la malattia sarà utilizzare un test di laboratorio che sia specifico e sensibile per la malattia (rileva solo questa malattia, e non malattie simili, e rileva una grande percentuale di persone con questa malattia, grave o lieve). Lo sviluppo di test accurati, affidabili e convalidati è difficile e richiede tempo. Al momento, dobbiamo essere certi che i test in uso misurino ciò che pensiamo. Finora, in questa pandemia, i kit dei test sono stati riservati principalmente a pazienti ospedalizzati con sintomi significativi. Pochi test sono stati effettuati in pazienti con sintomi lievi. Ciò significa che il numero di test positivi sarà di gran lunga inferiore al numero di persone che hanno avuto la malattia. Sir Patrick Vallance, il principale consigliere scientifico del governo, ha cercato di sottolinearlo. Ha suggerito che la cifra reale per il numero dei casi potrebbe essere da 10 a 20 volte superiore alla cifra ufficiale. Se ha ragione, il tasso di mortalità dovuto a questo virus (derivato interamente da test di laboratorio) sarà da 10 a 20 volte inferiore a quello che sembra essere dalle cifre pubblicate. Più aumenta il numero di casi non testati, più basso è il tasso di mortalità reale.

2. Perché i decessi per Covid-19 sono una sostanziale sopravvalutazione

E poi, che dire delle morti? Molti portavoce della salute del Regno Unito sono stati attenti a dire ripetutamente che i numeri citati nel Regno Unito indicano la morte con il virus, non la morte a causa del virus: questo è importante. Quando ha testimoniato in parlamento alcuni giorni fa, il prof. Neil Ferguson dell'Imperial College di Londra ha affermato che ora si aspetta meno di 20.000 morti per Covid-19 nel Regno Unito ma che, soprattutto, due terzi di queste persone sarebbero morte comunque. In altre parole, suggerisce che la cifra grezza per le "morti per Covid" è tre volte superiore al numero di coloro che sono stati effettivamente uccisi dal Covid-19 (anche la cifra dei due terzi è una stima: non mi sorprenderebbe se la proporzione reale fosse più alta). Questa sfumatura è cruciale, non solo per comprendere la malattia, ma anche per comprendere l'onere che potrebbe gravare sul servizio sanitario nei prossimi giorni. Sfortunatamente le sfumature tendono a perdersi nei numeri citati dal database utilizzato per tenere traccia del Covid-19: il Johns Hopkins Coronavirus Resource Center. Ha compilato un enorme database, con dati Covid-19 provenienti da tutto il mondo, aggiornati quotidianamente e le sue cifre vengono utilizzate, in tutto il mondo, per tracciare il virus. Questi dati non sono standardizzati e quindi probabilmente non sono confrontabili, ma questo importante avvertimento è raramente espresso dai (molti) grafici che vediamo. Rischia di esagerare la qualità dei dati che abbiamo. La distinzione tra morire "con" Covid-19 e morire "a causa" del Covid-19 non è solo spaccare il capello.

Consideriamo alcuni esempi: una donna di 87 anni con demenza in una casa di cura; un uomo di 79 anni con cancro alla vescica metastatico; un uomo di 29 anni con leucemia trattato con chemioterapia; una donna di 46 anni con malattia del motoneurone da 2 anni. Tutti sviluppano infezioni al torace e muoiono. Tutti risultati positivi al Covid-19. Eppure tutti erano vulnerabili alla morte per infezione toracica da qualsiasi causa infettiva (inclusa l'influenza). Il Covid-19 potrebbe essere stato l'ultima goccia, ma non ha causato la loro morte. Consideriamo altri due casi: un uomo di 75 anni con lieve insufficienza cardiaca e bronchite; una donna di 35 anni che in precedenza era in buona forma e senza condizioni mediche note. Entrambi contraggono un'infezione al torace e muoiono, ed entrambi risultano positivi al Covid-19. Nel primo caso non è del tutto chiaro quale peso attribuire alle condizioni preesistenti rispetto all'infezione virale: per esprimere questo giudizio sarebbe necessario che un clinico esperto esamini le note del caso. L'ultimo caso sarebbe ragionevolmente attribuito alla morte causata dal Covid-19, supponendo come vero che non ci fossero condizioni sottostanti. Va notato che non esiste un metodo standard internazionale per l'attribuzione o la registrazione delle cause di morte. Inoltre, normalmente, la maggior parte delle morti respiratorie non ha mai una causa infettiva specifica registrata, mentre al momento ci si può aspettare che vengano registrati tutti i risultati positivi del Covid-19 associati a una morte. Ancora una volta, questo non è spaccare il capello. Immagina una popolazione in cui sempre più persone abbiano già avuto il Covid-19 e dove ogni paziente malato e morente viene testato per il virus. Le morti apparentemente dovute al Covid-19, la traiettoria del Covid, si avvicineranno al tasso di mortalità complessivo. Sembrerebbe che tutte le morti siano state causate dal Covid-19: sarebbe vero? No. La gravità dell'epidemia sarebbe indicata da quanti decessi extra (oltre il normale) ci fossero stati complessivamente.

3. Covid-19 e un periodo di tempo

Infine, per quanto riguarda il periodo di tempo? In uno scenario in rapida evoluzione come quello dell'emergenza Covid-19, i dati giornalieri presentano solo un'istantanea. Se le persone impiegano molto tempo a morire di una malattia, ci vorrà del tempo per giudicare il tasso di mortalità reale e le cifre iniziali saranno sottostimate. Ma se le persone muoiono abbastanza rapidamente a causa della malattia, le cifre saranno più vicine al tasso reale. È probabile che ci sia un leggero ritardo: chi muore oggi potrebbe essere gravemente malato da alcuni giorni. Ma col passare del tempo questo diventerà meno importante man mano che si raggiunge uno stato stazionario. Concludo con un paio di esempi. I colleghi in Germania sono sicuri che i loro numeri siano più vicini alla verità rispetto alla maggior parte, perché avevano pronti un gran numero di test nel momento in cui la pandemia ha colpito. Attualmente il tasso di mortalità è dello 0,8 per cento in Germania. Se calcoliamo che circa un terzo dei decessi registrati siano dovuti al Covid-19 e che siano riusciti a testare un terzo di tutti i casi nel Paese che hanno effettivamente la malattia (un presupposto generoso), allora il tasso di mortalità per Covid-19 sarebbe dello 0,08%. Potrebbe aumentare leggermente, a causa del ritardo della morte. Se teniamo conto che attualmente questo effetto potrebbe essere del 25 per cento (che sembra generoso), ciò darebbe un limite complessivo, e probabilmente superiore, del tasso di mortalità dello 0,1 per cento, che è simile all'influenza stagionale.

Diamo un'occhiata ai numeri del Regno Unito. Alle 9 del mattino di sabato ci sono stati 1.019 decessi e 17.089 casi confermati, un tasso di mortalità del 6,0 per cento. Se un terzo dei decessi fosse causato dal Covid-19 e il numero di casi fosse sottostimato di un fattore diciamo 15, il tasso di mortalità sarebbe dello 0,13 per cento e il numero dei decessi dovuti al Covid-19 sarebbe di 340. Questo numero dovrebbe essere messo in prospettiva con il numero di morti che normalmente ci aspetteremmo nei primi 28 giorni di marzo, circa 46.000. Il numero di decessi registrati aumenterà nei prossimi giorni, ma anche la popolazione colpita dalla malattia, con ogni probabilità molto più veloce dell'aumento dei decessi. Poiché stiamo osservando così da vicino la presenza del Covid-19 in coloro che muoiono, la frazione di coloro che muoiono con Covid-19 (ma non di), in una popolazione in cui l'incidenza è in crescita, rischia di aumentare ancora di più. Quindi l'aumento misurato del numero di morti non è necessariamente un motivo di allarme, a meno che non dimostri morti in eccesso: 340 morti su 46.000 mostrano che al momento non siamo vicini a questo. Ci siamo preparati al peggio, ma non è ancora accaduto. I test diffusi sul personale del SSN recentemente annunciati potrebbero aiutare a fornire un'indicazione più chiara di quanto la malattia si sia già diffusa nella popolazione. Il Regno Unito e altri governi non hanno alcun controllo su come vengono riportati i loro dati, ma possono ridurre al minimo il potenziale di interpretazione errata rendendo assolutamente chiaro quali siano le sue cifre e quali non lo siano. Dopo che questo episodio sarà finito, ci sarà una chiara necessità di un aggiornamento coordinato a livello internazionale su come i decessi vengono attribuiti e registrati, per consentirci di capire meglio cosa stia succedendo in modo più chiaro, quando necessario.

Dr. John Lee
29 marzo 2020

Traduzione: Wheaton80
www.spectator.co.uk/article/how-to-understand-and-report-figures-for-covid-19...
wheaton80
00sabato 9 ottobre 2021 01:24
Un’inchiesta sugli avvisi DNR (Di Non Rianimare) i pazienti Covid-19 anziani e disabili nel Regno Unito

Nel Regno Unito il coronavirus diventa l’ennesimo pretesto per praticare l’eutanasia a disabili e anziani. Il neurologo cattolico P. Patrick Pullicino ha sollecitato un’inchiesta indipendente sulle disposizioni di non rianimare (DNR) i pazienti Covid-19 affetti da difficoltà di apprendimento. La notizia è stata pubblicata il 14 febbraio su Catholic News Agency. La traduzione è a cura di Wanda Massa

Un medico cattolico ha chiesto domenica un’indagine indipendente sulle disposizioni “di non rianimare” (DNR) i pazienti Covid-19 affetti da difficoltà di apprendimento durante la seconda ondata del virus nel Regno Unito. Padre Patrick Pullicino, un neurologo che è stato ordinato nel 2019, ha parlato dopo che il quotidiano Guardian ha riferito il 13 febbraio che alle persone con difficoltà di apprendimento sono stati dati gli avvisi nonostante il clamore sulla pratica che l’anno scorso ha sollecitato un’indagine urgente. L’ente di beneficenza Mencap ha dichiarato di aver appreso il mese scorso che alle persone con disabilità di apprendimento era stato detto che non sarebbero state rianimate se avessero contratto il coronavirus. La Care Quality Commission, il comitato di controllo dell’assistenza del Regno Unito, ha concluso a dicembre che gli avvisi Do Not Attempt Cardiopulmonary Resuscitation (DNACPR) hanno causato morti potenzialmente evitabili nel 2020, quando il Covid-19 ha colpito per la prima volta il Paese. Pullicino ha chiesto un’inchiesta pubblica l’anno scorso sul perché così tanti anziani sono morti nelle case di cura del Regno Unito durante la prima ondata di coronavirus. Il Regno Unito, che ha una popolazione di 67 milioni di abitanti, ha il quinto più alto tasso di mortalità registrato per il Covid-19 nel mondo dopo gli Stati Uniti, il Brasile, il Messico e l’India. “Questo attacco massiccio, prima agli anziani e ora ai disabili, richiede un’indagine indipendente completa”, ha detto Pullicino alla CNA il 14 febbraio. “Perché i vulnerabili sono stati presi di mira quando dovrebbero essere protetti?”. Pullicino è un ex Presidente del Dipartimento di Neurologia e Neuroscienze alla New Jersey Medical School. Nel 2012 ha lanciato l’allarme sul Liverpool Care Pathway (LCP), un protocollo di fine vita che è stato abolito dopo una revisione commissionata dal governo del Regno Unito. Ha detto che la controversia sul LCP ha ancora messo in ombra il Servizio Sanitario Nazionale (NHS).

“Lo spettro del Liverpool Care Pathway infesta ancora il NHS e sta devastando coloro che hanno più bisogno del suo aiuto, i gruppi che dovrebbero essere in cima alle sue priorità“, ha detto. “Abbiamo bisogno di scoprire cosa è andato storto nel NHS e perché questo sta accadendo”. Secondo il Guardian, il Mencap crede che ad alcune persone sia stato dato il DNACPR solo perché avevano una disabilità di apprendimento. Il comitato di controllo dovrebbe pubblicare un rapporto sulla pratica nelle prossime settimane. Pullicino ha commentato:“Questa notizia che alle persone con disabilità di apprendimento vengono date disposizioni DNR [Do Not Resuscitate] è molto triste ed è inaccettabile”. “Purtroppo deriva direttamente dall’algoritmo di riferimento per le cure critiche Covid-19, che menziona quelli con difficoltà di apprendimento o autismo con i minori di 65 anni come potenzialmente fragili e quindi non in linea per le cure ITU [Intensive Care Unit]”. “Questo ha portato ad un enorme numero di anziani che muoiono nelle case di cura nell’ultimo blocco, dove si stima che ne siano morti quasi 40.000”. Ha continuato:“Gli ordini DNR [Do Not Resuscitate] non dovrebbero mai essere scritti senza il consenso del paziente, o se non ha la capacità di intendere e di volere, della sua procura sanitaria o del parente più prossimo”. “Sfortunatamente, il Mental Capacity Act 2005 ha autorizzato le decisioni di fine vita nel migliore interesse da parte di assistenti che potrebbero non conoscere la persona, il che rende i disabili di apprendimento molto vulnerabili. L’algoritmo di riferimento per le cure critiche ha anche imposto l’assistenza di fine vita per i ‘fragili’ le cui condizioni si sono deteriorate, il che è totalmente inaccettabile. A mio parere, gli ordini DNR vengono utilizzati per prepararsi al ‘potenziale deterioramento’ nei casi in cui una persona disabile prenda il Covid“. Gli attivisti hanno criticato i ministri del governo per non aver dato a tutti i disabili l’accesso prioritario ai vaccini contro il coronavirus, nonostante le prove che i disabili hanno maggiori probabilità di morire dopo aver contratto il Covid-19. Il Guardian ha citato dati del NHS che indicano che nelle cinque settimane dall’inizio dell’ultimo blocco, il Covid-19 è stato responsabile del 65% dei decessi di persone con difficoltà di apprendimento.

Uno studio di Public Health England dello scorso novembre ha scoperto che le persone con disabilità di apprendimento hanno un tasso di mortalità da Covid-19 fino a sei volte superiore a quello della popolazione generale. Ha anche concluso che il tasso di mortalità per le persone dai 18 ai 34 anni con disabilità di apprendimento era 30 volte più alto. L’Amministratore Delegato di Mencap, Edel Harris, ha detto al Guardian:“Per tutta la durata della pandemia, molte persone con una disabilità di apprendimento hanno affrontato una discriminazione scioccante e ostacoli per accedere all’assistenza sanitaria, con avvisi inappropriati di non tentare la rianimazione cardiopolmonare (DNACPR) messi sulle loro cartelle e tagli fatti al loro supporto di assistenza sociale“. “È inaccettabile che all’interno di un gruppo di persone colpite così duramente dalla pandemia, e che anche prima del Covid morivano in media oltre 20 anni più giovani della popolazione generale, molti sono lasciati a sentirsi spaventati e a chiedersi perché sono stati abbandonati“. Pullicino ha illustrato come crede che i pazienti Covid con difficoltà di apprendimento debbano essere trattati. Ha detto:“In primo luogo, nessuna persona disabile dovrebbe essere messa su un ordine DNR senza il suo consenso o del suo parente più prossimo. In secondo luogo, dovrebbe essere obbligatorio che una persona disabile sia vaccinata prima di poter essere messa su DNR. Terzo, le persone disabili dovrebbero avere la priorità per i trattamenti per il Covid come il Remdesivir e il trattamento anticorpale acuto, che è stato recentemente sviluppato nel Regno Unito. Quarto, l’NHS esiste per curare i pazienti malati e non solo i malati non disabili. La de-prioritarizzazione dei vulnerabili non solo è eticamente sbagliata, ma non c’è alcuna giustificazione medica. La vulnerabilità di questi pazienti dovrebbe renderli una priorità assoluta di trattamento”.

Nota del traduttore
Di questi quattro punti, soltanto gli ultimi due sono pienamente accettabili dal punto di vista etico. Al contrario, il primo ammette l’eutanasia, sia pur limitandone l’applicazione e il secondo, oltre a questo, viola la libertà di cura, che è diritto fondamentale della persona.

16 febbraio 2021
www.sabinopaciolla.com/uninchiesta-sugli-avvisi-dnr-di-non-rianimare-i-pazienti-covid-19-anziani-e-disabili-nel-regn...
wheaton80
00lunedì 11 ottobre 2021 17:26
Lockdown Italia, epidemiologo Volpi:"Inutile e dannoso"

"Il lockdown non solo è inutile, ma dannoso. Ci troviamo davanti a un'evidenza, e cioè che l'andamento della pandemia risulta totalmente slegato dalle strategie adottate dai vari Paesi. La Germania e il Regno Unito sono la dimostrazione del fallimento delle misure più drastiche, che laggiù dove sono state prese hanno portato solo più vittime. Berlino sì è messa in lockdown il 9 dicembre, dopodiché da una media di 2.000 morti a settimana è passata a una di 6.000 morti a settimana e oggi ha il doppio dei morti di otto-nove settimane fa. Se chiudi in casa i positivi con i negativi la gente muore. Esattamente quanto accaduto in Italia a marzo, a riprova che il lockdown uccide". Lo afferma l'epidemiologo Roberto Volpi, autore del libro 'No! Non è andato tutto bene' (II Leone verde, 2020) in un'intervista a 'La Verità'. Si rende conto che è un pensiero controcorrente? “La questione di fondo è: qual'è il significato delle misure che vogliono imporci?”, precisa Volpi. “Servono mascherine, distanziamento e igiene. Stop. Il caos di voci e opinioni dei virologi ha un effetto depressivo sulla popolazione. Cosa aspetta il ministro a richiamare all'ordine almeno i membri del proprio Comitato Tecnico Scientifico e i vari consulenti del ministero?”. Un bailamme alimentato dai media, peraltro. "C'è un mainstream al quale non puoi opporti, non ci sono neppure gli spazi per esprimere opinioni diverse da quelle correnti”, osserva l'epidemiologo, “espresse dalla litigiosissima galassia dei virologi. La politica non dovrebbe avere paura di nulla, e invece ha una fifa matta della scienza, ha un complesso di inferiorità nei suoi confronti".

19 febbraio 2021
www.adnkronos.com/lockdown-italia-epidemiologo-volpi-inutile-e-dannoso_2oh1jxtE0w4IatjAIQxsxc?re...
wheaton80
00giovedì 2 dicembre 2021 22:17
Gran pasticcio nel rapporto sui decessi. Per l'ISS gran parte dei morti non li ha causati il Covid

Secondo il nuovo rapporto (che non veniva aggiornato da luglio) dell'Istituto Superiore di Sanità sulla mortalità per Covid, il virus che ha messo in ginocchio il mondo avrebbe ucciso assai meno di una comune influenza. Sembra un'affermazione strampalata e da no vax, ma secondo il campione statistico di cartelle cliniche raccolte dall'istituto, solo il 2,9% dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe dovuto al Covid 19. Quindi dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto solo 3.783 sarebbero dovuti alla potenza del virus in sé. Perché tutti gli altri italiani che hanno perso la vita avevano da una a cinque malattie che secondo l'ISS dunque lasciavano già loro poca speranza. Addirittura il 67,7% avrebbe avuto insieme più di tre malattie contemporanee, e il 18% almeno due insieme. Ora personalmente conosco tanta gente, ma nessuno che abbia la sfortuna di avere cinque malattie gravi nello stesso tempo. Vorrei fidarmi dei nostri scienziati, poi vado a leggere i malanni elencati che sarebbero ragione non secondaria della perdita di tanti italiani e qualche dubbio da profano comincio a nutrire. Secondo l'ISS il 65,8% degli italiani che non ci sono più dopo essere stati infettati dal Covid era malato di ipertensione arteriosa, e cioé aveva la pressione alta. Il 23,5% era anche demente, il 29,3% aggiungeva ai malanni un pò di diabete, il 24,8% pure fibrillazione atriale. E non basta: il 17,4% aveva già i polmoni ammalati, il 16,3% aveva avuto un cancro negli ultimi 5 anni; il 15,7% soffriva di scompenso cardiaco, il 28% aveva una cardiopatia ischemica, il 24,8% soffriva di fibrillazione atriale, più di uno ogni dieci era anche obeso, più di uno su dieci aveva avuto un ictus, e altri ancora, sia pure in percentuale più ridotta, avevano problemi gravi al fegato, dialisi e malattie auto-immuni. Sarà tutto vero, non metto in dubbio i nostri scienziati. Ma se non è il virus ad uccidere gli italiani, allora mi spiegate perché la scienza ha imposto tutto quello che abbiamo visto in questo anno e mezzo abbondante? Dalle mascherine al distanziamento al lockdown e così via?

E come facevamo ad avere quasi 126mila italiani ridotti in quelle condizioni con 3, 4 o 5 malattie gravi, destinati comunque ad andarsene se anche non fosse mai esistito il coronavirus in poco tempo? Quei numeri sarebbero un atto di accusa clamoroso nei confronti del sistema sanitario italiano da cui pure provengono. Uso il condizionale perché qualche dubbio ho su quel che viene scritto fin dal primo giorno in quel rapporto. Che risente come ogni comunicazione dell'ISS o del CTS delle direttive governative fornite via via durante i mesi, che sono state il vero e unico faro di quelli che continuiamo a chiamare “scienziati”. All'inizio, il governo allora in carica, quello di Giuseppe Conte, mentre l'Italia mostrava di essere il Paese del mondo più impreparato e pure incapace di affrontare la pandemia, chiedeva dati per tranquillizzare gli italiani. E ricordo bene le conferenze stampa settimanali ISS e protezione civile in cui questi decessi venivano sempre minimizzati, ponendo sempre l'accento sulle molte patologie riscontrate in chi non ce l'aveva fatta. Bisognava dire che questo virus non uccideva in sé, ma accompagnato ad altri malanni in persone fragili poteva affrettare una fine che comunque era vicina. Poi in periodo di campagna vaccinazioni l'esigenza governativa è diventata quella diametralmente opposta: drammatizzare e spingere chiunque verso la salvezza delle fiale messe a disposizione. Ma si sono dimenticati di aggiornare le istruzioni sul rapporto mortalità, che ha seguito nella sua pubblicazione sempre più diradata nel tempo e mai tambureggiata, l'impostazione data all'inizio. Una gran confusione dunque, che alimenta anche paure e irrigidisce resistenze ancora di qualche milione di italiani che alla vaccinazione ha scelto di sottrarsi. Forse con un pò meno propaganda, meno rigidità e più informazione corretta tutto questo non sarebbe così...

Franco Bechis
www.iltempo.it/attualita/2021/10/21/news/rapporto-iss-morti-covid-malattie-patologie-come-influenza-pandemia-disastro-mortalita-bechis-2...
wheaton80
00martedì 7 dicembre 2021 21:21
Brescia, farmaci letali ai pazienti Covid. L'infermiere:"Mi sono rifiutato di uccidere"
In Corte d’Assise il processo nei confronti di Carlo Mosca, ex primario di Montichiari, accusato di triplice omicidio

Carlo Mosca, l’ex primario reggente del pronto soccorso di Montichiari arrestato lo scorso gennaio con l’accusa di avere soppresso tre pazienti Covid con farmaci letali durante la prima ondata pandemica, è vittima di un clamoroso errore, anzi, di un complotto, come lascia intendere la difesa, oppure ha davvero iniettato e fatto iniettare quei medicinali per alleggerire l’ospedale dallo tsunami del virus, come ipotizza la Procura? È la doppia verità con cui si dovrà confrontare la Corte d’Assise davanti a cui ieri per il 48enne medico cremonese è iniziato il processo. Triplice omicidio pluriaggravato e falsificazione di cartelle cliniche, le contestazioni. Completo blu, aria provata ma a testa alta, Mosca, ancora ai domiciliari, in aula ha visto sfilare i primi testi del PM, Federica Ceschi. Tra cui Michele Rigo, l’infermiere che con il suo esposto ai carabinieri il 23 aprile 2020 diede avvio all’inchiesta. Rigo ha reso conto della pressione sul pronto soccorso soprattutto durante le ultime due settimane del marzo 2020. “La notte del 18 marzo fui contattato dal medico di guardia, che mi passò al telefono Mosca”, ha detto Rigo. “Pur non essendo in turno voleva sapere chi stava male. Io stavo trattando un paziente con una polmonite importante che mal tollerava la maschera a ossigeno. L’anestesista mi aveva suggerito per lui la morfina. Aveva poche possibilità di sopravvivere, dunque non era in programma l’intubazione. In quel periodo i posti erano limitatissimi, si doveva selezionare in base a età e patologie. A chi rimaneva escluso facevamo l’accompagnamento alla morte con la morfina. Mosca però mi ordinò di fargli Valium, Serenase e due fiale di Midarine, la succinicolina. Io rimasi stupito. La succinicolina senza intubazione provoca soffocamento in pochi minuti. Mi rifiutai, non volevo ammazzare le persone".

Rigo si confidò con la moglie e qualche collega, tra i quali si ingenerò uno scambio di Whatsapp e telefonate. Perché pare che in molti sapessero. "Per un periodo si ragionò di una denuncia di gruppo. Ma non se ne fece nulla. A farmi decidere furono i molti racconti e più episodi. Il 21 una OSS mi riferì che Mosca aveva preso dal frigo quei farmaci per Bassi. Lei non vide nulla. Nicolosi lo trattai io: arrivò il 21 marzo con un’insufficienza respiratoria importante ma dopo l’ossigeno era migliorato. Morì all’improvviso. Lui aveva chiesto a una collega quei farmaci". Massimo Bonettini, un altro infermiere, contattò Rigo il 23 marzo dopo "un anomalo calo" dei medicinali da intubazione dal frigo:“Ma anche a te Mosca ha chiesto di fare succinicolina e propofol a chi sta morendo?”, scrisse il 23 marzo su Whatsapp chiedendo di tenere il segreto. “Lo sta chiedendo ad alcuni di noi, io non ci sto a uccidere per liberare posti letto”. Il giorno dopo la morte di Paletti scattò una foto a tre fiale vuote scovate tra i rifiuti di vetro, e la inviò a Rigo. “Ce le ha messe qualcuno, quelle fiale non avrebbero dovuto stare lì ma nel cestino taglienti”, si è difeso l’imputato con dichiarazioni spontanee. E i cappucci allora dove sono?". Alla fine Bonettini, che ieri ha negato di aver ricevuto ordini diretti di somministrazioni letali (ma dalle intercettazioni sembrava il contrario) non denunciò. "Per paura". "Qui ci stanno prendendo tutti, ci hanno denunciato per qualcosa, e immagino di sapere perché", disse in una telefonata alla collega Silvia Fenocchio dopo la notizia dell’inchiesta, il cui audio è stato riprodotto . "La succinilcolina?". "Sì". "Secondo te chi è che ha parlato?". "Michele".

Beatrice Raspa
01 dicembre 2021
www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/carlo-mosca-pazienti-covid-farmaci-letali-1...
wheaton80
00venerdì 24 dicembre 2021 06:22
Heather Parisi - Perché non sono vaccinata

wheaton80
00lunedì 3 gennaio 2022 15:19
Il dottor Joseph Tritto rivela i segreti del Sars Cov 2



Le notevoli rivelazioni del professor Joseph Tritto, Presidente del World Academy of BioMedical Technologies. Una cascata di notizie sul virus, la sua genesi, sul laboratorio gemello di Wuhan e molto altro ancora, da parte di chi conosce profondamente l'elite mondiale degli scienziati e le dinamiche che li coinvolgono. Un ospite che si vorrebbe non smettesse mai di raccontare. Anzi, se volete lasciare delle domande lo invitiamo un´altra volta e gliele facciamo.

Franco Fracassi
wheaton80
00venerdì 14 gennaio 2022 14:42
Project Veritas. Documenti militari smentiscono Fauci su origini del Covid

I repubblicani del Comitato di Supervisione della Camera hanno rilasciato diverse e-mail dove si evince che il dottor Anthony Fauci potrebbe aver saputo che il Covid-19 ha avuto origine da una fuga di laboratorio, e che potrebbe essere stato "intenzionalmente manipolato geneticamente". "Scriviamo per richiedere una trascrizione dell’audizione del Dr. Anthony Fauci, Direttore dell'Istituto Nazionale Americano di Allergia e Malattie Infettive (NIAID). Stralci di e-mail che stiamo rendendo pubblici oggi rivelano che il dottor Fauci è stato avvertito di due cose: (1) la possibilità che il Covid-19 fosse trapelato dal Wuhan Institute Virology (WIV) e (2) la possibilità che il virus fosse intenzionalmente manipolato geneticamente. È imperativo indagare se questa informazione è stata trasmessa al resto del governo e se questa informazione avrebbe cambiato la risposta degli Stati Uniti alla pandemia", si legge nella lettera dei repubblicani James Comer e Jim Jordan al Segretario alla Salute Xavier Becerra. A tal proposito Project Veritas ha ottenuto documenti sconvolgenti e mai visti prima riguardanti le origini del Covid, la ricerca sulle acquisizione di funzione, i vaccini, i potenziali trattamenti che sono stati eliminati e le manovre del governo per nascondere tutto questo:

www.projectveritas.com/news/military-documents-about-gain-of-function-contradict-fauci-testimon...

I documenti in questione provengono da un rapporto della Defense Advanced Research Projects Agency, meglio conosciuta come DARPA, che erano nascosti in un disco condiviso top secret. DARPA è un'agenzia che opera sotto il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, incaricata di facilitare la ricerca nella tecnologia con potenziali applicazioni militari. Project Veritas ha ottenuto un rapporto separato per l'Ispettore Generale del Dipartimento della Difesa, scritto dal Maggiore del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, Joseph Murphy, un ex collaboratore DARPA. Il rapporto afferma che EcoHealth Alliance si è avvicinata a DARPA nel marzo 2018 cercando finanziamenti per condurre una acquisizione di funzione (Gain of Function) sui coronavirus portati dai pipistrelli. La proposta, denominata Project Defuse, è stata respinta da DARPA per problemi di sicurezza. Secondo i documenti, NIAID, sotto la direzione del Dr. Fauci, è andato avanti con la ricerca a Wuhan, Cina, e in diversi siti negli Stati Uniti. Il dottor Fauci ha ripetutamente sostenuto, sotto giuramento, che il NIH e il NIAID non sono stati coinvolti nella Gain of Function con il programma EcoHealth Alliance. Ma secondo i documenti ottenuti da Project Veritas, che delineano perché la proposta di EcoHealth Alliance è stata respinta, DARPA ha certamente classificato la ricerca come Gain of Function. "La proposta non menziona o valuta i potenziali rischi della ricerca Gain of Function (GoF)", si legge nella lettera di rifiuto della DARPA.

Il rapporto del maggiore Murphy continua a dettagliare la grande preoccupazione per il programma Covid-19 Gain of Function, l'occultamento di documenti, la soppressione di potenziali cure, come l'Ivermectina e l'Idrossiclorochina, e i vaccini con tecnologia mRNA. Project Veritas ha raggiunto DARPA per un commento sui documenti nascosti e ha parlato con il responsabile delle comunicazioni, Jared Adams, che ha affermato:"Non mi sembra normale", quando gli è stato chiesto del modo in cui i documenti sono stati coperti da segretezza. "Se qualcosa risiede in un ambiente classificato, allora dovrebbe essere adeguatamente contrassegnato", ha detto Adams.In un video, il CEO di Project Veritas, James O'Keefe, ha posto una domanda fondamentale a DARPA:"Chi alla DARPA ha preso la decisione di occultare il rapporto originale? Avrebbero potuto far scattare dei campanelli d’allarme al Pentagono, alla Casa Bianca o al Congresso, il che avrebbe potuto prevenire l'intera pandemia che ha portato alla morte di 5,4 milioni di persone nel mondo e causato molto dolore e sofferenza a molti altre milioni di persone”. Intanto, in un’audizione al Senato, il senatore Rand Paul si è scagliato contro il dottor Fauci:“Ritiene che sia appropriato usare il suo stipendio da 420mila dollari per attaccare scienziati che non sono d'accordo con lei?”. E ancora:"Dottor. Fauci, l'idea che un funzionario governativo come lei possa affermare unilateralmente di rappresentare la scienza e che ogni critica a lei sarebbe da considerare una critica alla scienza è molto pericoloso”.

12 gennaio 2022
www.lantidiplomatico.it/dettnews-project_veritas_documenti_militari_smentiscono_fauci_su_origini_del_covid/3882...
wheaton80
00martedì 1 febbraio 2022 01:40
La bomba di Rai 2:“Così certificano falsi morti Covid”

Perché in Italia ci sono così tanti morti nonostante le restrizioni che ci sono? Sono tutti morti di Covid o sono morti con il Covid? Queste alcune delle domande alla base di un servizio esclusivo realizzato dal format Restart in onda su Rai 2. Nel video, un medico dirigente di un ospedale romano rilascia delle dichiarazioni a dir poco sconvolgenti. Il medico sostiene che i dati in certi casi sarebbero volontariamente alterati. Riportiamo fedelmente le sue dichiarazioni:“È frequente che venga scritto sulla cartella che un paziente è morto di Covid, quando in realtà non lo è, in modo che salga il numero di positivi. La stessa cosa accade per i ricoveri. Se un malato oncologico entra in ospedale e poco dopo si rivela positivo, anche se non ha sintomi diventa immediatamente un paziente Covid. È gravissimo che trasferiscano un malato di tumore in una struttura Covid, può essere come mandarlo alla morte, ma accade spesso”. A quel punto la giornalista chiede: ma a cosa servono tutti questi positivi? La risposta del medico è da brividi:“A fare soldi”. “Lei capisce che uno che mi entra in ospedale con una gamba rotta e poi risulta positivo non costa quelle cifre se non ha sintomi”, aggiunge la fonte anonima. “L’ospedale prende dei rimborsi in proporzione al numero dei ricoveri e quindi tecnicamente la legge viene rispettata, ma poi esistono logiche per spartirsi il bottino. Ci sono interessi, soldi, potere, avanzamenti di carriera; li stanno premiando ed hanno già cominciato, rimodulando i contratti, l’hanno chiamata ‘produttività’, ma purtroppo si producono soltanto molte false morti per Covid. In alcune strutture ospedaliere si alterano i dati perché sperano che, dimostrandosi in sofferenza per il Covid, possano mettere le mani più facilmente sui soldi del PNRR. Si stanno organizzando anche per assumere nuovo personale, nonostante questa cosa non sia prevista. Il pubblico apre le strutture e la gestione del personale viene data ai privati. I positivi servono per alimentare il sistema!”.

Carlo Toto
29 gennaio 2022
www.nicolaporro.it/la-bomba-di-rai-2-cosi-certificano-falsi-mort...
wheaton80
00martedì 1 febbraio 2022 18:57
Edoardo Dini - Scacco matto del 31gennaio. Chi ci appoggia e perché abbiamo vinto



Regolamento europeo:

eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX%3A32014R0536&...


Edoardo Dini - Il sistema entra in corto circuito - Regolamento 536/2014 EU

wheaton80
00sabato 5 febbraio 2022 01:11
“I morti di Covid sono molto pochi”. Giorlandino gela Berlinguer e Miozzo, balbettii e imbarazzo in studio

Mentre l’intero dibattito pubblico è offuscato da Sanremo, proprio nella serata di apertura del Festival, il Professor Claudio Giorlandino, Direttore Scientifico dell’Istituto di Ricerca Altamedica, è stato ospite di Bianca Berlinguer per parlare di vaccini Covid e variante Omicron. E non solo. Il passaggio più interessante infatti è quello relativo al conteggio dei deceduti. Nella puntata di “Cartabianca” andata in onda il primo febbraio su Rai3, Giorlandino ha detto una serie di cose che hanno mandato in tilt sia la conduttrice che gli altri ospiti, tra cui Agostino Miozzo, ex coordinatore di quel Comitato Tecnico Scientifico che insieme a Speranza, Conte e Draghi ha fatto il bello e il cattivo tempo con la vita degli italiani in piena pandemia:



Giorlandino ha detto:“L’ISS è chiarissimo quando parla di morti di Covid e per Covid. E spiega perfettamente che quelli che muoiono di Covid muoiono in terapia intensiva intubati. Gli altri, che magari hanno altre patologie, muoiono nei loro reparti o a casa, ed entrano nel computo solo perché hanno un tampone positivo”. Spiega Giorlandino:“Quali siano dunque i reali numeri dei deceduti per Covid e quelli morti di Covid? L’ISS, che è serissimo ed è un’eccellenza, ritiene che possiamo considerare morti di Covid soltanto una piccolissima parte, per fortuna”. In studio provano a obiettare che non si può fare una distinzione e quindi è impossibile risalire al numero esatto. Giorlandino a quel punto prova a spiegare nuovamente:“Chi muore di Covid muore in terapia intensiva perché ha un”insufficienza respiratoria. Quindi il numero reale è ricavabile da questo dato: i morti in terapia intensiva”. Conclude il professor Giorlandino:“Omicron non arriva nei polmoni, si ferma al livello della faringe, e proprio per questo crea al massimo una faringite, e dunque non è letale. È una variante ‘buona’ e quindi è lei stessa che ti salva, non c’entra nulla il vaccino, il quale invece non ti protegge da essa. E dobbiamo sperare che sia questa variante stessa a fare da vaccino all’intero ‘gregge'”.

04 febbraio 2022
www.ilparagone.it/attualita/giorlandino-pochi-morti-pe...
wheaton80
00mercoledì 16 febbraio 2022 00:58
Fort Detrick - Quel 1972: Il racconto di Giulio Tarro

La ‘Voce’, nelle sue inchieste, ha più volte puntato i riflettori sul super laboratorio militare e segreto di Fort Detrick, nel Maryland. Ed abbiamo scoperto una delle piste, a nostro parere quella ‘cronologicamente’ più attendibile, sul fronte delle origini della pandemia da Covid 19. Perché il ‘cuore’ di quel super laboratorio venne 'fermato', nel bollente luglio 2019, addirittura dai CDC, i ‘Centers for Desease Control and Prevention’, ossia le massime autorità statunitensi in tema di tutela della salute pubblica, che ne decretarono, per motivi di assoluta sicurezza nazionale, la temporanea chiusura. Luglio 2019, quindi sei mesi prima rispetto allo scoppio del giallo-Wuhan. E l’anno precedente, sempre nel Maryland, ma non solo, erano stati segnalati strani focolai influenzali. Come mai la più che inquietante narrazione su Fort Detrick è stata totalmente censurata, oscurata, silenziata dai media occidentali? Perché da noi giornali e TV hanno letteralmente cancellato dai loro radar il caso Fort Detrick? E perché in Europa e non, e ancor più a casa nostra, nessuno osa parlare degli ingenti finanziamenti americani (attraverso il ‘National Institute for Allergy and Infectious Deseases’ guidato a vita da Anthony Fauci) diretti ai laboratori di Wuhan per ricerche più che ‘borderline’? Misteri.

E’ solo una premessa al testo che potete leggere di seguito. Un vero racconto ante litteram (stra-ante litteram) su quei laboratori super segreti, animati dai militari a stelle e strisce. Un racconto che sembra uscito dalla penna di Ray Bradbury, il mitico autore di ‘Fahrenheit 451’ e di tante storie che oggi chiamiamo ‘distopiche’ e che danno il senso più autentico di quello che può succedere all’umanità, e sta forse succedendo già oggi. A firmare le righe che seguono è invece Giulio Tarro, uno dei pochi virologi autentici che popolano il panorama scientifico italiano, infestato da tanti, troppi nani & ballerine, pronti ad ogni comparsata e/o sceneggiata nei salottini TV. Il ricercatore che dall’avamposto del ‘Cotugno’ sconfisse il ‘male oscuro’ che mieteva centinaia di vittime tra i bambini napoletani negli anni ’70, è autore di centinaia e centinaia di pubblicazioni scientifiche. Ha firmato, nel 2018, un imperdibile “10 cose che tutti devono sapere sui vaccini” e pochi mesi dopo lo scoppio della pandemia, a giugno 2020, un altrettanto istruttivo (e profetico) “Covid 19 - Il virus della paura”. Ci perdonerà, Tarro, se facciamo ‘violenza’ al testo che concerne una delle sue tante esperienze americane: ossia, proponendovi prima la lettura della parte dedicata al super laboratorio del Maryland e poi la parte sul profondo legame scientifico con Albert Sabin, che scoprì il vaccino antipolio, e del quale Tarro era l’allievo prediletto, il ‘figlio scientifico’.


Albert Bruce Sabin”: il ricordo del figlio scientifico


Giulio Tarro e Albert Bruce Sabin

Nel 1972 vengo invitato, come Senior Scientist, dal Public Health Service National Institute of Health N.C.I. al Frederik Cancer Research Center (Maryland, USA) a svolgere ricerche fino al maggio 1973, sotto l’egida del Professore Albert Sabin, che rientrava dopo tre anni di Presidenza al Weizmann Institute, da Rehovot, Israele. Durante questo periodo le ricerche hanno riguardato la possibile implicazione di virus a DNA come causa di tumori nell’uomo, con particolare riguardo al virus dell’herpes simplex; la comparsa di antigeni non virionici in cellule infettate con virus dell’herpes simplex e la presenza di tali antigeni in cellule tumorali, nonché quella di anticorpi specifici nel siero di pazienti affetti da determinate neoplasie; la realizzazione del primo marker tumorale eziologico (TAF test, USA patent 43919-11). Furono quei due soldati davanti alla mia porta, alle sette di mattina del primo febbraio 1973, a farmi capire che qualcosa, a Fort Detrick, non andava per il verso giusto. Cominciava quel giorno il mio incarico al Frederick Cancer Research Center (dopo un burrascoso rientro in Italia, avevo deciso di tornarmene negli States) e stavo ancora addentellando il toast ricoperto di marmellata della prima colazione, quando sentii bussare alla porta. Sull’uscio, due militari con elmetto e una espressione assente:"Dottor Tarro, abbiamo l’ordine di scortarla al suo laboratorio. La prego di prendere posto sulla nostra jeep". Una jeep militare? Per percorrere neanche cinquecento metri (tanto distava il mio alloggio dai laboratori nei quali lavoravo)? Perplesso, mi rassegnai a salire sulla jeep. Lungo la strada e davanti all’ingresso di Fort Detrick gruppi di dimostranti agitavano cartelli e urlavano slogan. Si era, allora, in piena mobilitazione contro la Guerra in Vietnam e non era raro imbattersi in scene come quelle; non capivo comunque perché mai quelle manifestazioni davanti ad una struttura di ricerca sul cancro, quale era Fort Detrick. In verità, qualcosa sapevo. Quella struttura aveva ospitato dal secondo dopoguerra gli Army Biological Warfare Laboratories (ufficialmente, una struttura per la difesa da attacchi batteriologici), fino al 1969 quando, a seguito di un decreto del Presidente Nixon, era stato trasformato in una prestigiosa struttura scientifica: il Frederick Cancer Research Center, appunto. Ma le cose stavano proprio così? La curiosità mi rodeva, e perciò decisi di saperne di più. Oggi conoscere le strutture di Fort Detrick è facilissimo: basta digitarne il nome su un motore di ricerca e centinaia di siti internet illustrano con dovizia di particolari (addirittura con filmati, fino a qualche anno fa classificati Top-Secret) laboratori e programmi, ma allora era (anche per me, che lì ci lavoravo) una impresa quasi impossibile. E, tra l’altro, andare in giro a fare domande o parlarne apertamente con i dimostranti avrebbe significato il mio allontanamento dai laboratori di Fort Detrick o, addirittura, dagli Stati Uniti. Comunque, con cautela cominciai le mie indagini e le “incursioni” nell’”area proibita” di Fort Detrick. Già, perché il Cancer Research Center occupava solo qualcuno dei ben 500 ettari sui quali si estendevano le strutture di Fort Detrick.

Il resto dell’area era assolutamente interdetto a chi non avesse uno speciale Pass rilasciato dall’FBI o dai Servizi Segreti. “Assolutamente interdetto” per modo di dire. Sono sempre stato orgoglioso della mia capacità di legare con le persone più disparate; una qualità che considero retaggio del mio essere siciliano: un popolo forgiato nel carattere da millenni di invasioni e dominazioni e, quindi, capace di relazionarsi con estrema facilità. Comunque, per farla breve, sfoderando sorrisi, chiacchiere e cordialità, nel giro di qualche mese ero diventato amico delle guardie e degli addetti alla sicurezza, che mi permettevano di gironzolare senza tanti problemi. Fu così che mi imbattei in una costruzione stranissima: una colossale sfera di acciaio, alta decine di metri, costellata da oblò di vetro. A che poteva mai servire? Lì vicino un’altra enigmatica struttura: un palazzo, senza finestre, completamente nero, ricoperto da lucide lastre di catrame. Dopo un pò di domande fatte qua e là, venni a sapere i nomi e le funzioni di quegli strani edifici: la sfera si chiamava “8-Ball” ed era destinata a valutare la disseminazione di spore di antrace e altri organismi patogeni nell’atmosfera; l’altro edificio era “Black Maria”: ospitava i laboratori e gli stabulari degli animali infettati con microorganismi quali peste, colera, febbre encefalitica, morva… Impressionante. Comunque, pensavo allora, il tutto serviva a studiare sistemi di difesa da armi biologiche, non certo di offesa. Ma le mie certezze cominciarono a vacillare quando scoprii, in una zona ormai ricoperta da erbacce, un edificio che sembrava abbandonato da anni; scavalcando una staccionata con le assi marce, con circospezione, mi ero avvicinato e, con una mano, avevo scrostato un velo di sporco dal vetro di una finestra. Nell’hangar, ricoperti di polvere, una serie di fermentatori, bombe di aereo e una infinità di sfere di vetro. In una vasca qualcosa che mi sembravano piume. Piume? E a cosa potevano servire quelle piume? Qualche tempo fa, navigando su internet, una fotografia mi ha confermato i sospetti di allora. Quello stabilimento produceva bombe aeree M115: ordigni per attacchi contro aree rurali. Le piume, prima di essere inserite nelle sfere di vetro, venivano intrise di spore di antrace o di pulci infettate con lo Yersinia pestis. Quelle bombe, quello stabilimento, servivano a scatenare epidemie, malattie, morti… Infezioni attentamente pianificate da decine e decine di biologi, virologi, medici. Medici! Medici che studiavano come propagare le malattie, invece di debellarle! Ero ammaliato da tanta infamia. E l’idea che intorno a me potessero aggirarsi tali persone mi inquietava. Cominciai a raccogliere di soppiatto i volantini che i dimostranti distribuivano davanti la base per saperne qualcosa di più. E seppi così che una serie di ricercatori, che ritenevo miei stimati colleghi e che vedevo aggirarsi nei corridoi del Centro, non solo avevano, in passato, ideato e costruito armi biologiche ma che, nonostante la proclamata “riconversione” di Fort Detrick, continuavano a idearle e costruirle. Conoscevo molti di questi “colleghi”. E non erano certo, come qualcuno potrebbe immaginare, fanatici “patrioti” o “Dottor Frankenstein” divorati dall’ansia di assecondare la Scienza e, costi quel che costi, sfidare le leggi della Natura. No. Erano dei “normalissimi” ricercatori, quieti “padri di famiglia” che svolgevano noiose routine di laboratorio. Dovevo assolutamente parlare con loro. Un giorno, a mensa, lasciai con uno di questi cadere il discorso sulla questione armi biologiche. Non si sentiva a disagio, lui che era medico e che, per quanto può valere, aveva prestato il Giuramento di Ippocrate, a impegnare il suo talento per uccidere, invece che per guarire? Mi aspettavo quella che fu la sua risposta. "Ma queste sono armi di deterrenza, come la bomba atomica. Servono per scongiurare un attacco. Servono alla pace". Già. Si vis pacem para bellum. Se vuoi la pace preparati alla guerra. Un demenziale refrain che perseguita da sempre l’umanità. Ma per le armi biologiche c’è qualcosa di più e di peggio. Di certo non è possibile analizzare la logica della guerra e degli armamenti alla luce di principi etici ma se questo sistema d’arma è stato formalmente messo al bando dalle solitamente ipercaute convenzioni internazionali (è un caso più unico che raro), vuol dire che nella guerra biologica vi è qualcosa di profondamente inumano che scavalca le pur ciniche «prudenze» diplomatiche che regolano le convenzioni internazionali. E la circostanza che alla produzione di armi biologiche collaborassero (e continuano a collaborare) medici, come me, mi appariva davvero intollerabile.

Cominciarono così le prime confuse riflessioni sullo sradicamento del senso di autonomia dell’individuo, e in particolare del ricercatore, che mi hanno portato, decenni più tardi, ad occuparmi di Bioetica. Ma torniamo alla chiacchierata con il “collega” che creava armi biologiche. Una delle illusioni che lo animavano era la possibilità di potere “gestire” una epidemia scatenata dalle sue armi attraverso la somministrazione di antibiotici. E fu proprio la possibilità per quasi tutte le Nazioni di disporre di antibiotici sempre più efficaci a determinare, con una Convenzione Internazionale emanata nel 1972, la chiusura ufficiale del programma per la realizzazione di armi biologiche e, quindi dei laboratori di Fort Detrick. Che, comunque, continuavano, alla chetichella, a funzionare. Anche perché una nuova prospettiva si apriva per la realizzazione delle armi biologiche: l’utilizzo di microrganismi modificati geneticamente. Fu all’aeroporto di Cincinnati che ebbi la percezione di essere capitato in un altro mondo. L’aereo aveva appena calato la scaletta e sbirciavo con curiosità dal finestrino. D’un tratto non credetti ai miei occhi: Sabin era là, sulla pista di atterraggio. “Certamente, non sarà qui per me”, pensai. Ma per chi poteva essere venuto? Scesi, con la mia valigetta in mano, e, timidamente, gli andai incontro. Lui mi vide, e si affrettò a togliermi la valigia di mano. "Ma è possibile?", pensavo tra me. “Non solo è venuto a ricevermi all’aeroporto, ma ora, addirittura, mi porta anche la valigia”. Ero proprio arrivato in un altro mondo. Sensazione definitivamente confermata quando Sabin mi accompagnò in un appartamento, proprio di fronte l’università, che aveva fatto preparare per me. Un appartamento con un enorme frigorifero, strapieno di provviste. Indicandomi la stanza da letto, mi augurò una buona dormita, che avrebbe dovuto rinfrancarmi dal lungo viaggio. Poi mi salutò e subito crollai in un lunghissimo sonno. Ovviamente, per lo scombussolamento dei fusi orari (il jet-Iag) e per l’emozione, mi svegliai alle dieci di sera. Mi giravo e rigiravo nel letto. Che fare fino alla mattina successiva? Tentai di far passare il tempo leggendo qualcosa. Niente da fare. Ero troppo sù di giri per starmene lì nel letto. Dovevo muovermi, fare qualcosa. Decisi per una passeggiata notturna per le strade di Cincinnati. Ancora oggi Cincinnati è un paesone (300.000 abitanti) perso nella sterminata pianura che costituisce lo stato dell’Ohio. Figuratevi cinquantacinque anni fa. Eppure quella notte, mentre passeggiavo per il centro, mi sembrava il centro dell’universo. Guardavo con ammirata commozione edifici che troneggiavano nella down-town quali il Carew Tower (un palazzotto di 49 piani che solo le guide turistiche più benevole arrivano a definire un “finissimo approccio Art Deco” o l’ancora più ineffabile Ingalls Building (“Il primo grattacielo realizzato negli Stati Uniti in calcestruzzo armato con il sistema di EL Ransome”, riporta sconsolata Wikipedia) o il chiassoso Isaac M. Wise Temple (un incredibile edificio, metà tempio massonico metà sinagoga). Per me, abituato alle bellezze architettoniche di Napoli (e anche di Messina, nonostante le devastazioni determinate nella mia città dal terremoto prima e dai bombardamenti poi), quel posto, dove avrei dovuto vivere per anni, avrebbe dovuto deprimermi, anche perché avevo letto cose abominevoli sul suo clima (fino a -18 gradi in inverno + 42 in estate). In realtà quella notte, solo, lontano migliaia di chilometri da casa, dai miei amici, dagli affetti, ero felice. Felice, come lo si può essere a 27 anni. E mi ritrovai a pensare a Sabin, a fianco del quale avrei lavorato per anni. Albert Sabin era nato il 26 agosto 1906 nel ghetto di Bialystoick, nella Polonia ancora sotto il dominio zarista, da una famiglia ebrea. Dell’infanzia non conservava buoni ricordi:"Quando avevo cinque o sei anni", raccontò in un intervista, "mentre passavo davanti ad una chiesa insieme ad un amico, alcuni ragazzi urlando accusarono noi ebrei di avere ucciso il loro dio. E ci presero a sassate. Ero troppo piccino per capire, e un sasso appuntito mi colpì a pochi millimetri dall’occhio sinistro. Poiché sono nato non vedente dall’occhio destro, ho sfiorato la cecità”. A 20 anni Sabin era uno studente modello di Odontoiatria alla New York University; ma, dopo aver letto il libro “Cacciatori di microbi” di Paul de Kruif, ne rimase affascinato, tanto da cambiare facoltà. Nel 1931 si laureò in medicina e andò a lavorare presso l’Università di Cincinnati, dove sarebbe rimasto 30 anni a studiare come debellare la poliomielite. “Perché scelsi di studiare la poliomielite? Iniziai quasi per caso. Avevo appena terminato gli studi di medicina a New York, nel 1931. Un mese dopo scoppiò un’epidemia di polio. Avevo già fatto delle ricerche su questa malattia, che allora uccideva migliaia di persone… Fu il mio maestro, il dottor Park, famoso per aver debellato la difterite, a consigliarmi di studiare la polio: quindi non fu una mia scelta.

Fu l’unica volta che feci qualcosa dietro suggerimento di un altro”. Nel 1953, Sabin presentò alla Commissione per l’immunizzazione del NFIP i risultati delle esperienze condotte all’inizio su scimmie e, poi, su 242 persone (incluse se stesso e le figlie, Debbye ed Amy). Il vaccino da lui ideato, una sola dose e, per di più, assunta per bocca (la famosa zolletta intrisa di liquido amarognolo), si prestava più facilmente di quello di Salk ad essere somministrato e, per di più, c’era la possibilità di eliminare con le feci un virus vivo attenuato, con lo scopo di mettere in circolo una popolazione virale a bassa virulenza in modo da poter ottenere un’elevata copertura vaccinale di massa, anche nei confronti degli individui che per svariati motivi non erano stati vaccinati. Nonostante l’innegabile superiorità di questo vaccino su quello ideato da Salk, per tutta una serie di gelosie professionali e altre meschinità, Sabin negli Stati Uniti non venne creduto. Così il suo vaccino trionfò dapprima nei Paesi dell’Est. La prima Nazione a produrre il vaccino di Sabin su base industriale fu la Cecoslovacchia, poi la Polonia, l’URSS e la Germania Orientale. Dal 1959 al 1961 furono vaccinati milioni di bambini dei Paesi dell’Est, dell’Asia e dell’Europa. Poiché nei suddetti Paesi non si verificò più alcun caso di poliomielite, furono prodotti e immessi sul mercato notevoli quantitativi del vaccino Sabin “orale monovalente” contro il poliovirus tipo I, e poco dopo, anche il vaccino orale di tipo Il (OPV) e il vaccino orale trivalente (TOPV), valido contro tutti e tre i tipi di poliovirus. Il 1962 è l’anno del trionfo per Sabin. La gloria e gli innumerevoli prestigiosi premi (tra cui 40 lauree honoris causa) non intaccavano, comunque, il suo sottile humour:“Non mi hanno assegnato il Premio Nobel? Pazienza. Si vede che altri lo meritavano più di me”. E sul suo rifiuto di brevettare il vaccino si scherniva:“Ma quale generosità! Era il solo modo di produrlo e somministrarlo su vasta scala, al costo di uno-due centesimi a dose e metterlo a diposizione di chiunque…”. Le luci dell’alba mi strapparono dai miei pensieri e dalla passeggiata. Guardai l’orologio. Le cinque! Tra tre ore avrei dovuto essere nei laboratori dell’Università di Cincinnati. Mi precipitai a casa: doccia, caffè, una scorsa ai pesantissimi dizionari che mi ero portato dall’Italia (temevo di non ricordare neanche una frase in inglese) e via di corsa verso la Gloria. Sabin mi aspettava sulla porta del laboratorio, una rapida presentazione dei suoi collaboratori e subito il primo incarico: ripetere, in double blind, uno ad uno, tutti gli esperimenti che avevo compiuto a Napoli. Lo guardai stupefatto. Perchè mai quella richiesta? Mi sembrava una irritante mancanza di fiducia. Comunque, mi misi subito all’opera ed estrassi dalla borsa che avevo portato dall’Italia i flaconi contenenti cellule renali di cavia già infettate da virus erpetico, sieri estratti da pazienti affetti da tumori alla bocca o agli organi genitali, cellule ricavate da un carcinoma laringeo, necessarie per produrre virus. Per fare la verifica double blind o “doppio cieco”, Sabin fece cifrare sotto codice segreto quei campioni. Gli stessi sieri ci furono restituiti senza alcuna indicazione e su di essi Sabin, io e i nove colleghi americani dell’équipe, ripetemmo le tecniche messe a punto in Italia. Ovviamente, una volta analizzati i sieri, si ebbero risultati positivi al cento per cento per i campioni prelevati a soggetti malati di tumore, e negativi, sempre al cento per cento, per quelli di pazienti sani: la nuova classificazione tra positivi e negativi corrispondeva perfettamente a quella registrata prima del lavoro e racchiusa in cassaforte. Tirai un sospiro di sollievo; poi il mio sguardo incrociò quello dei colleghi, giovani ricercatori come me venuti da varie parti del mondo.

Tempo fa, rimettendo a posto le carte del mio studio, mi è capitata tra le mani una fotografia di quel gruppo di ricerca. In prima fila, Abraham Karpas: siamo ancora molto amici, grande amante della pizza (gliene ho visto divorarne una, enorme, in un minuto, in una pizzeria a Spaccanapoli), ora è Direttore del Dipartimento di Ematologia all’Università di Cambridge e ha ideato uno dei più diffusi test per l’identificazione del virus HIV; poi c’è Willy Foster: tecnico di laboratorio, nero come la pece, bravissimo; più volte è stato in Italia su mio invito per insegnare le tecniche di coltivazione dei tessuti; gran donnaiolo, due volte ha perso l’aereo che doveva riportarlo in patria: una per via di una tizia a Capri, l’altra per una studentessa a Napoli. E poi c’è la Principessa. Si, una vera principessa. Iraniana, eccezionale come virologa, mostrava per me un’attenzione che sembrava sconfinare nella passione. Ovviamente la cosa non passava inosservata in laboratorio. E allora giù con i consigli degli amici:"Ma Giulio… Non è affatto brutta. E poi pensaci… Una principessa. Potresti diventare un principe, sposandola". Ora, a parte il fatto che non si diventa principi sposando le principesse, la stirpe della mia collega (mi sia consentito qui non fare il suo nome) era quella dei Cagiari, deposta nel 1921 da Reza Khan Pahlavi, il cui ultimo discendente fu quel Mohammad Reza Pahlavi deposto nel 1978 dall’lmam Khomeini… Ma perché mai mi sto attorcigliando in questo discorso? Torniamo a Cincinnati. Giorno dopo giorno, stavo diventando una specie di riferimento per i miei colleghi (uno tra questi, favoleggiando sulla mia indole siciliana, pensava di trovare in me addirittura un “Padrino”); uno dei motivi di ciò era il mio atteggiamento nei riguardi di Sabin. Ad esempio, la faccenda dei foglietti. Sabin pretendeva di mettere per iscritto su foglietti (e, addirittura, in alcuni casi, far controfirmare per “accettazione”) ogni sua indicazione sulla conduzione degli esperimenti. Foglietti che gettava poi nel cestino della carta straccia. Foglietti che io, invece, raccoglievo e mettevo in tasca; e questo sia per ricostruire l’iter di tutti gli esperimenti ma, soprattutto, per rintuzzare le scenate di rabbia che avvincevano Sabin quando riteneva che un esperimento fosse stato condotto male per la dabbenaggine dei suoi collaboratori. Queste scenate erano almeno un paio a settimana; ne sarebbero bastate meno per farmi buttare fuori da un qualsiasi altro laboratorio. Nonostante queste, Sabin riservava per me un affetto e un’attenzione senza pari: fuori del laboratorio mi trattava come uno di famiglia (anzi, per usare un suo termine, un “godchild”, termine che potrebbe tradursi come “figlioccio”). Spesso mi invitava a cena a casa sua e, ancora oggi, serbo nostalgia per quelle bellissime serate in compagnia sua, delle figlie, della moglie e del genero. Quei quattro anni passati a Cincinnati sono stati i più esaltanti della mia vita. E non solo per le ricerche costellate da pubblicazioni su prestigiose riviste accademiche o per le serate cominciate trascinando ragazze a cena nei ristoranti di Fountain Square o di un altro quartiere della downtown, Mt. Adams (osannato dalle solite benevole guide turistiche come la “Montmatre di Cincinnati”). A rendere entusiasmante il mio primo soggiorno americano era stata soprattutto la percezione di essere capitato in una meritocrazia, in un sistema che riusciva a gratificare chi come me non chiedeva altro che essere messo nelle condizioni di svolgere il suo ruolo di ricercatore. Meritocrazia! Un termine diventato, oggi in Italia, un mantra da salmodiare.

Giulio Tarro
27 gennaio 2022
www.lavocedellevoci.it/2022/01/27/fort-detrick-quel-1972-il-racconto-di-giuli...
wheaton80
00lunedì 21 febbraio 2022 19:40
Radio Radio - Scivolone su Israele: virostar messe alla berlina ▷ Duranti:"Qualcuno lo dica a Burioni"



Israele e la pandemia. Un binomio divenuto concettualmente abituale nell'era del Covid. Lo Stato israeliano ha assunto rapidamente il ruolo di benchmark internazionale per la precoce e avanzata campagna vaccinale. Modello positivo o al contrario apripista da non seguire, Israele ha avuto il ruolo di primo Paese a sperimentare una vaccinazione di massa e con più dosi scandite nel tempo. Diventata la terra di elezione del vaccino, le virostar si sono sbizzarrite nel tesserne le lodi. Le ottimistiche previsioni del sistema sanitario israeliano si sono però rivelate meno efficaci rispetto a quanto previsto. L'immunizzazione ridotta della vaccinazione ha infatti messo in discussione il modello d'Israele, facendo cadere in errore anche molte virostar nostrane. Tra queste Roberto Burioni, volto noto dei salotti televisivi e figura iconica della virologia mainstream. Le previsioni di Burioni sull'uscita d'Israele dalla pandemia grazie alla campagna vaccinale si sono infatti rivelate assolutamente lontane dagli attuali dati del contagio israeliano. Nonostante gli annunci dei risultati ottenuti, oggi Israele è infatti ancora ben lontano dall'aver archiviato l'emergenza pandemica.

Fabio Duranti
wheaton80
00martedì 22 febbraio 2022 19:47
Intervista a Joseph Tritto. II parte



Il Prof. Joseph Tritto risponde alle tante domande del pubblico che ci sono giunte: a proposito di come il virus possa essere scappato dai laboratori, delle varianti, dell'utilità o meno di somministrarli ai bambini e moltissime altre cose.

Franco Fracassi
wheaton80
00giovedì 31 marzo 2022 13:13
L’agenzia sanitaria CDC rimuove migliaia di morti Covid dai registri

“Errore logico di codifica: diminuzione del numero di decessi Covid in tutte le categorie demografiche”. Ma non si scusa. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno rimosso decine di migliaia di decessi legati al Covid 19, tra cui quasi un quarto dei decessi che aveva elencato in quelli sotto i 18 anni. L’agenzia sanitaria ha silenziosamente apportato la modifica sul suo sito WEB di tracciamento dei dati il 15 marzo. “I dati sui decessi sono stati corretti dopo aver risolto un errore logico di codifica. Ciò ha comportato una diminuzione del numero di morti in tutte le categorie demografiche”, afferma il CDC sul sito. Il CDC si affida agli Stati e ad altre giurisdizioni per segnalare i decessi di Covid 19 e riconosce sul suo sito WEB che i dati non sono completi. Ma le statistiche sono spesso citate da medici e altri quando spingono per la vaccinazione per Covid 19, compresi personaggi che credono che praticamente tutti i bambini dovrebbero essere vaccinati. La dottoressa Rochelle Walensky, Direttrice del CDC, ha citato il totale dei decessi del tracker nel novembre 2021, mentre faceva pressione per formare un gruppo di esperti che consigliasse alla sua agenzia di raccomandare la vaccinazione per tutti i bambini dai 5 agli 11 anni. Prima del cambiamento, il CDC ha elencato 1.755 bambini come morti di Covid 19 insieme a circa altri 851.000, secondo Kelley Krohnert, un residente della Georgia che ha monitorato gli aggiornamenti. L’aggiornamento ha visto il CDC tagliare 416 morti tra i bambini e oltre 71.000 altrove, arrivando a un totale di poco meno di 780.000. L’agenzia ha rifiutato di fornire un commento entro la scadenza; in seguito ha fornito ulteriori dettagli sulle modifiche. Il CDC aveva precedentemente modificato il suo conteggio dei decessi nell’agosto 2021 “dopo l’identificazione di una discrepanza di dati”. “L’aggiornamento è un miglioramento, ma è almeno la terza correzione a questi dati e ancora non risolve il problema. Evidenzia solo che le persone hanno utilizzato una fonte di dati imperfetta quando discutono di bambini e Covid”, ha detto Krohnert a The Epoch Times in una e-mail. Alcuni giornalisti e medici hanno citato i dati del tracker, mentre altri utilizzano un conteggio gestito dal National Center for Health Statistics (NCHS) del CDC che è stato descritto dall’agenzia come più affidabile. Il conteggio NCHS, che è compilato dai certificati di morte, attualmente elenca 921 decessi che coinvolgono il Covid 19 tra i bambini e circa 966.000 decessi che coinvolgono il Covid 19 tra gli altri gruppi di età. I decessi nel conteggio includono persone che sono morte con Covid 19 e persone che sono morte per Covid 19, ha detto un portavoce del CDC a The Epoch Times in una e-mail a gennaio.

Il Covid 19 è stato elencato come causa sottostante, o causa di morte primaria, su circa il 90% dei certificati di morte all’epoca. Alcuni dei decessi elencati dal CDC sembrano non correlati al Covid 19. Ad esempio, la causa di diverse morti risulta essere l’annegamento; per molte altre, colpi d'arma da fuoco, secondo una revisione di Epoch Times dei codici di morte. Per ora, l’aggiornamento sul tracker è stato descritto come “una grande notizia” dal Dr. Alasdair Munro, ricercatore clinico per le malattie infettive pediatriche presso l’Ospedale Universitario di Southampton, dato che quasi un quarto dei decessi pediatrici di Covid 19 era scomparso. Ma Munro, scrivendo sui social media, ha definito “leggermente preoccupante che questi dati siano stati ampiamente utilizzati negli Stati Uniti per guidare o sostenere le politiche sanitarie”. Alcune persone hanno chiesto al CDC di rilasciare scuse pubbliche o almeno di annunciare tali aggiornamenti, in modo simile a come alcune agenzie di livello inferiore hanno chiarito abbassando il conteggio dei decessi. “È oltraggioso notare tranquillamente un errore così consequenziale”, ha detto su Twitter Jessica Adams, ex responsabile della revisione normativa presso la Food and Drug Administration. Un ex portavoce del CDC, tuttavia, ha osservato che il sito WEB del CDC delinea che i dati sono stimati e soggetti a modifiche. “C’è molta complessità in tutti i sistemi che stanno cercando di tracciare e riassumere i dati di malattia e morte, comprese le differenze nel modo in cui i dati vengono raccolti e riportati, la completezza e l’accuratezza dei dati, il modo in cui i dati tempestivi vengono inseriti nei sistemi di raccolta dei dati e segnalati al CDC, e nelle ipotesi fatte e nelle procedure utilizzate per determinare se il Covid 19 sia stata la causa principale di morte, una causa di morte che contribuisce, o un fattore che probabilmente non contribuisce alla morte di qualcuno”, ha scritto in una e-mail Glen Nowak, l’ex portavoce, che ora è un decano associato per la ricerca e gli studi universitari presso l’Università della Georgia. “Non sorprende quindi che si verifichino aggiustamenti o revisioni, anche a seguito di problemi relativi alla codifica (ad esempio, riconoscendo, man mano che vengono forniti più casi e informazioni, che esisteva un modo migliore per inserire, analizzare e/o interpretare i dati)”. Nowak ha detto di non essere sorpreso che il CDC non abbia annunciato l’aggiustamento, date le dichiarazioni di non responsabilità, affermando che gli annunci delle agenzie federali “sono meglio riservati per gli eventi o gli sviluppi che hanno o potrebbero avere un impatto significativo sulle raccomandazioni o sulle politiche del governo”.

Zachary Stieber
Fonte: www.theepochtimes.com/cdc-removes-24-percent-of-child-covid-19-deaths-thousands-of-others_4345083.html?utm_source=newsnoe&utm_campaign=breaking-2022-03-18-1&utm_medium=email2&est=DVcapxIToQGJ5Nz1J3COL%2FKT%2BEz2yjeCn1wMXfXGr1K2a8XDJb94HSlpmeWXDPb6it29...

Traduzione: Jure Eler
23/03/2022
www.ambienteweb.org/2022/03/23/lagenzia-sanitaria-cdc-rimuove-migliaia-di-morti-covid-dai-r...
wheaton80
00venerdì 1 aprile 2022 16:35
De Donno aveva ragione. Studio americano conferma che la terapia funziona: salva vite e costa poco

Giuseppe De Donno, pioniere della terapia con il plasma iperimmune, fu osteggiato. Ora uno studio americano conferma che aveva ragione. La Verità ha pubblicato i risultati di uno studio finanziato dal Dipartimento della Difesa americano e dai National Institutes of Health (NIH), l’agenzia governativa che si occupa di ricerca medica.

De Donno e la terapia con il plasma iperimmune
De Donno aveva avviato la cura per combattere il Covid quando era primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova. In sostanza, utilizzò il plasma “convalescente” per trattare i malati di Covid. Malati che guarirono nel 90% dei casi. Ma la sua terapia fu contrastata. In un’intervista a La Verità, il 15 giugno 2020, disse:"La terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo, non fa miliardari. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma". La scorsa estate, il 27 luglio del 2021, il professore si tolse la vita.

De Donno, le conclusioni di uno studio americano

Come riporta La Verità, due sono le principali conclusioni dello studio appena pubblicato su The New England Journal of Medicine (NEJM), tra le riviste mediche più autorevoli al mondo. La prima, è che "nei partecipanti, pazienti affetti da Covid 19, la maggior parte dei quali non vaccinati, la somministrazione di plasma convalescente entro 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi ha ridotto il rischio di progressione della malattia che porta al ricovero in ospedale". La seconda, che i monoclonali "sono costosi da produrre, richiedono tempo per l’approvazione e potrebbero non essere ampiamente disponibili durante le condizioni di picco di Covid 19". Al contrario, si legge ancora, il plasma convalescente Covid 19 "non ha limiti di brevetto ed è relativamente poco costoso da produrre, poiché molti singoli donatori possono fornire più unità", sottolineano i ricercatori, primo fra tutti David J. Sullivan della Bloomberg School of Public Health di Baltimora.

Il ruolo del plasma convalescente per ridurre l’infiammazione polmonare
E poi ancora. Il plasma convalescente di Covid 19, si legge nello studio, svolge un ruolo fondamentale nel ridurre l’infiammazione polmonare in risposta all’infezione da Sars-CoV-2, che è il "motivo più comune per l’ospedalizzazione". Tre soli decessi furono registrati in ospedale, in partecipanti trattati con il plasma di controllo. Gli autori dello studio, si legge sul quotidiano, sottolineano che "il siero o il plasma immunitario sono stati usati in modo sicuro per il trattamento di malattie infettive per più di cento anni" e che risultati contrastanti "potrebbero essere dovuti alla mancanza di moderni progetti di studio, a piccole dimensioni del campione" così pure a una "somministrazione troppo tempo dopo l’inizio della malattia".

Lo studio dell’AIFA e dell’ISS
La Verità poi ricorda lo studio promosso da AIFA e ISS, che giusto un anno fa "non evidenziò un beneficio del plasma in termini di riduzione del rischio di peggioramento respiratorio o morte nei primi trenta giorni". Gli esperti aggiunsero che i risultati erano in linea con quelli della "letteratura internazionale, prevalentemente negativa, fatta eccezione per casistiche di pazienti trattati molto precocemente con plasma ad alto titolo". "Oggi", conclude il giornale diretto da Maurizio Belpietro, "uno studio americano finanziato con fondi governativi restituisce tutta la grandezza di quella piccola, geniale intuizione del professore che non aveva bisogno di Big Pharma per trattare i pazienti Covid".

Giorgia Castelli
01 Aprile 2022
www.secoloditalia.it/2022/04/de-donno-aveva-ragione-uno-studio-americano-conferma-che-la-terapia-funziona-salva-vite-e-cos...
wheaton80
00mercoledì 6 aprile 2022 01:51
Prof. Mariano Bizzarri ▷ "Virus nato in vitro, legame con Bio-Labs in Ucraina? Ecco tutte le prove"



Le origini sul coronavirus tengono ancora banco. Espulsa dalla narrazione mainstream, oggi l'ipotesi della nascita in laboratorio del Covid 19 è divenuta sempre più reale. La possibile fuga di un patogeno da una struttura di ricerca di Wuhan appare sempre più una concreta realtà. Il prof. Mariano Bizzari dell' Università della Sapienza di Roma ricostruisce in modo chiaro la trama di intrecci tra gli investimenti USA e i laboratori biochimici presenti in Cina e in Ucraina. Tali centri di ricerca per la modifica di pericolosi virus, come spiega Bizzarri, sono stati delocalizzati dall'Amministrazione USA fuori dai confini nazionali, in particolare sul suolo cinese e ucraino. Attraverso articoli scientifici e fonti autorevoli il prof. Bizzari ricostruisce in maniera sintetica i legami opachi tra questi bio-laboratori e gli Stati Uniti; tra i protagonisti occulti spuntano i nomi del virologo Fauci e soprattutto di Hunter Biden, figlio dell'attuale Presidente americano.
wheaton80
00domenica 24 aprile 2022 17:15
Indagati 9 ministri. Emergenza Covid e lockdown, la clamorosa inchiesta della Procura di Roma

Clamoroso alla Procura di Roma: in data 28 marzo, gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati gli ancora ministri della Salute Roberto Speranza, degli Esteri Luigi Di Maio, dell’Interno Luciana Lamorgese e della Difesa Lorenzo Guerini, oltre agli ex titolari dell’Economia Roberto Gualtieri, della Giustizia Alfonso Bonafede, delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, dell’Istruzione Lucia Azzolina e dell’Ambiente Sergio Costa. Mezzo Governo Conte Bis è dunque al momento sotto inchiesta, accusato di fatti criminosi legati all’emergenza Covid e ai vari lockdown. Come riporta Patrizia Floder Reitter su La Verità, “le ipotesi di reato vanno dall’usurpazione di potere politico all’abuso di ufficio aggravato, dal sequestro di persona al procurato allarme, dalla violenza privata alla pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico”. Roba pesantissima. Roba che anche noi denunciamo fin dallo scoppio di questa emergenza. Una sfilza impressionante di condotte di cui dovranno rispondere alla magistratura, e di fronte ai cittadini, per come hanno gestito la pandemia. “L’atto formale è la conseguenza di una denuncia presentata il 12 marzo dello scorso anno da un gruppo di professionisti, tra i quali medici, avvocati e un maresciallo della Guardia di Finanza, che si rivolsero alla Procura di Catania dopo aver raccolto una corposa documentazione contro diversi politici che ritengono responsabili dei reati ipotizzati. Da Catania, la denuncia è finita a Roma, e sembra si sia raccolto un faldone con centinaia di atti formali attraverso i quali cittadini e associazioni di tutta Italia hanno messo a conoscenza dell’autorità giudiziaria fatti che possono costituire notizie di reato a carico” dei vari ministri coinvolti nell’inchiesta. Quelle avanzate nella denuncia di marzo 2021, sono state quasi tutte accolte e sono pesantissime.

“I denuncianti chiesero che venissero avviate 33 indagini e che fosse accertata «l’effettiva sussistenza dei plurimi profili di falsità, arbitrarietà nell’esercizio da parte del governo del potere politico attribuito per legge al Parlamento, di strumentalizzazione di notizie scientificamente e/o sanitariamente e/o epidemiologicamente false, ovvero manipolazione in malafede di notizie scientificamente vere al fine di imporre all’opinione pubblica, e quindi anche agli eletti in Parlamento […], con conseguente lesione del diritto di elettorato passivo rilevante […], un racconto pandemico falso e volto alla coartazione dei diritti costituzionali e politici dei cittadini”. La denuncia punta il dito non solo verso i ministri ma anche contro “Walter Ricciardi e la sua ossessione per il lockdown” e i principali virologi televisivi che hanno insistito per mesi “per imporre misure drastiche di isolamento sociale”. Tra le indagini sollecitate, quella volta a conoscere “i criteri tecnico-scientifici adottati per la creazione delle proiezioni a breve, medio e lungo termine elaborate dai cosiddetti esperti” e la motivazione scientifica “della decisione di ricoverare, nel periodo estivo/autunnale del 2020 e in tutto il territorio nazionale, numerosissimi soggetti asintomatici, per il solo fatto di essere risultati positivi al tampone”. Viene infine chiesto l’elenco di tutti coloro che hanno eseguito il test “al fine di verificare se la cifra era reale”, quando vennero dichiarati aumenti record di positivi nelle 24 ore. E di verificare il perché della «costante, pervicace e ostinata marginalizzazione, da parte dell’autorità sanitaria nazionale, di pressoché tutte le cure, spregiativamente definite ‘alternative’». I denuncianti chiedono anche di sapere «chi sono, quali titoli accademici, tecnici e quali competenze possiedono i sedicenti esperti che hanno suggerito al Ministero della Salute di imporre l’uso delle mascherine e del distanziamento sociale anche agli alunni delle scuole, alla riapertura di settembre 2020″. Si attendono sviluppi, restando fiduciosi affinché venga fatta giustizia. Anche perché diversi ministri sono ancora in carica a perpetuare il danno.

21 aprile 2022
www.ilparagone.it/attualita/ministri-indagati-lockdown-emergenz...
wheaton80
00giovedì 26 maggio 2022 23:01
Il ritardo tra notizie "complottistiche" e verità? Anche meno di un anno, ormai

Se da una parte appare evidente la spaccatura fra le cosiddette informazioni ufficiali e quelle che si trovano nel sempre più ricco ed articolato mondo della controinformazione, non si può fare a meno di notare come la fase di transizione dall'una all'altra sia sempre più rapida. Se in passato una bugia poteva durare molto più a lungo, anche decenni (si pensi all’omicidio Kennedy, allo sbarco sulla luna o all’incidente del golfo del Tonkino, che fornì il pretesto per avviare la guerra in Vietnam), oggi l’avvento di internet, che permette una rapida diffusione di prove, fatti e immagini, rende possibile una evoluzione sempre più veloce, un passaggio sempre più veloce da una versione alternativa da “complottista” a “verità comunemente accettata“.

Un grande banco di prova per questo nuovo modo di collaborazione mondiale, nella ricerca della verità, è stato sicuramente l’11 Settembre 2001. Anche se a tutt’oggi, a 21 anni dall’evento, molti non sanno la verità, è chiaro che sempre meno persone credono alla versione ufficiale. Per la pandemia ed i conseguenti vaccini le cose stanno andando ancora più veloci. L’ammontare delle informazioni che vengono trovate e condivise fra migliaia di blog, canali Telegram e, in misura minore, per la censura, anche su Youtube e i vari social, cresce ogni giorno di più, e la velocità alla quale una versione alternativa diventa verità riconosciuta è sempre più alta: in pochi mesi quelli che ridevano di certe posizioni ora sono costretti a tacere, vergognarsi e, se ci riescono, riconoscere che si sbagliavano. Pensate un pò:

- Quando vi dicevano che sarebbe durata poche settimane, e i complottisti prevedevano alcuni anni; chi aveva ragione?
- Quando qualcuno ipotizzava una origine artificiale del virus (o della pandemia) con la collaborazione degli USA veniva tacciato come pazzo visionario: oggi questo (gain of function) è acclarato e documentato
- Quando all’inzio della campagna di vaccinazione vi dicevano che avrebbe risolto tutto e i complottisti dicevano che non era vero;
- Quando i “complottisti” dicevano che non aveva senso il Green Pass a seguito di un presunto vaccino che né impedisce l’infezione né previene il contagio: ridicolizzati in televisione dai cagnolini del potere, oggi accettato e riconosciuto da tutti
- Quando i “complottisti” vi parlavano di laboratori di sviluppo di armi batteriologiche finanziate dagli americani, ed erano additati come pazzi: oggi le prove ci sono e sono sotto gli occhi di tutti
- Quando i “complottisti” dicevano che non si deve somministrare un vaccino (ancorché non tale) durante una epidemia in corso, e venivano derisi, mentre oggi questa idea si è fatta strada anche nel mainstream

Ora tutto questo è patrimonio comune ed accettato anche dalla cosiddetta informazione ufficiale. Quindi mi domando: chiederanno mai scusa? Se non ci fosse stata la controinformazione, cioè il lavoro di migliaia, milioni di persone che analizzano, scrivono, riprendono e rilanciano, pur tra mille difficoltà (demonetizzati da YT, bannati da FB, ecc...), l’informazione ufficiale si sarebbe adeguata o sarebbe rimasta arroccata sulle posizioni dettate dalle varie agende WEF, Gates, Soros, ecc...?

Ottimismo per il futuro
Se la storia degli ultimi decenni ci ha insegnato qualcosa, possiamo guardare con ottimismo al futuro e vedere che questa aumentata velocità, nello smascheramento delle bugie, farà vedere sempre di più quanto fragili ed ingannevoli siano le bugie che ci raccontano (e quanto criminali e senza scrupoli sono coloro che ci comandano).

Alberto Medici
16 maggio 2022
www.ingannati.it/2022/05/13/la-differenza-tra-notizie-complottistiche-e-verita-anche-meno-di-un-ann...
wheaton80
00sabato 4 giugno 2022 12:51
Covid, Palù:"Nuovi indizi che virus sia fuggito da laboratorio"

Nuovi indizi che la pandemia da Covid sia stata innescata da un incidente di laboratorio. Lo afferma Giorgio Palù, dove in un’intervista al Corriere della Sera, sostiene che "lo spillover con salto di specie animale-uomo potrebbe essere stato compiuto per cause accidentali da un virus del pipistrello sperimentalmente adattato a crescere in vitro”. Secondo il Presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco, “è suggestivo un dato, che andrà comunque confermato da ulteriori verifiche di altri ricercatori. Il ceppo prototipo di Wuhan, quello che ha cominciato a manifestarsi in Cina con forme gravi di polmonite, e tutte le varianti che ne sono derivate, anche quelle considerate non interessanti nella classificazione internazionale, presentano una caratteristica affatto peculiare. Nel gene che produce la proteina Spike (quella che il virus utilizza per agganciare la cellula da infettare) appare inserita una sequenza di 19 lettere appartenente a un gene umano e assente da tutti i genomi dei virus umani, animali, batterici, vegetali sinora sequenziati. La probabilità che si tratti di un evento casuale è pari a circa una su un trilione. Una sequenza essenziale, perché conferisce al virus la capacità di fondersi con le cellule umane e di determinare la malattia”. “Si può ipotizzare una manipolazione effettuata per soli scopi di ricerca”, spiega il virologo. “Non certo con intenzioni malevole. Non sarebbe la prima volta che un virus scappi per sbaglio da un laboratorio ad alta sicurezza”. Quanto all'ipotesi dell'origine del virus dal pipistrello con un passaggio diretto all'uomo o indiretto attraverso un ospite intermedio (si è parlato del pangolino) o una serie di scambi successivi uomo-animale-uomo, “alcuni studi recenti, che usano la bioinformatica per indagare l'evoluzione del virus, ci orienterebbero in tal senso. Manca però la prova regina che suffraghi l'origine naturale. Da un lato, non si è ancora trovato l'ospite intermedio e dall'altro, RaTG13, il virus del pipistrello Rhinolophus affinis il cui genoma è al 97% identico al Sars-CoV-2, ha scarsa capacità di infettarci. Per validare quale delle ipotesi in campo (spillover naturale o di laboratorio) sia più verosimile, sarebbe auspicabile, come più volte richiesto dall'OMS e dalla comunità scientifica, la collaborazione delle autorità cinesi”. “Identificando un eventuale ospite intermedio”, dice ancora Palù, “sarebbe possibile risalire all'iniziale sorgente del contagio e bloccare la trasmissione epidemica, come è avvenuto per altri virus provenienti dal mondo animale. Non si può prevedere cosa avverrà tra qualche mese. Certo è che la prospettiva sembra favorevole se consideriamo l'andamento di questi giorni e l'approssimarsi della bella stagione che ostacola la trasmissione di tutti i virus a diffusione aerea. Riguardo l'adesione al vaccino Novavax, credo che la fascia dei no vax che irriducibilmente si oppone alle vaccinazioni (una sparuta minoranza, fortunatamente) non accetterà mai nessun vaccino. Il grosso vantaggio di Novavax, oltre alla dimostrata efficacia e sicurezza, è un altro. Può essere conservato per mesi a temperature da frigorifero, 3-4 gradi e a temperatura ambiente, condizione che faciliterà il suo impiego nelle popolazioni del mondo che non hanno a disposizione una catena del freddo e hanno bisogno di essere immunizzate se vogliamo la fine della pandemia”.

07 marzo 2022
www.adnkronos.com/covid-palu-nuovi-indizi-che-virus-sia-fuggito-da-laboratorio_2pnyS0zZD2frNX...
wheaton80
00mercoledì 22 giugno 2022 20:22
“Il Covid non è una malattia grave”: l’appello che non ti aspetti dal pasdaran dei virologi

Da un lato c’è un nutrito gruppo di scienziati che continua a parlare di “allarme Covid” e mette in guardia gli italiani sul rischio di un autunno segnato da nuovi boom nei contagi. Dall’altro, gli stessi virologi che avevano sostenuto le scelte di Conte e Speranza agli inizi della pandemia sembrano ormai convinti che il peggio sia alle spalle e predicano la calma, anche alla luce delle nuove informazioni sul virus emerse col passare dei mesi. Tra questi anche Matteo Bassetti, che non ha esistato a descrivere il Covid come “una malattia dai sintomi lievi”. Intervistato da Alessandro Belardetti sulle pagine de La Nazione, Bassetti ha preso le distanze dai colleghi più catastrofisti:“Con questo virus ci dobbiamo convivere e lo sappiamo da tempo. Speravo di trovare maggiore maturità nella politica e nei miei colleghi. Altri Paesi hanno vissuto l’ipercircolazione di Omicron 5 senza allarmismi: tanti contagi ma sintomi lievi rispetto all’originale. Dopo 3 o 4 giorni di febbre, mal di gola e stanchezza tutto passa e si risolve. Serve sangue freddo, ma manca a chi dovrebbe averne”. La situazione ospedaliera, d’altronde, non è allarmante:“L’unico indicatore che conta veramente è l’occupazione delle terapie intensive. Però bisogna che gli ospedali siano in grado di differenziare i pazienti con una malattia Covid correlata da chi invece è positivo al tampone ma ha altre patologie. L’80% in terapia intensiva fa parte del secondo gruppo. Ma noi così diciamo il falso e diamo una fotografia sbagliata”. Perché c’è ancora qualcuno che “tifa” per la pandemia? Secondo Bassetti “perché vogliono le prime pagine. In autunno forse avremo un vero aumento dei ricoveri, ci sarà bisogno di rivaccinarsi e tornare all’uso delle mascherine. A quel punto dopo questi ‘al lupo, al lupo’ la gente non ci crederà più e la campagna vaccinale sarà un flop”.

22 giugno 2022
www.ilparagone.it/attualita/il-covid-non-e-una-malattia-grave-lappello-che-non-ti-aspetti-dal-pasdaran-dei-v...
wheaton80
00giovedì 7 luglio 2022 14:04
Jeffrey Sachs:“Sono abbastanza sicuro che il Covid sia fuoriuscito da un laboratorio USA”

Il Covid-19 non ha origine naturale, ma sarebbe fuoriuscito accidentalmente "dalla biotecnologia di laboratorio degli Stati Uniti”. Ad affermarlo è Jeffrey Sachs, economista e scrittore di fama mondiale, in occasione di una conferenza ospitata dal think tank GATE Center in Spagna il mese scorso. L'accademico ha osservato che, sebbene "non sappiamo con certezza" se questo sia il caso, ci sono "abbastanza prove" che lo indicano e che "dovrebbero essere esaminate". Sachs si è lamentato del fatto che questa ipotesi "non viene indagata, né negli Stati Uniti, né da nessuna parte". A maggio, Sachs, insieme al professore di farmacologia molecolare e terapeutica Neil Harrison della Columbia University, aveva scritto un articolo nei Proceedings of the National Academy of Sciences, che suggeriva che il Covid-19 fosse stato creato in laboratorio, ma aveva affermato che le informazioni importanti non erano state sottoposte a un "esame indipendente, trasparente e scientifico". Secondo gli autori, una sequenza di otto aminoacidi sulla proteina spike del virus è simile a una sequenza di aminoacidi trovata nelle cellule che rivestono le vie respiratorie umane. Nell'introdurre questa "dichiarazione provocatoria", Sachs ha suggerito di essere al corrente della situazione, in quanto presiede la commissione Covid-19 della prestigiosa rivista medica The Lancet. "Quindi, a mio avviso, si tratta di un errore della biotecnologia, non di un incidente di percorso naturale”, ha evidenziato in questo suo intervento, che sicuramente farà discutere.

02 luglio 2022
parstoday.com/it/news/world-i301306-jeffrey_sachs_sono_abbastanza_sicuro_che_il_covid_sia_fuoriuscito_da_un_laborat...
wheaton80
00martedì 19 luglio 2022 19:41
L’effetto Foegen: utilizzo delle mascherine aumenta rischio di morte per Covid

Numerose evidenze in letteratura supportano l’uso obbligatorio di mascherine facciali per ridurre il tasso di infezione del coronavirus e della sindrome respiratoria acuta grave causata dalla malattia da Covid-19. Tuttavia, l’effetto dell’uso della mascherina sul decorso della malattia rimane controverso. Uno studio pubblicato su journals.lww.com mirava a determinare se l’uso obbligatorio della mascherina abbia influenzato il tasso di mortalità in Kansas, negli Stati Uniti, tra il 1° agosto e il 15 ottobre 2020:

journals.lww.com/md-journal/fulltext/2022/02180/the_foegen_effect__a_mechanism_by_which_facemasks.60.aspx?fbclid=IwAR0ba8i8AmhsalAlA4R1HlgGX-Wbp_WAPJYHFADIK9Yj6U-X_HG...

Ma vediamo nello specifico come è stato svolto lo studio. I ricercatori hanno applicato dati secondari sugli aggiornamenti dei casi, i mandati delle mascherine e lo stato demografico relativi allo stato del Kansas, negli Stati Uniti. Su questi dati è stata condotta un’analisi di parallelizzazione basata sui dati a livello di contea. I risultati sono stati controllati eseguendo analisi di sensibilità multiple e un controllo negativo. Un’analisi di parallelizzazione basata su dati a livello di contea ha mostrato che in Kansas, le contee con obbligo di mascherina avevano tassi di mortalità significativamente più elevati rispetto alle contee senza obbligo di mascherina, con un rapporto di rischio di 1,85 (intervallo di confidenza al 95%) per decessi correlati al Covid-19. Anche dopo aver considerato il numero di 'persone protette', cioé il numero di persone che non sono state infettate, nel gruppo con obbligo di mascherina rispetto al gruppo senza mascherina, il rapporto di rischio è rimasto significativamente alto a 1,52. Analizzando l’eccesso di mortalità in Kansas, questo studio determina che oltre il 95% di questo effetto può essere attribuito esclusivamente al Covid 19.

A che risultati sono arrivati i ricercatori?
Questi risultati suggeriscono che l’uso della mascherina potrebbe rappresentare una minaccia ancora sconosciuta per l’utente invece di proteggerlo, rendendone dunque l’obbligo un intervento epidemiologico discutibile. La causa di questa tendenza è spiegata utilizzando la teoria dell’effetto Foegen, cioé la reinalazione profonda di goccioline ipercondensate o virioni puri catturati nelle mascherine facciali, poiché le goccioline possono peggiorare la prognosi e potrebbero essere collegate agli effetti a lungo termine dell’infezione da Covid 19. Sebbene l‘effetto Foegen sia dimostrato in vivo in un modello animale, sono necessarie ulteriori ricerche per comprenderlo appieno.

17 marzo 2022
www.sanitaebenessere.it/effetto-foegen-utilizzo-mascherine-aumenta-rischi-mort...
wheaton80
00lunedì 25 luglio 2022 02:08
La CNN confessa:“Abbiamo aiutato Biden usando i morti di Covid”

“Abbiamo cacciato Trump e fatto propaganta per aiutare Joe Biden a diventare Presidente. Sono i morti di Covid che tengono i nostri spettatori inchiodati e dobbiamo dargliene sempre di più”. La confessione shock arriva direttamente da un dirigente dello staff del principale canale all-news americano, culla del giornalismo liberal & indipendente. A inchiodare la falsa coscienza dei reporter d’élite della TV fondata da Ted Turner e Reese Schonfeld sono una serie di imbarazzanti conversazioni su come “fomentare” la paura sul Covid per “enfatizzare gli ascolti”. Ma qual'è il confine tra “l’enfatizzazione” di una notizia a fini di audience e la sua “manipolazione” per inculcare nel pubblico una preordinata visione della realtà? Da questi imbarazzanti video, registrati con una telecamera nascosta da un’attivista dell’associazione di destra Project Veritas, che si è finta infermiera durante cinque incontri Tinder con un membro dello staff dell’emittente, emerge che più che fare giornalismo, la CNN ha usato la pandemia per terrorizzare il suo pubblico. Per poi accompagnarlo alle urne, saldamente in direzione del partito dell’Asinello. E c’è chi se ne vantava apertamente, dietro le quinte e a telecamere (almeno le loro) spente. “Fear Is the Thing That Really Keeps You Tuned In”. “Il terrore è ciò che ti fa rimanere inchiodato”, spiega alla sua interlocutrice sotto copertura Charlie Chester, Direttore Tecnico della cable TV, aggiungendo che “la paura fa esplodere gli ascolti ed è per questo che teniamo il conteggio dei morti sempre di lato (sullo schermo, ndr). Ci andrebbe ancora meglio se il numero dei morti fosse più alto”. Frasi scioccanti che a noi italiani potrebbero ricordare, al primo ascolto, le battute che si scambiavano due imprenditori, Francesco Piscicelli e Pierfrancesco Gagliardi, all’indomani del terremoto dell’Aquila nel 2009, speculando sui facili appalti che sarebbero derivati da quella disgrazia. Il cinismo è lo stesso, se non fosse che la CNN è sempre stata il faro, nel panorama dell’informazione a stelle e strisce, del giornalismo libero da padroni, della distinzione tra fatti e commenti, del rigore morale oltre che dell’autorevolezza dei propri servizi. Tanto che Google, il principale motore di ricerca, nei propri algoritmi indicizza al primo posto i contenuti di CNN rispetto a tutti gli altri competitor.

Regola n. 1: enfatizzare i morti
Chester svela il meccanismo per mantenere gli spettatori inchiodati. La prima regola, fomentare il terrore:“Il nostro maggiore problema è come conteggiare ogni giorno il numero dei morti. Dobbiamo farlo aumentare! Perché non è abbastanza alto, oggi, lo sai?” (“Let’s Make it Higher.’ Like, Why Isn’t High Enough, You Know, Today? And I’m Like, What Am I F–king Rallying for?”). E rivela anche la presenza di un “telefono rosso” attraverso cui il Presidente del network Jeff Zucker, che secondo rumors potrebbe abbandonare la guida di CNN a fine 2021, avrebbe costantemente chiamato la sala di regia “per ordinare ai produttori di enfatizzare il conteggio dei morti che appare sullo schermo”. E incitato i suoi dipendenti a mantenere alto il panico con frasi di questo tipo:“Non mi stai dando nessun motivo per rimanere incollato allo schermo, rimetti in primo piano i numeri (dei morti) che è la cosa più allettante che abbiamo”. Le vittime usate come armi di marketing strategico per bucare lo schermo. Cinismo a volontà, gettato in pasto in prime time per meri obiettivi di ascolto e magari di sponsor? In realtà non sembrerebbe, stando sempre a quanto documentato da Project Veritas nei suoi “abboccamenti”, solo questo lo scopo ultimo del “Covid Show” perpetuato per mesi dalla CNN. Anzi, ci sarebbe molto di peggio.

Fake CNN vs Trump
Che fine hanno fatto il mito dell’obiettività della notizia e dell’imparzialità del giornalista tanto sbandierati come DNA della CNN? Stando a questi filmati, sembrerebbero una fake news. C’è almeno un fondato sospetto, soprattutto se queste scioccanti affermazioni faranno cadere delle teste ai piani alti del gruppo, dando così ragione all’odiato ex Presidente Donald J. Trump, accusato per mesi dalla CNN, e a ruota dalle altre TV liberal, anche del falso scandalo Russiagate. Trump ancora oggi, quando si riferisce all’emittente regina delle all-news, la apostrofa non a caso con l’appellativo “Fake CNN”.

Manipolare, ripetere

Le frasi di Chester impresse nella telecamera dell’operatrice di Project Veritas vanno molto oltre la normale “linea editoriale”, specifica di ogni testata:“Tutti i reporter di CNN attualmente istruiscono le persone su cosa dire. Li guidano in una direzione precisa, prima ancora che aprano bocca. C’è un’arte della manipolazione, l’inflessione (della voce), il ripetere le cose due volte. E le uniche persone che mandiamo in onda, per la maggior parte, sono quelle che dimostrano una comprovata esperienza nell’abboccare”. E ancora, illuminanti, ma offuscanti per l’immagine specchiata del giornalismo indipendente sbandierato da CNN, le considerazioni del Dirigente sul ruolo da loro giocato nel manipolare l’ultima campagna presidenziale americana 2020:“Guarda cosa abbiamo fatto, abbiamo cacciato Trump. Sono sicuro al cento per cento che, se non fosse stato per noi, Trump non sarebbe stato buttato fuori. Il nostro obiettivo era cacciare Trump dal suo ufficio, chiaro?”, conclude, vantandosi di essere entrato in CNN “per fare parte di questa cosa”.

Beatrice Nencha
16 aprile 2021
www.nicolaporro.it/la-cnn-confessa-abbiamo-aiutato-biden-usando-i-morti-d...
wheaton80
00martedì 23 agosto 2022 13:48
Bye bye Fauci! Si chiude un’epoca disastrosa. Mistero sulle ragioni dell’improvviso gesto

Il famoso immunologo Anthony Fauci ha annunciato le sue dimissioni da consigliere medico della Casa Bianca e dalla direzione del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), che ha guidato per 38 anni, per “perseguire il prossimo capitolo” della sua carriera. Fauci non ricoprirà più queste posizioni a partire da dicembre. Fauci è stato consigliere di sette presidenti e ha speso oltre mezzo secolo al National Institute of Health (NIH). Ha svolto un ruolo di primo piano nella gestione della pandemia da Covid. Anthony Fauci, 81 anni, guida il NIAID dal 1984. Era entrato nel National Institutes of Health, nel 1968. Più recentemente, Fauci è stato anche consigliere medico capo del Presidente Biden dall’inizio della sua amministrazione. Ha giocato un ruolo chiave nella gestione della pandemia, non risparmiando molte posizioni controverse. Ricordiamo tutti il “Fauci Gate” con le clamorose e-mail sulla vera origine del Covid. Fermo sostenitore della vaccinazione di massa, Fauci è stato un personaggio onnipresente in molte delle decisioni che hanno portato ad obblighi e restrizioni. La decisione di Fauci arriva proprio in un momento storico in cui la fallimentare gestione della pandemia sta mostrando tutti i suoi nefasti effetti. Vaccini che non hanno rispettato le promesse fatte inizialmente, eccesso di mortalità alle stelle negli Stati Uniti unitamente al sempre più crescente numero di studi scientifici dimostranti la reale pericolosità dei sieri, potrebbero essere alcuni dei motivi che hanno spinto Fauci ad “abbandonare la nave” dopo molte decadi di servizio. Che si sia reso conto del cambio di rotta sulla narrazione unica che tanto diligentemente ha contribuito a diffondere?

Nicky Ionfrida
22/08/2022
www.ilparagone.it/esteri/ultimora-bye-bye-fauci-si-chiude-unepoca-disastrosa-mistero-sulle-ragioni-dellimprovvis...
wheaton80
00giovedì 15 settembre 2022 14:34
Pandemia da riscrivere: emergono particolari sconcertanti ▷ "Il Ministero non poteva non sapere"



Testimonianza a Radio Radio della giornalista Angela Camuso sulle mancate cure precoci che hanno causato migliaia di morti tra i malati di Covid
wheaton80
00giovedì 27 ottobre 2022 18:19
Covid, virus creato in laboratorio con l’ingegneria genetica: ora lo dice una nuova ricerca

Se i ricercatori non si sono sbagliati, il risultato è un’autentica bomba. Il virus che causa il Covid sarebbe con ogni probabilità frutto di ingegneria genetica. Non solo fuoriuscito da un laboratorio per un incidente, ma proprio un virus artificiale creato da mani e menti umane, tagliando e riassemblando materiale genomico proveniente da altri virus. Altro che il pipistrello, il presunto pangolino e il mercato di Wuhan dove vengono macellati gli animali, anche selvatici. Per ora, la ricerca sull’origine artificiale del SARS-CoV-2 è un preprint ospitato dal server bioRxiv.org:

visionetv.it/wp-content/uploads/2022/10/biorxiv-covid-artific...

Ovvero, non ha ancora superato la “revisione fra pari” ad opera di scienziati esperti in materia, che costituisce la base del procedimento scientifico. Comunque la ricerca sostiene che nel genoma del virus del Covid sono evidenti le tracce del taglia-e-cuci: evidenti più o meno come i mattoncini del Lego quando i bambini li impiegano per costruire un castello. Le possibilità che tutto questo si sia prodotto per vie naturali sarebbero ben scarse. Uno degli autori ha cercato di sintetizzare i risultati su Twitter. Si chiama Alex Washburne, un esperto in biologia matematica e scienza del microbioma, cioè delle comunità di micro organismi che condividono un medesimo ambiente. Gestisce Selva, una piccola startup attiva in questo settore. È un outsider più che un accademico. Insieme a lui, hanno firmato la ricerca Antonius VanDongen, professore associato di Farmacologia alla Duke University nel North Carolina, e Valentin Bruttel, immunologo molecolare all’Università di Würzburg in Germania. Ecco il primo della serie di tweet in cui Washburne riassume la ricerca:

twitter.com/WashburneAlex/status/1583145276151189504?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1583145276151189504%7Ctwgr%5Ed37dd0306f3ab9e1d5b6232ee4f4918145c5d85d%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fvisionetv.it%2Fcovid-virus-creato-in-laboratorio-con-lingegneria-genetica-ora-lo-dice-una-nuova-ri...

Gli scienziati stanno accapigliandosi a proposito della bontà e solidità dei risultati raggiunti da Washburne e dai suoi due colleghi. Interessante uno dei rivoli di questa zuffa accademica. È un’altra serie di tweet. Esprime il sostanziale sostegno all’ipotesi di origine artificiale del virus da parte di François Balloux, Direttore dell’Istituto di Genetica dell’Università di Cambridge. Si tratta dello scienziato che ha guidato la squadra di ricercatori ai quali si deve il primo sequenziamento su larga scala del genoma del SARS-CoV-2. Balloux dice che la ricerca secondo la quale il virus è artificiale ha solide basi dal punto di vista concettuale e metodologico. Non costituisce un risultato finale, scrive: e quando mai una ricerca scientifica costituisce un risultato finale?, si potrebbe aggiungere. Tuttavia, egli prosegue, non può essere ignorata. La prospettiva di un virus artificiale, assemblato da qualcuno e poi diffuso nel mondo con i risultati che tutti conosciamo apre scenari inquietanti e degni di una più che attenta analisi. Ecco comunque il primo dei tweet di Balloux:

twitter.com/BallouxFrancois/status/1583165259799412737?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1583165259799412737%7Ctwgr%5Ed37dd0306f3ab9e1d5b6232ee4f4918145c5d85d%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fvisionetv.it%2Fcovid-virus-creato-in-laboratorio-con-lingegneria-genetica-ora-lo-dice-una-nuova-ri...

Giulia Burgazzi
25 ottobre 2022
visionetv.it/covid-virus-creato-in-laboratorio-con-lingegneria-genetica-ora-lo-dice-una-nuova-...
wheaton80
00venerdì 4 novembre 2022 15:41
Mondo, Europa, Italia. Tutte le news sulla pandemia di bufale

Stanno finalmente venendo man mano alla luce, dopo due anni e mezzo di ‘bufale pandemiche’, i fatti reali, o meglio tutti i misfatti perpetrati nel mondo sulla pelle dei cittadini, solo per rispondere ai progetti ideati da Bill Gates & C., via Great Reset, per ridurre la popolazione mondiale e per creare i giganteschi profitti cumulati dalle star di Big Pharma, le statunitensi ‘Pfizer’ e ‘Moderna’ in pole position. Con la complicità delle più alte autorità di mezzo mondo: dalla sempre rigida (e oggi genuflessa davanti ai diktat delle regine dei vaccini) ‘Food and Drug Administration’, passando per l’EMA e la Super Commissaria UE Ursula von der Leyen, e poi arrivare alla nostra ‘sgarrupata’ Italia sgovernata dalle politiche griffate CTS (il nefasto ‘Comitato Tecnico Scientifico’) e l’ex Ministro della Salute (sic) Roberto Speranza. Un bel minestrone per fottere tutti, sulla pelle dei cittadini e per ingrassare le lobbies di potere, soprattutto in campo farmaceutico. Ad ingrassare, d’altro canto, l’industria bellica e militare, nel frattempo, provvede il conflitto ucraino, con le quotidiane e ormai tragicomiche richieste continue di armi-armi-armi da parte del guitto-presidente ucraino Volodymyr Zelensky, fino ad oggi servito e riverito di tutto punto dal ‘Dipartimento di Stato’ USA, guidato dai super falchi Tony Blinken e Victoria Nuland. Per questa ampia ricognizione, partiamo con le ultime in arrivo dall’estero.

CDC a tutto campo
Stati Uniti. Tanto per ‘alleggerire’ la pressione, esordiamo con una notizia meno ‘hard’, che fa il paio con la ‘sceneggiata’ recitata nel salotto domenicale di Fabio Fazio dall’allergologo-massone Roberto Burioni, che si è beccato il covid dopo la quarta dose di vaccino. Ebbene, negli USA il direttore dei CDC (‘Centers for Deseases Control’), Rochelle Walensky, riesce addirittura a superare Burioni: è infatti risultata positiva al test del Covid addirittura dopo aver fatto il superbooster, ossia la quinta dose di vaccino. A palese dimostrazione della totale inefficacia dei miracolosi sieri prodotti da Pfizer e Moderna per evitare l’infezione. Un’efficacia pari a zero, altro che il 92-93 per cento sbandierato e soprattutto ‘venduto’ come dato certo! Dovrebbero vergognarsi come ladri (quali sono) e nascondersi sotto le loro ricche scrivanie, i vertici di Pfizer, su cui, come poi vedremo, si sta per scatenare lo tsunami della Commissione d’Inchiesta UE sui Vaccini. E invece cosa pensano bene di fare? Quadruplicano il prezzo del loro vaccino, non solo inefficace ma anche insicuro. Il costo per ogni dose, ha infatti appena annunciato Pfizer-BionTech, passerà dagli attuali 33 dollari a dose ad una cifra compresa tra i 110 e i 130. Un salto quadruplo, appunto, che consentirà alla regina dei vaccini guidata dal veterinario greco Albert Bourla di veder balzare i profitti societari alle stelle: e, lo ribadiamo, per un vaccino totalmente inefficace e totalmente insicuro, per il quale i cittadini di tutto il mondo continuano a fare da cavie sperimentali. La conferma, giorni fa, è arrivata proprio dai CDC, la massima autorità americana sul fronte della raccolta dei dati in campo sanitario. Ebbene, gli ultimi dati raccolti ed elaborati dai CDC sono semplicemente agghiaccianti: nel report ufficiale si parla di oltre 10 milioni di effetti avversi in seguito ai vaccini, che possono arrivare fino ai sempre più frequenti, soprattutto tra i giovani, ictus, trombosi o infarti. Tanto per la ‘memoria storica’, un anno fa Vate Burioni, per rassicurare il popolo bue di casa nostra sulla sicurezza dei vaccini, osò dire:“Sapete quanti sono i morti per vaccino in tutto il mondo? Uno, 1 di numero, è successo in Nuova Zelanda”. Incredibile ma vero. Ma restiamo negli USA. Dove ne stanno succedendo di tutti i colori. Senza che i nostri media ‘osino’ scrivere o far vedere qualcosa, da perfetti maggiordomi della Casa Bianca.

I ‘Dirty Business’ del dottor Anthony Fauci
Partiamo dal Vate di tutti i Vaccini, il super virologo di origini italiane Anthony Fauci, che ha affiancato ben 7 presidenti americani come consulente numero uno sul fronte della sanità pubblica, diventando una autentica star mediatica internazionale con lo scoppio della pandemia. Ve lo ricordate, in due comparsate domenicali in collegamento satellitare con gli immancabili Fazio & Burioni? Forse vi chiederete: come mai negli ultimi mesi il Guru dei Vaccini a stelle e strisce è sparito dai radar e il suo nome è praticamente desaparecido? Con ogni probabilità perché negli USA stanno scoprendo che il ‘Re è Nudo’. E stanno venendo alla luce affari & connection griffate Fauci che portano fino a Wuhan. La Voce lo ha denunciato più volte: il ‘suo’ (di Fauci) NIAID (il ‘National Institute of Allergies and Infectious Deseases’) ha finanziato i più pericolosi studi (sui cosiddetti ‘guadagni di funzione’, i famigerati ‘gain of function’) portati avanti nei laboratori cinesi di Wuhan. I fondi stanziati, infatti, sono transitati attraverso una società di copertura, la ‘EcoHealth Alliance’ di un ricercatore super chiacchierato negli States, Peter Daszak: il quale, guarda caso, fu il rappresentante per gli USA all’interno della fallimentare prima missione promossa dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità per ‘scoprire’ l’affaire di Wuhan. Ovvio e scontato il risultato negativo: poteva mai mister Daszak accusare se stesso e il suo mandante, Fauci? Sul quale ha scritto, esattamente un anno fa, un libro al vetriolo titolato ‘The Real Anthony Fauci’ Robert Kennedy Junior, da anni in prima linea, con la sua ‘Children’s Health Defence’ e con il suo battagliero sito ‘The Defender’, per tutelare la salute dei più indifesi, i bambini, soprattutto sul fronte bollente dei vaccini. Lo ha sempre fatto, Robert Kennedy, con tutti i vaccini, quelli tradizionali: figuriamoci ora con quelli ‘sperimentali’ dove uomini e donne fanno da cavie. Ben compresi i bambini, per i quali in modo del tutto folle e sconsiderato l’EMA ha appena dato a Pfizer & C. l’ok per la somministrazione dei vaccini. Da galera!

Le inchieste USA su Fauci & la sua band
E veniamo alle ultime su Fauci. Sul cui capo sta per piombare una grana da novanta. Due tribunali federali statunitensi, infatti, hanno inviato un pesante atto d’accusa nei confronti del Super Virologo e di svariati papaveri della Casa Bianca non solo per avere ‘creato disinformazione’ durante i mesi bollenti della pandemia, ma anche per aver esercitato pesanti pressioni sui social media per ‘censurare’ le notizie scomode e orientare il ‘Pensiero Unico’ a favore dei vaccini. Un’azione chiaramente depistante, a discapito della salute pubblica e solo in favore dei maxi interessi di Big Pharma. Ecco cosa scrive un coraggioso reporter statunitense, Caden Pearson:“Un tribunale federale ha ordinato il 21 ottobre che il dotto Anthony Fauci e altri alti funzionari testimoniassero sotto giuramento per presunta collusione del governo federale con le società Big Tech per censurare gli utenti. I procuratori generali della Louisiana e del Missouri e altri querelanti affermano che Fauci, direttore del NIAID e capo consigliere medico del Presidente Joe Biden, e altri imputati, sono collusi e hanno costretto le società di social media a ‘sopprimere i contenuti degli opinionisti sfavorevoli’ in merito al Covid-19”. Continua Pearson:“Il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Terry Doughty, è andato un passo avanti rispetto ad una precedente sentenza che ha costretto le testimonianze scritte e ha ordinato a Fauci e ad altri imputati di testimoniare sotto giuramento alle deposizioni.

Afferma in una nota il Procuratore Generale del Missouri, Eric Schmitt:“Dopo aver trovato la documentazione di una relazione collusiva tra l’Amministrazione Biden e le società di social media per censurare la libertà di parola, abbiamo immediatamente presentato una mozione per poter avere questi funzionari sotto giuramento. E’ giunto il momento”, continua Schmitt, “di far luce su questo clamoroso tentativo di censura e costringere questi funzionari a dire la verità al popolo americano. E questa sentenza ci consentirà di fare proprio questo. Continueremo a premere per la verità’”. Ma non è finita qui, per il Guru dei vaccini e la sua band. Una agguerrita associazione per i diritti civili, NCLA (‘New Civil Liberties Alliance’) si è unita, lo scorso agosto, alla battaglia legale per far luce sui ‘dirty business’ di Fauci & Co. Le ragioni scientifiche dell’associazione sono illustrate dai documentati j’accuse di alcuni rinomati epidemiologi ‘fuori dal coro’, come Jayanta Bhattacharya e Martin Kulldorff, ai quali si sono affiancati Aaron Kheriaty e Jill Jones. Così annuncia il legale di NCLA, Jenine Younes:“Per la prima volta il dottor Fauci e altri sette funzionari federali responsabili della gestione di un’operazione di censura illegale dovranno rispondere a domande sotto giuramento sulla natura e l’entità delle loro comunicazioni con le aziende tecnologiche”. Da tener presente che il giudice Daughty ha ordinato le deposizioni dell’ex segretario stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, del Direttore della Strategia Digitale della stessa Casa Bianca, Rob Flaherty, del chirurgo generale Vivek Murthy, del Direttore dell’Agenzia per la Sicurezza Informatica e delle Infrastrutture Jen Easterly e dell’agente speciale di supervisione dell’FBI Elvis Chan. L’ordinanza del tribunale ha, tra l’altro, citato una serie di commenti pubblici fatti da Psaki quando era addetto stampa alla Casa Bianca, incluso uno ‘strano’ appello rivolto alle piattaforme di social media in odore di marcata censura. Ecco cosa scrive il giudice Doughty:“Psaki ha rilasciato una serie di dichiarazioni rilevanti per il coinvolgimento del governo in una serie di sforzi delle piattaforme di social media per censurare i loro utenti su tutta la linea per la condivisione di informazioni relative al Covid-19”. Ma gli Stati Uniti sono la patria della Democrazia, della Libertà e della Libera Informazione. Vero mister Biden?

Mario Avena
21 ottobre 2022
www.lavocedellevoci.it/2022/10/26/mondo-europa-italia-tutte-le-news-sulla-pandemia-di...
wheaton80
00sabato 5 novembre 2022 19:29
Covid & vaccini - Tutti i responsabili di affari, tresche & connection, nome per nome

Stati Uniti al centro delle connection sul fronte dei maxi business a botte di vaccini, con le star di Big Pharma (Pfizer e Moderna uber alles) che continuano a rastrellare miliardi di dollari con la pala e il gran ‘Regista’, il super virologo di ben 7 presidenti USA, Anthony Fauci, sempre a dettar legge. Ma fosche nubi giudiziarie (abbiamo iniziato a raccontarlo nella prima puntata di ieri) cominciano ad addensarsi: con un Fauci nel mirino dei giudici federali USA sia per i finanziamenti allegri al famigerato laboratorio cinese di Wuhan che per le ‘censure’ sui ‘critici’ alla politica vaccinale e i pesanti condizionamenti sui social media. Più avanti vedremo cosa sta per succedere in casa Pfizer. Ma per rimanere ancora negli USA, è tutta da raccontare la storia delle ‘folli’ ricerche ed esperimenti che, proprio sul bollente terreno dei virus, stanno andando in scena nientemeno che all’Università di Boston: per dirla in parole povere, ricerche che non hanno nulla da invidiare a quelle di Wuhan, moltiplicate per dieci, vista la estrema pericolosità e letalità dei virus trattati con estrema disinvoltura.

I mostri di Boston
Di seguito riassumiamo il ‘giallo virologico’ per sommi capi. Ma per avere un quadro completo della situazione, che più ‘border line’ e rischiosa non può essere, vi invitiamo a leggere il lungo reportage firmato da un ricercatore americano controcorrente, vera spina nel fianco di Big Pharma, Joseph Mercola, e significativamente titolato “Scienziati pazzi creano un coronavirus con una letalità dell’80 per cento nei topi”. Su questi temi, una fresca inchiesta pubblicata da DailyMail.com sta suscitando accese polemiche negli USA: polemiche ovviamente ‘censurate’ dai media di casa nostra, sempre genuflessi davanti ai diktat di Big Pharma e alla gestione-killer portata avanti dalle nostre autorità (sic) politiche (in primis l’ex Ministro Roberto Speranza) e scientifiche, con un CTS non solo del tutto inutile, ma devastante. Torniamo alle folli ricerche bostoniane e a quanto scrive l’autorevole Daily Mail:“Gli scienziati della Boston University sono stati oggi condannati per ‘giocare con il fuoco’ dopo che è emerso che hanno creato un nuovo ceppo di Covid letale in laboratorio. DailyMail.com ha rivelato che il team di ricercatori ha creato un virus ibrido che combinava Omicron e il ceppo originale di Wuhan, capace di uccidere l’80 per cento dei topi sottoposti agli esperimenti”. Continua il j’accuse del Daily Mail:“La rivelazione mostra come la ricerca della pericolosa manipolazione dei virus continui ad andare avanti negli Stati Uniti, nonostante i timori che pratiche simili possano aver dato inizio alla pandemia. Il professor Shumel Shapira, uno dei principali scienziati del governo israeliano, dichiara:‘Questo dovrebbe essere totalmente proibito, stanno giocando col fuoco’. Si ritiene che il guadagno di funzione (quando i virus vengono manipolati intenzionalmente per essere più infettivi o mortali) sia al centro dell’origine del Covid. Un laboratorio cinese (quello di Wuhan, ndr) ha condotto ricerche simili sui coronavirus dei pipistrelli. Ma la pratica è stata ampiamente limitata negli Stati Uniti dal 2017. Il dottor Richard Elbright, un chimico della ‘Rutgers University’ di New Brunswick, nel New Jersey, dichiara a DailyMail.com che ‘la ricerca è un chiaro esempio di guadagno della ricerca funzionale’. E aggiunge:‘Se vogliamo evitare una prossima pandemia generata in laboratorio, è imperativo rafforzare la supervisione della ricerca sui potenziali patogeni pandemici”. Un colpo da KO in faccia ad Anthony Fauci, la vera mente e il finanziatore numero uno proprio delle famigerate ricerche sul ‘gain of function’ (il guadagno di funzione) portate avanti a Wuhan. E condotte in stretta collaborazione con la società ‘paravento’ EcoHealth Alliance del faccendiere-ricercatore Peter Daszak, il quale è stato addirittura scelto dagli USA come componente americano della missione inviata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a Wuhan per scoprire il ‘marcio’ di quelle ricerche. Of course, nulla è emerso, tutto ok: avrebbe mai potuto Daszak accusare se stesso e il potentissimo mandante, alias Fauci?

I ‘grandi amici’, von der Leyen & Bourla
Passiamo al non meno fosco (e losco) scenario europeo. Dove fervono i lavori della Commissione d’Inchiesta sui Vaccini, istituita da poche settimane, che dovrà far luce sui tanti, troppi ‘buchi neri’ e ‘trame oscure’ legate agli arci-miliardari contratti di fornitura sottoscritti tra Pfizer-BionTech e la Commissione UE. O meglio: direttamente tra il CEO di Pfizer, il veterinario greco Albert Bourla, e la Commissaria Ursula von der Leyen. E sapete come? Via SMS, avete letto bene, con un semplice messaggino. Che ora risulta anche sparito, volatilizzato. Ai confini della realtà. Invece di sottoporre il più grosso contratto di fornitura (da 31 miliardi di euro, non bruscolini) al vaglio di una commissione ad hoc formata da esperti UE ed esperti di tutti i Paesi che dovevano ricevere le dosi, i due compari di merende, Ursula & Albert, hanno pensato bene di bypassare norme & regole, fottersene della inutile burocrazia e passare al sodo: e così, per incanto, i contratti si sono materializzati via SMS! La commissione d’inchiesta ha convocato Bourla, che ha detto picche: non mi presento. Al suo posto ha risposto alle domande dei commissari la responsabile dei mercati esteri di Pfizer; o meglio, ‘non ha risposto’, perché ha solo farfugliato poche, incomprensibili parole, da cui è comunque emerso che Pfizer non ha mai fornito alla UE alcuna garanzia sull’efficacia dei vaccini! Nonostante il sempre sbandierato 92 per cento almeno!! Figurarsi sulla sicurezza, mentre dagli USA arrivano gli agghiaccianti dati raccolti, elaborati e appena resi noti, per la prima volta, dai CDC, che mettono nero su bianco almeno dieci milioni (avete letto bene, 10 milioni) di ‘effetti avversi’ provocati dai vaccini, che possono arrivare fino ad infarti, ictus e trombosi. “Il più grande scandalo della storia della Unione Europea, e sulla pelle di tutti i nostri cittadini”, hanno sbottato un paio di commissari, allibiti di fronte alle mezze parole di lady Small. A questo punto la Commissione ha deciso di usare il pugno di ferro, riconvocando Bourla, il quale dovrà rispondere non solo della truffa contrattuale e degli SMS fantasma con “l’amica” (così l’ha lui stesso definita) Ursula, ma anche circa i rapporti intrattenuti da Pfizer con il marito della Commissaria UE, Heiko von der Leyen, al vertice di ‘Orogenesis’, una rampante società statunitense di biotecnologie che lavora a stretto contatto di gomito proprio con Pfizer: un conflitto d’interessi alto come un grattacielo!

E l'altro Big Friend, Bill Gates
Ma restiamo ancora in compagnia della Super Commissaria tedesca. Che in questi giorni ha rinsaldato i legami d’amicizia e d’affari con un altro pezzo da novanta nella nomenklatura internazionale, Bill Gates, il quale ha dedicato i suoi ultimi anni rimboccandosi le mani proprio sul fronte dei vaccini. Anche perché ha avuto davvero la vista lunga e nel 2010 dichiarò:“Il prossimo decennio sarà quello di devastanti pandemie”. Aveva la sfera di cristallo? Oppure tutto rientrava nei ‘disegni’ e nei ‘programmi’ di quel Great Reset illustrato in pompa magna nel corso degli ultimi appuntamenti, a Davos, del World Economic Forum guidati dal banchiere tedesco di antiche simpatie nazi Klaus Schwab? Veniamo alla grande notizia, come diramata il 24 ottobre dall’ANSA di Bruxelles:“La Commissione Europea presenterà la sua strategia per la salute globale il prossimo mese di novembre. Lo annuncia la Presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso di apertura al Grand Challenges Annual Meeting organizzato dalla Bill & Melinda Foundation. ‘Siamo tutti impegnati per l’equità e la salute globale. Siamo sulla strada giusta, ma ne abbiamo ancora molta da fare’, ha evidenziato. Commenta Maurizio Blondet sul suo blog:“Come vedete ormai non si nascondono più: la UE di Ursula aderisce apertamente, in un pubblico consesso, al programma di vaccinazione totalitaria di Bill Gates, che è a sua volta il finanziatore unico, quindi il padrone, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che dichiarerà la prossima pandemia e le direttive obbligatorie a cui i Paesi devono attenersi. Vedremo se a questo scopo verrà utilizzata la variante di virus artificialmente creata all’Università di Boston. Anche qui ormai è tutto alla luce del sole: un tempo i ‘guadagni di funzione’ sui virus (per aumentarne la letalità o la contagiosità) erano vietati negli Stati Uniti, e avevano dovuto fare queste manipolazioni a Wuhan oppure in Ucraina, nei laboratori segreti che i russi hanno scoperto. Ciò significa che l’Impostura Pandemica continuerà: essa mira sia allo spopolamento sia al Green Pass universale, obbligatorio e totalitario, come strumento dell'identità digitale; dove al Ministero delle Finanze sarà visibile il nostro reddito, i nostri risparmi e i nostri conti correnti insieme al nostro ‘stato di salute’, ossia la nostra obbedienza alle vaccinazioni periodiche, e alla nostra ‘virtù climatica’, ossia quanto i nostri consumi personali contribuiscono ad aumentare il malvagio CO2: abbiamo mangiato carne di bue anziché insetti? Usiamo o no un’auto elettrica? e via inquisendo, accusando, colpevolizzando. Questa è la strategia per la ‘salute globale’ che la Kommissione UE presenterà il prossimo mese. Come agirà il nuovo Ministro della Salute del governo di ‘destra’ scelto, a quanto si dice, da Mattarella? Si accettano scommesse”. In basso, cliccando sul link, potete leggere l’intervento di Ursula von der Leyen al Grand Challenges Annual Meeting e apprezzare le profonde ‘intese’ programmatiche con l’uomo di tutte le Pandemie e Vate di tutti i Vaccini, Bill Gates.

Il clamoroso autogoal firmato Letta
E finalmente approdiamo nel Belpaese. Blondet, nel suo j’accuse, fa riferimento al neo Ministro per la Salute, Orazio Schillaci, a quanto pare caldeggiato dallo stesso Sergio Mattarella e con ogni probabilità ‘digerito’ con qualche mal di pancia dal ‘Primo Ministro’ Giorgia Meloni. La quale, nel suo intervento al Senato, ha però annunciato (vivaddio, una delle poche note positive tra le sue parole) che verrà presto istituita una Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Covid: ossia sulla sciagurata gestione dei primi, fatali mesi della pandemia che hanno causato la morte di ben 120mila italiani. Nella sua replica, il segretario-ectoplasma del PD, Enrico Letta, si è esibito in uno dei più plastici autogoal della nostra storia politica. Ecco le sue parole, che gli italiani ricorderanno a lungo:“Quello che ci spaventa (nelle parole di Meloni, ndr) è la concretezza, non l’identità. Ci spaventa la concretezza dove l’abbiamo vista, nel suo discorso, nel passaggio da brividi che ho sentito sul Covid e sulla salute. Siamo orgogliosi di avere nel nostro gruppo il Ministro Roberto Speranza, che rappresenta quello che ha fatto l’Italia in questi anni difficili”. Testuale. E’ rimbambito, Letta, o cosa? Da ricovero immediato nel più vicino presidio psichiatrico. Perché è ormai sotto gli occhi di tutti il totale sfascio della gestione pandemica, quei tragici mesi che vanno da febbraio a dicembre 2020, quando l’Italia ha dovuto soggiacere al criminale diktat ‘Tachipirina e Vigile Attesa’ che ha costretto al ricovero tantissimi italiani che avrebbero potuto essere curati a casa, invece di essere portati in ospedale, sbattuti nelle terapie d’urgenza, intubati e uccisi. Mentre sarebbe stato possibile salvare migliaia e migliaia di vite semplicemente utilizzando quei farmaci e quelle cure che già esistevano in commercio, come ad esempio l’idrossiclorochina, cui ha fatto ricorso con ottimi risultati terapeutici Didier Raoult, il grande ricercatore francese e da sempre direttore del più importante ospedale europeo, a Marsiglia, sul fronte delle malattie infettive. C’è voluta, dopo la battaglia di medici, avvocati, associazioni, pazienti e familiari, solo un'ordinanza del Consiglio di Stato (firmata il 12 dicembre 2020) per ‘legittimare’ l’uso dell’idrossiclorochina, fino a quel momento criminalizzata. Sostenevano Speranza e il codazzo degli scienziati del branco CTS:“Ha effetti avversi sul sistema cardiocircolatorio”.

Un falso scientifico in piena regola: perché a prenderla, senza accusare effetti avversi, erano da anni migliaia e migliaia di italiani affetti da forme di artrite o artrosi. E neanche una parola da Speranza e dai virologi taroccati al seguito invece sui pesantissimi effetti avversi prodotti dai vaccini, soprattutto a carico del sistema cardiocircolatorio, come sta emergendo in modo clamoroso in questi ultimi mesi, e come confermano, dagli USA, le cifre dei CDC. Su queste pesantissime responsabilità politiche e scientifiche hanno scritto dei veri e propri j’accuse il magistrato (ma si è appena dimesso dalla Kasta) Angelo Giorgianni, autore di un vero pugno nello stomaco, “La Strage di Stato - Le verità nascoste del Covid”, e uno dei pochi, autentici virologi in campo, Giulio Tarro, che ha firmato a giugno 2020 “Covid-19 - Il virus della paura”, e solo pochi mesi fa “Covid-19 - La fine di un incubo”. In quest’ultimo da sottolineare la forte richiesta dei test genetici, da rendere obbligatori, perché sono l’unico strumento in grado di stabilire il grado di tollerabilità, per l’organismo, dei vaccini, soprattutto per quanto riguarda il sistema cardiovascolare. E finiamo con le inchieste della magistratura, tanto per rimanere in tema di responsabilità per la ‘strage del Covid’ (senza peraltro dimenticare la strage in corso per gli effetti avversi dei vaccini). Procede, a Bergamo, l’inchiesta della procura, per accertare, appunto, di chi siano le colpe per la catastrofe pandemica. Ma dobbiamo subito notare una grossa anomalia: sapete chi ha effettuato la super-perizia medico scientifica per conto delle toghe orobiche? L’esperto di malattie tropicali Andrea Crisanti, che in questi mesi si sta rimboccando le maniche per un grosso studio sulle zanzare africane (la sua specialità) che sta svolgendo con l’Imperial College di Londra (dal quale uscirono i primi ‘depistanti’ studi sul Covid), finanziato, guarda caso, dall’onnipresente Bill & Melinda Gates Foundation. E’ stato appena eletto in Parlamento, il nostro Zanzarologo, con la maglietta del PD. Sorge spontaneo un interrogativo: quale credibilità ‘politica’ può avere la sua perizia? Pensate forse che il PD Crisanti osi attaccare l’ex Ministro e collega di partito appena osannato da Letta?

E Pfizer evade anche le tasse
Un’ultima chicca. Non solo ruba, truffa & ammazza, Pfizer. Ma adesso non paga nemmeno le tasse, tanto per rimpinguare sempre più i suoi già stratosferici profitti. E non le paga in Italia. Lo stanno documentando le Fiamme Gialle che, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, sta portando avanti un’indagine fiscale che riguarda gli anni 2017, 2018 e 2019. Secondo un report di Bloomberg, “la Guardia di Finanza sostiene che l’unità di Pfizer con sede appena fuori Roma, Pfizer Italia srl, ha trasferito il capitale in eccesso alle affiliate negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi per evitare le tasse sui profitti, che possono arrivare fino al 26 per cento”. In particolare, secondo le stime di Bloomberg, Pzifer avrebbe trasferito 1,2 miliardi di euro alle divisioni affiliate Pfizer Production e Pfizer Manifacturing negli Stati Uniti e in Olanda. Se tanto mi dà tanto, cosa avrà combinato la regina dei vaccini negli anni d’oro della pandemia e quanto verrà mai fuori dai sontuosi bilanci 2020 e 2021? Ne vedremo delle belle…

Il discorso integrale della Von der Leyen alla riunione annuale della Bill & Melinda Gates Foundation
Caro Bill Gates, distinti ospiti. E' così bello rivederti Bill, perché l’ultima volta che ci siamo incontrati è stato solo un mese fa a New York all’evento Global Goalkeepers. Sono stata molto commossa dal riconoscimento da parte della vostra fondazione della leadership europea in materia di salute globale e lotta contro il Covid 19. Il premio è davvero collettivo. Appartiene a tutti gli europei che hanno mostrato tanta dedizione durante la pandemia, dai lavoratori in prima linea nei nostri ospedali e servizi essenziali, agli scienziati che hanno sviluppato i vaccini salvavita. Oggi, siamo raggiunti da molti di voi qui, da tutto il mondo, che si impegnano per la salute e l’equità globali. Quindi vorrei sfruttare questa occasione per riflettere sull’esperienza della pandemia, non da un punto di vista medico ma dal punto di vista di un decisore politico. E vorrei dare una valutazione sobria di ciò che penso sia andato bene e di dove dobbiamo fare meglio in futuro. Ho sei lezioni che abbiamo preso. La prima lezione, non a caso, è la massima importanza della solidarietà e della cooperazione. Cominciamo con l’esperienza europea. Quando il virus Covid 19 è approdato in Europa, all’inizio le cose sono diventate davvero difficili. Alcuni Stati membri hanno scelto di chiudere le frontiere per materiali e attrezzature salvavita. C’era una dura concorrenza per dispositivi di protezione, ventilatori e altre forniture mediche tra i diversi Stati membri. Il nazionalismo vaccinale è diventato la norma in tutto il mondo. Posso dirtelo: noi europei abbiamo avuto le nostre discussioni pubbliche dure e dolorose. Ma a un certo punto, l’Unione Europea ha deciso di intraprendere una strada diversa, quella della solidarietà e dell’apertura. Abbiamo convinto gli Stati membri a non chiudere le frontiere ma a condividere attrezzature e personale. Abbiamo deciso di acquistare i vaccini insieme e di non competere tra di noi. Abbiamo iniziato la campagna di vaccinazione esattamente lo stesso giorno in tutti i nostri 27 Stati membri.

Sì, abbiamo iniziato con numeri bassi, e questo è stato pesantemente criticato, ma abbiamo avuto un’equa distribuzione. Indipendentemente dal fatto che tu sia uno Stato membro più grande o piccolo, ricco o meno ricco. Abbiamo deciso di non chiudere i nostri confini per le esportazioni di vaccini ma di introdurre un meccanismo di trasparenza. E a questo punto, molte, molte grazie a lei Presidente del Consiglio, caro Alexander De Croo. Hai insistito per rimanere aperto alle esportazioni perché sapevi quanto sia importante per la fiducia dell’industria farmaceutica, a seconda di dove si trovano. Oggi, oltre l’80% della popolazione adulta dell’Unione Europea è completamente vaccinata. Allo stesso tempo, abbiamo esportato i due terzi dei vaccini prodotti in Europa nel resto del mondo. La mia seconda lezione: la scienza non esiste nel vuoto. Credo che non sia stato un caso che i vaccini più sicuri ed efficaci siano stati sviluppati e diffusi rapidamente nelle società aperte. La scienza dipende dalla cooperazione, dall’educazione, dalla tutela dei diritti di proprietà intellettuale, ovviamente da una corretta condivisione dei dati. Ma dipende anche dalla mobilità individuale, ad esempio, dalla libertà di movimento e, naturalmente, dal contesto normativo e dalla traduzione dei risultati in prodotti, servizi e politiche. Tutti questi fattori consentono agli scienziati di svolgere al meglio il proprio lavoro e consentono alla società di trarne i frutti. I miei colleghi ed io abbiamo beneficiato enormemente della saggezza collettiva della consulenza scientifica: lei, professor Peter Piot, è stato il mio consulente personale per il Covid 19, e il modo in cui mi ha dato guida e consigli su base giornaliera è stato eccezionale; dal mio gruppo di consulenti scientifici Covid 19, scelti da te, Peter; e anche dalla piattaforma di 27 consulenti governativi degli Stati membri che abbiamo creato. Quindi sono la trasparenza e la responsabilità, la nostra libertà di parola e la libertà della scienza che consentono una buona elaborazione delle politiche e innovazione. Questi sono i valori da cui dipendono e alimentano le società democratiche. Quindi sono state le democrazie a sviluppare vaccini efficaci salvavita e che sono state in grado di sostenere al meglio i loro cittadini quando avevano più bisogno del nostro aiuto. La mia terza lezione riguarda il miracolo dei vaccini stessi. In quanto medico di formazione, l’importanza della ricerca e dello sviluppo non è una novità per me. Ma la pandemia lo ha reso molto reale per tutti noi. Come sapete, gli eccezionali vaccini mRNA non sono nati dal nulla. La loro scoperta, come tutta l’innovazione, si basa su investimenti a lungo termine negli scienziati e nella loro ricerca. In effetti, la Commissione Europea ha investito nella ricerca sui vaccini mRNA dall’inizio degli anni 2010. In Europa però non avevamo una BARDA, come negli Stati Uniti, che si prepara al caso di emergenza. Devo dire che questo era un evidente svantaggio. Quindi l’abbiamo imparato nel modo più approssimativo. E durante la pandemia, abbiamo creato HERA per anticipare le minacce e le potenziali crisi sanitarie. La cooperazione globale nella ricerca e sviluppo è fondamentale per la scoperta. Ecco perché, ad esempio, HERA e CEPI, la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, hanno recentemente firmato una lettera di intenti. Coopereranno allo sviluppo di vaccini di prossima generazione, anche per Covid 19, come parte della nostra strategia Vaccines 2.0. Orizzonte Europa fornisce contributi su base annua di 35 milioni di euro. E sono molto lieto che la nostra partnership di sperimentazione clinica per HIV/AIDS, tubercolosi e malaria tra i Paesi europei e in via di sviluppo abbia recentemente concordato di co-gestire inviti a presentare proposte con la Bill & Melinda Gates Foundation. Il che mi porta alla lezione quattro: capacità di produzione.

Avere vaccini sicuri ed efficaci non è abbastanza, lo sappiamo tutti. Avevamo un disperato bisogno di capacità manifatturiera, nonché di catene di approvvigionamento aperte. Ricordo vividamente che, al culmine della pandemia, abbiamo assistito a carenze di ogni tipo lungo l’intera catena del valore del vaccino, dalle sacche del bioreattore alle fiale, dai lipidi alle siringhe. Quindi abbiamo istituito una task force per lavorare con l’industria, con partner globali, per rimuovere questi colli di bottiglia. Ciò ha contribuito ad aumentare la capacità di produzione mensile nell’Unione Europea, da 20 milioni di dosi di vaccino al mese all’inizio del 2021 a circa 300 milioni di dosi di vaccino al mese entro la seconda metà dell’anno. Dopo aver appreso questa lezione, ora abbiamo istituito l’EU-FAB. Signore e signori, finora l’Europa ha inviato più di 2,5 miliardi di dosi di vaccino contro il Covid 19 in 168 Paesi in tutto il mondo. Questa è la nostra quinta lezione: la cooperazione e la solidarietà devono essere globali. All’inizio della pandemia non esisteva un quadro globale appropriato per consentire un’equa condivisione di vaccini e altre contromisure mediche. Quindi abbiamo contribuito a creare ACT-Accelerator e COVAX, che abbiamo finanziato con 3 miliardi di euro, e abbiamo donato mezzo miliardo di dosi di vaccino ai paesi a basso reddito. Ma chiaramente, questo non era un approccio sufficiente, bisognava fare di più e si può fare di più. Questo è il motivo per cui ora abbiamo adottato un approccio diverso. Stiamo supportando direttamente i Paesi in via di sviluppo: attraverso finanziamenti, attraverso il rafforzamento delle capacità normative e il trasferimento di tecnologia, per costruire la propria capacità di produzione di vaccini. Stiamo lavorando con Senegal, Ruanda, Sud Africa e Ghana per produrre vaccini mRNA prodotti in Africa, per gli africani. E ora stiamo adottando un approccio simile con l’America Latina. Ci hanno chiesto di fare lo stesso. E ovviamente abbiamo risposto positivamente. Perché questa è la strada da percorrere. La resilienza regionale è la soluzione che costruisce la resilienza sanitaria globale. La sesta e ultima lezione riguarda, infatti, il sistema sanitario globale. Nel corso degli anni, la salute globale è stata costantemente sottofinanziata e trascurata. Non da artisti del calibro della Bill & Melinda Gates Foundation, che sta facendo un lavoro esemplare, ma dai governi. La chiave è essere preparati, e questo significa mantenere l’investimento e mantenere l’attenzione sulla salute globale, in ogni momento. Anche adesso, in questi tempi difficili, con un focus completamente diverso. Sono lieta che alla fine abbiamo deciso di creare un Fondo per la Preparazione e la Risposta alle Pandemie. La Commissione Europea, insieme agli Stati Uniti, ha impegnato ciascuna 450 milioni di dollari. E questo è solo l’inizio. Con questo finanziamento rafforzato, rafforzeremo a livello globale la sorveglianza delle minacce sanitarie transfrontaliere, il rafforzamento dei sistemi sanitari, Signore e signori, so che abbiamo ancora molta strada da fare, ma grazie a tutti voi e alla vostra dedizione alla salute e all’equità globali, credo che siamo sulla strada giusta. Il mese prossimo, la Commissione Europea presenterà la strategia dell’UE per la salute globale: è la nostra proposta al mondo su come lavorare meglio insieme in partenariato, per far avanzare l’obiettivo comune della salute globale. E, naturalmente, si baserà sulle lezioni che ti ho appena delineato. Non vedo l’ora di continuare il nostro stretto lavoro insieme. E ti auguro una conferenza gratificante e premurosa.

Fonti
- www.maurizioblondet.it/von-der-leyen-a-novembre-strategia-ue-sulla-salute-...
- comedonchisciotte.org/scienziati-pazzi-creano-un-coronavirus-con-una-letalita-dell80-n...

Andrea Cinquegrani
27 ottobre 2022
www.lavocedellevoci.it/2022/10/27/covid-vaccini-tutti-i-responsabili-di-affari-tresche-connection-nome-p...
wheaton80
00martedì 8 novembre 2022 00:37
Quasi il 40% dei “decessi Covid” erano falsi

La Finlandia è uno dei primi Paesi a trovare prove di frodi governative in tutto il mondo nel segnalare i decessi di Covid durante la pandemia. L’innovativo rapporto fa luce sui modi in cui i funzionari sanitari di tutto il mondo stanno esagerando i “decessi legati al Covid” per fomentare l’isteria di massa. Secondo Sirkka Goebeler, esperto capo dell’Istituto finlandese per la Salute e il Benessere (THL), il Covid 19 non è stata la vera causa di morte fino al 40% dei decessi attribuiti alla malattia in Finlandia. Pertanto, non sono elencati come decessi per coronavirus nei dati ufficiali di Statistics Finland. Il rapporto finlandese afferma:“Il dipartimento di Goebeler controlla tutti i certificati di morte finlandesi prima che vengano inoltrati all’ufficio statistico statale. Il documento si concentrerà sui certificati di morte correlati al coronavirus in cui il medico curante ha elencato il Covid come causa di morte primaria o concorrente”. “Il numero THL di decessi correlati al Covid fino a martedì era di 6.407, ma quel numero include tutti i decessi avvenuti entro 30 giorni da un test positivo per il coronavirus”, continua il rapporto. “Secondo Goebeler, in quasi 4.000 di questi casi, il Covid è indicato come causa di morte primaria o immediata. In quasi 1.600 casi, il coronavirus è elencato come un fattore che contribuisce”. “In circa 900 casi inizialmente registrati come decessi legati al Covid, i certificati di morte effettivi non contengono alcuna prova di infezione da coronavirus”, continua il rapporto. Il rapporto finlandese aggiunge alle lamentele di statistici ed esperti di salute che non è stata fatta alcuna distinzione tra decessi per Covid e decessi con Covid durante la pandemia.

Ci sono indicazioni secondo cui la fusione sia stata deliberata negli Stati Uniti al fine di promuovere e perpetuare uno stato di preoccupazione pubblica. I più evidenti segnali di allarme erano che circa il 95% dei decessi per Covid presentava molteplici comorbidità gravi e l’età media di morte era vicina all’aspettativa di vita. Le statistiche dei CDC mostrano che il 95% dei decessi correlati al Covid riporta una media di quattro comorbidità, mentre il 5% ha Covid come unica causa di morte nota. Queste comorbidità includono malattie cardiovascolari (10,5%), diabete (7,3%) e cancro (5,6%). L’età media dei decessi correlati al Covid è di 77 anni. Nonostante il massiccio disordine, che ora viene corretto in Finlandia, il numero di decessi legati al Covid si attesta solo allo 0,084% della popolazione mondiale, che è relativamente piccolo rispetto ad altre grandi pandemie globali. Gli statistici finlandesi hanno spiegato il perché la consueta segnalazione ufficiale dei decessi per Covid fosse altamente viziata. “Le cifre che finiscono come parte dei confronti internazionali possono includere ad esempio casi in cui un paziente ha avuto un grave infarto prima o dopo essere stato infettato dal coronavirus e alla fine è morto per insufficienza cardiaca”, afferma il rapporto. “La malattia di accompagnamento del Covid può essere molto lieve e quindi non viene indicata come causa di morte. Nelle prime fasi della pandemia, la metrica basata sull’intervallo di tempo di 30 giorni aveva più senso, ha affermato Goebeler. Anche allora, c’erano relativamente pochi falsi positivi. L’età media delle persone morte dopo essere risultate positive al coronavirus è passata da 84 a 85 anni dalla scorsa primavera. L’età media degli uomini è di 81 anni e quella delle donne di 87 anni. “La maggior parte dei decessi ora si verifica alla fine del ciclo di vita naturale”, afferma Goebeler. “Puoi contare sulle dita di una mano quanti pazienti di età inferiore ai 60 anni sono morti di solo Covid da marzo dello scorso anno”, ha aggiunto. Come riportato in precedenza, il coordinatore della pandemia di Covid sotto l’Amministrazione Trump, il dott. Deborah Birx, nel suo libro Silent Invasion: The Untold Story of the Trump Administration, Covid-19, and Preventing the Next Pandemic Before It’s Too Late, ammette di aver “nascosto” i dati inviati agli Stati per proteggere la loro gestione delle risposte Covid. “La nostra routine di scrittura di rapporti del sabato e della domenica è diventata presto un 'scrivi, invia, rivedi, nascondi, invia nuovamente'”, scrive Birx.

“Fortunatamente, questa diapositiva strategica ha funzionato”. In un lampante esempio di frode di dati segreti in pieno giorno, il Dr. Birx in realtà ammette che gli Stati Uniti hanno esagerato i tassi di mortalità legati al Covid. “Penso che in questo Paese abbiamo adottato un approccio molto liberale alla mortalità”, ha detto Birx in una conferenza stampa nell’aprile 2020. “Ci sono alcuni Paesi in cui se avessi una condizione preesistente, diciamo, a causa del virus, e poi avessi avuto un problema al cuore o ai reni, ciò sarebbe registrato come un problema al cuore o ai reni e non come un decesso per Covid 19. Lo stiamo ancora registrando in questo momento. E lo faremo. Voglio dire, la cosa grandiosa è che abbiamo moduli che arrivano e un modulo che ha la capacità di segnalarlo come un’infezione da Covid 19. L’intento è che se qualcuno muore con il Covid 19 lo consideriamo come un decesso da Covid 19”. Un giornalista ha giustamente ribattuto:“Può esserne sicura? Voglio dire, i coroner dicono che non è necessariamente così, è sicura? Come può esserne sicura?”. Quella domanda era appropriata all’epoca. La risposta è semplice: gli esperti di salute pubblica stavano deliberatamente cercando di fomentare il panico durante la pandemia di Covid. Gli “esperti” hanno manipolato il dibattito sul Covid e il pubblico americano ora chiede responsabilità.

Fonte: uncutnews.ch/finnland-deckt-massiven-covid-meldeskandal-auf-fast-40-der-covid-todesfaelle-waren-gef...

07 novembre 2022
greenpass.news/quasi-il-40-dei-decessi-covid-erano-falsi-uncut-...
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:36.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com